Governo locale e gestione dei flussi migratori in Italia. Verso ... - CeSPI
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<strong>in</strong>fatti, dovrebbero essere i livelli di governo <strong>in</strong>feriori, mentre i livelli di governo superiori saranno<br />
chiamati a <strong>in</strong>tervenire solo nella misura <strong>in</strong> cui i primi non siano <strong>in</strong> grado di rispondere da soli alle<br />
esigenze <strong>dei</strong> cittad<strong>in</strong>i (Bobbio 2002, 47). Ne consegue che il ruolo dello stato nazionale è limitato<br />
allo stretto necessario, e non può <strong>in</strong> alcun modo <strong>in</strong>terferire con le funzioni che i governi locali sono<br />
<strong>in</strong> grado di gestire da soli.<br />
Nell’ambito delle politiche <strong>migratori</strong>e, il pr<strong>in</strong>cipio di sussidiarietà si traduce sostanzialmente nel<br />
riconoscimento giuridico del ruolo cruciale assunto dagli attori più vic<strong>in</strong>i ai problemi sollevati<br />
quotidianamente dalla questione immigrazione. Tra questi vi dovrebbero essere <strong>in</strong>nanzitutto le<br />
stesse comunità immigrate, che possono conoscere da vic<strong>in</strong>o le esigenze <strong>dei</strong> propri membri e<br />
attrezzarsi qu<strong>in</strong>di per rispondere nel modo più adeguato. Di fatto, <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, dato l’avvio<br />
relativamente recente <strong>dei</strong> <strong>flussi</strong> <strong>migratori</strong>, nonché il carattere estremamente composito e<br />
mult<strong>in</strong>azionale della presenza straniera, mancano associazioni di comunità forti e strutturate come<br />
quelle degli alger<strong>in</strong>i <strong>in</strong> Francia, <strong>dei</strong> pakistani, <strong>dei</strong> bengalesi e degli <strong>in</strong>diani <strong>in</strong> Gran Bretagna, o <strong>dei</strong><br />
turchi <strong>in</strong> Germania. Anche a livello <strong>locale</strong>, le associazioni di immigrati appaiono ancora piuttosto<br />
deboli e poco <strong>in</strong>serite nei processi di decision-mak<strong>in</strong>g (Caponio 2003), mentre molto più attive<br />
risultano le associazioni italiane del "terzo settore", soprattutto cattoliche ma non solo, e i s<strong>in</strong>dacati,<br />
che di fatto vengono spesso considerati – più o meno legittimamente – come i portavoce più<br />
credibili <strong>dei</strong> diritti e degli <strong>in</strong>teressi degli immigrati 10 .<br />
Accanto alle associazioni del "terzo settore" e di categoria, si collocano poi quegli attori pubblici<br />
che, sul territorio, si trovano a dover rispondere a problemi specifici legati all’immigrazione, dalle<br />
ASL per quanto riguarda l’accesso ai servizi sanitari, alle scuole statali per l’istruzione <strong>dei</strong> m<strong>in</strong>ori<br />
stranieri, ai Centri per l’impiego sulle questioni relative all’<strong>in</strong>serimento lavorativo, a questure e<br />
prefetture per le pratiche di rilascio e r<strong>in</strong>novo <strong>dei</strong> permessi di soggiorno, e moltri altri soggetti<br />
ancora. In questo contesto, un ruolo di primo piano va riconosciuto all’amm<strong>in</strong>istrazione <strong>locale</strong>, i cui<br />
servizi sociali si trovano sovente a dover far fronte non solo agli stranieri regolarmente presenti ma<br />
anche, come vedremo meglio tra poco, alle fasce più problematiche, quali ad esempio i m<strong>in</strong>ori<br />
stranieri non accompagnati e le donne vittime di tratta.<br />
Al momento attuale, la legge prevede due strumenti pr<strong>in</strong>cipali di coord<strong>in</strong>amento tra questi diversi<br />
attori, e cioè gli Sportelli unici (art. 22 della legge n. 189/2002) e i Consigli territoriali per<br />
l’immigrazione (art. 3 del D. Lgs. 286/1998), che rappresentano tentativi diversi di istituzionalizzare<br />
9<br />
Millou-Delzol ha evidenziato come questo pr<strong>in</strong>cipio abbia radici profonde nel pensiero della scolastica e di Tommaso<br />
d’Acqu<strong>in</strong>o (1996, 12).<br />
10<br />
Non entriamo qui nel merito della complessa questione della rappresentanza, che certo richiederebbe un<br />
approfondimento sulle ragioni della fragilità delle associazioni di immigrati (al riguardo si veda: Caponio 2002 e 2003).<br />
Siamo comunque consapevoli che il fatto di fornire assistenza e aiuto non implica necessariamente e immediatamente<br />
anche la titolarità di una rappresentanza legittima ed efficace degli <strong>in</strong>teressi e difesa <strong>dei</strong> diritti.<br />
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