VICENDE CARNICHE

La scusa per riposare viene dalla scoperta di un nido o dalla vista di uno scoiattolo,che
si arrampica velocemente sul tronco di un albero.
Il profumo dell’erba appena falciata,ci accompagna fino alla nostra meta ,dove la
mamma e le zie,stanno arrampicate sull’erto pendio,facendo girare velocemente la
falce.
Il nostro arrivo è una festa; la mamma pianta la falce nel prato e scende ad accoglierci
:”Brasc frutz” (bravi bambini) ci dice e ,rivolta a me :”polsa un moment e dopo va lassu
de risultive a iempla la butace” (Riposati un momento e dopo va su alla sorgente a
prendere una botticella di acqua.)
La sorgente è lassù,sotto le rocce e il viaggio, andata e ritorno,richiede più di mezz’ora
di cammino.
Quando ritorno dalle falciatrici,il sole è al suo apice; a occhio dovrebbe essere
mezzogiorno.
Ecco allora il momento magico:si stende, sul prato appena falciato,un telo di quelli per il
fieno e ci sediamo tutti in giro per consumare quello che la nonna ha preparato.
Polenta a volontà ma ,L’intingolo con la salsiccia è riservato alle lavoratrici, mentre per
noi due bambini c’è la bottiglietta di latte; a completare il pasto un pezzetto di
formaggio.
Un breve riposo e poi,via tutti a rastrellare il fieno falciato,per poi pressarlo nei teli di
iuta.
Ogni donna avrà il suo carico di circa 30-35 chilogrammi,che porterà in spalla,con la
testa infilata nel grezzo contenuto.
Il tardo pomeriggio vede una lunga processione di donne,ingobbite sotto il loro
fardello,confluire verso la stazione delle slitte,con i bambini che saltellano come capretti
intorno a loro.
Su ogni slitta vengono caricati tre di questi teloni pieni di fieno e legati per bene con
funi di corda al mezzo.
Ed ecco finalmente il momento più bello della giornata per noi piccoli vivandieri
:veniamo sistemati per bene sopra il carico di fieno e giù……sulla slitta trainata a turno
dalle nostre eroiche donne.
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