MONTAGNA NOSTRA - 2012 N°4 (completa) - Torrio
MONTAGNA NOSTRA - 2012 N°4 (completa) - Torrio
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ontagna<br />
Nostra<br />
Notiziario Aveto - Nure N. 4 /<strong>2012</strong><br />
Poste Italiane Spa -Spediz. in A.P. D.L. 353/2003 ( Conv.in L. 27.02.2004,n.46) Art1, comma 1 - DCB Piacenza<br />
Sabato 13 ottobre <strong>2012</strong>: Pertuso inaugura una centralina elettrica<br />
Contiene I.P.<br />
Buon Natale<br />
Luce del mondo
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Direttore responsabile:<br />
Paolo Labati paolo.labati@tin.it<br />
Responsabile amministrativo:<br />
Don Giuseppe Calamari (0523 922234)<br />
Autorizzazione Tribunale Piacenza:<br />
n. 39 del 24 marzo 1975<br />
Poste Italiane Spa -Spediz. in A.P.<br />
D.L. 353/2003 ( Conv.in L. 27.02.2004,n.46)<br />
Art1, comma 1 - DCB Piacenza<br />
Stampatore:<br />
Ediprima - Piacenza<br />
Tassa riscossa Dir. Amm. Poste Piacenza<br />
SOMMARIO<br />
RIcoRDI Del PASSATo ...................................................................................<br />
chIeSA e monDo ..................................................................................................<br />
feRRIeRe .............................................................................................................................<br />
cAnADello .....................................................................................................................<br />
ceRReTo RoSSI.........................................................................................................<br />
cASAlDonATo ...........................................................................................................<br />
gAmbARo.........................................................................................................................<br />
gRonDone .....................................................................................................................<br />
SolARo ................................................................................................................................<br />
cIRegnA ..............................................................................................................................<br />
meTTeglIA........................................................................................................................<br />
cenTenARo ....................................................................................................................<br />
RoccA.....................................................................................................................................<br />
bRugneTo-cuRleTTI-cASTelcAnAfuRone ..................<br />
VAl lARDAnA .............................................................................................................<br />
SAlSomInoRe ............................................................................................................<br />
ToRRIo..................................................................................................................................<br />
ReToRTo-SelVA-RomPeggIo-PeRTuSo ............................<br />
In copertina: A Pertuso si inaugura<br />
una nuova centralina elettrica.<br />
Foto Nino Nicolini<br />
Editoriale<br />
Natale ma<br />
Dove sei.... Dio?<br />
In certi momenti della vita, quando<br />
le cose non sembrano andare per il<br />
giusto verso, spesso chiamiamo in<br />
causa Dio! Quando tutto fila liscio<br />
e sembra che non vi sia ombra nella<br />
nostra vita, Dio pare non esistere<br />
più. In questa situazione, infatti,<br />
siamo convinti che bastiamo a noi<br />
stessi, quasi che siamo noi il dio di<br />
noi stessi!<br />
Viviamo un periodo particolare in<br />
cui sembra che nulla vasa per il giusto<br />
verso: crisi economica mondiale,<br />
terremoti, terremoti della politica,<br />
terremoti nella chiesa, persino terremoti<br />
nel mondo del calcio, disoccupazione<br />
giovanile preoccupante,<br />
omicidi a catena, suicidi come non<br />
mai, povertà dilagante! E allora si<br />
rimprovera Dio per la sua assenza!<br />
Ebbene dove sta Gesù? Sta nel povero,<br />
nel malato, nella persona sola,<br />
nell’indigente. Dio sta sempre con<br />
noi; ma noi stiamo sempre con Lui?<br />
Quel Dio che spesso invochiamo nella<br />
tribolazione, nella disoccupazione,<br />
nella sofferenza, è lo stesso Dio<br />
che forse ci dimentichiamo di andare<br />
a trovare e a pregare nella S.<br />
Messa domenicale, di cui non ci ricordiamo<br />
al mattino quando ci svegliamo<br />
e alla sera quando ci disponiamo<br />
a prendere sonno<br />
Buon Natale a tutti!<br />
I vostri Parroci<br />
5
ontagna<br />
Nostra<br />
ricordi del passato<br />
a cura di Paolo Labati<br />
Dai Bollettini parrocchiali del tempo.<br />
1962<br />
essendo nato a Parigi il 16 gennaio 1884.<br />
Settembre<br />
La sua famiglia era di Centenaro. Nel<br />
Una folla eccezionale di devoti è accorsa 1908 venne ordinato sacerdote ed eser-<br />
a Bettola per invocare il patrocinio della citò il sacro ministero prima a Settima e<br />
Madonna della Quercia su tutta la nostra poi a Vernasca. Nel 1914 è a Grondone<br />
vallata. Erano presenti tre Vescovi e tutto e vi rimane sino al 1946 quando deve<br />
il Clero della vallata. La sacra funzione rinunciare alla Parrocchia per una dura<br />
è culminata con la promulgazione del infermità che non gli consente di adem-<br />
breve pontificio che proclama la Mapiere, come vorrebbe, ai suoi doveri<br />
donna Patrona della Val Nure, fatta parrocchiali. Lascia in coloro che l’han-<br />
da S. E. Mons. Malchiodi davanti alla stano conosciuto esempi indimenticabili di<br />
tua della Vergine sopra un palco eretto vita evangelica.<br />
nell’ampia piazza.<br />
Stralcio della lettera inviata da suor Ce-<br />
16 settembre: Festa della Madonna cilia Boeri di Cassano al parroco don<br />
Addolorata a Pertuso<br />
Quest’anno la sagra di Pertuso è stata<br />
particolarmente solenne. Per iniziativa<br />
del cav. Giuseppe Cavanna, sempre tanto<br />
affezionato alla nostra terra e al suo<br />
paese, si è ricordato il sacrificio dei figli<br />
di Pertuso che hanno offerto la loro vita<br />
per la Patria. Nella facciata del piccolo<br />
oratorio è stata scoperta una lapide marmorea<br />
che porta i nomi dei Caduti in<br />
guerra.<br />
Ottobre – Scuola Media a Cattaragna<br />
Anche a Cattaragna funziona una scuola<br />
Media come sezione staccata da Ferriere.<br />
Vi sono iscritti 20 alunni che seguono<br />
le lezioni tramite la televisione e assistiti<br />
da due professori.<br />
Pietro Solari dall’Eritrea<br />
…. Grazie a Dio sto bene, ma è tanto<br />
caldo che toglie le forze, ci si sente fiacchi,<br />
arriva a 42 gradi e a volte a 43; poi<br />
viene un camsir, cioè una pioggia di polvere<br />
che il vento porta dal deserto: sembra<br />
una nebbia fitta fitta, si corre a chiudere<br />
le finestre finchè passa; poi trombe<br />
di polvere avvolgono case e tucul: non<br />
si vede più nulla. Al mattino ci si alza,<br />
sembra che ci siamo incipriate e tutt’intorno<br />
uno strato di polvere, ma con un<br />
po’ di vento, sebbene porti terra, un po’<br />
si respira. Speriamo che presto abbia a<br />
piovere anche per la semina della dura<br />
per la povera gente….<br />
1982<br />
Don Domenico Bocciarelli<br />
Importanza storica di Castagnola<br />
Da 16 anni mancava da Grondone, ma Il parroco di Castagnola ha il titolo di<br />
pure i suoi parrocchiani ed i Ferrieresi Prevosto, mentre quello di Cattaragna<br />
non l’avevano dimenticato. Infatti hanno ha quello più modesto di Rettore. Nei<br />
voluto che la sua salma venisse a riposa- tempi andati, il parroco di Cattaragna era<br />
re nel loro cimitero. Morì a Roncovero di poco considerato negli ambienti curiali;<br />
Bettola il 29 novembre all’età di 78 anni, si diceva correntemente: “Il parroco di<br />
Cattaragna sa leggere solamente sul suo<br />
libro”.<br />
Perché tale differenza, a tutto vantaggio<br />
di Castagnola? La ragione non sta nei<br />
meriti di Don Sandro Civardi, di don Paolo<br />
Bertazzani (poi parroco a Brugneto<br />
dal 1919) o di quel parroco di Castagnola<br />
che fu insignito di medaglia per la generosa<br />
assistenza ai colerosi, nel 1800.<br />
Il motivo ci viene dalla storia antica di alcuni<br />
secoli: fino al 1500 l’unica parrocchia<br />
di San Policarpo Martire in Castagnola<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
comprendeva anche il territorio limitrofo<br />
e gli abitanti delle attuali parrocchie<br />
di Boschi e Cattaragna. In seguito la popolazione<br />
crebbe e volle costruirsi una<br />
propria chiesa; poiché i sacerdoti erano<br />
assai più numerosi delle parrocchie, fu<br />
facile mandarne uno come “Rettore” a<br />
Cattaragna prima, a Boschi poi (1881).<br />
Ma il parroco di Castagnola conservò<br />
una certa preminenza, concretizzata nel<br />
titolo di prevosto o Proposto, che significa<br />
“colui che sta sopra, a capo”.<br />
Un augurio di Buon Natale dagli ospiti<br />
della<br />
nostra<br />
Comunità<br />
Alloggio.<br />
della<br />
Casa Protetta<br />
di Farini<br />
6 7
ontagna<br />
Nostra<br />
Il Consiglio dei Ministri, in data 31 ottobre<br />
<strong>2012</strong>, ha varato il decreto legge<br />
“Spending review” (revisione della spesa<br />
pubblica), proposto in Estate a luglio.<br />
Una voce molto consistente di questa<br />
serie di tagli alla spesa pubblica riguarda<br />
il riassetto, la riorganizzazione delle<br />
Province, che passeranno dal 1° gennaio<br />
2013 a 51 (oggi 86).<br />
La riforma, riguarda purtroppo anche la<br />
“nostra” provincia di Piacenza, che verrà<br />
accorpata ad un’altra.<br />
Due erano infatti i requisiti necessari<br />
per salvare una provincia dal taglio: una<br />
superficie territoriale che supera i 2.500<br />
km quadrati (Piacenza superava seppur<br />
di poco questo limite) e una popolazione<br />
residente superiore a 350.000 abitanti<br />
(ci fermiamo sotto i 300.000 abitanti).<br />
Con il nuovo anno la provincia di Piacenza<br />
cesserà la sua attività di ente politico,<br />
con la soppressione della Giunta:<br />
i compiti e le funzioni più importanti<br />
svolte dall’attuale amministrazione del<br />
Presidente Massimo Trespidi verranno<br />
provvisoriamente delegate a 3 consiglieri<br />
per un anno.<br />
Questo è solo il primo atto di una rivisitazione<br />
degli assetti degli uffici territoriali<br />
di governo (prefetture, questure,<br />
motorizzazioni civili,ecc.).<br />
Piacenza ha provato in tutti i modi a<br />
chiedere una deroga al Governo appellandosi<br />
al fatto di trovarsi in una zona di<br />
confine regionale, evidenziando la sua<br />
condizione di provincia virtuosa (cifre<br />
di bilancio alla mano è una delle migliori<br />
in Italia), facendo notare anche che<br />
dal punto di vista storico è una delle più<br />
antiche (nel 2010 fu celebrato il 150°<br />
anno di vita dell’ente di via Garibaldi).<br />
Il governo non ha concesso deroghe<br />
attualita’<br />
in nessuna delle 15 regioni ordinarie, e<br />
perciò, molto presumibilmente Piacenza<br />
verrà accorpata a Parma, dando vita alla<br />
“Provincia di Parma e Piacenza”.<br />
In Emilia-Romagna, ad eccezione di<br />
Bologna (capoluogo di Regione), solamente<br />
Ferrara riesce a salvare la propria<br />
autonomia: verranno accorpate infatti le<br />
provincie di Modena-Reggio Emilia e le<br />
romagnole Forlì-Cesena-Ravenna-Rimini.<br />
L’accorpamento ha sviluppato notevoli<br />
polemiche in tutto il nostro territorio: a<br />
Parma infatti (visto il maggior numero di<br />
abitanti) spetterebbe il ruolo di capoluogo,<br />
con tutte le conseguenze del caso<br />
(trasferimento di diversi servizi e uffici<br />
fondamentali per la vita dei cittadini).<br />
Inoltre destano stupore alcuni dati ripresi<br />
dal quotidiano “SOLE-24 Ore”.<br />
Mentre la nostra Provincia è una delle<br />
più virtuose dal punto di vista economico<br />
(presenta un debito nel bilancio di 8<br />
milioni di €, perciò un debito di 29 € su<br />
ogni residente), la provincia parmigiana<br />
risulta essere notevolmente indebitata<br />
(105 milioni il totale, 248 € pro capite).<br />
Con questi dati si evidenzia che ci andremmo<br />
ad accorpare a una provincia<br />
indebitata 8 volte più della nostra, senza<br />
calcolare il dissesto economico che sta<br />
vivendo il Comune di Parma, in crisi finanziaria<br />
da diverso tempo.<br />
Per scongiurare quest’ipotesi, alcuni<br />
consiglieri provinciali hanno promosso<br />
e ottenuto l’ok dalla Cassazione per indire<br />
un Referendum (che probabilmente<br />
si effettuerà in primavera) per il passaggio<br />
di Piacenza in Lombardia, ed evitare<br />
l’accorpamento con Parma.<br />
I cittadini saranno chiamati a rispondere<br />
al quesito. Per trasferire Piacenza in<br />
un’altra regione sarà necessario il rag-<br />
giungimento del quorum (più di metà<br />
degli aventi diritto al voto dovrebbero<br />
recarsi alle urne).<br />
I promotori del referendum vogliono<br />
appellarsi a una cosa: Piacenza dovrebbe<br />
diventare lombarda, perché dal punto<br />
di vista economico è sempre stata più<br />
attratta da Milano (rispetto a Bologna).<br />
Sono migliaia infatti i piacentini che<br />
ogni mattina si spostano verso Milano<br />
(grande centro gravitazionale di attività<br />
lavorative e universitarie) e altre città<br />
lombarde, pochissimi quelli che hanno<br />
rapporti con le città emiliane.<br />
La proposta ha diviso l’opinione pubblica,<br />
sebbene Piacenza sia sicuramente<br />
più attratta da Milano è sicuramente<br />
più legata dal punto di vista culturale e<br />
storico all’Emilia-Romagna. Una cosa è<br />
certa: se per la nostra Montagna, la sede<br />
della provincia piacentina e tutta la sua<br />
attività politica era già percepita come<br />
“distante”, figuriamoci come verranno<br />
sentite e ascoltate a Parma le istanze e i<br />
problemi della nostra gente.<br />
Filippo Mulazzi<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Testamento<br />
Son morto, ma voi non piangete,<br />
cantate, pregate e ridete,<br />
dal cielo lassù in paradiso<br />
vi guardo e vi mando un sorriso.<br />
L’amore per i miei figli<br />
lo lascio al più bianco dei gigli.<br />
L’amore per la mia sposa<br />
ad un rosso bocciolo di rosa.<br />
L’amor per le mie nipotine<br />
lo lascio alle stelline<br />
che brillano in cielo di sera<br />
sentore di primavera.<br />
L’amore per i miei amici<br />
lo lascio alle pendici<br />
di un monte coperto di fiori<br />
sepolto fra mille colori.<br />
E infine le mie parole<br />
al vento che odora di viole<br />
e vadano in giro nel mondo<br />
per mano in un gran girotondo.<br />
Dino Baffari<br />
Un grazie a chi ha rinnovato l’abbonamento al Bollettino<br />
Ricordiamo, per chi desidera, gli estremi del conto intestato alla Parrocchia<br />
di San Giovanni Battista di Ferriere.<br />
Numero Conto corrente postale: 6212788<br />
Per bonifico codice IBAN: IT-56-M-07601-12600-000006212788<br />
Codice BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX<br />
Annuo - Italia: € 20,00 - Estero € 30,00<br />
Nel presente numero inseriamo anche il bollettino di c/c Postale che può<br />
essere utilizzato da coloro che hanno la scadenza di dicembre <strong>2012</strong>.<br />
Alleghiamo al presente numero anche il calendario 2013 riportante le foto degli<br />
interni delle varie chiese del territorio comunale. E’ dono della Tipografia Ediprima<br />
- Piacenza, che stampa per noi anche il bollettino.<br />
8 9
ontagna<br />
Nostra<br />
chiesa e Mondo<br />
11 Ottobre <strong>2012</strong>: Il quotidiano Avvenire intitola:<br />
“Al via l’anno della Fede memoria viva del Concilio”<br />
Il Concilio Vaticano II ha 50 anni, di attesa e di speranza. Si potrebbe dire “di speranze<br />
disattese” perchè non è qualcosa da commemorare, ma era ed è l'indicazione,<br />
la strada da percorrere, l'ordine dato, la guida per giungere alla luce. La luce non<br />
la vedo, vedo immobilismo. L'indicazione per il giusto cammino non è stata seguita,<br />
eppure era talmente semplice e diretta, talmente chiara che forse ha spaventato la<br />
troppa luce. Più rilassante la sonnecchiosa penombra alla quale si era e si è abituati.<br />
Si vuole un ritorno ai valori del Concilio ma non è possibile: si può tornare solo dove<br />
già si è stati, non dove non si è mai arrivati. I Magi non sono tornati a Betlemme, sono<br />
partiti per Betlemme guidati dalla cometa. La luce li ha guidati a colui che si diede<br />
al mondo accompagnato da due semplici parole di Pilato “ecce homo”. In queste 2<br />
parole non ho mai inteso uno sminuire il divino ma, al contrario, un innalzare l'uomo<br />
verso Dio. La stessa intenzione è pilastro portante del Concilio che finalmente riconosce<br />
il dovere ed il diritto per ciascuno di seguire la propria coscienza nell'esercizio<br />
della religione - il primato della coscienza individuale! - e che afferma pazzo (letteralmente)<br />
chi con le armi va a portar pace. I dettami del Concilio sono leggi morali<br />
imprescindibili ma (...a prescindere dal fatto che queste “leggi” le abbiamo da 50<br />
anni) finchè resteranno un faticoso scritto, un insieme di dichiarazioni sulla carta, fino<br />
a che non saranno normalità e quotidianità, vive al pari dell'essere umano a sostegno<br />
del quale il Concilio è nato, non aiuteranno, non serviranno se non a soffocare un<br />
po' di quella fede che ciascuno, a proprio modo ha o cerca. Paola Carbone<br />
IL FATTO<br />
Fu Paolo VI, nel 1967 a indire il primo anno della fede, all’indomani della chiusura del Concilio<br />
proprio per ravvivarla e purificarla. Adesso Benedetto XVI pone al centro dell’appuntamento<br />
la nuova evangelizzazione che chiede maestri ma soprattutto testimoni.<br />
Ai governanti: “Tocca a voi essere sulla terra i promotori dell’ordine e della pace tra gli uomini.<br />
Ma non lo dimenticate: è Dio, il Dio vero e vivo, che è il Padre degli uomini. A voi la Chiesa<br />
non chiede altro che la libertà. La libertà di credere e di predicare la sua fede”.<br />
Agli intellettuali: “Continuate a cercare, senza stancarvi, senza mai disperare della verità!<br />
Ma non dimenticatelo: se il pensare è una cosa grande, pensare è anche una responsabilità”.<br />
Agli artisti: “Non rifiutate di mettere il vostro talento al sevizio della verità divina! ”.<br />
Alle donne: “Riconciliate gli uomini con la vita. O voi donne, che sapete rendere la verità<br />
dolce, tenera, accessibile, impegnatevi a far penetrare lo spirito del Concilio nelle istituzioni,<br />
nelle scuole, nella vita di ogni giorno”.<br />
Ai poveri e ai malati: “O voi tutti che sentite più gravemente il peso della croce, voi che siete<br />
poveri e abbandonati, sappiate che non siete soli, né separati, né abbandonati, né inutili: siete<br />
i chiamati da Cristo, la sua immagine vivente”.<br />
Ai giovani: “Vi esortiamo ad ampliare i vostri cuori secondo le dimensioni del mondo. La<br />
Un corso di italiano per i bambini francesi<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
E<br />
’ un bellissimo progetto<br />
che sognavo da<br />
tempo e ho visto che si<br />
puoi fare, spero molto di<br />
fare corsi in altri comuni<br />
dove ci sarà il bisogno.<br />
Su le 3 prime settimane<br />
d’Agosto, i bambini ci ritrovano<br />
2 mezze giornate<br />
e così sono stati 6 lezione<br />
di 2h30.<br />
Fare che l’italiano non sia<br />
più una lingua straniere<br />
per loro, che ritornano<br />
tutti gli anni, e che con<br />
qualche parole, possano<br />
comunicare con gli altri<br />
I bambini erano entusiasti e non vedevano l’ora di andare al corso. La giovane ragazza<br />
parlava solo italiano e ha saputo metterli in gioco.<br />
L’ultimo giorno, genitori e nonni erano invitati ad ascoltare i bambini con non solo la<br />
Marseillaise, ma Fratelli d’Italia (con il foglio in mano) e la canzone dei colori.<br />
Poi per chiudere i corsi per quest’anno, una merenda con le torte di ricotta e crostate,<br />
tipici di Ferriere.<br />
L’AS.PA.PI. ringrazia il Sindaco Antonio Agogliati, di avere messo a disposizione una<br />
sala comunale, e ringrazia, Vittoria “ la professoressa “ che ha reso i bambini felici di<br />
andare a lezione !<br />
Speriamo molto ricominciare l’anno prossimo, perché tutti i bambini l’hanno chiesto.<br />
Josiane Balderacchi<br />
Serge e Anne Marie Taravella,<br />
da Sartronville (Francia)<br />
in vacanza per qualche giono<br />
nella natia Rocca.<br />
Un ritorno sempre gradito e<br />
atteso!<br />
In foto Serge e Anne Marie in<br />
piazza a Ferriere con il vigile<br />
Giovanni Cassola<br />
10<br />
Chiesa vi guarda con fiducia e con amore. Guardatela e ritroverete in essa il volto di Cristo, il<br />
vero eroe, umile e saggio, il profeta della verità”, che gli uomini di Chiesa dovrebbero testimoniare<br />
nella povertà.<br />
11
ontagna<br />
Nostra<br />
Scomparso don Lorenzo Marchi<br />
Si è spento don Lorenzo Bernardo<br />
Marchi, sacerdote piacentino-argentino<br />
particolarmente legato all’alta Valdaveto.<br />
I suoi genitori Antonio Celeste<br />
e Secundina Cassola, infatti, migrarono<br />
a Buenos Aires da Castelcanafurone,<br />
quando il loro primogenito era già stato<br />
concepito. Lorenzo nacque il 28 ottobre<br />
1925 a Lomas de Zamora: in 86 anni di<br />
età ne dedicò ben 67 alla professione religiosa,<br />
di cui 56 al sacerdozio nell’ordine<br />
“Piccola opera della Divina Provvidenza<br />
– Don Orione”.<br />
Durante la lunga vita, don Lorenzo si<br />
occupò soprattutto di formazione dei<br />
ragazzi poveri. Non dimenticò tuttavia<br />
le sue origini. I parenti dell’alta Valdaveto<br />
lo conobbero e rividero in quattro<br />
occasioni. La prima volta che venne in<br />
Italia, nel 1960, don Lorenzo soggiornò<br />
a Castelcanafurone dalla nonna Emilia.<br />
Vent’anni dopo fu ospitato dalla cugina<br />
Gina Bongiorni a Piacenza. Nel 2004<br />
venne accolto dalla cugina Ada Cassola<br />
a San Nicolò. Nel 2005 festeggiò i 50<br />
anni di sacerdozio partecipando a un<br />
importante rito pastorale in Vaticano,<br />
seguito dall’ultima visita ai parenti.<br />
“Quando era a Piacenza – ricorda la cugina<br />
Ada che lo ospitò anche nel 2005<br />
– era in continuo movimento: manteneva<br />
i rapporti con i parenti in vita e si<br />
recava spesso a pregare sulle tombe di<br />
quelli defunti. Prendeva nota di tutto.<br />
Scriveva il nome e le età di ogni figlio e<br />
nipote dei cugini italiani per poi, appena<br />
rientrato in Argentina, poterli riferire<br />
con esattezza ai fratelli Lita e Raoul”.<br />
Don Lorenzo, compiute le scuole primarie<br />
fino al sesto grado, nel 1940 fu<br />
accolto da don Giuseppe Montagna alla<br />
cittadella della carità del Piccolo Cottolengo<br />
a Claypole (Buenos Aires). Nel<br />
collegio di San José fece il corso ginnasiale<br />
e il noviziato, concluso con l’emissione<br />
dei primi voti l’11 febbraio 1945.<br />
Continuò a studiare e nel frattempo cominciò<br />
la sua missione come assistente e<br />
insegnante dei ragazzi bisognosi. Fu ordinato<br />
sacerdote nel 1955. Diventò vicedirettore<br />
all’Hogar “Torello” di Mercedes,<br />
vicario e animatore pastorale al Piccolo<br />
Cottolengo di Claypole; nel 1967 tornò<br />
al “Torello” come dirigente. Dal 1974 al<br />
1979 diresse scuola e parrocchia di General<br />
Lagos (Santa Fé); per un ventennio<br />
fu superiore generale della comunità di<br />
Villa Dominico (Buenos Aires) che comprendeva<br />
scuole primarie e secondarie.<br />
Divenne economo e collaboratore al<br />
Santuario d’Itati. Infine, nel 1996, tornò<br />
Ricordiamo don Giuseppe Ferrari<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
definitivamente al Piccolo Cottolengo,<br />
dove è spirato il 15 aprile <strong>2012</strong>. Don Lorenzo<br />
riposa nel cimitero della sua Congregazione,<br />
vicino alle tombe dei genitori.<br />
In foto don Marchi durante la sua ultima<br />
visita in Italia nel 2005: nella pagina<br />
accanto a Ferriere con i cugini Cassola e<br />
sopra accanto alla cugina Ada.<br />
12<br />
A pochi mesi dalla scomparsa ricordiamo don Giuseppe Ferrari, per tanti anni parroco<br />
a Farini, dove ha profuso le migliori energie a favore della comunità.<br />
13
ontagna<br />
Nostra<br />
Una nuova luce per Pertuso<br />
Pertuso, una delle nostre innumerevoli<br />
frazioni, posta ai piedi del monte<br />
Ragola, punto logistico di partenza per<br />
escursioni ai prati Grande e Mollo e lago<br />
Bino, centro di grandi bellezze ambientali<br />
in grado di esercitare una forte attrattiva<br />
per gli escursionisti e gli amanti della<br />
montagna, da diversi anni si caratterizza<br />
anche per singolari e forti azioni sociali<br />
ed economiche.<br />
Da numerosi decenni una consistente<br />
parte dei suoi cittadini è emigrata a Genova<br />
e a Piacenza, ma tutti conservano<br />
un forte legame con la terra d’origine.<br />
Da molti decenni i residenti hanno sviluppato<br />
il Comunello trasformandolo in<br />
una fonte di reddito. Inoltre dal 1975 è<br />
in funzione la Cooperativa monte Ragola<br />
che ancor oggi – per la caparbietà, l’intelligenza<br />
e la forte capacità imprenditoriale<br />
di Giovanni Cavanna, rappresenta<br />
una grossa realtà economica per tante famiglie<br />
del luogo. Da tempo il paese vive<br />
un clima di amicizia, di solidarietà e di<br />
grande ospitalità: la trattoria Cavanna, gli<br />
eredi dei pionieri del turismo locale Antonio<br />
e Pietro Cavanna,<br />
è il fulcro e<br />
il motore della vita<br />
sociale del paese.<br />
Da sabato 13 ottobre<br />
<strong>2012</strong> una nuova<br />
inziatica costituisce<br />
un’importante pagina<br />
della storia del<br />
paese: si è accesa<br />
una nuova luce,<br />
speranza per il futuro.<br />
Una centralina<br />
elettrica che produ-<br />
in priMo piano<br />
ce in modo intelligente e pulito energia<br />
elettrica è a servizio e a supporto della<br />
debole economia di zona. Una turbina<br />
di ultima generazione rappresenta la<br />
sintesi di anni di lavoro, di impegni, di<br />
speranze e di aspettative.<br />
Alle 15, alla presenza del presidente della<br />
Provincia Massimo Trespidi, del Sindaco<br />
Antonio Agogliati e di tutti i “pertusini”<br />
si è inaugurato un piccolo gioiello<br />
di innovazione tecnologica in grando di<br />
incidere in modo attivo sull’economia<br />
dei residenti.<br />
Descrizione dell’impianto<br />
Pertuso è caratterizzato da una straordinaria<br />
ricchezza d’acqua e da moltissimo<br />
tempo si è dotato di un acquedotto rurale<br />
gestito da un consorzio di residenti<br />
e villeggianti. L’acqua in eccesso che<br />
fuoriesce dal “troppo pieno” delle due<br />
vasche dell’acquedotto, viene raccolta in<br />
una nuova vasca costruita dalla società<br />
appena sorta e situata a 1.161 m. sul livello<br />
del mare. Attraverso una condotta<br />
<strong>completa</strong>mente interrata viene portata<br />
nella frazione in un locale appena e ap-<br />
positamente acquistato con un dislivello<br />
di 150 metri. Grazie a tale dislivello<br />
l’acqua genera una pressione di circa<br />
14 atmosfere e, attraverso una turbina<br />
di nuova generazione, produce energia<br />
che viene immessa in rete.<br />
L’intero impianto è stato progettato<br />
dall’ing. Aldo Galleti ed è stato realizzato<br />
dalla ditte Molinelli di Ponte dell’Olio<br />
e dalla Cooperativa Monte Ragola del<br />
luogo. Direttore dei lavori il geom. Matteo<br />
Cavanna.<br />
La storia<br />
La volontà e la determinazione di fare<br />
un salto di qualità nel contesto dell’economia<br />
del territorio trova concretizzazione<br />
domenica 26 dicembre 2009,<br />
quando un gruppo di Pertusini si riunisce<br />
nella trattoria per verificare la fattibilità<br />
dell’utilizzo dell’acqua eccedente<br />
il fabbisogno dell’acquedotto per la produzione<br />
dell’energia elettrica. Dopo altre<br />
riunioni, nell’assemblea pubblica del<br />
17 agosto 2011 si è deciso di procedere<br />
alla costituzione della società. Domenica<br />
11 marzo <strong>2012</strong>, a Piacenza, alla presenza<br />
del notaio Ferrerio, (assistito dal rag.<br />
Giorgio Ghittoni) 68 cittadini, legati a<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
vario titolo alla frazione, hanno costituito<br />
la “Pertuso Elettrica Srl”.<br />
Crediamo di poter affermare che domenica<br />
12 marzo rappresenti per l’alta Valnure<br />
un fatto epocale, sia dal punto di<br />
vista sociale (68 persone di una piccola<br />
frazione concordano e si ritrovano d’accordo<br />
per sviluppare il loro paese), sia<br />
dal punto di vista economico, perché la<br />
società appena formata dovrà essere di<br />
aiuto all’economia del territorio.<br />
La società ha la finalità di costruire e gestire<br />
la centrale idroelettrica. L’iter burocratico<br />
per l’inizio lavori ha vissuto anche<br />
momenti “difficoltosi” soprattutto legati il<br />
rilascio della concessione necessaria.<br />
Alcuni dati tecnici<br />
Portata media: 28 litri di acqua al secondo<br />
Potenza massima di 68 Kw per una produzione<br />
stimata di 290.000 Kwh all’anno<br />
Turbina Pelton automatica con generatore di<br />
potenza di 80 kW a 400 V.<br />
Il Consiglio di Amministrazione:<br />
Presidente: Matteo Cavanna<br />
Consiglieri:<br />
Giorgio Cavanna<br />
Testa Aldo<br />
Iselli Teresa<br />
Galleti Aldo<br />
14 Un ricco buffet, preparato dalle famiglie, ha chiuso la giornata... di speranza.<br />
15
ontagna<br />
Nostra<br />
A Stefano Bertuzzi il premio “Angil dal Dom”<br />
Stefano Bertuzzi, piacentino,<br />
ricercatore in America, sposato<br />
con Elena Bisagni e padre Davide<br />
e Celeste ha ricevuto il prestigioso<br />
premio “Angil dal Dom”.<br />
Il prof. Stefano Bertuzzi, 46 anni,<br />
è manager della ricerca sulle patologie<br />
neurologiche e mentali<br />
nell’amministrazione del presidente<br />
Usa, Obama.<br />
Si è fatto strada nel mondo, ma<br />
non dimentica le origini e chi gli<br />
ha dato la vita: papà Dante, scomparso<br />
da alcuni anni e per mezzo<br />
secolo nostro affezionato villeggiante<br />
e amico dei nostri monti<br />
che conosceva in modo particolareggiato,<br />
mamma Maria Pia Lodigiani,<br />
altrettanto affezionate frequentatrice<br />
del nostro paese.<br />
La stesso prof. Stefano, ospite anche<br />
quest’estate del capoluogo<br />
nell’appartamento famigliare di<br />
Casa Rossa, nel ricevere il premio<br />
ha citato “tra le cose belle” i momenti<br />
di lieto relax trascorsi fra<br />
noi. Omaggiamo questo pensiero<br />
pubblicando oltre la foto “ufficiale”<br />
scattata da Carlo Mistraletti durante<br />
la consegna del premio, anche<br />
un ricordo storico che ritrae la<br />
nonna Pasqualina e il papà Dante<br />
(a destra) in vacanza a Ferriere<br />
presso Mulino Boeri nel 1937 in<br />
occasione della prima Comunione<br />
di Lucia Moia e la mamma Maria<br />
Pia (prima a sinistra), in una classica<br />
uscita giornaliera sulla strada<br />
per Canadello.<br />
Ieri e oggi<br />
Monterosso ringrazia tutti coloro che<br />
hanno contribuito con un'offerta alla<br />
ricostruzione del paese, dopo la terribile<br />
alluvione dell'ottobre 2011. Su<br />
questo muro, che sarà <strong>completa</strong>mente<br />
rivestito di pietre incise con dediche<br />
e nomi dei tanti benefattori, compare<br />
anche il nostro coro “Le Ferriere”.<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Stiamo vivendo un periodo particolare, sembra di essere giunti ad un, seppur molto<br />
terreno, “giudizio universale” nel quale si odono pubblicamente i peccati e sono<br />
portati alla pubblica conoscenza i peccatori ma … manca del tutto il pentimento e la<br />
volontà di redenzione. Gli eletti non fanno uso ma abuso del mandato conferitogli,<br />
e lo fanno con tale sfacciataggine da convincerci addirittura abbiano le idee molto<br />
confuse in merito ai due termini “uso” e “abuso” e purtroppo non solo su questo. Chi<br />
và al mulino s’infarina, ma quando il macinato resta tutto sugli abiti degli avventori,<br />
è consumato, lavorato inutilmente. Spreco. Troppi “politici (?)” vivono speculando sul<br />
loro mandato. Ho scritto troppi, continuo a voler credere e sperare non siano tutti e<br />
vi spiego il perché:<br />
ormai molti anni fa, finite le scuole superiori, il mio comune di residenza aveva indetto<br />
un bando di concorso per un posto da impiegato. Ero eccitatissima all’idea di<br />
mettermi in gioco, tentare. La cosa mi faceva sentire finalmente adulta e responsabile:<br />
finalmente grande.<br />
Questo mio stato d’animo durò fino a che ne parlai a mio padre, allora vicesindaco,<br />
durò fino a che con calma mi fece capire quanto in realtà, vista la sua posizione, io<br />
fossi (se pur inconsciamente) piccola, immatura e irresponsabile per il solo aver pensato<br />
di voler partecipare a quel concorso.<br />
E’ stata una della più belle lezioni di vita che mi ha lasciato.<br />
L’impressione è che oggi, così come si confonde l’uso con l’abuso, si confonda anche<br />
l’onestà con la stupidità. E di tutto questo si è stanchi! Si è stanchi di veder interpretato<br />
il silenzio come assenso e la mancata partecipazione come disinteresse. Non c’è<br />
assenso ne’ disinteresse, al contrario c’è tanta rabbia, tanta indignazione e la paura di<br />
quel che, abbandonati gli argini, possono portare. Reputo molto grave non si capisca<br />
e non si tenga conto della necessità di un giusto risveglio delle coscienze. C’è un detto<br />
napoletano che mi sentirei di pronunciare come consiglio a ciascuno di lor signori<br />
“Statte accuorto, l’acqua è poca e a papera nun galleggia”. Paola<br />
16 17
ontagna<br />
Nostra<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
61° Festa Granda degli Alpini a Ferriere Il capoluogo invaso da migliaia di penne nere<br />
Sabato 15 e Domenica 16 settembre<br />
a Ferriere si è tenuta la 61° Festa<br />
Granda degli Alpini. Questo Raduno<br />
delle Penne nere denominato Festa<br />
Granda viene organizzato ogni anno in<br />
un diverso Comune della provincia e<br />
raccoglie le adesioni di tantissimi Alpini,<br />
provenienti dai vari gruppi provinciali<br />
ma anche dalle altre regioni limitrofe.<br />
L’inaugurazione dell’evento si è tenuta<br />
sabato pomeriggio con il ricevimento<br />
delle autorità da parte dell’amministrazione<br />
comunale, le cene riservate agli<br />
ufficiali ed alle personalità presenti e lo<br />
spettacolo dei cori. Si sono esibiti il Coro<br />
A.N.A. Valnure, il Coro Alpino Val Tidone<br />
ed il locale Coro Le Ferriere. Domenica<br />
mattina gli Alpini sono intervenuti<br />
in grande numero, circa duemila, radunandosi<br />
presso il monumento ai caduti<br />
per la cerimonia dell’alzabandiera e la<br />
deposizione di una Corona in memoria<br />
dei caduti delle due guerre mondiali. Da<br />
qui la fanfara della Brigata Taurinense<br />
ha guidato la sfilata per le vie del paese,<br />
seguita in parata da una rappresentanza<br />
degli Alpini in armi, dai gonfaloni dei<br />
Comuni, dai Vessilli decorati con le medaglie<br />
al valor militare, dai gagliardetti<br />
dei Gruppi Alpini, dagli oltre 20 Sindaci<br />
della Provincia intervenuti, dalle alte cariche<br />
dell’esercito, dalla Banda Alpina di<br />
Pontedell’olio e da tutti i gruppi Alpini<br />
presenti. Non sono mancate le curiosità<br />
a disposizione del pubblico intervenuto<br />
per salutare le penne nere, come<br />
i 3 muli presenti, simbolo di caparbietà<br />
e di forza fisica, che venivano utilizzati<br />
in passato dagli Alpini per i difficili trasporti<br />
di montagna. Presenti nella Sfilata<br />
anche una rappresentanza dei volontari<br />
Alpini della Protezione Civile e del Club<br />
Alpino Italiano. Alla fine del corteo, con<br />
orgoglio, ha sfilato il Gruppo Alpini di<br />
Ferriere che ha organizzato la manifestazione<br />
in collaborazione con<br />
il Comune e la Sezione di Piacenza.<br />
Era dal 1975 che non si teneva<br />
la Festa Granda nel Capoluogo<br />
dell’alta Val Nure. Il lungo Corteo<br />
ha raggiunto piazza delle Miniere<br />
18<br />
e tutti i partecipanti si sono schie-<br />
Antonio Barbieri di Pomarolo, 90 anni, il più<br />
“vecio” dei nostri vecchi alpini, riceve una targa<br />
dal col. Rossi, originario di Ciregna.<br />
19<br />
rati per prendere parte alla Messa<br />
Solenne al campo, celebrata da Antonio<br />
Lanfranchi, Arcivescovo di Modena<br />
Nonantola, originario di Grondone.<br />
Sua Eminenza, nell’ omelia ha ricordato<br />
quanto gli Alpini siano importanti nella<br />
nostra società, perché sempre pronti e<br />
disponibili ad aiutare il prossimo, ponendo<br />
l’accento sui recenti interventi<br />
degli Alpini in occasione del terremoto<br />
in Emilia. Al termine della messa il Presidente<br />
Provinciale degli Alpini Bruno<br />
Plucani, il Capogruppo di Ferriere Luigi<br />
Malchiodi ed il Sindaco di Ferriere<br />
Antonio Agogliati hanno salutato tutte<br />
le autorità presenti e tutti gli Alpini intervenuti<br />
ringraziando per avere contribuito<br />
con la loro presenza alla riuscita<br />
della manifestazione. Infine si è tenuta<br />
la cerimonia del passaggio della stecca<br />
dal Gruppo di Ferriere al Gruppo di Podenzano,<br />
il quale organizzerà la Festa<br />
Granda nel 2013. Dopo il “Rompete le<br />
righe” si è passati al momento conviviale<br />
allietato dai vari punti di ristoro a base di<br />
specialità della tradizione culinaria piacentina.<br />
Tutti i Ristoranti del paese erano<br />
a disposizione con i loro menù tricolori,<br />
supportati dagli stand gastronomici della<br />
Pro Loco di Ferriere e del Gruppo Alpini<br />
di Carpaneto. Nel pomeriggio si sono<br />
susseguite esibizioni e Carosello della<br />
Fanfara della Brigata Taurinense e delle<br />
Majorette.<br />
Gianelli Riccardo<br />
Il medico Sabri con l’alpino Carlino di Costa<br />
Curletti. Sabri ha indossato il cappello in<br />
onore dei “veri alpini” e in particolare ricordando<br />
l’amico Sandrino Bergonzi scomparso<br />
da pochi mesi.
Classe 1952<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Ritrovi di Coscritti<br />
Classe 1937<br />
Classe 1957<br />
Classe 1994<br />
Classe 1975<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Classe 1967<br />
20 21
ontagna<br />
Nostra<br />
Particolarmente intensa quest’anno l’attività del Coro “Le Ferriere”<br />
Note di Primavera, il concerto del 21<br />
aprile ha aperto, come ogni anno,<br />
l'estate musicale. Il coro dei bambini “Le<br />
Verdi Note” diretto da Lucia Rossi ha<br />
meritato i primi scroscianti applausi del<br />
pubblico con i brani: Ci vuole un fiore e<br />
Come Follow Me. Ospite della serata il<br />
Coro ANA Valnure diretto dal M° Gianrico<br />
Fornasari che ha proposto brani della<br />
tradizione delle nostre vallate e canti dei<br />
nostri alpini. Nella seconda parte della<br />
serata il Coro Polifonico “Le Ferriere” ha<br />
proposto numerosi brani del proprio repertorio.<br />
Molto applausi soprattutto per:<br />
“Io Vagabondo” e “Che sarà” su arrangiamento<br />
del M° Massimiliano Pancini.<br />
Il Concerto d'Estate del 17 agosto ha<br />
avuto una grande presenza di pubblico.<br />
Per l’occasione le “coriste” hanno sfoggiato<br />
un nuovo look: una graziosa casacca<br />
color salmone, mentre i “coristi”<br />
dovranno atttendere momenti migliori...<br />
per la cassa. Il programma proposto<br />
è stato ricco ed ha spaziato dai brani<br />
della tradizione a quelli più moderni.<br />
La Presidente del Coro ha ringraziato i<br />
presenti per il calore e gli applausi che<br />
hanno accolto i i vari canti e i coristi per<br />
l'impegno e il contributo che ogni anno<br />
sanno dare all'estate ferrierese.<br />
“Consentitemi - ha detto al pubblico<br />
presente - di abbracciare affettuosamente<br />
i veterani di questa corale Bocciarelli<br />
Antonio e Vanini Dino per la loro<br />
continua e importante presenza”. Il 19<br />
agosto la corale ha riproposto lo stesso<br />
repertorio nella chiesa di Centenaro<br />
per una serata benefica. Le offerte sono<br />
state donate alle Suore gianelline per il<br />
progetto del reparto di Maternità di un<br />
ospedale nel Congo. Suor Maurizia Pradovera,<br />
assistente della Madre generale<br />
ha ringraziato il Coro sottolineando<br />
come: “La musica e il canto sono il segno<br />
della bellezza e della sinfonia della<br />
Trinità ed è bello usare i doni ricevuti<br />
anche per fare il bene. Grazie di cuore a<br />
te e a tutto il gruppo a nome di tutte le<br />
Figlie del Gianelli sparse per il mondo”.<br />
L’attività del Coro è continuata con un<br />
simpatico concerto a Pertuso.<br />
E poi la partecipazione al Concerto che<br />
ha preceduto la FESTA GRANDA dedicata<br />
agli alpini. Il 21 settembre, su invito<br />
del Coro Montenero, il gruppo corale ha<br />
partecipato a Ponte dell'Olio alla Rassegna<br />
“Cantare in Coro”.<br />
Tutto non finisce qui; al Coro spetta per<br />
i prossimi mesi, ancora tanto lavoro.<br />
Lucia De Micheli.<br />
Questa estate il consiglio della Croce Azzurra ha accettato con rammarico le<br />
dimissioni del presidente Paolo Barbieri, che tanto ha dato alla nostra associazione<br />
in questi anni; la sua carica infatti ha visto importanti cambiamenti<br />
in virtù dell’adeguamento al soccorso sempre più moderno e collaborativo al<br />
118 provinciale, il tutto sempre svolto con la piena e solidale collaborazione di<br />
tutto il Direttivo e di tutti i militi.<br />
Facciamo tanti auguri di buon lavoro al nuovo presidente Stefano Boeri.<br />
Ricordiamo inoltre che alcuni nostri bravi militi sono partiti a sostegno delle<br />
popolazioni terremotate dell’Emilia per dare il loro prezioso aiuto: Lisa Dra-<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Sabato 23 agosto presso l'aula consigliare del Comune di Ferriere ,il Sindaco Antonio<br />
Agogliati ha presentato al pubblico un volume che raccoglie fotografie e articoli<br />
giornalistici degli eventi più significativi e dei concerti della corale ferrierese dal suo<br />
nascere fino all'anno 2008.<br />
Il Sindaco ha espresso sentimenti di gratitudine ai coristi, al maestro Massimiliano<br />
Pancini e alla Presidente Lucia De Micheli per l'attività svolta in questi anni , per il<br />
continuo impegno e desiderio di mantener viva la tradizione del “cantare insieme”<br />
che in montagna ha anche un valore sociale. La Presidente, a nome anche del gruppo,<br />
ha ringraziato il Sindaco e l'Amministrazione comunale per il concreto sostegno a favore<br />
della corale. Il Sindaco ha poi offerto nell'ex sala consigliare un ricco rinfresco.<br />
Il volume è stato regalato al pubblico presente e la corale ne farà dono a chi ne faccia<br />
richiesta.<br />
Concerto lirico “Gino Del Forno”<br />
Il campanile della chiesa suona le 23: il clima è ideale perchè la gente che esce dal<br />
concerto lirico si possa soffermare a commentare: ”Che bravi! Che stupenda serata!<br />
Che emozioni!”. Il concerto che ogni anno si tiene nella prima settimana di agosto<br />
in memoria del tenore L. Del Forno, è appena terminato.<br />
Don Giuseppe all'inizio della serata, ha ricordato il tenore scomparso, ma sempre<br />
vivo nella memoria di tutti.<br />
A seguito dei tristi eventi che hanno sconvolto la comunità ferrierese è stato difficile<br />
rompere quel silenzio che gravava sul paese. “Accomunati dalla stessa tristezza non<br />
troviamo le parole adatte - ha detto la Presidente del Coro - per salutarci con l’entusiasmo<br />
che ci ha sempre animato”. Insieme ora ricordiamo Annalisa con un minuto di<br />
silenzio e poi il canto della dolcissima AVE MARIA di Cuccini cantata dal soprano<br />
Susie Georgiadis Tanta, tanta bella musica con un cast delle grandi occasioni. Lunghi<br />
applausi hanno accompagnato ogni volta i vari brani presentati con tanta competenza<br />
da Bertolotti. Una serata veramente da non dimenticare.<br />
Per il secondo anno il coro “Le Ferriere”<br />
ha organizzato brevi concerti<br />
nel tardo pomeriggio, al termine della<br />
S. Messa nella chiesa parrocchiale<br />
di Ferriere.<br />
Il 16 agosto la nostra brava ed apprezzata<br />
Eva Randazzo si è esibita<br />
all'arpa con brani molto impegnativi<br />
e di grande coinvolgimento emotivo.<br />
Alla fine dei brevi concerti, il Coro ha<br />
offerto l’aperitivo ai presesenti.<br />
ghi, Mirco Bergonzi, Alessandro Draghi, Marco Andrea Bonizzi.<br />
22 23
ontagna<br />
Nostra<br />
L’ultimo sole di.....<br />
primavera.<br />
Una panchina per<br />
un salutare relax<br />
Dune ha concluso felicemente l’annata del <strong>2012</strong> e si prepara per il 2013<br />
con un nuovo programma.<br />
Per il prosieguo dell’attività c’è bisogno del tuo contributo.<br />
Ti potrai informare presso i delegati addetti telefonando ai numeri:<br />
338 7878158<br />
349 6074883<br />
Improvvisati<br />
cantori, sempre<br />
disponibili ad<br />
allietare diverse<br />
occasioni di<br />
incontro.<br />
Quando si “scartocciava la melica”<br />
Sono le 9 di sera. Sull’area di Secondo,<br />
a Casaldrino, ci siamo tutti. Al centro<br />
dell’aia campeggia un bel mucchio<br />
di pannocchie da scartocciare e tutt’intorno<br />
sono collocati dei tronchi d’albero<br />
che serviranno per sedersi. Si comincia<br />
a scartocciare la melica. Le pannocchie<br />
vengono liberate dalle brattee che serviranno<br />
per confezionare materassi. Si lavora<br />
con entusiasmo, con abilità e non ci<br />
si accorge che il tempo passa.<br />
Poi qualcuno intona una canzone: “mai<br />
più non canto, mai più non ballo perché<br />
il mio amore l’è andà a soldà…” a cui<br />
tutti si uniscono.<br />
A mezzanotte tutto è finito. Le pannocchie<br />
gialle scartocciate sono là, sulla<br />
“bena”, la slitta che serve per portare il<br />
concime dalla stalla ai campi. Il giorno<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
dopo saranno stese su una coperta e<br />
messe al sole a seccare per poi essere<br />
“sgranate”.<br />
“Domani sera dove si và?”, chiede uno.<br />
“Dalla Nella”, risponde un altro.<br />
Il rito si ripete ogni sera, fino all’ultima<br />
pannocchia.<br />
Silvana Ballerini<br />
Ricordiamola<br />
Garilli Maria in Sartori<br />
E’ successo tutto all’improvviso,di notte; senza<br />
alcuna spiegazione, si è addormentata lì nel<br />
suo letto vicino a suo marito, il suo complice di<br />
sempre l’ha voluto vicino anche nel momento<br />
più difficile della vita: la morte. E’ sempre stata<br />
una donna forte mia nonna, determinata e<br />
indaffarata, impegnata in mille e più faccende<br />
che sempre portava a termine con successo;<br />
premurosa e presente con i figli e i nipoti sia<br />
nelle gioie che nelle difficoltà, e sempre disponibile<br />
con chiunque avesse bisogno del suo<br />
aiuto. In tutto quello che faceva si percepivano<br />
la spontaneità, la semplicità, e la gioia di fare;<br />
doti queste che le hanno permesso di vivere la<br />
sua vita intensamente nella quotidianità, apprezzando<br />
al meglio anche le più piccole cose. Mia nonna è stata e sarà sempre un<br />
esempio per me e per chi l’ha conosciuta: sono certo che nel suo piccolo sia stata<br />
capace di lasciare una parte di sé in ognuno di noi.<br />
24 Grazie nonna Sara e Simone<br />
25
ontagna<br />
Nostra<br />
Ferriere<br />
Natale: riscopriamo il valore della famiglia.<br />
La famiglia è in crisi<br />
Il Natale ci riporta tutti nel calore della famiglia dove siamo nati e cresciuti, ma oggi<br />
non è più così. Oggi la famiglia è in crisi ed il rischio è grande. Eppure la famiglia<br />
è lo scheletro della società occidentale, laica o cristiana che sia, perché l’impianto<br />
famiglia è naturale. Non serve solo ai credenti, ai laici, ai politici, ai sociologi e a tutti<br />
coloro che sperano nei figli come continuatori di vita.<br />
E’ una struttura così importante, indispensabile, solidissima, che ora ci permettiamo<br />
di bistrattare – cancellare anche se comunque sta ancora in piedi. Struttura che è<br />
alla base della società, ma che suppone fondamenta di cemento armato e sbarre di<br />
acciaio, di valori forti e chiari senza i quali anche il cemento armato non durerebbe.<br />
Quando ci si “innamora” non c’è difficoltà che tenga, ma poi l’amore umano è debole<br />
– fragile, si stanca. Solo con la forza di Colui che è la sorgente dell’amore si può<br />
andare avanti.<br />
A tutti Buon Natale e un felice 2013!<br />
Don Giuseppe<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Papa Benedetto ha indicato dieci vie per crescere nell’Amore:<br />
- Mantenere un costante rapporto con Dio nella preghiera; - Coltivare il dialogo;<br />
- Rispettare il punto di vista dell’altro; - Essere pronti al servizio;<br />
- Essere pazienti con i difetti altrui; - Saper perdonare e chiedere perdono;<br />
- Superare con intelligenza ed umiltà gli eventuali conflitti; - Concordare gli orientamenti<br />
educativi; - Essere aperti alle famiglie, attenti ai poveri, responsabili nella<br />
comunità civile.<br />
Ma Padre Antonio Mazzi nell’incontro sulla famiglia si è chiesto<br />
Cos’è l’Amore oggi<br />
Cos’è l’amore oggi? Cos’è il corpo oggi? Essere uomo, donna bambino, appartenere<br />
un amore sconfinato, unico, profondo, esclusivo, nella buona e nella cattiva sorte,<br />
lo può fare solo un credente praticante o anche un “cercatore di credenze vere, di<br />
verità profonde”? La sofferenza, l’incomprensione, la diversità, la parità dei diritti e dei<br />
doveri, fa ancora parte del basamento, dello zoccolo duro della famiglia?<br />
E chi sbaglia, o ha creduto in un’esperienza d’amore che poi si è manifestata perdente,<br />
deve vivere in fondo al colonnato del duomo? I sacramenti per chi li desidera,<br />
anche se “peccatore”, vanno negati in attesa di una sentenza che per il Vangelo è già<br />
stata risolta positivamente, o i preti arriveranno solo e sempre a una benedizione e<br />
mai a un’assoluzione?<br />
Il dono dell’amore è naturale prima che essere cristiano e battezzato, oppure è solo<br />
dentro le mura del tempio che l’amore vince, con tutte le regole predefinite? Potrà,<br />
in questi anni, la Chiesa dimenticare di essere Chiesa, per diventare madre, ancella,<br />
porta, sorella, consolazione, serenità, semplicità?<br />
Lavorando nel mondo in cui lavoro, ho capito quanto ci siano voglia e bisogno di<br />
Dio anche da parte di coloro che si dicono credenti ma non praticanti. E cogliendo<br />
un’altra pagina del Vangelo, ho capito che la Chiesa può seminare l’amore vuoi sul<br />
terreno buono, vuoi tra gli sterpi, vuoi tra i sassi. E su alcune disposizioni, non sarà<br />
che anche la Chiesa dovrà cambiare per essere più conforme all’amore misericordioso<br />
del Dio fatto uomo?<br />
Il cardinale Martini, l’uomo del dialogo, è uscito dai<br />
cosiddetti “valori non negoziabili” affrontando argomenti<br />
scomodi, per i quali è tabù parlare di comunione ai<br />
divorziati, contraccezione, accanimento terapeutico, ecc.<br />
Morendo diceva: “Vedo nella Chiesa di oggi così tanta<br />
cenere sopra la brace, che spesso mi assale un senso di<br />
impotenza. La Chiesa è rimasta indietro.<br />
Come si può liberare la brace dalla cenere in modo da<br />
far rinvigorire la fiamma dell’Amore?<br />
Un momento di partecipazione spontanea dei bambini alle celebrazioni festive.<br />
26 27
ontagna<br />
Nostra<br />
Felicitazioni!<br />
Stefanina Preli e Giulio Bergonzi<br />
si sono trovati con famigliari, parenti<br />
e amici per festeggiare il 50° di<br />
matrimonio. Tra i presenti monsignor<br />
Piero Bracchi, che il 29 settembre<br />
1962, a Gambaro, ha celebrato il loro<br />
matrimonio. Attraverso Montagna Nostra<br />
i festeggiati vogliono ringraziare<br />
il sacerdote per la sua vicinanza a<br />
tutti gli avvenimenti lieti e tristi della<br />
loro famiglia.<br />
Marianora Bergonzi<br />
mostra orgogliosa<br />
la nipotina Annalisa.<br />
Con loro il medico<br />
italo francese Renzo<br />
Manfredi.<br />
Grazie!<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Con il cuore in mano, grata<br />
e commossa, voglio ringraziare<br />
mia sorella Giulia e mio<br />
nipote Angelo, che vivono in<br />
America, per il meraviglioso<br />
dono ricevuto della carozzina<br />
elettrica, per me ormai indispensabile.<br />
Non ho parole, siamo separati<br />
dall’oceano, ma quando c’è<br />
amore non ci sono ostacoli e<br />
distanze. Mi sono sempre materialmente<br />
e moralmente vicini,<br />
ci sentiamo una volta alla settimana<br />
e per questo, malgrado<br />
le mie “disgrazie” mi sento fortunata e considerata. Grazie Giulia e grazie Angelo,<br />
che Dio vi benedica. Saluto anche la mia montagna e la “mia” classe del ‘50. Nina<br />
La radice della crisi<br />
Il gesuita Francesco Occhetta, sostiene che l’attuale crisi economica non è tanto<br />
questione di una crisi finanziaria, ma piuttosto di una crisi morale – spirituale – di<br />
valori.<br />
Afferma che l’Occidente sia colpevole di otto grandi peccati:<br />
1) Benessere senza lavoro (perché certi tipi di lavori nessuno li vuole fare), 2) Educazione<br />
senza morale, 3) Affari senza etica, 4) Piacere senza coscienza, 5) Politica<br />
senza principi, 6) Scienza senza responsabilità, 7) Società senza famiglia, 8) Fede<br />
senza sacrificio.<br />
Ricorda i valori della Costituzione italiana che ha un chiaro valore – madre, quello della<br />
“persona umana” e nove principi fondamentali che la proteggono e gli danno vita:<br />
1) Principio democratico, “la sovranità appartiene al popolo”<br />
2) Principio personalistico “pieno sviluppo della persona umana” (art.3)<br />
3) Principio pluralista che promuove le comunità intermedie tra individuo e stato (famiglia,<br />
partiti, sindacati, associazioni come strumenti dello sviluppo della persona)<br />
4) Principio del lavoro<br />
5) Principio della solidarietà<br />
6) Principio dell’uguaglianza sia di fronte alla legge sia nella società<br />
7) Principio dell’autonomia<br />
8) Principio di laicità che comporta la distinzione tra Stato e Chiesa, la loro reciproca<br />
autonomia e collaborazione<br />
9) Principio pacifista, con cui si ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà.<br />
28 29
ontagna<br />
Nostra<br />
Estate <strong>2012</strong> a Ferriere<br />
Quando l’ho sentita ho pensato: siccome sono un ‘forestiero’ vogliono divertirsi<br />
alle mie spalle; infatti la notizia era di quelle paradossali: a Ferriere erano arrivate<br />
le dune! D’accordo che l’estate era molto calda e secca ma trovarsi in mezzo al<br />
Sahara mi sembrava un po’ eccessivo; ed invece ho dovuto ricredermi, le Dune erano<br />
veramente giunte in quel di Ferriere, anche se non erano quelle gobbe di sabbia<br />
desertiche a cui automaticamente pensiamo quando sentiamo questo sostantivo; ma<br />
che soffiassero con l’impetuosità del ghibli non c’era dubbio.<br />
Grazie all’iniziativa di alcuni giovani, dei commercianti, dell’amministrazione comunale<br />
e della proloco e con la collaborazione nelle manifestazioni di abitanti e villeggianti<br />
il paese ha vissuto un periodo estivo indimenticabile; veramente se il clou è stato<br />
il mese di agosto, anche nei mesi precedenti le Dune hanno lavorato intensamente<br />
organizzando gite tematiche, alla domenica, in cui si sono ricordati i mestieri, ormai<br />
persi, ma che non devono uscire dalla memoria, alternate ad escursioni nei luoghi<br />
più suggestivi che circondano Ferriere: in successione, accompagnati da esperti, si<br />
sono visitate le vecchie miniere di ferro e di rame apprezzando l’allestimento del piccolo<br />
museo delle ferriere; abbiamo fatto esperienza con le risorse ittiche; siamo andati<br />
al vecchio mulino di Pertuso ed abbiamo assistito alla preparazione della farinata; una<br />
esposizione di vecchi attrezzi agricoli all’interno di una antica abitazione contadina ci<br />
ha riportato indietro nel tempo quando il lavoro in campagna spezzava la schiena; a<br />
Toazzo si è ammirato l’intenso lavoro che le api effettuano per fornirci il miele; a Perotti<br />
l’invitante profumo del pane, cotto con l’arte delle antiche usanze, ha preceduto<br />
la sua altrettanto appagante degustazione; abbiamo risalito le pendici del monte Nero<br />
con le sue impronte glaciali; abbiamo raggiunto i laghi Moo e Bino nei pressi dei quali<br />
è possibile rintracciare delle rare specie di piante carnivore ed ammirare, sulla superficie<br />
del Bino, la<br />
fioritura delle ninfee;<br />
in mountain<br />
bike, divisi per capacità,<br />
si è scorazzato<br />
per i sentieri;<br />
una sera alle pendici<br />
dell’Albareto<br />
ci siamo estasiati<br />
nell’ammirazione<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
della volta celeste con l’ausilio di un telescopio; sotto la cima del monte Carevolo<br />
si sono ripercorsi gli itinerari utilizzati dai contrabbandieri; a Gambaro il castello dei<br />
Malaspina ci ha ospitati per un tuffo nei secoli passati con la narrazione delle trame<br />
ordite per la supremazia tra signorotti del luogo; i frutti del sottobosco, mirtilli, more,<br />
lamponi hanno fatto da contorno ad un’altra uscita; la cascata del Lardana, sebbene<br />
con poca acqua, si è fatta ammirare nel suo ambiente suggestivo; il maestoso ed elegante<br />
volo dei rapaci ha catturato i nostri occhi.<br />
Quanto sopra tutte le novità; ma oltre a queste, sempre con la collaborazione di<br />
Dune, si sono svolte le tradizionali manifestazioni: in agosto le passeggiate condotte<br />
da Sergio Ravoni che permettono ogni anno di conoscere e riscoprire il territorio dei<br />
monti liguri-piacentini; la fiera di san Giovanni; la festa in quota; la festa delle fragole;<br />
la bellissima festa provinciale degli alpini; a fera de’ bestre; e per la prima volta la festa<br />
d’autunno organizzata dal comune. Inoltre le folcloristiche manifestazioni di Casa<br />
Montagna che danno come sempre un tocco di internazionalità al paese.<br />
Ma, come accennavo sopra, il top si è raggiunto nel mese di agosto; tutti i giorni grazie<br />
a degli animatori veramente eccellenti, si avevano a disposizione, e gratuitamente,<br />
corsi di ginnastica: al mattino pilates ed al pomeriggio zumba; animazione per i<br />
bambini, gare di carte e, tutte le sere, spettacoli di varietà a cui talvolta partecipavano<br />
anche alcuni tra le centinaia di spettatori che accorrevano entusiasti ed applaudenti<br />
alle esibizioni.<br />
Spero di non essermi dimenticato niente e nessuno; nel caso faccio ammenda già da<br />
ora; non è facile ripercorrere il periodo estivo tenendo a mente tutto quanto.<br />
Mi auguro che questa iniziativa sia la prima di tante lungo gli anni a venire; un ringraziamento<br />
a tutte le persone che si sono prodigate per allietare, riuscendoci in maniera<br />
superba, l’estate.<br />
A proposito, cosa<br />
significa Dune? Per<br />
i pochi che ancora<br />
non lo sapessero<br />
l’invito è di venire a<br />
trovarci; saranno tutti<br />
lieti di accogliervi<br />
e svelarvi il ‘segreto’.<br />
Franco Leoni<br />
Carlo Scrocchi e<br />
Antonio Draghi:<br />
I fratelli Chiara e<br />
un incontro per<br />
Andrea Faccin in va-<br />
30<br />
ricordare un comune<br />
passato.<br />
canza a Ferriere con<br />
le loro famiglie.<br />
31
ontagna<br />
Nostra<br />
Insieme da 30 anni<br />
Si sono sposati nel 1982, e oggi, a distanza di 30 anni, hanno voluto ricordare l’importante<br />
tappa di vita, assistendo alla messa e con un momento conviviale al Bar<br />
Barbara. Auguri!<br />
Anche quest’anno l’Amministrazione<br />
e la Parrocchia hanno<br />
celebrato in modo ufficiale<br />
la ricorrenza del 4 novembre.<br />
Un bellissimo incontro fra amici<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Un incontro fra amici è sempre un bel dono sia da parte di chi lo organizza che<br />
di chi lo riceve. Una testimonianza d'affetto, di attenzione, di condivisione che<br />
arricchisce le relazioni parentali di nuovi affetti, per cui non ci si sente mai soli.<br />
Se poi l'occasione dell'incontro scaturisce dal desiderio di festeggiare un compleanno<br />
diventa maggiormente significativa. Il 28 ottobre u.s. ci siamo riuniti in tanti amici a<br />
Rompeggio per festeggiare il compleanno di Danilo, il “nostro” farmacista. Una<br />
giornata particolare in cui fiocchi di neve venivano quasi subito cancellati da sporadici<br />
raggi di sole che illuminavano i colori autunnali in uno scenario di diversità naturali<br />
che rendevano ancora più veri gli auguri espressioni di esperienze diverse per cui<br />
ciascuno aveva un grazie particolare da porgere al festeggiato.<br />
Il grazie di tanti amici, il grazie di tutti i montanari che nel loro farmacista trovano<br />
sempre la competenza di un consiglio professionale, la disponibilità a risolvere i problemi<br />
della lontananza col recapito delle medicine a domicilio, l'umanità nel condividere<br />
i momenti di dolore con la sensibilità di misurare le parole per non suscitare<br />
false speranze, ma nello stesso tempo donando una sua partecipazione che consola.<br />
Auguri Danilo dai tanti amici e dai montanari ferrieresi che ti stimano e ti vogliono<br />
bene. Dina<br />
Congratulazioni<br />
Ian Postuma ha conseguito<br />
la Laurea Magistrale<br />
in Fisica Nucleare all’università<br />
degli studi di Pavia<br />
il 29 febbraio <strong>2012</strong> con una<br />
Tesi sperimentale in Fisica<br />
Biomedica dal titolo: “A<br />
Neutron Autoradiography<br />
Method to Measure 10B in<br />
Biological Samples Applied<br />
to BNCT of Osteosarcoma”<br />
con relatore la Dott.ssa Silva<br />
Bortolussi. Lo studio si<br />
basa sulla ricerca di nuove<br />
molecole da utilizzare nell’innovativo trattamento BNCT (Boron Neutron Capture<br />
Therapy) per la cura dei Tumori. In attesa del bando per un posto nel dottorato<br />
di ricerca in Fisica, Jan lavora a Milano in una azienda di rating finanziario (Cerved<br />
Group), dove ho costruito e cura un portale internet per le attività interne<br />
32<br />
Un grazie all’Amministrazione comunale che dopo tanti anni ha provveduto a<br />
lavori di manutenzione straordinaria in numerosi cimiteri del Comune presentandoli<br />
per le festività dei Santi puliti ed ordinati.<br />
all’azienda.<br />
33
ontagna<br />
Nostra<br />
Giuseppe Raggi, 90 anni, una tappa raggiunta<br />
in salute anche per le premurose attenzioni<br />
della figlia Mariuccia e del genero<br />
Ivano.<br />
Francesco Bergonzi, Chicco, mentre<br />
serve nel suo Ristorante. Un plauso a<br />
Chicco, che - pur lavorando - ha raggiunto<br />
il diploma di scuola superiore<br />
frequentando con volontà le serali.<br />
Il Bar, luogo di incontro e di relax per ferrieresi e villeggianti.<br />
Ricordiamola<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Quagliaroli Ida ved. Cassinari<br />
n. 16.04.1919 - m. 23.10.<strong>2012</strong><br />
Ida, una santa di casa nostra, che ha vissuto,<br />
come tante altre nostre madri per il bene della<br />
sua famiglia. Nata a Canadello, vissuta prima<br />
nella frazione e poi nel capoluogo, sposa di Bertino<br />
Cassinari, ha affrontato un cammino terreno<br />
irto di difficoltà e con pazienza, umiltà,<br />
fede e tanta buona volontà ha superato gli ostacoli<br />
che ogni periodo della sua vita le ha posto<br />
sulla strada. Supplente postina, Ida affrontava<br />
giornalmente i sentieri disseminati sul territorio<br />
per recapitare la posta fino a Cattaragna.<br />
Una cosa più facile da dirsi che da farsi che solo<br />
un fisico forte e disposto ad ogni tipo di fatica<br />
poteva affrontare. Ida ha cresciuto e curato la<br />
famiglia, ha partecipato alla vita sociale della<br />
parrocchia assumendosi responsabilità, incarichi e lavori di manovalanza: la ricordiamo<br />
come “priora” a coordinare le massare addette alla pulizia della chiesa.<br />
Colpita da lutti che segnano nel profondo del cuore, come la morte prematura del<br />
figlio Piero e della cara nipote Simona, Ida ha saputo vivere “senza pesare” ma<br />
con la fortuna di essere curata assistita con tanto amore sino all’ultimo respiro<br />
dal figlio Angelo. Riposa nel nostro cimitero.<br />
Ricordiamo Sandrino<br />
Bergonzi, scomparso<br />
da alcuni mesi, amico<br />
buono e sempre sorridente,<br />
in un momento<br />
di relax accanto alla<br />
moglie Mariuccia, alla<br />
cognata Rita e alla<br />
nipote Bianca.<br />
34 35
ontagna<br />
Nostra<br />
Festa dei nonni<br />
canadello<br />
Abbiamo festeggiato i nonni il due di ottobre. Il calendario cristiano in quella data<br />
ricorda gli angeli custodi. E certo questi nonni che al mattino presto ricevono un<br />
bambino ancora addormentato e infagottato nelle coperte perché la mamma e il papà<br />
vanno al lavoro, che spingono passeggini, raccolgono giocattoli, asciugano lacrime e<br />
nasetti gocciolanti, vigilano su una febbre e tengono d’occhio prese di corrente, spigoli<br />
e minacce varie, sono davvero “custodi” come angeli per i loro nipotini. L’hanno<br />
già fatto anni prima, certo meno provati, perché allora la schiena non doleva e le ossa<br />
erano meno pesanti. Tutti sanno quanta energia ci vuole a tenere dietro alle esplorazioni<br />
dei piccoli, al gattonare e al camminare, alla smania di mettersi tutto in bocca,<br />
a tirare via da una vetrina o a distogliere da un capriccio. I nonni rendono partecipi<br />
i piccoli di un mondo speciale: c’è ancora il nonno che cura l’orto, che taglia un<br />
pezzo di legno, aggiusta una macchinina e fa sembrare straordinarie le azioni abituali.<br />
C’è ancora la nonna che impasta la torta e lascia fare una tortina a parte al suo piccolo<br />
assistente dalle mani impiastricciate e appiccicose, che ricorda filastrocche per<br />
far chiudere gli occhi quando è ora del riposino. I piccoli diventano grandi e il loro<br />
mondo si allontana. I nonni ancora infilano nelle tasche dei jeans dei nipoti cresciuti<br />
mancette per le diverse circostanze. Non hanno più altro da dare per fare sentire un<br />
affetto che dura. Finché un giorno gli angeli custodi dell’infanzia depongono davvero<br />
le ali e mostrano la loro fragile umanità.<br />
Quando i nonni non sono più angeli, ma umanità sguarnita, bisognosa, qualche volta<br />
difficile, talvolta capricciosa, persino la parola “nonno” cambia tono e significato; diventa<br />
quasi un insulto, quasi peggio del dire “vecchio”, perché almeno la vecchiaia è<br />
da un dato di fatto, un’età della vita di cui nessuno è colpevole, ma “nonno” diventa<br />
un legame tagliato, una sorta di svilimento della persona. Non c’è festa che tenga se<br />
la parola “nonno” non viene pronunciata all’interno di un affetto che dura nel tempo,<br />
quello di chi sa rendere un po’ della cura ricevuta. E non cresce nei nipoti se non è<br />
preceduto da quello dei figli.<br />
Allora i nonni restano “i nonni”,<br />
custodi della nostra più preziosa<br />
memoria anche quando la loro<br />
vacilla.<br />
Valeria Boldini<br />
I nonni, veri angeli custodi dei<br />
nipotini.<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
" ROCCA DELLA CROCE "<br />
una nuova croce per un futuro migliore<br />
In un tempo caratterizzato da incertezze e paure come quello che stiamo vivendo<br />
oggi, può essere utile e procurare un pò di sollievo fare ricorso alla memoria di<br />
un tempo passato, in cui ritrovare valori e certezze oggi inesistenti.<br />
Proprio quest'estate è stata collocata sull'altura che domina il paese, chiamata da tempo<br />
immemorabile "Rocca della croce", una croce nuova di zecca,realizzata dalle abili<br />
mani di Draghi Valentino e sistemata con perizia da Bonfiglio Preli, coadiuvato dal<br />
nipote Fabio. Per la sua inaugurazione non sono state predisposte cerimonie ufficiali<br />
con tanto di taglio del nastro; come è nostra consuetudine abbiamo preferito affidare<br />
il compito di festeggiare l'avvenimento ai nostri giovanissimi rappresentanti,Arianna,<br />
Davide, Ester, Francesco, Mirian e Silvia, i quali si sono recati sul luogo con spirito<br />
gioioso e spensierato, consumando una veloce merenda.La presenza di questi giovani<br />
non è stata casuale, ma voluta in quanto essi rappresentano la speranza per<br />
un futuro migliore.<br />
Del resto, come ci ricorda la nostra dinamica Esterina Preli, autentica memoria del<br />
passato storico di Canadello, esiste una tradizione legata alla Rocca della croce, risalente,<br />
a suo giudizio, a circa 150 anni fa. A quei tempi era usanza praticare,nel mese<br />
di maggio, il cosiddetto "ufficio della campagna", una celebrazione religiosa propiziatoria<br />
che consisteva nel benedire le croci, con tanto di processione nel paese, croci<br />
che venivano poi sistemate nei campi<br />
seminati per proteggerli dalle intemperie.<br />
I Canadellesi, a quell'epoca, avevano<br />
deciso di sistemare una croce su<br />
un'altura che domina il paese e i campi<br />
, dove ogni anno, a maggio, si recavano<br />
in processione per la benedizione dei<br />
campi. Sembra che la prima croce venne<br />
fatta dal fabbricere di allora, Marco<br />
Quagliaroli, bisnonno di Roberto.<br />
La croce vecchia, realizzata da Luigi<br />
Draghi, padre di Valentino, attende un'<br />
onorata sitemazione (si accettano suggerimenti)<br />
Sulla nuova croce è stata posta<br />
una targhetta in bronzo che, oltre a<br />
ricordare la data e il nome dell'autore<br />
dell'opera, riporta una breve frase di incoraggiamento<br />
per tutti noi, specie in<br />
questi tempi difficili: NON TEMERE IL<br />
FUTURO Farinotti Antonio<br />
36 37
ontagna<br />
Nostra<br />
Canadello nella Storia<br />
Ogni volta che leggo la scritta posta sopra la porta d'ingresso dell'Oratorio di Canadello<br />
“FECIT 1551” mi chiedo quanto sia veritiera quella data; ora che ho più tempo da dedicare<br />
ai miei interessi, ho deciso di effettuare delle ricerche storiche per far luce su questo<br />
grazioso oratorio che ancora risuona con la sua campanella secentesca in tutta la vallata.<br />
Come primo documento riporto la sintesi della relazione fatta in occasione della visita apostolica<br />
del Vescovo di Rimini Castelli, avvenuta il 16 agosto 1579. La visita apostolica si differenzia<br />
da quella pastorale in quanto era effettuata da un vescovo proveniente da un'altra diocesi,<br />
secondo le disposizioni del Segretario del Concilio di Trento (1545-1563) il Card. Carlo Borromeo.<br />
"<br />
Ho visitato la chiesa di S.Vito, di Candela, che non ha rettore e non lo ha avuto per molti anni,<br />
come dicono gli uomini del luogo.<br />
E' di libera collazione. Posta in posizione pianeggiante sotto il monte Canadello. Non è<br />
consacrata,non ci sono giorni di festa dedicati. E' capace, circa 30 uomini che assumono la<br />
comunione. Tutte le case sono nei pressi della chiesa. Attraverso il territorio della parrocchia<br />
non transita fiume o torrente. Il reddito è di circa 9 lire imperiali che consistono in dieci pertiche<br />
di terra prativa concessa in enfiteusi ( forma di affitto).. e a 4 stara di frumento. Il reddito<br />
è incerto. In chiesa non vi sono cappelle o altari dedicati e in parrocchia non vi sono oratori<br />
o altri luoghi pii. Non vi è società.<br />
Non si distribuisce l'eucarestia. Non vi<br />
è battistero...l'altare è in materiale lapideo<br />
privo di ornamento.<br />
L'arcone non è dipinto e neppure dealbato<br />
(non imbiancato), così le altre<br />
pareti. Parte delle pareti è caduta...<br />
non vi sono sepolcri, non candelabri.<br />
Vi è una croce di legno non dipinta e<br />
in stato non decente."<br />
Seguono i provvedimenti che si devono<br />
prendere circa la chiesa parrocchiale<br />
di S.Vito.<br />
La chiesa parrocchiale di S.Vito a Canadello...<br />
da molti anni manca di rettore,<br />
sia unita alla chiaesa parrocchiale<br />
di San Michele di Rompeggio se non<br />
altra più comoda nello spazio di mesi.<br />
In questa chiesa non si celebri se non<br />
nelle pareti della parte restaurata, si<br />
sitemi l'altare e lo si doti di croce, candelabri,<br />
tovaglie palio, sacrario.<br />
Antonio<br />
Campioni nostrani<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
L<br />
’estate è ormai un ricordo, ma per onor di cronaca,<br />
anche se con un certo ritardo, riportiamo una splendida<br />
notizia sportiva che ha per protagonista il nostro<br />
compaesano Alexandre Preli, il quale, in occasione del<br />
torneo di calcetto "Arcobaleno", diputatosi in agosto sul<br />
campo di Casa Rossa, ha ricevuto l'ambito riconoscimento<br />
di "miglior portiere" del torneo, vinto dalla squadra<br />
Boeri-Michelotti.<br />
Alexandre da anni partecipa ai vari tornei estivi, distinguendosi<br />
sempre non solo per le sue straordinarie abilità<br />
calcistiche, ma soprattutto per la sua correttezza e<br />
serietà. Non ci resta che attendere la prossima estate per assistere ad altre esibizioni<br />
di un vero campioni<br />
nostrano.<br />
Vorrei informare tutti<br />
coloro che desiderano<br />
inviare notizie,<br />
aggiornamenti, foto,<br />
ricordi ecc. relativi a<br />
Canadello può farlo su<br />
facebook.Canadello.<br />
Antonio<br />
Canadello<br />
si fa in quattro...<br />
Ilaria e Matteo, accomunati<br />
anche....... dalla stessa passione<br />
per i cavalli.<br />
38 39
ontagna<br />
Nostra<br />
Gesù viene. Come riconoscerlo?<br />
cerreto rossi<br />
Gesù è già venuto. Ma egli viene ancora. Bussa alla porta del cuore di ognuno.<br />
Basta volerlo accogliere.<br />
Sai che viene nascendo come tutti i bambini? Piccolo, inerme, con tutti i bisogni e le<br />
fragilità di un bimbo. Ed è proprio lui il Salvatore di tutte le debolezze. Dio è piccolo<br />
e debole. Viene, vive una vita comune, imparando un lavoro dal suo papà Giuseppe;<br />
ha una mamma Maria, vive in una regione piuttosto malfamata, la Galilea, in un paese<br />
chiamato Nazaret. Dio abita e viene nella vita quotidiana, abita in una casa comune<br />
tra le nostre case, non si fa notare. Dio è così.<br />
Quando è invitato a pranzo e alle feste, ci va volentieri, per essere in compagnia allegra<br />
e serena, ma anche per dire quel che pensa. Tra i commensali non lo noti forse,<br />
però se manca il vino della gioia, sarà lui a darlo, perché gli si consegni almeno la<br />
nostra povera acqua. Gesù viene umile, stanco per il tanto camminare, va in case<br />
comuni, soprattutto dice che è venuto per servire, per amare, e chi vuol essere dei<br />
suoi deve avere lo stesso stile. L’avresti detto Dio quando stava lavando i piedi dei<br />
suoi amici? Così è Dio.<br />
Voleva lasciarci un ricordo stabile, vivo, in cui lui potesse essere visto e trovato,<br />
persino mangiato. I grandi della terra hanno costruito maestosi monumenti a loro<br />
ricordo. Gesù sarà presente in un po’ di pane e di vino, del tutto uguali a quelli che<br />
trovi sulla tua tavola. E’ l’Eucarestia.<br />
Dio è così, e gli apostoli non gli<br />
hanno costruito grandi monumenti.<br />
Lui stesso, Gesù quand’era in vita,<br />
aveva detto che lo avremmo trovato<br />
nei poveri, in chi non ha vestito<br />
o casa o libertà: lì abita Gesù, sicché<br />
qualunque cosa avremo fatto a<br />
queste persone umili, l’avremo fatta<br />
a lui. Questi sono i luoghi di Dio<br />
e sono i suoi gusti. L’occhio che li<br />
riconosce si chiama fede.<br />
Don Giuseppe<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Ricordo di Ferrari Santina<br />
Con queste parole, volevamo rendere omaggio a nostra<br />
nonna, Santina Ferrari vedova Boeri. Nonna Santina e<br />
nonno Bonfiglio, hanno avuto il coraggio di emigrare<br />
in Francia dopo la seconda guerra mondiale, dove hanno<br />
scoperto un nuovo paese e un nuovo stile di vita,<br />
lontano dai loro paesi di Cassimorenga e di Cerreto.<br />
Santina era una sarta con le mani di fata, dopo il suo<br />
arrivo in Francia, ha lavorato presso la prestigiosa casa<br />
di alta moda Jaques Fath. Immaginate come sarà stato<br />
per nostra nonna preparare gli abiti portati dai modelli,<br />
quanta strada percorsa da Cassimorenga al viale Georges<br />
V a Parigi. La famiglia è presto allietata dalla nascita<br />
di Eliane e la nonna decide quindi di licenziarsi e lavorare in proprio. Il lavoro non<br />
manca, dal semplice ritocco alla preparazione di abiti semplici o abiti da sposa.<br />
Santina e Bonfiglio hanno avuto una vita semplice, fatta di lavoro e onestà, per<br />
dare un futuro migliore a Eliane, diventata poi insegnante di lingue al liceo. Aveva<br />
un legame molto forte anche con il fratello Gregorio, anche lui emigrato in Francia.<br />
Per tutta la vita si sono voluti bene e si sono aiutati. Quando il nonno è mancato,<br />
lei si è dedicata a noi e insieme abbiamo affrontato il dolore per la morte prematura<br />
di nostra mamma. La nonna a 71 anni aveva ancora un ruolo molto importante<br />
nella nostra vita, non possiamo dimenticare quando ci faceva ripetere le lezioni di<br />
tedesco e di latino, o quando mi ha regalato la camicia e cravatta per i miei primi<br />
colloqui di stage. Sono cose semplici ma concrete, ci ha sempre incoraggiati ad<br />
andare avanti, anche se la perdita della figlia aveva segnato duramente la sua vita.<br />
Il suo comportamento ci sia d'esempio. Cara nonna, vogliamo dirti grazie, che ti<br />
amiamo, che sei stata una grande donna e che speriamo essere degni dei valori<br />
che ci hai lasciato: il lavoro, la semplicità e la cortesia. Arrivederci nonna. I tuoi<br />
nipoti Sandrine e Cèdric.<br />
40<br />
Battesimo di Enzo Boeri figlio<br />
di Fabien e Tatiana celebrato nella<br />
chiesa di Cerreto l’11 agosto <strong>2012</strong>.<br />
Enzo è nato il 20 giugno 2011 a<br />
Champigny sur Marne in Francia<br />
Ricco bottino di funghi per Bruna<br />
Barbieri.<br />
Il nostro Luigi Bertelli, che qui vediamo<br />
aiutato da alcuni volontari, alle<br />
prese con i quotidiani lavori agricoli. 41
ontagna<br />
Nostra<br />
Festa del Patrono San Clemente<br />
casaldonato<br />
Il 23 ottobre la Chiesa ricorda Papa San Clemente, terzo papa dopo Pietro, che i<br />
nostri antenati lo hanno voluto come nostro patrono e protettore, perché la Fede<br />
fosse la forza per affrontare la nostra vita.<br />
Sentite come in una sua lettera ricorda i primi cristiani a Roma quando non era possibile<br />
pubblicamente manifestare la propria fede. “Nei giardini vaticani tanti cristiani<br />
furono trucidati dall’imperatore Nerone, dopo l’incendio di Roma nel luglio dell’anno<br />
64. Altri furono crocifissi, altri cosparsi di bitume furono bruciati al termine del giorno<br />
perché servissero di illuminazione notturna alla città”.<br />
Lo scorso 29 settembre la GM Altavalnure<br />
si è ritrovata a Casaldonato per la chiusura<br />
dell’anno podistico <strong>2012</strong>. Nella serata<br />
si e voluto ringraziare particolarmente la<br />
gente che ha aiutato e favorito la marcia del<br />
Carevolo, e soprattutto si sono ringraziate<br />
le cuoche, per la loro simpatia e le capacità<br />
culinarie.<br />
Durante l’anno i marciatori hanno partecipato<br />
a gare in provincia e fuori, come la<br />
marcia ad Arenzano in Liguria, (foto sotto)<br />
dove il gruppo dell’alta Valnure è stato premiato.<br />
Elogi per l’occasione anche alla marcia del Carevolo e alla nostra bellissima<br />
valle. Il giorno 14 ottobre si è riunito il direttivo per la nomina del presidente, in carica<br />
per i prossimi 3 anni. È stato eletto il sig. Sfulcini Renzo.<br />
(in foto a sinistra)<br />
Il direttivo della G.M. Altavalnure augura agli associati, simpatizzanti,<br />
sponsor e a tutta la comunità buon Natale e un felice<br />
Anno nuovo.<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
A commento di queste due belle foto, nelle quali molti si riconosceranno, un componimento<br />
poetico di Renzo Pezzani. La maestra nelle foto è Nora Bongiorni.<br />
Grazie a Renza ed Angela per averle tirate fuori dal cassetto dei ricordi...<br />
42 43
ontagna<br />
Nostra<br />
ODOR DI COSE BUONE<br />
Come iI mulino odora di farina<br />
e la chiesa d'incenso e cera fina,<br />
sa di gesso la scuola.<br />
È iI buon odor che lascia ogni parola<br />
scritta sulla lavagna<br />
come un fioretto in mezzo alla campagna.<br />
Tutto qui dentro è bello e sa di buono.<br />
la campanella manda un dolce suono,<br />
e a una parete c'è una croce appesa...<br />
Pare d'essere in chiesa:<br />
s'entra senza cappello<br />
si parla a voce bassa<br />
si risponde all'appello...<br />
Oh, nella scuola il tempo come passa!<br />
S'apre iI libro, si legge e la signora<br />
spiega, per chi non sa, or questo or quello<br />
come in un gioco: un gioco così bello<br />
che quando si fa l'ora<br />
d'uscir, vorremmo che durasse ancora.<br />
Come iI mulino odora di farina<br />
o la chiesa d'incenso e cera fina,<br />
Ia casa prende odor dal pane nostro<br />
e Ia scuola dal gesso e dall'inchiostro.<br />
Casaldonato ripreso dall’obiettivo di Francesca Boeri<br />
Togn di Pomarolo, il nostro vecio alpino<br />
gaMbaro<br />
Madre del Buon Consiglio<br />
Viene subito alla mente la nota giaculatoria: “Madre del<br />
Buon Consiglio, prega per noi”. Il culto della “Madre<br />
del Buon Consiglio” era particolarmente praticato nella Chiesa<br />
di Scutari, in Albania, fin dall’invasione dei terribili turchi.<br />
Il “consiglio” è uno dei sette doni dello Spirito Santo.<br />
Dono importante perché ci aiuta a scegliere il bene e fuggire<br />
il male. Non è un problema da poco conto il decidere sul da<br />
farsi nei diversi frangenti della vita.<br />
Ed è una delle sette opere di misericordia spirituale<br />
“consigliare i dubbiosi” nei momenti difficili della<br />
vita. Dono importante per quanti hanno il compito<br />
di essere buoni consiglieri.<br />
I primi consiglieri di solito sono i genitori, per l’amore<br />
che portano ai figli. Oggi, forse più i nonni ai<br />
quali è affidato il compito di tenere i nipoti, dovendo<br />
i genitori andare al lavoro e sono anche quelli<br />
che insegnano a pregare, portarli in chiesa, perché<br />
i genitori spesso vengono meno a questo loro dovere,<br />
tanto importante.<br />
La festa del “Buon Consiglio” è sempre una buona<br />
occasione per ringraziare la Vergine Maria che ci<br />
ripete: fate quello che Gesù vi dirà. E Gesù ci ripete<br />
“osservate i miei comandamenti”.<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Ringraziare le tante persone<br />
che nella vita, insegnanti,<br />
sacerdoti, amici, ecc. non ci<br />
hanno fatto mancare consigli<br />
utili.<br />
Ringraziare il nostro Sisto<br />
che ogni anno si impegna<br />
a far venire anche la banda<br />
per rendere la giornata più<br />
gioiosa ed allegra. Anche<br />
quest’anno è stata numerosa<br />
la partecipazione della<br />
gente. E non è mancato un<br />
piccolo rinfresco offerto dal<br />
Cicolo Anspi.<br />
44 45
ontagna<br />
Nostra<br />
Il sogno di una Chiesa vicino alla gente<br />
Avevo 10 anni circa quando mons.<br />
Carlo Maria Martini fu nominato arcivescovo<br />
di Milano. Ricordo che la mia<br />
Parrocchia, San Francesco di Sales, portò<br />
tutti noi ragazzi ad incontrarlo.<br />
Rivedo l’immagine di un uomo imponente,<br />
quasi un po’ intimorito da quella<br />
folla di giovani. A Milano è rimasto fino<br />
al 2002. Quando già malato si trasferì<br />
a Gerusalemme. Ma la vera conoscenza<br />
con mons. Carlo Maria Martini è avvenuta<br />
anni dopo, attraverso le pagine<br />
del Corriere della Sera, dove il cardinale<br />
teneva una rubrica la domenica rispondendo<br />
ai tanti lettori che gli scrivevano<br />
parlava della “sua” chiesa. In quelle risposte<br />
così piene di buon senso e umanità<br />
traspariva una voglia di apertura, di<br />
dialogo. C’era il desiderio di una Chiesa<br />
più vicino all’uomo, ai suoi bisogni, una<br />
chiesa collocata nel tempo reale, che sa<br />
capire ed essere sostegno per l’essere<br />
umano. Sto pensando per esempio alla<br />
sua comprensione per i divorziati, alle<br />
idee sulla contraccezione, ecc.<br />
La sua dipartita lascia un grande vuoto,<br />
perché era un innovatore, era la voce<br />
anche di tutti quei parroci che nell’ambito<br />
della loro piccola comunità hanno<br />
sempre cercato di essere vicini alla gente<br />
e di proporre una Chiesa che non giudica,<br />
ma accoglie.<br />
Infatti proprio oggi che il mondo materiale<br />
dell’uomo moderno è entrato in crisi,<br />
oggi che dal benessere diffuso siamo<br />
passati a dover affrontare innumerevoli<br />
difficoltà, l’uomo avrebbe bisogno più<br />
che mai di riscoprire, di riavvicinarsi ad<br />
una dimensione spirituale che lo aiuti a<br />
ridare la giusta collocazione a se stesso<br />
e a chi lo circonda che gli faccia percepire<br />
l’essenza e la realtà delle cose. Fino<br />
ad oggi “l’avere” è stato il centro dell’esistenza<br />
di molti. Ora “l’essere” deve tornare<br />
il valore primario, e in questo una<br />
chiesa che sappia adattarsi ai cambiamenti<br />
intervenuti col passare del tempo<br />
potrebbe essere un grande aiuto.<br />
Nadia<br />
grondone<br />
Nel mese di ottobre il Papa ha proclamato<br />
l’anno della Fede.<br />
Un avvenimento importante del quale<br />
desidero parlare con la “mia” gente affinché<br />
anche le nostre parrocchie di montagna,<br />
non siano del tutto tagliate fuori<br />
da questo evento di conversione.<br />
Il discorso sulla fede pone a tutti, credenti<br />
e non credenti, due domande:<br />
1) che significato assegno alla parola<br />
FEDE;<br />
2) come vivere la fede oggi.<br />
La risposta alla prima domanda su che<br />
cosa significa fede coinvolge ogni persona<br />
in relazione alla religione professata,<br />
ai valori che regolano il suo stile di vita.<br />
La fede cristiana esprime il suo significato<br />
nel dono d’amore che il Signore ha<br />
fatto a tutti morendo sulla Croce per donarci<br />
il Paradiso della Resurrezione.<br />
Un dono d’amore concretizzato nel comandamento<br />
“Ama il prossimo tuo come<br />
te stesso”. Un comandamento che cala<br />
la fede in tutto quello che facciamo in<br />
ogni giornata: nelle relazioni con gli altri<br />
impostate sull'amore che è attenzione,<br />
rispetto, condivisione, offerta, dolore,<br />
conforto, buio, luce. Momenti difficili<br />
in cui sul buio degli avvenimenti terreni<br />
che addolorano, dividono, allontanano<br />
si erge la luce dell’AMORE del Signore<br />
che noi dobbiamo vivere donando amore<br />
a tutte le persone che incontriamo sul<br />
cammino della nostra vita A noi poveri<br />
mortali, coi nostri dubbi, le nostre paure,<br />
la nostre mancanze è solo chiesto di accettare<br />
il dono dell'AMORE attraverso un<br />
gesto di fiducia per cui anche fra le lacrime,<br />
anche nella confusione della mente<br />
e del cuore riusciamo a dire “Signore mi<br />
fido di Te”. Nel significato della fede cri-<br />
Anno della fede<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
il nostro prossimo c'è già, la risposta alla<br />
seconda domanda. La fede quel dono<br />
che Gesù offre a tutti quelli che sanno<br />
amare e perdonare e, nell’incertezza che<br />
ci riuscisse difficile capire chi è il nostro<br />
prossimo, ci ha raccontato la parabola<br />
del Buon Samaritano.<br />
Nel nostro prossimo vivono le persone<br />
della nostra famiglia dove le relazioni<br />
diventano difficili e causa di sofferenza<br />
quando manca l'amore, restano gli amici<br />
coi quali confrontarci e volerci bene<br />
pur nella diversità di idee e di comportamenti,<br />
restano le persone della nostra<br />
comunità impegnate nel dare e ricevere<br />
testimonianze d’amore non sempre facili<br />
quando nel confronto e nei giudizi manca<br />
il rispetto, l’accettazione, il perdono.<br />
Un cammino possibile se ci impegniamo<br />
a conoscere Gesù attraverso la lettura e<br />
la meditazione del Vangelo, se Lo sentiamo<br />
presente nelle persone che incontriamo:<br />
quelle che amiamo e quelle che<br />
ci fanno soffrire, se riusciamo a dirGli in<br />
ogni circostanza “mi fido di Te”.<br />
Un cammino possibile soprattutto se<br />
riscopriamo l’eredità dei valori cristiani<br />
che ci hanno lasciato i santi della montagna<br />
che abbiamo in Cielo: si aiutavano<br />
nelle difficoltà, accoglievano “u pvr om”<br />
come fosse uno di casa, conoscevano la<br />
fatica di lunghe giornate di lavoro eppure<br />
non mancavano mai alle funzioni<br />
religiose, recitavano il rosario in famiglia<br />
con Ave Maria storpiate nella lingua<br />
latina, ma indirizzate alla Madonna col<br />
cuore, con la certezza che sopra le difficoltà<br />
della terra c’era la Provvidenza del<br />
Cielo... possedevano il dono della Fede.<br />
E noi cosa facciamo per rafforzare la nostra<br />
fede e per testimoniarla nella vita di<br />
Bruna ed Enrico: due colonne<br />
Martina mostra orgogliosa<br />
46 47<br />
per la nostra comunità.<br />
un bel esemplare di porcino.<br />
stiana, che invita a vivere l'amore verso ogni giorno? Dina
ontagna<br />
Nostra<br />
"La montagna continua a farsi onore"<br />
Dalla tendopoli di Finale Emilia dovve hanno prestato una settimana di servizio di<br />
volontari protezione civile di Piacenza del quale fanno parte.<br />
Giulia e Beppe salutano gli amici.<br />
Federico Malchiodi, nato il 23 maggio<br />
1981, in compagnia di una sedia a<br />
rotelle dalla nascita, considera la vita<br />
piena di grandi gioie: aiuto catechista<br />
si dedica agli altri e questo gli riempie<br />
il cuore di gioia.<br />
Attraverso Montagna Nostra manda<br />
un augurio di Buon Natale accompagnato<br />
da un messaggio... di speranza.<br />
“Lasciatevi guidare per essere trasportati<br />
in un mondo nuovo”.<br />
Scrive poesie, con le quali ha deciso<br />
di volare con lo spirito e invita gli<br />
amici a leggere con attenzione e profondità<br />
i suoi componimenti.<br />
A lato ne pubblichiamo una delle tante.<br />
Un Augurio di Buon Natale<br />
da Federico Malchiodi<br />
Amare perchè l’uomo è Amore<br />
L’uomo è amore, quindi,<br />
proprio per questo,<br />
è chiamato ad amare<br />
gli uomini sulla terra<br />
con tutto l’Amore con il quale<br />
una coppia di sposi si ama,<br />
un Amore grande che riempie la vita.<br />
Amore vuol dire spendere la vita<br />
con gioia per i nostri simili.<br />
E’ per questo che siamo venuti alla vita.<br />
Si vive solo amando.<br />
Chi ama profuma la sua vita<br />
e riempie di pace<br />
e di gioia il mondo.<br />
Segui l’Amore che c’è in te.<br />
Auguri zia Rita<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Ci siamo riuniti in tanti, 32 fra nipoti e proponipoti, a Meleti per far sentire il<br />
nostro affetto e la nostra gratitudine alla zia Rita che il primo ottobre ha compiuto<br />
100 anni.<br />
Contati così, uno per uno e rapportati alla media dell'età della vita, cento anni<br />
sono tanti, vissuti invece vicino alla zia, che legge ancora senza occhiali e sa donare<br />
attenzione e affetto, i suoi cento anni sono ancora un inno alla vita.<br />
Solo la difficoltà di deambulazione denuncia le limitazioni degli anni, mentre il<br />
pensiero è fresco, allenato ad affrontare le difficoltà con lo spirito di una montanara<br />
nata a Grondone dove è stata alunna della Maestra Marinoni insieme a<br />
più di cento scolari che, in una stessa aula sopra una stalla, hanno imparato gli<br />
alfabeti della vita.<br />
La zia col titolo di studio di terza elementare, quando, con due bambini piccoli,<br />
ha perso il marito direttore di una banca popolare, si è assunta la responsabilità<br />
della direzione della banca ed ha raggiunto il diritto alla pensione col riconoscimento<br />
della medaglia d'oro. .<br />
L'incontro per festeggiare il suo compleanno è stato per tutti noi una bella festa<br />
di famiglia, l'occasione per sentirci uniti con l'orgoglio di una zia che ancora ha<br />
tanto amore da donarci.<br />
Grazie zia Rita, sei per tutti noi un punto importante di riferimento e, se qualche<br />
volta il peso degli anni vuol vincere sulla tua fede, sul tuo desiderio di continuare<br />
a donare comprensione ed affetto pensa a tutti noi, nipoti e pronipoti che ti<br />
vogliamo tanto bene e che abbiamo sempre tanto bisogno delle tue telefonate<br />
per sentirci uniti a portare avanti gli insegnamenti ricevuti da te e dalle nostre<br />
famiglie. Dina insieme a tutti i tuoi nipoti e pronipoti di origine grondanina<br />
48 49
ontagna<br />
Nostra<br />
La Fede, dono e testimonianza<br />
solaro<br />
Natale viene per ravvivare la nostra fede in quel Dio che tutto ha creato e si è fatto<br />
uno di noi e che da senso alla nostra intera vicenda umana. Accettarlo è anche<br />
certezza che comunque vadano le cose Dio è dalla nostra parte. Per questo durante<br />
quest’anno dedicato alla fede diciamo una giaculatoria<br />
Signore credo ma accresci la mia fede<br />
# quando il dubbio ci assale<br />
# quando siamo avviliti e delusi<br />
# quando vediamo i cattivi star bene e i buoni soffrire<br />
# quando crediamo al denaro e non a te, Signore<br />
# quando problemi, dolori e sofferenze bussano alla nostra vita<br />
# quando le cose non vanno secondo il nostro volere<br />
# quando la morte bussa alle nostre porte<br />
Signore accresci la mia fede.<br />
Vorrei fare mie le parole di Papa Giovanni XXIII, il Papa buono, che pronunciò col<br />
cuore la sera dell’11 ottobre 1962, il giorno di apertura del Concilio Ecumenico Vaticano<br />
II che molti di voi conoscono come il “discorso della luna e dei bambini”.<br />
“Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una sola, ma riassume tutte le voci del<br />
mondo. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera… Osservatela in alto, a<br />
guardare questo spettacolo… Se potessi chiedere ora a ciascuno: voi da che parte<br />
venite? I figli di Roma, che sono qui specialmente rappresentati, risponderebbero:<br />
ah, noi siamo i figli più vicini, e voi siete il nostro vescovo. Ebbene, figlioli di Roma,<br />
voi sentite veramente di rappresentare la ‘Roma caput mundi’, la capitale del mondo,<br />
così come per disegno della Provvidenza è stata chiamata ad essere attraverso i secoli.<br />
La mia persona conta niente: è un fratello che parla a voi, un fratello divenuto<br />
padre per volontà di Nostro Signore… Continuiamo dunque a volerci bene, a volerci<br />
bene così. Tornando a casa, troverete i bambini. Date loro una carezza e dite: “Questa<br />
è la carezza del Papa”. Troverete forse qualche lacrima da asciugare. Abbiate per<br />
chi soffre una parola di conforto. Sappiano gli afflitti che il Papa è con i suoi figli specie<br />
nelle ore della mestizia e dell’amarezza… E poi tutti insieme ci animiamo: cantando,<br />
sospirando, piangendo,<br />
ma sempre pieni<br />
di fiducia nel Cristo che<br />
ci aiuta e che ci ascolta,<br />
continuiamo a riprendere<br />
il nostro cammino.<br />
Brunilde ha presentato alla rassegna equina il proprio cavallo.<br />
Il Natale si sente nell’aria ed è sempre<br />
caratterizzato da un’atmosfera magica,<br />
particolare, forse perchè ci son le canzoncine<br />
tipiche, i colori e tanti sorrisi. A<br />
Natale, improvvisamente, tutti sembrano<br />
più buoni e felici e camminando per la<br />
città, entrando nei negozi, incontrando<br />
gli amici e i parenti si sente l’amore e la<br />
gioia, e anche se tutti sanno che questi<br />
sentimenti dovrebbero illuminare la<br />
vita delle persone ogni singolo giorno<br />
dell’anno in questa riccorrenza sonno<br />
accentuati. A Natale c’è l’usanza di<br />
scambiarsi i doni ma quale dono comprato<br />
pùo valere come far pace con una<br />
persona cara con cui ci si era allontanati,<br />
come coccolare una nonno o una perso-<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
speranza, l’amore, la fede, la pace, saper<br />
affrontare i sacrifici con il sorriso, l’affetto<br />
e le cure di mamma e papà e dei nonni,<br />
la felicità di vedere un bambino che<br />
ha ricevuto un dono da Babbo Natale. I<br />
regali più belli non si possono trovare<br />
sotto l’albero ma dentro i cuori e la cosa<br />
più bella è condividere tutto questo con<br />
le persone che amiamo e con cui condividiamo<br />
le nostre giornate quotidiane,<br />
i sabati sera, le domeniche pomeriggio,<br />
le vacanze, i problemi, che vediamo raramente<br />
ma cui con c’è un legame che<br />
non può essere facilmente spezzato.<br />
Non saranno glia auguri di Natale a far<br />
sapere agli altri quanto gli amiamo ma<br />
è sicuramente una buona occasione per<br />
na anziana; i doni veri sono l’amicizia, la ricordarglielo. Paola<br />
50 51
ontagna<br />
Nostra<br />
“La leggenda del vischio”<br />
C'era una volta, in un paese tra i monti, un<br />
vecchio mercante. L'uomo viveva solo, non si<br />
era mai sposato e non aveva piu' nessun amico.<br />
Per tutta la vita era stato avido e avaro, aveva<br />
sempre anteposto il guadagno all'amicizia e ai<br />
rapporti umani. L'andamento dei suoi affari era<br />
l'unica cosa che gli importava. Di notte dormiva<br />
pochissimo, spesso si alzava e andava a contare<br />
il denaro che teneva in casa, nascosto in una<br />
cassapanca. Per avere sempre piu' soldi, a volte<br />
si comportava in modo disonesto e approfittava<br />
dell’ ingenuità di alcune persone. Ma tanto a lui<br />
non importava, perché non andava mai oltre le<br />
apparenze. Non voleva conoscere quelli con cui<br />
faceva affari. Non gli interessavano le loro storie<br />
e i loro problemi. E per questo motivo nessuno gli<br />
voleva bene.Una notte di dicembre, ormai vicino<br />
a Natale, il vecchio mercante non riusciva a dormire<br />
e dopo aver fatto i conti dei guadagni, decise di uscire a fare una passeggiata.<br />
Cominciò a sentire delle voci e delle risate, urla gioiose di bambini e canti.<br />
Pensò che di notte era strano sentire tanto chiasso in paese. Si incuriosì perché non<br />
aveva ancora incontrato nessuno, nonostante voci e rumori sembrassero molto vicini.<br />
A un certo punto cominciò a sentire qualcuno che pronunciava il suo nome, chiedeva<br />
aiuto e lo chiamava fratello. L'uomo non aveva fratelli o sorelle e si stupì. Per tutta la<br />
notte, ascoltò le voci che raccontavano storie tristi e allegre, vicende familiari e d'amore.<br />
Venne a sapere che alcuni vicini erano<br />
molto poveri e che sfamavano a fatica i figli;<br />
che altre persone soffrivano di solitudine<br />
oppure che non avevano mai dimenticato<br />
un amore di gioventù. Pentito per non aver<br />
mai capito che cosa si nascondeva dietro<br />
alle persone che vedeva tutti i giorni, l'uomo<br />
cominciò a piangere. Pianse così tanto<br />
che le sue lacrime si sparsero sul cespuglio<br />
al quale si era appoggiato. E le lacrime non<br />
sparirono al mattino, ma continuarono a<br />
splendere come perle. Era nato il vischio.<br />
LA PARTITA DI PALLONE (a Giulia) di Franco Leoni<br />
Ho veduto ieri in un prato Ed al centro bombardiere<br />
Uno scontro in campionato Un bel merlo d’ali nere.<br />
Si giocava con passione L’altra squadra che giocava<br />
La partita col pallone; Avea un bruco con la bava<br />
Fronteggiavasi un sestetto Nella porta da sbarrare<br />
Di una squadra di calcetto E si dava un gran daffare.<br />
Contro un’altra formazione E due rospi per terzini<br />
Che parea di quelle buone; Con i piedi sopraffini;<br />
Ma non eran calciatori Poi più avanti non ci credi<br />
Propriamente i giocatori C’era un lungo millepiedi<br />
Or vi spiego, pazientate, Il terzetto di attaccanti<br />
Chi tirava le pedate. Avea nomi strabilianti<br />
Da una parte un pipistrello C’era un ghiro sonnacchioso<br />
Stava in porta bello bello; Ed un tasso un po’ peloso<br />
Per terzini due ranocchi Della squadra sulla vetta<br />
Che non erano dei brocchi; Si piazzava una civetta;<br />
Centrocampo c’era un ghiro Arbitrava in serietà<br />
Che dicean forte ha il tiro Una talpa di città.<br />
A sinistra dell’attacco Con un trillo di fischietto<br />
C’era un cane, penso un bracco, Iniziavano di getto;<br />
Sulla destra che tirava Ma dormiva presto il ghiro<br />
Lo scoiattolo ci stava Senza avere fatto un tiro,<br />
La civetta si specchiava<br />
Nello specchio si mirava<br />
Ed il tasso nella massa<br />
Correa dietro alla sua tassa.<br />
Millepiedi ognor cercava<br />
Con che piede si tirava<br />
E i due rospi difensori<br />
Ne facean d’ogni colori<br />
Stava attento dietro il bruco<br />
A tappare qualche buco<br />
Ma il pallone se s’alzava<br />
Mai una volta che saltava.<br />
Gli avversari come un lampo<br />
Su correvano pel campo;<br />
Merlo andava in alto e basso<br />
Sol faceva un gran fracasso;<br />
Lo scoiattolo in zampine<br />
Avea noci sopraffine<br />
Ed il bracco cacciatore<br />
Della preda seguì odore<br />
I ranocchi con gran salti<br />
Fronteggiavano gli assalti<br />
Ilaria complimenti...Bravissima<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Pipistrello ali distese<br />
Forti forti avea le prese;<br />
Direttor della partita<br />
Se ne stava li impettita<br />
Sora talpa senza occhiali<br />
Con fischiate micidiali.<br />
Dagli spalti forti cori<br />
Sospingevan giocatori<br />
Gli animali più svariati<br />
Tutti s’eran radunati;<br />
Poi sospinti dall’amore<br />
Per la squadra del lor cuore<br />
Tutti in campo son balzati<br />
A giocar come dannati.<br />
Nella grande confusione<br />
Che seguiva all’invasione<br />
Fischiò fin della partita<br />
Quella talpa un po’ intontita<br />
Che capito non aveva<br />
Perché poco ci vedeva;<br />
E così bel campionato<br />
Era morto prima che nato.<br />
Giuspino arriva nel capoluogo con la sua<br />
Ilaria Patelli si è laureta presso l'Università degli Studi di Parma, facoltà Far-<br />
mitica Bianchina, un piccolo gioiello da<br />
macia, con la tesi è "Farmaci classici ed innovativi per il trattamento della scle-<br />
collezionista.<br />
rosi multipla"- Ilaria con Mamma Natalina e Papà Marco.<br />
52 53
ontagna<br />
Nostra<br />
ciregna - Metteglia<br />
Natale<br />
Natale. Guardo il presepe scolpito,<br />
dove sono i pastori appena giunti<br />
alla povera stalla dei Betlemme.<br />
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti<br />
salutano il potente Re del mondo.<br />
Pace nella finzione e nel silenzio<br />
nelle figure di legno: ecco i vecchi<br />
del villaggio e la stella che risplende<br />
e l'asinello di colore azzurro.<br />
Pace nel cuore di Cristo in eterno;<br />
ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.<br />
Anche con Cristo e sono venti secoli<br />
il fratello si scaglia sul fratello.<br />
Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino<br />
che morirà poi in croce fra due ladri?<br />
Salvatore Quasimodo<br />
A Ciregna la festa di San Michele<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Una bella domenica di sole ha incorniciato a Ciregna la festa di san Michele arcangelo,<br />
cui è dedicata la chiesetta del paese. Si è trattato di un bel momento<br />
di incontro e di saluto, perché di fatto il giorno di San Michele, insieme a quello<br />
di Ognissanti, costituisce anche l’ultima occasione per salutarsi prima dell’inverno,<br />
quando pressochè l’intero paese sarà sciamato a valle.<br />
Tanti auguri a Caterina Rossi che<br />
lo scorso 16 Aprile ha festeggiato 87<br />
anni insieme alla sua famiglia!!!!<br />
Un’immagine della bravissima Tersilia Viani,<br />
autrice del volumetto ‘Tersilia, un pennino<br />
intinto nel cuore”, durante la presentazione<br />
all’interno della festa di San Rocco,<br />
nell’agosto scorso. Per chi ne volesse, sono<br />
disponibili presso i familiari ancora alcune<br />
copie dell’affascinante testo, che raccoglie<br />
lettere e riflessioni dell’autrice. La con-<br />
Ecco la targa che gli Scout dell’Agesci<br />
testuale raccolta di offerte (410 €) è stata<br />
piacentina hanno voluto donare al pa-<br />
devoluta, in accordo con i familiari, alla<br />
ese in segno di gratitudine per l’ospi-<br />
missione del PIME (Pontif. Istit. Missioni<br />
talità ricevuta durante l’estate scorsa in<br />
Estere) in Bangladesh.<br />
occasione del grande campo di zona a<br />
Castelvetto. È stata collocata in chiesa,<br />
54<br />
su un altare laterale.<br />
55
ontagna<br />
Nostra<br />
A Castelvetto la castagnata di Ognissanti<br />
Ispirandosi ad un’antica tradizione locale,<br />
a Castelvetto ci si trova alla sera<br />
di Ognissanti per una simpatica castagnata<br />
nella tavernetta della Lena e del<br />
Gino, a cui va il ringraziamento di tutta<br />
la parrocchia per la loro ospitalità e<br />
gentilezza. Anche qui è l’occasione per<br />
salutarsi, perché entro breve tutti saremo<br />
lontani dal paese, e quest’anno, senza<br />
il nostro Primo, l’intera parrocchia sarà<br />
pressochè totalmente sguarnita.<br />
Adele Perini ved. Spiaggi<br />
Si è spenta a Piacenza,<br />
dove viveva ormai da<br />
tanti anni, la carissima<br />
Adele Perini ved. Spiaggi.<br />
Era l’ultima sorella<br />
rimasta di Domenico,<br />
lo storico oste di Castelvetto,<br />
e senza dubbio<br />
era anche la nonna di<br />
tutti i nostri paesi, essendo<br />
nata nel 1910.<br />
Nella sua lunga esistenza<br />
ha condiviso tutte<br />
le fatiche della gente<br />
dei monti della sua generazione.<br />
Così fu contadina,<br />
mondina e conobbe anche<br />
la via dell’emigrazione<br />
quando scese in città, dove<br />
poi incontrò il marito e stabilì<br />
la famiglia. Colpiva per<br />
l’energia che sapeva mettere<br />
in ogni cosa, per la sua<br />
profonda religiosità e per la<br />
grande umanità e attenzione<br />
che aveva sempre per tutti.<br />
centenaro<br />
Anno della Fede<br />
Fede e testimonianza di vita<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Riscoprire il dono della fede, nelle opere di carità, perché dice l’apostolo San Giacomo<br />
in una sua lettera ad una comunità, che potrebbe essere una delle nostre,<br />
che<br />
La Fede senza le opere è morta<br />
Sentite cosa scrive:<br />
La fede e i fatti<br />
Fratelli, a che serve se uno dice: “Io ho la fede!” e poi non lo dimostra con i fatti?<br />
Forse che quella fede può salvarlo? Supponiamo che qualcuno dei vostri, un uomo<br />
o una donna, non abbia vestiti e non abbia da mangiare a sufficienza. Se voi gli dite:<br />
“Arrivederci, stammi bene, scaldati e mangia quanto vuoi”, ma poi non gli date quel<br />
che gli serve per vivere, a che valgono le vostre parole? Così è anche per la Fede: da<br />
sola, se non si manifesta nei fati, è morta.<br />
Qualcuno potrebbe anche dire: C’è chi ha la fede e c’è invece chi compie le opere.<br />
Ma allora mostrami come può esistere la tua fede senza le opere! Ebbene, io ti posso<br />
mostrare la mia fede per mezzo delle mie opere, cioè con i fatti! Ad esempio: tu credi<br />
che esiste un solo Dio? E’ giusto. Ma anche i demòni ci credono, eppure tremano di<br />
paura. Sciocco, vuoi dunque capire che la fede non serve a niente se non è accompagnata<br />
dai fatti? Abbiamo il nostro antico padre, perché mai fu riconosciuto giusto<br />
da parte di Dio? Per le sue opere, cioè per aver offerto sull’altare dei sacrifici il figlio<br />
Isacco. Vedi dunque che in quel caso la fede e le opere agivano assieme, e che la sua<br />
fede è diventata perfetta proprio per mezzo delle opere! Così si è realizzato quel che<br />
dice la Bibbia: Abramo credette in Dio, e per questo Dio lo considerò giusto. Anzi,<br />
egli fu chiamato amico di Dio.<br />
Potete così vedere che Dio considera giusto un uomo in base alle opere e non soltanto<br />
in base alla fede. Lo stesso<br />
avvenne nel caso di Raab,<br />
la prostituta. Dio la considerò<br />
giusta per le sue opere, cioè<br />
per il fatto che aveva ospitato<br />
gli esploratori degli Ebrei e li<br />
aveva aiutati ad andarsene per<br />
un’altra via. Insomma, come il<br />
corpo senza il soffio della vita<br />
è morto, così la fede. Senza le<br />
opere è morta.<br />
56 57
ontagna<br />
Nostra<br />
I bambini per la festa di San Lorenzo.<br />
Più che le parole<br />
Valgono i buoni esempi<br />
Lo fa capire un episodio della vita di San Francesco. Un giorno, uscendo dal convento,<br />
incontrò frate Ginepro. Era un frate semplice e buono e San Francesco gli<br />
voleva molto bene. Incontrandolo, Francesco gli disse: “Frate Ginepro, vieni, andiamo<br />
a predicare”.<br />
“Padre mio, rispose – sai che ho poca istruzione. Come potrei palare alla gente?”.<br />
Ma poiché San Francesco insisteva, frate Ginepro acconsentì. Girarono per tutta la<br />
città, pregando in silenzio per tutti coloro che lavoravano nelle botteghe e negli orti,<br />
Sorrisero ai bambini, specialmente a quelli più poveri. Scambiarono qualche parola<br />
con i più anziani. Accarezzarono i malati. Aiutarono una donna a portare un pesante<br />
recipiente pieno d’acqua.<br />
Dopo aver attraversato più volte tutta la città, San Francesco disse: “Frate Ginepro, è<br />
ora di tornare al convento”. “E la nostra predica?”. “L’abbiamo fatta…. L’abbiamo fatta”,<br />
ripose sorridendo il santo.<br />
A tutti voi amici vicini e lontani delle nostre montagne, che aspettate con ansia l’arrivo<br />
del bollettino con le notizie liete e tristi auguri di buone feste e un felice 2013.<br />
Ricordiamoli<br />
Campominosi Domenico<br />
Il 15 settembre <strong>2012</strong> si è spento il caro<br />
Domenico. Era nato a Centenaro il 28<br />
ottobre 1940.<br />
“Te ne sei andato in punta di piedi,<br />
come se non volessi disturbare nessuno”.<br />
Vogliamo pensarti mentre cammini<br />
libero per le strade di un mondo in cui<br />
“Gli ultimi saranno i primi”.<br />
I tuoi cari<br />
Sordi Angela ved. Bocciarelli<br />
Testamento<br />
Se mai io scomparissi<br />
presa da morte snella,<br />
costruite per me<br />
il più completo canto della pace.<br />
(A.Mereni)<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
A nostra madre che abbiamo molto amato<br />
il nostro Grazie<br />
Le figlie Mariuccia e Luigina<br />
Nella foto sopra Angela assieme al<br />
cugino Gianni partecipa alla Messa<br />
a Codegazzi la scorsa estate. A fianco<br />
la stessa riceve la Comunione dal celebrante<br />
padre Aldo Montanari.<br />
Don Giuseppe<br />
58 59
ontagna<br />
Nostra<br />
Campominosi Giovanni<br />
25.09.1938 – 15.10.<strong>2012</strong><br />
Giovanni nasce a Centenaro il 25 settembre<br />
1938. La numerosa famiglia (genitori e 6 figli)<br />
vive nella frazione dove Giovanni frequenta<br />
le scuole dell’obbligo. La maestra Fontana<br />
e Gianfranco Scognamiglio rappresentano la<br />
guida culturale per la comunità e trasmettono<br />
a Giovanni la necessaria formazione per<br />
affrontare con successo il futuro. Ma la grande<br />
preparazione alle difficoltà della vita Giovanni<br />
la riceve in famiglia, dove gli insegnamenti<br />
dei genitori (Andrea, Driinen da Lèina<br />
e Giuseppina di Balutèn) costituiscono un<br />
sicuro binario per affrontare il mondo. Da<br />
giovane segue infatti il papà nelle campagne<br />
stagionali di semenzai in Lombardia. Ma la<br />
vocazione innata della famiglia e l’estro imprenditoriale<br />
favoriscono una scelta commerciale di alto livello: in pochi anni, i<br />
fratelli Campominosi (Luigi, Giovanni e Carlo) avviano oreficerie a Parabiago e a<br />
Rho diventando punti di riferimento del settore. Unitosi in matrimonio con Cecilia<br />
Beretta nel marzo 1965, pochi anni dopo si trasferisce a Piacenza aprendo un<br />
proprio negozio nella centrale Via Legnano. La famiglia si arricchisce di Mariella<br />
e dei gemelli Elena e Danilo e per Giovanni ormai la vita è tutta piacentina. Nel<br />
tempo trasloca in via XX Settembre, dove la preziosa attività è continuata dalla<br />
famiglia. Non dimentica<br />
però la sua terra di origine<br />
e a Guerra ritorna con<br />
tanto affetto interessandosi<br />
continuamente delle<br />
problematiche della “sua<br />
terra”.<br />
La sua preziosa dedizione<br />
alla famiglia è stata ricambiata<br />
nella fase finale<br />
della sua malattia, dove<br />
la moglie, i figli e tutta la<br />
famiglia lo hanno amorevolvente<br />
assistito.<br />
Riposa nel cimitero della<br />
città.<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Baietta Clementina in Sordi<br />
07.12.1934 – 22.06.<strong>2012</strong><br />
Clementina (Tina) era nata a Milano nel 1934.<br />
Dopo le scuole dell’obbligo con la sorella gemella<br />
Franca aiutava i genitori nella gestione<br />
del negozio di frutta e verdura situato di fronte<br />
allo stabilimento farmaceutico “Carlo Erba”.<br />
Alla fine degli anni ‘50 incontrò l’uomo che sarebbe<br />
diventato poi suo marito, Giuseppe Sordi<br />
(Sechin) di Vaio della famiglia “di Muratè”.<br />
Nel frattempo Giuseppe aprì un negozio di oreficeria<br />
e Tina andò a collaborare in tale esercizio.<br />
Nel 1961 la famiglia fu allietata dalla nascita<br />
di Cristina e nel 1964 dall’arrivo di Luca.<br />
L’impegno di Tina si divideva fra la mansione di<br />
mamma, il lavoro in oreficeria non dimenticando<br />
Centenaro dove trascorreva con i bambini il<br />
periodo estivo.<br />
Donna buona, sensibile e disponibile che amava parlare nel “suo” dialetto milanese<br />
ricco di battute e risate.<br />
L’ultimo anno della sua malattia non ha mai fatto pesare il suo stato fisico ed<br />
aveva sempre un sorriso per tutti.<br />
Le tante persone che hanno partecipato al suo funerale sono la dimostrazione<br />
del ricordo che Tina ha lasciato in tutti noi.<br />
La fontana di<br />
Villa in un contesto<br />
recentemente<br />
restaurato, abbellito<br />
e impreziosito<br />
dalla statua della<br />
Madonna.<br />
60 61
ontagna<br />
Nostra<br />
C’è un tempo per ogni cosa<br />
rocca<br />
L<br />
’estate che quest’anno con un sole meraviglioso ci ha fatto ricordare le vecchie<br />
estati, quando si notava il cambiamento delle stagioni, ha permesso nonostante la<br />
crisi economica, l’arrivo di villeggianti ed emigrati.<br />
I contadini hanno potuto raccogliere il fieno in pochi giorni e ben secco. Le varie sagre<br />
paesane sono state ben partecipate. Poi finalmente, è arrivata l’acqua tanto attesa,<br />
in particolare dai fungaioli, che come cani segugi hanno potuto tuffarsi nei boschi<br />
e riempire cesti di funghi. I cacciatori, un poco disturbati da quanti ad ogni costo si<br />
fanno paladini della difesa di animali, fino al punto che qualche volta l’animale vale<br />
più della persona umana, hanno potuto riprendere la caccia e divertirsi.<br />
Ora è arrivato l’inverno, dove molte nostre case sono vuote, le piante hanno lasciato<br />
cadere le foglie e nei paesi c’è silenzio perché i pochi rimasti, e per lo più anziani, si<br />
sono rinchiusi accanto alla stufa e così mi viene in mente quello che diceva mia nonna:<br />
“c’è un tempo per ogni cosa”. Ora abbiamo più tempo per stare in casa e già le<br />
notti sono lunghe. “Ogni sera il rosario” perché è arrivato anche il tempo per pregare<br />
di più – dialogare di più. Don Giuseppe<br />
Tanti auguri a Magali Verney<br />
e Julien Bocciarelli, unitisi in<br />
matrimonio nella nostra chiesa di<br />
Rocca sabato 11 agosto <strong>2012</strong>.<br />
Un Grazie a padre Amerio Ferrari e<br />
al coro di Ferriere.<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Toni Domenica ved. Bracchi<br />
n. 15.09.1917 - m. 26.06.<strong>2012</strong><br />
Domenica è nata a Ferriere (Toni) nel 1917.<br />
Figlia di Luigi e CERRI Giovanna, seconda di 4 sorelle<br />
ed 1 fratello. Ha vissuto 6 anni in Italia,in seguito suo<br />
padre ha chiamato tutta la famiglia in Francia, a Dreslincourt<br />
(100 Km al nord di Parigi). Adulta ha lavorato<br />
come sarta. Durante la seconda guerra mondiale<br />
si trovava a Parigi. Alla fine della guerra si è sposata<br />
con BRACCHI Carlo e dalla loro unione è nata una figlia<br />
(Lucia). Hanno vissuto più di 60 anni a Montreuil-<br />
Sous-Bois,e fino al 2000 sono tornati ogni anno a Toni e<br />
San Gregorio. Aveva un profondo attaccamento alle sue<br />
radici Italiane. Domenica ha sempre vissuto per la sua famiglia ed è sempre stata<br />
sensibile alle persone che soffrivano; l’amore di Dio era per lei la luce attraverso la<br />
quale si alleviano i dolori della vita. Era un esempio di vita per la sua gentilezza,<br />
dolcezza, generosità, coraggio, abnegazione e amore della vita.<br />
Questo amore del la vita, Domenica l’ha sempre dimostrato con il suo bisogno di<br />
cantare fino ai suoi ultimi giorni in questo mondo. Per noi ed i suoi nipotini,era<br />
sicuramente un angelo caduto dal cielo. E’ morta il 26 giugno <strong>2012</strong> a Parigi, all’età<br />
di 94 anni. Sylvie, Catarina, Alessandro, Lino, Luca, Christian<br />
Malvezzi Louisette<br />
n.22.03.1943 – m. 29.06.<strong>2012</strong><br />
Facciamo un ricordo nella sua lingua francese, per ricordare<br />
e onorare la memoria della cara Louisette.<br />
Aprés avoir courage usement pendant près de 4 ans<br />
contre la maladie, Louisette s’en est allée. Elle avait<br />
69 ans. Le 5 juillet dernier, dans l’église St. Saturnin<br />
de Nogent sur Marne, rassemblés autour de sa famille<br />
accablée par la chagrin, nombreux étaient les amis et<br />
relation venus lui render un dernier homage<br />
Taravella Severino (Riccardo) di anni 87<br />
Partito nel 1955 e sposato a Rocca nel 1960 con Taravella Domenica. La nuova<br />
famiglia si stabilisce in Francia dove lui lavora come muratore e lei in un’officina<br />
di tubi di plastica per macchine.<br />
Ebbero due figli: Cecilia e Roberto. Ma come dice il proverbio: “ogni uccello vuol<br />
ritornare nella sua valle…”, così ogni anno non mancavano nella loro terra natia.<br />
E’ deceduto il 19 ottobre 2011. La moglie e i figli lo ricordano con tanto affetto.<br />
62 63
ontagna<br />
Nostra<br />
brugneto-curletti<br />
castelcanaFurone<br />
Auguri di ogni serenità, di tanta speranza e<br />
di buon Natale e buon Anno a tutti!<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Che freddo quella notte! Le stelle bucavano il cie-<br />
animali, un bove e un asino. L'asino vi era giunto coi genitori del Bambino. Sul basto sedeva<br />
il padre, pensieroso. Presso la mangiatoia, si trovava inginocchiata la madre, in adorazione<br />
del suo nato. Guardai quel Bambino e il mio cuore s'intenerì. Sono un povero pastore, ma<br />
ogni volta che vedo un agnellino mi commuovo. E quel Bambino mi parve il più tenero, il più<br />
innocente degli agnelli.<br />
Non so dire altro. Posso solo aggiungere che non ho più provato in vita mia una dolcezza similo<br />
come punte di diamante. Il gelo induriva la<br />
le a quella provata dinanzi a quel Bambino. Anche ora che ci ripenso, mi torna la tenerezza<br />
terra. Sulla collina di Betlem tutte le luci erano<br />
per quell'Agnello innocente e gentile. Sono un povero pastore. Perdonatemi se lo chiamo così. è<br />
spente, ma nella vallata ardevano, rossi, i nostri<br />
per me il nome più dolce e più caro.<br />
fuochi. Le pecore, ammassate dentro gli staz-<br />
(Piero Bargellini, Il Pastore)<br />
zi, si addossavano le une sulle altre, col muso<br />
nascosto nei velli. Noi di guardia invidiavamo<br />
Brugneto: le campane necessitano manutenzione<br />
le bestie che potevano difendersi così bene dal<br />
Una nuova e importante manutenzione si profila all’orizzonte della nostra chiesa<br />
freddo. Si stava attorno ai fuochi che ci coce-<br />
parrocchiale. Si tratta delle campane. Nell’ultimo sopralluogo fatto da Giambattista, il<br />
vano da una parte, mentre dall'altra si gelava.<br />
tecnico della ditta Trebino che ogni anno revisiona tutti i meccanismi montati sul no-<br />
Sulla mezzanotte il fuoco cominciò a crepitare<br />
stro campanile, è emerso che uno dei perni della terza campana è rotto e va sostituito,<br />
come se qualcuno vi avesse gettato un fascio di<br />
anche se al momento sembra reggere ancora. Inoltre tutte e cinque le campane - la<br />
pruni secchi. Nello stazzo, le pecore si misero a<br />
cui età ormai passa il secolo - evidenziano preoccupanti segni di usura nei punti dove<br />
tramenare. Alzavano i musi in aria, e belava-<br />
il battacchio le colpisce quando suonano a distesa. Il rischio è che possano iniziare a<br />
no. - Sentono il lupo, - pensai. Cercai a tasto il<br />
rompersi. Una prima soluzione, poi scartata, è stata quella di ruotare ogni campana<br />
bastone e mi alzai. I cani giravano su se stessi e<br />
su sé stessa di 90°; in questo caso però bisognerebbe ruotare anche i battacchi, cosa<br />
uggiolavano. - Hanno paura anche loro, - pen-<br />
troppo complessa. La via migliore sembra<br />
sai. Intanto anche i compagni si erano levati<br />
essere invece quella di sostituire tutti e 5<br />
da terra. Facemmo gruppo scrutando la cam-<br />
i battacchi con pezzi identici ma di metalpagna.<br />
Non era più freddo. Il cuore, invece di<br />
lo molto più dolce, in modo che a consu-<br />
battere per la paura, sussultava quasi di gioia.<br />
marsi siano questi ultimi e non il bronzo<br />
Era d'inverno, e ci sentivamo allegri come se fos-<br />
delle campane. Invece, quanto al problema<br />
se stata primavera. Era di notte, e si vedeva luce<br />
del perno rotto, oltre alla sua sostituzione è<br />
come di giorno.<br />
molto consigliabile sistemare sotto ad ogni<br />
Sembrava che l'aria fosse diventata polvere lu-<br />
campana appositi ‘paracadute’, sui quali il<br />
minosa. E in quella polvere, a un tratto, prese figura una creatura così bella che ne provammo<br />
bronzo si appoggerebbe nel caso si spez-<br />
sgomento. - Non temete, - disse l'apparizione. - Io vi annunzio una grande gioia destinata a<br />
zasse un perno, evitando una rovinosa ca-<br />
tutto il popolo. Oggi vi è nato un Salvatore, nella città di David. E questo sia per voi il segnale:<br />
duta giù dalla torre. Nel complesso il pre-<br />
troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia. Non aveva finito di parventivo<br />
assomma a quasi 4.780 € + IVA, che<br />
lare, che da ogni parte del cielo apparvero Angeli luminosi, e cantavano: - Gloria a Dio nel più<br />
dovremo riuscire a reperire. La parrocchia<br />
alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà.<br />
infatti non è ancora riuscita a pareggiare i<br />
Poi tornò la notte, e noi restammo come ciechi nella valle piena di oscurità. I fuochi si erano<br />
conti dei lavori di messa in sicurezza della<br />
spenti. Le pecore tacevano. I cani s'erano acciambellati per terra. - Abbiamo sognato! - pen-<br />
chiesa (24.200 €) e le spese (3.744 €) per la<br />
sammo. Ma eravamo in troppi a fare lo stesso sogno. Lì vicino, sulla costa della collina, erano<br />
richiesta del contributo dei 500.000 €, pro-<br />
scavate alcune grotte, che servivano da stalla. Avevano la mangiatoia formata di terra dura.<br />
messo dal sindaco ma mai erogato. A tali<br />
64<br />
Se il Salvatore si trovava in una mangiatoia, voleva dire che era nato in una di quelle povere<br />
grotte. Infatti trovammo, come ci aveva detto l'Angelo, un Bambino fasciato, in mezzo a due<br />
cifre mancano ancora 10.650 €.<br />
65
ontagna<br />
Nostra<br />
A Curletti la festa di Santa Giustina<br />
A<br />
fine settembre, come ogni anno, a Curletti si è celebrata la festa di Santa Giustina,<br />
patrona della parrocchia. Pur con il tempo brutto è comunque stato possibile<br />
non soltanto celebrare alla domenica mattina, ma anche festeggiare al sabato sera<br />
presso la ex scuola elementare del paese, che si sta rivelando un ottimo punto di<br />
incontro e di animazione del paese. Grazie alla partecipazione di una compagnia di<br />
amici di Metteglia e Ciregna la serata è stata rallegrata dal canto a coro e dalla musica<br />
di piffero e fisarmonica, secondo la tradizione culturale locale.<br />
CASTELCANAFURONE IN FESTA !<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
La tradizionale sagra dell’Assunta<br />
lascia in ciascuno di<br />
noi un dolce ricordo.<br />
Le SS. Messe celebrate dai nostri<br />
carissimi don Giovanni Castignoli<br />
e don Ezio Molinari:<br />
in mattinata la funzione con la<br />
Processione della nostra bella<br />
antica statua di Maria tra le<br />
case di Lovetti, al pomeriggio<br />
alla chiesetta del Gratra con la<br />
Processione, sul prato intorno alla chiesetta e le ore trascorse all’ombra della pineta,<br />
con giochi per grandi e piccini, la merenda per tutti, la pesca di beneficienza, con<br />
premi per tutti i gusti, e la serata danzante in piazza al suono della fisarmonica, hanno<br />
coinvolto tutti, e sono stati una bella occasione per ritrovarsi in amicizia e gustare<br />
il modo semplice, ma autentico, di stare insieme.<br />
Un “grazie” di cuore a tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione di tutti i<br />
momenti vissuti in serenità e a tutti quelli che hanno partecipato. Arrivederci alla<br />
prossima estate!<br />
Evviva le Coscritte !<br />
La famiglia di Patri-<br />
Lucia Bongiorni e Gabriella Cassola,<br />
entrambe nate a Milano, ma con Castello<br />
nel cuore, si ritrovano ogni estate per qualche<br />
giorno di vacanza e trascorrere in amicizia<br />
bei momenti: durante la scorsa estate<br />
hanno festeggiato il loro importante traguardo:<br />
50 anni !<br />
La mamma di Lucia, Elisa Cassola, figlia di<br />
Emma e Celeste, ricorda che alla festa dei<br />
suoi 20 anni, nel 1958, il gruppo dei Coscritti<br />
di Castello era formato dai Cassola:<br />
Elisa, Mariuccia (Fiurìna) e Lorenzo (Bargè)<br />
di Lovetti, Anna di Castignoli e Flora di<br />
Canafurone. Le ragazze indossavano un<br />
abito azzurro celeste, confezionato uguale<br />
zio e Anna arricchi-<br />
per tutte, avendo acquistato loro stesse la<br />
ta da due “giovani<br />
stoffa a Bobbio, e sfoggiato con orgoglio<br />
speranze” e da due<br />
durante la serata danzante in casa di Ro-<br />
stupendi esemplari<br />
dolfo (Dulfèin) e ballando al ritmo della<br />
66<br />
di cavalli.<br />
fisarmonica di Cristoforo di Solaro.<br />
67
ontagna<br />
Nostra<br />
A don Ezio per la morte del papà<br />
Molinari Walter<br />
n.17.09.1926<br />
m.07.10.<strong>2012</strong><br />
“Facendo nostre le riflessioni di don Giuseppe<br />
Formaleoni che al funerale di tuo<br />
papà ne ha messo in luce la preziosa<br />
competenza messa sempre a disposizione<br />
della comunità parrocchiale, ricordando<br />
il bene che gli avete voluto, vorremmo<br />
sostenere in te, don Ezio, e nei tuoi familiari<br />
quella visione di fede che da un<br />
lato ci fa convinti che del bene compiuto<br />
in vita nulla va perduto e dall’altro che<br />
il legame di affetto e di riconoscenza che<br />
abbiamo per i nostri genitori non si spegne<br />
di certo dentro una tomba.”<br />
I tuoi fratelli preti dell’Alta Val Nure con<br />
tutta la comunità.<br />
"Grazie alla disponibilità<br />
di Enrico e Maria Rosa e<br />
al lavoro meticoloso di<br />
Giulio e Gianni quest'anno<br />
finalmente lo spartineve<br />
potrà passare"<br />
Pierino Ferrari<br />
Alla fine la malattia lo ha<br />
vinto, e ha portato via il<br />
nostro carissimo Pierino<br />
Ferrari. Era nato a Noce<br />
di Brugneto, dove ritornava<br />
spessissimo presso i<br />
familiari che in quest’ultimo<br />
periodo lo hanno curato<br />
con ogni attenzione,<br />
ma ha vissuto molti anni a<br />
Ferriere, dove aveva il suo<br />
apprezzato laboratorio di<br />
falegname; probabilmente<br />
tutti avremo in casa<br />
qualcosa del suo lavoro.<br />
Capace e preciso, sempre<br />
generoso e disponibile<br />
Ricordiamoli<br />
Carlo Scaglia<br />
Nelle ultime settimane abbiamo dovuto<br />
salutare anche il nostro carissimo<br />
Carlo Scaglia di<br />
Tornarezza, che abitava<br />
presso il vecchio<br />
caseificio.<br />
I molti acciacchi portati<br />
dall’età avanzata<br />
lo avevano costretto<br />
a rinunciare a tante<br />
attività che Carlo<br />
aveva sempre svolto<br />
con ingegno e con<br />
passione.<br />
Era infatti un bravissimo<br />
fabbro, un<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
davanti ad ogni richiesta,<br />
affabile e gentile<br />
con tutti, non è stato<br />
davvero difficile stimarlo<br />
e volergli bene<br />
per quella sua onestà<br />
e rettitudine che dimostrava<br />
in ogni cosa. La<br />
morte lo ha colto quasi<br />
contemporaneamente<br />
al cognato Ettore, il<br />
marito della sorella Teresa,<br />
e noi siamo particolarmente<br />
vicini ai familiari<br />
così duramente<br />
provati da questo doppio<br />
lutto.<br />
valente muratore, un capace idraulico,<br />
un elettricista, sapeva condurre i<br />
campi, e produceva grappe<br />
e liquori come forse<br />
nessun’altro. Generoso ed<br />
amante dell’amicizia e della<br />
compagnia, aveva un<br />
animo profondamente religioso.<br />
La parrocchia di Brugneto<br />
gli è particolarmente grata<br />
per il suo servizio di fabbriciere,<br />
importante proprio<br />
per la grande esperienza e<br />
l’equilibrio con cui giudicava<br />
ogni questione.<br />
68 69
ontagna<br />
Nostra<br />
La mancanza di spazio sullo scorso numero del<br />
bollettino, non mi ha permesso un ricordo personale<br />
dell’amico Pino Scaglia, deceduto durante<br />
l’estate. Sento così il desiderio di aggiungere<br />
“qualcosa” a quanto scritto in precedenza.<br />
Conservo fra i ricordi personali, la prima tessera<br />
politica “DC” che nell’anno 1973 l’allora<br />
segretario sezionale del Partito Pino Scaglia mi<br />
consegnò. E’ qualcosa che ci accomunava e ci<br />
esortava per un impegno pubblico per il conseguimento<br />
di un bene comune rappresentato dai<br />
bisogni della nostra gente e dalla disponibilità<br />
di un servizio sul piano amministrativo. Questa<br />
comunanza di ideali ci ha uniti per molti<br />
anni e sono sicuro che ci accomunerebbe ancora<br />
se Pino fosse in vita. Sento però l’obbligo<br />
di ringraziarlo per i tanti anni di impegno amministrativo, più volte assessore<br />
e consigliere, senza cambi di “facciata”, svolti sempre nell’interesse della “sua<br />
gente”. I difetti fanno parte della persona umana, i “peccati” li commettiamo<br />
tutti, però sono convinto che anche una carriola di ghiaia sia stato un mezzo per<br />
migliorare le condizioni di vita nei nostri paesi e Pino di camion di asfalto ne<br />
ha fatti stendere parecchi. Senza patente, senza macchina, con una istruzione<br />
scolastica del tempo in cui ha vissuto, ma con tanta scaltrezza e buona volontà,<br />
con un’innata predisposizione ai rapporti umani, ha saputo entrare in ambienti<br />
“difficili” e lavorare per il bene comune.<br />
Per questo, grazie Pino, che il Signore ti abbia accolto nel suo Regno dove poter<br />
continuare a lavorare per la tua terra e aiutare la tua gente. Paolo<br />
Lo scorso 2 settembre è salita in cielo Celestina<br />
Bertotti, nata a Curletti 91 anni fa, il 15 luglio<br />
1921. Viveva da molti anni nelle vicinanze di Carpaneto,<br />
ma ogni anno ritornava tra i suoi monti<br />
per rivedere il paese natio e per assistere all’immancabile<br />
Santa Messa di Ferragosto celebrata a<br />
Ferriere da Don Giuseppe. I suoi saggi consigli,<br />
frutto di una lunga esperienza di vita fatta di sacrifici,<br />
resteranno sempre nei pensieri di chi l’ha<br />
conosciuta. Di lei non potremo mai dimenticare il<br />
carattere deciso, la battuta pronta e il sorriso affettuoso<br />
con cui accoglieva sempre i suoi nipoti.<br />
Val lardana<br />
Salvato il Bercello!<br />
Finalmente una buona notizia: chi<br />
ama l’Alta Val Lardana, questo angolo<br />
di mondo incontaminato, deve essere<br />
grato alle 230 persone che hanno firmato<br />
le osservazioni al PIAE Variante 2011<br />
adottato con atto del Consiglio Provinciale<br />
di Piacenza n. 23 del 26/03/<strong>2012</strong>,<br />
per fermare la cava del Monte Bercello,<br />
anche conosciuto come “Poggio”.<br />
Ecco Zanetta e Vittorina,<br />
le due “ragazzine”<br />
di Montereggio di<br />
90 e 87 anni.<br />
Auguri di ....... buona<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
La Giunta Provinciale ha deliberato e<br />
accolto le osservazioni prot. 37119 del<br />
28/05/<strong>2012</strong> con la delibera n, 197 del<br />
5/10/<strong>2012</strong> con la quale ha eliminato la<br />
previsione estrattiva in Comune di Ferriere,<br />
località Monte Bercello.<br />
Provate solo ad immaginare cosa sarebbe<br />
potuto accadere se non fossero state<br />
accolte le ossevazioni in difesa di questo<br />
meraviglioso e selvaggio rilievo<br />
montuoso!!!...polveri di amianto crisolito<br />
nell’aria e impatto ambientale<br />
e paesaggistico sconvolgente per gli<br />
abitanti delle frazioni ad esso limitrofe….<br />
Fortunatamente, per un volta, la<br />
buona volontà, la coesione e la discesa<br />
in campo di persone attente<br />
sono state premiate ed il Monte Bercello<br />
raffigurato in questa foto non<br />
cambierà il suo aspetto.<br />
Maurizio e Giancarla Gruffé<br />
70 continuazione!<br />
71
ontagna<br />
Nostra<br />
Vive congratulazioni a Brigitte e Pasquale BERNARDI (figlio di RENZO dù<br />
Giuspein di San Gregorio) unitisi in matrimonio lo scorso 15 settembre a Chartres<br />
(Francia) davanti ai loro figli Vincenzo e Armando.<br />
Gli inseparabili amici Giampaolo<br />
Dallavalle e Piero Bracchi, di Cassimoreno,<br />
in occasione della festa del<br />
cinquantesimo della scuola media,<br />
hanno voluto posare vicino ai locali<br />
(ex asilo) dove loro giovani studenti<br />
hanno appreso la preparazione culturale<br />
per il loro futuro.<br />
Più di una volta, hanno commentato,<br />
abbiamo affrontato la strada dal<br />
capoluogo a Cassimoreno a piedi....<br />
ricordi che oggi sono insegnamenti<br />
di vita.<br />
Vive congratulazioni<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Con grande gioia per tutto il paese di Coletta, il giorno 1° settembre <strong>2012</strong> Agatha<br />
e Giada Taffurelli hanno ricevuto il Sacramento del battesimo contestualmente<br />
al matrimonio dei genitori Lisa Carini e Stefano Taffurelli nel caratteristico<br />
settecentesco oratorio dedicato alla Visitazione di Maria a S. Elisabetta.<br />
Balderacchi Francesco<br />
n.06.04.1935 - 07.11.<strong>2012</strong><br />
“Nel nostro cuore conserviamo vivo<br />
e profondo il ricordo di te”.<br />
Francesco è nato e vissuto a Canarano.<br />
Solo per la parentesi del militare,<br />
nel corpo degli alpini, ha lasciato<br />
la propria casa per servire la Patria.<br />
Gran lavoratore, persona umile, sincera<br />
e mite. Aveva stabilito con il fratello<br />
Leopoldo una vita comunitaria,<br />
dedita alla famiglia e al rispetto degli<br />
altri. Un’improvvisa indisposizione<br />
lo ha colto di sorpresa e in pochissimo<br />
tempo ha lasciato i suoi affetti<br />
terreni in silenzio ma lasciando anche<br />
un grande vuoto intorno.<br />
72 73
ontagna<br />
Nostra<br />
I fratelli Bracchi, pionieri dell’energia idroelettrica<br />
Leggendo sui giornali locali, dell’iniziativa<br />
dei “pertusini” di installare<br />
una turbina e avere una centrale idroelettrica<br />
in grado di soddisfare le utenze<br />
del paese ed essere indipendenti, la<br />
memoria mi porta ai racconti di mio<br />
nonno Giovanni di quando già più di<br />
sessant’anni fa, i fratelli Bracchi furono<br />
i pionieri dell’energia pulita grazie a un<br />
generatore di corrente posto sul rio Canarello<br />
nelle vicinanze di Canarano di<br />
san Gregorio, nel comune di Ferriere.<br />
Era da poco finita la guerra e gli avventurosi<br />
fratelli Andrea e Pierino Bracchi<br />
ebbero l’intuizione, probabilmente<br />
sull’onda di altre centraline simili poste<br />
in alta Valnure, di portare l’energia elettrica<br />
nella val Lavaiana sfruttando la forza<br />
dell’acqua.<br />
Le pale della turbina, erano posizionate<br />
ad arte direttamente nelle rapide del ruscello<br />
che, scendendo lesto e con forza<br />
verso la Lardana, azionava un generatore<br />
di corrente elettrica che giungeva,<br />
attraverso una dorsale fino a Le Moline;<br />
successivamente, in misura minore, anche<br />
qualche mulino per la macina del<br />
grano sfruttò la stessa forza per produrre<br />
“la scossa”<br />
Le linee elettriche di quei tempi non erano<br />
chiaramente come le vediamo oggi,<br />
posate maestosamente su enormi tralicci<br />
o sopra file di pali, ma bensì con un fil<br />
di ferro veniva assicurato il cavo sugli<br />
alberi, e così tra un faggio e una robinia<br />
i fratelli Bracchi realizzarono il loro riuscitissimo<br />
esperimento, quello di illuminare<br />
la bassa valle Lavaiana.<br />
Gli abitanti, presi da un grande entusiasmo<br />
iniziarono ad aderire a questo servizio<br />
e ben presto vi fu la necessità di<br />
ampliare la rete di distribuzione a causa<br />
del boom di richieste.<br />
A Montereggio, paese natale dei Bracchi,<br />
vollero da subito la luce e così la<br />
linea elettrica arrivò fino a lì e poi si divise<br />
verso Boccolo Noce e a Pianazze<br />
creando una piccola ma capillare rete di<br />
distribuzione che portava un ballerino<br />
kilowatt ad ogni utenza.<br />
I Bracchi si erano messi in un bel business,<br />
e tutto senza produrre nemmeno<br />
un grammo di anidride carbonica,<br />
rumore, fumi o quant’altro rispetto alle<br />
odierne centrali termoelettriche. Vi era<br />
però un bel da fare; a volte il vento o la<br />
neve faceva crollare le linee causando<br />
delle interruzioni, e così anche il nipote<br />
Giovanni Bracchi, che oggi gestisce la<br />
famosa trattoria a Pianazze, ricorda di<br />
aver aiutato gli zii lungo i boschi con la<br />
scala per riparare i cavi o sostituire un<br />
trasformatore, tutto avveniva sugli alberi<br />
naturalmente.<br />
Ai tempi non esistevano norme di sicurezza<br />
e impianti cosiddetti a regola<br />
d’arte, ma si era felici come non mai<br />
nel vedere accendersi una, banale per i<br />
nostri tempi, lampadina da 25 Watt che<br />
illuminava la stalla o la cucina, poiché<br />
televisione, frigorifero e forno elettrico<br />
non erano di certo un bene primario, oltre<br />
che rappresentare oggetti futuristici.<br />
Nella seconda metà degli anni sessanta<br />
del secolo scorso l’Enel, in qualità di<br />
ente nazionale per l’energia elettrica,<br />
fece smantellare tutte queste centraline<br />
e ricordiamo anche le vicine di Canadello<br />
e Centenaro, per far spazio alla grande<br />
distribuzione.<br />
Gallini Claudio<br />
cattaragna<br />
Una serata tra amici<br />
Anche quest'anno è arrivato<br />
ottobre e ha portato la prima<br />
domenica del mese, che per noi di<br />
Cattaragna significa la festa della<br />
Madonna del Rosario.<br />
È una ricorrenza antica, affonda le<br />
sue radici nella storia, addirittura<br />
fino al tredicesimo secolo e alla<br />
fondazione dell'ordine dei Domenicani,<br />
i primi a diffondere la preghiera<br />
del Santo Rosario tra i cristiani.<br />
Per noi di Cattaragna una<br />
ricorrenza importante da sempre, una<br />
delle date che scandiscono il calendario<br />
di un piccolo paese: per la nostra gente<br />
e per i nostri avi significava e significa<br />
preghiera di buon auspicio per il raccolto<br />
delle castagne, frutto importante e<br />
prezioso per il sostentamento della co-<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
munità nei secoli e per noi, che di questa<br />
comunità siamo figli.<br />
Nei gesti del rito, che eseguiamo quasi<br />
senza accorgercene, portiamo la Madonna<br />
in processione fino alla “cappelletta”<br />
e, mentre preghiamo, cantiamo e ascoltiamo<br />
le parole del parroco, possiamo<br />
vedere sullo sfondo le nostre montagne,<br />
74 75
ontagna<br />
Nostra<br />
e soprattutto i boschi di castagni.<br />
Quest'anno il raccolto non è stato felice,<br />
in un anno così strano dal punto di<br />
vista meteorologico non potevamo non<br />
attenderci qualche ricaduta negativa. In<br />
questo tempo siamo più fortunati, la vita<br />
delle nostre famiglie non dipende più<br />
dalla farina di castagne, però per chi negli<br />
anni ha continuato a produrla, con<br />
tanta passione e sacrificio, e per chi si è<br />
riavvicinato a quest’attività solo da qualche<br />
anno, è stato difficile nascondere il<br />
rammarico.<br />
Sperando che tra un anno l'esito della<br />
raccolta sia migliore, non è per addolcire<br />
l'amarezza o per cercare qualcosa di<br />
buono a tutti i costi che ricordiamo la<br />
serata del 6 ottobre, ma perché è giusto<br />
registrare e raccontare un altro evento<br />
positivo vissuto al circolo. E, ancora una<br />
volta, un successo superiore alle attese.<br />
Una serata di liscio è sempre un piacevole<br />
traino quando l'autunno, se pur mite,<br />
è appena iniziato, e Michele con la sua<br />
fisarmonica è un compagno di viaggio<br />
storico per il nostro circolo. Ma la serata<br />
ha offerto anche altri sapori, oltre al classico<br />
bicchiere da bere in compagnia, fra<br />
un ballo e l'altro: a chi è venuto a trovarci<br />
(numerosi anche quelli di<br />
fuori paese, i "furesti", come li<br />
abbiamo sempre chiamati), è<br />
stata riservata la degustazione<br />
della polenta di castagne (la<br />
"pasta"), con ricotta e salame<br />
cotto, offerti interamente dal<br />
circolo. E questo gesto, che<br />
può sembrare insignificante,<br />
ha trasformato una sera come tante in<br />
una vera e propria serata tra amici, in cui<br />
agli ospiti che hanno fatto tanta strada<br />
per venire a trovarci è stato offerto qualcosa<br />
di speciale: sapori della nostra terra,<br />
della nostra gente, in un'idea di gratuità<br />
che solo l'amicizia può sottintendere. Ed<br />
è davvero piacevole e gratificante constatare<br />
che gli amici sono stati tanti, e che<br />
sarebbero venuti a trovarci comunque.<br />
Speriamo che la polenta di castagne sia<br />
stata percepita come un piccolo premio,<br />
e che sia stata davvero compresa l'idea<br />
dietro al gesto: un altro passo in un cammino<br />
(che confidiamo sia lungo) in cui il<br />
successo non si misura solo dal profitto<br />
che se ne ricava, ma in cui il vero utile è<br />
il sorriso che si riceve in cambio, la voglia<br />
di stare insieme, il senso di ospitalità e di<br />
comunità che si rafforza.<br />
Ora che siamo entrati nell'autunno vero,<br />
ora che abbiamo visto la prima neve imbiancare<br />
le montagne, è difficile non lasciarsi<br />
prendere da un pizzico di malinconia.<br />
Saranno pochi i camini a sbuffare<br />
fumo, lo sappiamo bene; pochissime le<br />
persone che si muoveranno per le strade<br />
e animeranno Cattaragna, da qui alla<br />
prossima primavera.<br />
Lunghi mesi in cui viene buio presto e<br />
tanti di noi saranno lontani, in case confortevoli<br />
in cui non dobbiamo pensare<br />
ad andare a prendere la legna per alimentare<br />
il fuoco, o portare da mangiare<br />
alle galline o ai conigli.<br />
Però c'è una cosa su cui anche noi,<br />
che siamo lontani e abbiamo Cattaragna<br />
nel cuore, possiamo contare: che, se<br />
in un fine settimana qualunque ci sarà<br />
bel tempo e se le strade saranno pulite<br />
(facendo attenzione ai sassi e magari al<br />
ghiaccio!), se avremo voglia di andare a<br />
scaldare la casa a Cattaragna, magari an-<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
che solo per controllare che non siano<br />
gelati i tubi dell'acqua, se il sabato sera<br />
dopo cena o la domenica andremo verso<br />
la chiesa a fare due passi, ci sarà una<br />
luce accesa e un posto caldo e ospitale<br />
ad accoglierci: il nostro circolo, un punto<br />
di riferimento per noi di Cattaragna,<br />
ma anche per chi vive nei paesi vicini,<br />
o per chi deciderà di fare una gita sui<br />
nostri monti.<br />
Perché le serate tra amici si fanno sempre,<br />
anche se non sono sul calendario<br />
degli eventi (sul sito internet o su Facebook).<br />
Perché a Cattaragna il circolo c'è tutto l'anno. I volenterosi che lo tengono aperto<br />
anche.<br />
E vedrete che le serate tra amici sono facili da organizzare.<br />
Servono solo gli amici.<br />
Noi ci siamo.<br />
Caldini Maurizio<br />
Un abbraccio a Maddalena<br />
L’arzilla nonnina della foto è Maddalena<br />
Cervini che il 27 settembre ha<br />
compiuto 103 anni.<br />
Fino all’anno scorso<br />
ha abitato a Cattaragna,<br />
suo paese natio,<br />
dove ha cresciuto tre<br />
figli che poi si sono<br />
trasferiti chi a Milano<br />
chi a Piacenza. Legata<br />
da sempre a questi<br />
luoghi, ha amato<br />
profondamente la<br />
sua casa, la sua chiesa<br />
e le sue montagne.<br />
Maddalena è la più anziana della frazione<br />
e probabilmente una delle più<br />
longeve del comune<br />
di Ferriere. L’abbiamo<br />
festeggiata alla<br />
Casa per Anziani<br />
“Maruffi” di Piacenza<br />
nel giorno del suo<br />
compleanno memori<br />
dei suoi insegnamenti,<br />
del suo spirito<br />
energico e di una<br />
vita sempre attiva.<br />
Auguri nonnina !!!<br />
I tuoi familiari<br />
76 77
ontagna<br />
Nostra<br />
Dall’Alaska a Cattaragna, alla scoperta delle proprie origini<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Sono le tue radici che ti mantengono<br />
saldo quando soffia il vento…<br />
gi e una delle cose che ho imparato è che<br />
bisogna vivere “alla giornata”. Ho certamen-<br />
Anche quest’anno abbiamo avuto il piate<br />
dovuto farlo durante il mio cammino vercere<br />
di avere con noi la cugina dall’Aso<br />
Cattaragna e non mi sono mai preoccumerica.<br />
Diane Calamari, discendente<br />
pata di ciò che mi sarebbe potuto accadere<br />
della famiglia Calamari di Cattaragna, ha<br />
il giorno dopo. Ogni sera guardavo la mia<br />
raggiunto il nostro borgo a conclusione<br />
mappa per scoprire il percorso per il giorno<br />
di un’escursione durata circa 25 giorni.<br />
seguente… La mia vita diventò ben presto<br />
Rientrata in Alaska, dove vive con il ma-<br />
una semplice sequenza di passi, uno dopo<br />
rito Brian, ci ha inviato il suo diario di<br />
l’altro, e la mia mente era concentrata solo<br />
viaggio…<br />
su questo. Ero stupita di come fosse facile<br />
“Lo scorso inverno, mia sorella Judy a<br />
lasciarmi alle spalle l’altra vita e rilassarmi al il paese.<br />
San Francisco trovò per caso, in una<br />
ritmo naturale di ogni giorno.”<br />
Ho trascorso tre giorni a Cattaragna, nella<br />
vecchia scatola, un piccolo incarto con- terra dei miei antenati, non attraversandola<br />
Percorrendo una media di 25 km al giorno, casa a suo tempo abitata dalla famiglia detta<br />
tenente una vecchia foto che ritraeva un in treno o con altri mezzi, ma incontrando<br />
fermandosi solo all’imbrunire per dormire in “Boschi”, la casata da cui proveniva il mio<br />
piccolo paese di montagna. L’emozione fu persone, sentendo il vento sul mio viso e af-<br />
rifugi o in ostelli (raramente Bed & Breakfast, bisnonno. Le cattive condizioni meteorolo-<br />
grande, anche se fu solo una conferma di frontando salite e discese dei boschi e delle<br />
spesso nella sua tenda), Diane giunge a Pongiche di quei giorni mi hanno permesso di<br />
quanto avevamo già scoperto l’anno prima. montagne. Non avevo mai percorso un tratremoli<br />
a metà settembre e da lì intraprende riposare, di apprezzare gli ottimi piatti cuci-<br />
Dopo anni di ricerche, mia sorella e mia nigitto così lungo da sola, e avevo una gran<br />
la Via degli Abati, con una diversione a Bardi nati da Paolina, da Angela e Alfredo. Seduta<br />
pote erano riuscite infatti a risalire alle ori- voglia di mettermi alla prova… Evidente-<br />
per raggiungere finalmente Cattaragna… sotto il portico del circolo di Cattaragna, il<br />
gini del capostipite della nostra famiglia: il mente il mio imminente sessantesimo com-<br />
“Dopo una rinfrancante sosta a Coletta e una mio pensiero andava spesso agli emigranti,<br />
bisnonno Isidoro, nato a Cattaragna e da lì pleanno mi diede quella scossa necessaria a<br />
deliziosa cena all’Osteria di Bosconure, fi- è difficile immaginare di lasciare il proprio<br />
partito per l’America nella metà del 1800. far sì che potessi indirizzare le energie per la<br />
nalmente la mattina di domenica 23 settem- paese per affrontare l’ignoto… La curiosità<br />
Così, in occasione di un viaggio in Italia realizzazione del mio sogno…”<br />
bre raggiunsi Ferriere, da dove telefonai a spingeva certamente i giovani a lasciare la<br />
nell’ottobre di quell’anno, accompagnata da Diane trascorre così l’inverno scorso a pia-<br />
mia cugina Elena che con mia grande gioia propria terra, ma come doveva essere dura<br />
Luciano e Loretta Garbi, ebbi l’occasione di nificare il suo viaggio, in totale circa 600 km<br />
era già a Cattaragna ad aspettarmi… Pote- per i genitori veder partire i propri figli che<br />
visitare il paese e di avere contatti con al- di percorso lungo l’appennino tosco-emiliavo<br />
finalmente pensare di avercela fatta! Ero spesso non rivedevano più… Chissà quancuni<br />
discendenti della famiglia Calamari (a no. Partita da Sansepolcro (AR) lo scorso 25<br />
così eccitata dal fatto che avrei raggiunto la te volte Isidoro avrà guardato con nostalgia<br />
proposito, questo è il mio cognome origi- agosto (in piena calura estiva, lo ricordate?),<br />
mia meta che ripresi immediatamente il mio la foto del suo paese natale… È stata per<br />
nale, la “i” finale venne strategicamente tolta affronta temporali, fulmini, venti e bruschi<br />
cammino… Casaldonato, Caserarso, il Mer- me emozionante anche la visita del piccolo<br />
nel dopoguerra, quando molti italiani resero sbalzi termici, che però non interrompono<br />
catello e poi giù a Costa e Curletti. Percor- paese di Boschi, da dove partì nel 1790 il<br />
più “ americano” il proprio cognome: a quel il suo passo energico e allenato. Unico comrevo<br />
i sentieri che Isidoro Calamari e Luigia capostipite della famiglia Calamari (da qui<br />
tempo, infatti, le origini italiane non erano pagno di viaggio, il suo inseparabile zaino<br />
Casella, i miei bisnonni, avevano percorso il soprannome della famiglia, n.d.r.) per tra-<br />
cosa di cui vantarsi negli Stati Uniti).<br />
contenente un sacco a pelo, un tappetino<br />
tanti anni prima. Ho provato una pura e ausferirsi a Cattaragna ad occuparsi delle ter-<br />
E fu proprio in occasione di quel viaggio nel da campeggio, un impermeabile, un cambio<br />
tentica gioia a camminare sulle stesse strare della moglie. Per me, cresciuta nel cuore<br />
2010 che venni a conoscenza della Via Fran- completo, due litri d’acqua e un po’ di cibo,<br />
de e finalmente scorgere, oltre il costone, dell’America senza una vera storia familiare,<br />
cigena e della Via degli Abati, percorsi ap- per un totale di 12 kg sulla spalle. Unica<br />
Cattaragna in lontananza. Mi sentivo anche vedere in quei piccoli cimiteri i ritratti delle<br />
penninici utilizzati dai monaci che si recava- concessione tecnologica: un tablet (rivelatosi<br />
molto fortunata al pensiero di avere amici persone che probabilmente hanno vissuto<br />
no in pellegrinaggio a Roma nel medioevo. spesso inutile poiché, ahimè, la rete internet<br />
e familiari che mi aspettavano. Ero ormai a insieme ai miei antenati è stata un’autentica<br />
Amo molto camminare e iniziò così a frullar- sugli appennini non è così efficiente…).<br />
poche curve dal paese quando Elena, sua fi- emozione!”<br />
78<br />
mi nella testa l’idea di raggiungere Cattaragna…<br />
A piedi! Avevo voglia di conoscere la<br />
“In Alaska, dove vivo, mi capita spesso di<br />
percorrere lunghe distanze in luoghi selvagglia<br />
Lucia e Angela mi hanno raggiunto. E tra<br />
abbracci, baci e lacrime, abbiamo raggiunto<br />
Dopo una tappa a Coli e Bobbio, Diane ha<br />
trascorso qualche giorno ancora a Cattara-<br />
79
ontagna<br />
Nostra<br />
gna dove, in occasione della Festa della Madonna<br />
del Rosario, tutta la comunità riunita<br />
nel nostro circolo ha potuto salutarla e augurarle<br />
buon viaggio.<br />
“Non sono mai stata brava a salutare, ma<br />
questa volta è stata più dura che mai.”<br />
Claudio Gallini di Coletta, Carmen ed Emanuela<br />
dell’Osteria di Bosconure, Ornella<br />
Calamari di Boschi, sono solo alcune delle<br />
persone che Diane cita nel suo diario di<br />
viaggio…<br />
“Ho portato con me in Alaska tutti i volti e i<br />
nomi delle persone che ho incontrato lungo<br />
il cammino, anche persone sconosciute che<br />
ho incrociato, che mi hanno indicato la stra-<br />
Ricordandoli<br />
Enrico Campominosi<br />
n.9/7/1921 - m.20/8/<strong>2012</strong><br />
Uno degli ultimi patriarchi della Cattaragna antica, ci<br />
ha lasciato all’età di 91 anni, l’agosto scorso.<br />
Sentiremo la sua mancanza: Enrico aveva uno spirito<br />
giovane, gentile, discreto, amante dello stare insieme,<br />
con tutti, vecchie e nuove generazioni.<br />
da o con cui ho conversato piacevolmente,<br />
anche solo per poche ore. E, naturalmente,<br />
non posso dimenticare i tanti amici ritrovati<br />
a Cattaragna, mi è impossibile citarli tutti.”<br />
Il ricordo del profumo della pasta di castagne<br />
preparata da Gino ed Alfredo e il calore<br />
della nostra gente riscalderà il lungo inverno<br />
di Diane in Alaska? Noi pensiamo di sì, così<br />
come ci auguriamo che Diane abbia portato<br />
con sé la piacevole e rassicurante sensazione<br />
che in qualsiasi momento lo desideri, possa<br />
tornare a sentirsi come a casa, nel nostro<br />
piccolo angolo di appennino da cui partì il<br />
giovane Isidoro, 150 anni fa…<br />
Ciao Diane e arrivederci al prossimo anno!<br />
Un altro lutto ha colpito la comunità di Cattaragna<br />
Renato Agosti<br />
n.25.06.1930 m.28.09.<strong>2012</strong><br />
Assiduo frequentatore della nostra montagna, pur non<br />
essendovi nato, amava trascorrere qui il periodo estivo e<br />
parte di quello autunnale, dedicandosi a lunghe passeggiate<br />
nei boschi. La sua giovialità ne ha fatto un nostro<br />
caro amico. Ciao Renato !!!<br />
torrio<br />
Appartamento dei maestri<br />
“bene comune”<br />
Sabato 13 ottobre <strong>Torrio</strong> ha festeggiato<br />
il definitivo recupero e arredo<br />
dell’appartamento dei Maestri nel complesso<br />
dell’ex scuola ora circolo ACLI.<br />
Il fine della vita sociale cos’è se non il<br />
bene comune storicamente realizzabile.<br />
Per bene comune intendo «l'insieme di<br />
quelle condizioni della vita sociale che<br />
permettono, sia alla collettività sia ai singoli<br />
membri, di raggiungere la propria<br />
perfezione più pienamente e più celermente»<br />
Il bene comune dipende infatti<br />
da un sano pluralismo sociale. Essendo<br />
di tutti e di ciascuno è e rimane comune,<br />
perché indivisibile e perché soltanto<br />
insieme è possibile raggiungerlo, accrescerlo<br />
e custodirlo, anche in vista del<br />
futuro.<br />
Questo bene comune è conseguente<br />
alle più elevate inclinazioni dell'uomo,<br />
ma è un bene sempre arduo da raggiungere,<br />
perché richiede la capacità e la ricerca<br />
costante del bene altrui come se<br />
fosse proprio. Un sentito ringraziamento<br />
alla Banca di Piacenza, rappresentata<br />
per l’occasione nelle persone dei suoi<br />
vicedirettori: Masera Carlo e Pietro Copelli,<br />
per il fattivo contributo dato che<br />
alimenta e stimola ogni elevata attività<br />
sociale e umana. Questo rimarrà scolpito<br />
nella targa che abbiamo applicato<br />
alla porta interna, per ora accesso privilegiato<br />
all’appartamento dei Maestri. Un<br />
grazie a Don Guido per la sua costante e<br />
affettuosa partecipazione alla vita della<br />
nostra piccola comunità. Un grazie sincero<br />
a tutti i volontari, alle nostre don-<br />
ne, che hanno lavorato per farci sentire,<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
attraverso la condivisione, ancora più<br />
comunità. Un grazie a Giuseppe Callegari<br />
per la sua concreta partecipazione<br />
alle nostre attività. Al compimento del<br />
progetto “appartamento dei maestri” che<br />
si compone di quattro stanze, non potevamo<br />
dimenticarci dei maestri e delle<br />
maestre che a <strong>Torrio</strong> hanno insegnato ed<br />
educato con il loro ruolo insostituibile.<br />
Sono loro che insegnandoci a scrivere, ci<br />
hanno dato il passaporto per il mondo.<br />
Sono loro che ci hanno fornito le chiavi<br />
per tutti i saperi che costituiscono la<br />
trama della nostra conoscenza. Ciascuno<br />
di noi si è costruito il proprio futuro personale<br />
e professionale sulla base di ciò<br />
che ha appreso lottando con le righe e<br />
i quadretti dei quaderni, imparando la<br />
musica delle tabelline, seguendo con il<br />
dito le linee di un libro. Sono loro che<br />
ancora oggi promuovono la prima fioritura<br />
intellettuale su cui costruire quel<br />
futuro civile e democratico che noi auspichiamo.<br />
Dedicando le quattro stanze ad altrettante<br />
Maestre abbiamo voluto idealmente<br />
ricordare tutte le maestre e i maestri che<br />
hanno contribuito a rendere migliori i<br />
ragazzi e a permetter loro un dignitoso<br />
e fiducioso futuro nel mondo. Purtroppo<br />
non possiamo certo dire di essere immersi,<br />
qui a <strong>Torrio</strong>, nel processo di crescita<br />
e di sviluppo per contribuire al sorgere<br />
di un futuro migliore ma cerchiamo<br />
di lasciare esempio per i figli e per i figli<br />
dei figli.<br />
Le maestre a cui ci siamo onorati di dedicare<br />
le stanze sono:<br />
80 81
ontagna<br />
Nostra<br />
Amalia Bellocchio, Stefania Troglio,<br />
che non sono più fra noi, oggi rappresentate<br />
dai figli di Amalia Clara e Carlo<br />
e di Stefania Giovanni Piazza sindaco di<br />
Ottone. Beatrice Bonvicini e Silvana<br />
Ballerini Benazzi presenti. Tutte donne,<br />
madri, persone di valore e di valori<br />
trasmessi che hanno sempre testimoniato<br />
l’appartenenza alle nostre genti, alle<br />
nostre montagne, al nostro territorio.<br />
Giancarlo Peroni<br />
Presidente Consorzio Rurale di <strong>Torrio</strong>.<br />
Consegna della targa da parte del<br />
Presidente del Consorzio alla Banca di<br />
Piacenza<br />
Gli scolari di <strong>Torrio</strong> nel 1968<br />
Foto ricordo del 13 ottobre: Don Guido<br />
Balzarini, Giovanni Piazza, Giancarlo<br />
Peroni, Beatrice Bonvicini, Silvana Ballerini<br />
Benazzi, Carlo e Clara Masera.<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Cicogne Torriesi<br />
Salutato da un’ovazione, in diretta telefonica, nel pomeriggio del 12 agosto<br />
<strong>2012</strong> durante la “festa al M.<br />
Crociglia” è nato Alessandro<br />
figlio di Elisa (nostra<br />
VECCHIA volontaria) e di<br />
Piero.<br />
Ai Genitori, ai nonni materni<br />
Giorgio ed Edda Rezzoagli e<br />
ai nonni paterni Anna e Giuseppe<br />
le vive congratulazioni<br />
della comunità Torriese e di<br />
Montagna Nostra.<br />
Nella foto Alessandro: amore<br />
della mamma Elisa e del papà<br />
Piero.<br />
Paolo Nicora nato il 28.09.2011 figlio<br />
di Romina Cisari e Daniele Nicora<br />
Mario Chiapparoli nato il<br />
28.06.2011 figlio di Raffaella<br />
Cisari e Vito Chiapparoli<br />
82 83
ontagna<br />
Nostra<br />
Oggi sposi<br />
Sabato 22 settembre <strong>2012</strong> nella chiesa di <strong>Torrio</strong> il parroco Don Ferdinando Cherubin<br />
ha unito in matrimonio Simona e Giancarlo.<br />
Ai numerosi intervenuti alla splendida cerimonia è seguito un lauto pranzo a Santo<br />
Stefano d’Aveto. I simpatici e numerosi parenti dello sposo giunti dalla Sicilia,<br />
ospiti del papà della sposa il consigliere Luigi Masera e della mamma Teresina,<br />
il giorno dopo, hanno potuto apprezzare il nostro paese e l’ospitalità dei Torriesi<br />
al Circolo<br />
ACLI “la<br />
scuola”.<br />
A Simona e<br />
Giancarlo<br />
i più fervidi<br />
auguri<br />
torriesi con<br />
l’augurio di<br />
un “collegamento”frequenteSicilia<br />
- <strong>Torrio</strong>.<br />
M. Carmela Laneri ved. Peroni (Carmiglia)<br />
Il 2 di agosto è mancata<br />
all’improvviso Carmiglia<br />
Laneri. Era nata 85 anni fa<br />
ad Ascona di Santo Stefano.<br />
Ultimogenita della famiglia<br />
dei Belli si era sposata con<br />
Gaetano Peroni di <strong>Torrio</strong> nel<br />
1950. Mancato il marito nel<br />
1959 con i due figli piccoli,<br />
sostenuta dal padre Angelo,<br />
aveva preso in gestione il<br />
negozio/osteria a Boschi finché, in un<br />
incidente, andando per funghi, mancò<br />
tragicamente anche il padre. Lasciata<br />
l’attività si trasferì vicino ai fratelli Andrea<br />
e Lino in pian d’Aveto sotto Ascona<br />
lavorando a Rezzoaglio nell’Albergo<br />
Americano. Nel ’68 terminati gli studi<br />
dei figli si trasferì con loro a Genova<br />
dove ha vissuto il resto della sua vita<br />
tornando ogni estate alle sue radici.<br />
Parlare di Carmiglia è complicato e<br />
semplice allo stesso tempo; complicato<br />
perché sembra che le parole usate<br />
siano banali, semplice perché basta<br />
usarne poche: fede, alto senso morale,<br />
lealtà, ricchezza interiore, amore,<br />
amore per la sua terra, i suoi affetti,<br />
per il venerato padre, per i fratelli, il<br />
marito, i figli, l’adorato nipote. Carmiglia,<br />
dal cuore sempre pronto a donare,<br />
incrollabile nella fede e nei suoi valori<br />
che sono stati il cardine della sua<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
vita e che ha trasmesso con<br />
dolce tenacia alla sua famiglia<br />
e agli amici.<br />
Grazie mamma per averci<br />
accompagnato in tutti i<br />
momenti della vita. Per noi,<br />
mamma, eri quell’essere,<br />
quel pensiero che ti accompagna,<br />
anche ora che non<br />
sei più, in ogni dove. Tu<br />
donna che il destino ti aveva<br />
tolto il marito dopo appena nove<br />
anni da sposa facesti con determinazione<br />
morale, la scelta dell’autonomia,<br />
delle parità. Perseguisti questi valori<br />
con coraggio dando al lavoro dedizione<br />
e dignità. Ti ringraziamo mamma,<br />
per i valori di vita e di cristianità che<br />
con l’esempio ci hai trasmesso; la famiglia,<br />
la caritatevole presenza dove c’è<br />
sofferenza e malattia, la disponibilità e<br />
la solidarietà. Ti ringraziamo per il valore<br />
che davi alle nostre radici, all’importanza<br />
di essere piuttosto che apparire.<br />
Cara mamma ti abbiamo voluto<br />
bene. Per quella misericordia che conforma<br />
le relazioni fra gli uomini alla<br />
tolleranza più profonda alla fraternità<br />
più amorevole e che hai sempre professato<br />
abbiamo la certezza che sarai<br />
accolta in cielo come lo sei stata nei<br />
nostri cuori.<br />
I tuoi figli Giancarlo e Angelo.<br />
All’amico e collaboratore Giancarlo la partecipazione più fraterna al dolore<br />
della sua famiglia per la scomparsa della cara mamma da parte dei parroci<br />
dell’alta Valnure e di Montagna Nostra.<br />
Tina Fontanarossa<br />
A nemmeno otto mesi di distanza dal marito Giannino Rezzoagli dei Bunazin<br />
il giorno di ferragosto è mancata Tina Fontanarossa mamma di Gianluca valido<br />
artigiano edile del nostro territorio (suoi i lavori di sistemazione interna “dell’ap-<br />
84 85
ontagna<br />
Nostra<br />
partamento dei maestri” nel nostro circolo sociale). Tina<br />
primogenita di sette sorelle e tre fratelli era nata a Chiavari<br />
il 4 gennaio 1930.Vissuta sempre nel territorio chiavarese<br />
aveva lì incontrato Giannino. Si erano sposati nel 1968 a<br />
Sant’Andrea di Rovereto dove avevano fissato la loro residenza<br />
e dove Gianluca, un anno dopo con la sua venuta<br />
aveva allietato la coppia. Tina aveva lavorato fino all’età<br />
della pensione come bidella nella scuola elementare Mazzini<br />
di Chiavari. Con la famiglia veniva in estate al nostro<br />
paese nella casa dei Bunazin vicino alla chiesa. Con la<br />
diminuita autonomia, per rimanere vicino al figlio, fecero<br />
la scelta di abitare a Costapelata di Santo Stefano d’Aveto.<br />
Nel Paese avetano assistiti dal figlio e dalla compagna Cristina<br />
hanno concluso la loro vita terrena. Il funerale nella chiesa di Sant’Andrea<br />
di Rovereto, presente la comunità Torriese. A Gianluca e Cristina e ai parenti va il<br />
cordoglio dei Torriesi e di Montagna Nostra. PG<br />
Masera René<br />
Il giorno 11 di giugno a Parigi e mancato Renè. Quinto<br />
di sette figli di Benvenuto e di Aurelia, emigrati in<br />
Francia agli inizi degli anni trenta era nato a Nogent<br />
sur Marne il 4/7/1933. Con l’inizio della seconda guerra<br />
mondiale nel ’39 tutta la famiglia rientrava a <strong>Torrio</strong> e vi<br />
rimaneva fino al giugno del ’48. René ricordava quegli<br />
anni della fanciullezza e dell’adolescenza trascorsi<br />
a <strong>Torrio</strong> con eccellente dovizia di particolari. Nella sua<br />
memoria erano indelebilmente stampati i nomi dei prati,<br />
dei campi, dei torrenti e dei boschi della nostra montagna.<br />
Profondamente legato alle sue radici, amava <strong>Torrio</strong>.<br />
Qui ritemprava il suo spirito e il suo fisico che richiedeva riposo dopo un anno<br />
di lavoro intenso. Egli infatti svolgeva con impegno, passione e professionalità<br />
l’arte del restauratore di mobili antichi nel suo laboratorio situato “all’ombra di<br />
Notre Dame”. Ogni giorno raggiungeva la metropoli dal sud, da Viry Chatillon<br />
dove con la moglie Odette aveva fissato la sua residenza e aveva formato la sua<br />
famiglia per la quale viveva; erano nati Laura e Regis. Da qualche anno Regis con<br />
Estelle, lo aveva reso nonno felice di Noemi e di Romain. Amatissimi nipoti che<br />
non vedrà crescere per il sopraggiungere di una rarissima malattia batteriologica<br />
che in meno di sei giorni ne ha provocato il decesso. Renè amava la vita, l’arte, la<br />
musica e noi tutti vogliamo ricordarlo quando con la fisarmonica allietava le feste,<br />
quando cantava e quando ballava, quando con la sua borsa, ogni anno, faceva il<br />
suo volontariato curando con amore il portale ligneo del settecento della nostra<br />
chiesa. Rimarrà vivo il suo ricordo in tutti noi. Clara<br />
TORRIO<br />
Tornante,<br />
curva antica di un paese,<br />
dove un calendario colora ogni mese.<br />
Foto,<br />
foto di raduni sui sagrati domenicali,<br />
determinano ire fin dai tempi medievali.<br />
Donne con fascine sulla testa,<br />
cascine colme per chi d’inverno resta.<br />
Orgoglio di un barco alto e pieno,<br />
per chi ha venduto il suo sudore al fieno.<br />
Sole, pietra, lucertola,<br />
attonita osservazione di un anziano,<br />
che un bastone ha per mano.<br />
Polenta, farine, castagne<br />
per allontanare magagne.<br />
Calcolo glaciale allo stretto cimitero,<br />
per un’esclamazione a chi del morto non mi par vero.<br />
Onorata presenza al corteo,<br />
per poter dire io c’ero.<br />
Timidi imbarazzi, fugaci confronti,<br />
per indovinare l’appartenenza di chi incontri.<br />
Pensiero al bambino che io ero, stalla, muggito,<br />
luce fioca, secchio di zinco, latte, mosca,<br />
sbatte la coda,<br />
strana raccolta che non andrà più di moda.<br />
Ricordo di un’usanza passata,<br />
nella forte malinconia di un’età avanzata.<br />
Manifesto, fisarmonica, festa annuale, monte Crociglia,<br />
chissà se st’anno la voglia ci piglia,<br />
Arcangelo Raffaele, predica, foto,<br />
coro, pane e salame tra lo sguardo di un toro.<br />
Franco Rezzoagli<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Rezzoagli Franco<br />
86 87
ontagna<br />
Nostra<br />
Da quest'anno Salsominore<br />
ha un Coro Parrocchiale,<br />
composto da componenti<br />
del posto, alcuni dei<br />
quali hanno militato nel<br />
Coro della Cattedrale di<br />
Bobbio.<br />
Nella foto il gruppo<br />
che ha accompagnato la<br />
festa di Sant'Antonino ad<br />
Ozzola con la Cresima di<br />
Serena e Sara Boccaccia.<br />
salsoMinore<br />
retorto-selVa<br />
roMpeggio-pertuso<br />
Lettera a Gesù Bambino<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Mi è capitato di leggere alcune lettere indirizzate a Gesù lo scorso Natale. Protagonisti<br />
gli allievi della Scuola Media Statale "Luigi Tinelli" di Alberobello.<br />
Leggendole vengono naturali queste considerazioni.<br />
Quale motivazione induce oggi un ragazzino<br />
a scrivere una lettera, se il destinatario<br />
è un Bambino di nome Gesù?<br />
Leggendo, si scopre che quasi tutte le lettere<br />
contengono una richiesta: la guerra<br />
possa finire, i bambini possano riappropiarsi<br />
del diritto a un'infanzia serena,<br />
senza essere costretti a lavorare o a "giocare"<br />
alla guerra, non ci siano più povertà,<br />
discriminazione, crisi economica,<br />
disoccupazione, commercio di organi,<br />
violenza e cattiveria... I ragazzi, malgrado<br />
la loro giovanissima età, non sono poi<br />
così indifferenti a quello che capita intorno<br />
a loro.<br />
C'è chi scrive per ringraziare di avere<br />
ancora accanto i propri cari, di godere<br />
di una bella famiglia o semplicemente I bambini alla festa dell’Addolorata a<br />
dell'atmosfera di festa, di vivere con dignità<br />
malgrado "i tempi che corrono".<br />
Pertuso.<br />
Sopra: anche quest’anno per la<br />
E c'è chi scrive a Gesù riconoscendolo Qualcuno forse ritiene inutile<br />
festa di Sant’Agostino, patrono<br />
come un "altro Dio", diverso da quello l’ iniziativa di far scrivere lettere ai bam-<br />
di Salsominore, i bambini sono<br />
che abitualmente si prega nella propria bini, perchè "tanto sono solo parole...<br />
stati i protagonisti dell’evento<br />
famiglia, ma capace di ascoltare ed ac- alla fine non cambia nulla, sarà sempre<br />
più importante del centro delcogliere<br />
le preghiere indipendentemente così..."<br />
la Valdaveto.<br />
dal suo "credo"...<br />
E se fosse vero? In tutto ciò, qual'è il com-<br />
Nella diversità di forma e di stile, accopito degli educatori? Quale Natale fac-<br />
A fianco: "Triangolare" di Salmuna<br />
la maggior parte delle lettera "la ciamo vivere? Come ci adoperiamo persominore<br />
tenutosi nel Comu-<br />
speranza" che spesso negli adulti ha lachè i ragazzi non perdano la Speranza<br />
nale di Salsominore lo scorso<br />
sciato il posto alla rassegnazione. Bel- nel loro futuro? Una bella sfida... Scrivere<br />
Agosto.<br />
lo leggere, a conclusione di quasi tutte a Gesù Bambino ha ancora un senso, se<br />
In foto le Giovani Speranze,<br />
le lettere "... sono certo/a, Signore, che Gesù è un Amico, un Confidente, un Fra-<br />
88<br />
alle quali è affidato il testimone<br />
calcistico.<br />
ascolterai la mia preghiera... spero che il<br />
futuro sarà migliore..."<br />
tello cui guardare con Fiducia e Speranza.<br />
BUON NATALE<br />
89
ontagna<br />
Nostra<br />
A Rompeggio si progetta il futuro<br />
Nella continuità con quanto progettato in questi ultimi tempi, a Rompeggio si cerca<br />
di pensare al futuro. Stiamo dando fondo ai soldi lasciati da Carlino alla Parrocchia:<br />
i beni giù al Nure sono stati assegnati agli Scouts per le loro attività formative ed<br />
educative, il piazzale della chiesa col monumento ai montanari nel ricordo dei defunti<br />
di Carlino è stato <strong>completa</strong>to<br />
e benedetto, la<br />
struttura comunitaria<br />
ricavata dalla stalla e<br />
fienile sta per essere<br />
<strong>completa</strong>ta. Ora si tratta<br />
di decidere i passi<br />
da fare per garantire<br />
al paese quelle strutture<br />
che possano servire<br />
alla comunità. Il<br />
futuro è davanti a noi,<br />
speriamo di affrontarlo<br />
bene!<br />
Una fase dei<br />
lavori alla<br />
struttura comunitaria<br />
Il Piazzale<br />
della chiesa col<br />
monumento<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Le prime attività degli scouts sono state realizzate…Il prossimo anno dovrebbero<br />
essere moltiplicate!<br />
90 91
ontagna<br />
Nostra<br />
Battesimo di Frida Ferrari celebrato<br />
nell'oratorio di Selva il 5 Agosto dal<br />
pro zio della bambina Don Amerio<br />
Ferrari.<br />
In foto con Frida i genitori Fausto<br />
Ferrari e Labati Antonella. Madrina<br />
la zia Ida Labati e il cugino Federico<br />
Miserotti.<br />
Gli auguri di Buon compleanno a Carlo<br />
dalle nipotine<br />
Anche a Selva c’è vita<br />
Un saluto da Rocconi<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
92 …e dalla moglie<br />
Selva: il nostro Giuliano, sempre pronto<br />
a sfoderare parate decisive sui campetti<br />
del capoluogo. Foto Filippo Mulazzi<br />
93<br />
Gabriele<br />
Greta ed Emma<br />
Quagliaroli Rosetta, 98<br />
anni.
ontagna<br />
Nostra<br />
“Occorre vivere il proprio ideale di vita”<br />
Questo il messaggio di Giuseppino Molinari, premiato lo scorso 5 ottobre<br />
Giuseppino Molinari, pertusino<br />
d’adozione, direttore<br />
generale dell’Università di<br />
Pavia e gia direttore dell’Università<br />
Cattolica e del Politecnico<br />
di Milano, è stato<br />
recentemente premiato a<br />
Mortizza con il “Cuore d’oro”,<br />
prestigioso riconoscimento<br />
ricevuto dalle mani<br />
del prof. Mario Viganò, noto<br />
cardiochirurgo di fama mondiale.<br />
In tale occasione il prof. Molinari ha voluto<br />
rivolgersi soprattutto ai giovani:<br />
“Vorrei dare qualche messaggio soprattutto<br />
ai giovani. I mass media ci hanno<br />
presentato uno stereotipo che non corrisponde<br />
alla realtà: quella di un giovane<br />
fragile, incapace di assumersi responsabilità,<br />
rassegnato, mammone, bamboccione.<br />
Ho conosciuto personalmente migliaia<br />
di giovani distribuiti in tante università<br />
e posso assicurarvi che sono ragazzi<br />
meravigliosi, disponibili ad ascoltare,<br />
con le idee chiare capaci di impegnarsi<br />
nello studio, ma aperti alla vita sociale,<br />
propositivi e dotati di grande equilibrio,<br />
disponibili a sacrificare parte del loro<br />
tempo libero per cose veramente belle.<br />
Da loro, l'ho detto anche in sedi ufficiali,<br />
ho imparato spesso molto più che dalle<br />
altre componenti dell'Università.<br />
Quanto alla mia esperienza lavorativa<br />
posso riassumerla in poche parole: ho<br />
trascorso finora 51 anni in Università<br />
di cui 5 come studente lavoratore, 3<br />
come insegnante a Cortemaggiore, 23<br />
come dirigente in Università cattolica,<br />
20 come Direttore amministrativo<br />
e Direttore generale.<br />
Occorre vivere un ideale, il<br />
proprio ideale di vita. Ma<br />
come? Con la consapevolezza<br />
che l'ideale non si vede,<br />
spesso non lo si conosce e<br />
non sempre è quello che si ha<br />
in testa. L'ideale è qualcosa<br />
che si costruisce intorno a te,<br />
attraverso te, ma in un contesto<br />
in cui ci sono gli altri.<br />
Questo non significa accettare<br />
passivamente e con rassegnazione gli<br />
eventi esterni, ma saper ascoltare, vivere,<br />
accettare gli avvenimenti e su quelli CO-<br />
STRUIRE con tenacia,fiducia,speranza il<br />
proprio futuro.<br />
Fatica e sacrifìcio. La mia esperienza<br />
di studente "lavoratore" mi ha portato a<br />
lavorare una media di 18 ore al giorno<br />
dedicate contemporaneamente allo studio<br />
universitario, all'insegnamento a<br />
tempo pieno nelle scuole e, d'estate, a fare<br />
il portiere d'albergo. Ma questa fatica fisica<br />
e mentale insegna a lottare, superare<br />
qualsiasi difficoltà, dà un enorme vantaggio<br />
competitivo e insegna a non tirarsi<br />
mai indietro.<br />
Scelta, sfida, curiosità. Nella vita<br />
come nel lavoro occorre guardare sempre<br />
avanti, cercare l'inesplorato, aprirsi<br />
a nuove esperienze, allargare i confini,<br />
saper decidere,assumersi responsabilità<br />
e affrontare i rischi, credendo in quello<br />
che si fa, mettendoci entusiasmo e trasmettendo<br />
le proprie intime convinzioni.<br />
Ogni scelta è una sfida contro paura,<br />
errori, fallimento, delusione, solitudine.<br />
La sfida più entusiasmante che ho dovu-<br />
Un “Cuore d’oro” per l’Alta Valnure<br />
to affrontare<br />
si riferisce al<br />
periodo trascorso<br />
a Piacenza,<br />
come<br />
Direttore della<br />
sede dell'UniversitàCattolica.<br />
Nel 1975 esisteva<br />
solo la<br />
Facoltà di<br />
Agraria, prestigiosissima<br />
in campo<br />
nazionale<br />
ed internazionale, ma troppo isolata da<br />
un contesto universitario fatto di altri<br />
saperi e isolata dalla città e dal territorio.<br />
In quegli anni l'Episa, l'ente che nel<br />
dopoguerra fu artefice della costruzione<br />
e del lancio della sede, erogava all'Università<br />
un contributo annuo di 300.000<br />
lire (150 euro!) La prima sfida era attivare<br />
un legame forte con il territorio e in<br />
questo obiettivo fu di grandissimo aiuto<br />
“Libertà” che quasi ogni giorno parlava<br />
ai piacentini dell'Università di agraria.<br />
Dopo pochi anni il contributo salì a oltre<br />
un miliardo e mezzo di lire.<br />
La seconda sfida era creare a Piacenza<br />
un Polo Universitario, costituito da più<br />
facoltà in modo da arricchire l'Università<br />
e la città di nuovi saperi, di nuove<br />
culture e di nuove esperienze. Dopo pochi<br />
anni la piccola sede diventò quella<br />
che oggi possiamo ammirare, apprezzare<br />
e utilizzare e questo fu possibile con un<br />
ulteriore sforzo economico da parte del<br />
territorio di oltre 35 miliardi di lire.<br />
Squadra. Per vincere le sfide è necessario<br />
saper coinvolgere, motivare, far crescere<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
in un ideale comune, ascoltare, dialogare<br />
con umiltà e determinazione. Le sfide<br />
si vincono solo con un gioco di squadra.<br />
L'esperienza che ho appena illustrato e<br />
il raggiungimento di quell'ambizioso<br />
obiettivo sono stati possibili solo attraverso<br />
un gioco di squadra: una squadra<br />
interna all'Università, fatta di persone<br />
che mi hanno sostenuto e incoraggiato e<br />
un'altra squadra, determinante, costituita<br />
da poche persone, diverse tra di loro<br />
per formazione, cultura, visione politica,<br />
carattere, ma tutte compatte nel voler realizzare<br />
il progetto.<br />
Spirito di servizio. Tutto quanto detto<br />
trova un senso compiuto se è ispirato<br />
dallo spirito di servizio, che significa lavorare<br />
per gli altri, farsi carico dei problemi<br />
degli altri, ispirare le proprie scelte<br />
sulla base di quello che gli altri si aspettano<br />
da te.<br />
Tutto questo si può concretizzare vivendo<br />
un sogno, vivendo le proprie radici,<br />
vivendo una missione. Solo così il sogno<br />
sì fa realtà. diventa il proprio ideale di<br />
vita”.<br />
94 95
ontagna<br />
Nostra<br />
In occasione dell’inaugurazione della centralina elettrica, il Presidente della<br />
Provincia Massimo Trespidi ha visitato per la prima volta Pertuso. Eccolo<br />
con gli amici Schiavi e mentre da Roberto apprende i segreti della farinata.<br />
Retorto vive? Viva la montagna!<br />
La domanda, che può sembrare offensiva,<br />
pone un problema che riguarda<br />
tutti i nostri paesi di montagna che all’arrivo<br />
della stagione fredda si spopolano<br />
a dismisura. A Retorto le presenze in inverno<br />
non raggiungono le 10 unità!<br />
Le motivazioni che sottendono all’esodo<br />
delle famiglie giovani sono tante; qualcuno<br />
vede in questa fuga emigratoria la<br />
causa di tutti i dissesti geologici che in<br />
questi tempi sconvolgono tante regioni<br />
italiane! Altri ritengono di conoscere i rimedi<br />
e puntano il dito contro questo o<br />
quello…E intanto i paesi si spopolano.<br />
Quando si parla di questi argomenti e si<br />
accendono feroci discussioni mi viene in<br />
mente la favoletta di un Anonimo che ci<br />
raccontava il mio vecchio parroco:<br />
«Questa é la storia di quattro individui:<br />
Ognuno, Qualcuno, Chiunque e Nessuno.<br />
Bisognava fare un lavoro importante<br />
e si chiese a Ognuno di occuparsene.<br />
Ognuno si assicurò che Qualcuno lo<br />
facesse. Chiunque avrebbe potuto occuparsene,<br />
ma Nessuno non fece mai<br />
niente. Qualcuno s'arrabbiò perché considerava<br />
che per questo lavoro Ognuno<br />
fosse responsabile. Ognuno credeva che<br />
Chiunque potesse farlo, ma Nessuno<br />
mai si rese conto che Ognuno non<br />
avrebbe fatto niente.<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Alla fine Ognuno rimproverò Qualcuno<br />
per il fatto che Nessuno non fece mai<br />
quello che Chiunque avrebbe dovuto<br />
fare».<br />
Se non altro i nostri monti potranno far<br />
rilassare le persone che d’estate così ragionano:<br />
"Imbocco il sentiero e piano<br />
piano sento la mia mente svuotarsi dai<br />
problemi dallo stress quotidiano, come<br />
se entrassi in un altro mondo in una<br />
dimensione dove il passato non esiste, e<br />
finalmente, mi sento svuotato dall'odio,<br />
dalla rabbia,dalla delusione che sfinisce<br />
la mia vita quotidiana. Finalmente<br />
posso sorridere con un sorriso vero, diverso<br />
dal sorriso di tutti i giorni, sorrido,<br />
perchè posso sentire la pace interiore che<br />
si fonde con la quiete esteriore. Riesco a<br />
sentire il battito accelerare ma non mi<br />
accorgo della fatica, perchè la mia mente<br />
lascia spazio solo ai sensi per captare<br />
i profumi che arieggiano in quella brezza<br />
frizzantina che riempie i polmoni e<br />
tutta la mia anima di gioia, quella gioia<br />
che trovo solo sul sentiero che mi porta<br />
in alto nel mio mondo tra le montagne."<br />
– Anonimo<br />
96<br />
Sicuramente certi paesaggi che da<br />
anni si presentano a chi arriva a<br />
Retorto non costituiscono un gran<br />
bel biglietto da visita!<br />
Ognuno lo vede, Chiunque se ne<br />
accorge, Qualcuno dovrebbe provvedere,<br />
ma Nessuno interviene!<br />
97
ontagna<br />
Nostra<br />
un “selvano” che si è fatto onore nella vita e nella carriera<br />
Toscani Giancarlo nasce a Selva il 23 settembre<br />
1949. Cresce in famiglia e nella frazione frequenta<br />
le scuole elementari <strong>completa</strong>ndo la scuola<br />
dell’obbligo nel capoluogo con la prima scuola<br />
media.<br />
Fin da giovanissimo Giancarlo si rivela una persona<br />
legata ai valori propri della nostra terra di montagna<br />
e ai principi morali e cristiani della nostra<br />
gente. Gli esempi e gli insegnamenti della famiglia<br />
lo guidano su un “percorso” di sacrifici, di rettitudine,<br />
di attenzione verso i bisogni della comunità<br />
e di un grande amore verso la famiglia.<br />
In tenera età vive un “dramma famigliare” perdendo<br />
nel 1962 il fratello Paolo, ricordato nelle pagine<br />
successive.<br />
Temprato in uno stile di vita sobrio, Giancarlo si<br />
avventura, come altri compaesani, verso la Liguria<br />
e a Genova in particolare. Intraprende la “missione”<br />
di carabiniere frequentando in diverse caserme<br />
d’Italia gli appositi corsi formativi. Da Iglesias (Sardegna) a Gorizia, da Firenze a<br />
Susa, Giancarlo lascia segni di professionalità per servizi e mansioni svolte con senso<br />
dello Stato non trascurando le necessità delle popolazioni.<br />
Nel 1978 arriva a Rovegno (Genova) con le funzioni di comandante della Stazione.<br />
Lascia il servizio nel maggio 1984. Nel luglio 2004 lo stesso Comune gli conferisce la<br />
cittadinanza onoraria per l’impegno esemplare nell’espletamento delle proprie funzioni.<br />
Sposato con Carmela Scianni, la famiglia è arricchita dei figli Sandro, Mario e<br />
Andrea. Cavaliere della Repubblica, a Toscani è stata conferita la Croce di Bronzo<br />
al merito dell’Arma dei Carabinieri con la seguente motivazione: “Luogotenente in<br />
possesso di pregevolissime doti umane ed intellettuali, di un insieme armmonico di<br />
emergenti requisiti morali e culturali, d’impeccabile<br />
stile militare nonchè di una eccellente<br />
preparazione professionale, sostenuta<br />
da altissimo senso del dovere, ha sempre<br />
svolto il suo servizio nell’arma con spiccao<br />
spirito di iniziativa, azione di comando<br />
equilibrato, efficace ed autorevole....”.<br />
All’amico Giancarlo, gli auguri di un lungo<br />
meritato riposo vissuto anche in mezzo alla<br />
sua gente di un tempo.<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Ricordiamoli<br />
Alla fine di settembre sono arrivate a Rompeggio i resti<br />
mortali di Gaetana Cesari ved. Cagnolari deceduta in<br />
Francia il 23 giugno scorso alla veneranda età di 98 anni,<br />
al termine di una vita che ha tutte lecaratteristiche di un<br />
romanzo.<br />
Nata nella Bassa Padana, emigrata in Francia giovanissima,<br />
lì incontra il suo amore, anche lui emigrato da Pertuso. Nel<br />
1939 ritorna a Pertuso per tornare in Francia nel 1945 dopo<br />
la morte del marito per una peritonite.<br />
Il figlio Sergio ricorda poi tutte le altre varie traversie affrontata<br />
sempre con tanto coraggio fino alla morte.<br />
Le sue ceneri ora riposano accanto ai resti mortali del marito<br />
nel cimitero di Rompeggio, in attesa di quell’ultima chiamata per la risurrezione<br />
finale!<br />
A Retorto ci ha lasciato Rosa Gogni.<br />
Se ne è andata di notte senza disturbare nessuno nella sua<br />
casa dove amava restare quasi rinchiusa nella sua semplicità<br />
di vita.<br />
Aveva passato tutta la sua esistenza nell’intimità della sua<br />
famiglia prima, e poi nella condivisione di tutto col fratello<br />
Emilio lavorando, pregando, a volte borbottando contro il<br />
governo o chissà chi, ma sempre attaccata alle sue radici e<br />
alla sua chiesa nella quale rimarrà sempre un segno della<br />
sua fede e della sua devozione<br />
alla Madonna.<br />
Dal mese di agosto 2007<br />
quello che era l’altare della Madonna del rosario<br />
(statua lignea trafugata a suo tempo) è diventato<br />
l’altare della Madonna di Fatima grazie al quadro<br />
che lo sovrasta raffigurante appunto la visione dei<br />
tre pastorelli a Fatima. Si tratta di un dipinto ad<br />
olio su pannello di legno opera del pittore Rodolfo<br />
Bersani di Cortemaggiore donata alla chiesa di<br />
Retorto dalla Rosa in memoria del fratello Emilio e<br />
dei genitori.<br />
98 Paolo<br />
99
ontagna<br />
Nostra<br />
Ricordiamo infine Toscani<br />
Paolo, deceduto tragicamente -<br />
annegato nelle acque del Nure il<br />
19 agosto 1962, 50 anni fa. Aveva<br />
solo 19 anni.<br />
La sorella Lisetta, che ci ha fornito<br />
la foto scattata solo qualche<br />
ora prima della tragedia, mentre<br />
ritornava a casa dopo la mietitura<br />
con un covone di grano in<br />
spalla, testimonia come il suo ricordo<br />
rimane vivo nei cuori dei<br />
famigliari e di tutti gli amici.<br />
L’obiettivo di Carlo Margini ha colto a Selva uno stupendo scenario naturale<br />
con in primo piano un bel esemplare di cavallo con il puledro.<br />
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