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Relazione del presidente cantonale, ing. Cleto Muttoni Assemblea ...

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<strong>Relazione</strong> <strong>del</strong> <strong>presidente</strong> <strong>cantonale</strong>, <strong>ing</strong>. <strong>Cleto</strong> <strong>Muttoni</strong><br />

<strong>Assemblea</strong> generale ordinaria <strong>del</strong> 16.05.2013 – parte pubblica<br />

signor <strong>presidente</strong> <strong>del</strong> Gran Consiglio, onorevole Alessandro Del Bufalo;<br />

signor Consigliere di Stato, onorevole Manuele Bertoli;<br />

stimato signor Raoul Ghisletta, primo cittadino <strong>del</strong>la Città di Lugano;<br />

stimato direttore <strong>del</strong>la SSIC nazionale, avv. Daniel Lehmann;<br />

stimato dottor Piero Ostellino, già direttore <strong>del</strong> Corriere <strong>del</strong>la Sera;<br />

stimato signor Michele Fazioli, già direttore <strong>del</strong> dipartimento informazione <strong>del</strong>la TSI;<br />

cari amici impresari costruttori,<br />

stimati ospiti,<br />

gentili signore, egregi signori,<br />

porgo a tutti il più cordiale saluto di benvenuto. Prima di iniziare la mia relazione permettetemi di<br />

esprimere al nostro ormai ex collega Michele Barra le congratulazioni per la carica da poco<br />

assunta e gli auguri per la sua nuova funzione. La SSIC Sezione Ticino si augura di poter contare<br />

in Governo su un interlocutore attento alle soluzioni <strong>del</strong>le problematiche str<strong>ing</strong>enti <strong>del</strong> settore <strong>del</strong>la<br />

costruzione. Buon lavoro onorevole Barra.<br />

Situazione congiunturale e prospettive<br />

I dati che le diverse statistiche ci forniscono sono ancora una volta rassicuranti:<br />

- Riserve di lavoro: a fine anno secondo il rilevamento <strong>del</strong>l’Istituto KOF <strong>del</strong> Politecnico di Zurigo,<br />

ammontavano a 5.3 mesi nell’edilizia e 6.6 mesi nel genio civile, maggiori di quelle registrate a<br />

fine 2011. Questi valori sono confermati dai nostri rilevamenti interni che fanno segnare un<br />

volume in riserva di ca. 686 Mio, 373 nel genio civile e 313 nell’edilizia.<br />

- Domande di costruzione: anche in questo caso, forse sotto l’effetto <strong>del</strong> blocco <strong>del</strong>le residenze<br />

secondarie a partire dal 1° gennaio 2013, si registra a fine 2012 un aumento di domande<br />

rispetto all’anno precedente: 3'659 domande per un valore di 2'778 milioni di franchi contro i<br />

2'618 <strong>del</strong> 2011, con un aumento pari a 160 milioni.<br />

- Entrate di ordinazioni: fanno invece registrare un calo negli ultimi due trimestri ma si<br />

mantengono comunque nella media dei 4 anni precedenti.<br />

Quest’ultimo segnale è però stato sufficiente per creare qualche nervosismo di troppo e subito si è<br />

scatenata una specie di caccia alla commessa così che a risentirne ancora una volta sono i profitti,<br />

che si assottigliano sempre di più a causa <strong>del</strong>l’inevitabile abbassamento dei prezzi.<br />

Oltre a questo fenomeno, anche se per il settore principale è meno accentuato rispetto<br />

all’artigianato, registriamo purtroppo un continuo aumento dei lavoratori distaccati e indipendenti<br />

che entrano in Ticino e provocano una concorrenza che non ho difficoltà a definire sleale nella<br />

gran parte, se non nella totalità dei casi.<br />

Proprio per questo motivo la nostra associazione aveva preso contatto a suo tempo con due<br />

membri <strong>del</strong> Gran Consiglio, gli onorevoli Barra e Pagnamenta, dirigenti d’impresa, per segnalare la<br />

situazione e chiedere al Consiglio di Stato, per il tramite di un’interrogazione, di valutare possibili<br />

misure da adottare con urgenza.<br />

Vediamo le cifre presentate alla recente <strong>Assemblea</strong> generale <strong>del</strong>l’Associazione interprofessionale<br />

di controllo (AIC) per il 2012: lavoratori distaccati, 15'653 e lavoratori indipendenti 7'472, per un<br />

totale di 23‘125.<br />

Le previsioni 2013 stimate in base ai dati di fine aprile portano a ben 25'956 distaccati e 12’1365<br />

indipendenti per un totale pari a 38'121 unità.<br />

L’aumento presumibile è quindi pari a 14’996 unità, corrispondente al 64.8% in un anno!<br />

<strong>Relazione</strong> <strong>presidente</strong> AGO 2013 1/6


Considerando che l’accordo sulla libera circolazione <strong>del</strong>le persone, rispettivamente le misure<br />

fiancheggiatrici, prevedono che<br />

- i lavoratori distaccati nei settori coperti da un contratto collettivo, e l’edilizia lo è, devono<br />

rispettare i salari minimi in essi contenuti<br />

- visto come gli oneri a carico dei datori di lavoro con sede in Italia sono molto superiori a quelli<br />

svizzeri<br />

nessuno capisce come queste ditte estere possano essere concorrenziali, e in maniera<br />

decisamente importante, nei confronti <strong>del</strong>le aziende ticinesi. La matematica ci indica che semmai<br />

dovrebbe essere il contrario! Il dubbio, che ormai s’é fatto certezza, è che i salari minimi non<br />

sono rispettati, praticamente da nessuna ditta estera.<br />

Dal grafico si evince chiaramente che un muratore dipendente di un’impresa svizzera costa alla<br />

stessa ca. 50.- Fr./h mentre quello dipendente di una ditta italiana che lavora in Italia ca. 33. Fr./h.<br />

Il lavoratore distaccato da un’impresa italiana in Svizzera costerebbe alla stessa ca. 66.- Fr./h, e<br />

non potrebbe quindi essere concorrenziale. La conclusione è dunque quella che ho citato poc’anzi.<br />

L’AIC effettua sì molti controlli e parecchi lavoratori o ditte vengono sanzionati, tuttavia questi<br />

controlli verificano solamente che ai lavoratori distaccati vengano versati i salari minimi previsti dai<br />

diversi CCL. Sui conteggi di salario figurano di fatto questi salari ma a non corrispondere al<br />

vero sono le ore prestate!<br />

Come ben spiegato nell’interrogazione parlamentare poc’anzi menzionata, calcolando che il salario<br />

minimo previsto dai CCL svizzeri corrisponde a circa il doppio <strong>del</strong> salario percepito in Italia, se sul<br />

listino paga vengono indicate la metà <strong>del</strong>le ore effettivamente prestate (ad esempio 20 ore invece<br />

di 40 settimanali), il gioco è fatto ed è il seguente:<br />

- il controllo <strong>del</strong>le ore è praticamente impossibile da effettuare. Richiederebbe un ispettore fisso<br />

per una settimana sul cantiere!<br />

- si dimostra nero su bianco che al lavoratore viene corrisposto il salario minimo;<br />

- l’operaio distaccato percepisce il medesimo salario come se avesse lavorato in Italia;<br />

- il datore di lavoro italiano probabilmente non si sente nemmeno tanto fuori posto, poiché<br />

corrisponde al suo dipendente il salario usuale!<br />

Ad essere beffate sono le aziende e l’economia ticinesi. Esse subiscono una concorrenza<br />

sleale e insostenibile, che porterà all’aumento dei licenziamenti se non a fallimenti o a chiusure di<br />

imprese.<br />

Questa è la nostra grande preoccupazione che abbiamo voluto trasmettere al Consiglio di<br />

Stato. Speriamo di trovare tutti assieme soluzioni efficaci e applicabili, prima che sia troppo tardi.<br />

A dire il vero noi, con i sindacati ticinesi, avevamo individuato una soluzione che ancor oggi ritengo<br />

la migliore possibile. Purtroppo i sindacati, davanti alla circostanza spiacevole di dover ammettere<br />

pubblicamente di aver protestato in piazza senza motivi validi, hanno scelto un’altra via, questa.<br />

Sto parlando <strong>del</strong>la responsabilità solidale.<br />

Brevemente la cronistoria: il 3 dicembre 2011 i sindacati organizzano una manifestazione a<br />

Bellinzona per chiedere a gran voce l’introduzione <strong>del</strong>la responsabilità solidale quale strumento per<br />

bloccare quello che a loro dire è il dilagare dei subappalti selvaggi. La SSIC non condivide questa<br />

impostazione poiché la ritiene burocratica e non adeguata a risolvere seriamente la problematica.<br />

Visto il vuoto contrattuale a livello nazionale, le parti ticinesi decidono, con l’accordo <strong>del</strong> 3 febbraio<br />

2012, di prolungare il Contratto collettivo di lavoro <strong>cantonale</strong> (CCL) con una clausola che prevede<br />

la costituzione di un gruppo di lavoro incaricato di formulare una proposta di modifica <strong>del</strong>l’art. 16<br />

<strong>del</strong> CCL (Lavoro in subappalto) per renderlo più incisivo e permettere così di sanzionare in<br />

maniera adeguata non solo i subappaltatori che infrangono i dispositivi contrattuali ma, in caso di<br />

gravi inadempienze, anche le ditte appaltatrici.<br />

Il gruppo di lavoro, con il supporto di un legale, si china sulla problematica e nel corso <strong>del</strong>l’estate<br />

2012 presenta alle parti contraenti cantonali una intelligente proposta di modifica <strong>del</strong>l’articolo 16.<br />

Inoltre propone un articolo che introduce l’obbligo, per tutte le ditte <strong>del</strong> settore principale operanti in<br />

Ticino, di versare una cauzione a garanzia <strong>del</strong> rispetto <strong>del</strong> CCL. Per diventare operativa questa<br />

disposizione deve evidentemente essere dichiarata di obbligatorietà generale dal Consiglio di<br />

Stato.<br />

<strong>Relazione</strong> <strong>presidente</strong> AGO 2013 2/6


Le parti contraenti sono convocate il 27 settembre 2012 per sottoscrivere il contratto. Due giorni<br />

prima però il Consiglio degli Stati a Berna ha votato, a sorpresa e contro la proposta <strong>del</strong>la<br />

propria Commissione economica, a favore <strong>del</strong>l’introduzione di una responsabilità solidale<br />

generale per il settore <strong>del</strong>l’edilizia. Presumendo che il Consiglio nazionale, cosa poi avvenuta, si<br />

sarebbe allineato su questa posizione, i sindacati rifiutano di sottoscrivere il contratto <strong>cantonale</strong> a<br />

cui avevano dato precedentemente l’adesione! Un atto meramente politico, per ammissione<br />

pubblica <strong>del</strong> sindacalista Locatelli in un dibattito televisivo a cui ho partecipato. Sottolineava il<br />

ministro <strong>del</strong>l’Economia Johann Schneider-Ammann in Consiglio degli stati: “Questa misura<br />

corrisponde alla strategia <strong>del</strong> Consiglio federale. In mancanza di ciò, sarà molto difficile convincere<br />

i cittadini di accettare l’estensione <strong>del</strong>l’accordo sulla libera circolazione alla Croazia”.<br />

Come vedete quindi i sindacati ticinesi non hanno rifiutato di firmare per fare gli interessi dei<br />

lavoratori. Ed è un gran peccato perché se quel 27 settembre il CCL fosse stato sottoscritto,<br />

adesso disporremmo di strumenti efficaci per combattere i cosiddetti subappalti selvaggi. Strumenti<br />

quali<br />

- l’obbligatorietà di sottoscrivere un contratto scritto fra imprenditore e subappaltatori<br />

- versamento di un deposito di garanzia.<br />

L’applicazione <strong>del</strong>la decisione parlamentare di introduzione <strong>del</strong>la responsabilità solidale sarà<br />

regolamentata da una speciale ordinanza che attualmente è in elaborazione. La sua entrata in<br />

vigore si presume possa essere il 1° luglio 2013. Almeno fino a quel momento non disporremo<br />

perciò, per volere dei sindacati, degli strumenti auspicati per contrastare certe malversazioni che si<br />

registrano su alcuni cantieri. Inoltre, cosa prevederà questa ordinanza sarà tutto da scoprire.<br />

Attraversamento sicuro <strong>del</strong>le Alpi<br />

È ormai da parecchi anni che si parla <strong>del</strong>la necessità di risanare il tunnel autostradale che<br />

attraversa il San Gottardo, aperto al traffico nel 1980. L’importanza <strong>del</strong> risanamento prevede la<br />

chiusura al traffico durante circa 3 anni. Ciò significa trovare <strong>del</strong>le alternative per permettere<br />

comunque il regolare transito <strong>del</strong>le Alpi.<br />

Le soluzioni possibili sono sostanzialmente due:<br />

- la costruzione di una seconda galleria oppure<br />

- la reintroduzione dei treni navetta fra Airolo e Göschenen per il traffico leggero e fra Biasca e<br />

Erstfeld per il traffico pesante.<br />

Sotto la pressione sia di trovare il finanziamento, sia degli irriducibili sostenitori <strong>del</strong>l’iniziativa <strong>del</strong>le<br />

Alpi che non perdono occasione per disegnare e dip<strong>ing</strong>ere scenari catastrofici in caso di<br />

realizzazione di una seconda canna, il Consiglio federale in un primo tempo aveva scelto quale<br />

soluzione la seconda, ovvero la costruzione di rampe di carico ai portali <strong>del</strong>le due gallerie<br />

ferroviarie <strong>del</strong> San Gottardo, quella esistente e quella di base di AlpTransit.<br />

Dal rapporto <strong>del</strong> Consiglio federale concernente il risanamento <strong>del</strong>la galleria autostradale <strong>del</strong> San<br />

Gottardo <strong>del</strong> 17.12.2010 scaturiva che le autorità federali prevedono sia un rinnovo strutturale sia<br />

l’adeguamento alle norme e alle direttive per garantire una maggiore sicurezza e che la<br />

realizzazione di questi lavori richiederà la chiusura al traffico <strong>del</strong>la galleria per circa 900 giorni.<br />

La SSIC Sezione Ticino, unitamente alle altre associazioni economiche, si è subito attivata per<br />

contrastare con forza la decisione <strong>del</strong> Consiglio federale e ha fra l’altro costituito il Comitato per il<br />

completamento <strong>del</strong> Gottardo.<br />

Ricordo la nostra conferenza stampa <strong>del</strong> 29 marzo 2011 durante la quale presentammo quale<br />

soluzione la costruzione di una seconda galleria a due corsie, da utilizzare in sostituzione<br />

<strong>del</strong>l’attuale durante il suo risanamento, per poi impiegarla con un’unica corsia unitamente<br />

all’esistente. In quell’occasione avevamo anche azzardato <strong>del</strong>le stime che ammontavano a 1.1<br />

miliardi di franchi, in contrapposizione alle cifre <strong>del</strong>l’USTRA che prevedevamo oltre due miliardi,<br />

solo per la nuova galleria.<br />

Il Comitato per il completamento <strong>del</strong> Gottardo ha ripreso la petizione lanciata dai giovani liberali<br />

radicali ticinesi (GLRT), affinché ci si adoperi per evitare l’isolamento <strong>del</strong> Ticino prendendo in<br />

considerazione lo scenario di un secondo tunnel autostradale <strong>del</strong> San Gottardo nel pieno rispetto<br />

<strong>Relazione</strong> <strong>presidente</strong> AGO 2013 3/6


<strong>del</strong> dettato costituzionale. Le oltre ventimila firme raccolte sono state consegnate a Berna il 14<br />

marzo 2012.<br />

Tutte queste iniziative, sostenute dal Governo <strong>cantonale</strong> e dalla grande maggioranza dei deputati<br />

ticinesi a Berna, hanno convinto il Consiglio federale a cambiare opinione e a decidere in maniera<br />

definitiva per la costruzione di un secondo tubo. Ha quindi proposto un approccio estremamente<br />

democratico optando per una modifica di legge, sottoposta a referendum. La stessa è stata messa<br />

in consultazione e entro la scadenza <strong>del</strong> 21 aprile scorso sono rientrate un centinaio di prese di<br />

posizione. L’iter prevede ora l’analisi <strong>del</strong> messaggio da parte <strong>del</strong>le Camere federali, si spera entro<br />

fine anno, e poi la molto probabile votazione popolare, poiché il comitato <strong>del</strong>l’iniziativa <strong>del</strong>le Alpi ha<br />

già da tempo annunciato la raccolta <strong>del</strong>le firme per lanciare il referendum.<br />

Sulla modifica di legge messa in consultazione la SSIC si è espressa favorevolmente con le<br />

seguenti considerazioni:<br />

In ciascuna canna potrà essere in esercizio una sola corsia di marcia.<br />

o Soluzione nel pieno rispetto <strong>del</strong>la volontà popolare;<br />

o che grazie al traffico unidirezionale consentirebbe una viabilità più sicura e<br />

diminuirebbe drasticamente l’eventualità di incidenti gravi (frontali), e<br />

o grazie alla seconda corsia (d’emergenza), agevolerebbe non poco gli interventi di<br />

soccorso.<br />

Qualora sia aperta al traffico soltanto una canna, al suo interno i veicoli potranno circolare in<br />

entrambe le direzioni.<br />

o Soluzione che permetterebbe di effettuare in sicurezza, più semplicemente e con costi<br />

nettamente inferiori tutti i lavori di manutenzione futuri.<br />

Il transito <strong>del</strong> traffico pesante attraverso la galleria autostradale <strong>del</strong> San Gottardo dovrà essere<br />

dosato.<br />

o Soluzione che garantirebbe di non aumentare l’attuale volume <strong>del</strong> traffico di autocarri.<br />

Nella sua presa di posizione la SSIC TI ha inoltre tenuto conto <strong>del</strong> fatto che se non venisse<br />

realizzato il secondo tubo si dovrebbero realizzare, come detto poc’anzi, le rampe di carico.<br />

Queste (Airolo e Biasca) sarebbero sicuramente alla portata <strong>del</strong>le capacità <strong>del</strong>le imprese ticinesi e<br />

creerebbero <strong>del</strong>le ottime opportunità di lavoro per il nostro settore <strong>cantonale</strong>. Tuttavia:<br />

i loro costi totali supererebbero il miliardo di franchi;<br />

la loro superficie devasterebbe il territorio dal profilo ambientale e paesaggistico;<br />

secondo lo scenario proposto esse verrebbero demolite alla fine <strong>del</strong> risanamento <strong>del</strong>l’attuale<br />

galleria, con ulteriori costi;<br />

e non escludo che quelle per il traffico merci a Biasca e Estfeld, diventerebbero permanenti,<br />

affossando definitivamente il progetto sancito dall’articolo costituzionale di trasferimento <strong>del</strong><br />

traffico merci da confine a confine dalla strada alla ferrovia.<br />

L’auspicata diminuzione <strong>del</strong> traffico pesante attraverso Mendrisiotto, Luganese e Bellinzonese<br />

resterebbe quindi un sogno.<br />

La SSIC Sezione Ticino, cosciente <strong>del</strong>l’importanza che avranno i prossimi mesi sull’esito <strong>del</strong>la<br />

probabile votazione, è pronta, con le altre associazioni e con la sua sede centrale di Zurigo, ad<br />

adoperarsi affinché la proposta da sempre sostenuta e ora avallata dal Consiglio federale possa<br />

diventare realtà.<br />

Pianificazione <strong>del</strong> territorio<br />

Modifica LPT<br />

Lo scorso 3 marzo il Popolo svizzero ha detto sì alla modifica <strong>del</strong>la legge sulla pianificazione <strong>del</strong><br />

territorio, decisa dal Parlamento quale controprogetto indiretto all’iniziativa per il paesaggio, che<br />

chiedeva di non aumentare la superficie totale <strong>del</strong>le zone edificabili in Svizzera per 20 anni.<br />

Il settore <strong>del</strong>la costruzione, e con esso molti altri vicini all'edilizia, non ha ancora digerito il limite<br />

legislativo che impone da quest'anno il blocco al 20% <strong>del</strong>le residenze secondarie in tutti i Comuni<br />

svizzeri (e sono molti: oltre cento nel solo Cantone Ticino!), ed ecco che si trova nuovamente<br />

<strong>Relazione</strong> <strong>presidente</strong> AGO 2013 4/6


confrontato con un ulteriore duro attacco alla libertà <strong>del</strong>la proprietà immobiliare. Con la revisione<br />

saranno limitate le zone edificabili, imponendo a Cantoni e Comuni la revoca degli azzonamenti,<br />

qualora abbiano oltrepassato il fabbisogno di superficie edificabile prevedibile nei prossimi 15 anni.<br />

La metà di tutti i Cantoni svizzeri sarà così obbligata a rinunciare a più <strong>del</strong> 50% <strong>del</strong>le zone<br />

edificabili attualmente ancora disponibili. Dal dezonamento saranno toccati in maniera<br />

particolarmente grave diversi Cantoni, fra i quali il Ticino. Ciò comporterà una forte riduzione dei<br />

terreni edificabili e quindi un rincaro dei prezzi degli stessi. Tali aggravi saranno forzatamente<br />

ribaltati sugli inquilini e sugli acquirenti immobiliari.<br />

Con la revisione <strong>del</strong>la LPT, parecchie persone perderanno i loro terreni edificabili e ciò rappresenta<br />

un’inaccettabile <strong>ing</strong>erenza nella proprietà privata. Il dezonamento di aree edificabili in zone<br />

agricole costituisce, dal punto di vista giuridico, un esproprio che i Cantoni dovranno rimborsare ai<br />

proprietari. Per far questo ci vogliono però i capitali. Ecco allora che il nostro Cantone, partendo<br />

dall’art. 5 bis <strong>del</strong>la Legge sulla pianificazione <strong>del</strong> territorio riveduta, promuove la revisione <strong>del</strong>la<br />

Legge sullo sviluppo territoriale.<br />

La LPT prevede che: “I vantaggi derivanti da pianificazioni sono compensati con un’aliquota <strong>del</strong> 20<br />

per cento almeno. La compensazione diventa esigibile se il fondo è edificato o alienato.”<br />

Il messaggio <strong>del</strong> Consiglio di Stato <strong>del</strong> 18 dicembre 2012 in merito alla “Modifica <strong>del</strong>la legge sullo<br />

sviluppo territoriale (Lst) <strong>del</strong> 21 giugno 2011 - Compensazione di vantaggi e svantaggi derivanti<br />

dalla pianificazione <strong>del</strong> territorio” prevede sostanzialmente che:<br />

1. È considerato vantaggio rilevante soggetto a contributo l’aumento di valore di un terreno<br />

superiore a Fr. 50'000.- che deriva:<br />

a) dalla sua assegnazione alla zona edificabile,<br />

b) da una modifica di un piano d’utilizzazione che comporta un aumento di almeno 0,2 punti<br />

<strong>del</strong>l’indice di sfruttamento o di almeno 1,5 punti <strong>del</strong>l’indice di edificabilità,<br />

c) da un cambiamento di destinazione che <strong>ing</strong>enera un plusvalore importante.<br />

2. Il contributo è dovuto dal proprietario <strong>del</strong> terreno e ammonta:<br />

a) al 40% <strong>del</strong> plusvalore nei casi di assegnazione <strong>del</strong> terreno alla zona edificabile,<br />

b) al 30% <strong>del</strong> plusvalore nei casi di modifica di un piano d’utilizzazione che comporta un<br />

aumento degli indici o un cambiamento di destinazione.<br />

3. La chicca finale prevede che:<br />

- il contributo di plusvalore è esigibile al momento <strong>del</strong>la costruzione o <strong>del</strong>la vendita <strong>del</strong><br />

terreno, ma al più tardi entro quindici anni dall’entrata in vigore <strong>del</strong>la misura<br />

pianificatoria.<br />

Rispetto a quanto previsto dalla legge federale quindi il Consiglio di Stato ticinese prevede un<br />

inasprimento incomprensibile e inaccettabile, pur tenendo conto <strong>del</strong> suo ravvedimento in merito<br />

alle stime immobiliari con il giusto intento di arginare l’aggravio fiscale <strong>del</strong>l’adattamento. Questa<br />

modifica di legge viene presentata come una misura necessaria per garantire equità e parità di<br />

trattamento fra i cittadini ticinesi, quindi una sorta di legge sociale. Analizzando invece gli effetti ci<br />

si accorge che non è altro che una legge finanziaria, che ancora una volta colpirà i proprietari<br />

fondiari. Mentre la legge federale prevede di tassare unicamente i casi di fondi assegnati alla zona<br />

edificabile, quella ticinese, poiché ci si è accorti che probabilmente di nuove zone al momento non<br />

ci sarà necessità e quindi non si incasserà praticamente niente, prevede di tassare anche gli<br />

aumenti di indici e i cambiamenti di destinazione. E per finire di esigere la tassa entro i quindici<br />

anni anche se il beneficio non è stato realizzato.<br />

Questo significa ad esempio che il proprietario di una casetta di due piani edificata su un terreno<br />

con indice di sfruttamento pari allo 0.3 e lo stesso venisse aumentato a 0.5 dovrebbe passare alla<br />

cassa senza poter o voler usufruire <strong>del</strong> vantaggio pianificatorio, a meno di non demolire la casetta<br />

e ricostruirla.<br />

Approfitto <strong>del</strong>la presenza <strong>del</strong> Consigliere di Stato onorevole Manuele Bertoli per evidenziare con<br />

preoccupazione che si sta mettendo in serio pericolo il diritto di proprietà tutelato dalla<br />

Costituzione federale. È una proposta fortemente punitiva nei confronti dei proprietari di case e<br />

<strong>Relazione</strong> <strong>presidente</strong> AGO 2013 5/6


terreni, <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong> territorio e più in generale <strong>del</strong> settore <strong>del</strong>la costruzione. Pur nel rispetto <strong>del</strong><br />

verdetto popolare (seppur ottenuto di stretta misura e nella consapevolezza che presso l’opinione<br />

pubblica c’è prevenzione nei confronti <strong>del</strong>la proprietà) è saggio tenere nel giusto conto che chi<br />

investe capitali assumendo dei rischi, alimenta la crescita e lo sviluppo economico <strong>del</strong> Paese e<br />

contribuisce alla creazione di benessere e occupazione. Perciò spero vivamente che la<br />

Commissione <strong>del</strong>la pianificazione prima e il plenum <strong>del</strong> Gran Consiglio poi decidano di correggere<br />

decisamente il tiro, dimostrando buon senso ed attenzione anche all’economia privata che resta<br />

pur sempre la struttura portante <strong>del</strong> tessuto imprenditoriale <strong>cantonale</strong>. Sono sicuro che si sapranno<br />

valutare bene le conseguenze economiche e occupazionali di una simile misura e decidere di<br />

conseguenza.<br />

In conclusione, come avete avuto modo di sentire, il settore principale <strong>del</strong>l’edilizia <strong>cantonale</strong> è<br />

tuttora vivo e sano. A preoccupare il <strong>presidente</strong> e la direzione <strong>del</strong>la SSIC è però il quadro in cui<br />

siamo chiamati ad operare dato che esso diventa sempre più spigoloso e pieno di paletti, non<br />

sempre riconoscibili come tali, che complicano maledettamente la gestione dei lavoratori e dei<br />

cantieri:<br />

- nuove leggi che ostacolano la pianificazione <strong>del</strong> territorio, bloccano la costruzione di<br />

residenze secondarie con conseguente aumento <strong>del</strong> costo dei terreni e quindi <strong>del</strong>la<br />

costruzione;<br />

- prospettive di nuove tasse, leggi revisione <strong>del</strong>le stime, invece di una riduzione <strong>del</strong>le stesse<br />

per incentivare investimenti e consumi;<br />

- mancanza di coraggio e fors’anche di un po’ di autorevole temerarietà da parte di<br />

politici e amministratori per applicare le leggi a favore <strong>del</strong>l’economia locale e non di quella<br />

estera, leggi assoggettamento al CIAP (Concordato Inter<strong>cantonale</strong> sugli appalti pubblici)<br />

invece che alla LCPubb;<br />

- messa in vigore di ordinanze elaborate da burocrati animati soprattutto dalla frenesia di<br />

adeguare il nostro diritto al diritto europeo, con l’abituale perniciosa deferenza svizzera che<br />

molto spesso porta a farci <strong>del</strong> male da soli, senza alcuna neppur timida richiesta di<br />

reciprocità nei confronti degli interlocutori esteri che continuano a perseguire, giustamente<br />

dal loro punto di vista, i propri interessi nazionali. Ordinanze che non tengono conto <strong>del</strong>la<br />

realtà e coinvolgono sempre più in modo arbitrario la responsabilità dei datori di lavoro (vedi<br />

per fare un semplice esempio l’ Ordinanza sui lavori pericolosi per i giovani).<br />

Nonostante questo quadro poco incoraggiante mi piace continuare ad essere un <strong>presidente</strong><br />

<strong>ing</strong>egnere-impresario nel senso più completo e umano. Come <strong>ing</strong>egnere fondo le mie scelte sulle<br />

certezze <strong>del</strong>la fisica e <strong>del</strong>la matematica. Ma nel vivere la realtà imprenditoriale di impresario ho<br />

imparato ad installare sui numeri e sulle certezze <strong>del</strong>la scienza, la creatività, l’intuizione, l’inventiva<br />

<strong>del</strong>la conduzione d’impresa. Inventiva, come ben sanno tutti i miei colleghi impresari, capace di<br />

trovare, integrare e trasformare le adeguate proposte tecniche in pragmatiche soluzioni, senza<br />

mai dimenticare la considerazione <strong>del</strong> lato umano, senza mai perdersi troppo d’animo. Amo<br />

scommettere sempre sull’uomo, risorsa preziosa per l’impresa e per la comunità e quindi sono<br />

ottimista e vedo il bicchiere mezzo pieno, in modo da poter comunque sempre att<strong>ing</strong>ervi.<br />

Prima di concludere permettete che rivolga un saluto di grande stima intellettuale al nostro gradito<br />

ospite dottor Piero Ostellino che apprezzo come opinionista <strong>del</strong> Corriere <strong>del</strong>la Sera, come scrittore<br />

e saggista. Tra gli altri ho letto con interesse il suo ultimo libro “Lo stato canaglia”, la denuncia<br />

cruda <strong>del</strong>la latitanza <strong>del</strong> pensiero liberale che ha portato il suo paese al declino culturale, politico<br />

ed economico. E mi ha commosso la conclusione articolata in un lungo elenco di “mi piacerebbe<br />

vivere in un Paese”, desideri perfino banali nella loro legittimità e normalità, tutt’altro che ardui da<br />

realizzare, ma di non scontata attuazione là dove vengono meno i principi elementari <strong>del</strong>lo stato di<br />

diritto.<br />

R<strong>ing</strong>razio di cuore tutti i collaboratori <strong>del</strong>la nostra direzione che si sono adoperati con l’abituale<br />

abnegazione per l’ottima riuscita <strong>del</strong>la nostra assemblea annuale ordinaria.<br />

R<strong>ing</strong>razio tutti voi per la cortese attenzione.<br />

<strong>Relazione</strong> <strong>presidente</strong> AGO 2013 6/6

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