RELAZIONE TECNICA - Autorità di Bacino dei fiumi dell'Alto Adriatico
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AUTORITA' DI BACINO DEI FIUMI ISONZO, TAGLIAMENTO, LIVENZA, PIAVE, BRENTA-BACCHIGLIONE<br />
PROGETTO DI PRIMA VARIANTE AL PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO DEL BACINO IDROGRAFICO DEL FIUME LIVENZA<br />
tecniche già in<strong>di</strong>cate per il Piave, nonché effettuare interventi <strong>di</strong> rinforzo sui corpi<br />
arginali (da effettuare con ogni urgenza - co<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> riferimento Piano OPCM 900 –<br />
901 –902);<br />
- sbarramento <strong>di</strong> Colle per la laminazione della piene (da effettuare con ogni<br />
urgenza);<br />
- definizione <strong>di</strong> una stretta collaborazione tra centri funzionali (C.F.D.) delle due<br />
regioni al fine <strong>di</strong> garantire una comune gestione <strong>dei</strong> serbatoi durante gli eventi <strong>di</strong><br />
piena, nonché vanno resi <strong>di</strong>sponibili in tempo reale (da parte <strong>dei</strong> gestori) i livelli<br />
raggiunti dai serbatoi durante l’evento nonché i dati relativi alle portate fatte<br />
transitare attraverso gli scarichi <strong>di</strong> superficie e <strong>di</strong> fondo <strong>dei</strong> serbatoi stessi (anche<br />
in esito alle manovre effettuate) e alle portate eventualmente derivate;<br />
- cassa <strong>di</strong> laminazione <strong>di</strong> Prà <strong>dei</strong> Gai (co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> riferimento 506) evidenziandone<br />
però il ruolo del tutto complementare nella laminazione delle piene del sistema<br />
Cellina-Meduna e non sostitutivo quin<strong>di</strong> degli interventi previsti nei bacini montani<br />
<strong>dei</strong> due torrenti, che restano <strong>di</strong> fondamentale importanza per gli obiettivi della<br />
salvaguar<strong>di</strong>a idraulica della pianura;<br />
- andranno opportunamente in<strong>di</strong>viduate le <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> intervento sui corpi<br />
arginali in relazione ala specifica situazione da mitigare (sifonamento, sormonto,<br />
possibile sfiancamento).<br />
Vale la pena sottolineare che gli interventi inseriti in tale Piano rispondono alle<br />
esigenze evidenziate dagli eventi alluvionali che ne hanno determinato l’origine, ma<br />
non esauriscono la serie <strong>di</strong> azioni che concorrono a ricondurre il rischio da alluvione<br />
entro i limiti compatibili con l’attuale sviluppo territoriale.<br />
2. Stu<strong>di</strong> recenti: Sempre in riferimento all’aggiornamento delle conoscenze circa le<br />
con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> pericolosità idraulica caratterizzanti il territorio, negli ultimi anni si sono<br />
resi <strong>di</strong>sponibili nuovi stu<strong>di</strong> elaborati sulla base <strong>di</strong> strumenti d’indagine, che sono<br />
andati affinandosi nel tempo (modelli idro<strong>di</strong>namici bi<strong>di</strong>mensionali, modelli idrologici<br />
geomorfoclimatici, etc...), e <strong>di</strong> tecnologie innovative, quali rilievi lidar, che hanno<br />
consentito <strong>di</strong> raggiungere una rappresentazione <strong>dei</strong> fenomeni sempre più aderente<br />
alla realtà. In questo ambito vale la pena ricordare anche quegli stu<strong>di</strong> che hanno<br />
interessato campi d’indagine <strong>di</strong>fferenti, ad es. stu<strong>di</strong> relativi alla morfologia e alle<br />
pertinenze fluviali, ma che nell’ottica <strong>di</strong> un approccio integrato nell’analisi delle<br />
<strong>di</strong>namiche fluviali, pur non fornendo in<strong>di</strong>cazioni in senso stretto sull’allagabilità del<br />
territorio sono stati impiegati per valutare altri aspetti, quali la delimitazione dell’area<br />
fluviale. In <strong>di</strong>versi casi, durante l’attività <strong>di</strong> aggiornamento del progetto <strong>di</strong> Piano<br />
(principalmente a seguito dell’applicazione dell’art. 6 delle NTA) ci si è avvalsi degli<br />
esiti <strong>di</strong> tali stu<strong>di</strong> nella valutazione delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> pericolosità e nella definizione<br />
dell’area fluviale così come riportato al paragrafo 4.1. Le nuove conoscenze, con<br />
particolare riferimento alle aree allagabili risultanti dalla modellazione idro<strong>di</strong>namica<br />
bi<strong>di</strong>mensionale, laddove non siano già state ricompresse nelle aree a pericolosità<br />
idraulica sono state rappresentate come zone <strong>di</strong> attenzione esattamente così come<br />
in<strong>di</strong>cate nei vari stu<strong>di</strong> (in<strong>di</strong>pendentemente dal valore della lama d’acqua risultante da<br />
modello).<br />
3. Piani Territoriali <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinciale: un ulteriore elemento conoscitivo<br />
inerente il <strong>di</strong>ssesto idraulico e geologico (in forma areale e puntuale) è fornito<br />
dall’attività <strong>di</strong> raccolta dati svolta dalle Amministrazioni Provinciali nell’ambito <strong>dei</strong><br />
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