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territorio<br />
SAN SEVERO La Madonna nera, la devozione, la banda, le<br />
luminarie, la folla, le batterie di fuoco: ci sono tutti gli<br />
ingredienti per la scena di un culto antico e viscerale che<br />
porta i “fujenti”, che corrono con il fuoco che fugge su<br />
interminabili fili metallici, a farsi minacciare dalle scintille<br />
delle ritmate deflagrazioni. Ballo adrenalinico e liberatorio,<br />
la Festa del Soccorso è anche ritmo e incandescenza.<br />
8 febbraio 1799, epopea napoleonica: alcuni sanseveresi<br />
issano in piazza un albero, detto della Libertà, per salutare<br />
la Repubblica francese. Una mezza rivoluzione pubblica per<br />
alcuni notabili che, temendo il peggio, decidono di esporre<br />
la Vergine del Soccorso. Una parte di popolo si contrappone<br />
a quelli dell’albero repubblicano: nascono scontri. I Francesi,<br />
informati di atti e rivolte, intervengono duramente senza<br />
risparmiare donne e bambini.<br />
Ma la prima festa patronale del Soccorso risale al 1858, perché<br />
prima era patrono San Severo Vescovo. Quella “prima” incanta<br />
per le ricche luminarie e «lo sparo più frequente e prolungato<br />
di masti e di artificiali batterie». Il culto era nato nel 1514<br />
con gli Agostiniani di Palermo stabilitisi a San Severo dove<br />
oggi sorge il Santuario che ospita la statua lignea: la Vergine<br />
nera mantiene spighe di grano e ha in braccio il bambinello,<br />
poi sostituito attorno al 1760. Alla soppressione del monastero<br />
agostiniano (1652), la devozione fu mantenuta dai “massari<br />
di campo” riuniti in confraternita.<br />
Le batterie nella festa, come le famose mascletás a Valencia,<br />
sono uno spartito musicale, una metrica precisa. Aprono le<br />
26<br />
La terra dei fuochi<br />
Domenica 16 e lunedì 17 maggio la rutilante festa della<br />
Madonna del Soccorso animerà le strade di San Severo<br />
di Michele Robusto<br />
LE FOTO DI QUESTE PAGINE<br />
SONO STATE REALIZZATE DA MONICA CARBOSIERO