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Il Santo Rosario con Papa Francesco Misteri Gaudiosi

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esige un <strong>con</strong>tinuo ‘uscire’ da sé stessi, da una fede comoda, abbracciando<br />

invece la logica del Vangelo, di Dio e, soprattutto, della Croce che non è<br />

prima di tutto quella del dolore e della morte, ma quella dell’amore e del<br />

dono di sé che porta vita. È questa la strada che ha percorso Gesù Cristo nel<br />

suo cammino terreno. Egli ha parlato a tutti senza distinzione tra grandi,<br />

umili, ricchi, poveri, deboli, ebrei, pagani, samaritani. Egli ha portato la<br />

misericordia e il perdono di Dio; ha guarito, <strong>con</strong>solato, compreso e ha dato<br />

speranza, come fa un buon padre e una buona madre verso ciascuno dei suoi<br />

figli. Soprattutto, Dio non ha aspettato che andassimo da Lui, ma è Lui che si<br />

è mosso verso di noi, senza calcoli, senza misure, facendo sempre il primo<br />

passo. Questa strada percorsa da Cristo è anche la mia, la tua, la nostra<br />

strada, da vivere seguendo Gesù muovendoci noi per primi verso i nostri<br />

fratelli e le nostre sorelle che necessitano di comprensione, <strong>con</strong>solazione,<br />

aiuto. Seguendo Gesù anche noi siamo chiamati a aprire a tutti le porte di<br />

Dio, e ad essere la presenza di amore di Dio nel mondo.<br />

3° mistero gaudioso<br />

Cari fratelli e sorelle, lasciamoci rinnovare dalla misericordia di Dio,<br />

lasciamoci amare da Gesù, lasciamo che la potenza del suo amore trasformi<br />

anche la nostra vita; e diventiamo strumenti di questa misericordia, canali<br />

attraverso i quali Dio possa irrigare la terra, custodire tutto il creato e far<br />

fiorire la giustizia e la pace. Fermi in queste fede, domandiamo a Gesù, che<br />

trasforma la morte in vita, di mutare l’odio in amore, la vendetta in perdono,<br />

la guerra in pace. Soprattutto, imploriamo pace per il mondo intero.<br />

E poi impieghiamo bene i doni ricevuti da Dio perché al suo ritorno ci<br />

chiederà come li abbiamo utilizzati. Guardiamo nella parabola dei talenti (Mt<br />

25,14-30) l’atteggiamento del terzo servo che sotterra il talento del padrone<br />

per <strong>con</strong>segnarglielo intatto al suo ritorno. Un comportamento umanamente<br />

logico forse, ma che cristianamente indica paura e chiusura davanti a Dio. Un<br />

cristiano che si chiude in se stesso, che nas<strong>con</strong>de tutto quello che il Signore gli<br />

ha dato, non è cristiano! È un cristiano che non ringrazia Dio per tutto quello<br />

che gli ha donato!. In questo tempo siamo chiamati quindi a mettere a frutto i<br />

doni di Dio non per noi stessi, ma per Lui, per la Chiesa, per gli altri.<br />

Soprattutto in questo periodo di crisi è importante non chiudersi in se stessi,<br />

sotterrando il proprio talento, le proprie ricchezze spirituali, intellettuali,<br />

materiali, tutto quello che il Signore ci ha dato, ma aprirsi, essere solidali,<br />

essere attenti all’altro. In particolare voi giovani: Non sotterrate i talenti!<br />

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