12.06.2013 Views

RELAZIONE TECNICA - Autorità di Bacino dei fiumi dell'Alto Adriatico

RELAZIONE TECNICA - Autorità di Bacino dei fiumi dell'Alto Adriatico

RELAZIONE TECNICA - Autorità di Bacino dei fiumi dell'Alto Adriatico

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

AUTORITA' DI BACINO DEI FIUMI ISONZO, TAGLIAMENTO, LIVENZA, PIAVE, BRENTA-BACCHIGLIONE<br />

PROGETTO DI PRIMA VARIANTE AL PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO DEL BACINO IDROGRAFICO DEL FIUME LIVENZA<br />

Per le ragioni sopra sinteticamente richiamate il Progetto <strong>di</strong> Piano aveva deliberatamente<br />

omesso l’in<strong>di</strong>viduazione delle aree a rischio idraulico e delle aree a rischio geologico, ad<br />

eccezione <strong>di</strong> alcuni <strong>di</strong>ssesti ricadenti nei Comuni della Regione Autonoma Friuli Venezia<br />

Giulia; per questi ultimi, infatti, accanto alla pericolosità geologica in<strong>di</strong>viduata in termini<br />

areali, vi è anche l’in<strong>di</strong>viduazione, riferita a singoli oggetti cartografici, del rischio geologico.<br />

Va tenuto presente che le valutazioni effettuate nei casi sopracitati, per l’in<strong>di</strong>viduazione degli<br />

elementi a rischio e per la loro classificazione, possono essere affette da alcune imprecisioni.<br />

L’applicazione dell’algoritmo richiamato all’inizio del paragrafo è infatti <strong>di</strong> natura complessa e<br />

si presta, in molti suoi aspetti, a forme più o meno ampie <strong>di</strong> intrepretazione. Ciononostante<br />

tali rappresentazioni costituiscono senz’altro un valore aggiunto nella trattazione del Piano.<br />

I sopraccitati elementi a rischio, sono stati classificati già nella fase <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sposizione del<br />

progetto <strong>di</strong> piano, assumendo il criterio spe<strong>di</strong>tivo e nel contempo prudenziale <strong>di</strong> valutare<br />

massima (valore pari a 1) la vulnerabilità degli elementi a rischio, pertanto nella maggioranza<br />

<strong>dei</strong> casi la classe <strong>di</strong> rischio degli elementi rispecchia la classe <strong>di</strong> pericolosità dell'area. In<br />

alcuni limitati casi, dove sono state sensibilmente migliorate le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vulnerabilità<br />

degli elementi a rischio, come ad esempio a seguito <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> stabilizzazione<br />

dell'infrastruttura stradale è stata attribuita la classe <strong>di</strong> rischio imme<strong>di</strong>atamente inferiore. In<br />

questi casi le norme <strong>di</strong> attuazione prevedono il vincolo associato alla classe <strong>di</strong> rischio<br />

attribuita agli elementi prevalga sulla classe <strong>di</strong> pericolosità dell'area, ma limitatamente agli<br />

elementi a rischio in<strong>di</strong>viduati.<br />

Il progetto aveva quin<strong>di</strong> previsto che la fase <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduazione e perimetrazione del rischio<br />

dovesse avvenire contestualmente alla fase istruttoria del Progetto <strong>di</strong> piano, ed in particolare<br />

in occasione delle previste Conferenze programmatiche sulla base <strong>di</strong> precisi criteri ed<br />

in<strong>di</strong>rizzi forniti dal Piano.<br />

Va invece rilevato che il lavoro delle Conferenze programmatiche <strong>di</strong> entrambe le regioni<br />

interessate (Veneto e Friuli Venezia Giulia) non ha condotto alla identificazione, per i<br />

rispettivi territori, delle perimetrazioni delle aree a rischio e della relativa classificazione.<br />

Sono state però maturate nel merito alcune valutazioni e considerazioni, che definiscono gli<br />

in<strong>di</strong>rizzi metodologici <strong>di</strong> riferimento per il riconoscimento e la classificazione degli elementi a<br />

rischio e che si possono così riassumere:<br />

- il rischio è dato dal prodotto <strong>di</strong> tre fattori, la pericolosità, la vulnerabilità ed il valore <strong>dei</strong><br />

beni esposti; risulta dunque dall’interazione <strong>di</strong> due elementi: il primo, dato dalla<br />

probabilità <strong>di</strong> acca<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> un evento calamitoso; il secondo dal danno potenziale,<br />

inteso come combinazione tra il valore dell’elemento a rischio e la sua vulnerabilità. In<br />

tale contesto appare molto <strong>di</strong>fficile in<strong>di</strong>viduare in maniera analitica ed in<strong>di</strong>pendente i<br />

parametri <strong>di</strong> valore <strong>dei</strong> beni e <strong>di</strong> vulnerabilità e pare dunque opportuno considerare un<br />

unico parametro aggregato che li ricomprenda entrambi.<br />

- quando le aree vulnerabili sono molto estese e fortemente antropizzate, come avviene<br />

ad esempio nelle aree inondabili <strong>di</strong> pianura, la costruzione <strong>di</strong> un catalogo dettagliato<br />

degli elementi a rischio ed una valutazione del loro valore e della loro vulnerabilità, sia<br />

pure in maniera approssimata, possono risultare operazioni eccessivamente complesse<br />

e onerose. Tale valutazione trova ulteriore motivo nella considerazione che la principale<br />

funzione delle aree a rischio è quella <strong>di</strong> dare una in<strong>di</strong>cazione sulle priorità <strong>di</strong> intervento.<br />

- risulta pertanto opportuno procedere ad una analisi semplificata, realizzando una<br />

classificazione schematica delle aree vulnerabili in base alle caratteristiche essenziali <strong>di</strong><br />

46

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!