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Anno XIV - N. 1/2004 - Ordine degli Avvocati di Lecco

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Una lettera del presidente del Consiglio nazionale forense, Remo Danovi, all’ABI<br />

Convenzioni in deroga ai minimi tariffari professionali<br />

Si contesta il <strong>di</strong>ffuso sistema <strong>di</strong><br />

attuare convenzioni contrarie<br />

alle regole tariffarie e deontologiche.<br />

Altra analoga comunicazione<br />

era stata inviata negli<br />

scorsi mesi all’ANIA<br />

Dal Consiglio nazionale forense al<br />

presidente dell’Associazione bancaria<br />

italiana, dottor M. Sella.<br />

Illustre presidente,<br />

desidero sottoporre alla sua attenzione<br />

una problematica non nuova, ma<br />

aggravata negli ultimi mesi da rinnovate<br />

iniziative <strong>di</strong> vari Istituti <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to,<br />

in taluni casi attuate sull’intero<br />

territorio nazionale,<br />

Il Consiglio nazionale forense, quale<br />

organo <strong>di</strong> rappresentanza istituzionale<br />

dell’avvocatura italiana, ha ricevuto<br />

infatti numerose segnalazioni <strong>di</strong><br />

convenzioni e prassi in uso presso<br />

primari istituti bancari, per regolare i<br />

rapporti con i legali <strong>di</strong> fiducia. Tali<br />

convenzioni prevedono regolamentazioni<br />

che non soltanto <strong>di</strong>sciplinano la<br />

corresponsione <strong>degli</strong> onorari professionali<br />

con compensi inferiori ai minimi<br />

tariffari in<strong>di</strong>cati dall’ormai lontano<br />

d.m. 5 ottobre 1994, ma determinano<br />

<strong>di</strong> fatto un appiattimento qualitativo<br />

delle prestazioni professionali.<br />

Come certamente le sarà noto, il<br />

sistema tariffario <strong>degli</strong> avvocati prevede<br />

massimi derogabili con il consenso<br />

delle parti e minimi inderogabili.<br />

I comportamenti segnalati configurano<br />

pertanto inequivocabilmente<br />

una reiterata violazione <strong>di</strong> legge (con<br />

24<br />

le relative conseguenze sul piano<br />

della invali<strong>di</strong>tà contrattuale) e <strong>di</strong><br />

regole deontologiche, <strong>di</strong> rilevanza<br />

<strong>di</strong>sciplinare. La prassi segnalata è<br />

inoltre aggravata dalla circostanza<br />

che gli atluali minimi tariffari, in<br />

attesa delle nuove tariffe forensi da<br />

tempo elaborate dal Consiglio nazionale<br />

e attualmente all’esame del<br />

ministro della Giustizia, sono <strong>di</strong>venuti<br />

palesemente inadeguati.<br />

Non è ovviamente questa la sede per<br />

soffermarsi sulla legittifiazione del<br />

sistema tariffario delle professioni<br />

regolamentate. Mi limito a considerare<br />

che il mantenimento <strong>di</strong> un sistema<br />

<strong>di</strong> onorari professionali (anche<br />

con i minimi inderogabili), lungi dal<br />

rappresentare una fiera tutela corporativa,<br />

costituisce garanzia pubblica<br />

della qualità della prestazione e<br />

della congruità della retribuzione, in<br />

un ambito che non può essere affidato<br />

totalmente al libero mercato e alla<br />

concorrenza in<strong>di</strong>scriminata.<br />

A conforto <strong>di</strong> tale interpretazione si è<br />

recentemente pronunciata la Corte <strong>di</strong><br />

giustizia delle Comunità europee,<br />

che il 19 febbraio 2002 (sentenza in<br />

causa C35-99) ha posto fine a un<br />

annoso <strong>di</strong>battito circa la compatibilità<br />

del sistema tariffario con l’articolo<br />

85 del Trattato Ce (ora articolo 81,<br />

nel testo consolidato), chiarendo<br />

come la deliberazione da parte del<br />

ministro per la Giustizia, conseguente<br />

alla proposta del Consiglio nazionale,<br />

salvaguar<strong>di</strong> in realtà la valenza<br />

pubblicistica del relativo proce<strong>di</strong>mento,<br />

in funzione della protezione<br />

<strong>degli</strong> interessi generali della collettività,<br />

e non già <strong>degli</strong> interessi specifici<br />

della categoria professionale.<br />

Senza <strong>di</strong>menticare che le regole professionali<br />

tutelano interessi qualificati<br />

“pubblici” dall’or<strong>di</strong>namento.<br />

In ogni caso la questione non è solo<br />

quella <strong>di</strong> garantire l’applicazione del<br />

<strong>di</strong>ritto vigente e <strong>di</strong> tutelare i minimi<br />

tariffari. Le convenzioni in parola,<br />

come ho già sottolineato, appiattiscono<br />

<strong>di</strong> fatto le prestazioni e promuovono<br />

a regola la convinzione <strong>di</strong><br />

una ripetitività <strong>di</strong> atti, che mortificano<br />

la qualità dell’attività professionale.<br />

Peraltro, riguardata sotto il profilo<br />

deontologico, la questione, relativamente<br />

al professionista che<br />

accetti in<strong>di</strong>scriminatamente lo stesso<br />

patto dei minimi <strong>di</strong> tariffa, può assumere<br />

anche rilievo <strong>di</strong> violazione dei<br />

principi <strong>di</strong> solidarietà e <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong><br />

illecita concorrenza. E sotto tale<br />

profùo, ci sembra che non possa pretendersi,<br />

in evidente posizione dominante,<br />

che a tanto la categoria venga<br />

indotta.<br />

Di qui la richiesta, a lei e alla prestigiosa<br />

associazione da lei presieduta,<br />

<strong>di</strong> intervenire presso tutti gli Istituti<br />

<strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to, dando comunicazione dei<br />

rilievi formulati e con l’invito a desistere<br />

dai comportamenti segnalati.<br />

Sarò lieto <strong>di</strong> incontrarla per ogni più<br />

ampia riflessione sul punto, nella<br />

speranza <strong>di</strong> una proficua futura collaborazione.<br />

Certo <strong>di</strong> un suo cortese riscontro, le<br />

porgo i migliori saluti.<br />

REMO DANOVI

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