1^ media-la palestina al tempo di gesu - scuola secondaria statale ...

1. LA PALESTINA AL TEMPO DI GESU’
Tutta la storia di Gesù e dei primi cristiani (ma in generale della Bibbia intera) è
inserita in un quadro storico e geografico ben preciso: la Palestina del I secolo
d.C., chiamata anche “Terra di Canaan”. Perciò è naturale che per incontrare da
vicino Gesù e capire meglio la sua vicenda, sia importante conoscere la terra che lo
ha visto protagonista circa duemila anni fa. L’ideale sarebbe visitare noi stessi questi
luoghi, come hanno fatto e continuano a fare milioni di pellegrini, desiderosi di vedere
gli stessi panorami e sentire i medesimi profumi che Gesù di Nazaret, proclamato
Figlio di Dio, ha visto e sentito. Noi per adesso ci accontenteremo di un viaggio
virtuale, immaginando di tornare indietro nel tempo: Palestina, anno zero! ...
BREVI ACCENNI STORICI SULLA PALESTINA.
La Palestina, dopo la morte di Davide e Salomone, fu sempre un paese inquieto e
segnato da invasioni e conquiste straniere: gli Assiri, i Babilonesi, i Greci di
Alessandro Magno e al tempo di Gesù i Romani. Si spiega così perché presso gli ebrei
fosse così viva la speranza di un liberatore mandato da Dio e perché spesso
capitavano insurrezione popolari e rivolte al seguito di personaggi che si presentavano
come “messia”. Dal 43 a.C. governava, per incarico dei Romani, re Erode, detto il
Grande, il quale avviò numerose opere, tra cui il rifacimento del Tempio di
Gerusalemme. Dopo la sua morte, nel 4 a.C., il regno fu diviso tra i suoi figli:
Archelao, Erode Antipa ed Erode Filippo. Ma a causa di disordini e della loro incapacità
di governare, nel 6 a.C. la Giudea e la Samaria passarono sotto il dominio diretto di
Roma e furono amministrate da un procuratore, come ad esempio quel Ponzio Pilato,
che fece condannare Gesù. Più tardi, Roma assunse il controllo di tutta la regione e
nel 70 d.C., sempre a causa di tumulti, Tito con le sue legioni distrusse Gerusalemme
e il suo famoso Tempio.
IL TERRITORIO GEOGRAFICO E LE REGIONI DELLA PALESTINA
Con un territorio compreso tra il Mar Mediterraneo e il fiume Giordano, la
Palestina è divisa in tre regioni principali: a nord la Galilea, al centro la Samaria e
a sud la Giudea, dove si trova Gerusalemme. Il nome “Palestina” potrebbe derivare
da uno degli antichi popoli che abitavano questa terra, i Filistei.
Il territorio è caratterizzato dalla pianura che dalla costa arriva fino al monte Tabor
formando la valle di Izreel, dalle colline che arrivano fino alla valle del Giordano e da
una zona desertica a sud. La valle del Giordano taglia il paese in tutta la sua
lunghezza, dal Mare di Galilea al Mar Morto a più di 300 m. sotto il livello del mare.
Il clima mite favoriva l’agricoltura (grano, orzo, frutta, olive, fichi, vino...),
l’allevamento (pecore, capre) e una pesca abbondante, specialmente nel lago di
Tiberiade, chiamato anche “Mare di Galilea” al tempo di Gesù.
COMPITI A CASA.
1. Leggi pag. 90-91-97 del libro
2. Cerca e incolla la cartina della Palestina al tempo di Gesù.
3. Quali sono i vari nomi attribuiti alla Palestina? (pag. 90)
4. Come si chiamano le tre regioni della Palestina e quali sono le loro caratteristiche
principali? (pag. 91)
5. Elenca le città dove Gesù si è fermato a predicare e fare miracoli (pag. 97)

POPOLAZIONE E SOCIETA’ IN PALESTINA AL TEMPO DI GESU’
La popolazione era di circa 1 milione e mezzo di abitanti, concentrata quasi tutta a
Gerusalemme e nei villaggi più importanti come Cesarea, Cafarnao, Genezaret e Nazaret a
nord in Galilea, Sichem in Samaria e Betlemme, Emmaus, Betania e Gerico a sud in Giudea.
Vi erano poi considerevoli presenze di soldati romani, di stranieri e di pellegrini ebrei della
diaspora. La lingua comune era l’aramaico, mentre l’ebraico veniva usato solo durante le
cerimonie religiose e dai rabbini che leggevano e interpretavano la Torah. Per il commercio e
per l’amministrazione civile e penale, invece, si usavano il greco e il latino.
Il centro politico, economico e religioso della Palestina era la città di Gerusalemme con il suo
Tempio. Da tutti gli Ebrei era ritenuto il luogo della presenza di Dio, il luogo dove egli aveva
stabilito la sua dimora. Edificato dal re Salomone intorno al 1000 a.C., fu distrutto
dall’esercito babilonese nel 597 a.C. durante l’assedio di Gerusalemme. Dopo il ritorno
dall’esilio babilonese fu ricostruito ed Erode nel 19 a.C. diede inizio ai lavori di abbellimento,
che terminarono solo nel 64 d.C., pochi anni prima della sua ultima e definitiva distruzione,
ad opera dei Romani nel 70 d.C. Anche Gesù più volte ebbe l’occasione di visitarlo, fin da
bambino quando “… lo trovarono nel tempio, seduto tra i dottori, mentre li ascoltava e li
interrogava” (Lc 2,46).
Al tempo di Gesù, quasi tutti gli ebrei si sposavano a 17-18 anni (le ragazze anche a 13-14
anni), dopo un periodo di fidanzamento di circa un anno. Il matrimonio era considerato
benedetto da Dio se era fecondo e nascevano molti figli.
I figli maschi, entro l’ottavo giorno dalla nascita, venivano circoncisi a ricordo dell’alleanza
stipulata tra Dio e Abramo. L’educazione dei figli era compito esclusivo dei genitori,
soprattutto del padre. Essi insegnavano loro la storia del popolo, gli usi e i costumi nazionali,
ma soprattutto li abituavano all'osservanza rigorosa della legge.
A sei anni i maschi potevano frequentare la scuola annessa alla sinagoga, dove un rabbino
insegnava a leggere e scrivere, facendo imparare a memoria molti brani della Bibbia. Quando
i ragazzi compivano tredici anni, veniva organizzata una grande festa, perché diventavano
“bar mizwa”, cioè “figlio della legge” e da quel momento erano trattati come adulti:
dovevano osservare tutte le leggi, ma soprattutto dovevano impegnarsi a conoscere la Bibbia.
Allora venivano presentati a tutti nella sinagoga dai padri e qui per la prima volta, leggeva in
pubblico la Bibbia.
La società ebraica al tempo di Gesù era divisa in diversi gruppi e ceti sociali: c’erano gli
aristocratici appartenenti alle famiglie ricche e influenti del paese, c’erano i commercianti e gli
artigiani benestanti, c’era il popolo e infine gli emarginati, i vecchi, le vedove e gli orfani, i
mendicanti e gli schiavi.
Vi erano anche partiti politici e gruppi religiosi.
I Sadducei, appartenenti alla classe dirigente e considerati amici dei Romani.
Discendevano da Zadok, sommo sacerdote di Salomone, ed erano in maggioranza del
Sinedrio.
I Farisei (= i puri, i separati), discendenti forse degli antichi Hassidim (devoti). Al tempo
di Gesù erano circa 6000. Presso il popolo avevano grande autorità, perché, in qualità di
scribi, di rabbi (maestri) e di dottori della Legge, interpretavano la Torah e la
applicavano alle situazioni di tutti i giorni, insistendo sulla pratica minuziosa di ben 610
comandamenti (365 proibizioni e 245 comandi), spiegati anche con aneddoti ed esempi,
ed imponendo alla gente infinite regole e prescrizioni.
I Samaritani, considerati stranieri e odiati dagli ebrei, perchè adoravano Dio sul monte
Garizim in polemica con il culto nel Tempio di Gerusalemme.
Gli Esseni (circa 4000 in tutto), vivevano ritirati nella regione desertica di Qumran sotto la
guida del Maestro di Giustizia. Avevano uno stile di vita comunitaria molto sobria, simile a
quello dei monaci medioevali e davano importanza alla purificazione e ai rituali con
l’acqua. La loro giornata cominciava all’alba con la preghiera e continuava tra attività
agricole, studio e ancora preghiera. Gli Esseni non si sposavano, mettevano tutto in
comune e coloro che volevano unirsi alla comunità dovevano superare un periodo di prova
di tre anni.
i Sacerdoti, discendenti della tribù di Levi o della famiglia di Aronne, erano divisi in 24
classi e a turno prestavano servizio nel Tempio, mentre i Leviti assistevano al culto.

gli Zeloti, (chiamati anche sicari, cioè “uomini del pugnale” per la caratteristica
arma che nascondevano sotto il mantello), erano i più accesi oppositori alla
dominazione dei Romani. Il loro movimento fu fondato da Giuda il Galileo nel 6
d.C., il quale pensava di affrettare l’avvento del regno di Dio con la lotta armata.
Finirono invece per accelerare l’invasione delle Legioni romane che nel 73 d.C. li
assediarono nella fortezza di Masada, dove in 967 preferirono suicidarsi piuttosto
che arrendersi ai nemici.
COMPITI A CASA.
1. Leggi pag. 92-93 del libro
2. Elenca i diversi gruppi sociali, i partiti politici e i gruppi religiosi che
caratterizzavano la società ebraica al tempo di Gesù.
3. Elenca i diversi lavori che venivano svolti al tempo di Gesù
4. Scrivi anche il lavoro di Gesù prima di cominciare a predicare
PREGHIERA E FESTE RELIGIOSE
Gli Ebrei pregavano tre volte al giorno: al mattino, nel pomeriggio, alla sera,
indossando un manto con le frange, il tallit, e i filatteri o tefillin, astucci di cuoio
contenenti strisce di pergamena, su cui erano scritti testi biblici. La preghiera più
importante consisteva nella recita dello “Shemà Israel” (Ascolta Israele). Si pregava
in diverse circostanze e non solo nei tempi stabiliti: prima dei pasti, all’inizio di un
viaggio... e spesso si benediceva il Signore con la “tefillà” (le diciotto benedizioni).
Luogo ideale per la preghiera era il Tempio per chi abitava a Gerusalemme e la
sinagoga per tutti gli altri. Durante la preghiera si stava in piedi e a volte ci si
inchinava profondamente a terra, pronunciando le parole ad alta voce. Nel Tempio
spesse volte la preghiera veniva accompagnata con la musica del flauto o dell’arpa ed
era cantata. Il giorno dedicato alla preghiera comunitaria era il sabato e come Dio si
era riposato nel settimo giorno della creazione tutti dovevano riposare, dedicandosi
all’ascolto della Torah presso la sinagoga, come faceva spesso Gesù che entrava come
suo solito nella sinagoga il giorno di sabato e si metteva a leggere il rotolo della Legge
(Lc 4,16). L’osservanza del riposo del sabato era un obbligo molto impegnativo e per
precisare meglio il divieto di lavorare erano stati compilati addirittura degli elenchi
con le cose che si potevano fare e quelle da evitare. Era proibito ad esempio
preparare qualcosa da mangiare e da bere, attingere acqua al pozzo, camminare più
di un chilometro, scrivere due lettere dell'alfabeto, fare qualsiasi tipo di lavoro
manuale, portare addosso più del proprio abbigliamento (es.: il sarto che porta l'ago,
il falegname che porta il truciolo, lo scrivano che porta la penna o l'inchiostro), far
lavorare gli animali o gli schiavi… Chi trasgrediva per negligenza il riposo del sabato,
era tenuto ad offrire sacrifici. Accanto al sabato, c’erano anche le feste annuali di
Pesach e Massot (Pasqua e Azzimi) in primavera, di Shavuot (Pentecoste) in
estate, di Sukkot (Festa delle capanne) in autunno, di Chanukkà (Festa della luce)
in inverno, dello Jom-Kippur (Giorno del perdono) in autunno, di Rosh-ha-shanah
(Capodanno) in autunno e infine di Purim (che ricorda un po' il nostro Carnevale) in
primavera.
COMPITI A CASA.
1. Leggi pag. 94-95-96 del libro
2. Elenca le feste ebraiche più importanti che anche Gesù ha celebrato