12.06.2013 Views

Soluzione prova di Matematica - Scuola Galileiana di Studi Superiori

Soluzione prova di Matematica - Scuola Galileiana di Studi Superiori

Soluzione prova di Matematica - Scuola Galileiana di Studi Superiori

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Risoluzione. (Esercizio 1) Sia u la velocità <strong>di</strong> Lancillotto (in pie<strong>di</strong>/secondo, ad esempio), v quella <strong>di</strong><br />

Parsifal. Si ha una prima relazione a/v = (ℓ −a)/u, uguagliando i tempi intercorsi tra l’inizio ed il primo<br />

scontro, ed una seconda un poco più complicata, uguagliando i tempi tra il primo ed il secondo scontro:<br />

ℓ − a b<br />

+<br />

v v<br />

sono note a e b e l’incognita è ℓ. Si ricava subito<br />

a ℓ − b<br />

= +<br />

u u ;<br />

au = ℓ v − av; ℓ u − (a − b)u = ℓ v + (a − b)v;<br />

<strong>di</strong>videndo per v entrambe le equazioni, e posto r = u/v si ottiene<br />

ℓ = a(1 + r); ℓ(r − 1) = (a − b)(1 + r);<br />

Sostituendo nella seconda il valore ℓ/a che si ricava dalla prima per 1 + r si ottiene<br />

da cui<br />

ℓ(r − 1) = (a − b) ℓ<br />

a<br />

⇐⇒ r − 1 = 1 − b<br />

a<br />

⇐⇒ r = 2 − b<br />

a ,<br />

<br />

ℓ = a(1 + r) = a 3 − b<br />

<br />

= 3a − b = (3 · 720 − 400)pie<strong>di</strong> = 1760pie<strong>di</strong>.<br />

a<br />

Risoluzione. (Esercizio 2) (i) Le <strong>di</strong>rezioni non trasverse sono quelle delle rette che passano per almeno<br />

due punti <strong>di</strong>stinti <strong>di</strong> S, e quin<strong>di</strong> sono un insieme finito, <strong>di</strong> al più n<br />

2 punti, se n è il numero dei punti <strong>di</strong><br />

S.<br />

(ii) Presa una retta L ortogonale ad una <strong>di</strong>rezione trasversa D, la proiezione ortogonale <strong>di</strong> S su L è<br />

iniettiva, per definizione <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione trasversa. Orientando tale retta, ed elencando i punti della proiezione<br />

in or<strong>di</strong>ne crescente x1 < · · · < xn, dato che n = 2k è per ipotesi pari, ogni retta Y della <strong>di</strong>rezione D<br />

passante per un punto fra xk ed xk+1 verifica chiaramente quanto voluto.<br />

(iii) L’insieme delle <strong>di</strong>rezioni che sono non trasverse, o la cui <strong>di</strong>rezione ortogonale è non trasversa è<br />

chiaramente finito (con al più 2 n<br />

2 elementi). Presa una coppia <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezioni ortogonali entrambe trasverse<br />

si ottiene una retta Y come sopra, che lascia ugual numero <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> S nei due semipiani; si sposta<br />

poi la retta L parallelamente a se stessa in modo da avere una retta X che pure lascia dalle due parti<br />

un ugual numero <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> S. Le rette X ed Y così ottenute sono assi per un sistema <strong>di</strong> riferimento;<br />

detto aj il numero <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> S nel j−esimo quadrante si ha k = n/2 = a1 + a4 = a2 + a3 ed anche<br />

k = n/2 = a1 + a2 = a3 + a4, da cui naturalmente a1 = a3 ed a2 = a4. <br />

Risoluzione. (Esercizio 3) In qualche modo si sa che la somma è la me<strong>di</strong>a aritmetica (a1 + an)/2 tra il<br />

primo e l’ultimo moltiplicata per il numero dei termini, e quin<strong>di</strong> è n(a1 + an)/2; si veda alla fine.<br />

Se m = 2k − 1 è il k−esimo numero <strong>di</strong>spari la somma degli n numeri <strong>di</strong>spari m, . . .,m + 2(n − 1) è<br />

quin<strong>di</strong><br />

m + m + 2(n − 1)<br />

n = n (m + n − 1) = n (2k − 2 + n).<br />

2<br />

Imponendo l’uguaglianza <strong>di</strong> questo con np si trova l’equazione nell’incognita k<br />

n p−1 = 2k − 2 + n;<br />

con unica soluzione razionale k = (2 − n + n p−1 )/2; occorre vedere che k è intero positivo; la positività è<br />

ovvia, resta solo da vedere che 2 − n +n p−1 è pari, che è imme<strong>di</strong>ato, dato che 2 è pari e n p−1 ed n hanno<br />

la stessa parità (p − 1 ≥ 1).<br />

Mostriamo ora che a1 + · · · + an = n (a1 + an)/2 se gli ak sono in progressione aritmetica. un modo<br />

per vederlo può essere quello attribuito a Gauss studente <strong>di</strong> scuola elementare: si accoppiano il primo e<br />

l’ultimo termine, il secondo ed il penultimo, e così via, osservando che le somme <strong>di</strong> queste coppie sono<br />

fra loro uguali, tutte uguali ad a1 + an; se n = 2k è pari ci sono k coppie, con somma k(a1 + an), se<br />

n = 2k + 1 è <strong>di</strong>spari si hanno k coppie ed in più il termine ak+1 = (a1 + an)/2, per cui la somma viene<br />

k(a1 + an) + (a1 + an)/2 = (k + 1/2)(a1 + an), in ogni caso (n/2)(a1 + an). <br />

Risoluzione. (Esercizio 4) Deve essere p(n + 1) − p(n) = (n + 1) 3 per ogni intero positivo, e quin<strong>di</strong><br />

p(x + 1) − p(x) = (x + 1) 3 per ogni x reale. Si ha ora<br />

p(x + 1) − p(x) =a4((x + 1) 4 − x 4 ) + a3((x + 1) 3 − x 3 ) + a2((x + 1) 2 − x 2 ) + a1((x + 1) − x) =<br />

a4(4x 3 + 6x 2 + 4x + 1) + a3(3x 2 + 3x + 1) + a2(2x + 1) + a1 =<br />

1


2<br />

4a4x 3 + (6a4 + 3a3)x 2 + (4a4 + 3a3 + 2a2)x + (a4 + a3 + a2 + a1).<br />

Tale polinomio deve coincidere con il polinomio (x + 1) 3 = x 3 + 3x 2 + 3x + 1 e quin<strong>di</strong>, per il principio <strong>di</strong><br />

identità si ha<br />

4a4 = 1, 6a4 + 3a3 = 3, 4a4 + 3a3 + 2a2 = 3, a4 + a3 + a2 + a1 = 1,<br />

sistema lineare <strong>di</strong> imme<strong>di</strong>ata risoluzione (unica):<br />

a4 = 1<br />

4 , a3 = 1<br />

2 , a2 = 1<br />

4 , a1 = 0.<br />

Si ha quin<strong>di</strong> p(x) = x 4 /4 + x 3 /2 + x 2 /4 + a0; la con<strong>di</strong>zione p(1) = 1 porge a0 = 0, per cui il polinomio<br />

richiesto è<br />

p(x) = x4 x3 x2 x2<br />

+ + =<br />

4 2 4 4 (x + 1)2 .<br />

Naturalmente il polinomio p(x+1)−p(x) si esprimeva anche con la formula <strong>di</strong> Taylor, senza sviluppare<br />

le potenze:<br />

p(x + 1) − p(x) = p ′ (x)1 + p′′ (x)<br />

1 +<br />

2<br />

p′′′ (x)<br />

1,<br />

6<br />

cioè<br />

p(x + 1) − p(x) = (a1 + 2a2x + 3a3x 2 + 4a4x 3 ) + 2a2 + 6a3x + 12a4x2 +<br />

2<br />

6a3 + 24a4x<br />

,<br />

6<br />

<br />

Risoluzione. (Esercizio 5) (i) f ◦ pa(x) = 2xa e pa ◦ f(x) = (2x ) a = 2ax . (ii)xab (iii) L’ipotesi <strong>di</strong>ce che f(xa ) = (f(x)) a per ogni x > 0 e per ogni a. Fissato x > 0 si prende in questa<br />

formula 2 in luogo <strong>di</strong> x e log2 x in luogo <strong>di</strong> a ottenendo:<br />

Se f(2) = 2 b con b = log 2 f(2) si ha<br />

per ogni x > 0.<br />

f(x) = f(2 log 2 x ) = (f(2)) log 2 x per ogni x > 0.<br />

f(x) = (2 b ) log 2 x = 2 blog 2 x = 2 log 2 (xb ) = x b = pb(x),<br />

Risoluzione. (Esercizio 6) Si ha f(x, y) = (x, y) se e solo se x MCD(x, y) = x, e cioè se e solo se<br />

MCD(x, y) = 1, in altre parole x ed y sono primi fra loro. Iniettività: la seconda componente è tenuta<br />

ferma da f, e quin<strong>di</strong> si deve <strong>prova</strong>re che se x1, x2, y sono interi non minori <strong>di</strong> 2 tali che<br />

x1 MCD(x1, y) = x2 MCD(x2, y)<br />

allora x1 = x2. Infatti, se fosse x1 > x2 allora esisterebbe un primo p tale che p compare con esponente<br />

a > 0 nella fattorizzazione <strong>di</strong> x1, con esponente b, dove 0 ≤ b < a, nella fattorizzazione <strong>di</strong> x2. Supponiamo<br />

che p compaia in y con esponente c ≥ 0. Allora l’esponente <strong>di</strong> p nella fattorizzazione <strong>di</strong> x1 MCD(x1, y)<br />

è a + min{a, c}, mentre nella fattorizzazione <strong>di</strong> x2 MCD(x2, y) è b + min{b, c} < a + min{a, c}, avendosi<br />

min{b, c} ≤ min{a, c}, ma b < a. L’unicità della fattorizzazione <strong>di</strong>ce che allora x1 MCD(x1, y) =<br />

x2 MCD(x2, y).<br />

Infine è chiaro che f non è suriettiva: dato un primo p, la coppia (p, p) non è nell’immagine <strong>di</strong> f; infatti<br />

MCD(x, p) vale 1 oppure p; nel primo caso quin<strong>di</strong> x non è <strong>di</strong>visibile per p, quin<strong>di</strong> x MCD(x, p) = x = p;<br />

nel secondo x MCD(x, p) è <strong>di</strong>visibile per p 2 , e non può essere p. <br />

Risoluzione. (Esercizio 7) Esiste una sola n−pla <strong>di</strong> sole teste ed una sola n−pla <strong>di</strong> sole croci; le n−ple sono<br />

2 n , quin<strong>di</strong> sono 2 n −2 le n−ple in cui c’è sia testa che croce, e la probabilità è (2 n − 2)/2 n = 1 − 1/2 n−1 .<br />

Le n−ple con esattamente una testa sono n (una sola in cui testa appare esattamente al k−esimo posto),<br />

e c’è la n−pla con solo croci, quin<strong>di</strong> in tutto 1 + n con probabilità 1/2 n + n/2 n . Dire che i due eventi si<br />

verificano insieme vuol <strong>di</strong>re che testa compare esattamente una volta, evento che come sopra osservato<br />

ha probabilità n/2 n . L’in<strong>di</strong>pendenza si ha se e solo se<br />

n<br />

=<br />

2n <br />

1 − 1<br />

2 n−1<br />

insomma se e solo se<br />

1 + n<br />

2 n ⇐⇒ 2n n = (2 n − 2)(1 + n) ⇐⇒ 2 n n = (n + 1)2 n − 2 − 2n,<br />

2 n = 2 + 2n,<br />

verificata se n = 3, e solo per esso (per n = 4 si ha 16 > 2 + 2 · 4 = 10; ammesso che sia 2 k > 2 + 2k con<br />

k ≥ 4 si ha 2 k+1 = 2 2 k > 2(2 + 2k) = 4 + 4k > 2 + 2k + 2k > 2 + 2k + 2 = 2 + 2(k + 1)).


Risoluzione. (Esercizio 8) Riteniamo che la lattina si raddrizzi se l’angolo formato dalla base con il piano<br />

orizzontale permette alla verticale per il baricentro <strong>di</strong> cadere entro la proiezione della base stessa sul<br />

piano orizzontale; è una supposizione ragionevole, almeno per basi non troppo strette. L’angolo α <strong>di</strong> cui<br />

si parla è anche l’angolo fra la verticale e l’asse del cilindro, asse su cui è il baricentro della lattina, a<br />

<strong>di</strong>stanza h/2 dalla base. La base si proietta in un’ellisse <strong>di</strong> semiasse maggiore r cosα, e sulla semiretta <strong>di</strong><br />

questo semiasse è la proiezione del baricentro della lattina, a <strong>di</strong>stanza (h/2)sinα dal centro dell’ellisse.<br />

La lattina si raddrizza se si ha (h/2)sinα ≤ r cosα, equivalentemente<br />

tan α ≤ 2r<br />

⇐⇒ α ≤ arctan(2r/h).<br />

h<br />

La probabilità che una lattina si raddrizzi è, sperimentalmente, maggiore o uguale a 2/3. Tale probabilità<br />

si stima in modo teorico, per quanto appena visto, come arctan(2r/h)/(π/2). Si ha insomma<br />

arctan(2r/h)<br />

≥<br />

π/2<br />

2<br />

π 2r<br />

⇐⇒ arctan(2r/h) ≥ ⇐⇒<br />

3 3 h ≥ √ 3 ⇐⇒ r<br />

h ≥<br />

√<br />

3<br />

2 .<br />

α<br />

(ξ, 0)<br />

(a, b)<br />

Figura 1. Raggio che si chiude.<br />

Risoluzione. (Esercizio 9) Si intuisce che dovrà essere 0 < ξ < a (il caso ξ ≥ a porta il raggio sempre più<br />

lontano). La pendenza della retta che congiunge (a, b) con (ξ, 0) è b/(a − ξ); il raggio si riflette in (ξ, 0)<br />

lungo la retta simmetrica <strong>di</strong> questa rispetto all’asse delle ascisse, retta con coefficiente angolare opposto<br />

del precedente e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> equazione<br />

y = −b<br />

(x − ξ);<br />

a − ξ<br />

tale retta incontra y = mx in (¯x, m¯x), dove ¯x è la soluzione <strong>di</strong><br />

mx = −b<br />

(x − ξ) cioè ¯x =<br />

a − ξ<br />

bξ<br />

m(a − ξ) + b .<br />

La simmetrica rispetto alla retta y = mx <strong>di</strong> una retta <strong>di</strong> pendenza t ha pendenza<br />

t ′ = 2m − (1 − m2 )t<br />

(1 − m 2 ) + 2mt ;<br />

(ve<strong>di</strong> dopo); sostituendo in tale formula t = −b/(a − ξ) si ottiene<br />

t ′ = 2m(a − ξ) + (1 − m2 )b<br />

(1 − m 2 )(a − ξ) − 2mb .<br />

ne segue che dopo la seconda riflessione il raggio sta sulla retta <strong>di</strong> equazione<br />

y −<br />

m bξ<br />

m(a − ξ) + b = 2m(a − ξ) + (1 − m2 )b<br />

(1 − m 2 )(a − ξ) − 2mb<br />

<br />

a −<br />

imponendo il passaggio per (a, b) troviamo un’equazione da cui ricavare ξ:<br />

bξ<br />

m(a − ξ) + b<br />

((1 − m 2 )(a − ξ) − 2mb)(b(m(a − ξ) + b) − m b ξ) = (2m(a − ξ) + (1 − m 2 )b)(a(m(a − ξ) + b) − b ξ).<br />

Scriviamo tutto in termini <strong>di</strong> t = a−ξ: il termine b(m(a−ξ)+b)−m b ξ) si riscrive bmt+b 2 +mbt−mba =<br />

2mbt + b(b − ma) mentre (a(m(a − ξ) + b) − b ξ) = amt + ab + bt − ba = t(am + b); l’equazione <strong>di</strong>venta<br />

((1 − m 2 )t − 2mb)b(2mt + b − ma) = (2mt + (1 − m 2 )b)t(am + b);<br />

<br />

,<br />

3


4<br />

portando tutto a secondo membro e or<strong>di</strong>nando con le potenze <strong>di</strong> t 2 si ottiene<br />

(2m(am + b) −2mb(1 − m 2 ))t 2 + ((1 − m 2 )b(am + b)+4m 2 b 2 − b(1 − m 2 )(b − ma))t +2mb 2 (b −ma) = 0;<br />

il coefficiente <strong>di</strong> t si semplifica in 2bm(a(1 − m 2 ) + 2bm), quello <strong>di</strong> t 2 in 2m 2 (b + am) e l’equazione<br />

<strong>di</strong>venta:<br />

m(bm + a)t 2 + b(a(1 − m 2 ) + 2bm)t + b 2 (b − ma) = 0;<br />

Il <strong>di</strong>scriminante è (omettendo alcuni calcoli!)<br />

b 2 (a − am 2 + 2bm) 2 − 4m(bm + a)b 2 (b − ma) =<br />

b 2 (a 2 + a 2 m 2 + 4b 2 m 2 − 2a 2 m 2 + 4abm − 4abm 3 ) − 4mb 2 (b 2 m − m 2 ab + ab − ma 2 ) = . . .<br />

a 2 b 2 + 2a 2 b 2 m 2 + a 2 b 2 m 4 = (ab) 2 (1 + m 2 ) 2 ,<br />

e le ra<strong>di</strong>ci sono quin<strong>di</strong><br />

t = −b(a − am2 + 2bm) ± ab(1 + m2 )<br />

2m(bm + a)<br />

con il segno + si ha<br />

t = a − ξ = abm2 − 2b2m + abm2 am − b<br />

= b<br />

2m(bm + a) bm + a ,<br />

e si noti cha b < am, quin<strong>di</strong> la soluzione è positiva. Con il segno − si ottiene<br />

t = a − ξ = −ba + bam2 − 2b 2 m − ab − abm 2<br />

2m(bm + a)<br />

= − b<br />

m<br />

negativa e quin<strong>di</strong> non accettabile dovendo essere a−ξ > 0 (del resto, a−ξ = −b/m porge m(a−ξ)+b = 0;<br />

questa soluzione è stata aggiunta eliminando i denominatori sopra). Resta quin<strong>di</strong> solo la soluzione<br />

che è unica; da qui si ottiene<br />

t = a − ξ =<br />

b(ma − b)<br />

bm + a ,<br />

b(ma − b)<br />

ξ = a −<br />

bm + a = abm + a2 − bma + b2 =<br />

bm + a<br />

a2 + b2 mb + a<br />

(m = tanα).<br />

Resta da <strong>di</strong>mostrare l’asserzione fatta sulla pendenza della simmetrica <strong>di</strong> y = tx rispetto ad y = mx.<br />

Preso un punto (x, y) non sulla retta y = mx, il suo simmetrico (x ′ , y ′ ) rispetto a tale retta si trova<br />

imponendo che ((x + x ′ )/2, (y + y ′ )/2) stia su y = mx, cioè sia (y + y ′ )/2 = m(x + x ′ )/2 ed il segmento<br />

che ha (x, y) ed (x ′ , y ′ ) come estremi sia ortogonale ad y = mx: cioè (y ′ − y)/(x ′ − x))m + 1 = 0; si ha il<br />

sistema<br />

−mx ′ + y ′ = mx − y; x ′ + my ′ = x + my da cui x ′ = (1 − m2 )x + 2my<br />

1 + m 2<br />

; y ′ = 2mx − (1 − m2 )y<br />

1 + m2 ,<br />

coor<strong>di</strong>nate del punto simmetrico <strong>di</strong> (x, y) rispetto alla retta <strong>di</strong> equazione y = mx. Se pren<strong>di</strong>amo il punto<br />

(x, y) sulla retta y = tx, ad esempio (1, t), la retta simmetrica ha pendenza<br />

y ′<br />

x ′ = 2m − (1 − m2 )t<br />

(1 − m 2 ) + 2mt ,<br />

come sopra asserito.<br />

<strong>Soluzione</strong> alternativa Una soluzione assai più rapida ed elegante si ha nel modo seguente: pren<strong>di</strong>amo<br />

il simmetrico della sorgente rispetto allo specchio i base, e cioè (a, −b), ed il simmetrico anche rispetto<br />

all’altro specchio, che è come sopra visto il punto <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nate<br />

(1 − m2 )a + 2mb<br />

1 + m2 ;<br />

2ma − (1 − m2 )b<br />

1 + m2 ;<br />

se pren<strong>di</strong>amo la retta congiungente questi due punti, l’intersezione (ξ, 0) <strong>di</strong> essa con l’asse delle ascisse<br />

fornisce il punto cercato. La retta ha equazione<br />

cioè<br />

y + b<br />

(2ma − (1 − m2 )b)/(1 + m2 ) + b =<br />

x − a<br />

((1 − m2 )a + 2mb)/(1 + m2 ) − a ,<br />

y + b x − a<br />

=<br />

a + mb b − ma ,


da cui, posto y = 0:<br />

b − ma<br />

ξ = a + b<br />

a + mb = a2 + mba + b2 − mba<br />

=<br />

a + mb<br />

a2 + b2 a + mb .<br />

Risoluzione. (Esercizio 10) Se [x] in<strong>di</strong>ca la parte intera <strong>di</strong> x ed f(x) = log x, dalla crescenza del logaritmo<br />

e dalle <strong>di</strong>suguaglianze [x] ≤ x ≤ [x] + 1 si ha f[x] ≤ f(x) ≤ f([x] + 1) per ogni x ≥ 1, con <strong>di</strong>suguaglianze<br />

strette se x non è intero, e quin<strong>di</strong>, per ogni intero n ≥ 2:<br />

n x n<br />

f([x])dx < f(x)dx < f([x] + 1)dx;<br />

è ovvio che il primo integrale è n−1 n<br />

quin<strong>di</strong><br />

1<br />

1<br />

1<br />

k=1 log k mentre l’ultimo è n k=2<br />

log xdx = [xlog x] n 1 −<br />

n−1 <br />

log k < n log n − n + 1 <<br />

k=1<br />

1<br />

log k e quello centrale è<br />

n<br />

dx = n log n − (n − 1);<br />

1<br />

n<br />

log k;<br />

l’ultima somma scritta coincide con log n!, la prima è log n! − log n; è ovvio che da a < c < b segue<br />

0 < b − c < b − a, e quin<strong>di</strong> le <strong>di</strong>suguglianze richieste sono <strong>prova</strong>te.<br />

Prendendo l’esponenziale delle <strong>di</strong>suguaglianze date si ha<br />

che si riscrive<br />

1 < e log(n!)−(n log n−n+1) log n<br />

< e<br />

k=2<br />

cioè 1 <<br />

1 < en−1 n!<br />

< n da cui 1 < e1−1/n<br />

nn n!<br />

enlog n < n,<br />

e−n+1 n√ n!<br />

n < n√ n.<br />

è ben noto che si ha limn→∞ n√ n = limn→∞ e log n/n = e 0 = 1. Per il teorema dei carabinieri il limite<br />

limn→∞ e 1−1/n n √ n!/n esiste e vale 1; e dato che si ha limn→∞ e 1−1/n = e si ottiene infine<br />

lim<br />

n→∞<br />

n√ n!<br />

n<br />

= 1<br />

e .<br />

5

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!