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l' occhio del prete - Maurizio Pizzetti

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ORGANIZZAZIONE SCENOGRAFICA DELLA COMMEDIA:<br />

“ L’ OCCHIO DEL PRETE “<br />

2


Don Estro Cromatina Lampodigi<br />

Giotto Espressionista Futurista Dadaista Cubista<br />

Spazialista Astrattista Concettualista Poesia e Visivo Reastra<br />

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Registrazione SIAE<br />

”L’<strong>occhio</strong> <strong>del</strong> <strong>prete</strong>”<br />

“L’<strong>occhio</strong> <strong>del</strong> <strong>prete</strong>” è una rappresentazione di teatro-educativo in due atti che, in toni esilaranti e<br />

fantasiosi, cerca di far prendere consapevolezza di cosa sia accaduto nella storia <strong>del</strong>l’arte nel passaggio<br />

tra ‘800 e ’900. Della storia antecedente, caratterizzata dalla tendenza al figurativo, è stato<br />

emblematicamente inserito solo Giotto come il capostipite <strong>del</strong> figurativo-prospettico (senza nulla togliere<br />

all’abilità e la genialità di tutti gli altri). Gli artisti e relativi movimenti artistici presentati come<br />

“figurini” in ordine cronologico con relative ideologie, coprono un arco di tempo che va dalla fine<br />

<strong>del</strong>l’800 alla contemporaneità (Espressionismo,Futurismo,Dadaismo,Cubismo, Spazialismo, Astrattismo<br />

gestuale, Arte Concettuale, Poesia Visiva) e con le loro opere e tesi segnano il percorso secondo cui si è<br />

venuta a configurare una nuova concezione <strong>del</strong> fare artistico.<br />

L’intento è quello di far riflettere sul concetto di arte e quindi sulla creatività che considera il “sesto<br />

senso”, un senso che noi tutti possediamo che va educato e sviluppato sin dall’infanzia per trovare e<br />

non abbattere l’espressione creativa e incentivare la comunicazione con se stessi e con gli altri. L’opera,<br />

non è altro che uno specchio o un riflettore puntato sull’<strong>occhio</strong> <strong>del</strong>la propria anima.<br />

<strong>Pizzetti</strong>, con il suo movimento Artereastra, si presenta con uno dei suoi percorsi, “Buio dei sensi”, così<br />

chiamato perchè è una galleria di quadri da ”visionare” al buio, ideato per dare la possibilità di<br />

rielaborare le opere attraverso i propri sensi, stimolando così ciò che già alloggia in ognuno di noi…”la<br />

creatività”.<br />

La commedia inizia con un’anteprima, segue collezione arte una sfilata di figurini, prosegue con<br />

dialoghi tra Cromatina, don Estro e Lampodigi e i movimenti artistici <strong>del</strong>le varie epoche sullo sfondo di<br />

un giallo carico di colori.<br />

I profili fisici e caratteriali dei singoli personaggi e figurini (movimenti artistici) sono puramente dettati<br />

dalla fantasia ad esclusione dei concetti e dei nomi dei padri, madri, mogli che sono quelli reali.<br />

Alcuni nomi, che invece ruotano intorno ai figurini, fanno riferimenti a periodi artistici o richiamano<br />

strumenti o appellativi che appartengono al mondo <strong>del</strong>l’arte: Cromatina (cromaticità <strong>del</strong> colore, è vestita<br />

con i colori primari), Rosa e Bluastro (periodo rosa e blu di Picasso), don Estro (maestro), Lampodigi<br />

(lampo di genio), Pennello (strumento). Le immagini proiettate sono opere di bambini che hanno<br />

interpretato i vari movimenti artistici.<br />

L’organizzazione scenografica, la locandina, i bozzetti dei figurini, le immagini da proiettare e la stessa<br />

commedia si possono scaricare dal sito: www.artereastra.com<br />

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1° TEMPO<br />

Si apre il sipario, luci basse. Siamo in piazza. Si accendono le luci in ciascuno dei tre quadri-tela (o<br />

solo nei due laterali), dietro gli stessi ombre curiose e pettegole che guardano.<br />

Un cono di luce su un cappello da <strong>prete</strong>, con sopra un <strong>occhio</strong>, al centro <strong>del</strong> palco. Musica. Piano, piano<br />

il cappello si muove e si alza a mezz’aria. Mentre il cappello si alza due braccia bianche si sollevano in<br />

aria nel gesto di inseguirlo fino ad impossessarsene. Si scopre che le braccia appartengono ad un<br />

personaggio misterioso (disteso e mimetizzato dall’inizio <strong>del</strong>la scena sotto un drappo nero e sopra di lui<br />

poggia a vista il cappello da <strong>prete</strong> con sopra un <strong>occhio</strong>) vestito con calzamaglia nera che copre anche il<br />

volto e lascia scoperti solo gli occhi; dopo che ha afferrato il cappello, il personaggio si guarda in giro e<br />

poi esce.<br />

Si spengono le luci dietro i tre quadri-tela e dopo un istante si riaccendono solo i due laterali, dove<br />

si vedono le ombre di: don Estro, a sinistra di chi guarda, e, a destra, Cromatina e Lampodigi<br />

insieme.<br />

In scena 3 personaggi:<br />

don Estro: alto, di bello aspetto, dal carattere fermo e deciso, indossa una tonaca nera<br />

Lampodigi: piccolo, remissivo, modesto ma geniale, vestito sempre e rigorosamente di bianco,<br />

imbraccia un paniere<br />

Cromatina: piccola, alterna calore a freddezza ed è vestita in modo variopinto: blu, rosso e giallo<br />

DON ESTRO: (con dolore) Cromatina hai ritrovato il mio cappello?<br />

CROMATINA: (voce calda) Mi dispiace, don Estro… l’ho cercato dappertutto…sembra come<br />

volatilizzato.<br />

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DON ESTRO: (affranto) E tu Lampodigi …<br />

LAMPODIGI: (remissivo e modesto) Padre!!…E’ un anno che non vi date pace per<br />

questo cappello…penso che ormai ve ne dovreste fare una ragione…<br />

DON ESTRO: Non posso , non posso santi numi…come riuscirò a guardare il mondo senza il mio<br />

cappello!!<br />

Le luci dei due quadri-tela laterali si spengono e sul buio si chiude il sipario, entra la voce narrante.<br />

Ha inizio “Collezione arte” dove, uno alla volta, sfilano i vari personaggi detti “Figurini” (movimenti<br />

artistici). I figurini entrano ed escono di scena presentati dalla voce narrante e si atteggiano come vere<br />

manchen.<br />

VOCE NARRANTE (fuori campo):<br />

Signore e signori buonasera, benvenuti alla commedia …”L’<strong>occhio</strong> <strong>del</strong> <strong>prete</strong>”…(piccola pausa, musica,<br />

su con le luci ) Dall’<strong>occhio</strong> <strong>del</strong> <strong>prete</strong> a…l’<strong>occhio</strong> <strong>del</strong>l’anima… andiamo a presentarvi “Collezione arte”,<br />

sfilata di figurini che incarnano artisti e relativi movimenti d’arte d’appartenenza…( continua…)<br />

- Il primo in passerella è figurino Giotto, Giotto di Bondone figurino a tutto tondo…passa dal…piatto<br />

piatto piatto, ad una pittura figurativa t r i d i m e n s i o n a l e (vestito con abiti <strong>del</strong> 1300: calzamaglia,<br />

farsetto e relativo cappello, il tutto con su disegnati cerchi grandi e piccoli, sfila ed esce).<br />

- Andiamo ora a vedere figurino Espressionista…movimento di Edvard Munch il figurino con il suo<br />

rosso fiammante e relativo grido centra la sua ricerca artistica sulle angosce, paure e passioni <strong>del</strong>l’essere<br />

umano (il figurino emette un grido aaaaaaaa con mani a fianco alla bocca, vestito rosso fiammante<br />

atteggiamento instabile alterna sorrisi a disperazione, sfila ed esce di scena)<br />

- Segue figurino Futurista…il figurino centra la sua inconfutabile ricerca, sul tempo, sul movimento,<br />

sulla velocità…ideatore <strong>del</strong> futurismo è Tommaso Marinetti (capelli e vestito viola inamidati indietro<br />

come se spostati dalle alte velocità, non stà mai fermo)<br />

- Figurino Dadaista… figurino travestito da donna, incarna le sembianze di Rrose Selavy un personaggio<br />

immaginario femminile ideato dall’artista Marcel Duchamp, grande innovatore con l’introduzione degli<br />

oggetti d’uso <strong>del</strong>la realtà quotidiana, perciò con questo concetto l’opera d’arte è q u a l s i a s i c o s a<br />

(il vestito è elegante e con su attaccati tanti oggetti d’uso comune: un cavatappi, un bricco, un martello<br />

etc., con gonna lunga, un cappellino con fascia a motivi geometrici e una giacca con collo di volpe)<br />

- E’ ora la volta <strong>del</strong> figurino Cubista …figurino sotto-sopra, figurino che ci induce a guardare le cose da<br />

angolazioni e prospettive diverse…artista in campo è Pablo Picasso (entra vestito con maglione al posto<br />

dei pantaloni, pantaloni al posto <strong>del</strong> maglione e come cappello un calzino, scarpa in mano e nell’altra<br />

porta una chitarra sotto-sopra)<br />

- Presentiamo ora il figurino Spazialista… strappi e buchi <strong>del</strong>l’artista Lucio Fontana, questo figurino<br />

abbatte la bidimensionalità e con i suoi tagli e buchi oltrepassa la superficie <strong>del</strong>la tela ed esplora<br />

così…nuovi piani e nuovi spazi (signore con bastone, distinto, vestito con cappello e impermeabili ma<br />

con strappi e buchi, s’ intravede sotto)<br />

- Nuovo figurino di questa collezione, figurino Astrattista gestuale… macchie e sgocciolamenti di<br />

colore, sovrapposti dalla sola casualità <strong>del</strong> gesto, grande esponente di questa tecnica Jakson Pollok<br />

(vestito con indumenti a tinta unita schizzati di vari colori, porta in mano una bottiglia di liquore mezza<br />

piena)<br />

- Signore e signori è la volta <strong>del</strong> figurino Concettualista … figurino che con questo movimento trasmette<br />

all’opera la propria fisicità mediante il corpo e il proprio pensiero parliamo <strong>del</strong> grande Piero Manzoni<br />

(figurino nudo, indossa indumenti color carne che inducano alla totale nudità nelle intime parti<br />

eventuale foglia, porta in mano una scatola di latta chiusa)<br />

- In passerella andiamo a presentare ora due figurini…Poesia e Visivo…questi figurini esaltano nel<br />

movimento artistico Poesia Visiva il rapporto tra parola e immagine… artisti di turno Eugenio Miccini e<br />

Lamberto Pignotti (i due figurini si presentano ambedue con pantaloni bianchi con su scritte nere,<br />

camicia nera con su scritte bianche e qualche immagine incollata)<br />

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- Chiude la collezione, tutto parte dai sensi con il figurino... Reastra con, Buio dei sensi, movimento che<br />

centra la sua ricerca artistica sui sensi e principalmente sul sesto senso...senso <strong>del</strong>la creatività<br />

di…<strong>Maurizio</strong> <strong>Pizzetti</strong> (il figurino si presenta tutto vestito di nero mani e volto compresi con occhiali<br />

scuri tipo saldatore a mò di non vedente e porta in mano quattro grandi sensi: una bocca, un naso, un<br />

orecchio e una mano).<br />

Cambio musica e luci. La scena si svolge davanti al sipario chiuso.<br />

Fuori c’è un temporale.<br />

Lampodigi entra con una sedia e si siede tenendo sotto braccio il paniere <strong>del</strong>le offerte.<br />

DON ESTRO: (entra in scena) Cromatina, mica tante volte è venuto alla luce?<br />

CROMATINA: (voce fuori campo, risposta fredda e gelida) E mille, no!! Non c’è, fatevene mandare<br />

un altro.<br />

LAMPODIGI: Buongiorno don Estro (voce umile e remissiva).<br />

DON ESTRO: Ehhh!! (guardandosi intorno) sarà un buongiorno caro Lampodigi, ma ci credo poco…!<br />

Lei parla, parla bene!!…Fatevene mandare un altro, ma non è la stessa cosa… è un<br />

anno che mi dispero con questo cappello, da farmi venire un diavolo per capello…,<br />

oh!!! Scusatemi , (alzando gli occhi verso il cielo) “Altissimo” ma datemi almeno un<br />

segno, un indizio, una strada da seguire.<br />

CROMATINA: (entra in scena con voce calda e passionale e da sempre ammaliata dal <strong>prete</strong> per il suo<br />

carisma e il suo aitante aspetto fisico) Ecco qua, (porgendogli) vi ho preparato il<br />

benedettore, l’acqua santa e i santini (don Estro passa a Lampodigi i santini), per<br />

queste povere anime, e poi, non vi preoccupate, voi… fate sempre la vostra bella figura,<br />

cappello o non cappello.<br />

DON ESTRO: Uhhh tentatrice, io, sono già impegnato (sguardo al cielo), e da un bel pezzo, anche se<br />

ultimamente mi sembra che “Lui”, abbia intenzione di divorziare (cono di luce<br />

dal<strong>l'</strong>alto) (rapito)…”Altissimo”, ascoltate, non ve ne andate , almeno un accenno, un<br />

segno, una strada per ritrovarlo… (il cono scompare accompagnato da un suono di<br />

qualcosa che si sgonfia) (sconfortato... poi duro) Via via sù, tanto ultimamente, è<br />

sempre la solita musica… allora, che si fa, vogliamo darci una mossa anche perché oggi<br />

come sempre, ne vedremo <strong>del</strong>le belle, c’è rimasta Piazza degli Stirati, (rumori di tuoni<br />

e grida) apriti cielo e spalancati terra, mahh. (entra un raggio di sole) .. Ohh guarda,<br />

finalmente dopo tanta acqua, un raggio di sole…<br />

LAMPODIGI: (alzandosi dalla sedia con voce dimessa e riflessiva) Stirati? Ma?! (si stira)….<br />

Stirati!!!.. Sono pronto don Estro, avete ragione, oggi ne vedremo e ne sentiremo <strong>del</strong>le<br />

belle.<br />

CROMATINA: (con voce fredda) Don Estro, mi raccomando ehh!! Con i bicchierini andateci piano,<br />

non fate come l’anno scorso che vi hanno riaccompagnato a casa, mica vorrete fare la<br />

fine <strong>del</strong> mio povero “Pennello” che tutte le sere arrotondava gli angoli dei muri (ora<br />

voce calda e premurosa) io, per cena, vi preparo un bel piattino di pasta e fagioli, che vi<br />

piacciono tanto, e, mi raccomando, state attento alle ventate, perché non vorrei che la<br />

vostra bronchite si trasformi in broncopolmonite, Dio ce ne scampi e liberi!!! Copritevi<br />

perbenino… almeno un cappellino di lana…<br />

DON ESTRO: Ahhh… santa donna!! Tanto cara e premurosa, ma metti sempre il dito nella piaga …<br />

Andiamo, andiamo Lampodigi… (don Estro esce di scena)<br />

LAMPODIGI: Arrivederci Cromatina (si accinge ad uscire ma viene fermato da Cromatina …).<br />

7


CROMATINA: (voce calda e premurosa) .. Mi raccomando a te, guardalo, hai visto che non è più lui<br />

da quando ha perso il cappello, “quel cappello” dice lui, io, se potessi glielo farei con le<br />

mie mani…per dire la verità, io, il “coperchio” di panno di lenci, ci avevo provato a<br />

farglielo, ma se ne è subito accorto che non era <strong>del</strong>la stessa razza, va a finire, che ci<br />

credo anch’io che quel…. “coperchio”, abbia dei poteri benefici, ohh!!! Quando il<br />

diavolo ci mette lo zampino.<br />

LAMPODIGI: Il coperchio? Ma il diavolo non faceva le pentole? (Cromatina con aria stupita e<br />

rassegnata)<br />

DON ESTRO: (subito voce fuori campo) Lampodigi andiamo, altrimenti nemmeno oggi si finisce.<br />

CROMATINA: Va’ va’ , non lo fare innervosire, e mi raccomando…<br />

Tutti escono. Parte la musica e si apre di nuovo il sipario.<br />

Siamo di nuovo nella piazza che è tutta in penombra.<br />

I due quadri-tela laterali s’ illuminano e fanno trasparire le ombre di profilo di don Estro a destra<br />

e Lampodigi a sinistra di chi guarda che s’ incamminano e dicono…<br />

DON ESTRO: Andiamo… andiamo che è tardi ! Dio che caldo che s’è fatto.. Non ricordo di aver<br />

sudato tanto.<br />

LAMPODIGI: Vengo, vengo… avete ragione è una strana stagione …sembra di stare sotto il ferro di<br />

agosto.<br />

DON ESTRO: (mentre si asciuga il sudore) Senti Lampodigi, ma mentre eri lì che spettegolavi con<br />

Cromatina.., brava donna eh…, anche se ha un caratterino…stavo facendo una<br />

riflessione… l’Altissimo, e non me ne voglia ehh, lui però, mica si era mai sposato? e<br />

anche i suoi amici, quelli più intimi… oddio qualcuno era da evitare, ma erano tutti<br />

maschi. Ora, io penso che un motivo ci sarà stato!!<br />

LAMPODIGI: Avete ragione (piccola pausa)… però le donne, ci partoriscono e ci danno un po’ di<br />

colore alla vita…<br />

DON ESTRO: Ah si!! Il colore non ci manca.<br />

PASSANTE UOMO: (nazionalità albanese, passa e se ne va un ombra dalla parte di don Estro che gli<br />

dice buongiorno nella sua lingua) Mirdita don Estro.<br />

DON ESTRO: Buongiorno figliolo…, i tempi oramai sono cambiati…anche in un paesetto come il<br />

nostro, c’è tutto il mondo, una volta, se c’era un forestiero straniero, lo conoscevamo<br />

tutti, anche se non di persona ma almeno di vista… ma oggi, d'altronde, anche queste<br />

povere anime, se avessero avuto un pezzo di pane non avrebbero lasciato i loro cari a<br />

casa, e poi, il buono e il cattivo c’è da tutte le parti.<br />

LAMPODIGI: E’ giusto, bisogna essere di vedute...larghe, e poi, il diverso!!! Tutti... vicini e lontani,<br />

tutti siamo diversi...ma il bello è proprio questo, proprio perchè così diversi che<br />

possiamo imparare molte più cose, e capire meglio noi stessi e poi …la<br />

comunicazione…<br />

8


DON ESTRO: Sante parole, parole sante…comunicazione e tolleranza caro mio Lampodigi.<br />

Si spengono i due quadri-tela laterali, le luci rimangono basse<br />

Entrano in scena nella penombra due figure: Poesia e Visivo che portano in mano ognuno un barattolo<br />

di colore con pennello, i due iniziano a scrivere veloci e in silenzio sui muri, dopo qualche attimo si<br />

alzano pian piano le luci e…<br />

…si accendono tutti e tre i quadri-tela: ai due lati ombre illuminate da dietro di lettere appese<br />

(POESIA VISIVA a sinistra di chi guarda diritte a destra contrarie) e al centro immagine...<br />

…un attimo dopo si sentono fuori campo le voci di Don Estro e Lampodigi che si avvicinano alla piazza<br />

mentre Poesia e Visivo disturbati dal vocio furtivi e in tutta fretta smettono di scrivere ed escono di<br />

scena.<br />

Entrano nella piazza don Estro e Lampodigi.<br />

DON ESTRO: Oh eccoci arrivati in piazza degli Stirati, ma guarda che indecenza!! Guarda come hanno<br />

scritto su questi muri, mah!! Non vorrei che ci fosse anche lo zampino di quel tipo<br />

strano che girava e scriveva, scriveva e girava da tutte le parti …. Come si chiamava?<br />

Mi sembra…. Poentia!?<br />

LAMPODIGI: Poentia??? Poesia!!... Padre…P o e s i a!!! Io non l’ho più visto… sarà perché… dicono<br />

che esce sempre di notte.<br />

DON ESTRO: Di notte!!! Che indecenza!!<br />

Si spengono dissolvendosi tutti e tre i quadri-tela<br />

Come d’incanto si sente aprire improvvisamente una porta ed esce da uno dei punti laterali una donna ,<br />

Ciuta moglie di Giotto che comincia a girare in tondo nella piazza.<br />

In scena 2 personaggi, parlano in fiorentino, tutti vestiti con indumenti tipici <strong>del</strong> 1300 con su disegnati<br />

cerchi di varie dimensioni:<br />

Ciuta: brava donna di casa, buona, bruttina , non molto alta, rotondetta, vestita con lunga gonna con su<br />

disegnati grandi e piccoli cerchi e copricapo<br />

Giotto: uomo di grandi ideali e temperamento bassetto e robusto<br />

CIUTA: (voce sconsolata con uno straccio in mano e volto affranto. Sta girando di continuo in<br />

tondo nella piazza) Mi domando perché, perché il mi marito tarda tanto.<br />

DON ESTRO: Buongiorno Ciuta siamo qui per la benedizione.<br />

CIUTA: (sempre girando) Ah si la benedizione…maledetto di un Giotto… l’aveva detto i mi<br />

babbo ..non l’ho sposà.<br />

9


Si accende il quadro-tela centrale con l’immagine...<br />

DON ESTRO: E vostro marito, che terra se lo tiene?<br />

CIUTA: (sempre girando in tondo, si ferma solo quando ascolta) Mah!!! Lo dico anch’io… oh<br />

che terra se lo tiene?!<br />

DON ESTRO: Vi sento con la voce un po’ tirata, in genere siete sempre brillante e radiosa, è accaduto<br />

qualcosa?<br />

CIUTA: Qui si gira sempre in tondo, quando pensi di risalì la china, ti ritrovi punto e a capo.<br />

DON ESTRO: Ma che c’è.. mi ricordo che anno scorso con Giotto avevate fatto quel viaggietto a Roma<br />

per i lavori <strong>del</strong>la basilica di San Giovanni in Laterano e che sprizzavate gioia da tutti i<br />

pori.<br />

CIUTA: Eh caro mio, con lui è tutta una vita altalenante, una volta su e venti giù, lui vuole<br />

sempre affrontà le cose, da un angolazione diversa da tutti.<br />

DON ESTRO: Ah certo, non si può dì che è mai stato, un uomo piatto. Ma fermatevi e ditemi,<br />

illuminatemi <strong>del</strong>le vostre vicende, scambiare qualche parolina, a volte ci fa bene e ci è<br />

di conforto.<br />

CIUTA: Oh da una parte avete ragione, almeno mi sfogo un po’, tante volte mi facesse<br />

meglio…(Ciuta si mette seduta su una sedia appoggiata al muro) vi ricordate don<br />

Estro quando attraversò quel periodo balordo, (don Estro sta per parlare ma lei<br />

incalza) e stava sempre chiuso in casa a fare i cerchi da tutte le parti, anche nei<br />

vestiti….vedete come siamo ridotti, mi è toccato ricavarli fuori, ora. Nella vita<br />

avevamo avuto una grande fortuna, quando quel gran signore di Cenni Pepi, vi<br />

ricordate quello che lo chiamavano Cimabue?<br />

DON ESTRO: (sta per rispondere di nuovo ma lei incalza)<br />

CIUTA: Ecco i Cimabue lo vide quando andava a guardà le pecore, e che le disegnava nei sassi, e<br />

allora, lo volle subito con se a bottega, ma lui, dopo un po’ iniziò a fa come gli pare.<br />

DON ESTRO: (titubante) E’vero? ...I sassi... ma Cimabue....<br />

CIUTA: (incalza di nuovo) ... Giotto diceva che Cimabue era geloso di lui…ma vi rendete<br />

conto… e allora mio marito cominciò a disegnarli <strong>del</strong>le mosche nelle su tavole, ma<br />

<strong>del</strong>le mosche talmente vere, che quel povero cristo di Cimabue le voleva scaccia con il<br />

cencio, e quando se ne accorse che erano dipinte, allora andò su tutte le furie, e gli<br />

disse: o bellino, se voi fa come ti pare và e trovati un altro lavoro, e lui, con quel<br />

caratterino, non ci pensò due volte. E lì, furono momenti bui.... (crolla su una sedia<br />

come svuotata. Poi riapre gli occhi) Vi ricordate don Estro?<br />

DON ESTRO: Mi ricordo… (non è vero che si ricorda) (con enfasi) eh...se mi ricordo. (don Estro si<br />

rivolge a Lampodigi che ascolta ammaliato) Senti Lampodogi? Quest’uomo è anche<br />

poco responsabile verso la famiglia.<br />

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LAMPODIGI: Mah!!! Tutto effetto <strong>del</strong>la tridimensionalità. Quando si guardano le cose da vari punti di<br />

vista (guarda Ciuta che non è poi così carina e un po’ disgustato) ci può stare anche nà<br />

scappatella ...<br />

DON ESTRO: Continua, continua Ciuta, che tanti particolari, vedi, non me li ricordavo, mi erano<br />

proprio passati di mente, perché poi mi sembra che Giotto ebbe anche dei problemi a<br />

Santa Maria Novella con il crocifisso…(subito viene interrotto da Ciuta)<br />

CIUTA: Uhh, zitto zitto , anche lì, volle fà il rivoluzionario, dipinse il corpo morto<br />

“<strong>del</strong>l’Altissimo”, in maniera verticale, con le gambe piegate, così, diceva lui, che la<br />

gente avrebbe intuito subito…il peso <strong>del</strong> corpo morto. E’ si , il peso <strong>del</strong> corpo morto,<br />

così, anche lì, sempre pè fa’ di testa sua, lo licenziarono… ma io dico…il mi marito,<br />

non poteva esse un omino più normale, con il su lavorino e la su bella famigliola, che<br />

gli mancava?<br />

DON ESTRO: Eh si avete tutte le ragioni Ciuta, (guardando Lampodigi che scuote la testa) ma ora,<br />

non l’ha più chiamato nessuno, non ha qualche prospettiva di lavoro?<br />

CIUTA: Mah… ora m’ha detto che ha fatta la domanda a Assisi, dice che hanno aperto un<br />

cantiere nuovo per realizzare una grande basilica, ma io ho perse tutte le speranze, lo<br />

sopporto giusto per il grande amore che ci lega, e per i quattro figlioli. (entra in piazza<br />

Giotto)<br />

GIOTTO: (voce sicura e padrone di sé) Buongiorno don Estro, buongiorno Lampodigi, qual<br />

buon vento vi porta da noi (don Estro e Lampodigi rispondono al buongiorno).<br />

DON ESTRO: Vento di benedizione caro…, allora come va?<br />

GIOTTO: Tutto bene, c’è solo un problemino…., bisognerebbe che rimpastassero tutta la gente,<br />

perché, è dura di comprendonio, (Ciuta allarga leggermente le mani e volge lo sguardo<br />

al cielo) ma io lo so, che il momento giusto arriverà.<br />

CIUTA: Si , quando saremo morti, morti di fame.<br />

GIOTTO: Ciutina…(esitante) bella…. sei sempre pessimista, vedrai che i tempi di magra sò finiti,<br />

io, sento positivo.<br />

CIUTA: (si alza dalla sedia e mettendosi le mani ai fianchi) Positivo?! Ma mica ciò la donna di<br />

servizio io!! Sarà!! Sarà bene che vada a lavà quei quattro piatti di ier sera… (Ciuta si<br />

zitta di colpo sa di aver detto una parola di troppo… piatti, e subito comincia a correre<br />

in tondo inseguita da Giotto…) o mio dio che ho detto… piatti!! Le sco<strong>del</strong>le, le<br />

sco<strong>del</strong>le…<br />

GIOTTO: Ma allora ci fai apposta, te mi vuoi fa diventà matto!! Lo sai, che di piatti non sopporto<br />

nulla, nemmeno la parola, e poi, mi viene subito alla mente quel piattume <strong>del</strong> Cimabue,<br />

lo sai che io vedo il mondo a tutto tondo!<br />

CIUTA: Scusa lo so, lo so, mi so sbagliata…le sco<strong>del</strong>le, le sco<strong>del</strong>le…<br />

Si spegne il quadro-tela centrale<br />

DON ESTRO: Via via… per così poco…(i due si fermano ascoltando don Estro) c’è bisogno di tutto<br />

questo scompiglio…un’ultima cosa Ciuta, ma tante volte, mica ho lasciato qui il mio<br />

cappello?<br />

CIUTA: Pensavo che lo aveste già trovato.. non vi ricordate che l’anno scorso, ritornaste dopo<br />

qualche giorno a cercarlo?<br />

DON ESTRO: E’ vero.., mah!!! Chissà che fine ha fatto?<br />

DON ESTRO: Allora figlioli, diamo la benedizione, che già si è fatto tardi (escono tutti di scena da una<br />

<strong>del</strong>le uscite laterali mentre don Estro inizia a farfugliare parole in latino: Et benedictio<br />

Dei omnipotentis: Patri set Filii et Spiritus sancti… mentre si presta a intingere il suo<br />

benedettore nell’apposito contenitore…)<br />

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Si accende il quadro-tela centrale che proietta molto velocemente una sequenza alternata, ripetuta<br />

e impercettibile di due immagini...<br />

Contemporaneamente entra veloce una figura d’uomo, è Futurista, si ferma al centro <strong>del</strong> palco<br />

muovendo freneticamente i piedi, senza parlare, con un gesto ripetuto di mano invita la sua affaticata<br />

compagna (anch’essa vestita di viola con indumenti e capelli inamidati all’indietro per le forti velocità)<br />

a seguirlo ed appena lo ha raggiunto, via, escono velocemente di scena<br />

Si spegne il quadro-tela<br />

Rientrano in scena don Estro e Lampodigi<br />

LAMPODIGI: Io quasi lo capisco. Come si fa con una moglie simile a non sentirsi piatto?<br />

DON ESTRO: Non dire malignità. Dio...che ventaccio che si è alzato. Muoviti che la faccenda è ancora<br />

lunga!!<br />

LAMPODIGI: Vengo, vengo…ma insisto …io lo capisco quel pover’uomo…<br />

Si accende il quadro-tela centrale e rimanda le immagini precedenti, questa volta, rallentate,<br />

comprensibili e alternandosi in sequenza...<br />

…subito, ancora velocemente, entra ed esce Futurista con l’ansimante compagna (leggermente<br />

staccata) che salutano don Estro e Lampodigi dicendo: Buongioooornoooo, Buongioooornoooo…<br />

mentre le parole si dissolvono gradualmente nell’aria… don Estro dice...<br />

12


DON ESTRO: Buongiorno, buongiorno, (poi rivolgendosi a Lampodigi) sembra che ai signori<br />

Futuristi, abbiano dato la carica… sicuramente, anche questo anno non riusciremo a<br />

dare loro la benedizione, vanno e vengono sempre ad una velocità supersonica, sempre<br />

con questa agitazione, frenesia… lui al tempo <strong>del</strong>la sua rivista, correva, correva sempre<br />

dietro alle gonne, ma una volta accompagnato pensavo si calmasse, invece, questa<br />

malattia l’ha attaccata a tutti...a tutti quelli che lo frequentano: Carrà, Boccioni,<br />

Severini, Russolo… e poi ora, all’allegra compagnia so che si s’è aggiunto anche il<br />

giovane Balla... un ragazzo calmo e rilassato... ma ora ci penserà Futurista a farlo<br />

ballare!!.. Io…già mi sento smarrito... poi, tutta questa frenesia, mi agita…mi stressa<br />

l’anima.<br />

LAMPODIGI: Ecco…è quello che dico anch’io, corri corri…e poi?... Perché nella vita bisogna essere<br />

così frettolosi? Eppure… lo sappiamo tutti dove andremo … nooo?<br />

DON ESTRO: Ehh, va beh!!!... Con il mio cappello avrei saputo anche risponderti…ma adesso…<br />

Si spegne il quadro-tela centrale<br />

LAMPODIGI: (subito continua...) E poi, Padre… perdi anche il contatto con la terra e non ti accorgi<br />

che stai calpestando qualche tuo simile. E poi… anche un’altra cosa… sapete dirmi<br />

perché questa benedetta piazza, si chiama piazza degli Stirati?<br />

DON ESTRO: (lo guarda smarrito come per dire: ma cosa c’entra?) Perché?!! Perché si è sempre<br />

chiamata così!!!<br />

LAMPODIGI: Banale !! C’è qualcosa che non mi quadra.<br />

DON ESTRO: Non ti quadra??!…Non ti quadra no!! Qui ti sembrano normali?<br />

Fuori campo all’improvviso si ode un grido, un angosciante grido: Aaaaaaaaaaaa…<br />

DON ESTRO: (sobbalzando) Aaaaaa, questa più che Piazza degli Stirati, mi sembra piazza degli<br />

Svitati… ora calma e calibriamo le parole, ti ricordi anno scorso?<br />

LAMPODIGI: Oh mio Dio! Espressionista!!!…qui più che la benedizione, ci vorrebbe un esorcista…<br />

comunque, povero uomo, è da sempre vissuto con le disgrazie, prima la madre, poi la<br />

sorella ed infine il padre…<br />

Entra in piazza un signore , vestito di rosso fiammante, alterna strazianti risate a tristezza si dondola<br />

freneticamente porta sottobraccio tre tele con colori forti ed immagini tristi e che appena inizia a<br />

parlare posa per terra<br />

In scena 1 personaggio:<br />

Espressionista: un uomo devastato dall’angoscia e dalla depressione vestito di rosso fiammante<br />

ESPRESSIONISTA: (atteggiamento da squilibrato) Venite a prendermi, spiriti maligni, dal mio corpo<br />

in putrefazione nasceranno dei fiori, ed io sarò dentro di loro…questa è l’eternità.<br />

DON ESTRO: (Lampodigi attonito rimane impalato e timoroso sulla porta) C’è tempo, c’è tempo<br />

signor Espressionista… veramente noi siamo qui come un vento gioioso di primavera e<br />

di benedizione (Espressionista non ascolta le parole <strong>del</strong> <strong>prete</strong> ma subito si rivolge<br />

puntando il dito a Lampodigi).<br />

13


Si accende il quadro-tela con l’immagine…<br />

ESPRESSIONISTA: E tu!!! Che conservi la stessa espressione <strong>del</strong>la mia “Fanciulla malata”, e che<br />

alterna angoscia a desolazione, nella quieta disperazione, davanti al dissolversi <strong>del</strong>la<br />

propria vita…<br />

DON ESTRO: Su, su mia cara pecorella, cerchiamo di vedere la vita da un’altra angolazione,<br />

(Espressionista smette di dondolarsi e và di corsa verso un angolo <strong>del</strong>la piazza<br />

bloccandosi in piedi, fermo e assente, il <strong>prete</strong> un po’ sbalordito continua...turandosi il<br />

naso) anche il vostro corpo, avrebbe bisogno di una rinfrescatina…i vostri vestiti con<br />

un po’ di caldo colore, pastello naturalmente, e poi, questi quadri che vi portate<br />

appresso!!! Sostituiteli con un bel fresco paesaggio, una marina… o che sò io, una gaia<br />

festa paesana... (subito Espressionista interviene muovendosi…)<br />

ESPRESSIONISTA: Camminavo sulla strada, il sole tramontava, ero sul ponte in compagnia di due<br />

amici, fui invaso dalla malinconia, il cielo divenne improvvisamente rosso, rosso<br />

sangue. Mi arrestai. Rimasi là, tremando di paura, e sentivo come un grande<br />

interminabile “Urlo” che attraversava la natura (Espressionista emette ancora uno<br />

straziante grido) Aaaaaaaaaaa, (poi si blocca tremante, Lampodigi si nasconde in un<br />

angolo <strong>del</strong>la piazza mentre Don Estro prende il suo benedettore e cerca, dominando la<br />

tensione, di dar la benedizione al pover’uomo farfugliando alla meno peggio parole in<br />

latino ma don Estro sbaglia formula e pronuncia il rituale <strong>del</strong>l’estrema unzione…).<br />

DON ESTRO: Per istam sanctam Unctionem et suam…(interviene subito Lampodigi che dice…)<br />

LAMPODIGI: Don Estro!! Don Estro… ma questa è l’estrema unzione!!!<br />

DON ESTRO: Hai ragione… la tensione mi sale… mi sento un pò confuso (subito riformula il rituale<br />

<strong>del</strong>la benedizione…) Et benedictio Dei omnipotentis: Patri et Filii et Spiritus sancti<br />

descendat super vos et maneat sempre… ( Espressionista pian piano si avvicina a don<br />

Estro che sconvolto dice...).<br />

Si spegne il quadro-tela centrale<br />

DON ESTRO: Bene!!! bene allora noi andiamo (Espressionista si aggrappa in gin<strong>occhio</strong> alla tonaca<br />

<strong>del</strong> <strong>prete</strong> e sempre in preda ai suoi <strong>del</strong>iri dice…).<br />

ESPRESSIONISTA: Prendetemi e portatemi con voi, spiriti maligni e malvagi, venditori di fumo, per il<br />

lungo viaggio, nell’eternità… (don Estro si dimena come può mentre Espressionista in<br />

preda all’ira cade steso a terra tremando e tenendo per qualche attimo la mano alzata<br />

in direzione <strong>del</strong> <strong>prete</strong> per poi stremare svenuto).<br />

DON ESTRO: (guardando verso l’alto) Altissimo!! Questa pecorella altro che smarrita, mi sembra che<br />

mai si sia trovata, illuminatela voi… mandategli un angelo, o almeno un puttino…<br />

14


Come in precedenza si accende il quadro-tela centrale con sequenza di due immagini che scorrono<br />

veloci e impercettibili...<br />

Passa solo e di nuovo velocemente Futurista e dice, alzando una mano: Don EEEEEEEstroooooo e se<br />

ne va<br />

DON ESTRO: (esclama) Si, si!!…Avanti tuuttaa…<br />

Si spegne il quadro-tela centrale<br />

LAMPODIGI: (riferendosi a Espressionista) Certo gli avete dato una bella benedizione!! Era<br />

davvero… vento di estrema unzione...<br />

DON ESTRO: Non fare <strong>del</strong>lo spirito…senti respira ancora…su su, entriamo e .mettiamolo a letto. (i due<br />

scompaiono dietro una <strong>del</strong>le aperture laterali trascinando il corpo)<br />

La scena è vuota da una <strong>del</strong>le aperture laterali entrano due nuovi personaggi…<br />

In scena 2 personaggi:<br />

Teeny: una signora di bell’aspetto elegante e <strong>del</strong>icata con qualche annetto vestita in lungo con su<br />

attaccati tanti oggetti d’uso di varie dimensioni da più grandi a più piccoli.<br />

Dadaista: magro e di media altezza un po’ affaticato dalla malattia renale e stanco <strong>del</strong> lavoro, vestito<br />

da Rrose Selavy (alterna gesti femminili a quelli rudi e forti maschili) anche lui con sù attaccati alcuni<br />

oggetti d’uso, ha in mano una scacchiera e nell’altra un sacchetto con gli scacchi.<br />

15


S’illumina il quadro-tela centrale con l’immagine...<br />

TEENY: Dadaista, non puoi vestirti così, tu che sei sempre impeccabile e anche dongiovanni…<br />

DADAISTA: Ooooh Teeny, dongiovanni ora…!! Lo sai, è solo un mio immaginario personaggio, e<br />

poi l’ho promesso al mio amico Ray… deve farmi <strong>del</strong>le foto, e io… devo interpretare<br />

(in modo fiero scandisce nome e cognome) Rrose Selavy… lo sai che non posso dirgli<br />

di no, con tutti i piaceri che mi ha fatto!!! E poi…è così entusiasta di questa mia<br />

trovata…allora?! Vuoi giocare o no?<br />

TEENY: Uhhh (spallucciata)!!..Rose, rose... mi sembri un ortica vestito così ...<br />

DADAISTA: Teeny!!!…giochi o no!<br />

TEENY: No che non gioco!!… Ho finito di giocare ieri quando tu e quel perditempo <strong>del</strong> tuo<br />

amico mi avete fatto scendere le scale per mille volte (esclama)…” Nudo che scende le<br />

scale” e dio sa perché!! Questa è proprio una fissa...e a quale fine, solo per farmi<br />

prendere un raffreddore… sei contento ora? Faresti meglio a metterti in testa di<br />

ricominciare a lavorare come facevi una volta, senza fare il buffone e falla finita di<br />

perdere tempo sempre con questi scacchi!!. Parliamo,dobbiamo trovare una soluzione !!<br />

DADAISTA: Una soluzione? Ma non c’è il problema!! Quindi non c’è soluzione senza il problema...<br />

TEENY: Bene, allora caro Dadaista vedremo se non c’è il problema… non ho intenzione di<br />

continuare a mantenerti per altro tempo (rientra indignata)<br />

DADAISTA: Vediamo un po’, tra due mesi ci sono le olimpiadi degli scacchi …ed io non trovo<br />

nessuno per allenarmi (si mette seduto di fronte al tavolo e inizia a montare gli scacchi<br />

sulla scacchiera)<br />

Entra Egisto un uomo di mezza età vestito in modo classico e completamente di marrone. Attraversa<br />

velocemente la piazza ma viene fermato…<br />

DADAISTA: Dove andate così di corsa sig. Egisto?<br />

EGISTO: Dite a me?<br />

DADAISTA: Vi sembra di vedere altri in questa grigia e monotona piazza?<br />

EGISTO: Caro Dadaista … o dovrei dire cara…(Dadaista fa una spallucciata) vi ricordo che è<br />

un mese che non ci rivolgiamo parola …e tutto per colpa vostra.<br />

DADAISTA: Su suvvia… che ne dite di una partita per rappacificare gli animi e dimenticare i<br />

problemi?<br />

EGISTO: I problemi? I problemi li avete creati voi…. non sopportate mio figlio Concettualista!<br />

DADAISTA: Questo non è vero… anzi mi è molto simpatico …così carino con quei palloncini e con<br />

le sue linee lunghe lunghe lunghe, il mio caro Concettualista…ma sedetevi Egisto...<br />

16


EGISTO: No… devo andare a prendere mia moglie che è andata a trovare sua madre…sarà per<br />

un’altra volta …se ci sarà.... (sta per uscire)<br />

DADAISTA: Dite a Concettualista di non aggirarsi notte tempo in questa piazza … occhi curiosi<br />

potrebbero fare la spia. (guarda uscire Egisto contrariato e si dedica di nuovo alla<br />

scacchiera. Intanto entrano in scena Don Estro e Lampodigi e Dadaista dice...)<br />

Buongiorno carissimi, come vola il tempo…è già passato un anno dall’ultima volta (i<br />

due rispondono al buongiorno e subito don Estro prende la parola…)<br />

DON ESTRO: Oh Dadaista ma come mai questo abbigliamento!! Voi!!…Così galletto!!<br />

DADAISTA: (subito) Stamattina, dopo aver cantato il mio chicchiricchi, mi sono messo la prima<br />

cosa che mi è capitata per mano…. e, non era la mia.<br />

DON ESTRO: Mah!! si si!!!… Certo, che se non fosse per questa santa benedizione, non ci vedremmo<br />

mai…fatevi vedere di tanto in tanto in parrocchia…<br />

DADAISTA: Sante parole, ma credetemi, con la raccolta dei miei oggetti d’uso, si parte al mattino e<br />

si ritorna a notte fonda… al contrario di come dice mia moglie…almeno, qualche anno<br />

fa… giocavo solo a scacchi… ed ero molto più bravo. Voi come ve la cavate?<br />

DON ESTRO: Bene, a parte qualche acciacco dovuto all’età.<br />

DADAISTA: Dicevo a scacchi!!<br />

LAMPODIGI: Non riconosce un’alfiere da un re.. sapete… io sarei onorato di fare una partita con un<br />

campione come voi.<br />

DADAISTA: Ma allora, sedetevi… vediamo cosa sapete fare. (Lampodigi si siede e cominciano<br />

giocare)<br />

DON ESTRO: Scusate caro Dadaista, ma voi, che trattate tutti questi oggetti.. queste cianfrusaglie, ma<br />

mica per caso, vi è capitato di vedere il mio cappello??<br />

DADAISTA: No , nulla di questo…mi ricordo, che a suo tempo mi avevate telefonato, ma non<br />

dubitate che se lo rintraccio vi farò sapere!! (rivolgendosi a Lampodigi) Mi avete già<br />

messo in difficoltà con questa mossa …ma io ne scappo immediatamente e vi metto nei<br />

guai. (rivolgendosi a don Estro) Io, se fossi in voi darei un occhiatina a casa di<br />

Concettualista.... Concettualista di nome e di fatto...è una piccola peste quel ragazzo.<br />

(rivolgendosi a Lampodigi) Ma lo sapete Lampodigi che siete bravino?<br />

DON ESTRO: Mah.. cosa volevate dire prima?? Dove volevate arrivare???...<br />

DADAISTA: Vengo al dunque…a casa sua, circa un mese e mezzo fa , mi era sembrato di vedere<br />

attaccato ad un mobile, un pezzo <strong>del</strong> vostro cappello…(rivolgendosi a Lampodigi)<br />

scacco! (rivolgendosi a don Estro) poi ho guardato bene, e mi sono accorto che era tutt'<br />

altra cosa…infatti, era un striscia con su una linea lunga…. anzi lunghissima….<br />

arrotolata!!!<br />

DON ESTRO: (tira un sospiro di sollievo) Uhh! Meglio così… se capita in certe mani, davvero che<br />

perdo le speranze e non lo recupero più.<br />

DADAISTA: Ma sono sicuro che qualcosa nasconde, la piccola peste.. (rivolgendosi a Lampodigi)<br />

Scacco matto. Caro Lampodigi, hai perso.<br />

(mentre guarda affascinato e con attenzione il benedettore che il <strong>prete</strong> impugna nella<br />

mano e subito…) Don Estro, mi dovreste fare un gran piacere, ma, dalla vostra “Ditta”,<br />

quella che ha la Sede a Roma, non vi potreste far mandare un recipiente, con un<br />

benedettore in più?? Ve lo pago, naturalmente…mi sembra un oggettino interessante,<br />

che mi manca.<br />

DON ESTRO: E’ no, c’è il carico e lo scarico, li mandano contati, e poi, con questi tempi di magra…<br />

LAMPODIGI: (che seguiva tutto con grande interesse) Interessante!! Oggetti d’uso!!!…<br />

Entra in scena Teeny ha in mano un orinatoio con ruote, di quelli da appendere al muro<br />

TEENY: Bene, allora cominciamo da questo…rifiuti speciali. Buongiorno don Estro, buongiorno<br />

Lampodigi… scusate ma abbiamo i magazzini pieni di cianfrusaglie…questa, è<br />

diventata una mania di Dadaista, non è più un lavoro . Ditelo anche voi. (subito<br />

interviene don Estro)<br />

17


DON ESTRO: Non so…(cambia discorso) devo dire però, che con i vostri problemucci di reni ora<br />

state meglio… da quando poi avete accettato di mettervi il pannolone, anche l’orinatoio<br />

è solo un ricordo… vedete, è diventato un monumento...che ne pensate Dadaista potete<br />

farne a meno?<br />

TEENY: Ma certo che ne fa a meno.. altrimenti ci si trova seduto sopra...fuori di casa.<br />

DADAISTA: Mi sono costretto a contraddirmi più volte per evitare di conformare i miei stessi gusti.<br />

Che venga regalato al Museo Comunale (dolorante) forse qualcuno ne potrà fare buon<br />

uso.<br />

LAMPODIGI: Ripensateci Dadaista… mi sembrate un’anima in pena.<br />

DADAISTA: No...è solo che ho un’urgente bisogno da sbrigare…stamani ho dimenticato il<br />

pannolone (si avvia)<br />

Si spegne il quadro-tela centrale<br />

DON ESTRO: Io invece ho una pena nell’anima… con tutte queste scale . Andiamo su a benedire la<br />

casa. Ci vorrebbe una bombola di ossigeno…per chi non è abituato, si rischia di<br />

lasciarci la pelle. In nome de patris de fili et spiritus santus…<br />

Tutti rientrano, la scena rimane vuota.<br />

Entrano due personaggi: Rosa, vestita completamente di color rosa una donna di media altezza<br />

proporzionata e ben fatta porta in una mano una pennellessa macchiata e intinta <strong>del</strong> color rosa e<br />

dall’altra una borsetta anch’essa rosa, Bluastro, un normotipo vestito completamente di color blu<br />

ROSA: (arrabbiata) Per me è un periodo cupo e vedrai Bluastro!! Verranno anche per te tempi<br />

duri. L’hai fatta grossa!!<br />

BLUASTRO: Ma Rosina cara… cosa c’è? In fondo, cosa ho fatto!!<br />

ROSA: Cosa c’èèèè? Libertino di un Bluastro, mi stai tradendo con quel cubo di donna, e mi<br />

racconti invece che vai a tinteggiare in parrocchia da don Estro…non ti vergogni…<br />

blasfemo<br />

BLUASTRO: Tradimento!!! Blasfemo? Ma sei fissata!! Io... ero da don Estro… e chiuso dentro<br />

ROSA: Ahhh!!! Neghi, neghi anche l’evidenza…(entra e passa velocemente Futurista e<br />

dice…)<br />

FUTURISTA: Vieni Bluastroooooo (come sempre le sue parole passando veloci si disperdono<br />

gradualmente nell’aria)<br />

BLUASTRO: Futurista!!!…Venirti dietro è una parola, sei come una saetta, un fulmine a ciel<br />

sereno… (poi guarda Rosa e dice…) se fossi come lui …non mi staresti sempre dietro<br />

col fiato sul collo (guarda dalla parte dove è uscito Futurista poi guarda Rosa e<br />

dice…) io comunque… ci provo (scappa di corsa ed esce di scena dalla parte di<br />

Futurista)<br />

ROSA: Ah si!! Sbiadito di un Bluastro…questa volta ti riformo…!!! (lo segue di corsa con il<br />

pennello alzato)<br />

La scena è vuota<br />

Una figura furtiva vestita con calzamaglia bianca che copre anche il volto e lascia scoperti solo gli<br />

occhi entra nella piazza con il cappello nero da <strong>prete</strong> in testa, si avvicina all’uscita laterale dove sono<br />

andati don Estro e Dadaista e origlia, si sente aprire una porta.<br />

DON ESTRO: (fuori campo) Se mi trovate il cappello, vedo se posso fare in modo da procurarvi<br />

quest’oggettino che vi piace tanto.<br />

18


DADAISTA: (fuori campo si sente una porta aprirsi e le voci) Vedrò di accontentarvi…ma ora<br />

scusate don Estro, ora devo finire di sistemarmi e andare dal mio amico perchè<br />

dobbiamo fare queste benedette foto, anche perché… mi sono un po’ stufato di stare<br />

con questi vestiti, e poi…non vorrei che qualcuno pensasse che ho cambiato<br />

parrocchia…(si salutano, si sente chiudere la porta e i due che iniziano a scendere le<br />

tante e ripide scale)<br />

La figura esce dalla piazza con risatine di soddisfazione.<br />

Inizia un sottofondo musicale o nenia di Cubista accompagnata da un suono di chitarra un po’<br />

scordata, che si ripete: francisco de paulajuan diego josè maria de los rimedio cipriano martir patricio<br />

clito ruiz de la santisima trinitad y Pissoca baloooop… e che ricomincia all’infinito…<br />

Entrano in scena due personaggi in costume Spagnolo che portano e depositano al centro <strong>del</strong>la piazza<br />

un grosso cubo a mò di baule, una sedia capovolta ed un vaso con fiori a testa in giù ed escono. Intanto<br />

due personaggi entrano con sedia e si mettono a sedere rivolti al pubblico, con il cubo alle spalle.<br />

Sempre la nenia incalza.<br />

In scena 2 personaggi:<br />

Maria – media statura, determinata ma momentaneamente avvilita e preoccupata per il figlio Cubista, il<br />

vestiario è sotto-sopra non si sa qual’ è il capo e qual’ è la coda<br />

Josè - un uomo normale, completamente calvo e barba incolta anch’esso preoccupato <strong>del</strong> figlio il suo<br />

vestiario ha le stesse caratteristiche <strong>del</strong>la moglie Maria<br />

MARIA: Allora, Jose’ come và,<br />

JOSE’: Sempre peggio, sempre peggio e tu Maria.<br />

MARIA: Sempre peggio, sempre peggio<br />

S’illumina il quadro-tela centrale con l’immagine…<br />

JOSE’: Ma non lo senti!!! (indicando la nenia fuori campo) Non lo senti il nostro figlio<br />

Cubista…ora… mi ha detto di guardarlo da un’altra prospettiva e si è messo tutto<br />

contorto sotto una sedia…e tutto il giorno così…con questa cantilena esasperante mi<br />

sembra un “Arlecchino musicista” …io… con questo figliolo non so più che pesci<br />

prendere.<br />

MARIA: E poi!!.. E poi… da quando ha conosciuto quella Kokolova, ecco, basta dire il nome,<br />

(scandisce lettera per lettera) la K O K O L O V A… non ci si ragiona più.<br />

JOSE’: Ma chi è, questa Kokolova?..(lei lo guarda male) si, io lo so chi è …ma loro no!<br />

(indicando verso il pubblico)<br />

19


MARIA: E’ la disperazione <strong>del</strong>la nostra famiglia, è una contorsionista cubista che lavora giù…<br />

in via <strong>del</strong> Biscumo…e al nostro piccolo Cubino, l’ha fatto bere il cervello…lui, ora<br />

vede tutte le cose a rovescio…guardate (indica la sedia rovesciata sotto-sopra), quella<br />

è la sedia dove ora mangia, e i fiori…ce li ha regalati, per il nostro 25° anniversario di<br />

matrimonio…a testa in giù… dice, che son sempre fiori da guardare con un ottica<br />

diversa.<br />

JOSE’: Il suo cervello, il suo cervello è da guardare con un ottica diversa.<br />

Si sente una musica tipo quella dei pifferi per serpenti a sonagli. I due si girano verso il cubo. Dal cubo<br />

esce sdoppiandosi una contorsionista che alla fine rimane ferma in piedi (in calzamaglia, bella, alta,<br />

discreta donna)<br />

I due si alzano dalle sedie e girano intorno alla ballerina.<br />

INSIEME: La K O K O L O V A!!!.<br />

JOSE’: Ora è tutto chiaro. Ecco perché anche lui è tutto sotto sopra!!!…Vuole essere in<br />

sintonia con lei...di nome e di fatto!!!<br />

MARIA: Ma come è possibile, che uno, perché conosce una contorsionista, si trasformi così? Ma<br />

allora, se conosceva una macellaia, ci faceva tutti a fettine!!.. (con la mano fa il gesto di<br />

affettare)<br />

JOSE’: Ma allora!! E’ diventato così per amore?<br />

MARIA: (mettendosi la testa tra le mani) Si si!!…Amore amaro, amaro amore (continua la nenia<br />

<strong>del</strong> giovane Cubista)<br />

JOSE’: Non se ne può più.<br />

In questo momento entrano, dopo aver sceso le tante scale, Don Estro e Lampodigi.<br />

MARIA: Don Estro… voi, voi che con il vostro carisma sapete prender le persone per il verso <strong>del</strong><br />

pelo, provate voi a parlare con questa signorina Kokolova, è la contorsionista, la<br />

ballerina, quella per cui il nostro figlio Cubista ha perso la testa…persuadetela a<br />

desistere, a lasciar perdere, vedete voi di che pasta è fatta.<br />

DON ESTRO: Eh!!… Così all’improvviso!! Buongiorno prima di tutto!! (rispondono al buongiorno)<br />

Fatemi ristabilire... con queste scale, in salita manca il fiato… ma in discesa… i<br />

crampi… (toccandosi un polpaccio) va beh!! Ho afferrato il problema… proverò,<br />

proverò per il verso <strong>del</strong> pelo… per quanto posso… certo, che calarmi nel covo <strong>del</strong>la<br />

lussuria, non è cosa da poco, ma proverò a capire, e casomai, a redimere questa<br />

pecorella smarrita.<br />

MARIA: Grazie, grazie don Estro dateci una mano ….noi ci avvantaggiamo a casa per la<br />

benedizione … e soffermatevi sul nostro adorato Cubista, noi non sappiamo più cosa<br />

fare… e che il signore, vi illumini!! (i due escono, la nenia <strong>del</strong> giovane Cubista si<br />

attenua sino a scomparire)<br />

Si spegne il quadro-tela centrale<br />

In scena sono rimasti don Estro, Lampodigi e la Kokolova. C’e’ imbarazzo.<br />

DON ESTRO: (a voce forte mentre Maria e Josè sono usciti di scena ma i due non sentono e non<br />

rispondono) Ecco, a proposito d’illuminazione… (passandosi la mano sulla testa), ma<br />

mica avete trovato il mio cappello?<br />

KOKOLOVA: Ma don Estro …come…. non lo avete più trovato?<br />

DON ESTRO: Eh no! Altrimenti non lo chiedevo…mah!! Ma voi scusate!!! Che ne sapete!!! Ne<br />

sapete qualcosa? Già… voi siete pecorelle smarrite ..ma nel lungo peregrinare potete<br />

aver sentito qualcosa, o meglio.. visto qualcosa.<br />

20


KOKOLOVA: Veramente qualche novità ce l’avrei … ma non so …. se posso dirla …è stata una<br />

confessione… ohh, pardon, scusate…una confidenza… una confidenza <strong>del</strong>la mia amica<br />

Anul <strong>del</strong> Ciarodvovi.<br />

DON ESTRO: Anul!!?... (don Estro attonito non capisce) Kokolova cara, vi scuso, vi scuso.. ma ditemi<br />

…cosa sapete! Ditemi!!! Ditemi…non capite che sono disperato senza il mio cappello?<br />

Entra in scena ansimante Bluastro, lì per lì non osserva e non riconosce la Kokolova, seguito alcuni<br />

passi indietro da Rosa, Bluastro si precipita subito verso l’orecchio di don Estro e dice…<br />

BLUASTRO: Vi ho trovato finalmente, non sapete cosa m’è successo, vi cercavo… (don Estro non ci<br />

capisce più nulla, guarda Bluastro e lo ascolta) stamani io ero da voi in<br />

canonica…chiuso, capito? C h i u s o.... ( poi si accorge <strong>del</strong>la presenza <strong>del</strong>la cubista)<br />

E tu? E tu sei cosciente di quanti guai mi stai procurando? Vuoi capire che siamo in<br />

un piccolo paese e la gente mormora? E le voci corrono!! E poi… per cosa?... (subito<br />

Rosa dice..)<br />

ROSA: Ahh traditore, per cosa?…Vedi che avevo ragione? Vi conoscete!!! Vi vedete!!!...<br />

BLUASTRO: (Alza le mani al cielo) Rosina cara… cara!! Macchè ragione!!! Macchè vedete!!! E’ tutto<br />

un frainteso... (cerca l’approvazione di don Estro che è sempre più confuso) non è vero<br />

don Estro? (Don Estro dice Mahh!!! e Bluastro alza una mano come per salutare<br />

Futurista fuori scena e dice) Futurista… Futurista… scusate una parola..(esce di corsa<br />

di scena)<br />

KOKOLOVA: Bluastro, Bluastroooo vengo anch’iooo! (esce di corsa seguendolo)<br />

ROSA: Ahh!!! Va anche lei, ora ho le prove, ora vi rimo<strong>del</strong>lo io…vi rimpasto tutti e<br />

due…compreso il cubo (esce di corsa seguendo i due con il pennello tinto di rosa).<br />

DON ESTRO: (a voce alta non capendoci più nulla dice…) Signorina… signorina Kokolova…<br />

ricordatevi, ricordatevi che mi dovete dire quella cosa… vi aspetto, vi aspetto…<br />

LAMPODIGI: Eh!!... Eh don Estro… non mi sembra opportuno.<br />

DON ESTRO: E’ vero! E’ vero!! Contegno, contegno… cosa mi sta succedendo? E poi… Altissimo<br />

(rivolgendo lo sguardo al cielo) non diciamo nulla al giovane Cubista. Non ci capisco<br />

più niente… che giornata…che giornata…è proprio la settimana di passione.<br />

LAMPODIGI: (rivolgendosi al pubblico) Credetemi!!… Per il momento è meglio… molto meglio<br />

chiudere qui. Noi…nel frattempo andiamo a benedire… dai signori Cubisti<br />

naturalmente.<br />

Fine 1° tempo<br />

21


2° TEMPO<br />

Si apre il sipario, la solita piazza che si presenta vuota, luci spente che molto gradualmente si alzano.<br />

Contemporaneamente s’illumina il quadro-tela centrale con l’immagine... (l’immagine è a bassa<br />

risoluzione perché risulti volutamente sfocata)<br />

Entrano in scena vari personaggi accompagnati da un leggero sottofondo musicale, la nenia di Cubista<br />

ESPRESSIONISTA: (entra e chiede al venditore che lo segue) Hai da vendere un cappello di<br />

pannolenci nero?<br />

VENDITORE: (con un paniere di cianfrusaglie ed una borsa rigonfia e chiusa è vestito da straccione)<br />

No!! Non vendo niente… lasciami andare.<br />

ESPRESSIONISTA: Lo stò cercando da tre anni e intanto… non sono più stato capace di far<br />

niente.<br />

GIOTTO: (entra) Ehi voi!! Fermi cosa state tramando …. gli stai vendendo il cappello che mi hai<br />

rubato??... Da quando me l’hai rubato tutto sta andando a rotoli.<br />

VENDITORE: Non ho rubato nessun cappello e tanto meno uno di così poco valore….<br />

DADAISTA: (entra) Lo dici te che non vale niente, altrimenti don Estro non lo starebbe cercando<br />

con tanto fervore.<br />

GIOTTO: Ma cosa ci farà poi con il cappello… non è mica come noi<br />

ESPRESSIONISTA: Già ..è vero, cosa ci farà…non avrà intenzione di trovarlo solo perché vuole<br />

nascondercelo?<br />

DADAISTA: E’ un conservatore...(rivolgendosi ai due) e certe cose non le può capire.. ma ha il<br />

privilegio di ascoltare le confessioni e quindi sa molto ma molto più di noi…(si rivolge<br />

al venditore) quando ti sei confessato per l’ultima volta!<br />

VENDITORE: vediamo , sono passato a comunione 20 anni fa…allora sono 19 anni e 11 mesi.<br />

ESPRESSIONISTA: Stai scherzando?! Ci stai raccontando fandonie!!! …<br />

GIOTTO: Per chi ci hai preso... per degli sprovveduti? Cos’hai nella borsa!?<br />

VENDITORE: Niente ...qualche cianfrusaglia ...<br />

DADAISTA: E vieni a venderle a chi è già pieno di cianfrusaglie?<br />

VENDITORE: Ho già detto che non vendo niente.<br />

DADAISTA: Non mi sembra logico.. per me è un bugiardo, una spia di don Estro venuta qui per<br />

sapere se ne avevamo qualcuno di riserva. Noi tutti sappiamo che non può esistere un<br />

cappello di riserva di tal valore…con sopra l’<strong>occhio</strong>!<br />

GIOTTO: Bene, allora sequestriamo e perquisiamo la sua borsa...<br />

VENDITORE: No vi prego, non fatemi <strong>del</strong> male … don Estro! don Estro! Vogliono rubarmi il cappello<br />

che mi sono procurato per voi!<br />

22


ESPRESSIONISTA: Ah allora è così! Dai apriamo la borsa!<br />

FUTURISTA: (entra) Don Eeeestro.. vi cercano! (entra ed esce velocemente)<br />

DON ESTRO: (entra seguito da Lampodigi e rivolgendosi al venditore dice…) Ma cosa stai dicendo<br />

…io ti avrei commissionato di rubare il cappello a questi signori… e la Kokolova e<br />

Cubista e la mia tenera Cromatina. Domani, vieni subito a confessarti.<br />

VENDITORE: Ma …don Estro!...<br />

GIOTTO: (si è impossessato <strong>del</strong>la borsa e rovista dentro) Eccolo …l’ho trovato!<br />

VENDITORE: (impaurito scappa esce di scena)<br />

DON ESTRO: Mio Dio ..ma quanto è brutto! Non vedete com’è conciato?… Il mio cappellino… E<br />

tutto questo trambusto per un simile oggetto… e l’<strong>occhio</strong>?<br />

DADAISTA: Bene!!! Allora vediamo quanto veramente vale per voi (prende le forbici e comincia a<br />

tagliarlo).<br />

DON ESTRO: No vi prego, vi prego… non sapete cosa state facendo (va a sedersi con la testa tra le<br />

mani reclinata sul tavolo e lì rimane).<br />

ESPRESSIONISTA: Era insignificante eh??<br />

Si spegne il quadro-tela centrale<br />

Tutti escono, le luci si abbuiano c’è don Estro reclinato sul tavolo e nel buio si sente solo il suo lamento.<br />

Su le luci entra Lampodigi.<br />

LAMPODIGI: Don Estro…don Estro!!! Cosa avete?? Svegliatevi per favore!!!<br />

DON ESTRO: Che incubo…Lampodigi, che incubo… Ma cosa è successo?<br />

LAMPODIGI: Nulla, nulla, vi siete appisolato. E’ stata una giornata faticosa e ci sono state troppe<br />

emozioni.<br />

DON ESTRO: Volevano farlo a pezzi .. capisci ?<br />

LAMPODIGI: Ma che cosa?<br />

DON ESTRO: Ma il mio cappello ! Mi sto perdendo ….sto sprofondando all’inferno.<br />

LAMPODIGI: Su su non è accaduto nulla, ricomponetevi e rimettiamoci a lavoro, così finiamo il giro<br />

con queste benedette benedizioni.<br />

Don Estro si alza dalla sedia frastornato e si ricompone al meglio... in quel momento entrano nella<br />

piazza tre nuovi personaggi.<br />

In scena 3 personaggi:<br />

Spazialista: aitante galantuomo, distinto, vissuto da sempre negli agi anche se, momentaneamente come<br />

lui ribadisce, in disagio, il suo vestiario con buchi e strappi aperti, ha un piccolo difetto di pronuncia<br />

sostituisce la lettera V alla R<br />

Anziana signora: madre di Spazialista assente e consumata dal male anch’essa con vestiti bucati e<br />

strappati, un po’ claudicante, porta un bastone per sostenersi batte incessantemente la mano sinistra<br />

sulla gamba<br />

Astrattista: parla con accento americano, il vestito chiaro è completamente schizzato con tanti e<br />

variopinti colori, già alticcio di mattina porta in una mano dei pennelli e dall’altra una bottiglia mezza<br />

vuota<br />

23


S’illumina il quadro-tela centrale alternando due immagini... (la prima in alto quando parla<br />

Spazialista quella in basso quando parla o si parla di Astrattista)<br />

SPAZIALISTA: Avanti dispevato …<br />

ASTRATTISTA: Gocce, gocce e schizzi di materia (si sdraia a terra borbottando in preda ai fumi<br />

<strong>del</strong>l’alcool).<br />

DON ESTRO: Buongiorno sig. Spazialista, buongiorno Sig.ra (la donna né risponde né si cura dei<br />

due e continua incessantemente con la testa tremolante a battere la mano sinistra sulla<br />

gamba) siamo in giro per la benedizione <strong>del</strong>le case e mancherebbe la vostra all’appello.<br />

SPAZIALISTA: Buongivno miei cavi amici, …scusate, se momentaneamente non vi posso viceveve in<br />

casa, ma le incontvollate avvevsità <strong>del</strong>la vita mi costvingono a ciò. Dovete sapeve che<br />

momentaneamente, abbiamo anche affittata pavte <strong>del</strong>la dimova… a questo estvoso.. ma<br />

vedete… puvtvoppo disovdinato, e costantemente ubviaco di nome Astvattista, anche il<br />

nome la dice lunga… e poi, non paga…stravagante.<br />

DON ESTRO: Ma chi è, chi è questo stravagante Astrattista, e cosa fa?<br />

SPAZIALISTA: Un imbianchino, un imbianchino schizzatove amevicano, e senza fissa dimova…sapete<br />

ha tvasfovmato il mio alloggio, momentaneamente s’intende, in un labovatovio<br />

inguavdabile.<br />

DON ESTRO: Ma perché ha tutti questi schizzi di colore addosso?<br />

SPAZIALISTA: Dice, che pvima di andave dal cliente, deve fave le pvove di colove… e gocciola… e<br />

schizza, a destva e a manca…stvavagante, stvavagante…(in quel mentre Astrattista<br />

pronuncia frasi impastate dai fumi <strong>del</strong>l’alcool…)<br />

ASTRATTISTA: (ubriaco e disteso a terra alza una mano come per benedire e dice con un accento<br />

americanizzante ) Gocce, gocce e schizzi di materia, invadono la mia mente…i miei<br />

muri…le mie opere…il colore si fonde, si amalgama, la gestualità <strong>del</strong> gesto, nella più<br />

completa armoniaaaaa (si gira per terra e continua a russare pasteggiando tra la bocca<br />

il nulla).<br />

SPAZIALISTA: Stvavagante, stvavagante…<br />

DON ESTRO: (influenzato dal difetto di pronuncia anche don Estro dice due parole sostituendo la V<br />

alla R per poi subito riprendersi) Stvavagante coloratove… ohh mi scusi… ma se tutti i<br />

giorni è messo così…le pareti <strong>del</strong> cliente, rimangono sempre bianche…comunque su …<br />

sig. Spazialista, non perdiamoci d’animo, ancoriamoci alla grazia <strong>del</strong>l’Altissimo (volge<br />

lo sguardo al cielo)…<br />

24


SPAZIALISTA: Ancovatissimo, ancovatissimo (alzando una mano e gli occhi al cielo poi subito…) ma<br />

qui siamo vidotti a spazi da galeotti, e pensave che i nostvi spazi evano<br />

infiniti…quando sguazzavamo in quella bagnavuola di famiglia… la fontanella, la<br />

fontanella di Tvevi, che a Voma, anche il Comune…quel can di un can, ci ha<br />

pignovato. Pensate…ova, nella mia dimova mi hanno muvato anche la finestva… e<br />

pev vedeve un po’ di luce, ed andave oltve, mi devo avvangiave…uno stvappo qua, un<br />

buco là…anche pev la mia poveva, e anziana madve… (don Estro e Lampodigi<br />

annuiscono mentre Astrattista si muove e farfuglia parole tipo: casualità, luce, colore,<br />

sprazzi e schizzi).<br />

DON ESTRO: Si si... capisco, capisco…se volete, sig. Spazialista, per rimpinguare le vostra<br />

situazione…s’intende, e se ciò non vi disturba…ho sentito dire che in Comune stanno<br />

facendo un nuovo piano… assumono <strong>del</strong> personale addetto alla nettezza urbana, se<br />

volete io…(subito viene interrotto dal sig. Spazialista)<br />

SPAZIALISTA:Pevdonatemi don Estvo, abbandoniamo questo piano…dedicavmi ad escvementi<br />

umani, mai, mai e poi mai…muoviamoci non su nuovi piani, ma su nuovi spazi, il mio<br />

concetto è... spaziale!!! …Caso mai, un posto di Sindaco, al limite Assessove…<br />

DON ESTRO: Certo!! Certo (fa finta di capire) ho capito…comunque sig. Spazialista, se avete<br />

bisogno di qualsiasi cosa, noi <strong>del</strong>la parrocchia siamo sempre a disposizione, anche per<br />

l’anziana signora…bene, come procediamo per la benedizione?<br />

SPAZIALISTA: Senza tante cevimonie…quasi distvattamente…è supevstiziosa.<br />

DON ESTRO: Chi?<br />

SPAZIALISTA: Come chi? Una benedizione mette sempve ansia. Eppoi, fatta così pev stvada, sa tanto<br />

di estvema unzione.<br />

DON ESTRO: Estrema unzione… a chi (alzando la voce) ?<br />

SPAZIALISTA: Ssshhh, potvebbe sentivvi!!! (lo gira) E’ sovda si ..ma sa leggeve dalle labbva . Se<br />

sospetta che la volete benedive…<br />

DON ESTRO: Ma io intendevo la casa …la vostra casa!<br />

SPAZIALISTA: Non si può! Momentaneamente non si può, le ho già spiegato pevché ...<br />

DON ESTRO: E allora , come facciamo?<br />

SPAZIALISTA: Se ci tenete tanto la benediciamo da qui….da questa che momentaneamente io<br />

considevo la mia casa.<br />

DON ESTRO: Come da qui! Ma non è possibile!! Non si può benedire a trecentosessanta gradi!!! La<br />

cosa, perché abbia effetto, deve avvenire in modo preciso…sette muri siii…ma oltre!!!<br />

SPAZIALISTA: quavanta gvadi ad est.<br />

DON ESTRO: Cosa?<br />

SPAZIALISTA: La divezione di casa mia. Là… là… spavate in quella divezione (lo prende per un<br />

braccio).<br />

DON ESTRO: (dimenandosi) E state fermo !! Non siamo mica a caccia!!.<br />

SPAZIALISTA: (rivolgendosi alla mamma) Mamma il signov pavvoco adesso benedice casa nostva<br />

da qui…dice che la cosa è più …è più…ha più effetto ecco.. è una cosa che va bene per<br />

peviodi di vacche magve…un po’ come il nostvo. Adesso ti metto qui (la sposta a<br />

dovere)… così lui non sbaglia divezione. (rivolgendosi a don Estro) E’ pvonta..<br />

DON ESTRO: Benediciamo questa donna…eh questa casa, signore Altissimo, nell’attesa (nuovamente<br />

condizionato dal difetto di pronuncia di Spazialista, don Estro pronuncia parole<br />

sostituendo la R con la V) di un peviodo di vacche più gvasse (subito si riprende), oh<br />

oh, scusate… un periodo di vacche più grasse… Et benedictio Dei omnipotentis: Patri<br />

set Filii et Spiritus sancti… (impugnando il benedettore benedice… e subito<br />

Astrattista…)<br />

ASTRATTISTA: (alza a metà la mano con fatica e anch’esso benedice dicendo… Casualità di schizzi,<br />

di gocce…di coloreee (si riaddormenta… Spazialista, Lampodigi, don Estro lo<br />

guardano ammutoliti, poi Spazialista dice …).<br />

Si spegne il quadro-tela<br />

25


SPAZIALISTA: Gvazie miei fe<strong>del</strong>i amici…vogliate gradive un mio modesto omaggio, natuvalmente<br />

ipotetico, s’intende, una cassa di 12 bottiglie di moet e chandon, fvancese,<br />

natuvalmente. Ova… noi andiamo, pev impellenti impegni di pvotocollo.<br />

DON ESTRO: Grazie, grazie sig Spazialista, accettiamo con piacere e brinderemo, ipoteticamente<br />

s’intende, alla sua salute, e alla vostva genevosità (questa volta volutamente sostituisce<br />

la V con la R) e avvivedevci…<br />

Don Estro e Lampodigi, il quale consegna il solito santino con annessi auguri pasquali, salutano il<br />

decaduto nobile Spazialista , l’anziana signora e Astrattista e li aiutatano uscendo tutti di scena mentre<br />

don Estro dice…<br />

DON ESTRO: (forte) Ehi sig. Spazialista non avete per caso trovato il mio cappello…<br />

SPAZIALISTA: (risponde fuori campo) Di quello stvano cappello di panno lenci ? No!… Mi<br />

dispiace….ma è meglio così…altvimenti eva già tutto macchiato di colovi…dallo<br />

stvavagante natuvalmente…<br />

Si accendono i tre quadri-tela: ai due lati illuminati da dietro con serie di lettere appese e al centro<br />

illuminato con l’immagine...<br />

Intanto si ode una strana musica, rientrano in scena Lampodigi e don Estro che osservando i quadri-tela<br />

più attentamente dice…<br />

DON ESTRO: Guarda Lampodigi, che indecenza!! Tutte queste scritte, vedi, questi imbrattamuri, ci<br />

attaccano anche le immagini… comunque se li prendono, la gogna, non gliela toglie<br />

nessuno, e ti dirò, che una lezioncina, non gli farebbe male!!!…<br />

LAMPODIGI: Vedo, vedo…<br />

DON ESTRO: Guarda!! Guarda lì Lampodigi, (si sofferma nel quadro-tela di centro) E lì, non leggo<br />

bene!!! Cosa c’è scritto?<br />

LAMPODIGI: “Si vive nel pulito” !!!…<br />

DON ESTRO: (esclama) Ah!! A casa sua si!!…Mica qui!!!…Non si sporca a casa di tutti!!…Io non ho<br />

parole...ma santi lumi!! Santi lumi…(viene subito interrotto da Lampodigi)<br />

LAMPODIGI: Ma Padre!!!... Se questi ragazzi hanno tanta voglia di comunicare con le parole e le<br />

immagini, perché… voi che siete un uomo aperto, davanti alla parrocchia non montate<br />

un grande pannello, intitolato immagini e comunicazioni…così, possono scrivere e<br />

attaccare tutto ciò che vogliono…<br />

DON ESTRO: Tu pensi ? Mah!!! (Don Estro si gira verso le scritte per guardarle come rapito ...poi) Ti<br />

sembra una buona idea??. Non vedo e non sento futuro, mi sento circondato dal nulla.<br />

26


LAMPODIGI: Non dite così , non vi riconosco più. Non sentite <strong>l'</strong>energia? Non vedete la forza<br />

<strong>del</strong><strong>l'</strong>idea? Non potete pensare di essere solo voi nel giusto…<br />

Si spengono i tre quadri-tela<br />

Don Estro e Lampodigi sono posti di lato al palcoscenico intanto scendono tre teli scuri, a mò di stanza,<br />

uno dietro due di lato, lasciando aperto il fronte, in penombra e per terra cadono alcuni palloncini gonfi<br />

d’aria, le luci si fanno basse<br />

DON ESTRO: Energia??! Io mi sento solo…perso e spompato, altro che energia…comunque basta! In<br />

questo momento sono in grado di vedere solo pulizia, colori neutri e rassicuranti e<br />

poi… ora devo fare una cosuccia… (passandosi una mano sulla testa)…<br />

DON ESTRO: Adesso… visto che c’è la chiave nella toppa… a noi due...piccola peste dei miei stivali...<br />

LAMPODIGI: Cosa state dicendo?!! Non possiamo entrare in casa di Concettualista senza<br />

<strong>l'</strong>autorizzazione!!! E' contro legge!...<br />

DON ESTRO: Quando si tratta <strong>del</strong> mio cappello , me ne infischio <strong>del</strong>la legge umana. (entrano quatti<br />

quatti di lato nella nuova stanza) Hai sentito cos'ha detto Dadaista? .... Vedrai che lo<br />

troviamo qui da qualche parte… io di qua, tu di là (cominciano a cercare).<br />

LAMPODIGI: (dopo poco si ritrovano al centro <strong>del</strong>la stanza quasi scontrandosi) Scusate don Estro,<br />

ma mica avete acciaccato qualcosa? Sento una puzza!!!<br />

DON ESTRO: Non mi sembra, pensavo fossi tu… mah…saranno i soffioni, o vento di concerie.<br />

..madonna santa che puzza!! Ma mica avranno scoperto le fogne?<br />

In scena 1 personaggio:<br />

Concettualista: bassetto e tarchiatello tutto pepe e completamente nudo, indossa indumenti che<br />

inducono alla totale nudità, porta in mano una scatola di latta chiusa<br />

CONCETTUALISTA: (voce fuori campo) Se c' è qualcuno è bene che si faccia vedere. Non sono per<br />

niente accomodante in queste situazioni… (tutti zitti, nessuna risposta) sento odor<br />

d’incenso....<br />

LAMPODIGI: (bisbiglia) Beato lui!<br />

CONCETTUALISTA: (entra, dal lato opposto dei due, in scena e si ritrova faccia a faccia…la luce si<br />

alza) Sento odor di...<br />

La luce si alza<br />

DON ESTRO: Pretucci ....sorpresa! Sono don Estro… per la benedizione pasquale…<br />

CONCETTUALISTA: A quest'ora!! ...E di nascosto? ...Cosa ci fate a casa mia!<br />

DON ESTRO: C'era la chiave nel buco…e tuo padre mi ha detto che potevo venire<br />

CONCETTUALISTA: Ah si…oggi, sono solo e i miei sono fuori. Devo essermi scordato la chiave .<br />

DON ESTRO: Meglio, meglio che siano fuori, almeno respirano. Non sapevo di trovarti già coricato<br />

sono appena le 19…(senza lasciarlo parlare subito dice..) Ma sapete che qui c’è una<br />

puzza di morte viva… spero di non aver lasciato qui il mio cappello, altrimenti sto<br />

puzzo non glielo levo più. L'hai visto per caso?<br />

CONCETTUALISTA: (incurante <strong>del</strong>la domanda di don Estro subito dice…) don Estro, lo avete<br />

saputo che ho fatto il concorso d’arte alla fiera mercato, lì al castello, e l’ho vinto…và a<br />

finire che divento famoso<br />

DON ESTRO: Non lo sapevo|! Bene , allora hai fatto qualche bella pittura!<br />

CONCETTUALISTA: Macchè pittura e pittura, è superata .....ho portato, i miei corpi d’aria, e<br />

precisamente…“fiato d’artista”...<br />

DON ESTRO: Come? Fiato d’artista? Il tuo fiato…<br />

27


CONCETTUALISTA: Il mio fiato si, certo, il mio fiato, dentro i palloncini, vedete (indica i palloncini<br />

per terra sparsi quà e là) porto il mio corpo nelle mie opere, e ora… faccio molto di<br />

più… inscatolo la mia merda…”Merda d’artista” (attonito Lampodigi rimane un attimo<br />

a bocca aperta mentre don Estro dice…), è appunto quello che faccio tutti i giorni a<br />

quest'ora.<br />

DON ESTRO: Merda d’artista? Apposta, tutta stà puzza…<br />

LAMPODIGI: Allora…vi abbiamo disturbato ...mentre ...<br />

CONCETTUALISTA: Mentre?<br />

LAMPODIGI: Mentre ....facevate...<br />

DON ESTRO: Basta!! Basta con questi discorsi. Meglio benedire e andare via prima possibile. Ma che<br />

ne dici se mi ridai il cappello?<br />

CONCETTUALISTA: Promettetimi che non lo dite a nessuno…<br />

DON ESTRO: (speranzoso) Promesso!!<br />

CONCETTUALISTA: (entusiasta) Ho <strong>del</strong>le novità…<br />

DON ESTRO: Più di cosiii?? E allora finalmente?? Dimmi dimmi caro…<br />

CONCETTUALISTA: Ora… voglio firmare, con il mio nome e cognome naturalmente, tutte le<br />

persone, come opere viventi…anzi, dato che siete venuti, potrei iniziare subito da voi<br />

due (subito interviene don Estro...).<br />

DON ESTRO: Ascolta caro Concettualista, a noi, c’hanno già firmato (alzando gli occhi al cielo) e poi,<br />

con tutta questa puzza, non ce la faccio più… mi sembra che a te, abbiano foderato il<br />

naso di lamiera.<br />

CONCETTUALISTA: Io, ci ho fatto il naso… non la sento più.<br />

DON ESTRO: Si si!! Bel naso ti sei fatto... ma anche se rientra quella santa donna di tua madre , il<br />

naso glielo fai secco…dai una rinfrescatina e vai fuori a scatolare…comunque, non ci<br />

perdiamo in chiacchiere, perché sembra di essere in un letamaio… (prende il<br />

benedettore ed inizia a benedidire formulando a denti stretti e naso chiuso le solite<br />

parole in latino <strong>del</strong> rituale: Et benedictio Dei omnipotentis: Patri set Filii et Spiritus<br />

sancti… in questo caso più sbrigativo che mai mentre Lampodigi cerca di avvicinarsi<br />

alla porta-telo per uscire quanto prima, appena finita la benedizione Concettualista<br />

dice a don Estro…).<br />

CONCETTUALISTA: Don Estro, vi posso far dono di una <strong>del</strong>le mie confezioni scatolate?<br />

DON ESTRO: No no, per ora no, casomai mettila nel surgelatore, ripasso a prenderla… ciao carino…<br />

Si salutano e i due escono velocemente da dove sono entrati tirando un sospiro di sollievo mentre<br />

risalgono i teli neri a mò di stanza Concettualista esce di scena.<br />

S’illuminano come in precedenza i due quadri-tela laterali con lettere in ombra e quello centrale<br />

con l’ immagine...<br />

28


DON ESTRO: Insomma!!!… Il volpino non mi ha mai risposto!!!… Non c’ho cavato un ragno dal<br />

buco… aahh!!! (esclama respirando a pieni polmoni) Senti che aria fresca!!!…Non c’è<br />

più religione, qui non si sa più dove andremo a finire. Ma le regole, le regole!!… Fiato<br />

d’artista…le Firme…Merda d’artista… e poi… il mio cappello che non si trova!!!<br />

LAMPODIGI: La puzza…la puzza tanta, ma dovete convenire con me che i concetti sono<br />

illuminanti…va a finire che comincio a capire .<br />

DON ESTRO: Capisci? Ma bisogna anche capire? L’unica cosa che ho capito è che quella piccola<br />

peste mi ha preso per i fon<strong>del</strong>li.<br />

In quel mentre il percorso si anima di voci, schiamazzi e un continuo passar di gente che entra ed esce<br />

dalla scena gridando: Li hanno presi, li hanno presi… alla gogna, alla gogna…don Estro chiede subito<br />

informazioni ad uno dei passanti, che si ferma…<br />

DON ESTRO: Ma chi hanno preso?<br />

PASSANTE: Gli imbrattatori, gli imbrattatori di muri, finalmente sono venuti alla luce…ora, li<br />

mettono alla gogna…<br />

DON ESTRO: Ma chi sono?<br />

PASSANTE: Uno… è Visivo, e l’altro, è quello che gira sempre di notte... Poesia, …ma sembra che<br />

ce ne siano altri… (e se ne va)<br />

Grida di gente che dice (fuori campo): Muti… muti parlanti… vergogna…vergognatevi, vergognatevi …<br />

Intanto don Estro e Lampodigi parlottano tra loro<br />

Al centro rimane illuminata solo l’immagine... mentre si spengono i due quadri-tela laterali che<br />

subito s’ illuminano lasciando trasparire le sagome di due personaggi alla gogna: uno nel quadrotela<br />

di sinistra e l’altro in quello di destra…<br />

DON ESTRO: Guardali, eccoli là, (puntandogli il dito) me lo sentivo... e poi… non vorrei che ci fosse<br />

anche lo zampino anche di quello straniero…Ben…Ben Vautier …<br />

LAMPODIGI: Addirittura? Ma allora, è una cosa seria!!!<br />

DON ESTRO: Su Lampodigi, poi vedremo di risolverla questa cosa, anche perché… la tua idea <strong>del</strong><br />

pannello non è male, è stata meravigliosa…certo che in questa piazza, non ci si<br />

raccapezza più ormai…sta calando sera e…<br />

Si spengono i tre quadri-tela e in piazza calano le luci, è sera.<br />

I due escono di scena da una <strong>del</strong>le uscite laterali e don Estro dice…<br />

29


DON ESTRO: Dalla puzza ora si va al buio al buio più totale, e sai a chi mi riferisco....<br />

LAMPODIGI: Ho capito, lo so, lo so… ora si brancola, si brancola… (escono e si sente suonare alla<br />

porta)<br />

Cala sulla scena un telatino scuro frontale che fa vedere solo le ombre (don Estro e Lampodigi con le<br />

spalle al pubblico Reastra davanti ai due), da dietro si sentono solo le voci. In sala, le luci bassissime<br />

REASTRA: (voci fuori campo) Ho sentito, ho sentito (si sente aprire una porta) buona sera… venite<br />

avanti… stavate dicendo che si brancola? Assolutamente no, nel nostro buio, c’è la<br />

nostra luce… Lampodigi!! Non rimanere lì impalato sulla soglia…entra pure.<br />

LAMPODIGI: Eh!!... Ma non ci vedo bene sig. Reastra!!<br />

DON ESTRO: Anch’io… a dire la verità ci vedo un po’ poco!!!<br />

Nel frattempo tra gli spettatori viene spruzzato in vari punti <strong>del</strong>la sala… profumo di rose<br />

REASTRA: (capisce il disagio dei due e corre ai ripari) …Prego, datemi la mano, anche voi don<br />

Estro, vi metto sulle sedie. ( si sente e si intravede dal telatino che i due tra un<br />

inciampo e l’altro vengono sistemati sulle sedie e continua..) Ora che siete comodi<br />

posso offrirvi un liquorino? Un liquorino <strong>del</strong>l’Amiata?<br />

DON ESTRO: No!! No grazie, ultimamente non beviamo più!!! Solo a messa, vero Lampodigi?<br />

LAMPODIGI: Certo, certo poi… <strong>l'</strong> anno scorso con tutti quegli assaggi al buio…mischia di qui,<br />

mischia di là ci hanno riportato a casa ubriachi come il poro Pennello, il marito di<br />

Cromatina…bella figura, bella figura s’è fatta!!!<br />

DON ESTRO: Mah!!… Reastra… nell’Amiata siete andato sempre al buio? Oh scusate!! Alla luce dei<br />

vostri sensi?<br />

REASTRA: Naturalmente… solo così posso apprezzare la vera essenza <strong>del</strong>la vita…profumi, suoni,<br />

armonie… che poi, in ogni luogo… son sempre diversi<br />

DON ESTRO: Si si… ma il resto <strong>del</strong>la famigliola, è in casa? (ma subito dice...) Ma che buon profumo<br />

di rose!!! È un deodorante?<br />

REASTRA: No, no…è un sughetto, un sughetto che mia moglie ha preparato per condire il riso…<br />

ultimamente si diletta così…<br />

DON ESTRO: E la nonna, la nonna?<br />

REASTRA: In questo momento è fuori…<br />

DON ESTRO: Per dare un’occhiatina??... Prendere un colpo di luce???…<br />

REASTRA: Assolutamente no!!…Ma con i sensi, non ci siamo… è andata, accompagnata da mia<br />

figlia, a fare una visita, da un sensologo…perché non percepisce, al buio, non p e r c e<br />

p i s c e (scandisce lettera per lettera).<br />

DON ESTRO: Ma è grave?<br />

REASTRA: E’ grave!!! E’ grave… l’<strong>occhio</strong> <strong>del</strong>l’anima gli si è atrofizzato, quasi secco…io, faccio<br />

finta di nulla, la lascio perdere…ma lei…non si applica, non si applica.<br />

DON ESTRO: E le ragazze?<br />

REASTRA: Meravigliose…oramai al buio si destreggiano, scrivono, riconoscono i quaderni a righe<br />

e a quadretti…e tutti i colori… che è una meraviglia<br />

DON ESTRO: Caro Reastra, qui sarà anche tutta una meraviglia, ma se l’Altissimo c’ha graziato <strong>del</strong>la<br />

vista, perché dobbiamo evitarla? Ma mica dovete espiare qualche peccatuccio, qualche<br />

fioretto?<br />

REASTRA: Macchè fioretto, macchè peccatuccio…la vista, abbuia gli altri sensi, …ma non<br />

sentite…non sentite alla luce dei nostri sensi, che raccoglimento, che armonia…anche<br />

le nostre parole, la nostra creatività… ha un sapore diverso…e poi più si è al buio, più<br />

si accende la luce . Se volete possiamo sperimentare con il buio totale.<br />

DON ESTRO: Ma più di così?! Ma un lumino, una penombra… (Reastra subito interviene…).<br />

REASTRA: Non ci scherziamo…. non è la stessa cosa, con il buio avanzano i sensi.<br />

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LAMPODIGI: Tutto ha senso con i sensi, senza sensi non ha senso.<br />

REASTRA: parole sante, sante parole.<br />

DON ESTRO: A parte le parole sante…ma i colori!!! Distinguere i colori, al buio? Come si fa?<br />

REASTRA: E’ un allenamento…ora vi faccio provare (si sente che Reastra si alza e dopo aver<br />

spostato alcune cose ritorna al tavolo e mette tra le mani di don Estro qualcosa e<br />

dice…), sentite don Estro, ditemi…che tipo di indumento è questo? Ed il colore?... (don<br />

Estro inizia a toccare minuziosamente l’indumento..).<br />

DON ESTRO: Mah!! mah!! (dopo qualche secondo) Mi sembra lana…mi sembra lana sintetica… ma il<br />

colore!!!…è il colore che non sento… (passa l’indumento a Lampodigi e dice ) tieni…<br />

senti, senti anche tu Lampodigi…<br />

LAMPODIGI: (tocca e ritocca poi dice…) Lana, lana… caprina… si si… lana caprina, lana caprina di<br />

color blu.<br />

DON ESTRO: Lana caprina? Lana caprina di color blu? Ma sei diventato sensitivo? Reastra, ma è<br />

vero?<br />

REASTRA: E’ vero don Estro… Lampodigi ha sentito anche l’odore… l’odore caprino, e il gelido<br />

scricchiolar <strong>del</strong> blu.<br />

DON ESTRO: (esclama) Lampodigi che senso dei sensi!! Che meraviglia d’uomo che sei !!! (Reastra<br />

mette tra le mani <strong>del</strong> <strong>prete</strong> un nuovo indumento per farlo analizzare e dice…).<br />

REASTRA: Sentite, sentite don Estro…provate quest’altro …il materiale, dovrebbe esservi più<br />

familiare (don Estro inizia a saggiare il nuovo indumento e dopo qualche secondo<br />

esclama…).<br />

DON ESTRO: Ma santi lumi!!! Signore Altissimo misericordioso <strong>del</strong> cielo e <strong>del</strong>la terra (continua<br />

alternando qua e là con parole in latino), madre Santissima<br />

immacolata…pannolenci!!!... Pannolenci rinforzato di color nero, con nastrino<br />

ornamentale alla capezza… e sopra l’<strong>occhio</strong>!!!... L’<strong>occhio</strong>…<br />

Improvvisamente traspare dal telatino scuro un illuminante baglior di luce che dura per alcuni attimi per<br />

poi ritornare il buio<br />

LAMPODIGI: (che subito interviene esclamando) Ma don Estro!!!…E’ il vostro cappello!!!<br />

DON ESTRO: Pannolenci!!! Pannolenci rinforzato di color nero , con nastrino ornamentale alla<br />

capezza, è il mio, è il mio tanto amato, e sofferto cappello, ma come ha fatto? Come ha<br />

fatto a finire a casa vostra…ricordo, che vi avevo anche telefonato… ma chi ve l’ha<br />

riportato?<br />

REASTRA: Don Estro… era rimasto qui…<br />

DON ESTRO: Ma come qui?...<br />

REASTRA: Anno scorso… dopo tutto quel miscelar di vini, vi riportò a casa mio cognato…e anch’io<br />

andai a letto, ed il cappello, era rimasto qui… e Anul, la ragazza <strong>del</strong>le pulizie, quella<br />

<strong>del</strong> Ciarodvovi, l’amica <strong>del</strong>la Kokolova… (subito interrotto da don Estro che<br />

esclamando dice…)<br />

DON ESTRO: Ahh!! Ecco, ecco!!! La signorina Kokolova…Anul… e allora? (subito Reastra<br />

incalza…)<br />

REASTRA: Lo ripose… lo ripose all’insaputa di tutti… sull’armadio…forse, pensava che fosse un<br />

souvenir… o non so… poi…si licenziò… e l’altro giorno, imbiancando… per una<br />

rinfrescatina pasquale, è saltato fuori…(subito don Estro).<br />

DON ESTRO: Ah!! Che meraviglia… senti!!! Senti come mi calza a pennello…è tutta un’altra<br />

cosa…già mi sento meglio, un altro uomo…questo buio, questi sensi mi hanno ridato la<br />

vita…Lampodigi non vedi!!! Non mi vedi che luce…<br />

LAMPODIGI: Vi vedo!!! vi vedo , che luce e che meraviglia… è tutta un’altra cosa<br />

REASTRA: Che meraviglia!!! Finalmente!!! Vi vedo… vi vedo anch’io che vi vedete…<br />

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DON ESTRO: Non stò più nella pelle!!…. Diamo luce alla benedizione pasquale (e nell’euforia più<br />

totale di chi non stà più nella pelle inizia a benedire invertendo la normale dicitura<br />

Spiritus set Patri et sancti Filii Et benedictio omnipotentis Dei… e… una volta finito<br />

Reastra dice a Lampodigi…).<br />

REASTRA: Prendete prendete Lampodigi (Lampodigi appena sente riporre qualcosa nel cesto<br />

velocemente gli mette in mano il solito santino), è una bottiglia di Brunetto, vino di<br />

casa mia… così almeno per la santa messa, berrete un goccetto di vino buono (si<br />

salutano).<br />

Sale il telatino scuro e la piazza riprende il clima serale. I due entrano in scena, don Estro finalmente<br />

con il cappello dice…<br />

DON ESTRO: Che serata!!! Che serata… allora Lampodigi, che meraviglia!!! Non stò più nella pelle.<br />

Ora… che si fà? …<br />

LAMPODIGI: Vi vedo!!… Vi sento!!… Anche la benedizione l’avete detta alla rovescia….<br />

DON ESTRO: Non importa, non importa… funziona uguale, funziona uguale…<br />

LAMPODIGI: Va bene, va bene Padre… allora…a questo punto si và??<br />

DON ESTRO: Si và…si và….<br />

Si vede i due che si avviano dietro i due quadri-tela laterali: Lampodigi dietro quello di sinistra e<br />

Don Estro in quello di destra di chi guarda e che illuminandosi lasciano trasparire le ombre dei due<br />

in cammino, visti di fianco e sulla stessa direzione di marcia, naturalmente contraria a quella di<br />

arrivo in Piazza. Lampodigi con il suo paniere <strong>del</strong>le offerte dice…<br />

LAMPODIGI: Però che luce!!!… Che luce nei nostri sensi.<br />

DON ESTRO: Luce e armonia figliolo!!…Era tanto che non mi sentivo così…ora…piedi a terra e<br />

<strong>occhio</strong> al cielo…caro Lampodigi.<br />

LAMPODIGI: Vedete don Estro, è proprio così…quando perdiamo l’<strong>occhio</strong> <strong>del</strong>la nostra anima, siamo<br />

allo sbando…perdiamo la nostra identità e i nostri equilibri.. io… in questo buio ho<br />

capito… ho capito e mi sono illuminato… arrivederci Maestro…(volgendosi verso di<br />

lui lo saluta alzando una mano mentre don Estro dice anch’egli con la mano alzata<br />

salutandolo dice…).<br />

DON ESTRO: A presto, a presto caro…caro di un lampo di genio.<br />

32


Don Estro svanisce con la mano alzata e il suo quadro-tela si spegne mentre Lampodigi posando il<br />

paniere a terra si volta verso il pubblico alzando le mani verso il cielo con voce sicura e<br />

altisonante come un Messia e dice…<br />

LAMPODIGI: Cari amici!!… Tutti … tutti noi siamo passeggeri <strong>del</strong> tempo… così come lo sono stati<br />

coloro che ci hanno preceduto… e così come lo saranno coloro che verranno… ma<br />

tutti… sempre tutti a passeggio con il nostro <strong>occhio</strong>…l’<strong>occhio</strong> <strong>del</strong>la nostra anima. E la<br />

piazza!!… E’ la piazza di tutti… dove ognuno, con i propri pensieri e la propria<br />

creatività comunica a se stesso e agli altri la sua identità… perciò figlioli!!!… figlioli<br />

cari…<br />

Ke l’arte sia con voi…<br />

Luci , suoni, voci multietniche e lampi, inizialmente forti che pian piano si attenuano per poi<br />

scomparire. Si spegne l’ombra <strong>del</strong> quadro-tela e le luci si alzano, subito fuori campo entra la Voce<br />

Narrante (…presenta uno ad uno tutti gli interpreti principali e relativa appartenenza artistica che<br />

vengono illuminati e che man mano che entrano, in ordine di chiamata, raccolgono la scritta sul fronte<br />

<strong>del</strong> palco per rendere omaggio alla platea, esponendo e alzando a bella vista le varie lettere di: Piazza<br />

(scritta unica in un pannello) degli (scritta unica in un pannello) Stirati (lettere singole separate) nelle<br />

seguenti modalità:)<br />

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VOCE NARRANTE (fuori campo):<br />

Giotto la pittura a tutto tondo… tridimensionale espone PIAZZA<br />

Espressionista incarna angosce paure <strong>del</strong>l’essere<br />

umano<br />

espone DEGLI<br />

Futurista velocità e arte in movimento espone A<br />

Dadaista combatte l’arte con la stessa arte,<br />

l’opera d’arte è…qualsiasi cosa<br />

Cubista guarda le cose da punti e prospettive<br />

espone R<br />

diverse<br />

espone<br />

S<br />

Spazialista tagli e buchi per andare oltre il piano<br />

Astrattista gestuale schizzi e gocce di colore con<br />

espone I<br />

la sola casualità <strong>del</strong> gesto<br />

espone<br />

T<br />

Concettualista mette in luce il proprio corpo e i<br />

propri pensieri<br />

Poesia e Visivo con Poesia visiva esaltano il<br />

espone T<br />

rapporto tra parola e immagine<br />

espongono<br />

I<br />

La Voce narrante richiama Cubista dicendo di essere serio e in linea con gli altri e gli fa scambiare la<br />

lettera con Astrattista per poi riprendere il posto nell’ordine di chiamata (in ogni nuova rappresentazione<br />

si può cambiare il personaggio che scambia la lettera)<br />

A questo punto<br />

Entra in scena il figurino tutto nero compreso mani e volto, con occhiali scuri tipo saldatore e porta i<br />

soliti quattro sensi e… la voce narrante dice:<br />

Reastra con… il sesto senso...la creatività<br />

Tutti, tutti in scena per il ringraziamento.<br />

CALA LA TELA<br />

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