VICENDE CARNICHE

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Don Luigi, a questo punto, facendo ricorso alla sua solita faccia tosta, pregava il suo superiore di non scomodarsi anzitempo, sarebbe andato prima lui in chiesa a controllare se tutto era a posto. Per disgrazia, i primi a sedersi sui banchi, erano sempre i più ignoranti e allora, chiedendo perdono al Signore, con le mentine od altri stratagemmi,li rispediva a casa esonerandoli dal loro gravoso compito. Mandati a casa gli asini, tornava in canonica tutto contento e beato e diceva: “Eccellenza i pargoletti sono pronti”. Cosi,come con l’ispettore della scuola, il Pievano di Cercivento, faceva sempre bella figura. 48
UN LADRO POCO ESPERTO A quel tempo,la frutta in Carnia ,era di vitale importanza e, il riguardo per le piante che la producevano, era uguale se non superiore, a quello usato per i propri figli. Nei pressi di quasi tutte la case c’erano alberi di mele e di pere, mentre la campagna più distante era disseminata di noci secolari ,tanti da impressionare anche il grande poeta Carducci che,in occasione delle sue vacanze in Carnia, li aveva menzionati nella sua poesia “Comune rustico”. Oltre che sostanzioso nutrimento le noci,dopo pressatura, davano fin dai tempi antichi un olio, ottimo per condire e prezioso per alimentare i lumi della casa. Dalle gustosissime mele e pere Carniche,si ricavava il sidro,ottima bevanda dissetante, dai resti di pressatura poi si poteva ottenere un profumato aceto oppure, dopo fermentazione, una piccola quantità di ottimo distillato. Nei paesini di montagna,la grappa di frutta era considerata una vera medicina ,che in nessuna famiglia doveva mancare. La natura in Carnia non è mai stata molto benigna e poche erano le stagioni che risparmiavano gelate od altre intemperie nel periodo della fioritura, cosi non tutti gli anni ,si riusciva ad avere una bella produzione di frutta. Il 1948 era stato un anno eccezionale per la campagna e i rami dei peri e dei meli si piegavano fino al limite di rottura, sotto il peso del loro carico. I poveri che non avevano terra però, non avevano alberi e di conseguenza non avevano frutta. Era successo cosi che, un po’ per fame e un po’ per divertimento, i ragazzi meno abbienti,si erano organizzati in piccole bande di saccheggiatori. Erano insorti allora i più benestanti ,che avevano chiesto al Sindaco di fermare questo flagello. Il sindaco si era rivolto a Don Luigi affinchè, nella predica domenicale,facesse la ramanzina a quei monelli, ricordando loro che il furto è un peccato che porta all’inferno. 49
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