Fattori di rischio per le malattie neonatali dei puledri - Anac

VETERINARIA
R i p roduciamo la traduzione de - Foto Stefano Grasso
la quarta newsletter re a l i z z a t a
dalla EFTBA; sul sito di questa
si trovano gli altri studi.
FC
Con la terza newsletter abbiamo
imparato per pre v e n i re le malattie
non basta la profilassi antimicrobica,
ma ci sono altri fattori da
t e n e re ben presenti. E’ tra l’altro
ben conosciuto che i puledri si possono
ammalare per fatti perinatali
e per condizioni ambientali o gestionali
stressanti. Pertanto questo
studio fa seguito al precedente
nel cercare di identificare i potenziali
fattori di rischio che possano
causare un aumento delle malattie
infettive dei 30 gg successivi
al parto.
INTRODUZIONE
La maggior parte delle infezioni
acute nei puledri sono opport unistiche
e gli organismi infettanti
sono spesso ubiquitari. I puledri
possono essere infettati sia nella
vita intrauterina che dopo la nascita
e i fattori che pongono il neonato
a rischio di sviluppare una
setticemia sono :
1) un ambiente difficile in allevamento
2 ) p roblemi durante la gravidanza,
ad esempio malattie sistemiche
o uterine della cavalla
3 ) p roblemi al parto, ad esempio
separazione prematura della placenta,
distocie, reperimento del meconio nei liquidi amniotici
4) problemi del puledro, come il mancato trasferimento dell’immunità
passiva e l’ingestione tardiva di colostro. Questi fattori sono stati riportati
come presenti nell’84% dei puledri di meno di un mese che si sono
infettati. Il fattore più comune che predispone alle malattie infettive è
il mancato trasferimento dell’immunità passiva. Platt (1983) riportò molti
possibili cause di immunodeficienza, come la perdita di latte prima
del parto, la debolezza del puledro che lo rende incapace di poppare normalmente,
la deformità degli arti, le sindromi convulsive, la mancanza
di riflesso della suzione, la morte della madre, le primipare non cooperative,
la volontaria privazione del colostro fatta per pre v e n i re l’ittero
neonatale, il fatto che la cavalla sia appena arrivata nell’allevamento
dove partorirà e quindi non abbia sviluppato specifici anticorpi colo strali,
l’incapacità di assorbire gli anticorpi contenuti nel colostro. Ci sono
pochi studi recenti sui fattori di rischio per le infezioni dei puledri
neonatali, pertanto i dati accumulati nello studio precedente sono stati
utilizzati per identificare i fattori di rischio statisticamente significativi
nel determinare queste malattie.
MATERIALI E METODI
POPOLAZIONE E RACCOLTA DATI
La popolazione seguita da questo studio consisteva che gli stessi 1031
puledri purosangue nati negli allevamenti a Newmarket che erano sta-
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Fattori di rischio per
le malattie neonatali
dei puledri
ti osservati nello studio pre c e d e nte.
Tra tutti i puledri che si sono
seguiti per i primi 30 giorni dopo
il parto è stata monitorata l’incidenza
delle seguenti malattie:
- setticemia
- infezione sistemica con diarrea
- infezione respiratoria
- infezione ombelicale
- zoppie con causa infettiva includenti
artriti e osteomieliti
- altre malattie infettive
- malattie infettive totali
- malattie infettive totali escludendo
i casi di malattie sistemiche
con diarrea
- malattie sistemiche con diarre a
escludendo i foals positivi a ro t avirus
ANALISI STATISTICHE
Tutti i parametri sono stati analizzati
statisticamente, la loro distribuzione
è stata valutata, sono
stati fissati i limiti di significatività
statistica dei singoli fattori di
rischio potenzialmente associati a
specifiche malattie
POTENZIALI FATTORI DI
RISCHIO TESTATI
Sono stati stabiliti questi 28 fattori
di rischio, variamente correlati agli
allevamenti, alle cavalle, ai puledri:
- gestione dell’allevamento
- numero di fattrici in allevamento
- uso di antibiotici profilattici
- gestione dell’esercizio a cui veniva
sottoposto il foal
- età della cavalla
- anamnesi riproduttiva della
cavalla
- tempo che la cavalla è rimasta nell’allevamento dove ha partorito
- paese di origine della cavalla
- salute della cavalla
- precedenti vaccinazioni contro la rotavirosi
- perdita di latte prima del parto
- sesso del puledro
- data di nascita del puledro
- lunghezza della gestazione (incluso i casi di prematurità)
- peso alla nascita
- complicazioni alla nascita
- presenza di un veterinario che faceva controlli giornalieri
- schema di trattamento con antibiotici profilattici
- parametri ematici (IgG, conta dei globuli bianchi e dei globuli rossi, proteine
totali, fibrinogeno, proteina SAA, globuline seriche totali)
- assunzione del colostro
- qualità del colostro
- eventuali trasfusioni di plasma
RISULTATI
Sono stati raccolti dati da 1031 puledri, 992 dei quali seguiti per tutti i

primi 30 gg. dopo la nascita. I puledri sono nati in 36 allevamenti diff
e renti. Per qualche parametro (dei puledri) 5 allevamenti non hanno
dato informazioni utilizzabili. Per tre delle più importanti categorie di
malattia (infezioni totali, malattie sistemiche con diarrea, infezioni totali
esclusa la diarrea) sono stati creati modelli statistici, che non si sono
potuto utilizzare per altre malattie con casistica inferiore.
REPERTI CLINICI
- i puledri con complicanze alla nascita hanno avuto un significativo
rischio più alto per le malattie infettive totali e le malattie infettive totali
esclusa la diarrea
- le complicanze alla nascita che hanno richiesto assistenza e che hanno
incluso la prematura separazione della placenta sono stati fattori di
rischio per le malattie sistemiche con diarrea
- la somministrazione di colostro con sonda rinoesofagea è stato un
f a t t o re di rischio per le malattie infettive totali e per le malattie sistemiche
con diarrea. Questa associazione non è stata invece notata con
le malattie infettive totali senza diarrea.
- I puledri con una conta bassa di globuli rossi e\o i puledri nati in Marzo
erano a rischio di malattia sistemica con diarrea.
- Essere nati negli allevamenti gestiti da un determinato pro p r i e t a r i o
era associato con un rischio significativamente più alto di sviluppare
malattie infettive senza diarrea.
- Esser nato in un allevamento pubblico (dove i cavalli di terzi sono portati
a soggiornare solamente per un certo periodo) era un fattore protettivo
per malattie infettive totali e per malattie sistemiche con diarrea
DISCUSSIONE
I risultati svelano alcune associazioni interessanti tra le malattie infettive
dei puledri e i fattori legati a puledri, cavalle e allevamenti. Platt
aveva osservato che nei puledri che soffrivano di una malattia infettiva
si nota spesso un difetto o una disabilità pregressi, cioè già presenti alla
nascita. Quindi, ogni puledro che aveva anormalità alla nascita è stato
escluso dai nostri calcoli. Resta possibile che questo studio abbia fallito
nell’identificare qualche puledro che non aveva segni clinici apparenti
ma che era già malato alla nascita, quindi questi casi sono considerati
nell’esame dell’incidenza di malattie nei primi 30 gg.: ciò causa
una minima sopravvalutazione dell’incidenza delle malattie
COMPLICANZE ALLA NASCITA
Le complicanze alla nascita erano un fattore di rischio per tutte e tre le
categorie studiate con modelli statistici. Questo fattore può essere significativo
per suo conto, e cioè il parto in se può esser stato pro b l ematico.
Oppure, i problemi discendevano da malattie avvenute durante
la gravidanza o prima del parto. Non è stato possibile osservar sempre
le cavalle prima del parto, per cui nessuna è stata esclusa dallo studio
in base ad osservazioni in tal senso
ASSISTENZA ALLA NASCITA E SEPARAZIONE DELLA PLACENTA
Il fatto che le cavalle durante il parto siano state assistite dal personale
di scuderia è stato associato a un rischio più alto di malattie sistemiche
con diarrea, a paragone dei casi in cui l’assistenza era fornita da veterinari.
La separazione prematura della placenta è stata anche associata
con una più alta incidenza di malattie.
ASSUNZIONE DEL COLOSTRO
La ragione per cui i puledri con bassi livelli di immunoglobuline non
sono stati a maggior rischio di malattie infettive (in questo studio) pot
rebbe essere che la quantità di immunoglobuline assorbite è stata
controllata in ciascun puledro poco dopo la nascita e che tutti i puledri
con livello di IgG < 4g\l hanno ricevuto una trasfusione di plasma iperimmune.
Inoltre, la qualità del colostro della cavalla è stato testato prima
della poppata in quasi ogni allevamento, per minimizzare l’incidenza
del mancato trasferimento dell’immunità passiva. Quasi un quarto delle
cavalle dello studio hanno perso il colostro prima del parto, cosa che
s u p p o rta l’importanza di mantenere una banca di colostro di buona qualità
negli allevamenti. La suddivisione tra “buoni” e “cattivi” colostri
non è una scienza esatta, purtuttavia dà un giudizio di merito: i colos
t ro di scarsa qualità non si sono confermati essere un fattore di rischio
per una più alta incidenza di malattie infettive. Ciò può essere
dovuto al fatto che la maggior parte dei puledri hanno ricevuto colostro
da un donatore ogni volta che il colostro della loro madre è stato con-
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siderato insufficiente di qualità o quantità.
B i s o g n e rebbe fare altre analisi per determ i n a re la ragione per cui aumenta
il rischio che il puledro sviluppi severa diarrea o malattie infettive
quando gli viene somministrato il colostro per sonda rinoesofagea.
È possibile che questi foals erano predisposti perché deboli o immaturi
alla nascita e pertanto non erano capaci di poppare il colostro da soli,
oppure è anche possibile che il fatto di ricevere il colostro per sonda influenzi
negativamente l'assorbimento delle immunoglobuline per qualche
meccanismo sconosciuto, quale la secrezione di corticosteroidi stimolata
dall’atto del praticare la sonda (i cort i c o s t e roidi possono bloccare
l’assorbimento intestinale (per pinocitosi) delle immunoglobuline
e delle macromolecole). Per di più la somministrazione di colostro con
la sonda può introdurre patogeni nel tratto intestinale ancora non protetto,
specialmente quando le sonde non sono sterili. E’ una pratica comune
negli allevamenti studiati somministrare il colostro subito dopo
la nascita ai puledri deboli o un po’ lenti: si preferisce fare così piuttosto
che attendere fino alla quarta ora nella speranza che il puledro succhi
il colostro da solo.
CONTEGGIO DEI GLOBULI BIANCHI
Tra gli esami di laboratorio più largamente usati per diagnosticare le
malattie infettive dei puledri ci sono la conta totale dei leucociti, la
conta diff e renziale dei globuli bianchi, la misurazione del fibrinogeno
plasmatico. I nostri risultati hanno mostrato che un aumento dei globuli
bianchi totali a 12-48h dalla nascita è un fattore di rischio per le
infezioni, eccezion fatta per le malattie sistemiche con diarrea. Rossdale
ha descritto la conta dei globuli bianchi con un fattore che varia a seconda
della natura dell’infezione. Sarebbe stato perciò interessante analizzare
le conte differenziali con più precisione, per essere più specifici
nella diagnosi del tipo di infezione.
BASSO NUMERO DI GLOBULI ROSSI
Un basso conteggio di eritrociti 12-48h dopo la nascita è riconosciuto
e s s e re un fattore di rischio per lo sviluppo di malattia sistemica con diarrea.
Era stato precedentemente osservato che un basso numero di globuli
rossi era un segno premonitore statisticamente significativo per la
m o rtalità generale dei puledri e che questo poteva riflettere stati di
anemia, emolisi di basso grado o soppressione dei precursori delle cellule
del sangue. Rossdale riportò che una conta dei globuli rossi sotto
la normalità e una bassa quantità di emoglobina potevano essee dovute
a una ridotta attività emopoietica causata dalle tossine batteriche. Una
riduzione del numero di eritrociti, della concentrazione di emoglobina
e dell’ematocrito durante le prime due settimane di vita era invece stata
giudicata normale da uno studio precedente. In questo studio sono
stati solamente conteggiati gli eritrociti 12\48h dopo la nascita.
IMMUNOGLOBULINE (IgG)
In uno studio era stata confermata l’esistenza di uno stretto rapporto tra
la quantità di globuline sieriche totali e i livelli sierici di IgG. Ciò giustifica
la misurazione routinaria dei livelli di immunoglobuline eff e ttuata
in questo studio, che ha rivelato che l’8% dei puledri aveva insufficienti
livelli di IgG (< 4 g./l.), poco meno del dato riportato in letteratura
-10 % di foals con livelli inferiori al normale-
PROTEINA SAA (SERUM AMYLOID A)- FIBRINOGENO
La SAA è descritta come una proteina il cui livello plasmatico si alza rapidamente
in risposta alle infezioni e alle infiammazioni acute. Ciò non
è stato confermato da questo studio, e non si è constatato che un aumentato
valore di SAA e un fattore di rischio o un segno di infezione.
Lo stesso discorso fatto per la proteina SAA vale anche per l’aumento di
valori di fibrinogeno nel sangue. Ci si propone di fare ulteriori studi
per vedere se i valori di riferimento utilizzati (per il fibrinogeno) in questo
studio erano sufficientemente sensibili allo scopo.
CONTROLLI VETERINARI
I foals esaminati dl veterinario solo una volta dopo la nascita non hanno
avuto più malattie infettive di quelli che sono stati esaminati 2 o 3
volte. Quindi si può pre s u m e re che una singola visita veterinaria sia
abbastanza per rivelare la maggior parte dei problemi potenziali, lasciando
tempo per poter intervenire.
MESE DI NASCITA
I puledri nati in Marzo hanno avuto un più alto rischio di sviluppare ma-

lattie sistemiche con diarrea rispetto ai puledri nati in altri mesi dell’anno.
Questo può esser successo perché a Marzo sono nati più puledri,
causando negli allevamenti più stress da affollamento.
ALLEVAMENTO DOVE I CAVALLI ERANO A PENSIONE
La relativamente alta percentuale di cavalle arrivate poco prima del parto
in allevamento è pure una fonte di preoccupazione. È largamente raccomandato
che ci sia almeno un mese di acclimatazione, necessario perché
il sistema immunitario della cavalla produca immunoglobuline specifiche
(che poi si concentrano nel colostro). Tuttavia in questo studio il
ritardo nell’arrivo in allevamento non è stato associato a un significativo
rischio addizionale per il puledro. Sorprendentemente, i puledri nati negli
allevamenti di una certa organizzazione hanno mostrato un significativo
rischio più alto di infezione. Si può pre s u m e re che lo stress del trasporto
da e verso gli altri allevamenti dello stesso proprietario e l’esposizione
a nuovi ambienti possa avere avuto un ruolo in questo fatto.
FARMACI ANTIMICROBICI PROFILATTICI
Non è stato trovato un rischio aumentato per i puledri che non hanno
ricevuto antibiotici a scopo profilattico, nel gruppo di quelli a cui è stata
diagnosticata una malattia infettiva. Questo risultato conferma i risultati
di studi precedenti, dove gli antibiotici profilattici non hanno avuto
influenza significativa nell’incidenza delle malattie infettive nei primi
30 gg. di vita. In questo studio sono stati usati quattro diff e renti schemi
di somministrazione degli antibiotici profilattici ed è stata notata poca
differenza tra uno e l’altro, eccetto che per il fatto che uno dei protocolli
ha avuto un migliore effetto sulle malattie infettive totali e sulle
malattie sistemiche con diarrea. C’è una tendenza a fare trattamenti antibiotici
diversi da quello standard (3 giorni di sulfadiazina-trimethprim).
I trattamenti diversi da quello standard sono parsi meno efficaci e la
nostra spiegazione è che nei puledri in cui sono stati utilizzati trattamenti
diversi era già stato sospettato un problema. E’ anche possibile
che negli allevamenti ove veniva utilizzato un trattamento antibiotico
diverso fosse già presente una malattia endemica. Più in generale nessuna
delle terapie utilizzate è stata riconosciuta come un fattore protettivo
o di rischio per le infezioni considerate.
La vaccinazione delle cavalle contro il Rotavirus non è stato un fattore
protettivo per le malattie sistemiche con diarrea: è possibile che il vaccino
attualmente disponibile per le cavalle non sia in grado di provvedere
a una sufficiente protezione dei foals attraverso gli antibiotici colostrali..
Perché i puledri nati in un allevamento pubblico sono meno a
rischio di sviluppare infezioni di quelli nati in una allevamento privato?
Una possibile spiegazione potrebbe essere un effetto della sovrappopolazione:
le cavalle che provengono da allevamenti differenti (da tutta
l ’ I n g h i l t e rra o da altre nazioni europee ) possono port a re una grande
quantità di diversa microflora e perciò provocare lo sviluppo di un’immunità
più variegata. Un’altra ragione potrebbe essere la miglior con-
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sapevolezza in materia di igiene e malattie infettive delle persone che lavorano
negli allevamenti pubblici, costrette a confrontarsi continuamente
con cavalli che arrivano da posti molto diversi. Un gran numero
di cavalle arrivano nell’area di Newmarket per part o r i re ed essere coperte
da ogni parte di Inghilterra e da oltremare (principalmente Irlanda,
Francia e Germania). Quindi questo studio reca informazioni sull’attualità
delle infezioni neonatali anche in altri luoghi Noi abbiamo
r a g g ruppato i dati in ottica regionale ma suggeriamo che siano usati per
ogni altra situazione simile, premesso che la gestione degli allevamenti
abbia un livello elevato come quello che c’è a Newmarket.
IGIENE
Miller (1950) menzionò l’importanza che l’igiene nei box di parto e la
pulizia durante il parto rivestono nel minimizzare il rischio di infezioni.
Un buon esempio a questo proposito è la raccomandazione di Madigan di
lavare la mammella e la cute della cavalla con un antisettico prima che il
puledro si alzi, in moda da ridurre l’incidenza di infezioni da salmonella.
Tuttavia in questo studio non è stato possibile definire un singolo fattore
che sia ben rappresentativo dell’igiene generale di un allevamento. Alcuni
dei fattori di rischio potenziali studiati possono essere considerati degli
indicatori indiretti dell’igiene degli allevamenti ma è necessario fare
altri studi in merito. Il numero di allevamenti privati e pubblici studiati
è stato equivalente, e in ciascuno di loro il management di cavalle e puledri
era generalmente di alto livello. Quindi la popolazione dei puledri
nati nei diversi allevamenti era paragonabile.
CONCLUSIONE
La conclusione dell’analisi dei singoli fattori considerati è: la superv isione
del parto va considerata importante, anche se interventi non necessari
devono essere evitati per non disturbare la cavalla. L’ a s s o r b i m e n t o
del colostro e il trasferimento dell’immunità passiva sono import a n t i
fattori che devono essere monitorati con attenzione, come già si sapeva.
Comunque, con le limitazioni causate dal fatto che questo studio non
aveva gruppi casuali di controllo, si conferma anche l’importanza clinica
del riconoscimento precoce dei puledri potenzialmente a rischio di
sviluppare infezioni. Altri fattori che vanno considerati quando si valutano
i puledri neonati sono: la qualità della gestione in allevamento, il
numero di globuli bianchi e di globuli rossi, la data di nascita. L’analisi
di questi fattori può aiutare a scoprire precocemente i puledri a rischio,
in modo da iniziare delle misure profilattiche mirate. Questo studio non
supporta l’idea di utilizzare antibiotici profilattici per prevenire le malattie
infettive in puledri neonati apparentemente sani. Un punto debole
di questo studio è che la sua durata è ristretta ad una sola stagione di
monta; tra l’altro non è stato possibile testare i fattori potenziali di rischio
per altre malattie infettive descritte nella prima parte dello studio
(quella esaminata nella newsletter n°3) per il relativamente basso numero
di casi ivi riportati.