13.06.2013 Views

MONTAGNA NOSTRA - 2012 N°4 (completa) - Torrio

MONTAGNA NOSTRA - 2012 N°4 (completa) - Torrio

MONTAGNA NOSTRA - 2012 N°4 (completa) - Torrio

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

ontagna<br />

Nostra<br />

Notiziario Aveto - Nure N. 4 /<strong>2012</strong><br />

Poste Italiane Spa -Spediz. in A.P. D.L. 353/2003 ( Conv.in L. 27.02.2004,n.46) Art1, comma 1 - DCB Piacenza<br />

Sabato 13 ottobre <strong>2012</strong>: Pertuso inaugura una centralina elettrica<br />

Contiene I.P.<br />

Buon Natale<br />

Luce del mondo


ontagna<br />

Nostra<br />

produzione propria gastrononomia<br />

Al Bar Barbara<br />

Bar Barbara<br />

trovi signorilità e cortesia<br />

bar pizzeria e ristorante<br />

Ferriere, bar pizzeria via Marconi,1 e - Tel. ristorante<br />

0523 922233<br />

Ferriere, via Marconi, 1 - Tel. 0523 922233<br />

FERRIERE - Corso Genova, 13<br />

Tel. 0523.922166 - Abit. Tel. 0523.922540<br />

PODENZANO - Piazza Italia, 53<br />

tel. 0523.556790<br />

Cellulare 339.7893311<br />

guidobergonzi@libero.it<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Si vendono appartamenti oltre che a FERRIERE<br />

anche a BETTOLA - PONTEDELLOLIO - PODENZANO - PIACENZA<br />

e in località di riviera come CHIAVARI e LAVAGNA<br />

2 3


4<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Ottica del Borgo<br />

Via Europa 1, Angolo Via Trieste - Bettola (Pc)<br />

Tel. 0523.900042 - Fax 0523.900561<br />

Vi aspettiamo nella nuova sede<br />

con le collezioni vista e sole 2007.<br />

• Ampio laboratorio di montaggio<br />

• Applicazione lenti a contatto<br />

• Controllo della efficienza visiva<br />

I Nostri Orari:<br />

Aperto Tutti i Giorni<br />

dalle ore 9,00 alle 12,30 - dalle ore 16,00 alle 19,30<br />

Martedì Giorno di Chiusura - Domenica Mattina Aperto<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Direttore responsabile:<br />

Paolo Labati paolo.labati@tin.it<br />

Responsabile amministrativo:<br />

Don Giuseppe Calamari (0523 922234)<br />

Autorizzazione Tribunale Piacenza:<br />

n. 39 del 24 marzo 1975<br />

Poste Italiane Spa -Spediz. in A.P.<br />

D.L. 353/2003 ( Conv.in L. 27.02.2004,n.46)<br />

Art1, comma 1 - DCB Piacenza<br />

Stampatore:<br />

Ediprima - Piacenza<br />

Tassa riscossa Dir. Amm. Poste Piacenza<br />

SOMMARIO<br />

RIcoRDI Del PASSATo ...................................................................................<br />

chIeSA e monDo ..................................................................................................<br />

feRRIeRe .............................................................................................................................<br />

cAnADello .....................................................................................................................<br />

ceRReTo RoSSI.........................................................................................................<br />

cASAlDonATo ...........................................................................................................<br />

gAmbARo.........................................................................................................................<br />

gRonDone .....................................................................................................................<br />

SolARo ................................................................................................................................<br />

cIRegnA ..............................................................................................................................<br />

meTTeglIA........................................................................................................................<br />

cenTenARo ....................................................................................................................<br />

RoccA.....................................................................................................................................<br />

bRugneTo-cuRleTTI-cASTelcAnAfuRone ..................<br />

VAl lARDAnA .............................................................................................................<br />

SAlSomInoRe ............................................................................................................<br />

ToRRIo..................................................................................................................................<br />

ReToRTo-SelVA-RomPeggIo-PeRTuSo ............................<br />

In copertina: A Pertuso si inaugura<br />

una nuova centralina elettrica.<br />

Foto Nino Nicolini<br />

Editoriale<br />

Natale ma<br />

Dove sei.... Dio?<br />

In certi momenti della vita, quando<br />

le cose non sembrano andare per il<br />

giusto verso, spesso chiamiamo in<br />

causa Dio! Quando tutto fila liscio<br />

e sembra che non vi sia ombra nella<br />

nostra vita, Dio pare non esistere<br />

più. In questa situazione, infatti,<br />

siamo convinti che bastiamo a noi<br />

stessi, quasi che siamo noi il dio di<br />

noi stessi!<br />

Viviamo un periodo particolare in<br />

cui sembra che nulla vasa per il giusto<br />

verso: crisi economica mondiale,<br />

terremoti, terremoti della politica,<br />

terremoti nella chiesa, persino terremoti<br />

nel mondo del calcio, disoccupazione<br />

giovanile preoccupante,<br />

omicidi a catena, suicidi come non<br />

mai, povertà dilagante! E allora si<br />

rimprovera Dio per la sua assenza!<br />

Ebbene dove sta Gesù? Sta nel povero,<br />

nel malato, nella persona sola,<br />

nell’indigente. Dio sta sempre con<br />

noi; ma noi stiamo sempre con Lui?<br />

Quel Dio che spesso invochiamo nella<br />

tribolazione, nella disoccupazione,<br />

nella sofferenza, è lo stesso Dio<br />

che forse ci dimentichiamo di andare<br />

a trovare e a pregare nella S.<br />

Messa domenicale, di cui non ci ricordiamo<br />

al mattino quando ci svegliamo<br />

e alla sera quando ci disponiamo<br />

a prendere sonno<br />

Buon Natale a tutti!<br />

I vostri Parroci<br />

5


ontagna<br />

Nostra<br />

ricordi del passato<br />

a cura di Paolo Labati<br />

Dai Bollettini parrocchiali del tempo.<br />

1962<br />

essendo nato a Parigi il 16 gennaio 1884.<br />

Settembre<br />

La sua famiglia era di Centenaro. Nel<br />

Una folla eccezionale di devoti è accorsa 1908 venne ordinato sacerdote ed eser-<br />

a Bettola per invocare il patrocinio della citò il sacro ministero prima a Settima e<br />

Madonna della Quercia su tutta la nostra poi a Vernasca. Nel 1914 è a Grondone<br />

vallata. Erano presenti tre Vescovi e tutto e vi rimane sino al 1946 quando deve<br />

il Clero della vallata. La sacra funzione rinunciare alla Parrocchia per una dura<br />

è culminata con la promulgazione del infermità che non gli consente di adem-<br />

breve pontificio che proclama la Mapiere, come vorrebbe, ai suoi doveri<br />

donna Patrona della Val Nure, fatta parrocchiali. Lascia in coloro che l’han-<br />

da S. E. Mons. Malchiodi davanti alla stano conosciuto esempi indimenticabili di<br />

tua della Vergine sopra un palco eretto vita evangelica.<br />

nell’ampia piazza.<br />

Stralcio della lettera inviata da suor Ce-<br />

16 settembre: Festa della Madonna cilia Boeri di Cassano al parroco don<br />

Addolorata a Pertuso<br />

Quest’anno la sagra di Pertuso è stata<br />

particolarmente solenne. Per iniziativa<br />

del cav. Giuseppe Cavanna, sempre tanto<br />

affezionato alla nostra terra e al suo<br />

paese, si è ricordato il sacrificio dei figli<br />

di Pertuso che hanno offerto la loro vita<br />

per la Patria. Nella facciata del piccolo<br />

oratorio è stata scoperta una lapide marmorea<br />

che porta i nomi dei Caduti in<br />

guerra.<br />

Ottobre – Scuola Media a Cattaragna<br />

Anche a Cattaragna funziona una scuola<br />

Media come sezione staccata da Ferriere.<br />

Vi sono iscritti 20 alunni che seguono<br />

le lezioni tramite la televisione e assistiti<br />

da due professori.<br />

Pietro Solari dall’Eritrea<br />

…. Grazie a Dio sto bene, ma è tanto<br />

caldo che toglie le forze, ci si sente fiacchi,<br />

arriva a 42 gradi e a volte a 43; poi<br />

viene un camsir, cioè una pioggia di polvere<br />

che il vento porta dal deserto: sembra<br />

una nebbia fitta fitta, si corre a chiudere<br />

le finestre finchè passa; poi trombe<br />

di polvere avvolgono case e tucul: non<br />

si vede più nulla. Al mattino ci si alza,<br />

sembra che ci siamo incipriate e tutt’intorno<br />

uno strato di polvere, ma con un<br />

po’ di vento, sebbene porti terra, un po’<br />

si respira. Speriamo che presto abbia a<br />

piovere anche per la semina della dura<br />

per la povera gente….<br />

1982<br />

Don Domenico Bocciarelli<br />

Importanza storica di Castagnola<br />

Da 16 anni mancava da Grondone, ma Il parroco di Castagnola ha il titolo di<br />

pure i suoi parrocchiani ed i Ferrieresi Prevosto, mentre quello di Cattaragna<br />

non l’avevano dimenticato. Infatti hanno ha quello più modesto di Rettore. Nei<br />

voluto che la sua salma venisse a riposa- tempi andati, il parroco di Cattaragna era<br />

re nel loro cimitero. Morì a Roncovero di poco considerato negli ambienti curiali;<br />

Bettola il 29 novembre all’età di 78 anni, si diceva correntemente: “Il parroco di<br />

Cattaragna sa leggere solamente sul suo<br />

libro”.<br />

Perché tale differenza, a tutto vantaggio<br />

di Castagnola? La ragione non sta nei<br />

meriti di Don Sandro Civardi, di don Paolo<br />

Bertazzani (poi parroco a Brugneto<br />

dal 1919) o di quel parroco di Castagnola<br />

che fu insignito di medaglia per la generosa<br />

assistenza ai colerosi, nel 1800.<br />

Il motivo ci viene dalla storia antica di alcuni<br />

secoli: fino al 1500 l’unica parrocchia<br />

di San Policarpo Martire in Castagnola<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

comprendeva anche il territorio limitrofo<br />

e gli abitanti delle attuali parrocchie<br />

di Boschi e Cattaragna. In seguito la popolazione<br />

crebbe e volle costruirsi una<br />

propria chiesa; poiché i sacerdoti erano<br />

assai più numerosi delle parrocchie, fu<br />

facile mandarne uno come “Rettore” a<br />

Cattaragna prima, a Boschi poi (1881).<br />

Ma il parroco di Castagnola conservò<br />

una certa preminenza, concretizzata nel<br />

titolo di prevosto o Proposto, che significa<br />

“colui che sta sopra, a capo”.<br />

Un augurio di Buon Natale dagli ospiti<br />

della<br />

nostra<br />

Comunità<br />

Alloggio.<br />

della<br />

Casa Protetta<br />

di Farini<br />

6 7


ontagna<br />

Nostra<br />

Il Consiglio dei Ministri, in data 31 ottobre<br />

<strong>2012</strong>, ha varato il decreto legge<br />

“Spending review” (revisione della spesa<br />

pubblica), proposto in Estate a luglio.<br />

Una voce molto consistente di questa<br />

serie di tagli alla spesa pubblica riguarda<br />

il riassetto, la riorganizzazione delle<br />

Province, che passeranno dal 1° gennaio<br />

2013 a 51 (oggi 86).<br />

La riforma, riguarda purtroppo anche la<br />

“nostra” provincia di Piacenza, che verrà<br />

accorpata ad un’altra.<br />

Due erano infatti i requisiti necessari<br />

per salvare una provincia dal taglio: una<br />

superficie territoriale che supera i 2.500<br />

km quadrati (Piacenza superava seppur<br />

di poco questo limite) e una popolazione<br />

residente superiore a 350.000 abitanti<br />

(ci fermiamo sotto i 300.000 abitanti).<br />

Con il nuovo anno la provincia di Piacenza<br />

cesserà la sua attività di ente politico,<br />

con la soppressione della Giunta:<br />

i compiti e le funzioni più importanti<br />

svolte dall’attuale amministrazione del<br />

Presidente Massimo Trespidi verranno<br />

provvisoriamente delegate a 3 consiglieri<br />

per un anno.<br />

Questo è solo il primo atto di una rivisitazione<br />

degli assetti degli uffici territoriali<br />

di governo (prefetture, questure,<br />

motorizzazioni civili,ecc.).<br />

Piacenza ha provato in tutti i modi a<br />

chiedere una deroga al Governo appellandosi<br />

al fatto di trovarsi in una zona di<br />

confine regionale, evidenziando la sua<br />

condizione di provincia virtuosa (cifre<br />

di bilancio alla mano è una delle migliori<br />

in Italia), facendo notare anche che<br />

dal punto di vista storico è una delle più<br />

antiche (nel 2010 fu celebrato il 150°<br />

anno di vita dell’ente di via Garibaldi).<br />

Il governo non ha concesso deroghe<br />

attualita’<br />

in nessuna delle 15 regioni ordinarie, e<br />

perciò, molto presumibilmente Piacenza<br />

verrà accorpata a Parma, dando vita alla<br />

“Provincia di Parma e Piacenza”.<br />

In Emilia-Romagna, ad eccezione di<br />

Bologna (capoluogo di Regione), solamente<br />

Ferrara riesce a salvare la propria<br />

autonomia: verranno accorpate infatti le<br />

provincie di Modena-Reggio Emilia e le<br />

romagnole Forlì-Cesena-Ravenna-Rimini.<br />

L’accorpamento ha sviluppato notevoli<br />

polemiche in tutto il nostro territorio: a<br />

Parma infatti (visto il maggior numero di<br />

abitanti) spetterebbe il ruolo di capoluogo,<br />

con tutte le conseguenze del caso<br />

(trasferimento di diversi servizi e uffici<br />

fondamentali per la vita dei cittadini).<br />

Inoltre destano stupore alcuni dati ripresi<br />

dal quotidiano “SOLE-24 Ore”.<br />

Mentre la nostra Provincia è una delle<br />

più virtuose dal punto di vista economico<br />

(presenta un debito nel bilancio di 8<br />

milioni di €, perciò un debito di 29 € su<br />

ogni residente), la provincia parmigiana<br />

risulta essere notevolmente indebitata<br />

(105 milioni il totale, 248 € pro capite).<br />

Con questi dati si evidenzia che ci andremmo<br />

ad accorpare a una provincia<br />

indebitata 8 volte più della nostra, senza<br />

calcolare il dissesto economico che sta<br />

vivendo il Comune di Parma, in crisi finanziaria<br />

da diverso tempo.<br />

Per scongiurare quest’ipotesi, alcuni<br />

consiglieri provinciali hanno promosso<br />

e ottenuto l’ok dalla Cassazione per indire<br />

un Referendum (che probabilmente<br />

si effettuerà in primavera) per il passaggio<br />

di Piacenza in Lombardia, ed evitare<br />

l’accorpamento con Parma.<br />

I cittadini saranno chiamati a rispondere<br />

al quesito. Per trasferire Piacenza in<br />

un’altra regione sarà necessario il rag-<br />

giungimento del quorum (più di metà<br />

degli aventi diritto al voto dovrebbero<br />

recarsi alle urne).<br />

I promotori del referendum vogliono<br />

appellarsi a una cosa: Piacenza dovrebbe<br />

diventare lombarda, perché dal punto<br />

di vista economico è sempre stata più<br />

attratta da Milano (rispetto a Bologna).<br />

Sono migliaia infatti i piacentini che<br />

ogni mattina si spostano verso Milano<br />

(grande centro gravitazionale di attività<br />

lavorative e universitarie) e altre città<br />

lombarde, pochissimi quelli che hanno<br />

rapporti con le città emiliane.<br />

La proposta ha diviso l’opinione pubblica,<br />

sebbene Piacenza sia sicuramente<br />

più attratta da Milano è sicuramente<br />

più legata dal punto di vista culturale e<br />

storico all’Emilia-Romagna. Una cosa è<br />

certa: se per la nostra Montagna, la sede<br />

della provincia piacentina e tutta la sua<br />

attività politica era già percepita come<br />

“distante”, figuriamoci come verranno<br />

sentite e ascoltate a Parma le istanze e i<br />

problemi della nostra gente.<br />

Filippo Mulazzi<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Testamento<br />

Son morto, ma voi non piangete,<br />

cantate, pregate e ridete,<br />

dal cielo lassù in paradiso<br />

vi guardo e vi mando un sorriso.<br />

L’amore per i miei figli<br />

lo lascio al più bianco dei gigli.<br />

L’amore per la mia sposa<br />

ad un rosso bocciolo di rosa.<br />

L’amor per le mie nipotine<br />

lo lascio alle stelline<br />

che brillano in cielo di sera<br />

sentore di primavera.<br />

L’amore per i miei amici<br />

lo lascio alle pendici<br />

di un monte coperto di fiori<br />

sepolto fra mille colori.<br />

E infine le mie parole<br />

al vento che odora di viole<br />

e vadano in giro nel mondo<br />

per mano in un gran girotondo.<br />

Dino Baffari<br />

Un grazie a chi ha rinnovato l’abbonamento al Bollettino<br />

Ricordiamo, per chi desidera, gli estremi del conto intestato alla Parrocchia<br />

di San Giovanni Battista di Ferriere.<br />

Numero Conto corrente postale: 6212788<br />

Per bonifico codice IBAN: IT-56-M-07601-12600-000006212788<br />

Codice BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX<br />

Annuo - Italia: € 20,00 - Estero € 30,00<br />

Nel presente numero inseriamo anche il bollettino di c/c Postale che può<br />

essere utilizzato da coloro che hanno la scadenza di dicembre <strong>2012</strong>.<br />

Alleghiamo al presente numero anche il calendario 2013 riportante le foto degli<br />

interni delle varie chiese del territorio comunale. E’ dono della Tipografia Ediprima<br />

- Piacenza, che stampa per noi anche il bollettino.<br />

8 9


ontagna<br />

Nostra<br />

chiesa e Mondo<br />

11 Ottobre <strong>2012</strong>: Il quotidiano Avvenire intitola:<br />

“Al via l’anno della Fede memoria viva del Concilio”<br />

Il Concilio Vaticano II ha 50 anni, di attesa e di speranza. Si potrebbe dire “di speranze<br />

disattese” perchè non è qualcosa da commemorare, ma era ed è l'indicazione,<br />

la strada da percorrere, l'ordine dato, la guida per giungere alla luce. La luce non<br />

la vedo, vedo immobilismo. L'indicazione per il giusto cammino non è stata seguita,<br />

eppure era talmente semplice e diretta, talmente chiara che forse ha spaventato la<br />

troppa luce. Più rilassante la sonnecchiosa penombra alla quale si era e si è abituati.<br />

Si vuole un ritorno ai valori del Concilio ma non è possibile: si può tornare solo dove<br />

già si è stati, non dove non si è mai arrivati. I Magi non sono tornati a Betlemme, sono<br />

partiti per Betlemme guidati dalla cometa. La luce li ha guidati a colui che si diede<br />

al mondo accompagnato da due semplici parole di Pilato “ecce homo”. In queste 2<br />

parole non ho mai inteso uno sminuire il divino ma, al contrario, un innalzare l'uomo<br />

verso Dio. La stessa intenzione è pilastro portante del Concilio che finalmente riconosce<br />

il dovere ed il diritto per ciascuno di seguire la propria coscienza nell'esercizio<br />

della religione - il primato della coscienza individuale! - e che afferma pazzo (letteralmente)<br />

chi con le armi va a portar pace. I dettami del Concilio sono leggi morali<br />

imprescindibili ma (...a prescindere dal fatto che queste “leggi” le abbiamo da 50<br />

anni) finchè resteranno un faticoso scritto, un insieme di dichiarazioni sulla carta, fino<br />

a che non saranno normalità e quotidianità, vive al pari dell'essere umano a sostegno<br />

del quale il Concilio è nato, non aiuteranno, non serviranno se non a soffocare un<br />

po' di quella fede che ciascuno, a proprio modo ha o cerca. Paola Carbone<br />

IL FATTO<br />

Fu Paolo VI, nel 1967 a indire il primo anno della fede, all’indomani della chiusura del Concilio<br />

proprio per ravvivarla e purificarla. Adesso Benedetto XVI pone al centro dell’appuntamento<br />

la nuova evangelizzazione che chiede maestri ma soprattutto testimoni.<br />

Ai governanti: “Tocca a voi essere sulla terra i promotori dell’ordine e della pace tra gli uomini.<br />

Ma non lo dimenticate: è Dio, il Dio vero e vivo, che è il Padre degli uomini. A voi la Chiesa<br />

non chiede altro che la libertà. La libertà di credere e di predicare la sua fede”.<br />

Agli intellettuali: “Continuate a cercare, senza stancarvi, senza mai disperare della verità!<br />

Ma non dimenticatelo: se il pensare è una cosa grande, pensare è anche una responsabilità”.<br />

Agli artisti: “Non rifiutate di mettere il vostro talento al sevizio della verità divina! ”.<br />

Alle donne: “Riconciliate gli uomini con la vita. O voi donne, che sapete rendere la verità<br />

dolce, tenera, accessibile, impegnatevi a far penetrare lo spirito del Concilio nelle istituzioni,<br />

nelle scuole, nella vita di ogni giorno”.<br />

Ai poveri e ai malati: “O voi tutti che sentite più gravemente il peso della croce, voi che siete<br />

poveri e abbandonati, sappiate che non siete soli, né separati, né abbandonati, né inutili: siete<br />

i chiamati da Cristo, la sua immagine vivente”.<br />

Ai giovani: “Vi esortiamo ad ampliare i vostri cuori secondo le dimensioni del mondo. La<br />

Un corso di italiano per i bambini francesi<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

E<br />

’ un bellissimo progetto<br />

che sognavo da<br />

tempo e ho visto che si<br />

puoi fare, spero molto di<br />

fare corsi in altri comuni<br />

dove ci sarà il bisogno.<br />

Su le 3 prime settimane<br />

d’Agosto, i bambini ci ritrovano<br />

2 mezze giornate<br />

e così sono stati 6 lezione<br />

di 2h30.<br />

Fare che l’italiano non sia<br />

più una lingua straniere<br />

per loro, che ritornano<br />

tutti gli anni, e che con<br />

qualche parole, possano<br />

comunicare con gli altri<br />

I bambini erano entusiasti e non vedevano l’ora di andare al corso. La giovane ragazza<br />

parlava solo italiano e ha saputo metterli in gioco.<br />

L’ultimo giorno, genitori e nonni erano invitati ad ascoltare i bambini con non solo la<br />

Marseillaise, ma Fratelli d’Italia (con il foglio in mano) e la canzone dei colori.<br />

Poi per chiudere i corsi per quest’anno, una merenda con le torte di ricotta e crostate,<br />

tipici di Ferriere.<br />

L’AS.PA.PI. ringrazia il Sindaco Antonio Agogliati, di avere messo a disposizione una<br />

sala comunale, e ringrazia, Vittoria “ la professoressa “ che ha reso i bambini felici di<br />

andare a lezione !<br />

Speriamo molto ricominciare l’anno prossimo, perché tutti i bambini l’hanno chiesto.<br />

Josiane Balderacchi<br />

Serge e Anne Marie Taravella,<br />

da Sartronville (Francia)<br />

in vacanza per qualche giono<br />

nella natia Rocca.<br />

Un ritorno sempre gradito e<br />

atteso!<br />

In foto Serge e Anne Marie in<br />

piazza a Ferriere con il vigile<br />

Giovanni Cassola<br />

10<br />

Chiesa vi guarda con fiducia e con amore. Guardatela e ritroverete in essa il volto di Cristo, il<br />

vero eroe, umile e saggio, il profeta della verità”, che gli uomini di Chiesa dovrebbero testimoniare<br />

nella povertà.<br />

11


ontagna<br />

Nostra<br />

Scomparso don Lorenzo Marchi<br />

Si è spento don Lorenzo Bernardo<br />

Marchi, sacerdote piacentino-argentino<br />

particolarmente legato all’alta Valdaveto.<br />

I suoi genitori Antonio Celeste<br />

e Secundina Cassola, infatti, migrarono<br />

a Buenos Aires da Castelcanafurone,<br />

quando il loro primogenito era già stato<br />

concepito. Lorenzo nacque il 28 ottobre<br />

1925 a Lomas de Zamora: in 86 anni di<br />

età ne dedicò ben 67 alla professione religiosa,<br />

di cui 56 al sacerdozio nell’ordine<br />

“Piccola opera della Divina Provvidenza<br />

– Don Orione”.<br />

Durante la lunga vita, don Lorenzo si<br />

occupò soprattutto di formazione dei<br />

ragazzi poveri. Non dimenticò tuttavia<br />

le sue origini. I parenti dell’alta Valdaveto<br />

lo conobbero e rividero in quattro<br />

occasioni. La prima volta che venne in<br />

Italia, nel 1960, don Lorenzo soggiornò<br />

a Castelcanafurone dalla nonna Emilia.<br />

Vent’anni dopo fu ospitato dalla cugina<br />

Gina Bongiorni a Piacenza. Nel 2004<br />

venne accolto dalla cugina Ada Cassola<br />

a San Nicolò. Nel 2005 festeggiò i 50<br />

anni di sacerdozio partecipando a un<br />

importante rito pastorale in Vaticano,<br />

seguito dall’ultima visita ai parenti.<br />

“Quando era a Piacenza – ricorda la cugina<br />

Ada che lo ospitò anche nel 2005<br />

– era in continuo movimento: manteneva<br />

i rapporti con i parenti in vita e si<br />

recava spesso a pregare sulle tombe di<br />

quelli defunti. Prendeva nota di tutto.<br />

Scriveva il nome e le età di ogni figlio e<br />

nipote dei cugini italiani per poi, appena<br />

rientrato in Argentina, poterli riferire<br />

con esattezza ai fratelli Lita e Raoul”.<br />

Don Lorenzo, compiute le scuole primarie<br />

fino al sesto grado, nel 1940 fu<br />

accolto da don Giuseppe Montagna alla<br />

cittadella della carità del Piccolo Cottolengo<br />

a Claypole (Buenos Aires). Nel<br />

collegio di San José fece il corso ginnasiale<br />

e il noviziato, concluso con l’emissione<br />

dei primi voti l’11 febbraio 1945.<br />

Continuò a studiare e nel frattempo cominciò<br />

la sua missione come assistente e<br />

insegnante dei ragazzi bisognosi. Fu ordinato<br />

sacerdote nel 1955. Diventò vicedirettore<br />

all’Hogar “Torello” di Mercedes,<br />

vicario e animatore pastorale al Piccolo<br />

Cottolengo di Claypole; nel 1967 tornò<br />

al “Torello” come dirigente. Dal 1974 al<br />

1979 diresse scuola e parrocchia di General<br />

Lagos (Santa Fé); per un ventennio<br />

fu superiore generale della comunità di<br />

Villa Dominico (Buenos Aires) che comprendeva<br />

scuole primarie e secondarie.<br />

Divenne economo e collaboratore al<br />

Santuario d’Itati. Infine, nel 1996, tornò<br />

Ricordiamo don Giuseppe Ferrari<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

definitivamente al Piccolo Cottolengo,<br />

dove è spirato il 15 aprile <strong>2012</strong>. Don Lorenzo<br />

riposa nel cimitero della sua Congregazione,<br />

vicino alle tombe dei genitori.<br />

In foto don Marchi durante la sua ultima<br />

visita in Italia nel 2005: nella pagina<br />

accanto a Ferriere con i cugini Cassola e<br />

sopra accanto alla cugina Ada.<br />

12<br />

A pochi mesi dalla scomparsa ricordiamo don Giuseppe Ferrari, per tanti anni parroco<br />

a Farini, dove ha profuso le migliori energie a favore della comunità.<br />

13


ontagna<br />

Nostra<br />

Una nuova luce per Pertuso<br />

Pertuso, una delle nostre innumerevoli<br />

frazioni, posta ai piedi del monte<br />

Ragola, punto logistico di partenza per<br />

escursioni ai prati Grande e Mollo e lago<br />

Bino, centro di grandi bellezze ambientali<br />

in grado di esercitare una forte attrattiva<br />

per gli escursionisti e gli amanti della<br />

montagna, da diversi anni si caratterizza<br />

anche per singolari e forti azioni sociali<br />

ed economiche.<br />

Da numerosi decenni una consistente<br />

parte dei suoi cittadini è emigrata a Genova<br />

e a Piacenza, ma tutti conservano<br />

un forte legame con la terra d’origine.<br />

Da molti decenni i residenti hanno sviluppato<br />

il Comunello trasformandolo in<br />

una fonte di reddito. Inoltre dal 1975 è<br />

in funzione la Cooperativa monte Ragola<br />

che ancor oggi – per la caparbietà, l’intelligenza<br />

e la forte capacità imprenditoriale<br />

di Giovanni Cavanna, rappresenta<br />

una grossa realtà economica per tante famiglie<br />

del luogo. Da tempo il paese vive<br />

un clima di amicizia, di solidarietà e di<br />

grande ospitalità: la trattoria Cavanna, gli<br />

eredi dei pionieri del turismo locale Antonio<br />

e Pietro Cavanna,<br />

è il fulcro e<br />

il motore della vita<br />

sociale del paese.<br />

Da sabato 13 ottobre<br />

<strong>2012</strong> una nuova<br />

inziatica costituisce<br />

un’importante pagina<br />

della storia del<br />

paese: si è accesa<br />

una nuova luce,<br />

speranza per il futuro.<br />

Una centralina<br />

elettrica che produ-<br />

in priMo piano<br />

ce in modo intelligente e pulito energia<br />

elettrica è a servizio e a supporto della<br />

debole economia di zona. Una turbina<br />

di ultima generazione rappresenta la<br />

sintesi di anni di lavoro, di impegni, di<br />

speranze e di aspettative.<br />

Alle 15, alla presenza del presidente della<br />

Provincia Massimo Trespidi, del Sindaco<br />

Antonio Agogliati e di tutti i “pertusini”<br />

si è inaugurato un piccolo gioiello<br />

di innovazione tecnologica in grando di<br />

incidere in modo attivo sull’economia<br />

dei residenti.<br />

Descrizione dell’impianto<br />

Pertuso è caratterizzato da una straordinaria<br />

ricchezza d’acqua e da moltissimo<br />

tempo si è dotato di un acquedotto rurale<br />

gestito da un consorzio di residenti<br />

e villeggianti. L’acqua in eccesso che<br />

fuoriesce dal “troppo pieno” delle due<br />

vasche dell’acquedotto, viene raccolta in<br />

una nuova vasca costruita dalla società<br />

appena sorta e situata a 1.161 m. sul livello<br />

del mare. Attraverso una condotta<br />

<strong>completa</strong>mente interrata viene portata<br />

nella frazione in un locale appena e ap-<br />

positamente acquistato con un dislivello<br />

di 150 metri. Grazie a tale dislivello<br />

l’acqua genera una pressione di circa<br />

14 atmosfere e, attraverso una turbina<br />

di nuova generazione, produce energia<br />

che viene immessa in rete.<br />

L’intero impianto è stato progettato<br />

dall’ing. Aldo Galleti ed è stato realizzato<br />

dalla ditte Molinelli di Ponte dell’Olio<br />

e dalla Cooperativa Monte Ragola del<br />

luogo. Direttore dei lavori il geom. Matteo<br />

Cavanna.<br />

La storia<br />

La volontà e la determinazione di fare<br />

un salto di qualità nel contesto dell’economia<br />

del territorio trova concretizzazione<br />

domenica 26 dicembre 2009,<br />

quando un gruppo di Pertusini si riunisce<br />

nella trattoria per verificare la fattibilità<br />

dell’utilizzo dell’acqua eccedente<br />

il fabbisogno dell’acquedotto per la produzione<br />

dell’energia elettrica. Dopo altre<br />

riunioni, nell’assemblea pubblica del<br />

17 agosto 2011 si è deciso di procedere<br />

alla costituzione della società. Domenica<br />

11 marzo <strong>2012</strong>, a Piacenza, alla presenza<br />

del notaio Ferrerio, (assistito dal rag.<br />

Giorgio Ghittoni) 68 cittadini, legati a<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

vario titolo alla frazione, hanno costituito<br />

la “Pertuso Elettrica Srl”.<br />

Crediamo di poter affermare che domenica<br />

12 marzo rappresenti per l’alta Valnure<br />

un fatto epocale, sia dal punto di<br />

vista sociale (68 persone di una piccola<br />

frazione concordano e si ritrovano d’accordo<br />

per sviluppare il loro paese), sia<br />

dal punto di vista economico, perché la<br />

società appena formata dovrà essere di<br />

aiuto all’economia del territorio.<br />

La società ha la finalità di costruire e gestire<br />

la centrale idroelettrica. L’iter burocratico<br />

per l’inizio lavori ha vissuto anche<br />

momenti “difficoltosi” soprattutto legati il<br />

rilascio della concessione necessaria.<br />

Alcuni dati tecnici<br />

Portata media: 28 litri di acqua al secondo<br />

Potenza massima di 68 Kw per una produzione<br />

stimata di 290.000 Kwh all’anno<br />

Turbina Pelton automatica con generatore di<br />

potenza di 80 kW a 400 V.<br />

Il Consiglio di Amministrazione:<br />

Presidente: Matteo Cavanna<br />

Consiglieri:<br />

Giorgio Cavanna<br />

Testa Aldo<br />

Iselli Teresa<br />

Galleti Aldo<br />

14 Un ricco buffet, preparato dalle famiglie, ha chiuso la giornata... di speranza.<br />

15


ontagna<br />

Nostra<br />

A Stefano Bertuzzi il premio “Angil dal Dom”<br />

Stefano Bertuzzi, piacentino,<br />

ricercatore in America, sposato<br />

con Elena Bisagni e padre Davide<br />

e Celeste ha ricevuto il prestigioso<br />

premio “Angil dal Dom”.<br />

Il prof. Stefano Bertuzzi, 46 anni,<br />

è manager della ricerca sulle patologie<br />

neurologiche e mentali<br />

nell’amministrazione del presidente<br />

Usa, Obama.<br />

Si è fatto strada nel mondo, ma<br />

non dimentica le origini e chi gli<br />

ha dato la vita: papà Dante, scomparso<br />

da alcuni anni e per mezzo<br />

secolo nostro affezionato villeggiante<br />

e amico dei nostri monti<br />

che conosceva in modo particolareggiato,<br />

mamma Maria Pia Lodigiani,<br />

altrettanto affezionate frequentatrice<br />

del nostro paese.<br />

La stesso prof. Stefano, ospite anche<br />

quest’estate del capoluogo<br />

nell’appartamento famigliare di<br />

Casa Rossa, nel ricevere il premio<br />

ha citato “tra le cose belle” i momenti<br />

di lieto relax trascorsi fra<br />

noi. Omaggiamo questo pensiero<br />

pubblicando oltre la foto “ufficiale”<br />

scattata da Carlo Mistraletti durante<br />

la consegna del premio, anche<br />

un ricordo storico che ritrae la<br />

nonna Pasqualina e il papà Dante<br />

(a destra) in vacanza a Ferriere<br />

presso Mulino Boeri nel 1937 in<br />

occasione della prima Comunione<br />

di Lucia Moia e la mamma Maria<br />

Pia (prima a sinistra), in una classica<br />

uscita giornaliera sulla strada<br />

per Canadello.<br />

Ieri e oggi<br />

Monterosso ringrazia tutti coloro che<br />

hanno contribuito con un'offerta alla<br />

ricostruzione del paese, dopo la terribile<br />

alluvione dell'ottobre 2011. Su<br />

questo muro, che sarà <strong>completa</strong>mente<br />

rivestito di pietre incise con dediche<br />

e nomi dei tanti benefattori, compare<br />

anche il nostro coro “Le Ferriere”.<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Stiamo vivendo un periodo particolare, sembra di essere giunti ad un, seppur molto<br />

terreno, “giudizio universale” nel quale si odono pubblicamente i peccati e sono<br />

portati alla pubblica conoscenza i peccatori ma … manca del tutto il pentimento e la<br />

volontà di redenzione. Gli eletti non fanno uso ma abuso del mandato conferitogli,<br />

e lo fanno con tale sfacciataggine da convincerci addirittura abbiano le idee molto<br />

confuse in merito ai due termini “uso” e “abuso” e purtroppo non solo su questo. Chi<br />

và al mulino s’infarina, ma quando il macinato resta tutto sugli abiti degli avventori,<br />

è consumato, lavorato inutilmente. Spreco. Troppi “politici (?)” vivono speculando sul<br />

loro mandato. Ho scritto troppi, continuo a voler credere e sperare non siano tutti e<br />

vi spiego il perché:<br />

ormai molti anni fa, finite le scuole superiori, il mio comune di residenza aveva indetto<br />

un bando di concorso per un posto da impiegato. Ero eccitatissima all’idea di<br />

mettermi in gioco, tentare. La cosa mi faceva sentire finalmente adulta e responsabile:<br />

finalmente grande.<br />

Questo mio stato d’animo durò fino a che ne parlai a mio padre, allora vicesindaco,<br />

durò fino a che con calma mi fece capire quanto in realtà, vista la sua posizione, io<br />

fossi (se pur inconsciamente) piccola, immatura e irresponsabile per il solo aver pensato<br />

di voler partecipare a quel concorso.<br />

E’ stata una della più belle lezioni di vita che mi ha lasciato.<br />

L’impressione è che oggi, così come si confonde l’uso con l’abuso, si confonda anche<br />

l’onestà con la stupidità. E di tutto questo si è stanchi! Si è stanchi di veder interpretato<br />

il silenzio come assenso e la mancata partecipazione come disinteresse. Non c’è<br />

assenso ne’ disinteresse, al contrario c’è tanta rabbia, tanta indignazione e la paura di<br />

quel che, abbandonati gli argini, possono portare. Reputo molto grave non si capisca<br />

e non si tenga conto della necessità di un giusto risveglio delle coscienze. C’è un detto<br />

napoletano che mi sentirei di pronunciare come consiglio a ciascuno di lor signori<br />

“Statte accuorto, l’acqua è poca e a papera nun galleggia”. Paola<br />

16 17


ontagna<br />

Nostra<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

61° Festa Granda degli Alpini a Ferriere Il capoluogo invaso da migliaia di penne nere<br />

Sabato 15 e Domenica 16 settembre<br />

a Ferriere si è tenuta la 61° Festa<br />

Granda degli Alpini. Questo Raduno<br />

delle Penne nere denominato Festa<br />

Granda viene organizzato ogni anno in<br />

un diverso Comune della provincia e<br />

raccoglie le adesioni di tantissimi Alpini,<br />

provenienti dai vari gruppi provinciali<br />

ma anche dalle altre regioni limitrofe.<br />

L’inaugurazione dell’evento si è tenuta<br />

sabato pomeriggio con il ricevimento<br />

delle autorità da parte dell’amministrazione<br />

comunale, le cene riservate agli<br />

ufficiali ed alle personalità presenti e lo<br />

spettacolo dei cori. Si sono esibiti il Coro<br />

A.N.A. Valnure, il Coro Alpino Val Tidone<br />

ed il locale Coro Le Ferriere. Domenica<br />

mattina gli Alpini sono intervenuti<br />

in grande numero, circa duemila, radunandosi<br />

presso il monumento ai caduti<br />

per la cerimonia dell’alzabandiera e la<br />

deposizione di una Corona in memoria<br />

dei caduti delle due guerre mondiali. Da<br />

qui la fanfara della Brigata Taurinense<br />

ha guidato la sfilata per le vie del paese,<br />

seguita in parata da una rappresentanza<br />

degli Alpini in armi, dai gonfaloni dei<br />

Comuni, dai Vessilli decorati con le medaglie<br />

al valor militare, dai gagliardetti<br />

dei Gruppi Alpini, dagli oltre 20 Sindaci<br />

della Provincia intervenuti, dalle alte cariche<br />

dell’esercito, dalla Banda Alpina di<br />

Pontedell’olio e da tutti i gruppi Alpini<br />

presenti. Non sono mancate le curiosità<br />

a disposizione del pubblico intervenuto<br />

per salutare le penne nere, come<br />

i 3 muli presenti, simbolo di caparbietà<br />

e di forza fisica, che venivano utilizzati<br />

in passato dagli Alpini per i difficili trasporti<br />

di montagna. Presenti nella Sfilata<br />

anche una rappresentanza dei volontari<br />

Alpini della Protezione Civile e del Club<br />

Alpino Italiano. Alla fine del corteo, con<br />

orgoglio, ha sfilato il Gruppo Alpini di<br />

Ferriere che ha organizzato la manifestazione<br />

in collaborazione con<br />

il Comune e la Sezione di Piacenza.<br />

Era dal 1975 che non si teneva<br />

la Festa Granda nel Capoluogo<br />

dell’alta Val Nure. Il lungo Corteo<br />

ha raggiunto piazza delle Miniere<br />

18<br />

e tutti i partecipanti si sono schie-<br />

Antonio Barbieri di Pomarolo, 90 anni, il più<br />

“vecio” dei nostri vecchi alpini, riceve una targa<br />

dal col. Rossi, originario di Ciregna.<br />

19<br />

rati per prendere parte alla Messa<br />

Solenne al campo, celebrata da Antonio<br />

Lanfranchi, Arcivescovo di Modena<br />

Nonantola, originario di Grondone.<br />

Sua Eminenza, nell’ omelia ha ricordato<br />

quanto gli Alpini siano importanti nella<br />

nostra società, perché sempre pronti e<br />

disponibili ad aiutare il prossimo, ponendo<br />

l’accento sui recenti interventi<br />

degli Alpini in occasione del terremoto<br />

in Emilia. Al termine della messa il Presidente<br />

Provinciale degli Alpini Bruno<br />

Plucani, il Capogruppo di Ferriere Luigi<br />

Malchiodi ed il Sindaco di Ferriere<br />

Antonio Agogliati hanno salutato tutte<br />

le autorità presenti e tutti gli Alpini intervenuti<br />

ringraziando per avere contribuito<br />

con la loro presenza alla riuscita<br />

della manifestazione. Infine si è tenuta<br />

la cerimonia del passaggio della stecca<br />

dal Gruppo di Ferriere al Gruppo di Podenzano,<br />

il quale organizzerà la Festa<br />

Granda nel 2013. Dopo il “Rompete le<br />

righe” si è passati al momento conviviale<br />

allietato dai vari punti di ristoro a base di<br />

specialità della tradizione culinaria piacentina.<br />

Tutti i Ristoranti del paese erano<br />

a disposizione con i loro menù tricolori,<br />

supportati dagli stand gastronomici della<br />

Pro Loco di Ferriere e del Gruppo Alpini<br />

di Carpaneto. Nel pomeriggio si sono<br />

susseguite esibizioni e Carosello della<br />

Fanfara della Brigata Taurinense e delle<br />

Majorette.<br />

Gianelli Riccardo<br />

Il medico Sabri con l’alpino Carlino di Costa<br />

Curletti. Sabri ha indossato il cappello in<br />

onore dei “veri alpini” e in particolare ricordando<br />

l’amico Sandrino Bergonzi scomparso<br />

da pochi mesi.


Classe 1952<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Ritrovi di Coscritti<br />

Classe 1937<br />

Classe 1957<br />

Classe 1994<br />

Classe 1975<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Classe 1967<br />

20 21


ontagna<br />

Nostra<br />

Particolarmente intensa quest’anno l’attività del Coro “Le Ferriere”<br />

Note di Primavera, il concerto del 21<br />

aprile ha aperto, come ogni anno,<br />

l'estate musicale. Il coro dei bambini “Le<br />

Verdi Note” diretto da Lucia Rossi ha<br />

meritato i primi scroscianti applausi del<br />

pubblico con i brani: Ci vuole un fiore e<br />

Come Follow Me. Ospite della serata il<br />

Coro ANA Valnure diretto dal M° Gianrico<br />

Fornasari che ha proposto brani della<br />

tradizione delle nostre vallate e canti dei<br />

nostri alpini. Nella seconda parte della<br />

serata il Coro Polifonico “Le Ferriere” ha<br />

proposto numerosi brani del proprio repertorio.<br />

Molto applausi soprattutto per:<br />

“Io Vagabondo” e “Che sarà” su arrangiamento<br />

del M° Massimiliano Pancini.<br />

Il Concerto d'Estate del 17 agosto ha<br />

avuto una grande presenza di pubblico.<br />

Per l’occasione le “coriste” hanno sfoggiato<br />

un nuovo look: una graziosa casacca<br />

color salmone, mentre i “coristi”<br />

dovranno atttendere momenti migliori...<br />

per la cassa. Il programma proposto<br />

è stato ricco ed ha spaziato dai brani<br />

della tradizione a quelli più moderni.<br />

La Presidente del Coro ha ringraziato i<br />

presenti per il calore e gli applausi che<br />

hanno accolto i i vari canti e i coristi per<br />

l'impegno e il contributo che ogni anno<br />

sanno dare all'estate ferrierese.<br />

“Consentitemi - ha detto al pubblico<br />

presente - di abbracciare affettuosamente<br />

i veterani di questa corale Bocciarelli<br />

Antonio e Vanini Dino per la loro<br />

continua e importante presenza”. Il 19<br />

agosto la corale ha riproposto lo stesso<br />

repertorio nella chiesa di Centenaro<br />

per una serata benefica. Le offerte sono<br />

state donate alle Suore gianelline per il<br />

progetto del reparto di Maternità di un<br />

ospedale nel Congo. Suor Maurizia Pradovera,<br />

assistente della Madre generale<br />

ha ringraziato il Coro sottolineando<br />

come: “La musica e il canto sono il segno<br />

della bellezza e della sinfonia della<br />

Trinità ed è bello usare i doni ricevuti<br />

anche per fare il bene. Grazie di cuore a<br />

te e a tutto il gruppo a nome di tutte le<br />

Figlie del Gianelli sparse per il mondo”.<br />

L’attività del Coro è continuata con un<br />

simpatico concerto a Pertuso.<br />

E poi la partecipazione al Concerto che<br />

ha preceduto la FESTA GRANDA dedicata<br />

agli alpini. Il 21 settembre, su invito<br />

del Coro Montenero, il gruppo corale ha<br />

partecipato a Ponte dell'Olio alla Rassegna<br />

“Cantare in Coro”.<br />

Tutto non finisce qui; al Coro spetta per<br />

i prossimi mesi, ancora tanto lavoro.<br />

Lucia De Micheli.<br />

Questa estate il consiglio della Croce Azzurra ha accettato con rammarico le<br />

dimissioni del presidente Paolo Barbieri, che tanto ha dato alla nostra associazione<br />

in questi anni; la sua carica infatti ha visto importanti cambiamenti<br />

in virtù dell’adeguamento al soccorso sempre più moderno e collaborativo al<br />

118 provinciale, il tutto sempre svolto con la piena e solidale collaborazione di<br />

tutto il Direttivo e di tutti i militi.<br />

Facciamo tanti auguri di buon lavoro al nuovo presidente Stefano Boeri.<br />

Ricordiamo inoltre che alcuni nostri bravi militi sono partiti a sostegno delle<br />

popolazioni terremotate dell’Emilia per dare il loro prezioso aiuto: Lisa Dra-<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Sabato 23 agosto presso l'aula consigliare del Comune di Ferriere ,il Sindaco Antonio<br />

Agogliati ha presentato al pubblico un volume che raccoglie fotografie e articoli<br />

giornalistici degli eventi più significativi e dei concerti della corale ferrierese dal suo<br />

nascere fino all'anno 2008.<br />

Il Sindaco ha espresso sentimenti di gratitudine ai coristi, al maestro Massimiliano<br />

Pancini e alla Presidente Lucia De Micheli per l'attività svolta in questi anni , per il<br />

continuo impegno e desiderio di mantener viva la tradizione del “cantare insieme”<br />

che in montagna ha anche un valore sociale. La Presidente, a nome anche del gruppo,<br />

ha ringraziato il Sindaco e l'Amministrazione comunale per il concreto sostegno a favore<br />

della corale. Il Sindaco ha poi offerto nell'ex sala consigliare un ricco rinfresco.<br />

Il volume è stato regalato al pubblico presente e la corale ne farà dono a chi ne faccia<br />

richiesta.<br />

Concerto lirico “Gino Del Forno”<br />

Il campanile della chiesa suona le 23: il clima è ideale perchè la gente che esce dal<br />

concerto lirico si possa soffermare a commentare: ”Che bravi! Che stupenda serata!<br />

Che emozioni!”. Il concerto che ogni anno si tiene nella prima settimana di agosto<br />

in memoria del tenore L. Del Forno, è appena terminato.<br />

Don Giuseppe all'inizio della serata, ha ricordato il tenore scomparso, ma sempre<br />

vivo nella memoria di tutti.<br />

A seguito dei tristi eventi che hanno sconvolto la comunità ferrierese è stato difficile<br />

rompere quel silenzio che gravava sul paese. “Accomunati dalla stessa tristezza non<br />

troviamo le parole adatte - ha detto la Presidente del Coro - per salutarci con l’entusiasmo<br />

che ci ha sempre animato”. Insieme ora ricordiamo Annalisa con un minuto di<br />

silenzio e poi il canto della dolcissima AVE MARIA di Cuccini cantata dal soprano<br />

Susie Georgiadis Tanta, tanta bella musica con un cast delle grandi occasioni. Lunghi<br />

applausi hanno accompagnato ogni volta i vari brani presentati con tanta competenza<br />

da Bertolotti. Una serata veramente da non dimenticare.<br />

Per il secondo anno il coro “Le Ferriere”<br />

ha organizzato brevi concerti<br />

nel tardo pomeriggio, al termine della<br />

S. Messa nella chiesa parrocchiale<br />

di Ferriere.<br />

Il 16 agosto la nostra brava ed apprezzata<br />

Eva Randazzo si è esibita<br />

all'arpa con brani molto impegnativi<br />

e di grande coinvolgimento emotivo.<br />

Alla fine dei brevi concerti, il Coro ha<br />

offerto l’aperitivo ai presesenti.<br />

ghi, Mirco Bergonzi, Alessandro Draghi, Marco Andrea Bonizzi.<br />

22 23


ontagna<br />

Nostra<br />

L’ultimo sole di.....<br />

primavera.<br />

Una panchina per<br />

un salutare relax<br />

Dune ha concluso felicemente l’annata del <strong>2012</strong> e si prepara per il 2013<br />

con un nuovo programma.<br />

Per il prosieguo dell’attività c’è bisogno del tuo contributo.<br />

Ti potrai informare presso i delegati addetti telefonando ai numeri:<br />

338 7878158<br />

349 6074883<br />

Improvvisati<br />

cantori, sempre<br />

disponibili ad<br />

allietare diverse<br />

occasioni di<br />

incontro.<br />

Quando si “scartocciava la melica”<br />

Sono le 9 di sera. Sull’area di Secondo,<br />

a Casaldrino, ci siamo tutti. Al centro<br />

dell’aia campeggia un bel mucchio<br />

di pannocchie da scartocciare e tutt’intorno<br />

sono collocati dei tronchi d’albero<br />

che serviranno per sedersi. Si comincia<br />

a scartocciare la melica. Le pannocchie<br />

vengono liberate dalle brattee che serviranno<br />

per confezionare materassi. Si lavora<br />

con entusiasmo, con abilità e non ci<br />

si accorge che il tempo passa.<br />

Poi qualcuno intona una canzone: “mai<br />

più non canto, mai più non ballo perché<br />

il mio amore l’è andà a soldà…” a cui<br />

tutti si uniscono.<br />

A mezzanotte tutto è finito. Le pannocchie<br />

gialle scartocciate sono là, sulla<br />

“bena”, la slitta che serve per portare il<br />

concime dalla stalla ai campi. Il giorno<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

dopo saranno stese su una coperta e<br />

messe al sole a seccare per poi essere<br />

“sgranate”.<br />

“Domani sera dove si và?”, chiede uno.<br />

“Dalla Nella”, risponde un altro.<br />

Il rito si ripete ogni sera, fino all’ultima<br />

pannocchia.<br />

Silvana Ballerini<br />

Ricordiamola<br />

Garilli Maria in Sartori<br />

E’ successo tutto all’improvviso,di notte; senza<br />

alcuna spiegazione, si è addormentata lì nel<br />

suo letto vicino a suo marito, il suo complice di<br />

sempre l’ha voluto vicino anche nel momento<br />

più difficile della vita: la morte. E’ sempre stata<br />

una donna forte mia nonna, determinata e<br />

indaffarata, impegnata in mille e più faccende<br />

che sempre portava a termine con successo;<br />

premurosa e presente con i figli e i nipoti sia<br />

nelle gioie che nelle difficoltà, e sempre disponibile<br />

con chiunque avesse bisogno del suo<br />

aiuto. In tutto quello che faceva si percepivano<br />

la spontaneità, la semplicità, e la gioia di fare;<br />

doti queste che le hanno permesso di vivere la<br />

sua vita intensamente nella quotidianità, apprezzando<br />

al meglio anche le più piccole cose. Mia nonna è stata e sarà sempre un<br />

esempio per me e per chi l’ha conosciuta: sono certo che nel suo piccolo sia stata<br />

capace di lasciare una parte di sé in ognuno di noi.<br />

24 Grazie nonna Sara e Simone<br />

25


ontagna<br />

Nostra<br />

Ferriere<br />

Natale: riscopriamo il valore della famiglia.<br />

La famiglia è in crisi<br />

Il Natale ci riporta tutti nel calore della famiglia dove siamo nati e cresciuti, ma oggi<br />

non è più così. Oggi la famiglia è in crisi ed il rischio è grande. Eppure la famiglia<br />

è lo scheletro della società occidentale, laica o cristiana che sia, perché l’impianto<br />

famiglia è naturale. Non serve solo ai credenti, ai laici, ai politici, ai sociologi e a tutti<br />

coloro che sperano nei figli come continuatori di vita.<br />

E’ una struttura così importante, indispensabile, solidissima, che ora ci permettiamo<br />

di bistrattare – cancellare anche se comunque sta ancora in piedi. Struttura che è<br />

alla base della società, ma che suppone fondamenta di cemento armato e sbarre di<br />

acciaio, di valori forti e chiari senza i quali anche il cemento armato non durerebbe.<br />

Quando ci si “innamora” non c’è difficoltà che tenga, ma poi l’amore umano è debole<br />

– fragile, si stanca. Solo con la forza di Colui che è la sorgente dell’amore si può<br />

andare avanti.<br />

A tutti Buon Natale e un felice 2013!<br />

Don Giuseppe<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Papa Benedetto ha indicato dieci vie per crescere nell’Amore:<br />

- Mantenere un costante rapporto con Dio nella preghiera; - Coltivare il dialogo;<br />

- Rispettare il punto di vista dell’altro; - Essere pronti al servizio;<br />

- Essere pazienti con i difetti altrui; - Saper perdonare e chiedere perdono;<br />

- Superare con intelligenza ed umiltà gli eventuali conflitti; - Concordare gli orientamenti<br />

educativi; - Essere aperti alle famiglie, attenti ai poveri, responsabili nella<br />

comunità civile.<br />

Ma Padre Antonio Mazzi nell’incontro sulla famiglia si è chiesto<br />

Cos’è l’Amore oggi<br />

Cos’è l’amore oggi? Cos’è il corpo oggi? Essere uomo, donna bambino, appartenere<br />

un amore sconfinato, unico, profondo, esclusivo, nella buona e nella cattiva sorte,<br />

lo può fare solo un credente praticante o anche un “cercatore di credenze vere, di<br />

verità profonde”? La sofferenza, l’incomprensione, la diversità, la parità dei diritti e dei<br />

doveri, fa ancora parte del basamento, dello zoccolo duro della famiglia?<br />

E chi sbaglia, o ha creduto in un’esperienza d’amore che poi si è manifestata perdente,<br />

deve vivere in fondo al colonnato del duomo? I sacramenti per chi li desidera,<br />

anche se “peccatore”, vanno negati in attesa di una sentenza che per il Vangelo è già<br />

stata risolta positivamente, o i preti arriveranno solo e sempre a una benedizione e<br />

mai a un’assoluzione?<br />

Il dono dell’amore è naturale prima che essere cristiano e battezzato, oppure è solo<br />

dentro le mura del tempio che l’amore vince, con tutte le regole predefinite? Potrà,<br />

in questi anni, la Chiesa dimenticare di essere Chiesa, per diventare madre, ancella,<br />

porta, sorella, consolazione, serenità, semplicità?<br />

Lavorando nel mondo in cui lavoro, ho capito quanto ci siano voglia e bisogno di<br />

Dio anche da parte di coloro che si dicono credenti ma non praticanti. E cogliendo<br />

un’altra pagina del Vangelo, ho capito che la Chiesa può seminare l’amore vuoi sul<br />

terreno buono, vuoi tra gli sterpi, vuoi tra i sassi. E su alcune disposizioni, non sarà<br />

che anche la Chiesa dovrà cambiare per essere più conforme all’amore misericordioso<br />

del Dio fatto uomo?<br />

Il cardinale Martini, l’uomo del dialogo, è uscito dai<br />

cosiddetti “valori non negoziabili” affrontando argomenti<br />

scomodi, per i quali è tabù parlare di comunione ai<br />

divorziati, contraccezione, accanimento terapeutico, ecc.<br />

Morendo diceva: “Vedo nella Chiesa di oggi così tanta<br />

cenere sopra la brace, che spesso mi assale un senso di<br />

impotenza. La Chiesa è rimasta indietro.<br />

Come si può liberare la brace dalla cenere in modo da<br />

far rinvigorire la fiamma dell’Amore?<br />

Un momento di partecipazione spontanea dei bambini alle celebrazioni festive.<br />

26 27


ontagna<br />

Nostra<br />

Felicitazioni!<br />

Stefanina Preli e Giulio Bergonzi<br />

si sono trovati con famigliari, parenti<br />

e amici per festeggiare il 50° di<br />

matrimonio. Tra i presenti monsignor<br />

Piero Bracchi, che il 29 settembre<br />

1962, a Gambaro, ha celebrato il loro<br />

matrimonio. Attraverso Montagna Nostra<br />

i festeggiati vogliono ringraziare<br />

il sacerdote per la sua vicinanza a<br />

tutti gli avvenimenti lieti e tristi della<br />

loro famiglia.<br />

Marianora Bergonzi<br />

mostra orgogliosa<br />

la nipotina Annalisa.<br />

Con loro il medico<br />

italo francese Renzo<br />

Manfredi.<br />

Grazie!<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Con il cuore in mano, grata<br />

e commossa, voglio ringraziare<br />

mia sorella Giulia e mio<br />

nipote Angelo, che vivono in<br />

America, per il meraviglioso<br />

dono ricevuto della carozzina<br />

elettrica, per me ormai indispensabile.<br />

Non ho parole, siamo separati<br />

dall’oceano, ma quando c’è<br />

amore non ci sono ostacoli e<br />

distanze. Mi sono sempre materialmente<br />

e moralmente vicini,<br />

ci sentiamo una volta alla settimana<br />

e per questo, malgrado<br />

le mie “disgrazie” mi sento fortunata e considerata. Grazie Giulia e grazie Angelo,<br />

che Dio vi benedica. Saluto anche la mia montagna e la “mia” classe del ‘50. Nina<br />

La radice della crisi<br />

Il gesuita Francesco Occhetta, sostiene che l’attuale crisi economica non è tanto<br />

questione di una crisi finanziaria, ma piuttosto di una crisi morale – spirituale – di<br />

valori.<br />

Afferma che l’Occidente sia colpevole di otto grandi peccati:<br />

1) Benessere senza lavoro (perché certi tipi di lavori nessuno li vuole fare), 2) Educazione<br />

senza morale, 3) Affari senza etica, 4) Piacere senza coscienza, 5) Politica<br />

senza principi, 6) Scienza senza responsabilità, 7) Società senza famiglia, 8) Fede<br />

senza sacrificio.<br />

Ricorda i valori della Costituzione italiana che ha un chiaro valore – madre, quello della<br />

“persona umana” e nove principi fondamentali che la proteggono e gli danno vita:<br />

1) Principio democratico, “la sovranità appartiene al popolo”<br />

2) Principio personalistico “pieno sviluppo della persona umana” (art.3)<br />

3) Principio pluralista che promuove le comunità intermedie tra individuo e stato (famiglia,<br />

partiti, sindacati, associazioni come strumenti dello sviluppo della persona)<br />

4) Principio del lavoro<br />

5) Principio della solidarietà<br />

6) Principio dell’uguaglianza sia di fronte alla legge sia nella società<br />

7) Principio dell’autonomia<br />

8) Principio di laicità che comporta la distinzione tra Stato e Chiesa, la loro reciproca<br />

autonomia e collaborazione<br />

9) Principio pacifista, con cui si ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà.<br />

28 29


ontagna<br />

Nostra<br />

Estate <strong>2012</strong> a Ferriere<br />

Quando l’ho sentita ho pensato: siccome sono un ‘forestiero’ vogliono divertirsi<br />

alle mie spalle; infatti la notizia era di quelle paradossali: a Ferriere erano arrivate<br />

le dune! D’accordo che l’estate era molto calda e secca ma trovarsi in mezzo al<br />

Sahara mi sembrava un po’ eccessivo; ed invece ho dovuto ricredermi, le Dune erano<br />

veramente giunte in quel di Ferriere, anche se non erano quelle gobbe di sabbia<br />

desertiche a cui automaticamente pensiamo quando sentiamo questo sostantivo; ma<br />

che soffiassero con l’impetuosità del ghibli non c’era dubbio.<br />

Grazie all’iniziativa di alcuni giovani, dei commercianti, dell’amministrazione comunale<br />

e della proloco e con la collaborazione nelle manifestazioni di abitanti e villeggianti<br />

il paese ha vissuto un periodo estivo indimenticabile; veramente se il clou è stato<br />

il mese di agosto, anche nei mesi precedenti le Dune hanno lavorato intensamente<br />

organizzando gite tematiche, alla domenica, in cui si sono ricordati i mestieri, ormai<br />

persi, ma che non devono uscire dalla memoria, alternate ad escursioni nei luoghi<br />

più suggestivi che circondano Ferriere: in successione, accompagnati da esperti, si<br />

sono visitate le vecchie miniere di ferro e di rame apprezzando l’allestimento del piccolo<br />

museo delle ferriere; abbiamo fatto esperienza con le risorse ittiche; siamo andati<br />

al vecchio mulino di Pertuso ed abbiamo assistito alla preparazione della farinata; una<br />

esposizione di vecchi attrezzi agricoli all’interno di una antica abitazione contadina ci<br />

ha riportato indietro nel tempo quando il lavoro in campagna spezzava la schiena; a<br />

Toazzo si è ammirato l’intenso lavoro che le api effettuano per fornirci il miele; a Perotti<br />

l’invitante profumo del pane, cotto con l’arte delle antiche usanze, ha preceduto<br />

la sua altrettanto appagante degustazione; abbiamo risalito le pendici del monte Nero<br />

con le sue impronte glaciali; abbiamo raggiunto i laghi Moo e Bino nei pressi dei quali<br />

è possibile rintracciare delle rare specie di piante carnivore ed ammirare, sulla superficie<br />

del Bino, la<br />

fioritura delle ninfee;<br />

in mountain<br />

bike, divisi per capacità,<br />

si è scorazzato<br />

per i sentieri;<br />

una sera alle pendici<br />

dell’Albareto<br />

ci siamo estasiati<br />

nell’ammirazione<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

della volta celeste con l’ausilio di un telescopio; sotto la cima del monte Carevolo<br />

si sono ripercorsi gli itinerari utilizzati dai contrabbandieri; a Gambaro il castello dei<br />

Malaspina ci ha ospitati per un tuffo nei secoli passati con la narrazione delle trame<br />

ordite per la supremazia tra signorotti del luogo; i frutti del sottobosco, mirtilli, more,<br />

lamponi hanno fatto da contorno ad un’altra uscita; la cascata del Lardana, sebbene<br />

con poca acqua, si è fatta ammirare nel suo ambiente suggestivo; il maestoso ed elegante<br />

volo dei rapaci ha catturato i nostri occhi.<br />

Quanto sopra tutte le novità; ma oltre a queste, sempre con la collaborazione di<br />

Dune, si sono svolte le tradizionali manifestazioni: in agosto le passeggiate condotte<br />

da Sergio Ravoni che permettono ogni anno di conoscere e riscoprire il territorio dei<br />

monti liguri-piacentini; la fiera di san Giovanni; la festa in quota; la festa delle fragole;<br />

la bellissima festa provinciale degli alpini; a fera de’ bestre; e per la prima volta la festa<br />

d’autunno organizzata dal comune. Inoltre le folcloristiche manifestazioni di Casa<br />

Montagna che danno come sempre un tocco di internazionalità al paese.<br />

Ma, come accennavo sopra, il top si è raggiunto nel mese di agosto; tutti i giorni grazie<br />

a degli animatori veramente eccellenti, si avevano a disposizione, e gratuitamente,<br />

corsi di ginnastica: al mattino pilates ed al pomeriggio zumba; animazione per i<br />

bambini, gare di carte e, tutte le sere, spettacoli di varietà a cui talvolta partecipavano<br />

anche alcuni tra le centinaia di spettatori che accorrevano entusiasti ed applaudenti<br />

alle esibizioni.<br />

Spero di non essermi dimenticato niente e nessuno; nel caso faccio ammenda già da<br />

ora; non è facile ripercorrere il periodo estivo tenendo a mente tutto quanto.<br />

Mi auguro che questa iniziativa sia la prima di tante lungo gli anni a venire; un ringraziamento<br />

a tutte le persone che si sono prodigate per allietare, riuscendoci in maniera<br />

superba, l’estate.<br />

A proposito, cosa<br />

significa Dune? Per<br />

i pochi che ancora<br />

non lo sapessero<br />

l’invito è di venire a<br />

trovarci; saranno tutti<br />

lieti di accogliervi<br />

e svelarvi il ‘segreto’.<br />

Franco Leoni<br />

Carlo Scrocchi e<br />

Antonio Draghi:<br />

I fratelli Chiara e<br />

un incontro per<br />

Andrea Faccin in va-<br />

30<br />

ricordare un comune<br />

passato.<br />

canza a Ferriere con<br />

le loro famiglie.<br />

31


ontagna<br />

Nostra<br />

Insieme da 30 anni<br />

Si sono sposati nel 1982, e oggi, a distanza di 30 anni, hanno voluto ricordare l’importante<br />

tappa di vita, assistendo alla messa e con un momento conviviale al Bar<br />

Barbara. Auguri!<br />

Anche quest’anno l’Amministrazione<br />

e la Parrocchia hanno<br />

celebrato in modo ufficiale<br />

la ricorrenza del 4 novembre.<br />

Un bellissimo incontro fra amici<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Un incontro fra amici è sempre un bel dono sia da parte di chi lo organizza che<br />

di chi lo riceve. Una testimonianza d'affetto, di attenzione, di condivisione che<br />

arricchisce le relazioni parentali di nuovi affetti, per cui non ci si sente mai soli.<br />

Se poi l'occasione dell'incontro scaturisce dal desiderio di festeggiare un compleanno<br />

diventa maggiormente significativa. Il 28 ottobre u.s. ci siamo riuniti in tanti amici a<br />

Rompeggio per festeggiare il compleanno di Danilo, il “nostro” farmacista. Una<br />

giornata particolare in cui fiocchi di neve venivano quasi subito cancellati da sporadici<br />

raggi di sole che illuminavano i colori autunnali in uno scenario di diversità naturali<br />

che rendevano ancora più veri gli auguri espressioni di esperienze diverse per cui<br />

ciascuno aveva un grazie particolare da porgere al festeggiato.<br />

Il grazie di tanti amici, il grazie di tutti i montanari che nel loro farmacista trovano<br />

sempre la competenza di un consiglio professionale, la disponibilità a risolvere i problemi<br />

della lontananza col recapito delle medicine a domicilio, l'umanità nel condividere<br />

i momenti di dolore con la sensibilità di misurare le parole per non suscitare<br />

false speranze, ma nello stesso tempo donando una sua partecipazione che consola.<br />

Auguri Danilo dai tanti amici e dai montanari ferrieresi che ti stimano e ti vogliono<br />

bene. Dina<br />

Congratulazioni<br />

Ian Postuma ha conseguito<br />

la Laurea Magistrale<br />

in Fisica Nucleare all’università<br />

degli studi di Pavia<br />

il 29 febbraio <strong>2012</strong> con una<br />

Tesi sperimentale in Fisica<br />

Biomedica dal titolo: “A<br />

Neutron Autoradiography<br />

Method to Measure 10B in<br />

Biological Samples Applied<br />

to BNCT of Osteosarcoma”<br />

con relatore la Dott.ssa Silva<br />

Bortolussi. Lo studio si<br />

basa sulla ricerca di nuove<br />

molecole da utilizzare nell’innovativo trattamento BNCT (Boron Neutron Capture<br />

Therapy) per la cura dei Tumori. In attesa del bando per un posto nel dottorato<br />

di ricerca in Fisica, Jan lavora a Milano in una azienda di rating finanziario (Cerved<br />

Group), dove ho costruito e cura un portale internet per le attività interne<br />

32<br />

Un grazie all’Amministrazione comunale che dopo tanti anni ha provveduto a<br />

lavori di manutenzione straordinaria in numerosi cimiteri del Comune presentandoli<br />

per le festività dei Santi puliti ed ordinati.<br />

all’azienda.<br />

33


ontagna<br />

Nostra<br />

Giuseppe Raggi, 90 anni, una tappa raggiunta<br />

in salute anche per le premurose attenzioni<br />

della figlia Mariuccia e del genero<br />

Ivano.<br />

Francesco Bergonzi, Chicco, mentre<br />

serve nel suo Ristorante. Un plauso a<br />

Chicco, che - pur lavorando - ha raggiunto<br />

il diploma di scuola superiore<br />

frequentando con volontà le serali.<br />

Il Bar, luogo di incontro e di relax per ferrieresi e villeggianti.<br />

Ricordiamola<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Quagliaroli Ida ved. Cassinari<br />

n. 16.04.1919 - m. 23.10.<strong>2012</strong><br />

Ida, una santa di casa nostra, che ha vissuto,<br />

come tante altre nostre madri per il bene della<br />

sua famiglia. Nata a Canadello, vissuta prima<br />

nella frazione e poi nel capoluogo, sposa di Bertino<br />

Cassinari, ha affrontato un cammino terreno<br />

irto di difficoltà e con pazienza, umiltà,<br />

fede e tanta buona volontà ha superato gli ostacoli<br />

che ogni periodo della sua vita le ha posto<br />

sulla strada. Supplente postina, Ida affrontava<br />

giornalmente i sentieri disseminati sul territorio<br />

per recapitare la posta fino a Cattaragna.<br />

Una cosa più facile da dirsi che da farsi che solo<br />

un fisico forte e disposto ad ogni tipo di fatica<br />

poteva affrontare. Ida ha cresciuto e curato la<br />

famiglia, ha partecipato alla vita sociale della<br />

parrocchia assumendosi responsabilità, incarichi e lavori di manovalanza: la ricordiamo<br />

come “priora” a coordinare le massare addette alla pulizia della chiesa.<br />

Colpita da lutti che segnano nel profondo del cuore, come la morte prematura del<br />

figlio Piero e della cara nipote Simona, Ida ha saputo vivere “senza pesare” ma<br />

con la fortuna di essere curata assistita con tanto amore sino all’ultimo respiro<br />

dal figlio Angelo. Riposa nel nostro cimitero.<br />

Ricordiamo Sandrino<br />

Bergonzi, scomparso<br />

da alcuni mesi, amico<br />

buono e sempre sorridente,<br />

in un momento<br />

di relax accanto alla<br />

moglie Mariuccia, alla<br />

cognata Rita e alla<br />

nipote Bianca.<br />

34 35


ontagna<br />

Nostra<br />

Festa dei nonni<br />

canadello<br />

Abbiamo festeggiato i nonni il due di ottobre. Il calendario cristiano in quella data<br />

ricorda gli angeli custodi. E certo questi nonni che al mattino presto ricevono un<br />

bambino ancora addormentato e infagottato nelle coperte perché la mamma e il papà<br />

vanno al lavoro, che spingono passeggini, raccolgono giocattoli, asciugano lacrime e<br />

nasetti gocciolanti, vigilano su una febbre e tengono d’occhio prese di corrente, spigoli<br />

e minacce varie, sono davvero “custodi” come angeli per i loro nipotini. L’hanno<br />

già fatto anni prima, certo meno provati, perché allora la schiena non doleva e le ossa<br />

erano meno pesanti. Tutti sanno quanta energia ci vuole a tenere dietro alle esplorazioni<br />

dei piccoli, al gattonare e al camminare, alla smania di mettersi tutto in bocca,<br />

a tirare via da una vetrina o a distogliere da un capriccio. I nonni rendono partecipi<br />

i piccoli di un mondo speciale: c’è ancora il nonno che cura l’orto, che taglia un<br />

pezzo di legno, aggiusta una macchinina e fa sembrare straordinarie le azioni abituali.<br />

C’è ancora la nonna che impasta la torta e lascia fare una tortina a parte al suo piccolo<br />

assistente dalle mani impiastricciate e appiccicose, che ricorda filastrocche per<br />

far chiudere gli occhi quando è ora del riposino. I piccoli diventano grandi e il loro<br />

mondo si allontana. I nonni ancora infilano nelle tasche dei jeans dei nipoti cresciuti<br />

mancette per le diverse circostanze. Non hanno più altro da dare per fare sentire un<br />

affetto che dura. Finché un giorno gli angeli custodi dell’infanzia depongono davvero<br />

le ali e mostrano la loro fragile umanità.<br />

Quando i nonni non sono più angeli, ma umanità sguarnita, bisognosa, qualche volta<br />

difficile, talvolta capricciosa, persino la parola “nonno” cambia tono e significato; diventa<br />

quasi un insulto, quasi peggio del dire “vecchio”, perché almeno la vecchiaia è<br />

da un dato di fatto, un’età della vita di cui nessuno è colpevole, ma “nonno” diventa<br />

un legame tagliato, una sorta di svilimento della persona. Non c’è festa che tenga se<br />

la parola “nonno” non viene pronunciata all’interno di un affetto che dura nel tempo,<br />

quello di chi sa rendere un po’ della cura ricevuta. E non cresce nei nipoti se non è<br />

preceduto da quello dei figli.<br />

Allora i nonni restano “i nonni”,<br />

custodi della nostra più preziosa<br />

memoria anche quando la loro<br />

vacilla.<br />

Valeria Boldini<br />

I nonni, veri angeli custodi dei<br />

nipotini.<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

" ROCCA DELLA CROCE "<br />

una nuova croce per un futuro migliore<br />

In un tempo caratterizzato da incertezze e paure come quello che stiamo vivendo<br />

oggi, può essere utile e procurare un pò di sollievo fare ricorso alla memoria di<br />

un tempo passato, in cui ritrovare valori e certezze oggi inesistenti.<br />

Proprio quest'estate è stata collocata sull'altura che domina il paese, chiamata da tempo<br />

immemorabile "Rocca della croce", una croce nuova di zecca,realizzata dalle abili<br />

mani di Draghi Valentino e sistemata con perizia da Bonfiglio Preli, coadiuvato dal<br />

nipote Fabio. Per la sua inaugurazione non sono state predisposte cerimonie ufficiali<br />

con tanto di taglio del nastro; come è nostra consuetudine abbiamo preferito affidare<br />

il compito di festeggiare l'avvenimento ai nostri giovanissimi rappresentanti,Arianna,<br />

Davide, Ester, Francesco, Mirian e Silvia, i quali si sono recati sul luogo con spirito<br />

gioioso e spensierato, consumando una veloce merenda.La presenza di questi giovani<br />

non è stata casuale, ma voluta in quanto essi rappresentano la speranza per<br />

un futuro migliore.<br />

Del resto, come ci ricorda la nostra dinamica Esterina Preli, autentica memoria del<br />

passato storico di Canadello, esiste una tradizione legata alla Rocca della croce, risalente,<br />

a suo giudizio, a circa 150 anni fa. A quei tempi era usanza praticare,nel mese<br />

di maggio, il cosiddetto "ufficio della campagna", una celebrazione religiosa propiziatoria<br />

che consisteva nel benedire le croci, con tanto di processione nel paese, croci<br />

che venivano poi sistemate nei campi<br />

seminati per proteggerli dalle intemperie.<br />

I Canadellesi, a quell'epoca, avevano<br />

deciso di sistemare una croce su<br />

un'altura che domina il paese e i campi<br />

, dove ogni anno, a maggio, si recavano<br />

in processione per la benedizione dei<br />

campi. Sembra che la prima croce venne<br />

fatta dal fabbricere di allora, Marco<br />

Quagliaroli, bisnonno di Roberto.<br />

La croce vecchia, realizzata da Luigi<br />

Draghi, padre di Valentino, attende un'<br />

onorata sitemazione (si accettano suggerimenti)<br />

Sulla nuova croce è stata posta<br />

una targhetta in bronzo che, oltre a<br />

ricordare la data e il nome dell'autore<br />

dell'opera, riporta una breve frase di incoraggiamento<br />

per tutti noi, specie in<br />

questi tempi difficili: NON TEMERE IL<br />

FUTURO Farinotti Antonio<br />

36 37


ontagna<br />

Nostra<br />

Canadello nella Storia<br />

Ogni volta che leggo la scritta posta sopra la porta d'ingresso dell'Oratorio di Canadello<br />

“FECIT 1551” mi chiedo quanto sia veritiera quella data; ora che ho più tempo da dedicare<br />

ai miei interessi, ho deciso di effettuare delle ricerche storiche per far luce su questo<br />

grazioso oratorio che ancora risuona con la sua campanella secentesca in tutta la vallata.<br />

Come primo documento riporto la sintesi della relazione fatta in occasione della visita apostolica<br />

del Vescovo di Rimini Castelli, avvenuta il 16 agosto 1579. La visita apostolica si differenzia<br />

da quella pastorale in quanto era effettuata da un vescovo proveniente da un'altra diocesi,<br />

secondo le disposizioni del Segretario del Concilio di Trento (1545-1563) il Card. Carlo Borromeo.<br />

"<br />

Ho visitato la chiesa di S.Vito, di Candela, che non ha rettore e non lo ha avuto per molti anni,<br />

come dicono gli uomini del luogo.<br />

E' di libera collazione. Posta in posizione pianeggiante sotto il monte Canadello. Non è<br />

consacrata,non ci sono giorni di festa dedicati. E' capace, circa 30 uomini che assumono la<br />

comunione. Tutte le case sono nei pressi della chiesa. Attraverso il territorio della parrocchia<br />

non transita fiume o torrente. Il reddito è di circa 9 lire imperiali che consistono in dieci pertiche<br />

di terra prativa concessa in enfiteusi ( forma di affitto).. e a 4 stara di frumento. Il reddito<br />

è incerto. In chiesa non vi sono cappelle o altari dedicati e in parrocchia non vi sono oratori<br />

o altri luoghi pii. Non vi è società.<br />

Non si distribuisce l'eucarestia. Non vi<br />

è battistero...l'altare è in materiale lapideo<br />

privo di ornamento.<br />

L'arcone non è dipinto e neppure dealbato<br />

(non imbiancato), così le altre<br />

pareti. Parte delle pareti è caduta...<br />

non vi sono sepolcri, non candelabri.<br />

Vi è una croce di legno non dipinta e<br />

in stato non decente."<br />

Seguono i provvedimenti che si devono<br />

prendere circa la chiesa parrocchiale<br />

di S.Vito.<br />

La chiesa parrocchiale di S.Vito a Canadello...<br />

da molti anni manca di rettore,<br />

sia unita alla chiaesa parrocchiale<br />

di San Michele di Rompeggio se non<br />

altra più comoda nello spazio di mesi.<br />

In questa chiesa non si celebri se non<br />

nelle pareti della parte restaurata, si<br />

sitemi l'altare e lo si doti di croce, candelabri,<br />

tovaglie palio, sacrario.<br />

Antonio<br />

Campioni nostrani<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

L<br />

’estate è ormai un ricordo, ma per onor di cronaca,<br />

anche se con un certo ritardo, riportiamo una splendida<br />

notizia sportiva che ha per protagonista il nostro<br />

compaesano Alexandre Preli, il quale, in occasione del<br />

torneo di calcetto "Arcobaleno", diputatosi in agosto sul<br />

campo di Casa Rossa, ha ricevuto l'ambito riconoscimento<br />

di "miglior portiere" del torneo, vinto dalla squadra<br />

Boeri-Michelotti.<br />

Alexandre da anni partecipa ai vari tornei estivi, distinguendosi<br />

sempre non solo per le sue straordinarie abilità<br />

calcistiche, ma soprattutto per la sua correttezza e<br />

serietà. Non ci resta che attendere la prossima estate per assistere ad altre esibizioni<br />

di un vero campioni<br />

nostrano.<br />

Vorrei informare tutti<br />

coloro che desiderano<br />

inviare notizie,<br />

aggiornamenti, foto,<br />

ricordi ecc. relativi a<br />

Canadello può farlo su<br />

facebook.Canadello.<br />

Antonio<br />

Canadello<br />

si fa in quattro...<br />

Ilaria e Matteo, accomunati<br />

anche....... dalla stessa passione<br />

per i cavalli.<br />

38 39


ontagna<br />

Nostra<br />

Gesù viene. Come riconoscerlo?<br />

cerreto rossi<br />

Gesù è già venuto. Ma egli viene ancora. Bussa alla porta del cuore di ognuno.<br />

Basta volerlo accogliere.<br />

Sai che viene nascendo come tutti i bambini? Piccolo, inerme, con tutti i bisogni e le<br />

fragilità di un bimbo. Ed è proprio lui il Salvatore di tutte le debolezze. Dio è piccolo<br />

e debole. Viene, vive una vita comune, imparando un lavoro dal suo papà Giuseppe;<br />

ha una mamma Maria, vive in una regione piuttosto malfamata, la Galilea, in un paese<br />

chiamato Nazaret. Dio abita e viene nella vita quotidiana, abita in una casa comune<br />

tra le nostre case, non si fa notare. Dio è così.<br />

Quando è invitato a pranzo e alle feste, ci va volentieri, per essere in compagnia allegra<br />

e serena, ma anche per dire quel che pensa. Tra i commensali non lo noti forse,<br />

però se manca il vino della gioia, sarà lui a darlo, perché gli si consegni almeno la<br />

nostra povera acqua. Gesù viene umile, stanco per il tanto camminare, va in case<br />

comuni, soprattutto dice che è venuto per servire, per amare, e chi vuol essere dei<br />

suoi deve avere lo stesso stile. L’avresti detto Dio quando stava lavando i piedi dei<br />

suoi amici? Così è Dio.<br />

Voleva lasciarci un ricordo stabile, vivo, in cui lui potesse essere visto e trovato,<br />

persino mangiato. I grandi della terra hanno costruito maestosi monumenti a loro<br />

ricordo. Gesù sarà presente in un po’ di pane e di vino, del tutto uguali a quelli che<br />

trovi sulla tua tavola. E’ l’Eucarestia.<br />

Dio è così, e gli apostoli non gli<br />

hanno costruito grandi monumenti.<br />

Lui stesso, Gesù quand’era in vita,<br />

aveva detto che lo avremmo trovato<br />

nei poveri, in chi non ha vestito<br />

o casa o libertà: lì abita Gesù, sicché<br />

qualunque cosa avremo fatto a<br />

queste persone umili, l’avremo fatta<br />

a lui. Questi sono i luoghi di Dio<br />

e sono i suoi gusti. L’occhio che li<br />

riconosce si chiama fede.<br />

Don Giuseppe<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Ricordo di Ferrari Santina<br />

Con queste parole, volevamo rendere omaggio a nostra<br />

nonna, Santina Ferrari vedova Boeri. Nonna Santina e<br />

nonno Bonfiglio, hanno avuto il coraggio di emigrare<br />

in Francia dopo la seconda guerra mondiale, dove hanno<br />

scoperto un nuovo paese e un nuovo stile di vita,<br />

lontano dai loro paesi di Cassimorenga e di Cerreto.<br />

Santina era una sarta con le mani di fata, dopo il suo<br />

arrivo in Francia, ha lavorato presso la prestigiosa casa<br />

di alta moda Jaques Fath. Immaginate come sarà stato<br />

per nostra nonna preparare gli abiti portati dai modelli,<br />

quanta strada percorsa da Cassimorenga al viale Georges<br />

V a Parigi. La famiglia è presto allietata dalla nascita<br />

di Eliane e la nonna decide quindi di licenziarsi e lavorare in proprio. Il lavoro non<br />

manca, dal semplice ritocco alla preparazione di abiti semplici o abiti da sposa.<br />

Santina e Bonfiglio hanno avuto una vita semplice, fatta di lavoro e onestà, per<br />

dare un futuro migliore a Eliane, diventata poi insegnante di lingue al liceo. Aveva<br />

un legame molto forte anche con il fratello Gregorio, anche lui emigrato in Francia.<br />

Per tutta la vita si sono voluti bene e si sono aiutati. Quando il nonno è mancato,<br />

lei si è dedicata a noi e insieme abbiamo affrontato il dolore per la morte prematura<br />

di nostra mamma. La nonna a 71 anni aveva ancora un ruolo molto importante<br />

nella nostra vita, non possiamo dimenticare quando ci faceva ripetere le lezioni di<br />

tedesco e di latino, o quando mi ha regalato la camicia e cravatta per i miei primi<br />

colloqui di stage. Sono cose semplici ma concrete, ci ha sempre incoraggiati ad<br />

andare avanti, anche se la perdita della figlia aveva segnato duramente la sua vita.<br />

Il suo comportamento ci sia d'esempio. Cara nonna, vogliamo dirti grazie, che ti<br />

amiamo, che sei stata una grande donna e che speriamo essere degni dei valori<br />

che ci hai lasciato: il lavoro, la semplicità e la cortesia. Arrivederci nonna. I tuoi<br />

nipoti Sandrine e Cèdric.<br />

40<br />

Battesimo di Enzo Boeri figlio<br />

di Fabien e Tatiana celebrato nella<br />

chiesa di Cerreto l’11 agosto <strong>2012</strong>.<br />

Enzo è nato il 20 giugno 2011 a<br />

Champigny sur Marne in Francia<br />

Ricco bottino di funghi per Bruna<br />

Barbieri.<br />

Il nostro Luigi Bertelli, che qui vediamo<br />

aiutato da alcuni volontari, alle<br />

prese con i quotidiani lavori agricoli. 41


ontagna<br />

Nostra<br />

Festa del Patrono San Clemente<br />

casaldonato<br />

Il 23 ottobre la Chiesa ricorda Papa San Clemente, terzo papa dopo Pietro, che i<br />

nostri antenati lo hanno voluto come nostro patrono e protettore, perché la Fede<br />

fosse la forza per affrontare la nostra vita.<br />

Sentite come in una sua lettera ricorda i primi cristiani a Roma quando non era possibile<br />

pubblicamente manifestare la propria fede. “Nei giardini vaticani tanti cristiani<br />

furono trucidati dall’imperatore Nerone, dopo l’incendio di Roma nel luglio dell’anno<br />

64. Altri furono crocifissi, altri cosparsi di bitume furono bruciati al termine del giorno<br />

perché servissero di illuminazione notturna alla città”.<br />

Lo scorso 29 settembre la GM Altavalnure<br />

si è ritrovata a Casaldonato per la chiusura<br />

dell’anno podistico <strong>2012</strong>. Nella serata<br />

si e voluto ringraziare particolarmente la<br />

gente che ha aiutato e favorito la marcia del<br />

Carevolo, e soprattutto si sono ringraziate<br />

le cuoche, per la loro simpatia e le capacità<br />

culinarie.<br />

Durante l’anno i marciatori hanno partecipato<br />

a gare in provincia e fuori, come la<br />

marcia ad Arenzano in Liguria, (foto sotto)<br />

dove il gruppo dell’alta Valnure è stato premiato.<br />

Elogi per l’occasione anche alla marcia del Carevolo e alla nostra bellissima<br />

valle. Il giorno 14 ottobre si è riunito il direttivo per la nomina del presidente, in carica<br />

per i prossimi 3 anni. È stato eletto il sig. Sfulcini Renzo.<br />

(in foto a sinistra)<br />

Il direttivo della G.M. Altavalnure augura agli associati, simpatizzanti,<br />

sponsor e a tutta la comunità buon Natale e un felice<br />

Anno nuovo.<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

A commento di queste due belle foto, nelle quali molti si riconosceranno, un componimento<br />

poetico di Renzo Pezzani. La maestra nelle foto è Nora Bongiorni.<br />

Grazie a Renza ed Angela per averle tirate fuori dal cassetto dei ricordi...<br />

42 43


ontagna<br />

Nostra<br />

ODOR DI COSE BUONE<br />

Come iI mulino odora di farina<br />

e la chiesa d'incenso e cera fina,<br />

sa di gesso la scuola.<br />

È iI buon odor che lascia ogni parola<br />

scritta sulla lavagna<br />

come un fioretto in mezzo alla campagna.<br />

Tutto qui dentro è bello e sa di buono.<br />

la campanella manda un dolce suono,<br />

e a una parete c'è una croce appesa...<br />

Pare d'essere in chiesa:<br />

s'entra senza cappello<br />

si parla a voce bassa<br />

si risponde all'appello...<br />

Oh, nella scuola il tempo come passa!<br />

S'apre iI libro, si legge e la signora<br />

spiega, per chi non sa, or questo or quello<br />

come in un gioco: un gioco così bello<br />

che quando si fa l'ora<br />

d'uscir, vorremmo che durasse ancora.<br />

Come iI mulino odora di farina<br />

o la chiesa d'incenso e cera fina,<br />

Ia casa prende odor dal pane nostro<br />

e Ia scuola dal gesso e dall'inchiostro.<br />

Casaldonato ripreso dall’obiettivo di Francesca Boeri<br />

Togn di Pomarolo, il nostro vecio alpino<br />

gaMbaro<br />

Madre del Buon Consiglio<br />

Viene subito alla mente la nota giaculatoria: “Madre del<br />

Buon Consiglio, prega per noi”. Il culto della “Madre<br />

del Buon Consiglio” era particolarmente praticato nella Chiesa<br />

di Scutari, in Albania, fin dall’invasione dei terribili turchi.<br />

Il “consiglio” è uno dei sette doni dello Spirito Santo.<br />

Dono importante perché ci aiuta a scegliere il bene e fuggire<br />

il male. Non è un problema da poco conto il decidere sul da<br />

farsi nei diversi frangenti della vita.<br />

Ed è una delle sette opere di misericordia spirituale<br />

“consigliare i dubbiosi” nei momenti difficili della<br />

vita. Dono importante per quanti hanno il compito<br />

di essere buoni consiglieri.<br />

I primi consiglieri di solito sono i genitori, per l’amore<br />

che portano ai figli. Oggi, forse più i nonni ai<br />

quali è affidato il compito di tenere i nipoti, dovendo<br />

i genitori andare al lavoro e sono anche quelli<br />

che insegnano a pregare, portarli in chiesa, perché<br />

i genitori spesso vengono meno a questo loro dovere,<br />

tanto importante.<br />

La festa del “Buon Consiglio” è sempre una buona<br />

occasione per ringraziare la Vergine Maria che ci<br />

ripete: fate quello che Gesù vi dirà. E Gesù ci ripete<br />

“osservate i miei comandamenti”.<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Ringraziare le tante persone<br />

che nella vita, insegnanti,<br />

sacerdoti, amici, ecc. non ci<br />

hanno fatto mancare consigli<br />

utili.<br />

Ringraziare il nostro Sisto<br />

che ogni anno si impegna<br />

a far venire anche la banda<br />

per rendere la giornata più<br />

gioiosa ed allegra. Anche<br />

quest’anno è stata numerosa<br />

la partecipazione della<br />

gente. E non è mancato un<br />

piccolo rinfresco offerto dal<br />

Cicolo Anspi.<br />

44 45


ontagna<br />

Nostra<br />

Il sogno di una Chiesa vicino alla gente<br />

Avevo 10 anni circa quando mons.<br />

Carlo Maria Martini fu nominato arcivescovo<br />

di Milano. Ricordo che la mia<br />

Parrocchia, San Francesco di Sales, portò<br />

tutti noi ragazzi ad incontrarlo.<br />

Rivedo l’immagine di un uomo imponente,<br />

quasi un po’ intimorito da quella<br />

folla di giovani. A Milano è rimasto fino<br />

al 2002. Quando già malato si trasferì<br />

a Gerusalemme. Ma la vera conoscenza<br />

con mons. Carlo Maria Martini è avvenuta<br />

anni dopo, attraverso le pagine<br />

del Corriere della Sera, dove il cardinale<br />

teneva una rubrica la domenica rispondendo<br />

ai tanti lettori che gli scrivevano<br />

parlava della “sua” chiesa. In quelle risposte<br />

così piene di buon senso e umanità<br />

traspariva una voglia di apertura, di<br />

dialogo. C’era il desiderio di una Chiesa<br />

più vicino all’uomo, ai suoi bisogni, una<br />

chiesa collocata nel tempo reale, che sa<br />

capire ed essere sostegno per l’essere<br />

umano. Sto pensando per esempio alla<br />

sua comprensione per i divorziati, alle<br />

idee sulla contraccezione, ecc.<br />

La sua dipartita lascia un grande vuoto,<br />

perché era un innovatore, era la voce<br />

anche di tutti quei parroci che nell’ambito<br />

della loro piccola comunità hanno<br />

sempre cercato di essere vicini alla gente<br />

e di proporre una Chiesa che non giudica,<br />

ma accoglie.<br />

Infatti proprio oggi che il mondo materiale<br />

dell’uomo moderno è entrato in crisi,<br />

oggi che dal benessere diffuso siamo<br />

passati a dover affrontare innumerevoli<br />

difficoltà, l’uomo avrebbe bisogno più<br />

che mai di riscoprire, di riavvicinarsi ad<br />

una dimensione spirituale che lo aiuti a<br />

ridare la giusta collocazione a se stesso<br />

e a chi lo circonda che gli faccia percepire<br />

l’essenza e la realtà delle cose. Fino<br />

ad oggi “l’avere” è stato il centro dell’esistenza<br />

di molti. Ora “l’essere” deve tornare<br />

il valore primario, e in questo una<br />

chiesa che sappia adattarsi ai cambiamenti<br />

intervenuti col passare del tempo<br />

potrebbe essere un grande aiuto.<br />

Nadia<br />

grondone<br />

Nel mese di ottobre il Papa ha proclamato<br />

l’anno della Fede.<br />

Un avvenimento importante del quale<br />

desidero parlare con la “mia” gente affinché<br />

anche le nostre parrocchie di montagna,<br />

non siano del tutto tagliate fuori<br />

da questo evento di conversione.<br />

Il discorso sulla fede pone a tutti, credenti<br />

e non credenti, due domande:<br />

1) che significato assegno alla parola<br />

FEDE;<br />

2) come vivere la fede oggi.<br />

La risposta alla prima domanda su che<br />

cosa significa fede coinvolge ogni persona<br />

in relazione alla religione professata,<br />

ai valori che regolano il suo stile di vita.<br />

La fede cristiana esprime il suo significato<br />

nel dono d’amore che il Signore ha<br />

fatto a tutti morendo sulla Croce per donarci<br />

il Paradiso della Resurrezione.<br />

Un dono d’amore concretizzato nel comandamento<br />

“Ama il prossimo tuo come<br />

te stesso”. Un comandamento che cala<br />

la fede in tutto quello che facciamo in<br />

ogni giornata: nelle relazioni con gli altri<br />

impostate sull'amore che è attenzione,<br />

rispetto, condivisione, offerta, dolore,<br />

conforto, buio, luce. Momenti difficili<br />

in cui sul buio degli avvenimenti terreni<br />

che addolorano, dividono, allontanano<br />

si erge la luce dell’AMORE del Signore<br />

che noi dobbiamo vivere donando amore<br />

a tutte le persone che incontriamo sul<br />

cammino della nostra vita A noi poveri<br />

mortali, coi nostri dubbi, le nostre paure,<br />

la nostre mancanze è solo chiesto di accettare<br />

il dono dell'AMORE attraverso un<br />

gesto di fiducia per cui anche fra le lacrime,<br />

anche nella confusione della mente<br />

e del cuore riusciamo a dire “Signore mi<br />

fido di Te”. Nel significato della fede cri-<br />

Anno della fede<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

il nostro prossimo c'è già, la risposta alla<br />

seconda domanda. La fede quel dono<br />

che Gesù offre a tutti quelli che sanno<br />

amare e perdonare e, nell’incertezza che<br />

ci riuscisse difficile capire chi è il nostro<br />

prossimo, ci ha raccontato la parabola<br />

del Buon Samaritano.<br />

Nel nostro prossimo vivono le persone<br />

della nostra famiglia dove le relazioni<br />

diventano difficili e causa di sofferenza<br />

quando manca l'amore, restano gli amici<br />

coi quali confrontarci e volerci bene<br />

pur nella diversità di idee e di comportamenti,<br />

restano le persone della nostra<br />

comunità impegnate nel dare e ricevere<br />

testimonianze d’amore non sempre facili<br />

quando nel confronto e nei giudizi manca<br />

il rispetto, l’accettazione, il perdono.<br />

Un cammino possibile se ci impegniamo<br />

a conoscere Gesù attraverso la lettura e<br />

la meditazione del Vangelo, se Lo sentiamo<br />

presente nelle persone che incontriamo:<br />

quelle che amiamo e quelle che<br />

ci fanno soffrire, se riusciamo a dirGli in<br />

ogni circostanza “mi fido di Te”.<br />

Un cammino possibile soprattutto se<br />

riscopriamo l’eredità dei valori cristiani<br />

che ci hanno lasciato i santi della montagna<br />

che abbiamo in Cielo: si aiutavano<br />

nelle difficoltà, accoglievano “u pvr om”<br />

come fosse uno di casa, conoscevano la<br />

fatica di lunghe giornate di lavoro eppure<br />

non mancavano mai alle funzioni<br />

religiose, recitavano il rosario in famiglia<br />

con Ave Maria storpiate nella lingua<br />

latina, ma indirizzate alla Madonna col<br />

cuore, con la certezza che sopra le difficoltà<br />

della terra c’era la Provvidenza del<br />

Cielo... possedevano il dono della Fede.<br />

E noi cosa facciamo per rafforzare la nostra<br />

fede e per testimoniarla nella vita di<br />

Bruna ed Enrico: due colonne<br />

Martina mostra orgogliosa<br />

46 47<br />

per la nostra comunità.<br />

un bel esemplare di porcino.<br />

stiana, che invita a vivere l'amore verso ogni giorno? Dina


ontagna<br />

Nostra<br />

"La montagna continua a farsi onore"<br />

Dalla tendopoli di Finale Emilia dovve hanno prestato una settimana di servizio di<br />

volontari protezione civile di Piacenza del quale fanno parte.<br />

Giulia e Beppe salutano gli amici.<br />

Federico Malchiodi, nato il 23 maggio<br />

1981, in compagnia di una sedia a<br />

rotelle dalla nascita, considera la vita<br />

piena di grandi gioie: aiuto catechista<br />

si dedica agli altri e questo gli riempie<br />

il cuore di gioia.<br />

Attraverso Montagna Nostra manda<br />

un augurio di Buon Natale accompagnato<br />

da un messaggio... di speranza.<br />

“Lasciatevi guidare per essere trasportati<br />

in un mondo nuovo”.<br />

Scrive poesie, con le quali ha deciso<br />

di volare con lo spirito e invita gli<br />

amici a leggere con attenzione e profondità<br />

i suoi componimenti.<br />

A lato ne pubblichiamo una delle tante.<br />

Un Augurio di Buon Natale<br />

da Federico Malchiodi<br />

Amare perchè l’uomo è Amore<br />

L’uomo è amore, quindi,<br />

proprio per questo,<br />

è chiamato ad amare<br />

gli uomini sulla terra<br />

con tutto l’Amore con il quale<br />

una coppia di sposi si ama,<br />

un Amore grande che riempie la vita.<br />

Amore vuol dire spendere la vita<br />

con gioia per i nostri simili.<br />

E’ per questo che siamo venuti alla vita.<br />

Si vive solo amando.<br />

Chi ama profuma la sua vita<br />

e riempie di pace<br />

e di gioia il mondo.<br />

Segui l’Amore che c’è in te.<br />

Auguri zia Rita<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Ci siamo riuniti in tanti, 32 fra nipoti e proponipoti, a Meleti per far sentire il<br />

nostro affetto e la nostra gratitudine alla zia Rita che il primo ottobre ha compiuto<br />

100 anni.<br />

Contati così, uno per uno e rapportati alla media dell'età della vita, cento anni<br />

sono tanti, vissuti invece vicino alla zia, che legge ancora senza occhiali e sa donare<br />

attenzione e affetto, i suoi cento anni sono ancora un inno alla vita.<br />

Solo la difficoltà di deambulazione denuncia le limitazioni degli anni, mentre il<br />

pensiero è fresco, allenato ad affrontare le difficoltà con lo spirito di una montanara<br />

nata a Grondone dove è stata alunna della Maestra Marinoni insieme a<br />

più di cento scolari che, in una stessa aula sopra una stalla, hanno imparato gli<br />

alfabeti della vita.<br />

La zia col titolo di studio di terza elementare, quando, con due bambini piccoli,<br />

ha perso il marito direttore di una banca popolare, si è assunta la responsabilità<br />

della direzione della banca ed ha raggiunto il diritto alla pensione col riconoscimento<br />

della medaglia d'oro. .<br />

L'incontro per festeggiare il suo compleanno è stato per tutti noi una bella festa<br />

di famiglia, l'occasione per sentirci uniti con l'orgoglio di una zia che ancora ha<br />

tanto amore da donarci.<br />

Grazie zia Rita, sei per tutti noi un punto importante di riferimento e, se qualche<br />

volta il peso degli anni vuol vincere sulla tua fede, sul tuo desiderio di continuare<br />

a donare comprensione ed affetto pensa a tutti noi, nipoti e pronipoti che ti<br />

vogliamo tanto bene e che abbiamo sempre tanto bisogno delle tue telefonate<br />

per sentirci uniti a portare avanti gli insegnamenti ricevuti da te e dalle nostre<br />

famiglie. Dina insieme a tutti i tuoi nipoti e pronipoti di origine grondanina<br />

48 49


ontagna<br />

Nostra<br />

La Fede, dono e testimonianza<br />

solaro<br />

Natale viene per ravvivare la nostra fede in quel Dio che tutto ha creato e si è fatto<br />

uno di noi e che da senso alla nostra intera vicenda umana. Accettarlo è anche<br />

certezza che comunque vadano le cose Dio è dalla nostra parte. Per questo durante<br />

quest’anno dedicato alla fede diciamo una giaculatoria<br />

Signore credo ma accresci la mia fede<br />

# quando il dubbio ci assale<br />

# quando siamo avviliti e delusi<br />

# quando vediamo i cattivi star bene e i buoni soffrire<br />

# quando crediamo al denaro e non a te, Signore<br />

# quando problemi, dolori e sofferenze bussano alla nostra vita<br />

# quando le cose non vanno secondo il nostro volere<br />

# quando la morte bussa alle nostre porte<br />

Signore accresci la mia fede.<br />

Vorrei fare mie le parole di Papa Giovanni XXIII, il Papa buono, che pronunciò col<br />

cuore la sera dell’11 ottobre 1962, il giorno di apertura del Concilio Ecumenico Vaticano<br />

II che molti di voi conoscono come il “discorso della luna e dei bambini”.<br />

“Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una sola, ma riassume tutte le voci del<br />

mondo. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera… Osservatela in alto, a<br />

guardare questo spettacolo… Se potessi chiedere ora a ciascuno: voi da che parte<br />

venite? I figli di Roma, che sono qui specialmente rappresentati, risponderebbero:<br />

ah, noi siamo i figli più vicini, e voi siete il nostro vescovo. Ebbene, figlioli di Roma,<br />

voi sentite veramente di rappresentare la ‘Roma caput mundi’, la capitale del mondo,<br />

così come per disegno della Provvidenza è stata chiamata ad essere attraverso i secoli.<br />

La mia persona conta niente: è un fratello che parla a voi, un fratello divenuto<br />

padre per volontà di Nostro Signore… Continuiamo dunque a volerci bene, a volerci<br />

bene così. Tornando a casa, troverete i bambini. Date loro una carezza e dite: “Questa<br />

è la carezza del Papa”. Troverete forse qualche lacrima da asciugare. Abbiate per<br />

chi soffre una parola di conforto. Sappiano gli afflitti che il Papa è con i suoi figli specie<br />

nelle ore della mestizia e dell’amarezza… E poi tutti insieme ci animiamo: cantando,<br />

sospirando, piangendo,<br />

ma sempre pieni<br />

di fiducia nel Cristo che<br />

ci aiuta e che ci ascolta,<br />

continuiamo a riprendere<br />

il nostro cammino.<br />

Brunilde ha presentato alla rassegna equina il proprio cavallo.<br />

Il Natale si sente nell’aria ed è sempre<br />

caratterizzato da un’atmosfera magica,<br />

particolare, forse perchè ci son le canzoncine<br />

tipiche, i colori e tanti sorrisi. A<br />

Natale, improvvisamente, tutti sembrano<br />

più buoni e felici e camminando per la<br />

città, entrando nei negozi, incontrando<br />

gli amici e i parenti si sente l’amore e la<br />

gioia, e anche se tutti sanno che questi<br />

sentimenti dovrebbero illuminare la<br />

vita delle persone ogni singolo giorno<br />

dell’anno in questa riccorrenza sonno<br />

accentuati. A Natale c’è l’usanza di<br />

scambiarsi i doni ma quale dono comprato<br />

pùo valere come far pace con una<br />

persona cara con cui ci si era allontanati,<br />

come coccolare una nonno o una perso-<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

speranza, l’amore, la fede, la pace, saper<br />

affrontare i sacrifici con il sorriso, l’affetto<br />

e le cure di mamma e papà e dei nonni,<br />

la felicità di vedere un bambino che<br />

ha ricevuto un dono da Babbo Natale. I<br />

regali più belli non si possono trovare<br />

sotto l’albero ma dentro i cuori e la cosa<br />

più bella è condividere tutto questo con<br />

le persone che amiamo e con cui condividiamo<br />

le nostre giornate quotidiane,<br />

i sabati sera, le domeniche pomeriggio,<br />

le vacanze, i problemi, che vediamo raramente<br />

ma cui con c’è un legame che<br />

non può essere facilmente spezzato.<br />

Non saranno glia auguri di Natale a far<br />

sapere agli altri quanto gli amiamo ma<br />

è sicuramente una buona occasione per<br />

na anziana; i doni veri sono l’amicizia, la ricordarglielo. Paola<br />

50 51


ontagna<br />

Nostra<br />

“La leggenda del vischio”<br />

C'era una volta, in un paese tra i monti, un<br />

vecchio mercante. L'uomo viveva solo, non si<br />

era mai sposato e non aveva piu' nessun amico.<br />

Per tutta la vita era stato avido e avaro, aveva<br />

sempre anteposto il guadagno all'amicizia e ai<br />

rapporti umani. L'andamento dei suoi affari era<br />

l'unica cosa che gli importava. Di notte dormiva<br />

pochissimo, spesso si alzava e andava a contare<br />

il denaro che teneva in casa, nascosto in una<br />

cassapanca. Per avere sempre piu' soldi, a volte<br />

si comportava in modo disonesto e approfittava<br />

dell’ ingenuità di alcune persone. Ma tanto a lui<br />

non importava, perché non andava mai oltre le<br />

apparenze. Non voleva conoscere quelli con cui<br />

faceva affari. Non gli interessavano le loro storie<br />

e i loro problemi. E per questo motivo nessuno gli<br />

voleva bene.Una notte di dicembre, ormai vicino<br />

a Natale, il vecchio mercante non riusciva a dormire<br />

e dopo aver fatto i conti dei guadagni, decise di uscire a fare una passeggiata.<br />

Cominciò a sentire delle voci e delle risate, urla gioiose di bambini e canti.<br />

Pensò che di notte era strano sentire tanto chiasso in paese. Si incuriosì perché non<br />

aveva ancora incontrato nessuno, nonostante voci e rumori sembrassero molto vicini.<br />

A un certo punto cominciò a sentire qualcuno che pronunciava il suo nome, chiedeva<br />

aiuto e lo chiamava fratello. L'uomo non aveva fratelli o sorelle e si stupì. Per tutta la<br />

notte, ascoltò le voci che raccontavano storie tristi e allegre, vicende familiari e d'amore.<br />

Venne a sapere che alcuni vicini erano<br />

molto poveri e che sfamavano a fatica i figli;<br />

che altre persone soffrivano di solitudine<br />

oppure che non avevano mai dimenticato<br />

un amore di gioventù. Pentito per non aver<br />

mai capito che cosa si nascondeva dietro<br />

alle persone che vedeva tutti i giorni, l'uomo<br />

cominciò a piangere. Pianse così tanto<br />

che le sue lacrime si sparsero sul cespuglio<br />

al quale si era appoggiato. E le lacrime non<br />

sparirono al mattino, ma continuarono a<br />

splendere come perle. Era nato il vischio.<br />

LA PARTITA DI PALLONE (a Giulia) di Franco Leoni<br />

Ho veduto ieri in un prato Ed al centro bombardiere<br />

Uno scontro in campionato Un bel merlo d’ali nere.<br />

Si giocava con passione L’altra squadra che giocava<br />

La partita col pallone; Avea un bruco con la bava<br />

Fronteggiavasi un sestetto Nella porta da sbarrare<br />

Di una squadra di calcetto E si dava un gran daffare.<br />

Contro un’altra formazione E due rospi per terzini<br />

Che parea di quelle buone; Con i piedi sopraffini;<br />

Ma non eran calciatori Poi più avanti non ci credi<br />

Propriamente i giocatori C’era un lungo millepiedi<br />

Or vi spiego, pazientate, Il terzetto di attaccanti<br />

Chi tirava le pedate. Avea nomi strabilianti<br />

Da una parte un pipistrello C’era un ghiro sonnacchioso<br />

Stava in porta bello bello; Ed un tasso un po’ peloso<br />

Per terzini due ranocchi Della squadra sulla vetta<br />

Che non erano dei brocchi; Si piazzava una civetta;<br />

Centrocampo c’era un ghiro Arbitrava in serietà<br />

Che dicean forte ha il tiro Una talpa di città.<br />

A sinistra dell’attacco Con un trillo di fischietto<br />

C’era un cane, penso un bracco, Iniziavano di getto;<br />

Sulla destra che tirava Ma dormiva presto il ghiro<br />

Lo scoiattolo ci stava Senza avere fatto un tiro,<br />

La civetta si specchiava<br />

Nello specchio si mirava<br />

Ed il tasso nella massa<br />

Correa dietro alla sua tassa.<br />

Millepiedi ognor cercava<br />

Con che piede si tirava<br />

E i due rospi difensori<br />

Ne facean d’ogni colori<br />

Stava attento dietro il bruco<br />

A tappare qualche buco<br />

Ma il pallone se s’alzava<br />

Mai una volta che saltava.<br />

Gli avversari come un lampo<br />

Su correvano pel campo;<br />

Merlo andava in alto e basso<br />

Sol faceva un gran fracasso;<br />

Lo scoiattolo in zampine<br />

Avea noci sopraffine<br />

Ed il bracco cacciatore<br />

Della preda seguì odore<br />

I ranocchi con gran salti<br />

Fronteggiavano gli assalti<br />

Ilaria complimenti...Bravissima<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Pipistrello ali distese<br />

Forti forti avea le prese;<br />

Direttor della partita<br />

Se ne stava li impettita<br />

Sora talpa senza occhiali<br />

Con fischiate micidiali.<br />

Dagli spalti forti cori<br />

Sospingevan giocatori<br />

Gli animali più svariati<br />

Tutti s’eran radunati;<br />

Poi sospinti dall’amore<br />

Per la squadra del lor cuore<br />

Tutti in campo son balzati<br />

A giocar come dannati.<br />

Nella grande confusione<br />

Che seguiva all’invasione<br />

Fischiò fin della partita<br />

Quella talpa un po’ intontita<br />

Che capito non aveva<br />

Perché poco ci vedeva;<br />

E così bel campionato<br />

Era morto prima che nato.<br />

Giuspino arriva nel capoluogo con la sua<br />

Ilaria Patelli si è laureta presso l'Università degli Studi di Parma, facoltà Far-<br />

mitica Bianchina, un piccolo gioiello da<br />

macia, con la tesi è "Farmaci classici ed innovativi per il trattamento della scle-<br />

collezionista.<br />

rosi multipla"- Ilaria con Mamma Natalina e Papà Marco.<br />

52 53


ontagna<br />

Nostra<br />

ciregna - Metteglia<br />

Natale<br />

Natale. Guardo il presepe scolpito,<br />

dove sono i pastori appena giunti<br />

alla povera stalla dei Betlemme.<br />

Anche i Re Magi nelle lunghe vesti<br />

salutano il potente Re del mondo.<br />

Pace nella finzione e nel silenzio<br />

nelle figure di legno: ecco i vecchi<br />

del villaggio e la stella che risplende<br />

e l'asinello di colore azzurro.<br />

Pace nel cuore di Cristo in eterno;<br />

ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.<br />

Anche con Cristo e sono venti secoli<br />

il fratello si scaglia sul fratello.<br />

Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino<br />

che morirà poi in croce fra due ladri?<br />

Salvatore Quasimodo<br />

A Ciregna la festa di San Michele<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Una bella domenica di sole ha incorniciato a Ciregna la festa di san Michele arcangelo,<br />

cui è dedicata la chiesetta del paese. Si è trattato di un bel momento<br />

di incontro e di saluto, perché di fatto il giorno di San Michele, insieme a quello<br />

di Ognissanti, costituisce anche l’ultima occasione per salutarsi prima dell’inverno,<br />

quando pressochè l’intero paese sarà sciamato a valle.<br />

Tanti auguri a Caterina Rossi che<br />

lo scorso 16 Aprile ha festeggiato 87<br />

anni insieme alla sua famiglia!!!!<br />

Un’immagine della bravissima Tersilia Viani,<br />

autrice del volumetto ‘Tersilia, un pennino<br />

intinto nel cuore”, durante la presentazione<br />

all’interno della festa di San Rocco,<br />

nell’agosto scorso. Per chi ne volesse, sono<br />

disponibili presso i familiari ancora alcune<br />

copie dell’affascinante testo, che raccoglie<br />

lettere e riflessioni dell’autrice. La con-<br />

Ecco la targa che gli Scout dell’Agesci<br />

testuale raccolta di offerte (410 €) è stata<br />

piacentina hanno voluto donare al pa-<br />

devoluta, in accordo con i familiari, alla<br />

ese in segno di gratitudine per l’ospi-<br />

missione del PIME (Pontif. Istit. Missioni<br />

talità ricevuta durante l’estate scorsa in<br />

Estere) in Bangladesh.<br />

occasione del grande campo di zona a<br />

Castelvetto. È stata collocata in chiesa,<br />

54<br />

su un altare laterale.<br />

55


ontagna<br />

Nostra<br />

A Castelvetto la castagnata di Ognissanti<br />

Ispirandosi ad un’antica tradizione locale,<br />

a Castelvetto ci si trova alla sera<br />

di Ognissanti per una simpatica castagnata<br />

nella tavernetta della Lena e del<br />

Gino, a cui va il ringraziamento di tutta<br />

la parrocchia per la loro ospitalità e<br />

gentilezza. Anche qui è l’occasione per<br />

salutarsi, perché entro breve tutti saremo<br />

lontani dal paese, e quest’anno, senza<br />

il nostro Primo, l’intera parrocchia sarà<br />

pressochè totalmente sguarnita.<br />

Adele Perini ved. Spiaggi<br />

Si è spenta a Piacenza,<br />

dove viveva ormai da<br />

tanti anni, la carissima<br />

Adele Perini ved. Spiaggi.<br />

Era l’ultima sorella<br />

rimasta di Domenico,<br />

lo storico oste di Castelvetto,<br />

e senza dubbio<br />

era anche la nonna di<br />

tutti i nostri paesi, essendo<br />

nata nel 1910.<br />

Nella sua lunga esistenza<br />

ha condiviso tutte<br />

le fatiche della gente<br />

dei monti della sua generazione.<br />

Così fu contadina,<br />

mondina e conobbe anche<br />

la via dell’emigrazione<br />

quando scese in città, dove<br />

poi incontrò il marito e stabilì<br />

la famiglia. Colpiva per<br />

l’energia che sapeva mettere<br />

in ogni cosa, per la sua<br />

profonda religiosità e per la<br />

grande umanità e attenzione<br />

che aveva sempre per tutti.<br />

centenaro<br />

Anno della Fede<br />

Fede e testimonianza di vita<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Riscoprire il dono della fede, nelle opere di carità, perché dice l’apostolo San Giacomo<br />

in una sua lettera ad una comunità, che potrebbe essere una delle nostre,<br />

che<br />

La Fede senza le opere è morta<br />

Sentite cosa scrive:<br />

La fede e i fatti<br />

Fratelli, a che serve se uno dice: “Io ho la fede!” e poi non lo dimostra con i fatti?<br />

Forse che quella fede può salvarlo? Supponiamo che qualcuno dei vostri, un uomo<br />

o una donna, non abbia vestiti e non abbia da mangiare a sufficienza. Se voi gli dite:<br />

“Arrivederci, stammi bene, scaldati e mangia quanto vuoi”, ma poi non gli date quel<br />

che gli serve per vivere, a che valgono le vostre parole? Così è anche per la Fede: da<br />

sola, se non si manifesta nei fati, è morta.<br />

Qualcuno potrebbe anche dire: C’è chi ha la fede e c’è invece chi compie le opere.<br />

Ma allora mostrami come può esistere la tua fede senza le opere! Ebbene, io ti posso<br />

mostrare la mia fede per mezzo delle mie opere, cioè con i fatti! Ad esempio: tu credi<br />

che esiste un solo Dio? E’ giusto. Ma anche i demòni ci credono, eppure tremano di<br />

paura. Sciocco, vuoi dunque capire che la fede non serve a niente se non è accompagnata<br />

dai fatti? Abbiamo il nostro antico padre, perché mai fu riconosciuto giusto<br />

da parte di Dio? Per le sue opere, cioè per aver offerto sull’altare dei sacrifici il figlio<br />

Isacco. Vedi dunque che in quel caso la fede e le opere agivano assieme, e che la sua<br />

fede è diventata perfetta proprio per mezzo delle opere! Così si è realizzato quel che<br />

dice la Bibbia: Abramo credette in Dio, e per questo Dio lo considerò giusto. Anzi,<br />

egli fu chiamato amico di Dio.<br />

Potete così vedere che Dio considera giusto un uomo in base alle opere e non soltanto<br />

in base alla fede. Lo stesso<br />

avvenne nel caso di Raab,<br />

la prostituta. Dio la considerò<br />

giusta per le sue opere, cioè<br />

per il fatto che aveva ospitato<br />

gli esploratori degli Ebrei e li<br />

aveva aiutati ad andarsene per<br />

un’altra via. Insomma, come il<br />

corpo senza il soffio della vita<br />

è morto, così la fede. Senza le<br />

opere è morta.<br />

56 57


ontagna<br />

Nostra<br />

I bambini per la festa di San Lorenzo.<br />

Più che le parole<br />

Valgono i buoni esempi<br />

Lo fa capire un episodio della vita di San Francesco. Un giorno, uscendo dal convento,<br />

incontrò frate Ginepro. Era un frate semplice e buono e San Francesco gli<br />

voleva molto bene. Incontrandolo, Francesco gli disse: “Frate Ginepro, vieni, andiamo<br />

a predicare”.<br />

“Padre mio, rispose – sai che ho poca istruzione. Come potrei palare alla gente?”.<br />

Ma poiché San Francesco insisteva, frate Ginepro acconsentì. Girarono per tutta la<br />

città, pregando in silenzio per tutti coloro che lavoravano nelle botteghe e negli orti,<br />

Sorrisero ai bambini, specialmente a quelli più poveri. Scambiarono qualche parola<br />

con i più anziani. Accarezzarono i malati. Aiutarono una donna a portare un pesante<br />

recipiente pieno d’acqua.<br />

Dopo aver attraversato più volte tutta la città, San Francesco disse: “Frate Ginepro, è<br />

ora di tornare al convento”. “E la nostra predica?”. “L’abbiamo fatta…. L’abbiamo fatta”,<br />

ripose sorridendo il santo.<br />

A tutti voi amici vicini e lontani delle nostre montagne, che aspettate con ansia l’arrivo<br />

del bollettino con le notizie liete e tristi auguri di buone feste e un felice 2013.<br />

Ricordiamoli<br />

Campominosi Domenico<br />

Il 15 settembre <strong>2012</strong> si è spento il caro<br />

Domenico. Era nato a Centenaro il 28<br />

ottobre 1940.<br />

“Te ne sei andato in punta di piedi,<br />

come se non volessi disturbare nessuno”.<br />

Vogliamo pensarti mentre cammini<br />

libero per le strade di un mondo in cui<br />

“Gli ultimi saranno i primi”.<br />

I tuoi cari<br />

Sordi Angela ved. Bocciarelli<br />

Testamento<br />

Se mai io scomparissi<br />

presa da morte snella,<br />

costruite per me<br />

il più completo canto della pace.<br />

(A.Mereni)<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

A nostra madre che abbiamo molto amato<br />

il nostro Grazie<br />

Le figlie Mariuccia e Luigina<br />

Nella foto sopra Angela assieme al<br />

cugino Gianni partecipa alla Messa<br />

a Codegazzi la scorsa estate. A fianco<br />

la stessa riceve la Comunione dal celebrante<br />

padre Aldo Montanari.<br />

Don Giuseppe<br />

58 59


ontagna<br />

Nostra<br />

Campominosi Giovanni<br />

25.09.1938 – 15.10.<strong>2012</strong><br />

Giovanni nasce a Centenaro il 25 settembre<br />

1938. La numerosa famiglia (genitori e 6 figli)<br />

vive nella frazione dove Giovanni frequenta<br />

le scuole dell’obbligo. La maestra Fontana<br />

e Gianfranco Scognamiglio rappresentano la<br />

guida culturale per la comunità e trasmettono<br />

a Giovanni la necessaria formazione per<br />

affrontare con successo il futuro. Ma la grande<br />

preparazione alle difficoltà della vita Giovanni<br />

la riceve in famiglia, dove gli insegnamenti<br />

dei genitori (Andrea, Driinen da Lèina<br />

e Giuseppina di Balutèn) costituiscono un<br />

sicuro binario per affrontare il mondo. Da<br />

giovane segue infatti il papà nelle campagne<br />

stagionali di semenzai in Lombardia. Ma la<br />

vocazione innata della famiglia e l’estro imprenditoriale<br />

favoriscono una scelta commerciale di alto livello: in pochi anni, i<br />

fratelli Campominosi (Luigi, Giovanni e Carlo) avviano oreficerie a Parabiago e a<br />

Rho diventando punti di riferimento del settore. Unitosi in matrimonio con Cecilia<br />

Beretta nel marzo 1965, pochi anni dopo si trasferisce a Piacenza aprendo un<br />

proprio negozio nella centrale Via Legnano. La famiglia si arricchisce di Mariella<br />

e dei gemelli Elena e Danilo e per Giovanni ormai la vita è tutta piacentina. Nel<br />

tempo trasloca in via XX Settembre, dove la preziosa attività è continuata dalla<br />

famiglia. Non dimentica<br />

però la sua terra di origine<br />

e a Guerra ritorna con<br />

tanto affetto interessandosi<br />

continuamente delle<br />

problematiche della “sua<br />

terra”.<br />

La sua preziosa dedizione<br />

alla famiglia è stata ricambiata<br />

nella fase finale<br />

della sua malattia, dove<br />

la moglie, i figli e tutta la<br />

famiglia lo hanno amorevolvente<br />

assistito.<br />

Riposa nel cimitero della<br />

città.<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Baietta Clementina in Sordi<br />

07.12.1934 – 22.06.<strong>2012</strong><br />

Clementina (Tina) era nata a Milano nel 1934.<br />

Dopo le scuole dell’obbligo con la sorella gemella<br />

Franca aiutava i genitori nella gestione<br />

del negozio di frutta e verdura situato di fronte<br />

allo stabilimento farmaceutico “Carlo Erba”.<br />

Alla fine degli anni ‘50 incontrò l’uomo che sarebbe<br />

diventato poi suo marito, Giuseppe Sordi<br />

(Sechin) di Vaio della famiglia “di Muratè”.<br />

Nel frattempo Giuseppe aprì un negozio di oreficeria<br />

e Tina andò a collaborare in tale esercizio.<br />

Nel 1961 la famiglia fu allietata dalla nascita<br />

di Cristina e nel 1964 dall’arrivo di Luca.<br />

L’impegno di Tina si divideva fra la mansione di<br />

mamma, il lavoro in oreficeria non dimenticando<br />

Centenaro dove trascorreva con i bambini il<br />

periodo estivo.<br />

Donna buona, sensibile e disponibile che amava parlare nel “suo” dialetto milanese<br />

ricco di battute e risate.<br />

L’ultimo anno della sua malattia non ha mai fatto pesare il suo stato fisico ed<br />

aveva sempre un sorriso per tutti.<br />

Le tante persone che hanno partecipato al suo funerale sono la dimostrazione<br />

del ricordo che Tina ha lasciato in tutti noi.<br />

La fontana di<br />

Villa in un contesto<br />

recentemente<br />

restaurato, abbellito<br />

e impreziosito<br />

dalla statua della<br />

Madonna.<br />

60 61


ontagna<br />

Nostra<br />

C’è un tempo per ogni cosa<br />

rocca<br />

L<br />

’estate che quest’anno con un sole meraviglioso ci ha fatto ricordare le vecchie<br />

estati, quando si notava il cambiamento delle stagioni, ha permesso nonostante la<br />

crisi economica, l’arrivo di villeggianti ed emigrati.<br />

I contadini hanno potuto raccogliere il fieno in pochi giorni e ben secco. Le varie sagre<br />

paesane sono state ben partecipate. Poi finalmente, è arrivata l’acqua tanto attesa,<br />

in particolare dai fungaioli, che come cani segugi hanno potuto tuffarsi nei boschi<br />

e riempire cesti di funghi. I cacciatori, un poco disturbati da quanti ad ogni costo si<br />

fanno paladini della difesa di animali, fino al punto che qualche volta l’animale vale<br />

più della persona umana, hanno potuto riprendere la caccia e divertirsi.<br />

Ora è arrivato l’inverno, dove molte nostre case sono vuote, le piante hanno lasciato<br />

cadere le foglie e nei paesi c’è silenzio perché i pochi rimasti, e per lo più anziani, si<br />

sono rinchiusi accanto alla stufa e così mi viene in mente quello che diceva mia nonna:<br />

“c’è un tempo per ogni cosa”. Ora abbiamo più tempo per stare in casa e già le<br />

notti sono lunghe. “Ogni sera il rosario” perché è arrivato anche il tempo per pregare<br />

di più – dialogare di più. Don Giuseppe<br />

Tanti auguri a Magali Verney<br />

e Julien Bocciarelli, unitisi in<br />

matrimonio nella nostra chiesa di<br />

Rocca sabato 11 agosto <strong>2012</strong>.<br />

Un Grazie a padre Amerio Ferrari e<br />

al coro di Ferriere.<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Toni Domenica ved. Bracchi<br />

n. 15.09.1917 - m. 26.06.<strong>2012</strong><br />

Domenica è nata a Ferriere (Toni) nel 1917.<br />

Figlia di Luigi e CERRI Giovanna, seconda di 4 sorelle<br />

ed 1 fratello. Ha vissuto 6 anni in Italia,in seguito suo<br />

padre ha chiamato tutta la famiglia in Francia, a Dreslincourt<br />

(100 Km al nord di Parigi). Adulta ha lavorato<br />

come sarta. Durante la seconda guerra mondiale<br />

si trovava a Parigi. Alla fine della guerra si è sposata<br />

con BRACCHI Carlo e dalla loro unione è nata una figlia<br />

(Lucia). Hanno vissuto più di 60 anni a Montreuil-<br />

Sous-Bois,e fino al 2000 sono tornati ogni anno a Toni e<br />

San Gregorio. Aveva un profondo attaccamento alle sue<br />

radici Italiane. Domenica ha sempre vissuto per la sua famiglia ed è sempre stata<br />

sensibile alle persone che soffrivano; l’amore di Dio era per lei la luce attraverso la<br />

quale si alleviano i dolori della vita. Era un esempio di vita per la sua gentilezza,<br />

dolcezza, generosità, coraggio, abnegazione e amore della vita.<br />

Questo amore del la vita, Domenica l’ha sempre dimostrato con il suo bisogno di<br />

cantare fino ai suoi ultimi giorni in questo mondo. Per noi ed i suoi nipotini,era<br />

sicuramente un angelo caduto dal cielo. E’ morta il 26 giugno <strong>2012</strong> a Parigi, all’età<br />

di 94 anni. Sylvie, Catarina, Alessandro, Lino, Luca, Christian<br />

Malvezzi Louisette<br />

n.22.03.1943 – m. 29.06.<strong>2012</strong><br />

Facciamo un ricordo nella sua lingua francese, per ricordare<br />

e onorare la memoria della cara Louisette.<br />

Aprés avoir courage usement pendant près de 4 ans<br />

contre la maladie, Louisette s’en est allée. Elle avait<br />

69 ans. Le 5 juillet dernier, dans l’église St. Saturnin<br />

de Nogent sur Marne, rassemblés autour de sa famille<br />

accablée par la chagrin, nombreux étaient les amis et<br />

relation venus lui render un dernier homage<br />

Taravella Severino (Riccardo) di anni 87<br />

Partito nel 1955 e sposato a Rocca nel 1960 con Taravella Domenica. La nuova<br />

famiglia si stabilisce in Francia dove lui lavora come muratore e lei in un’officina<br />

di tubi di plastica per macchine.<br />

Ebbero due figli: Cecilia e Roberto. Ma come dice il proverbio: “ogni uccello vuol<br />

ritornare nella sua valle…”, così ogni anno non mancavano nella loro terra natia.<br />

E’ deceduto il 19 ottobre 2011. La moglie e i figli lo ricordano con tanto affetto.<br />

62 63


ontagna<br />

Nostra<br />

brugneto-curletti<br />

castelcanaFurone<br />

Auguri di ogni serenità, di tanta speranza e<br />

di buon Natale e buon Anno a tutti!<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Che freddo quella notte! Le stelle bucavano il cie-<br />

animali, un bove e un asino. L'asino vi era giunto coi genitori del Bambino. Sul basto sedeva<br />

il padre, pensieroso. Presso la mangiatoia, si trovava inginocchiata la madre, in adorazione<br />

del suo nato. Guardai quel Bambino e il mio cuore s'intenerì. Sono un povero pastore, ma<br />

ogni volta che vedo un agnellino mi commuovo. E quel Bambino mi parve il più tenero, il più<br />

innocente degli agnelli.<br />

Non so dire altro. Posso solo aggiungere che non ho più provato in vita mia una dolcezza similo<br />

come punte di diamante. Il gelo induriva la<br />

le a quella provata dinanzi a quel Bambino. Anche ora che ci ripenso, mi torna la tenerezza<br />

terra. Sulla collina di Betlem tutte le luci erano<br />

per quell'Agnello innocente e gentile. Sono un povero pastore. Perdonatemi se lo chiamo così. è<br />

spente, ma nella vallata ardevano, rossi, i nostri<br />

per me il nome più dolce e più caro.<br />

fuochi. Le pecore, ammassate dentro gli staz-<br />

(Piero Bargellini, Il Pastore)<br />

zi, si addossavano le une sulle altre, col muso<br />

nascosto nei velli. Noi di guardia invidiavamo<br />

Brugneto: le campane necessitano manutenzione<br />

le bestie che potevano difendersi così bene dal<br />

Una nuova e importante manutenzione si profila all’orizzonte della nostra chiesa<br />

freddo. Si stava attorno ai fuochi che ci coce-<br />

parrocchiale. Si tratta delle campane. Nell’ultimo sopralluogo fatto da Giambattista, il<br />

vano da una parte, mentre dall'altra si gelava.<br />

tecnico della ditta Trebino che ogni anno revisiona tutti i meccanismi montati sul no-<br />

Sulla mezzanotte il fuoco cominciò a crepitare<br />

stro campanile, è emerso che uno dei perni della terza campana è rotto e va sostituito,<br />

come se qualcuno vi avesse gettato un fascio di<br />

anche se al momento sembra reggere ancora. Inoltre tutte e cinque le campane - la<br />

pruni secchi. Nello stazzo, le pecore si misero a<br />

cui età ormai passa il secolo - evidenziano preoccupanti segni di usura nei punti dove<br />

tramenare. Alzavano i musi in aria, e belava-<br />

il battacchio le colpisce quando suonano a distesa. Il rischio è che possano iniziare a<br />

no. - Sentono il lupo, - pensai. Cercai a tasto il<br />

rompersi. Una prima soluzione, poi scartata, è stata quella di ruotare ogni campana<br />

bastone e mi alzai. I cani giravano su se stessi e<br />

su sé stessa di 90°; in questo caso però bisognerebbe ruotare anche i battacchi, cosa<br />

uggiolavano. - Hanno paura anche loro, - pen-<br />

troppo complessa. La via migliore sembra<br />

sai. Intanto anche i compagni si erano levati<br />

essere invece quella di sostituire tutti e 5<br />

da terra. Facemmo gruppo scrutando la cam-<br />

i battacchi con pezzi identici ma di metalpagna.<br />

Non era più freddo. Il cuore, invece di<br />

lo molto più dolce, in modo che a consu-<br />

battere per la paura, sussultava quasi di gioia.<br />

marsi siano questi ultimi e non il bronzo<br />

Era d'inverno, e ci sentivamo allegri come se fos-<br />

delle campane. Invece, quanto al problema<br />

se stata primavera. Era di notte, e si vedeva luce<br />

del perno rotto, oltre alla sua sostituzione è<br />

come di giorno.<br />

molto consigliabile sistemare sotto ad ogni<br />

Sembrava che l'aria fosse diventata polvere lu-<br />

campana appositi ‘paracadute’, sui quali il<br />

minosa. E in quella polvere, a un tratto, prese figura una creatura così bella che ne provammo<br />

bronzo si appoggerebbe nel caso si spez-<br />

sgomento. - Non temete, - disse l'apparizione. - Io vi annunzio una grande gioia destinata a<br />

zasse un perno, evitando una rovinosa ca-<br />

tutto il popolo. Oggi vi è nato un Salvatore, nella città di David. E questo sia per voi il segnale:<br />

duta giù dalla torre. Nel complesso il pre-<br />

troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia. Non aveva finito di parventivo<br />

assomma a quasi 4.780 € + IVA, che<br />

lare, che da ogni parte del cielo apparvero Angeli luminosi, e cantavano: - Gloria a Dio nel più<br />

dovremo riuscire a reperire. La parrocchia<br />

alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà.<br />

infatti non è ancora riuscita a pareggiare i<br />

Poi tornò la notte, e noi restammo come ciechi nella valle piena di oscurità. I fuochi si erano<br />

conti dei lavori di messa in sicurezza della<br />

spenti. Le pecore tacevano. I cani s'erano acciambellati per terra. - Abbiamo sognato! - pen-<br />

chiesa (24.200 €) e le spese (3.744 €) per la<br />

sammo. Ma eravamo in troppi a fare lo stesso sogno. Lì vicino, sulla costa della collina, erano<br />

richiesta del contributo dei 500.000 €, pro-<br />

scavate alcune grotte, che servivano da stalla. Avevano la mangiatoia formata di terra dura.<br />

messo dal sindaco ma mai erogato. A tali<br />

64<br />

Se il Salvatore si trovava in una mangiatoia, voleva dire che era nato in una di quelle povere<br />

grotte. Infatti trovammo, come ci aveva detto l'Angelo, un Bambino fasciato, in mezzo a due<br />

cifre mancano ancora 10.650 €.<br />

65


ontagna<br />

Nostra<br />

A Curletti la festa di Santa Giustina<br />

A<br />

fine settembre, come ogni anno, a Curletti si è celebrata la festa di Santa Giustina,<br />

patrona della parrocchia. Pur con il tempo brutto è comunque stato possibile<br />

non soltanto celebrare alla domenica mattina, ma anche festeggiare al sabato sera<br />

presso la ex scuola elementare del paese, che si sta rivelando un ottimo punto di<br />

incontro e di animazione del paese. Grazie alla partecipazione di una compagnia di<br />

amici di Metteglia e Ciregna la serata è stata rallegrata dal canto a coro e dalla musica<br />

di piffero e fisarmonica, secondo la tradizione culturale locale.<br />

CASTELCANAFURONE IN FESTA !<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

La tradizionale sagra dell’Assunta<br />

lascia in ciascuno di<br />

noi un dolce ricordo.<br />

Le SS. Messe celebrate dai nostri<br />

carissimi don Giovanni Castignoli<br />

e don Ezio Molinari:<br />

in mattinata la funzione con la<br />

Processione della nostra bella<br />

antica statua di Maria tra le<br />

case di Lovetti, al pomeriggio<br />

alla chiesetta del Gratra con la<br />

Processione, sul prato intorno alla chiesetta e le ore trascorse all’ombra della pineta,<br />

con giochi per grandi e piccini, la merenda per tutti, la pesca di beneficienza, con<br />

premi per tutti i gusti, e la serata danzante in piazza al suono della fisarmonica, hanno<br />

coinvolto tutti, e sono stati una bella occasione per ritrovarsi in amicizia e gustare<br />

il modo semplice, ma autentico, di stare insieme.<br />

Un “grazie” di cuore a tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione di tutti i<br />

momenti vissuti in serenità e a tutti quelli che hanno partecipato. Arrivederci alla<br />

prossima estate!<br />

Evviva le Coscritte !<br />

La famiglia di Patri-<br />

Lucia Bongiorni e Gabriella Cassola,<br />

entrambe nate a Milano, ma con Castello<br />

nel cuore, si ritrovano ogni estate per qualche<br />

giorno di vacanza e trascorrere in amicizia<br />

bei momenti: durante la scorsa estate<br />

hanno festeggiato il loro importante traguardo:<br />

50 anni !<br />

La mamma di Lucia, Elisa Cassola, figlia di<br />

Emma e Celeste, ricorda che alla festa dei<br />

suoi 20 anni, nel 1958, il gruppo dei Coscritti<br />

di Castello era formato dai Cassola:<br />

Elisa, Mariuccia (Fiurìna) e Lorenzo (Bargè)<br />

di Lovetti, Anna di Castignoli e Flora di<br />

Canafurone. Le ragazze indossavano un<br />

abito azzurro celeste, confezionato uguale<br />

zio e Anna arricchi-<br />

per tutte, avendo acquistato loro stesse la<br />

ta da due “giovani<br />

stoffa a Bobbio, e sfoggiato con orgoglio<br />

speranze” e da due<br />

durante la serata danzante in casa di Ro-<br />

stupendi esemplari<br />

dolfo (Dulfèin) e ballando al ritmo della<br />

66<br />

di cavalli.<br />

fisarmonica di Cristoforo di Solaro.<br />

67


ontagna<br />

Nostra<br />

A don Ezio per la morte del papà<br />

Molinari Walter<br />

n.17.09.1926<br />

m.07.10.<strong>2012</strong><br />

“Facendo nostre le riflessioni di don Giuseppe<br />

Formaleoni che al funerale di tuo<br />

papà ne ha messo in luce la preziosa<br />

competenza messa sempre a disposizione<br />

della comunità parrocchiale, ricordando<br />

il bene che gli avete voluto, vorremmo<br />

sostenere in te, don Ezio, e nei tuoi familiari<br />

quella visione di fede che da un<br />

lato ci fa convinti che del bene compiuto<br />

in vita nulla va perduto e dall’altro che<br />

il legame di affetto e di riconoscenza che<br />

abbiamo per i nostri genitori non si spegne<br />

di certo dentro una tomba.”<br />

I tuoi fratelli preti dell’Alta Val Nure con<br />

tutta la comunità.<br />

"Grazie alla disponibilità<br />

di Enrico e Maria Rosa e<br />

al lavoro meticoloso di<br />

Giulio e Gianni quest'anno<br />

finalmente lo spartineve<br />

potrà passare"<br />

Pierino Ferrari<br />

Alla fine la malattia lo ha<br />

vinto, e ha portato via il<br />

nostro carissimo Pierino<br />

Ferrari. Era nato a Noce<br />

di Brugneto, dove ritornava<br />

spessissimo presso i<br />

familiari che in quest’ultimo<br />

periodo lo hanno curato<br />

con ogni attenzione,<br />

ma ha vissuto molti anni a<br />

Ferriere, dove aveva il suo<br />

apprezzato laboratorio di<br />

falegname; probabilmente<br />

tutti avremo in casa<br />

qualcosa del suo lavoro.<br />

Capace e preciso, sempre<br />

generoso e disponibile<br />

Ricordiamoli<br />

Carlo Scaglia<br />

Nelle ultime settimane abbiamo dovuto<br />

salutare anche il nostro carissimo<br />

Carlo Scaglia di<br />

Tornarezza, che abitava<br />

presso il vecchio<br />

caseificio.<br />

I molti acciacchi portati<br />

dall’età avanzata<br />

lo avevano costretto<br />

a rinunciare a tante<br />

attività che Carlo<br />

aveva sempre svolto<br />

con ingegno e con<br />

passione.<br />

Era infatti un bravissimo<br />

fabbro, un<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

davanti ad ogni richiesta,<br />

affabile e gentile<br />

con tutti, non è stato<br />

davvero difficile stimarlo<br />

e volergli bene<br />

per quella sua onestà<br />

e rettitudine che dimostrava<br />

in ogni cosa. La<br />

morte lo ha colto quasi<br />

contemporaneamente<br />

al cognato Ettore, il<br />

marito della sorella Teresa,<br />

e noi siamo particolarmente<br />

vicini ai familiari<br />

così duramente<br />

provati da questo doppio<br />

lutto.<br />

valente muratore, un capace idraulico,<br />

un elettricista, sapeva condurre i<br />

campi, e produceva grappe<br />

e liquori come forse<br />

nessun’altro. Generoso ed<br />

amante dell’amicizia e della<br />

compagnia, aveva un<br />

animo profondamente religioso.<br />

La parrocchia di Brugneto<br />

gli è particolarmente grata<br />

per il suo servizio di fabbriciere,<br />

importante proprio<br />

per la grande esperienza e<br />

l’equilibrio con cui giudicava<br />

ogni questione.<br />

68 69


ontagna<br />

Nostra<br />

La mancanza di spazio sullo scorso numero del<br />

bollettino, non mi ha permesso un ricordo personale<br />

dell’amico Pino Scaglia, deceduto durante<br />

l’estate. Sento così il desiderio di aggiungere<br />

“qualcosa” a quanto scritto in precedenza.<br />

Conservo fra i ricordi personali, la prima tessera<br />

politica “DC” che nell’anno 1973 l’allora<br />

segretario sezionale del Partito Pino Scaglia mi<br />

consegnò. E’ qualcosa che ci accomunava e ci<br />

esortava per un impegno pubblico per il conseguimento<br />

di un bene comune rappresentato dai<br />

bisogni della nostra gente e dalla disponibilità<br />

di un servizio sul piano amministrativo. Questa<br />

comunanza di ideali ci ha uniti per molti<br />

anni e sono sicuro che ci accomunerebbe ancora<br />

se Pino fosse in vita. Sento però l’obbligo<br />

di ringraziarlo per i tanti anni di impegno amministrativo, più volte assessore<br />

e consigliere, senza cambi di “facciata”, svolti sempre nell’interesse della “sua<br />

gente”. I difetti fanno parte della persona umana, i “peccati” li commettiamo<br />

tutti, però sono convinto che anche una carriola di ghiaia sia stato un mezzo per<br />

migliorare le condizioni di vita nei nostri paesi e Pino di camion di asfalto ne<br />

ha fatti stendere parecchi. Senza patente, senza macchina, con una istruzione<br />

scolastica del tempo in cui ha vissuto, ma con tanta scaltrezza e buona volontà,<br />

con un’innata predisposizione ai rapporti umani, ha saputo entrare in ambienti<br />

“difficili” e lavorare per il bene comune.<br />

Per questo, grazie Pino, che il Signore ti abbia accolto nel suo Regno dove poter<br />

continuare a lavorare per la tua terra e aiutare la tua gente. Paolo<br />

Lo scorso 2 settembre è salita in cielo Celestina<br />

Bertotti, nata a Curletti 91 anni fa, il 15 luglio<br />

1921. Viveva da molti anni nelle vicinanze di Carpaneto,<br />

ma ogni anno ritornava tra i suoi monti<br />

per rivedere il paese natio e per assistere all’immancabile<br />

Santa Messa di Ferragosto celebrata a<br />

Ferriere da Don Giuseppe. I suoi saggi consigli,<br />

frutto di una lunga esperienza di vita fatta di sacrifici,<br />

resteranno sempre nei pensieri di chi l’ha<br />

conosciuta. Di lei non potremo mai dimenticare il<br />

carattere deciso, la battuta pronta e il sorriso affettuoso<br />

con cui accoglieva sempre i suoi nipoti.<br />

Val lardana<br />

Salvato il Bercello!<br />

Finalmente una buona notizia: chi<br />

ama l’Alta Val Lardana, questo angolo<br />

di mondo incontaminato, deve essere<br />

grato alle 230 persone che hanno firmato<br />

le osservazioni al PIAE Variante 2011<br />

adottato con atto del Consiglio Provinciale<br />

di Piacenza n. 23 del 26/03/<strong>2012</strong>,<br />

per fermare la cava del Monte Bercello,<br />

anche conosciuto come “Poggio”.<br />

Ecco Zanetta e Vittorina,<br />

le due “ragazzine”<br />

di Montereggio di<br />

90 e 87 anni.<br />

Auguri di ....... buona<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

La Giunta Provinciale ha deliberato e<br />

accolto le osservazioni prot. 37119 del<br />

28/05/<strong>2012</strong> con la delibera n, 197 del<br />

5/10/<strong>2012</strong> con la quale ha eliminato la<br />

previsione estrattiva in Comune di Ferriere,<br />

località Monte Bercello.<br />

Provate solo ad immaginare cosa sarebbe<br />

potuto accadere se non fossero state<br />

accolte le ossevazioni in difesa di questo<br />

meraviglioso e selvaggio rilievo<br />

montuoso!!!...polveri di amianto crisolito<br />

nell’aria e impatto ambientale<br />

e paesaggistico sconvolgente per gli<br />

abitanti delle frazioni ad esso limitrofe….<br />

Fortunatamente, per un volta, la<br />

buona volontà, la coesione e la discesa<br />

in campo di persone attente<br />

sono state premiate ed il Monte Bercello<br />

raffigurato in questa foto non<br />

cambierà il suo aspetto.<br />

Maurizio e Giancarla Gruffé<br />

70 continuazione!<br />

71


ontagna<br />

Nostra<br />

Vive congratulazioni a Brigitte e Pasquale BERNARDI (figlio di RENZO dù<br />

Giuspein di San Gregorio) unitisi in matrimonio lo scorso 15 settembre a Chartres<br />

(Francia) davanti ai loro figli Vincenzo e Armando.<br />

Gli inseparabili amici Giampaolo<br />

Dallavalle e Piero Bracchi, di Cassimoreno,<br />

in occasione della festa del<br />

cinquantesimo della scuola media,<br />

hanno voluto posare vicino ai locali<br />

(ex asilo) dove loro giovani studenti<br />

hanno appreso la preparazione culturale<br />

per il loro futuro.<br />

Più di una volta, hanno commentato,<br />

abbiamo affrontato la strada dal<br />

capoluogo a Cassimoreno a piedi....<br />

ricordi che oggi sono insegnamenti<br />

di vita.<br />

Vive congratulazioni<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Con grande gioia per tutto il paese di Coletta, il giorno 1° settembre <strong>2012</strong> Agatha<br />

e Giada Taffurelli hanno ricevuto il Sacramento del battesimo contestualmente<br />

al matrimonio dei genitori Lisa Carini e Stefano Taffurelli nel caratteristico<br />

settecentesco oratorio dedicato alla Visitazione di Maria a S. Elisabetta.<br />

Balderacchi Francesco<br />

n.06.04.1935 - 07.11.<strong>2012</strong><br />

“Nel nostro cuore conserviamo vivo<br />

e profondo il ricordo di te”.<br />

Francesco è nato e vissuto a Canarano.<br />

Solo per la parentesi del militare,<br />

nel corpo degli alpini, ha lasciato<br />

la propria casa per servire la Patria.<br />

Gran lavoratore, persona umile, sincera<br />

e mite. Aveva stabilito con il fratello<br />

Leopoldo una vita comunitaria,<br />

dedita alla famiglia e al rispetto degli<br />

altri. Un’improvvisa indisposizione<br />

lo ha colto di sorpresa e in pochissimo<br />

tempo ha lasciato i suoi affetti<br />

terreni in silenzio ma lasciando anche<br />

un grande vuoto intorno.<br />

72 73


ontagna<br />

Nostra<br />

I fratelli Bracchi, pionieri dell’energia idroelettrica<br />

Leggendo sui giornali locali, dell’iniziativa<br />

dei “pertusini” di installare<br />

una turbina e avere una centrale idroelettrica<br />

in grado di soddisfare le utenze<br />

del paese ed essere indipendenti, la<br />

memoria mi porta ai racconti di mio<br />

nonno Giovanni di quando già più di<br />

sessant’anni fa, i fratelli Bracchi furono<br />

i pionieri dell’energia pulita grazie a un<br />

generatore di corrente posto sul rio Canarello<br />

nelle vicinanze di Canarano di<br />

san Gregorio, nel comune di Ferriere.<br />

Era da poco finita la guerra e gli avventurosi<br />

fratelli Andrea e Pierino Bracchi<br />

ebbero l’intuizione, probabilmente<br />

sull’onda di altre centraline simili poste<br />

in alta Valnure, di portare l’energia elettrica<br />

nella val Lavaiana sfruttando la forza<br />

dell’acqua.<br />

Le pale della turbina, erano posizionate<br />

ad arte direttamente nelle rapide del ruscello<br />

che, scendendo lesto e con forza<br />

verso la Lardana, azionava un generatore<br />

di corrente elettrica che giungeva,<br />

attraverso una dorsale fino a Le Moline;<br />

successivamente, in misura minore, anche<br />

qualche mulino per la macina del<br />

grano sfruttò la stessa forza per produrre<br />

“la scossa”<br />

Le linee elettriche di quei tempi non erano<br />

chiaramente come le vediamo oggi,<br />

posate maestosamente su enormi tralicci<br />

o sopra file di pali, ma bensì con un fil<br />

di ferro veniva assicurato il cavo sugli<br />

alberi, e così tra un faggio e una robinia<br />

i fratelli Bracchi realizzarono il loro riuscitissimo<br />

esperimento, quello di illuminare<br />

la bassa valle Lavaiana.<br />

Gli abitanti, presi da un grande entusiasmo<br />

iniziarono ad aderire a questo servizio<br />

e ben presto vi fu la necessità di<br />

ampliare la rete di distribuzione a causa<br />

del boom di richieste.<br />

A Montereggio, paese natale dei Bracchi,<br />

vollero da subito la luce e così la<br />

linea elettrica arrivò fino a lì e poi si divise<br />

verso Boccolo Noce e a Pianazze<br />

creando una piccola ma capillare rete di<br />

distribuzione che portava un ballerino<br />

kilowatt ad ogni utenza.<br />

I Bracchi si erano messi in un bel business,<br />

e tutto senza produrre nemmeno<br />

un grammo di anidride carbonica,<br />

rumore, fumi o quant’altro rispetto alle<br />

odierne centrali termoelettriche. Vi era<br />

però un bel da fare; a volte il vento o la<br />

neve faceva crollare le linee causando<br />

delle interruzioni, e così anche il nipote<br />

Giovanni Bracchi, che oggi gestisce la<br />

famosa trattoria a Pianazze, ricorda di<br />

aver aiutato gli zii lungo i boschi con la<br />

scala per riparare i cavi o sostituire un<br />

trasformatore, tutto avveniva sugli alberi<br />

naturalmente.<br />

Ai tempi non esistevano norme di sicurezza<br />

e impianti cosiddetti a regola<br />

d’arte, ma si era felici come non mai<br />

nel vedere accendersi una, banale per i<br />

nostri tempi, lampadina da 25 Watt che<br />

illuminava la stalla o la cucina, poiché<br />

televisione, frigorifero e forno elettrico<br />

non erano di certo un bene primario, oltre<br />

che rappresentare oggetti futuristici.<br />

Nella seconda metà degli anni sessanta<br />

del secolo scorso l’Enel, in qualità di<br />

ente nazionale per l’energia elettrica,<br />

fece smantellare tutte queste centraline<br />

e ricordiamo anche le vicine di Canadello<br />

e Centenaro, per far spazio alla grande<br />

distribuzione.<br />

Gallini Claudio<br />

cattaragna<br />

Una serata tra amici<br />

Anche quest'anno è arrivato<br />

ottobre e ha portato la prima<br />

domenica del mese, che per noi di<br />

Cattaragna significa la festa della<br />

Madonna del Rosario.<br />

È una ricorrenza antica, affonda le<br />

sue radici nella storia, addirittura<br />

fino al tredicesimo secolo e alla<br />

fondazione dell'ordine dei Domenicani,<br />

i primi a diffondere la preghiera<br />

del Santo Rosario tra i cristiani.<br />

Per noi di Cattaragna una<br />

ricorrenza importante da sempre, una<br />

delle date che scandiscono il calendario<br />

di un piccolo paese: per la nostra gente<br />

e per i nostri avi significava e significa<br />

preghiera di buon auspicio per il raccolto<br />

delle castagne, frutto importante e<br />

prezioso per il sostentamento della co-<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

munità nei secoli e per noi, che di questa<br />

comunità siamo figli.<br />

Nei gesti del rito, che eseguiamo quasi<br />

senza accorgercene, portiamo la Madonna<br />

in processione fino alla “cappelletta”<br />

e, mentre preghiamo, cantiamo e ascoltiamo<br />

le parole del parroco, possiamo<br />

vedere sullo sfondo le nostre montagne,<br />

74 75


ontagna<br />

Nostra<br />

e soprattutto i boschi di castagni.<br />

Quest'anno il raccolto non è stato felice,<br />

in un anno così strano dal punto di<br />

vista meteorologico non potevamo non<br />

attenderci qualche ricaduta negativa. In<br />

questo tempo siamo più fortunati, la vita<br />

delle nostre famiglie non dipende più<br />

dalla farina di castagne, però per chi negli<br />

anni ha continuato a produrla, con<br />

tanta passione e sacrificio, e per chi si è<br />

riavvicinato a quest’attività solo da qualche<br />

anno, è stato difficile nascondere il<br />

rammarico.<br />

Sperando che tra un anno l'esito della<br />

raccolta sia migliore, non è per addolcire<br />

l'amarezza o per cercare qualcosa di<br />

buono a tutti i costi che ricordiamo la<br />

serata del 6 ottobre, ma perché è giusto<br />

registrare e raccontare un altro evento<br />

positivo vissuto al circolo. E, ancora una<br />

volta, un successo superiore alle attese.<br />

Una serata di liscio è sempre un piacevole<br />

traino quando l'autunno, se pur mite,<br />

è appena iniziato, e Michele con la sua<br />

fisarmonica è un compagno di viaggio<br />

storico per il nostro circolo. Ma la serata<br />

ha offerto anche altri sapori, oltre al classico<br />

bicchiere da bere in compagnia, fra<br />

un ballo e l'altro: a chi è venuto a trovarci<br />

(numerosi anche quelli di<br />

fuori paese, i "furesti", come li<br />

abbiamo sempre chiamati), è<br />

stata riservata la degustazione<br />

della polenta di castagne (la<br />

"pasta"), con ricotta e salame<br />

cotto, offerti interamente dal<br />

circolo. E questo gesto, che<br />

può sembrare insignificante,<br />

ha trasformato una sera come tante in<br />

una vera e propria serata tra amici, in cui<br />

agli ospiti che hanno fatto tanta strada<br />

per venire a trovarci è stato offerto qualcosa<br />

di speciale: sapori della nostra terra,<br />

della nostra gente, in un'idea di gratuità<br />

che solo l'amicizia può sottintendere. Ed<br />

è davvero piacevole e gratificante constatare<br />

che gli amici sono stati tanti, e che<br />

sarebbero venuti a trovarci comunque.<br />

Speriamo che la polenta di castagne sia<br />

stata percepita come un piccolo premio,<br />

e che sia stata davvero compresa l'idea<br />

dietro al gesto: un altro passo in un cammino<br />

(che confidiamo sia lungo) in cui il<br />

successo non si misura solo dal profitto<br />

che se ne ricava, ma in cui il vero utile è<br />

il sorriso che si riceve in cambio, la voglia<br />

di stare insieme, il senso di ospitalità e di<br />

comunità che si rafforza.<br />

Ora che siamo entrati nell'autunno vero,<br />

ora che abbiamo visto la prima neve imbiancare<br />

le montagne, è difficile non lasciarsi<br />

prendere da un pizzico di malinconia.<br />

Saranno pochi i camini a sbuffare<br />

fumo, lo sappiamo bene; pochissime le<br />

persone che si muoveranno per le strade<br />

e animeranno Cattaragna, da qui alla<br />

prossima primavera.<br />

Lunghi mesi in cui viene buio presto e<br />

tanti di noi saranno lontani, in case confortevoli<br />

in cui non dobbiamo pensare<br />

ad andare a prendere la legna per alimentare<br />

il fuoco, o portare da mangiare<br />

alle galline o ai conigli.<br />

Però c'è una cosa su cui anche noi,<br />

che siamo lontani e abbiamo Cattaragna<br />

nel cuore, possiamo contare: che, se<br />

in un fine settimana qualunque ci sarà<br />

bel tempo e se le strade saranno pulite<br />

(facendo attenzione ai sassi e magari al<br />

ghiaccio!), se avremo voglia di andare a<br />

scaldare la casa a Cattaragna, magari an-<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

che solo per controllare che non siano<br />

gelati i tubi dell'acqua, se il sabato sera<br />

dopo cena o la domenica andremo verso<br />

la chiesa a fare due passi, ci sarà una<br />

luce accesa e un posto caldo e ospitale<br />

ad accoglierci: il nostro circolo, un punto<br />

di riferimento per noi di Cattaragna,<br />

ma anche per chi vive nei paesi vicini,<br />

o per chi deciderà di fare una gita sui<br />

nostri monti.<br />

Perché le serate tra amici si fanno sempre,<br />

anche se non sono sul calendario<br />

degli eventi (sul sito internet o su Facebook).<br />

Perché a Cattaragna il circolo c'è tutto l'anno. I volenterosi che lo tengono aperto<br />

anche.<br />

E vedrete che le serate tra amici sono facili da organizzare.<br />

Servono solo gli amici.<br />

Noi ci siamo.<br />

Caldini Maurizio<br />

Un abbraccio a Maddalena<br />

L’arzilla nonnina della foto è Maddalena<br />

Cervini che il 27 settembre ha<br />

compiuto 103 anni.<br />

Fino all’anno scorso<br />

ha abitato a Cattaragna,<br />

suo paese natio,<br />

dove ha cresciuto tre<br />

figli che poi si sono<br />

trasferiti chi a Milano<br />

chi a Piacenza. Legata<br />

da sempre a questi<br />

luoghi, ha amato<br />

profondamente la<br />

sua casa, la sua chiesa<br />

e le sue montagne.<br />

Maddalena è la più anziana della frazione<br />

e probabilmente una delle più<br />

longeve del comune<br />

di Ferriere. L’abbiamo<br />

festeggiata alla<br />

Casa per Anziani<br />

“Maruffi” di Piacenza<br />

nel giorno del suo<br />

compleanno memori<br />

dei suoi insegnamenti,<br />

del suo spirito<br />

energico e di una<br />

vita sempre attiva.<br />

Auguri nonnina !!!<br />

I tuoi familiari<br />

76 77


ontagna<br />

Nostra<br />

Dall’Alaska a Cattaragna, alla scoperta delle proprie origini<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Sono le tue radici che ti mantengono<br />

saldo quando soffia il vento…<br />

gi e una delle cose che ho imparato è che<br />

bisogna vivere “alla giornata”. Ho certamen-<br />

Anche quest’anno abbiamo avuto il piate<br />

dovuto farlo durante il mio cammino vercere<br />

di avere con noi la cugina dall’Aso<br />

Cattaragna e non mi sono mai preoccumerica.<br />

Diane Calamari, discendente<br />

pata di ciò che mi sarebbe potuto accadere<br />

della famiglia Calamari di Cattaragna, ha<br />

il giorno dopo. Ogni sera guardavo la mia<br />

raggiunto il nostro borgo a conclusione<br />

mappa per scoprire il percorso per il giorno<br />

di un’escursione durata circa 25 giorni.<br />

seguente… La mia vita diventò ben presto<br />

Rientrata in Alaska, dove vive con il ma-<br />

una semplice sequenza di passi, uno dopo<br />

rito Brian, ci ha inviato il suo diario di<br />

l’altro, e la mia mente era concentrata solo<br />

viaggio…<br />

su questo. Ero stupita di come fosse facile<br />

“Lo scorso inverno, mia sorella Judy a<br />

lasciarmi alle spalle l’altra vita e rilassarmi al il paese.<br />

San Francisco trovò per caso, in una<br />

ritmo naturale di ogni giorno.”<br />

Ho trascorso tre giorni a Cattaragna, nella<br />

vecchia scatola, un piccolo incarto con- terra dei miei antenati, non attraversandola<br />

Percorrendo una media di 25 km al giorno, casa a suo tempo abitata dalla famiglia detta<br />

tenente una vecchia foto che ritraeva un in treno o con altri mezzi, ma incontrando<br />

fermandosi solo all’imbrunire per dormire in “Boschi”, la casata da cui proveniva il mio<br />

piccolo paese di montagna. L’emozione fu persone, sentendo il vento sul mio viso e af-<br />

rifugi o in ostelli (raramente Bed & Breakfast, bisnonno. Le cattive condizioni meteorolo-<br />

grande, anche se fu solo una conferma di frontando salite e discese dei boschi e delle<br />

spesso nella sua tenda), Diane giunge a Pongiche di quei giorni mi hanno permesso di<br />

quanto avevamo già scoperto l’anno prima. montagne. Non avevo mai percorso un tratremoli<br />

a metà settembre e da lì intraprende riposare, di apprezzare gli ottimi piatti cuci-<br />

Dopo anni di ricerche, mia sorella e mia nigitto così lungo da sola, e avevo una gran<br />

la Via degli Abati, con una diversione a Bardi nati da Paolina, da Angela e Alfredo. Seduta<br />

pote erano riuscite infatti a risalire alle ori- voglia di mettermi alla prova… Evidente-<br />

per raggiungere finalmente Cattaragna… sotto il portico del circolo di Cattaragna, il<br />

gini del capostipite della nostra famiglia: il mente il mio imminente sessantesimo com-<br />

“Dopo una rinfrancante sosta a Coletta e una mio pensiero andava spesso agli emigranti,<br />

bisnonno Isidoro, nato a Cattaragna e da lì pleanno mi diede quella scossa necessaria a<br />

deliziosa cena all’Osteria di Bosconure, fi- è difficile immaginare di lasciare il proprio<br />

partito per l’America nella metà del 1800. far sì che potessi indirizzare le energie per la<br />

nalmente la mattina di domenica 23 settem- paese per affrontare l’ignoto… La curiosità<br />

Così, in occasione di un viaggio in Italia realizzazione del mio sogno…”<br />

bre raggiunsi Ferriere, da dove telefonai a spingeva certamente i giovani a lasciare la<br />

nell’ottobre di quell’anno, accompagnata da Diane trascorre così l’inverno scorso a pia-<br />

mia cugina Elena che con mia grande gioia propria terra, ma come doveva essere dura<br />

Luciano e Loretta Garbi, ebbi l’occasione di nificare il suo viaggio, in totale circa 600 km<br />

era già a Cattaragna ad aspettarmi… Pote- per i genitori veder partire i propri figli che<br />

visitare il paese e di avere contatti con al- di percorso lungo l’appennino tosco-emiliavo<br />

finalmente pensare di avercela fatta! Ero spesso non rivedevano più… Chissà quancuni<br />

discendenti della famiglia Calamari (a no. Partita da Sansepolcro (AR) lo scorso 25<br />

così eccitata dal fatto che avrei raggiunto la te volte Isidoro avrà guardato con nostalgia<br />

proposito, questo è il mio cognome origi- agosto (in piena calura estiva, lo ricordate?),<br />

mia meta che ripresi immediatamente il mio la foto del suo paese natale… È stata per<br />

nale, la “i” finale venne strategicamente tolta affronta temporali, fulmini, venti e bruschi<br />

cammino… Casaldonato, Caserarso, il Mer- me emozionante anche la visita del piccolo<br />

nel dopoguerra, quando molti italiani resero sbalzi termici, che però non interrompono<br />

catello e poi giù a Costa e Curletti. Percor- paese di Boschi, da dove partì nel 1790 il<br />

più “ americano” il proprio cognome: a quel il suo passo energico e allenato. Unico comrevo<br />

i sentieri che Isidoro Calamari e Luigia capostipite della famiglia Calamari (da qui<br />

tempo, infatti, le origini italiane non erano pagno di viaggio, il suo inseparabile zaino<br />

Casella, i miei bisnonni, avevano percorso il soprannome della famiglia, n.d.r.) per tra-<br />

cosa di cui vantarsi negli Stati Uniti).<br />

contenente un sacco a pelo, un tappetino<br />

tanti anni prima. Ho provato una pura e ausferirsi a Cattaragna ad occuparsi delle ter-<br />

E fu proprio in occasione di quel viaggio nel da campeggio, un impermeabile, un cambio<br />

tentica gioia a camminare sulle stesse strare della moglie. Per me, cresciuta nel cuore<br />

2010 che venni a conoscenza della Via Fran- completo, due litri d’acqua e un po’ di cibo,<br />

de e finalmente scorgere, oltre il costone, dell’America senza una vera storia familiare,<br />

cigena e della Via degli Abati, percorsi ap- per un totale di 12 kg sulla spalle. Unica<br />

Cattaragna in lontananza. Mi sentivo anche vedere in quei piccoli cimiteri i ritratti delle<br />

penninici utilizzati dai monaci che si recava- concessione tecnologica: un tablet (rivelatosi<br />

molto fortunata al pensiero di avere amici persone che probabilmente hanno vissuto<br />

no in pellegrinaggio a Roma nel medioevo. spesso inutile poiché, ahimè, la rete internet<br />

e familiari che mi aspettavano. Ero ormai a insieme ai miei antenati è stata un’autentica<br />

Amo molto camminare e iniziò così a frullar- sugli appennini non è così efficiente…).<br />

poche curve dal paese quando Elena, sua fi- emozione!”<br />

78<br />

mi nella testa l’idea di raggiungere Cattaragna…<br />

A piedi! Avevo voglia di conoscere la<br />

“In Alaska, dove vivo, mi capita spesso di<br />

percorrere lunghe distanze in luoghi selvagglia<br />

Lucia e Angela mi hanno raggiunto. E tra<br />

abbracci, baci e lacrime, abbiamo raggiunto<br />

Dopo una tappa a Coli e Bobbio, Diane ha<br />

trascorso qualche giorno ancora a Cattara-<br />

79


ontagna<br />

Nostra<br />

gna dove, in occasione della Festa della Madonna<br />

del Rosario, tutta la comunità riunita<br />

nel nostro circolo ha potuto salutarla e augurarle<br />

buon viaggio.<br />

“Non sono mai stata brava a salutare, ma<br />

questa volta è stata più dura che mai.”<br />

Claudio Gallini di Coletta, Carmen ed Emanuela<br />

dell’Osteria di Bosconure, Ornella<br />

Calamari di Boschi, sono solo alcune delle<br />

persone che Diane cita nel suo diario di<br />

viaggio…<br />

“Ho portato con me in Alaska tutti i volti e i<br />

nomi delle persone che ho incontrato lungo<br />

il cammino, anche persone sconosciute che<br />

ho incrociato, che mi hanno indicato la stra-<br />

Ricordandoli<br />

Enrico Campominosi<br />

n.9/7/1921 - m.20/8/<strong>2012</strong><br />

Uno degli ultimi patriarchi della Cattaragna antica, ci<br />

ha lasciato all’età di 91 anni, l’agosto scorso.<br />

Sentiremo la sua mancanza: Enrico aveva uno spirito<br />

giovane, gentile, discreto, amante dello stare insieme,<br />

con tutti, vecchie e nuove generazioni.<br />

da o con cui ho conversato piacevolmente,<br />

anche solo per poche ore. E, naturalmente,<br />

non posso dimenticare i tanti amici ritrovati<br />

a Cattaragna, mi è impossibile citarli tutti.”<br />

Il ricordo del profumo della pasta di castagne<br />

preparata da Gino ed Alfredo e il calore<br />

della nostra gente riscalderà il lungo inverno<br />

di Diane in Alaska? Noi pensiamo di sì, così<br />

come ci auguriamo che Diane abbia portato<br />

con sé la piacevole e rassicurante sensazione<br />

che in qualsiasi momento lo desideri, possa<br />

tornare a sentirsi come a casa, nel nostro<br />

piccolo angolo di appennino da cui partì il<br />

giovane Isidoro, 150 anni fa…<br />

Ciao Diane e arrivederci al prossimo anno!<br />

Un altro lutto ha colpito la comunità di Cattaragna<br />

Renato Agosti<br />

n.25.06.1930 m.28.09.<strong>2012</strong><br />

Assiduo frequentatore della nostra montagna, pur non<br />

essendovi nato, amava trascorrere qui il periodo estivo e<br />

parte di quello autunnale, dedicandosi a lunghe passeggiate<br />

nei boschi. La sua giovialità ne ha fatto un nostro<br />

caro amico. Ciao Renato !!!<br />

torrio<br />

Appartamento dei maestri<br />

“bene comune”<br />

Sabato 13 ottobre <strong>Torrio</strong> ha festeggiato<br />

il definitivo recupero e arredo<br />

dell’appartamento dei Maestri nel complesso<br />

dell’ex scuola ora circolo ACLI.<br />

Il fine della vita sociale cos’è se non il<br />

bene comune storicamente realizzabile.<br />

Per bene comune intendo «l'insieme di<br />

quelle condizioni della vita sociale che<br />

permettono, sia alla collettività sia ai singoli<br />

membri, di raggiungere la propria<br />

perfezione più pienamente e più celermente»<br />

Il bene comune dipende infatti<br />

da un sano pluralismo sociale. Essendo<br />

di tutti e di ciascuno è e rimane comune,<br />

perché indivisibile e perché soltanto<br />

insieme è possibile raggiungerlo, accrescerlo<br />

e custodirlo, anche in vista del<br />

futuro.<br />

Questo bene comune è conseguente<br />

alle più elevate inclinazioni dell'uomo,<br />

ma è un bene sempre arduo da raggiungere,<br />

perché richiede la capacità e la ricerca<br />

costante del bene altrui come se<br />

fosse proprio. Un sentito ringraziamento<br />

alla Banca di Piacenza, rappresentata<br />

per l’occasione nelle persone dei suoi<br />

vicedirettori: Masera Carlo e Pietro Copelli,<br />

per il fattivo contributo dato che<br />

alimenta e stimola ogni elevata attività<br />

sociale e umana. Questo rimarrà scolpito<br />

nella targa che abbiamo applicato<br />

alla porta interna, per ora accesso privilegiato<br />

all’appartamento dei Maestri. Un<br />

grazie a Don Guido per la sua costante e<br />

affettuosa partecipazione alla vita della<br />

nostra piccola comunità. Un grazie sincero<br />

a tutti i volontari, alle nostre don-<br />

ne, che hanno lavorato per farci sentire,<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

attraverso la condivisione, ancora più<br />

comunità. Un grazie a Giuseppe Callegari<br />

per la sua concreta partecipazione<br />

alle nostre attività. Al compimento del<br />

progetto “appartamento dei maestri” che<br />

si compone di quattro stanze, non potevamo<br />

dimenticarci dei maestri e delle<br />

maestre che a <strong>Torrio</strong> hanno insegnato ed<br />

educato con il loro ruolo insostituibile.<br />

Sono loro che insegnandoci a scrivere, ci<br />

hanno dato il passaporto per il mondo.<br />

Sono loro che ci hanno fornito le chiavi<br />

per tutti i saperi che costituiscono la<br />

trama della nostra conoscenza. Ciascuno<br />

di noi si è costruito il proprio futuro personale<br />

e professionale sulla base di ciò<br />

che ha appreso lottando con le righe e<br />

i quadretti dei quaderni, imparando la<br />

musica delle tabelline, seguendo con il<br />

dito le linee di un libro. Sono loro che<br />

ancora oggi promuovono la prima fioritura<br />

intellettuale su cui costruire quel<br />

futuro civile e democratico che noi auspichiamo.<br />

Dedicando le quattro stanze ad altrettante<br />

Maestre abbiamo voluto idealmente<br />

ricordare tutte le maestre e i maestri che<br />

hanno contribuito a rendere migliori i<br />

ragazzi e a permetter loro un dignitoso<br />

e fiducioso futuro nel mondo. Purtroppo<br />

non possiamo certo dire di essere immersi,<br />

qui a <strong>Torrio</strong>, nel processo di crescita<br />

e di sviluppo per contribuire al sorgere<br />

di un futuro migliore ma cerchiamo<br />

di lasciare esempio per i figli e per i figli<br />

dei figli.<br />

Le maestre a cui ci siamo onorati di dedicare<br />

le stanze sono:<br />

80 81


ontagna<br />

Nostra<br />

Amalia Bellocchio, Stefania Troglio,<br />

che non sono più fra noi, oggi rappresentate<br />

dai figli di Amalia Clara e Carlo<br />

e di Stefania Giovanni Piazza sindaco di<br />

Ottone. Beatrice Bonvicini e Silvana<br />

Ballerini Benazzi presenti. Tutte donne,<br />

madri, persone di valore e di valori<br />

trasmessi che hanno sempre testimoniato<br />

l’appartenenza alle nostre genti, alle<br />

nostre montagne, al nostro territorio.<br />

Giancarlo Peroni<br />

Presidente Consorzio Rurale di <strong>Torrio</strong>.<br />

Consegna della targa da parte del<br />

Presidente del Consorzio alla Banca di<br />

Piacenza<br />

Gli scolari di <strong>Torrio</strong> nel 1968<br />

Foto ricordo del 13 ottobre: Don Guido<br />

Balzarini, Giovanni Piazza, Giancarlo<br />

Peroni, Beatrice Bonvicini, Silvana Ballerini<br />

Benazzi, Carlo e Clara Masera.<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Cicogne Torriesi<br />

Salutato da un’ovazione, in diretta telefonica, nel pomeriggio del 12 agosto<br />

<strong>2012</strong> durante la “festa al M.<br />

Crociglia” è nato Alessandro<br />

figlio di Elisa (nostra<br />

VECCHIA volontaria) e di<br />

Piero.<br />

Ai Genitori, ai nonni materni<br />

Giorgio ed Edda Rezzoagli e<br />

ai nonni paterni Anna e Giuseppe<br />

le vive congratulazioni<br />

della comunità Torriese e di<br />

Montagna Nostra.<br />

Nella foto Alessandro: amore<br />

della mamma Elisa e del papà<br />

Piero.<br />

Paolo Nicora nato il 28.09.2011 figlio<br />

di Romina Cisari e Daniele Nicora<br />

Mario Chiapparoli nato il<br />

28.06.2011 figlio di Raffaella<br />

Cisari e Vito Chiapparoli<br />

82 83


ontagna<br />

Nostra<br />

Oggi sposi<br />

Sabato 22 settembre <strong>2012</strong> nella chiesa di <strong>Torrio</strong> il parroco Don Ferdinando Cherubin<br />

ha unito in matrimonio Simona e Giancarlo.<br />

Ai numerosi intervenuti alla splendida cerimonia è seguito un lauto pranzo a Santo<br />

Stefano d’Aveto. I simpatici e numerosi parenti dello sposo giunti dalla Sicilia,<br />

ospiti del papà della sposa il consigliere Luigi Masera e della mamma Teresina,<br />

il giorno dopo, hanno potuto apprezzare il nostro paese e l’ospitalità dei Torriesi<br />

al Circolo<br />

ACLI “la<br />

scuola”.<br />

A Simona e<br />

Giancarlo<br />

i più fervidi<br />

auguri<br />

torriesi con<br />

l’augurio di<br />

un “collegamento”frequenteSicilia<br />

- <strong>Torrio</strong>.<br />

M. Carmela Laneri ved. Peroni (Carmiglia)<br />

Il 2 di agosto è mancata<br />

all’improvviso Carmiglia<br />

Laneri. Era nata 85 anni fa<br />

ad Ascona di Santo Stefano.<br />

Ultimogenita della famiglia<br />

dei Belli si era sposata con<br />

Gaetano Peroni di <strong>Torrio</strong> nel<br />

1950. Mancato il marito nel<br />

1959 con i due figli piccoli,<br />

sostenuta dal padre Angelo,<br />

aveva preso in gestione il<br />

negozio/osteria a Boschi finché, in un<br />

incidente, andando per funghi, mancò<br />

tragicamente anche il padre. Lasciata<br />

l’attività si trasferì vicino ai fratelli Andrea<br />

e Lino in pian d’Aveto sotto Ascona<br />

lavorando a Rezzoaglio nell’Albergo<br />

Americano. Nel ’68 terminati gli studi<br />

dei figli si trasferì con loro a Genova<br />

dove ha vissuto il resto della sua vita<br />

tornando ogni estate alle sue radici.<br />

Parlare di Carmiglia è complicato e<br />

semplice allo stesso tempo; complicato<br />

perché sembra che le parole usate<br />

siano banali, semplice perché basta<br />

usarne poche: fede, alto senso morale,<br />

lealtà, ricchezza interiore, amore,<br />

amore per la sua terra, i suoi affetti,<br />

per il venerato padre, per i fratelli, il<br />

marito, i figli, l’adorato nipote. Carmiglia,<br />

dal cuore sempre pronto a donare,<br />

incrollabile nella fede e nei suoi valori<br />

che sono stati il cardine della sua<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

vita e che ha trasmesso con<br />

dolce tenacia alla sua famiglia<br />

e agli amici.<br />

Grazie mamma per averci<br />

accompagnato in tutti i<br />

momenti della vita. Per noi,<br />

mamma, eri quell’essere,<br />

quel pensiero che ti accompagna,<br />

anche ora che non<br />

sei più, in ogni dove. Tu<br />

donna che il destino ti aveva<br />

tolto il marito dopo appena nove<br />

anni da sposa facesti con determinazione<br />

morale, la scelta dell’autonomia,<br />

delle parità. Perseguisti questi valori<br />

con coraggio dando al lavoro dedizione<br />

e dignità. Ti ringraziamo mamma,<br />

per i valori di vita e di cristianità che<br />

con l’esempio ci hai trasmesso; la famiglia,<br />

la caritatevole presenza dove c’è<br />

sofferenza e malattia, la disponibilità e<br />

la solidarietà. Ti ringraziamo per il valore<br />

che davi alle nostre radici, all’importanza<br />

di essere piuttosto che apparire.<br />

Cara mamma ti abbiamo voluto<br />

bene. Per quella misericordia che conforma<br />

le relazioni fra gli uomini alla<br />

tolleranza più profonda alla fraternità<br />

più amorevole e che hai sempre professato<br />

abbiamo la certezza che sarai<br />

accolta in cielo come lo sei stata nei<br />

nostri cuori.<br />

I tuoi figli Giancarlo e Angelo.<br />

All’amico e collaboratore Giancarlo la partecipazione più fraterna al dolore<br />

della sua famiglia per la scomparsa della cara mamma da parte dei parroci<br />

dell’alta Valnure e di Montagna Nostra.<br />

Tina Fontanarossa<br />

A nemmeno otto mesi di distanza dal marito Giannino Rezzoagli dei Bunazin<br />

il giorno di ferragosto è mancata Tina Fontanarossa mamma di Gianluca valido<br />

artigiano edile del nostro territorio (suoi i lavori di sistemazione interna “dell’ap-<br />

84 85


ontagna<br />

Nostra<br />

partamento dei maestri” nel nostro circolo sociale). Tina<br />

primogenita di sette sorelle e tre fratelli era nata a Chiavari<br />

il 4 gennaio 1930.Vissuta sempre nel territorio chiavarese<br />

aveva lì incontrato Giannino. Si erano sposati nel 1968 a<br />

Sant’Andrea di Rovereto dove avevano fissato la loro residenza<br />

e dove Gianluca, un anno dopo con la sua venuta<br />

aveva allietato la coppia. Tina aveva lavorato fino all’età<br />

della pensione come bidella nella scuola elementare Mazzini<br />

di Chiavari. Con la famiglia veniva in estate al nostro<br />

paese nella casa dei Bunazin vicino alla chiesa. Con la<br />

diminuita autonomia, per rimanere vicino al figlio, fecero<br />

la scelta di abitare a Costapelata di Santo Stefano d’Aveto.<br />

Nel Paese avetano assistiti dal figlio e dalla compagna Cristina<br />

hanno concluso la loro vita terrena. Il funerale nella chiesa di Sant’Andrea<br />

di Rovereto, presente la comunità Torriese. A Gianluca e Cristina e ai parenti va il<br />

cordoglio dei Torriesi e di Montagna Nostra. PG<br />

Masera René<br />

Il giorno 11 di giugno a Parigi e mancato Renè. Quinto<br />

di sette figli di Benvenuto e di Aurelia, emigrati in<br />

Francia agli inizi degli anni trenta era nato a Nogent<br />

sur Marne il 4/7/1933. Con l’inizio della seconda guerra<br />

mondiale nel ’39 tutta la famiglia rientrava a <strong>Torrio</strong> e vi<br />

rimaneva fino al giugno del ’48. René ricordava quegli<br />

anni della fanciullezza e dell’adolescenza trascorsi<br />

a <strong>Torrio</strong> con eccellente dovizia di particolari. Nella sua<br />

memoria erano indelebilmente stampati i nomi dei prati,<br />

dei campi, dei torrenti e dei boschi della nostra montagna.<br />

Profondamente legato alle sue radici, amava <strong>Torrio</strong>.<br />

Qui ritemprava il suo spirito e il suo fisico che richiedeva riposo dopo un anno<br />

di lavoro intenso. Egli infatti svolgeva con impegno, passione e professionalità<br />

l’arte del restauratore di mobili antichi nel suo laboratorio situato “all’ombra di<br />

Notre Dame”. Ogni giorno raggiungeva la metropoli dal sud, da Viry Chatillon<br />

dove con la moglie Odette aveva fissato la sua residenza e aveva formato la sua<br />

famiglia per la quale viveva; erano nati Laura e Regis. Da qualche anno Regis con<br />

Estelle, lo aveva reso nonno felice di Noemi e di Romain. Amatissimi nipoti che<br />

non vedrà crescere per il sopraggiungere di una rarissima malattia batteriologica<br />

che in meno di sei giorni ne ha provocato il decesso. Renè amava la vita, l’arte, la<br />

musica e noi tutti vogliamo ricordarlo quando con la fisarmonica allietava le feste,<br />

quando cantava e quando ballava, quando con la sua borsa, ogni anno, faceva il<br />

suo volontariato curando con amore il portale ligneo del settecento della nostra<br />

chiesa. Rimarrà vivo il suo ricordo in tutti noi. Clara<br />

TORRIO<br />

Tornante,<br />

curva antica di un paese,<br />

dove un calendario colora ogni mese.<br />

Foto,<br />

foto di raduni sui sagrati domenicali,<br />

determinano ire fin dai tempi medievali.<br />

Donne con fascine sulla testa,<br />

cascine colme per chi d’inverno resta.<br />

Orgoglio di un barco alto e pieno,<br />

per chi ha venduto il suo sudore al fieno.<br />

Sole, pietra, lucertola,<br />

attonita osservazione di un anziano,<br />

che un bastone ha per mano.<br />

Polenta, farine, castagne<br />

per allontanare magagne.<br />

Calcolo glaciale allo stretto cimitero,<br />

per un’esclamazione a chi del morto non mi par vero.<br />

Onorata presenza al corteo,<br />

per poter dire io c’ero.<br />

Timidi imbarazzi, fugaci confronti,<br />

per indovinare l’appartenenza di chi incontri.<br />

Pensiero al bambino che io ero, stalla, muggito,<br />

luce fioca, secchio di zinco, latte, mosca,<br />

sbatte la coda,<br />

strana raccolta che non andrà più di moda.<br />

Ricordo di un’usanza passata,<br />

nella forte malinconia di un’età avanzata.<br />

Manifesto, fisarmonica, festa annuale, monte Crociglia,<br />

chissà se st’anno la voglia ci piglia,<br />

Arcangelo Raffaele, predica, foto,<br />

coro, pane e salame tra lo sguardo di un toro.<br />

Franco Rezzoagli<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Rezzoagli Franco<br />

86 87


ontagna<br />

Nostra<br />

Da quest'anno Salsominore<br />

ha un Coro Parrocchiale,<br />

composto da componenti<br />

del posto, alcuni dei<br />

quali hanno militato nel<br />

Coro della Cattedrale di<br />

Bobbio.<br />

Nella foto il gruppo<br />

che ha accompagnato la<br />

festa di Sant'Antonino ad<br />

Ozzola con la Cresima di<br />

Serena e Sara Boccaccia.<br />

salsoMinore<br />

retorto-selVa<br />

roMpeggio-pertuso<br />

Lettera a Gesù Bambino<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Mi è capitato di leggere alcune lettere indirizzate a Gesù lo scorso Natale. Protagonisti<br />

gli allievi della Scuola Media Statale "Luigi Tinelli" di Alberobello.<br />

Leggendole vengono naturali queste considerazioni.<br />

Quale motivazione induce oggi un ragazzino<br />

a scrivere una lettera, se il destinatario<br />

è un Bambino di nome Gesù?<br />

Leggendo, si scopre che quasi tutte le lettere<br />

contengono una richiesta: la guerra<br />

possa finire, i bambini possano riappropiarsi<br />

del diritto a un'infanzia serena,<br />

senza essere costretti a lavorare o a "giocare"<br />

alla guerra, non ci siano più povertà,<br />

discriminazione, crisi economica,<br />

disoccupazione, commercio di organi,<br />

violenza e cattiveria... I ragazzi, malgrado<br />

la loro giovanissima età, non sono poi<br />

così indifferenti a quello che capita intorno<br />

a loro.<br />

C'è chi scrive per ringraziare di avere<br />

ancora accanto i propri cari, di godere<br />

di una bella famiglia o semplicemente I bambini alla festa dell’Addolorata a<br />

dell'atmosfera di festa, di vivere con dignità<br />

malgrado "i tempi che corrono".<br />

Pertuso.<br />

Sopra: anche quest’anno per la<br />

E c'è chi scrive a Gesù riconoscendolo Qualcuno forse ritiene inutile<br />

festa di Sant’Agostino, patrono<br />

come un "altro Dio", diverso da quello l’ iniziativa di far scrivere lettere ai bam-<br />

di Salsominore, i bambini sono<br />

che abitualmente si prega nella propria bini, perchè "tanto sono solo parole...<br />

stati i protagonisti dell’evento<br />

famiglia, ma capace di ascoltare ed ac- alla fine non cambia nulla, sarà sempre<br />

più importante del centro delcogliere<br />

le preghiere indipendentemente così..."<br />

la Valdaveto.<br />

dal suo "credo"...<br />

E se fosse vero? In tutto ciò, qual'è il com-<br />

Nella diversità di forma e di stile, accopito degli educatori? Quale Natale fac-<br />

A fianco: "Triangolare" di Salmuna<br />

la maggior parte delle lettera "la ciamo vivere? Come ci adoperiamo persominore<br />

tenutosi nel Comu-<br />

speranza" che spesso negli adulti ha lachè i ragazzi non perdano la Speranza<br />

nale di Salsominore lo scorso<br />

sciato il posto alla rassegnazione. Bel- nel loro futuro? Una bella sfida... Scrivere<br />

Agosto.<br />

lo leggere, a conclusione di quasi tutte a Gesù Bambino ha ancora un senso, se<br />

In foto le Giovani Speranze,<br />

le lettere "... sono certo/a, Signore, che Gesù è un Amico, un Confidente, un Fra-<br />

88<br />

alle quali è affidato il testimone<br />

calcistico.<br />

ascolterai la mia preghiera... spero che il<br />

futuro sarà migliore..."<br />

tello cui guardare con Fiducia e Speranza.<br />

BUON NATALE<br />

89


ontagna<br />

Nostra<br />

A Rompeggio si progetta il futuro<br />

Nella continuità con quanto progettato in questi ultimi tempi, a Rompeggio si cerca<br />

di pensare al futuro. Stiamo dando fondo ai soldi lasciati da Carlino alla Parrocchia:<br />

i beni giù al Nure sono stati assegnati agli Scouts per le loro attività formative ed<br />

educative, il piazzale della chiesa col monumento ai montanari nel ricordo dei defunti<br />

di Carlino è stato <strong>completa</strong>to<br />

e benedetto, la<br />

struttura comunitaria<br />

ricavata dalla stalla e<br />

fienile sta per essere<br />

<strong>completa</strong>ta. Ora si tratta<br />

di decidere i passi<br />

da fare per garantire<br />

al paese quelle strutture<br />

che possano servire<br />

alla comunità. Il<br />

futuro è davanti a noi,<br />

speriamo di affrontarlo<br />

bene!<br />

Una fase dei<br />

lavori alla<br />

struttura comunitaria<br />

Il Piazzale<br />

della chiesa col<br />

monumento<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Le prime attività degli scouts sono state realizzate…Il prossimo anno dovrebbero<br />

essere moltiplicate!<br />

90 91


ontagna<br />

Nostra<br />

Battesimo di Frida Ferrari celebrato<br />

nell'oratorio di Selva il 5 Agosto dal<br />

pro zio della bambina Don Amerio<br />

Ferrari.<br />

In foto con Frida i genitori Fausto<br />

Ferrari e Labati Antonella. Madrina<br />

la zia Ida Labati e il cugino Federico<br />

Miserotti.<br />

Gli auguri di Buon compleanno a Carlo<br />

dalle nipotine<br />

Anche a Selva c’è vita<br />

Un saluto da Rocconi<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

92 …e dalla moglie<br />

Selva: il nostro Giuliano, sempre pronto<br />

a sfoderare parate decisive sui campetti<br />

del capoluogo. Foto Filippo Mulazzi<br />

93<br />

Gabriele<br />

Greta ed Emma<br />

Quagliaroli Rosetta, 98<br />

anni.


ontagna<br />

Nostra<br />

“Occorre vivere il proprio ideale di vita”<br />

Questo il messaggio di Giuseppino Molinari, premiato lo scorso 5 ottobre<br />

Giuseppino Molinari, pertusino<br />

d’adozione, direttore<br />

generale dell’Università di<br />

Pavia e gia direttore dell’Università<br />

Cattolica e del Politecnico<br />

di Milano, è stato<br />

recentemente premiato a<br />

Mortizza con il “Cuore d’oro”,<br />

prestigioso riconoscimento<br />

ricevuto dalle mani<br />

del prof. Mario Viganò, noto<br />

cardiochirurgo di fama mondiale.<br />

In tale occasione il prof. Molinari ha voluto<br />

rivolgersi soprattutto ai giovani:<br />

“Vorrei dare qualche messaggio soprattutto<br />

ai giovani. I mass media ci hanno<br />

presentato uno stereotipo che non corrisponde<br />

alla realtà: quella di un giovane<br />

fragile, incapace di assumersi responsabilità,<br />

rassegnato, mammone, bamboccione.<br />

Ho conosciuto personalmente migliaia<br />

di giovani distribuiti in tante università<br />

e posso assicurarvi che sono ragazzi<br />

meravigliosi, disponibili ad ascoltare,<br />

con le idee chiare capaci di impegnarsi<br />

nello studio, ma aperti alla vita sociale,<br />

propositivi e dotati di grande equilibrio,<br />

disponibili a sacrificare parte del loro<br />

tempo libero per cose veramente belle.<br />

Da loro, l'ho detto anche in sedi ufficiali,<br />

ho imparato spesso molto più che dalle<br />

altre componenti dell'Università.<br />

Quanto alla mia esperienza lavorativa<br />

posso riassumerla in poche parole: ho<br />

trascorso finora 51 anni in Università<br />

di cui 5 come studente lavoratore, 3<br />

come insegnante a Cortemaggiore, 23<br />

come dirigente in Università cattolica,<br />

20 come Direttore amministrativo<br />

e Direttore generale.<br />

Occorre vivere un ideale, il<br />

proprio ideale di vita. Ma<br />

come? Con la consapevolezza<br />

che l'ideale non si vede,<br />

spesso non lo si conosce e<br />

non sempre è quello che si ha<br />

in testa. L'ideale è qualcosa<br />

che si costruisce intorno a te,<br />

attraverso te, ma in un contesto<br />

in cui ci sono gli altri.<br />

Questo non significa accettare<br />

passivamente e con rassegnazione gli<br />

eventi esterni, ma saper ascoltare, vivere,<br />

accettare gli avvenimenti e su quelli CO-<br />

STRUIRE con tenacia,fiducia,speranza il<br />

proprio futuro.<br />

Fatica e sacrifìcio. La mia esperienza<br />

di studente "lavoratore" mi ha portato a<br />

lavorare una media di 18 ore al giorno<br />

dedicate contemporaneamente allo studio<br />

universitario, all'insegnamento a<br />

tempo pieno nelle scuole e, d'estate, a fare<br />

il portiere d'albergo. Ma questa fatica fisica<br />

e mentale insegna a lottare, superare<br />

qualsiasi difficoltà, dà un enorme vantaggio<br />

competitivo e insegna a non tirarsi<br />

mai indietro.<br />

Scelta, sfida, curiosità. Nella vita<br />

come nel lavoro occorre guardare sempre<br />

avanti, cercare l'inesplorato, aprirsi<br />

a nuove esperienze, allargare i confini,<br />

saper decidere,assumersi responsabilità<br />

e affrontare i rischi, credendo in quello<br />

che si fa, mettendoci entusiasmo e trasmettendo<br />

le proprie intime convinzioni.<br />

Ogni scelta è una sfida contro paura,<br />

errori, fallimento, delusione, solitudine.<br />

La sfida più entusiasmante che ho dovu-<br />

Un “Cuore d’oro” per l’Alta Valnure<br />

to affrontare<br />

si riferisce al<br />

periodo trascorso<br />

a Piacenza,<br />

come<br />

Direttore della<br />

sede dell'UniversitàCattolica.<br />

Nel 1975 esisteva<br />

solo la<br />

Facoltà di<br />

Agraria, prestigiosissima<br />

in campo<br />

nazionale<br />

ed internazionale, ma troppo isolata da<br />

un contesto universitario fatto di altri<br />

saperi e isolata dalla città e dal territorio.<br />

In quegli anni l'Episa, l'ente che nel<br />

dopoguerra fu artefice della costruzione<br />

e del lancio della sede, erogava all'Università<br />

un contributo annuo di 300.000<br />

lire (150 euro!) La prima sfida era attivare<br />

un legame forte con il territorio e in<br />

questo obiettivo fu di grandissimo aiuto<br />

“Libertà” che quasi ogni giorno parlava<br />

ai piacentini dell'Università di agraria.<br />

Dopo pochi anni il contributo salì a oltre<br />

un miliardo e mezzo di lire.<br />

La seconda sfida era creare a Piacenza<br />

un Polo Universitario, costituito da più<br />

facoltà in modo da arricchire l'Università<br />

e la città di nuovi saperi, di nuove<br />

culture e di nuove esperienze. Dopo pochi<br />

anni la piccola sede diventò quella<br />

che oggi possiamo ammirare, apprezzare<br />

e utilizzare e questo fu possibile con un<br />

ulteriore sforzo economico da parte del<br />

territorio di oltre 35 miliardi di lire.<br />

Squadra. Per vincere le sfide è necessario<br />

saper coinvolgere, motivare, far crescere<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

in un ideale comune, ascoltare, dialogare<br />

con umiltà e determinazione. Le sfide<br />

si vincono solo con un gioco di squadra.<br />

L'esperienza che ho appena illustrato e<br />

il raggiungimento di quell'ambizioso<br />

obiettivo sono stati possibili solo attraverso<br />

un gioco di squadra: una squadra<br />

interna all'Università, fatta di persone<br />

che mi hanno sostenuto e incoraggiato e<br />

un'altra squadra, determinante, costituita<br />

da poche persone, diverse tra di loro<br />

per formazione, cultura, visione politica,<br />

carattere, ma tutte compatte nel voler realizzare<br />

il progetto.<br />

Spirito di servizio. Tutto quanto detto<br />

trova un senso compiuto se è ispirato<br />

dallo spirito di servizio, che significa lavorare<br />

per gli altri, farsi carico dei problemi<br />

degli altri, ispirare le proprie scelte<br />

sulla base di quello che gli altri si aspettano<br />

da te.<br />

Tutto questo si può concretizzare vivendo<br />

un sogno, vivendo le proprie radici,<br />

vivendo una missione. Solo così il sogno<br />

sì fa realtà. diventa il proprio ideale di<br />

vita”.<br />

94 95


ontagna<br />

Nostra<br />

In occasione dell’inaugurazione della centralina elettrica, il Presidente della<br />

Provincia Massimo Trespidi ha visitato per la prima volta Pertuso. Eccolo<br />

con gli amici Schiavi e mentre da Roberto apprende i segreti della farinata.<br />

Retorto vive? Viva la montagna!<br />

La domanda, che può sembrare offensiva,<br />

pone un problema che riguarda<br />

tutti i nostri paesi di montagna che all’arrivo<br />

della stagione fredda si spopolano<br />

a dismisura. A Retorto le presenze in inverno<br />

non raggiungono le 10 unità!<br />

Le motivazioni che sottendono all’esodo<br />

delle famiglie giovani sono tante; qualcuno<br />

vede in questa fuga emigratoria la<br />

causa di tutti i dissesti geologici che in<br />

questi tempi sconvolgono tante regioni<br />

italiane! Altri ritengono di conoscere i rimedi<br />

e puntano il dito contro questo o<br />

quello…E intanto i paesi si spopolano.<br />

Quando si parla di questi argomenti e si<br />

accendono feroci discussioni mi viene in<br />

mente la favoletta di un Anonimo che ci<br />

raccontava il mio vecchio parroco:<br />

«Questa é la storia di quattro individui:<br />

Ognuno, Qualcuno, Chiunque e Nessuno.<br />

Bisognava fare un lavoro importante<br />

e si chiese a Ognuno di occuparsene.<br />

Ognuno si assicurò che Qualcuno lo<br />

facesse. Chiunque avrebbe potuto occuparsene,<br />

ma Nessuno non fece mai<br />

niente. Qualcuno s'arrabbiò perché considerava<br />

che per questo lavoro Ognuno<br />

fosse responsabile. Ognuno credeva che<br />

Chiunque potesse farlo, ma Nessuno<br />

mai si rese conto che Ognuno non<br />

avrebbe fatto niente.<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Alla fine Ognuno rimproverò Qualcuno<br />

per il fatto che Nessuno non fece mai<br />

quello che Chiunque avrebbe dovuto<br />

fare».<br />

Se non altro i nostri monti potranno far<br />

rilassare le persone che d’estate così ragionano:<br />

"Imbocco il sentiero e piano<br />

piano sento la mia mente svuotarsi dai<br />

problemi dallo stress quotidiano, come<br />

se entrassi in un altro mondo in una<br />

dimensione dove il passato non esiste, e<br />

finalmente, mi sento svuotato dall'odio,<br />

dalla rabbia,dalla delusione che sfinisce<br />

la mia vita quotidiana. Finalmente<br />

posso sorridere con un sorriso vero, diverso<br />

dal sorriso di tutti i giorni, sorrido,<br />

perchè posso sentire la pace interiore che<br />

si fonde con la quiete esteriore. Riesco a<br />

sentire il battito accelerare ma non mi<br />

accorgo della fatica, perchè la mia mente<br />

lascia spazio solo ai sensi per captare<br />

i profumi che arieggiano in quella brezza<br />

frizzantina che riempie i polmoni e<br />

tutta la mia anima di gioia, quella gioia<br />

che trovo solo sul sentiero che mi porta<br />

in alto nel mio mondo tra le montagne."<br />

– Anonimo<br />

96<br />

Sicuramente certi paesaggi che da<br />

anni si presentano a chi arriva a<br />

Retorto non costituiscono un gran<br />

bel biglietto da visita!<br />

Ognuno lo vede, Chiunque se ne<br />

accorge, Qualcuno dovrebbe provvedere,<br />

ma Nessuno interviene!<br />

97


ontagna<br />

Nostra<br />

un “selvano” che si è fatto onore nella vita e nella carriera<br />

Toscani Giancarlo nasce a Selva il 23 settembre<br />

1949. Cresce in famiglia e nella frazione frequenta<br />

le scuole elementari <strong>completa</strong>ndo la scuola<br />

dell’obbligo nel capoluogo con la prima scuola<br />

media.<br />

Fin da giovanissimo Giancarlo si rivela una persona<br />

legata ai valori propri della nostra terra di montagna<br />

e ai principi morali e cristiani della nostra<br />

gente. Gli esempi e gli insegnamenti della famiglia<br />

lo guidano su un “percorso” di sacrifici, di rettitudine,<br />

di attenzione verso i bisogni della comunità<br />

e di un grande amore verso la famiglia.<br />

In tenera età vive un “dramma famigliare” perdendo<br />

nel 1962 il fratello Paolo, ricordato nelle pagine<br />

successive.<br />

Temprato in uno stile di vita sobrio, Giancarlo si<br />

avventura, come altri compaesani, verso la Liguria<br />

e a Genova in particolare. Intraprende la “missione”<br />

di carabiniere frequentando in diverse caserme<br />

d’Italia gli appositi corsi formativi. Da Iglesias (Sardegna) a Gorizia, da Firenze a<br />

Susa, Giancarlo lascia segni di professionalità per servizi e mansioni svolte con senso<br />

dello Stato non trascurando le necessità delle popolazioni.<br />

Nel 1978 arriva a Rovegno (Genova) con le funzioni di comandante della Stazione.<br />

Lascia il servizio nel maggio 1984. Nel luglio 2004 lo stesso Comune gli conferisce la<br />

cittadinanza onoraria per l’impegno esemplare nell’espletamento delle proprie funzioni.<br />

Sposato con Carmela Scianni, la famiglia è arricchita dei figli Sandro, Mario e<br />

Andrea. Cavaliere della Repubblica, a Toscani è stata conferita la Croce di Bronzo<br />

al merito dell’Arma dei Carabinieri con la seguente motivazione: “Luogotenente in<br />

possesso di pregevolissime doti umane ed intellettuali, di un insieme armmonico di<br />

emergenti requisiti morali e culturali, d’impeccabile<br />

stile militare nonchè di una eccellente<br />

preparazione professionale, sostenuta<br />

da altissimo senso del dovere, ha sempre<br />

svolto il suo servizio nell’arma con spiccao<br />

spirito di iniziativa, azione di comando<br />

equilibrato, efficace ed autorevole....”.<br />

All’amico Giancarlo, gli auguri di un lungo<br />

meritato riposo vissuto anche in mezzo alla<br />

sua gente di un tempo.<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Ricordiamoli<br />

Alla fine di settembre sono arrivate a Rompeggio i resti<br />

mortali di Gaetana Cesari ved. Cagnolari deceduta in<br />

Francia il 23 giugno scorso alla veneranda età di 98 anni,<br />

al termine di una vita che ha tutte lecaratteristiche di un<br />

romanzo.<br />

Nata nella Bassa Padana, emigrata in Francia giovanissima,<br />

lì incontra il suo amore, anche lui emigrato da Pertuso. Nel<br />

1939 ritorna a Pertuso per tornare in Francia nel 1945 dopo<br />

la morte del marito per una peritonite.<br />

Il figlio Sergio ricorda poi tutte le altre varie traversie affrontata<br />

sempre con tanto coraggio fino alla morte.<br />

Le sue ceneri ora riposano accanto ai resti mortali del marito<br />

nel cimitero di Rompeggio, in attesa di quell’ultima chiamata per la risurrezione<br />

finale!<br />

A Retorto ci ha lasciato Rosa Gogni.<br />

Se ne è andata di notte senza disturbare nessuno nella sua<br />

casa dove amava restare quasi rinchiusa nella sua semplicità<br />

di vita.<br />

Aveva passato tutta la sua esistenza nell’intimità della sua<br />

famiglia prima, e poi nella condivisione di tutto col fratello<br />

Emilio lavorando, pregando, a volte borbottando contro il<br />

governo o chissà chi, ma sempre attaccata alle sue radici e<br />

alla sua chiesa nella quale rimarrà sempre un segno della<br />

sua fede e della sua devozione<br />

alla Madonna.<br />

Dal mese di agosto 2007<br />

quello che era l’altare della Madonna del rosario<br />

(statua lignea trafugata a suo tempo) è diventato<br />

l’altare della Madonna di Fatima grazie al quadro<br />

che lo sovrasta raffigurante appunto la visione dei<br />

tre pastorelli a Fatima. Si tratta di un dipinto ad<br />

olio su pannello di legno opera del pittore Rodolfo<br />

Bersani di Cortemaggiore donata alla chiesa di<br />

Retorto dalla Rosa in memoria del fratello Emilio e<br />

dei genitori.<br />

98 Paolo<br />

99


ontagna<br />

Nostra<br />

Ricordiamo infine Toscani<br />

Paolo, deceduto tragicamente -<br />

annegato nelle acque del Nure il<br />

19 agosto 1962, 50 anni fa. Aveva<br />

solo 19 anni.<br />

La sorella Lisetta, che ci ha fornito<br />

la foto scattata solo qualche<br />

ora prima della tragedia, mentre<br />

ritornava a casa dopo la mietitura<br />

con un covone di grano in<br />

spalla, testimonia come il suo ricordo<br />

rimane vivo nei cuori dei<br />

famigliari e di tutti gli amici.<br />

L’obiettivo di Carlo Margini ha colto a Selva uno stupendo scenario naturale<br />

con in primo piano un bel esemplare di cavallo con il puledro.<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

100 101


ontagna<br />

Nostra<br />

Bergonzi Romano<br />

# Ferramenta<br />

# Stufe, caminetti<br />

# Pellet<br />

# Materiali edili<br />

# Pavimenti, Rivestimenti<br />

Consegna a domicilio<br />

Trasporto con gru<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

102 103<br />

Via Torino, 1 - 29024 FERRIERE - Tel. 0523 922240<br />

“Tra boschi, monti<br />

ed aria pura<br />

nel rispetto<br />

delle antiche<br />

tradizioni montanare”<br />

Via S. Nicola, 18 - 29024 Ferriere (PC)<br />

tel. e fax 0523-758208 cell. 348-5507630<br />

Antichi sapori di montagna<br />

Alla riscoperta degli antichi<br />

sapori che la gente aveva ormai<br />

dimenticato.<br />

Una scommessa contro tutte le<br />

avversità dell’Alta Valnure.<br />

La qualità è la nostra passione!<br />

Ecco i nostri prodotti più rinomati:<br />

• coppa<br />

• salame<br />

• pancetta<br />

• pancettone<br />

• cotechino<br />

• cacciatore<br />

• stroleghino<br />

• salsiccia<br />

• goletta<br />

• lardo stagionato<br />

“Tutto questo per vivere ancora in questi bei posti e per<br />

l’amore che abbiamo verso i nostri monti.”<br />

www.ferrarisalumi.com<br />

Via Fermi, 13<br />

Ferriere (Pc)<br />

Tel. 0523.922242<br />

Fax 0523.922202


ontagna<br />

Nostra<br />

Gaudenzi Foto<br />

Da oltre cinquant’ anni<br />

“l ’arte nella fotografia”<br />

Studio Fotografico e servizi per cerimonie<br />

Bettola - Piazza Colombo, 42 - Tel. 0523.917777 - Abit. 0523.911102<br />

www.gaudenzifoto.it E-mail: info@gaudenzifoto.it<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Largo Risorgimento 1 – 29024 FERRIERE (PC)<br />

Tel e Fax: 0523/922849-Cel.347/7975143-338/7878158<br />

email: paolo.mainardi@libero.it<br />

PROGETTAZIONE-DIREZIONE LAVORI-COMPUTI METRICI-RILIEVI<br />

TOPOGRAFICI-PRATICHE CATASTALI-STIME E PERIZIE-SUCCESSIONI-<br />

DIVISIONI-AMMINISTRAZIONE CONDOMINI<br />

104 105


ontagna<br />

“Il Nostra decoro, l’assistenza, il rispetto...<br />

sono i VOSTRI DIRITTI, offrirveli è nostro<br />

dovere”<br />

Onoranze Funebri<br />

di Garilli Paolo<br />

• SERVIZI FUNEBRI COMPLETI<br />

DA E PER TUTTI I COMUNI D’ITALIA<br />

24 ORE SU 24 ANCHE FESTIVI<br />

• DISBRIGO PRATICHE<br />

• SERVIZIO CREMAZIONI<br />

• TRASPORTI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI<br />

• ISCRIZIONE LAPIDI E POSA MONUMENTI<br />

FERRIERE - Via Roma n° 11<br />

Farini - Via Genova n° 25<br />

Tel. 0523/910133<br />

Tel. 0523/910480 (servizio notturno)<br />

onoranze.garilli@hotmail.it<br />

Rilievi con Strumentazioni:<br />

• SATELLITARI GPS<br />

• STAZIONE TOTALE TRIMBLE S6<br />

Studio:<br />

Largo Risorgimento, 8<br />

FERRIERE (PC)<br />

Tel./Fax 0523 924001<br />

Cell.388 6879542<br />

e-mail: gplabati@inwind.it<br />

p.iva: 00360180335<br />

Abitazione:<br />

Via Isola, 4<br />

FERRIERE (PC)<br />

Tel. 0523 922296<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

PROGETTAZIONE CON SFRUTTAMENTO ENERGIE DA<br />

FONTI RINNOVABILI PER EDILIZIA CIVILE E INDUSTRIALE<br />

Agenzia CasaClima<br />

Diploma<br />

Consulente energetico CasaClima<br />

Geom . GianPietro Labati<br />

Esperto<br />

Provincia Autonoma di Bolzano<br />

Alto Adige<br />

ZERTIFIZIERT<br />

CERTIFICATO<br />

106 107


108<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Barabaschi Geom. Stefano - Scale Elicoidali Prefabbricate in C.A.<br />

Viale Vittoria, 34/38 - 29021 Bettola (Pc) - tel. 0523 917762 - fax 0523 900554 - e-mail: info@barabaschistefano.it

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!