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I _<br />
1 46 PARTE SECONDA<br />
nostro italiano statuto, far& conoscere al popolo ispano, che un po-<br />
polo degno <strong>di</strong> libera vita è forte abbastanza per sostenere la liberta<br />
ne' giu<strong>di</strong>zi, e che il cuore del citta<strong>di</strong>no accusato non deve inda-<br />
garsi che d<strong>alla</strong> limpida mente <strong>di</strong>-giu<strong>di</strong>ce citta<strong>di</strong>no non mai stipen-<br />
<strong>di</strong>ato per vegliare al sospetto ed <strong>alla</strong> punizione degli uomini. Cit-<br />
ta<strong>di</strong>no innamorato della nuova italica gloria, rasciugate le lagrime<br />
del lungo esiglio, accrescete le vigorose speranze delle sorti novelle<br />
d' Italia tutta, nell'avvedervi che la libertà <strong>di</strong> <strong>Napoli</strong> ancorch6 bam-<br />
'bina, più robusta <strong>di</strong> Alcide, torce in culla i serpénti! Voi già do-<br />
minato dal fremito della virtù, misuraste la procella feroce che ad-<br />
densasi contro la Nazione rigenerata. I1 vostro cuor citta<strong>di</strong>no intre-<br />
pidamente addolorato balzb <strong>di</strong> bella in<strong>di</strong>gnazione, ai sensi del ne-<br />
fando messaggio che sei ministri nel dì 7 <strong>di</strong>cembre recarono in Na-<br />
poli al Parlamento nazionale, per annunziare con criminosa lusinga<br />
ch'è stolta chimera la in<strong>di</strong>pendenza de' popoli, e che la necessità<br />
del servaggio debba confondersi colla necessità del destino. Voi,<br />
assorto nell'impeto d'una immaginazione virtuosa, li u<strong>di</strong>te ancor<br />
pronunziare che perdonerassi alle genti delle Due Sicilie l' immenso<br />
misfatto <strong>di</strong> non adorar la catena, e che il Laybac con novello sta-<br />
tuto, eccelso dono dei re, dovrà spuntare più bella luce pei popoli.<br />
E taccia intanto il Parlamento! ... Citta<strong>di</strong>no d'Italia, voi non poteste<br />
addolorarvi abbastanza <strong>alla</strong> voce <strong>di</strong> tante ignominie, perchè il rug-<br />
gito dell'onor nazionale che suonb per le labbra de' rappresentati<br />
del popolo, tranquilli, ed intrepi<strong>di</strong> ne' momenti più torbi<strong>di</strong>, dovun-<br />
que arrecb la fiducia. L'audacia della bassezza fu vilipesa tra noi,<br />
la libertà avvivata dall'insi<strong>di</strong>oso pericolo restò immobile ; il popolo<br />
delle Due Sicilie pub soffrire ma non paventare. Un canuto monarca,<br />
per costituzionale consenso; giunge a Laybac onde narrare ai po-<br />
tenti che la libertà generosa non 'può ad<strong>di</strong>venire l' inimica dei Re,<br />
che ad essi nuove delizie son riserbate in un patto sociale, che il<br />
sistema politico non pub ricevere alcun urto malefico dagli esempii<br />
<strong>di</strong> costanza, <strong>di</strong> moderazione, d'onore. Il Re delle Due Sicilie, pochi<br />
istanti pria <strong>di</strong> scioglier la vela, dolcemente lagrimando d'innanzia'<br />
rappresentanti della Nazione, ed agli ambasciatori stranieri, profferì<br />
ch'egli partia per sostenere i suoi giuramenti. E i suoi giuramenti<br />
ripetuti con tenero pianto fra noi, saranno calpestati in Laybac?<br />
Voi no1 credete, illustre citta<strong>di</strong>no d'Italia! E' gli ospiti vostri addestrati<br />
da' secoli a' pro<strong>di</strong>gi <strong>di</strong> libertà, non penseranno, che il popolo<br />
delle Due Sicilie sarà solcato da novelle catene. Voi gridate: pace<br />
<strong>alla</strong> Nazione risorta! Sia pace con noi, ma non <strong>di</strong>sgiunta dal dubbio<br />
i guerra sterminatrice. Nel pericolo <strong>di</strong> libertà mette ra<strong>di</strong>ci chl e non<br />
. -<br />
<strong>Biblioteca</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>di</strong> <strong>Napoli</strong><br />
www.bnnonline.it<br />
barbicheranno agli urti congiurati dell'assoluto comando; nel<br />
r --- dolo, l'ar<strong>di</strong>re, inseparabile dalle imprese sublimi, maritasi <strong>alla</strong><br />
prudenza, nel pericolo la libera Patria non cade vittima <strong>di</strong> fraterna<br />
<strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a. Citta<strong>di</strong>no d' Italia! Cartagine non deve sparire d<strong>alla</strong> faccia<br />
del globo, se Roma vuole serbare intemerato il tesoro della sua -<br />
gloria verace. I1 nostro desio altamente italiano vola <strong>alla</strong> guerra col<br />
periglio <strong>di</strong> essa. Noi giurando libertà incontaminata, abbiamo inviati<br />
ai posteri uno sguardo <strong>di</strong> tenerezza. Guai a quel popolo che non<br />
voglia soffrire per il lustro de' suoi nipoti ! Ei non segue che l'om-<br />
bra <strong>di</strong> libertà, e non fia degno <strong>di</strong> sospirar per la gloria.<br />
Bolle frattanto in alcuni gabinetti d'Europa alto <strong>di</strong>spetto<br />
contro il risorgimento de' popoli. Orgogliosi ministri credeano che l<br />
le Nazioni, a talento de' forti, dovean destarsi, e poi riseppellirsi nel<br />
sonno della ignominia. L' impeto dell'onore oltraggiato invitb la vendetta<br />
delle Nazioni contro al Briareo del continente, inimico immutabile<br />
<strong>di</strong> tutte le genti del globo. Santo entusiasmo, santo furore de'<br />
popoli! esclamarono allora i politici dei gabinetti assoluti. Bonaparte<br />
I<br />
fu incatenato <strong>alla</strong> rupe, i potenti appena risorti d<strong>alla</strong> paura <strong>alla</strong>r-<br />
garono i loro petti <strong>alla</strong> gioia; ma vollero ascondere ai loro stessi<br />
pensieri, che i popoli, non già i monarchi, hanno trionfato nella<br />
maggior lotta moderna. La rivoluzione ha soggiogato la rivoluzione:<br />
o, per esprimerci con evidenza più grande, la libertà, primo bisogno<br />
delle anime, ha abbattuto il colosso della nuova tirannide, innalzato<br />
dagli errori d'una insana licenza. E i popoli vincitori del <strong>di</strong> loro<br />
,<br />
inimico più formidabile, bran<strong>di</strong>rono il ferro per conservare il vetusto<br />
servaggio ? L' impeto che abbatte un oppressore straniero, sia<br />
detto virtuoso dai ministri onnipossenti, sdegna <strong>di</strong> sovvenirsi dell'antiche<br />
catene.<br />
L' Europa ha scritto nei piani memorabili <strong>di</strong> Lipsia e <strong>di</strong> Waterloo<br />
: bando al servaggio straniero, -bando al servaggio domestico !<br />
Il popolo delle Due Sicilie lesse un tal decreto e fu libero. Ei lunga<br />
stagione ha lagrimato prima <strong>di</strong> sorgere <strong>alla</strong> vita <strong>di</strong> onore; la sua<br />
testa fu lunga stagione aggravata. d<strong>alla</strong>. mano della oppressione, le<br />
vostre pagine liberamente lugubri quanti desiderii non spronarono<br />
nei nostri petti! La melanconia <strong>di</strong> un'anina cupida delle antiche<br />
virtù ci ha comunicata (sic) una infermità, così dolorosa, che la<br />
sola vendetta della giustizia potea ispirare l'autore dell'infelice affetto<br />
<strong>di</strong> Ortis e <strong>di</strong> tante pagine profondamente sentite. Continuate<br />
a svolgere le nostre carte' con la compiacenza del nobile desiderio,<br />
che precede le imprese più illustri. Sperate per la popolazione delle<br />
Due Sicilie una gloria perpetua, sia placida, sia sanguinosa! Sia