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Il Santo Rosario con Papa Francesco Misteri Gaudiosi

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<strong>Il</strong> <strong>Santo</strong> <strong>Rosario</strong> <strong>con</strong> <strong>Papa</strong> <strong>Francesco</strong><br />

Colpito dalla ricchezza e dalla freschezza delle parole di <strong>Papa</strong> <strong>Francesco</strong>, ho estratto dai suoi interventi (dal<br />

14 marzo al 5 maggio 2013) alcuni brani per farne oggetto di meditazione per i misteri del rosario. Oltre che<br />

dalle omelie delle pubbliche celebrazioni eucaristiche, dalle Udienze Generali del Mercoledì e dagli Angelus<br />

domenicali ho attinto <strong>con</strong> abbondanza dalle omelie “a braccio” tenute durante le messe mattutine “private”<br />

nella Casa Santa Marta, solitamente riservate ai lavoratori di Città del Vaticano e pochi altri, dove emerge in<br />

modo ancor più evidente la sua semplicità e il suo personalissimo modo di comunicare diretto e coinvolgente.<br />

Angelo Masciello .<br />

<strong>Misteri</strong> <strong>Gaudiosi</strong><br />

1° mistero gaudioso<br />

Cari fratelli e sorelle, per ascoltare il Signore, bisogna imparare a<br />

<strong>con</strong>templarlo come Maria, a percepire la sua presenza costante nella nostra<br />

vita; bisogna fermarsi a dialogare <strong>con</strong> Lui, dargli spazio <strong>con</strong> la preghiera. Sì<br />

perché la preghiera è lo strumento diretto che collega ogni sforzo umano <strong>con</strong><br />

l’azione salvifica di Cristo e che rinnova costantemente l’affidamento della<br />

Chiesa al Signore. Si può custodire la Chiesa, si può curare la Chiesa e noi<br />

dobbiamo farlo <strong>con</strong> il nostro lavoro, ma il più importante è quello che fa il<br />

Signore quando noi lo preghiamo. La preghiera è il faro che illumina la via<br />

verso la pace di Gesù, quella pace che il mondo non può dare, che non si<br />

compra ma che è un vero dono della presenza di Gesù in mezzo alla sua<br />

Chiesa.<br />

Affidiamo la Chiesa al Signore, affidiamogli gli anziani, gli ammalati, i<br />

bambini, i ragazzi e diciamogli: 'Custodisci Signore la tua Chiesa: perché è<br />

tua!’ Con questo atteggiamento Lui ci darà quella pace che soltanto Lui può<br />

dare anche in mezzo alle tribolazioni, le grandi tribolazioni come le<br />

persecuzioni ma pure le piccole tribolazioni della malattia o dei problemi di<br />

famiglia. Grandi o piccole che siano vanno comunque affidate nella<br />

preghiera. Implorate dunque il Signore e ditegli: Custodisci la tua Chiesa<br />

nella tribolazione, perché non perda la fede, perché non perda la speranza.<br />

Fare questa preghiera di affidamento per la Chiesa ci farà bene e farà bene<br />

alla Chiesa. Darà grande pace a noi e grande pace alla Chiesa, non ci toglierà<br />

delle tribolazioni, ma ci farà forti nelle tribolazioni.<br />

2° mistero gaudioso<br />

Cari fratelli e sorelle, non dobbiamo ac<strong>con</strong>tentarci di restare nel recinto delle<br />

novantanove pecore, dobbiamo ‘uscire’, cercare <strong>con</strong> Gesù la pecorella<br />

smarrita, quella più lontana. Seguire, accompagnare Cristo, rimanere <strong>con</strong> Lui,<br />

1


esige un <strong>con</strong>tinuo ‘uscire’ da sé stessi, da una fede comoda, abbracciando<br />

invece la logica del Vangelo, di Dio e, soprattutto, della Croce che non è<br />

prima di tutto quella del dolore e della morte, ma quella dell’amore e del<br />

dono di sé che porta vita. È questa la strada che ha percorso Gesù Cristo nel<br />

suo cammino terreno. Egli ha parlato a tutti senza distinzione tra grandi,<br />

umili, ricchi, poveri, deboli, ebrei, pagani, samaritani. Egli ha portato la<br />

misericordia e il perdono di Dio; ha guarito, <strong>con</strong>solato, compreso e ha dato<br />

speranza, come fa un buon padre e una buona madre verso ciascuno dei suoi<br />

figli. Soprattutto, Dio non ha aspettato che andassimo da Lui, ma è Lui che si<br />

è mosso verso di noi, senza calcoli, senza misure, facendo sempre il primo<br />

passo. Questa strada percorsa da Cristo è anche la mia, la tua, la nostra<br />

strada, da vivere seguendo Gesù muovendoci noi per primi verso i nostri<br />

fratelli e le nostre sorelle che necessitano di comprensione, <strong>con</strong>solazione,<br />

aiuto. Seguendo Gesù anche noi siamo chiamati a aprire a tutti le porte di<br />

Dio, e ad essere la presenza di amore di Dio nel mondo.<br />

3° mistero gaudioso<br />

Cari fratelli e sorelle, lasciamoci rinnovare dalla misericordia di Dio,<br />

lasciamoci amare da Gesù, lasciamo che la potenza del suo amore trasformi<br />

anche la nostra vita; e diventiamo strumenti di questa misericordia, canali<br />

attraverso i quali Dio possa irrigare la terra, custodire tutto il creato e far<br />

fiorire la giustizia e la pace. Fermi in queste fede, domandiamo a Gesù, che<br />

trasforma la morte in vita, di mutare l’odio in amore, la vendetta in perdono,<br />

la guerra in pace. Soprattutto, imploriamo pace per il mondo intero.<br />

E poi impieghiamo bene i doni ricevuti da Dio perché al suo ritorno ci<br />

chiederà come li abbiamo utilizzati. Guardiamo nella parabola dei talenti (Mt<br />

25,14-30) l’atteggiamento del terzo servo che sotterra il talento del padrone<br />

per <strong>con</strong>segnarglielo intatto al suo ritorno. Un comportamento umanamente<br />

logico forse, ma che cristianamente indica paura e chiusura davanti a Dio. Un<br />

cristiano che si chiude in se stesso, che nas<strong>con</strong>de tutto quello che il Signore gli<br />

ha dato, non è cristiano! È un cristiano che non ringrazia Dio per tutto quello<br />

che gli ha donato!. In questo tempo siamo chiamati quindi a mettere a frutto i<br />

doni di Dio non per noi stessi, ma per Lui, per la Chiesa, per gli altri.<br />

Soprattutto in questo periodo di crisi è importante non chiudersi in se stessi,<br />

sotterrando il proprio talento, le proprie ricchezze spirituali, intellettuali,<br />

materiali, tutto quello che il Signore ci ha dato, ma aprirsi, essere solidali,<br />

essere attenti all’altro. In particolare voi giovani: Non sotterrate i talenti!<br />

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Scommettete su ideali grandi, quegli ideali che allargano il cuore, quegli<br />

ideali di servizio che renderanno fe<strong>con</strong>di i vostri talenti. Cari giovani, abbiate<br />

un animo grande! Non abbiate paura di sognare cose grandi!.<br />

4° mistero gaudioso<br />

Cari fratelli e sorelle, custodire significa anche aver cura l’uno dell’altro nella<br />

famiglia, in particolare, tra <strong>con</strong>iugi e tra genitori e figli, nelle amicizie vissute<br />

<strong>con</strong> sincerità, nel rispetto e nel bene. La custodia è quindi una responsabilità<br />

che ci riguarda tutti, perciò siate custodi dei doni di Dio! Ma la custodia va<br />

tuttavia esercitata soprattutto a partire da se stessi, affrancandosi da quei<br />

sentimenti di odio, invidia e superbia che sporcano la vita e vigilando sui<br />

nostri sentimenti e sul nostro cuore, da cui es<strong>con</strong>o le intenzioni buone e<br />

cattive. Perciò non dobbiamo avere paura della bontà e nemmeno della<br />

tenerezza.<br />

5° mistero gaudioso<br />

Cari fratelli e sorelle, lasciamoci avvolgere dalla misericordia di Dio;<br />

<strong>con</strong>fidiamo nella sua pazienza che sempre ci dà tempo; abbiamo il coraggio<br />

di tornare nella sua casa, di dimorare nelle ferite del suo amore, lasciandoci<br />

amare da Lui, di in<strong>con</strong>trare la sua misericordia nei Sacramenti. Sentiremo la<br />

sua tenerezza, sentiremo il suo abbraccio e saremo anche noi più capaci di<br />

misericordia, di pazienza, di perdono, di amore. Così anche noi vedremo<br />

Gesù. A volte, nella nostra vita, gli occhiali per vedere Gesù sono le lacrime. È<br />

proprio <strong>con</strong> il suo pianto che Maria Maddalena trasmette questo messaggio:<br />

Ho visto il Signore. <strong>Il</strong> dolore di questa donna, che ha cambiato vita grazie<br />

all’in<strong>con</strong>tro personale <strong>con</strong> Gesù, è il dolore di tutti noi, nei nostri momenti<br />

più oscuri. È lecito quindi domandarci: Abbiamo avuto quella bontà delle<br />

lacrime che preparano gli occhi per guardare, per vedere il Signore? Si può<br />

piangere per molti motivi: per il bene, per i nostri peccati, per le grazie, per la<br />

gioia e anche noi, come la Maddalena, possiamo domandare al Signore la<br />

bella grazia delle lacrime per prepararci a vederlo. Vedere il Signore, non<br />

significa percepirlo <strong>con</strong> la vista ma dentro al cuore: solo così potremo offrire<br />

la testimonianza della nostra vita e dire a tutti: Io vivo così perché ho visto il<br />

Signore!<br />

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<strong>Misteri</strong> Luminosi<br />

1° mistero luminoso<br />

Cari fratelli e sorelle, il Battesimo che ci fa figli di Dio, l’Eucaristia che ci<br />

unisce a Cristo, devono diventare vita, tradursi cioè in atteggiamenti,<br />

comportamenti, gesti, scelte. La grazia <strong>con</strong>tenuta nei Sacramenti pasquali è<br />

un potenziale di rinnovamento enorme per l’esistenza personale, per la vita<br />

delle famiglie, per le relazioni sociali. Ma tutto passa attraverso il cuore<br />

umano: se io mi lascio raggiungere dalla grazia di Cristo risorto, se le<br />

permetto di cambiarmi in quel mio aspetto che non è buono, che può far male<br />

a me e agli altri, io permetto alla vittoria di Cristo di affermarsi nella mia vita,<br />

di allargare la sua azione benefica. Questo è il potere della grazia! Senza la<br />

grazia non possiamo fare nulla! E <strong>con</strong> la grazia del Battesimo e della<br />

Comunione eucaristica posso diventare strumento della misericordia di Dio,<br />

di quella bella misericordia di Dio! Esprimere nella vita il sacramento che<br />

abbiamo ricevuto: ecco, cari fratelli e sorelle, il nostro impegno quotidiano,<br />

ma direi anche la nostra gioia quotidiana! La gioia di sentirsi strumenti della<br />

grazia di Cristo, come tralci della vite che è Lui stesso, animati dalla linfa del<br />

suo Spirito! Preghiamo insieme, nel nome del Signore morto e risorto, e per<br />

intercessione di Maria Santissima, perché il Mistero pasquale possa operare<br />

profondamente in noi e in questo nostro tempo, perché l’odio lasci il posto<br />

all’amore, la menzogna alla verità, la vendetta al perdono, la tristezza alla<br />

gioia.<br />

2° mistero luminoso<br />

Cari fratelli e sorelle, l’azione dello Spirito <strong>Santo</strong> ci porta la novità di Dio;<br />

viene a noi e fa nuove tutte le cose, ci cambia. Sì, lo Spirito ci cambia! Vedete,<br />

la novità di Dio non assomiglia alle novità mondane, che sono tutte<br />

provvisorie, passano e se ne ricerca sempre di più. La novità che Dio dona<br />

alla nostra vita è definitiva, e non solo nel futuro, quando saremo <strong>con</strong> Lui, ma<br />

anche oggi: Dio sta facendo tutto nuovo, lo Spirito <strong>Santo</strong> ci trasforma<br />

veramente e vuole trasformare, anche attraverso di noi, il mondo in cui<br />

viviamo. Apriamo la porta allo Spirito, facciamoci guidare da Lui, lasciamo<br />

che l’azione <strong>con</strong>tinua di Dio, ci renda uomini e donne nuovi, animati<br />

dall’amore di Dio, che lo Spirito <strong>Santo</strong> ci dona! Che bello se ognuno di voi,<br />

alla sera potesse dire: oggi a scuola, a casa, al lavoro, guidato da Dio, ho<br />

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compiuto un gesto di amore verso un mio compagno, i miei genitori, un<br />

anziano! Che bello!<br />

3° mistero luminoso<br />

Cari fratelli e sorelle, noi non dobbiamo essere cristiani tiepidi. I cristiani<br />

tiepidi, senza coraggio fanno tanto male alla Chiesa, perché il tepore ti porta<br />

dentro, incominciano i problemi fra noi; non abbiamo orizzonti, non abbiamo<br />

coraggio, né il coraggio della preghiera verso il cielo e neppure il coraggio di<br />

annunziare il Vangelo. Ma questo non fa bene alla Chiesa. La Chiesa deve<br />

essere coraggiosa! E noi tutti siamo chiamati a dare l’annuncio forte del<br />

Vangelo, ovunque e in qualunque momento, come cristiani non tiepidi, ma<br />

coraggiosi. Ma il coraggio è necessario non solo nell’evangelizzazione, ma<br />

anche nella preghiera che è come una sfida che Gesù ci lancia, quando dice:<br />

Qualunque cosa chiederete nel mio nome la farò perché il Padre sia<br />

glorificato nel Figlio. È forte questo! <strong>Il</strong> problema è se noi abbiamo realmente il<br />

coraggio di affrontare questa ‘sfida’: Abbiamo il coraggio di andare da Gesù e<br />

chiedergli: ‘Ma tu hai detto questo, fallo! Fa’ che la fede vada avanti, fa’ che<br />

l’evangelizzazione vada avanti, fa’ che questo problema che ho venga<br />

risolto…’. Abbiamo questo coraggio nella preghiera? O preghiamo un po’<br />

così, come si può, spendendo solo un po’ di tempo nella preghiera?.Perciò<br />

dobbiamo essere coraggiosi nella preghiera, sfidando Gesù".<br />

4° mistero luminoso<br />

Cari fratelli e sorelle, spesso anche tra noi c’è una forte resistenza allo Spirito<br />

<strong>Santo</strong>. Anzi, per dirlo chiaramente: lo Spirito <strong>Santo</strong> ci dà fastidio. Perché ci<br />

muove, ci fa camminare, spinge la Chiesa ad andare avanti. E noi siamo come<br />

Pietro nella Trasfigurazione: ‘Ah, che bello stare così, tutti insieme!’ …<br />

Cerchiamo ciò che non ci da fastidio. Vogliamo che lo Spirito <strong>Santo</strong> si<br />

assopisca, vogliamo addomesticare lo Spirito <strong>Santo</strong> e questo non va bene!<br />

Perché Lui è Dio, Lui è quel vento che va e viene e tu non sai da dove; è la<br />

forza di Dio, è quello che ci dà la <strong>con</strong>solazione e la forza per andare avanti.<br />

Andare avanti dà fastidio, la comodità è più bella. Una tentazione questa, che<br />

oggi è ancora radicata profondamente nel cuore dell’uomo. Oggi sembriamo<br />

tutti <strong>con</strong>tenti per la presenza dello Spirito <strong>Santo</strong>, ma non è vero. Noi<br />

dobbiamo essere fedeli allo Spirito per annunciare Gesù <strong>con</strong> la nostra vita,<br />

<strong>con</strong> la nostra testimonianza e <strong>con</strong> le nostre parole; quando facciamo questo la<br />

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Chiesa diventa una Chiesa Madre che genera figli. Ma quando non lo<br />

facciamo, la Chiesa diventa non una Chiesa Madre, ma la Chiesa-babysitter,<br />

che cura il bambino per farlo addormentare. E’ una Chiesa sopita. Allora,<br />

pensiamo al nostro battesimo, alla responsabilità del nostro battesimo, e<br />

lasciamoci guidare dallo Spirito <strong>Santo</strong> senza fare resistenza.<br />

5° mistero luminoso<br />

Cari fratelli e sorelle, il figliol prodigo si era perso nel mondo. <strong>Il</strong> Padre, però,<br />

<strong>con</strong> pazienza e amore, <strong>con</strong> speranza e misericordia non aveva smesso un<br />

attimo di pensare a lui, e appena lo vede ancora lontano gli corre in<strong>con</strong>tro e lo<br />

abbraccia <strong>con</strong> tenerezza, la tenerezza di Dio, senza una parola di rimprovero,<br />

pensa: è tornato! Dio sempre ci aspetta, non si stanca. A questa pazienza di<br />

Dio dobbiamo rispondere <strong>con</strong> il coraggio di ritornare subito a Lui quando<br />

siamo nel peccato, non bisogna temere nessun errore, qualunque peccato ci<br />

sia nella nostra vita, perché attraverso le sue ferite e le sue piaghe Gesù<br />

manifesta l’amore immenso del suo cuore. Quando sei nel peccato, non<br />

temere, va’ da Lui, ti sta aspettando, Lui farà tutto. Per Dio noi non siamo<br />

numeri, siamo importanti, anzi siamo quanto di più importante Egli abbia;<br />

anche se peccatori, siamo ciò che gli sta più a cuore. Nella mia vita personale<br />

ho visto tante volte il volto misericordioso di Dio, la sua pazienza; ho visto<br />

anche in tante persone il coraggio di entrare nelle piaghe di Gesù dicendogli:<br />

Signore sono qui, accetta la mia povertà, nas<strong>con</strong>di nelle tue piaghe il mio<br />

peccato, lavalo col tuo sangue. E ho sempre visto che Dio l’ha fatto, ha<br />

accolto, <strong>con</strong>solato, lavato, amato.<br />

Nell’episodio evangelico della donna adultera (cfr Gv 8,1-11), che Gesù salva<br />

dalla <strong>con</strong>danna a morte, colpisce l’atteggiamento di Gesù: non sentiamo<br />

parole di disprezzo, non sentiamo parole di <strong>con</strong>danna, ma soltanto parole di<br />

amore, di misericordia, che invitano alla <strong>con</strong>versione. "Neanche io ti<br />

<strong>con</strong>danno: va e d’ora in poi non peccare più!" (v. 11). Fratelli e sorelle, il volto<br />

di Dio è quello di un padre misericordioso, che sempre ha pazienza. Avete<br />

pensato voi alla pazienza di Dio, la pazienza che lui ha <strong>con</strong> ciascuno di noi?<br />

Quella è la sua misericordia. Sempre ha pazienza, pazienza <strong>con</strong> noi, ci<br />

comprende, ci attende, non si stanca di perdonarci se sappiamo tornare a lui<br />

<strong>con</strong> il cuore <strong>con</strong>trito. Perché, come dice il Salmo, "Grande è la misericordia<br />

del Signore".<br />

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<strong>Misteri</strong> Dolorosi<br />

1° mistero doloroso<br />

Cari fratelli e sorelle, rimanete saldi nel cammino della fede <strong>con</strong> la ferma<br />

speranza nel Signore. Qui sta il segreto del nostro cammino! Lui ci dà il<br />

coraggio di andare <strong>con</strong>trocorrente. Sentite bene, giovani: andare<br />

<strong>con</strong>trocorrente; questo fa bene al cuore, ma ci vuole il coraggio per andare<br />

<strong>con</strong>trocorrente e Lui ci dà questo coraggio! Non ci sono difficoltà,<br />

tribolazioni, incomprensioni che ci devono far paura se rimaniamo uniti a<br />

Dio come i tralci sono uniti alla vite, se non perdiamo l’amicizia <strong>con</strong> Lui, se<br />

gli facciamo sempre più spazio nella nostra vita. Questo anche e soprattutto<br />

se ci sentiamo poveri, deboli, peccatori, perché Dio dona forza alla nostra<br />

debolezza, ricchezza alla nostra povertà, <strong>con</strong>versione e perdono al nostro<br />

peccato. E’ tanto misericordioso il Signore: sempre, se andiamo da Lui, ci<br />

perdona. Abbiamo fiducia nell’azione di Dio! Con Lui possiamo fare cose<br />

grandi; ci farà sentire la gioia di essere suoi discepoli, suoi testimoni.<br />

Scommettete sui grandi ideali, sulle cose grandi. Noi cristiani non siamo scelti<br />

dal Signore per cosine piccole, andate sempre al di là, verso le cose grandi.<br />

Allora, giovani, non abbiate timore e giocate la vita per grandi ideali!<br />

2° mistero doloroso<br />

Cari fratelli e sorelle, come dice di San Giovanni nella sua prima Lettera, Dio<br />

è luce e in Lui non c’è tenebra alcuna. Tutti noi, abbiamo delle oscurità nella<br />

nostra vita, periodi lunghi o brevi dove anche nella nostra coscienza, è buio.<br />

Ma quando io sono nel buio? Quando mi sento soddisfatto di me stesso;<br />

quando sono <strong>con</strong>vinto di non aver necessità di salvezza. Quelle sono le<br />

tenebre!. E quando uno va avanti proprio su questa strada delle tenebre, non<br />

è facile tornare indietro. Per questo, San Giovanni nella sua Lettera afferma:<br />

Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in<br />

noi. Nel momento in cui <strong>con</strong>fessiamo i nostri peccati, invece il Sacramento<br />

della Ri<strong>con</strong>ciliazione ci presenta quel Signore tanto buono, tanto fedele, tanto<br />

giusto che ci perdona. <strong>Il</strong> punto di partenza è dunque ri<strong>con</strong>oscersi peccatori e<br />

bisognosi di aiuto. Guardiamo ai nostri peccati: tutti siamo peccatori, tutti.<br />

Sapete, quando il Signore ci perdona fa giustizia innanzitutto a se stesso,<br />

perché Lui è venuto per salvare e perdonarci. Nella stessa dinamica di amore<br />

tra un padre e il proprio figlio, il Signore è tenero verso quelli che vanno da<br />

Lui, il Signore ci capisce sempre e ci dona quella pace che soltanto Lui dà.<br />

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Tante volte, invece, noi pensiamo che andare a <strong>con</strong>fessarci è come andare in<br />

tintoria. Ma il <strong>con</strong>fessionale non è una tintoria, è un in<strong>con</strong>tro <strong>con</strong> Gesù che ci<br />

aspetta così come siamo. Sì, è vero, quando ci andiamo a <strong>con</strong>fessare ci fa<br />

vergogna dire la verità: ‘ho fatto questo, ho pensato questo’. Ma la vergogna è<br />

una vera virtù cristiana, è una virtù dell’umile. Benedetta vergogna se ci pone<br />

in umiltà davanti a Dio! Con questo spirito bisogna, dunque, porsi dinanzi al<br />

Signore <strong>con</strong> la nostra verità di peccatori, <strong>con</strong> umiltà e mitezza, senza<br />

truccarci. Non dobbiamo mai truccarci davanti a Dio! ma soprattutto <strong>con</strong><br />

fiducia, perché andare a <strong>con</strong>fessarsi non significa andare a una seduta di<br />

tortura. No! E’ andare a lodare Dio, perché io peccatore sono stato salvato da<br />

Lui. E Lui mi aspetta per bastonarmi? No, mi aspetta <strong>con</strong> tenerezza per<br />

perdonarmi. E se domani faccio lo stesso? Vai un’altra volta, vai, vai e vai<br />

ancora…. Lui sempre ci aspetta <strong>con</strong> la sua tenerezza e la sua mitezza. Infine,<br />

vi invito a pregare affinché il Signore ci dia la grazia di andarci a <strong>con</strong>fessarci<br />

dicendo sempre la verità che è luce e non <strong>con</strong> la tenebra delle mezze verità o<br />

delle bugie.<br />

Lui ci perdona sempre quando noi ri<strong>con</strong>osciamo che siamo peccatori. Ma se<br />

noi siamo come quel fariseo, davanti all’altare: Ti ringrazio Signore, perché<br />

non sono come tutti gli altri uomini, e nemmeno come quello che è alla porta,<br />

come quel pubblicano (cfr Lc 18,11-12), non <strong>con</strong>osciamo il cuore del Signore,<br />

e non avremo mai la gioia di sentire questa misericordia! Non è facile<br />

affidarsi alla misericordia di Dio, perché quello è un abisso incomprensibile.<br />

Ma dobbiamo farlo! "Oh, padre, se lei <strong>con</strong>oscesse la mia vita, non mi<br />

parlerebbe così!". "Perché?, cosa hai fatto?". "Oh, ne ho fatte di grosse!".<br />

"Meglio! Vai da Gesù: a Lui piace se gli rac<strong>con</strong>ti queste cose!". Lui si<br />

dimentica, Lui ha una capacità di dimenticarsi, speciale. Si dimentica, ti bacia,<br />

ti abbraccia e ti dice soltanto: "Neanch’io ti <strong>con</strong>danno; va’, e d’ora in poi non<br />

peccare più" (Gv 8,11). Soltanto quel <strong>con</strong>siglio ti da. Dopo un mese, siamo<br />

nelle stesse <strong>con</strong>dizioni… Torniamo al Signore. <strong>Il</strong> Signore mai si stanca di<br />

perdonare: mai! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono. E<br />

chiediamo la grazia di non stancarci di chiedere perdono, perché Lui mai si<br />

stanca di perdonare. Chiediamo questa grazia.<br />

3° mistero doloroso<br />

Cari fratelli e sorelle, spalanchiamo la porta della nostra vita alla novità di<br />

Dio che ci dona lo Spirito <strong>Santo</strong>, perché ci trasformi, ci renda forti nelle<br />

tribolazioni, rafforzi la nostra unione <strong>con</strong> il Signore, il nostro rimanere saldi<br />

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in Lui: questa è la vera gioia! Quando camminiamo senza la Croce, quando<br />

edifichiamo senza la Croce e quando <strong>con</strong>fessiamo un Cristo senza Croce non<br />

siamo discepoli del Signore: siamo mondani: possiamo essere vescovi, preti,<br />

cardinali, papi, ma non discepoli del Signore. Dobbiamo avere sempre il<br />

coraggio di camminare in presenza del Signore, <strong>con</strong> la Croce del Signore; di<br />

edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di<br />

<strong>con</strong>fessare l’unica gloria, Cristo Crocifisso. Solo così la Chiesa andrà avanti.<br />

La Madonna, nostra Madre, ci <strong>con</strong>ceda questa grazia: camminare, edificare,<br />

<strong>con</strong>fessare Gesù Cristo Crocifisso.<br />

4° mistero doloroso<br />

Cari fratelli e sorelle, Gesù nella passione viene flagellato, insultato e<br />

oltraggiato per noi. Prende su di sé il male, la sporcizia, il peccato del mondo,<br />

anche il nostro peccato, e lo lava, lo lava <strong>con</strong> il suo sangue, <strong>con</strong> la<br />

misericordia, <strong>con</strong> l’amore di Dio. Tanti sono i mali che affliggono l’umanità:<br />

Guerre, violenze, <strong>con</strong>flitti e<strong>con</strong>omici che colpis<strong>con</strong>o chi è più debole, sete di<br />

denaro, di potere, corruzione, divisioni, crimini <strong>con</strong>tro la vita umana e <strong>con</strong>tro<br />

il creato. Gesù Cristo li prende tutti su di sé, sulla croce, sentendo tutto il peso<br />

del male e <strong>con</strong> la forza dell’amore di Dio lo vince, lo s<strong>con</strong>figge nella sua<br />

risurrezione. Per vincere il male, Dio non sceglie mezzi potenti ma trionfa<br />

proprio grazie alla croce. Non dobbiamo credere al Maligno che ci dice: non<br />

puoi fare nulla <strong>con</strong>tro la violenza, la corruzione, l’ingiustizia, <strong>con</strong>tro i tuoi<br />

peccati! Non dobbiamo mai abituarci al male! Con Cristo siamo in grado di<br />

trasformare noi stessi e il mondo e di vincere la paura di uscire da noi stessi,<br />

di andare verso gli altri, di affrontare il sacrificio, come possono fare, per<br />

amore, una mamma o un papà. La croce e il sacrificio vanno sempre accettati<br />

<strong>con</strong> amore, perché, in questo modo, <strong>con</strong>du<strong>con</strong>o non alla tristezza ma alla<br />

gioia.<br />

5° mistero doloroso<br />

Cari fratelli e sorelle, quando abbiamo dei problemi, non bisogna chiudere gli<br />

occhi, ma dobbiamo presentarli al Signore: Lui ci aiuterà a risolverli. Non<br />

dobbiamo avere paura dei problemi, delle croci. Gesù stesso dice ai suoi<br />

discepoli: ‘Sono io, non abbiate paura. Sono io’. Sempre. Nelle difficoltà della<br />

vita, nei problemi, negli errori, in tutte le circostanze della vita: il Signore è là.<br />

Gesù è sempre al nostro fianco, anche nei momenti più bui della vita. È vero<br />

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possiamo sbagliare, ma Lui è sempre vicino a noi e dice: ‘Hai sbagliato, ora<br />

riprendi la strada giusta’. Non è un buon atteggiamento quello di truccare la<br />

vita di fare il maquillage alla vita: no, no. La vita è come è, è la realtà. È come<br />

Dio vuole che sia o come Dio permette che sia, ma è come è, e dobbiamo<br />

prenderla come è. E lo Spirito del Signore ci darà la soluzione ai problemi. La<br />

parola che Cristo rinnova oggi per noi è, dunque, non abbiate paura, sono io!,<br />

una parola che deve accompagnarci e <strong>con</strong>solarci nei momenti dove tutto è<br />

oscuro e non sappiamo cosa fare. Certi di questo, prendiamo le cose come<br />

vengono, <strong>con</strong> lo Spirito del Signore e l’aiuto dello Spirito <strong>Santo</strong>. E così<br />

andiamo avanti, sicuri che <strong>con</strong> Gesù siamo sempre sulla strada giusta.<br />

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<strong>Misteri</strong> Gloriosi<br />

1° mistero glorioso<br />

Cari fratelli e sorelle, le donne che il mattino di Pasqua hanno trovato il<br />

sepolcro vuoto sono spinte dall’amore e sanno accogliere questo annuncio<br />

<strong>con</strong> fede: credono, e subito lo trasmettono, non lo tengono per sé. La gioia che<br />

esse provano all’apprendere che Gesù è vivo e la speranza che riempie il loro<br />

cuore, non si possono <strong>con</strong>tenere. Lo stesso dovrebbe avvenire nella nostra<br />

vita: Dinanzi alla certezza della Resurrezione, dobbiamo sentire la gioia di<br />

essere cristiani, assieme al coraggio di uscire per portare questa gioia e questa<br />

luce in tutti i luoghi della nostra vita. La Resurrezione di Cristo è il tesoro più<br />

prezioso, al punto che è impossibile non <strong>con</strong>dividerlo <strong>con</strong> altri. A tutti voi<br />

dico: non siate mai tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi<br />

prendere mai dallo scoraggiamento! L a nostra non è una gioia che nasce dal<br />

possedere tante cose, ma dall’aver in<strong>con</strong>trato una Persona: Gesù, dal sapere<br />

che <strong>con</strong> Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il<br />

cammino della vita si s<strong>con</strong>tra <strong>con</strong> problemi e ostacoli che sembrano<br />

insormontabili, e ce ne sono tanti!. Perciò, vi dico: Non lasciate rubare la<br />

speranza!. Non lasciate rubare la speranza!.<br />

2° mistero glorioso<br />

Cari fratelli e sorelle, l’Ascensione al Cielo rappresenta il momento<br />

culminante dell’esistenza terrena di Cristo. È significativo che l’Ascensione<br />

sia avvenuta sul Monte degli Ulivi, lo stesso luogo in cui Gesù si era ritirato<br />

in preghiera prima della passione per rimanere in profonda unione <strong>con</strong> il<br />

Padre. Durante l’Ascensione, inoltre, il Risorto dà la sua benedizione ai<br />

discepoli, i quali si inginocchiano chinando il capo, ri<strong>con</strong>oscendolo come<br />

l’unico ed eterno Sacerdote che, <strong>con</strong> la sua passione, ha attraversato la morte<br />

e il sepolcro ed è risorto e asceso al Cielo. L’Ascensione ci mostra una realtà<br />

<strong>con</strong>solante per il nostro cammino: in Cristo, vero Dio e vero uomo, la nostra<br />

umanità è stata portata presso Dio. Affidandoci al Signore siamo sempre in<br />

mani sicure. Gesù è come un capo-cordata che ci <strong>con</strong>duce alla scalata verso la<br />

vetta della montagna, dove c’è Dio. Nonostante la definitiva separazione<br />

terrena dal Maestro, dopo l’Ascensione, i discepoli tornano a Gerusalemme<br />

<strong>con</strong> grande gioia. Hanno infatti compreso che sebbene sottratto ai loro occhi,<br />

Gesù resta per sempre <strong>con</strong> loro, non li abbandona e, nella gloria del Padre, li<br />

sostiene, li guida e intercede per loro. L’Ascensione, in definitiva, non indica<br />

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l’assenza di Gesù ma ci rivela che Egli è vivo in mezzo a noi in modo nuovo,<br />

presente ovunque, in ogni spazio e tempo, vicino ad ognuno di noi.<br />

3° mistero glorioso<br />

Cari fratelli e sorelle, San Pietro, che il giovedì santo aveva rinnegato Gesù,<br />

dopo la Pentecoste, trovandosi in carcere, si riscatta e dichiara che solo Cristo<br />

è quel nome che ci salva. <strong>Il</strong> principe degli apostoli fa questa affermazione<br />

davanti ai capi dei giudei e ricorda come, proprio nel nome di Gesù, uno<br />

storpio era stato guarito. E lo fa colmato di Spirito <strong>Santo</strong>. Noi, infatti, non<br />

possiamo <strong>con</strong>fessare Gesù, noi non possiamo parlare di Gesù, noi non<br />

possiamo dire qualcosa di Gesù senza lo Spirito <strong>Santo</strong>. Cari fratelli e sorelle,<br />

la Vergine Maria ci insegna che cosa significa vivere nello Spirito <strong>Santo</strong> e che<br />

cosa significa accogliere la novità di Dio nella nostra vita. Lei ha <strong>con</strong>cepito<br />

Gesù per opera dello Spirito, e ogni cristiano, ognuno di noi, è chiamato ad<br />

accogliere la Parola di Dio, ad accogliere Gesù dentro di sé e poi portarlo a<br />

tutti. Maria ha invocato lo Spirito <strong>con</strong> gli Apostoli nel cenacolo: anche noi,<br />

ogni volta che ci riuniamo in preghiera, siamo sostenuti dalla presenza<br />

spirituale della Madre di Gesù, per ricevere il dono dello Spirito e avere la<br />

forza di testimoniare Gesù risorto. Questo lo dico in modo particolare a voi,<br />

giovani: Maria vi aiuti ad essere attenti a quello che il Signore vi chiede, e a<br />

vivere e camminare sempre se<strong>con</strong>do lo Spirito <strong>Santo</strong>!<br />

4° mistero glorioso<br />

Cari fratelli e sorelle, anche noi, come la Vergine Maria, accogliamo Gesù <strong>con</strong><br />

cuore aperto. Non chiudiamoci alla novità che Gesù vuole portare nella<br />

nostra vita! Siamo spesso stanchi, delusi, tristi, sentiamo il peso dei nostri<br />

peccati, pensiamo di non farcela? Non chiudiamoci in noi stessi, non<br />

perdiamo la fiducia, non rassegniamoci mai: non ci sono situazioni che Dio<br />

non possa cambiare, non c’è peccato che non possa perdonare se ci apriamo a<br />

Lui. Gesù ha vinto il peccato, il male, la morte, tutto ciò che opprime la vita<br />

umana e le dà un volto meno umano. E questo è un messaggio rivolto a me, a<br />

te, cara sorella e caro fratello. Quante volte abbiamo bisogno che l’Amore ci<br />

dica: perché cercate tra i morti colui che è vivo? I problemi, le preoccupazioni<br />

di tutti i giorni tendono a farci chiudere in noi stessi, nella tristezza,<br />

nell’amarezza… e lì sta la morte. Non cerchiamo lì Colui che è vivo! Accetta<br />

allora che Gesù Risorto entri nella tua vita, accoglilo come amico, <strong>con</strong> fiducia:<br />

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Lui è la vita! Se fino ad ora sei stato lontano da Lui, fa’ un piccolo passo: ti<br />

accoglierà a braccia aperte. Se sei indifferente, accetta di rischiare: non sarai<br />

deluso. Se ti sembra difficile seguirlo, non avere paura, affidati a Lui, stai<br />

sicuro che Lui ti è vicino, è <strong>con</strong> te e ti darà la pace che cerchi e la forza per<br />

vivere come Lui vuole.<br />

5° mistero glorioso<br />

Cari fratelli e sorelle, lasciamoci guidare da Maria perché custodisca la nostra<br />

salute. Sì, perché Maria è madre, e una madre si preoccupa soprattutto della<br />

salute dei suoi figli, sa curarla sempre <strong>con</strong> grande e tenero amore. Che cosa<br />

vuol dire questo, che la Madonna custodisce la nostra salute? Penso<br />

soprattutto a tre aspetti: ci aiuta a crescere, ci aiuta ad affrontare la vita, ci<br />

aiuta ad essere liberi.<br />

Una mamma aiuta i figli a crescere e vuole che crescano bene; per questo li<br />

educa a non cedere alla pigrizia - che deriva anche da un certo benessere -, a<br />

non adagiarsi in una vita comoda che si ac<strong>con</strong>tenta di avere solo delle cose.<br />

La mamma ha cura dei figli perché crescano sempre di più, crescano forti,<br />

capaci di prendersi responsabilità, di impegnarsi nella vita, di tendere a<br />

grandi ideali.<br />

Una mamma poi pensa alla salute dei figli educandoli anche ad affrontare le<br />

difficoltà della vita. Non si educa, non si cura la salute evitando i problemi,<br />

come se la vita fosse un’autostrada senza ostacoli. La mamma aiuta i figli a<br />

guardare <strong>con</strong> realismo i problemi della vita e a non perdersi in essi, ma ad<br />

affrontarli <strong>con</strong> coraggio, a non essere deboli, e a saperli superare. E questo<br />

una mamma sa farlo! Non porta sempre il figlio sulla strada della sicurezza,<br />

perché in questa maniera il figlio non può crescere, ma anche non lo lascia<br />

soltanto sulla strada del rischio, perché è pericoloso. Una mamma sa<br />

bilanciare le cose. Una vita senza sfide non esiste e un ragazzo o una ragazza<br />

che non sa affrontarle mettendosi in gioco, è un ragazzo e una ragazza senza<br />

spina dorsale! Ricordiamo la parabola del buon samaritano: Gesù non<br />

propone il comportamento del sacerdote e del levita, che evitano di<br />

soccorrere colui che era incappato nei briganti, ma il samaritano che vede la<br />

situazione di quell’uomo e la affronta in maniera <strong>con</strong>creta, anche <strong>con</strong> rischi.<br />

Maria ha vissuto molti momenti non facili nella sua vita, dalla nascita di<br />

Gesù, quando «per loro non c’era posto nell’alloggio» (Lc 2,7), fino al<br />

Calvario (cfr Gv 19,25).<br />

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E come una buona madre ci è vicina, perché non perdiamo mai il coraggio di<br />

fronte alle avversità della vita, di fronte alla nostra debolezza, di fronte ai<br />

nostri peccati: ci dà forza, ci indica il cammino di suo Figlio. Gesù dalla croce<br />

dice a Maria, indicando Giovanni: «Donna, ecco tuo figlio!» e a Giovanni:<br />

«Ecco tua madre!» (cfr Gv 19,26-27). In quel discepolo tutti noi siamo<br />

rappresentati: il Signore ci affida nelle mani piene di amore e di tenerezza<br />

della Madre, perché sentiamo il suo sostegno nell’affrontare e vincere le<br />

difficoltà del nostro cammino umano e cristiano; non avere paura delle<br />

difficoltà, affrontarle <strong>con</strong> l’aiuto della mamma.<br />

Un ultimo aspetto: una buona mamma non solo accompagna i figli nella<br />

crescita, non evitando i problemi, le sfide della vita; una buona mamma aiuta<br />

anche ad essere liberi, cioè a prendere le decisioni definitive <strong>con</strong> libertà.<br />

Questo non è facile, ma una mamma sa farlo. Ma che cosa significa libertà?<br />

Non è certo fare tutto ciò che si vuole, lasciarsi dominare dalle passioni,<br />

passare da un’esperienza all’altra senza discernimento, seguire le mode del<br />

tempo; libertà non significa, per così dire, buttare tutto ciò che non piace dalla<br />

finestra. No, quella non è libertà! La libertà ci è donata perché sappiamo fare<br />

scelte buone nella vita! Maria da buona madre ci educa ad essere, come Lei,<br />

capaci di fare scelte definitive; scelte definitive, in questo momento in cui<br />

regna, per così dire, la filosofia del provvisorio. È tanto difficile impegnarsi<br />

nella vita definitivamente. E lei ci aiuta a fare scelte definitive <strong>con</strong> quella<br />

libertà piena <strong>con</strong> cui ha risposto "sì" al piano di Dio sulla sua vita (cfr Lc 1,38).<br />

Cari fratelli e sorelle, quanto è difficile, nel nostro tempo, prendere decisioni<br />

definitive! Ci seduce il provvisorio. Siamo vittime di una tendenza che ci<br />

spinge alla provvisorietà… come se desiderassimo rimanere adolescenti. E’<br />

un po’ il fascino del rimanere adolescenti, e questo per tutta la vita! Invece<br />

non dobbiamo aver paura degli impegni definitivi, degli impegni che<br />

coinvolgono e interessano tutta la vita! In questo modo la vita sarà fe<strong>con</strong>da! E<br />

questo è libertà: avere il coraggio di prendere queste decisioni <strong>con</strong> grandezza.<br />

Tutta l’esistenza di Maria è un inno alla vita, un inno di amore alla vita: ha<br />

generato Gesù nella carne ed ha accompagnato la nascita della Chiesa sul<br />

Calvario e nel Cenacolo. La Vergine Maria è la mamma che ci dona la salute<br />

nella crescita, ci dona la salute nell’affrontare e superare i problemi, ci dona la<br />

salute nel renderci liberi per le scelte definitive; la mamma che ci insegna ad<br />

essere fe<strong>con</strong>di, ad essere aperti alla vita e ad essere sempre fe<strong>con</strong>di di bene,<br />

fe<strong>con</strong>di di gioia, fe<strong>con</strong>di di speranza, a non perdere mai la speranza, a donare<br />

vita agli altri, vita fisica e spirituale.<br />

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ALTRE RIFLESSIONI<br />

Compito dei cristiani è quindi quello di vivere da figli, permettendo che<br />

Cristo ci trasformi e ci renda come Lui, seguendolo, pur nei nostri limiti e<br />

nelle nostre debolezze.<br />

Avversa al principio del rapporto di filiazione <strong>con</strong> Dio, è la tentazione<br />

dell’uomo di lasciare Dio da parte per mettere al centro noi stessi; si tratta di<br />

un peccato che ferisce la nostra vita cristiana e che rispecchia la mentalità di<br />

oggi, la quale ci illude che Dio non serve, non è importante per te.<br />

Invece è soltanto comportandoci da figli di Dio, senza scoraggiarci delle<br />

nostre cadute e sentendoci amati da Lui che la nostra vita sarà nuova,<br />

animata dalla serenità e dalla gioia.<br />

Soltanto Cristo Risorto è la speranza che non delude (cfr. Rm 5,5). E sebbene<br />

spesso le speranze umane <strong>con</strong>ducano alla delusione, la speranza cristiana è<br />

forte, sicura, solida, essendo fondata su Dio che è sempre fedele.<br />

Essere cristiani, inoltre, non si riduce a seguire dei comandi, ma vuol dire<br />

essere in Cristo, pensare come Lui, agire come Lui, amare come Lui. Significa,<br />

in altre parole, lasciare che Lui prenda possesso della nostra vita e la cambi, la<br />

trasformi, la liberi dalle tenebre del male e del peccato.<br />

A chi chiede ragione della speranza che è in noi (cfr 1Pt 3,15), dobbiamo<br />

indicare Cristo Risorto. Mostriamo la gioia di essere figli di Dio, la libertà che<br />

ci dona il vivere in Cristo, che è la vera libertà, quella che ci salva dalla<br />

schiavitù del male, del peccato, della morte! Guardiamo alla Patria celeste,<br />

avremo una nuova luce e forza anche nel nostro impegno e nelle nostre<br />

fatiche quotidiane. È un servizio prezioso che dobbiamo dare a questo nostro<br />

mondo, che spesso non riesce più a sollevare lo sguardo verso l’alto, non<br />

riesce più a sollevare lo sguardo verso Dio.<br />

Nella difficoltà, quando ci visita la Croce, il rischio più immediato che<br />

corriamo è proprio quello di chiuderci nelle lamentele. E anche se il Signore è<br />

lì accanto e cammina <strong>con</strong> noi, non lo ri<strong>con</strong>osciamo.<br />

E tuttavia, anche quando Gesù ci parla e ci trasmette la bellezza della sua vita<br />

e della sua Resurrezione dentro di noi, in fondo <strong>con</strong>tinuiamo ad avere paura<br />

e il lamento diviene una sorta di sicurezza: la sicurezza della mia verità, il<br />

fallimento, dell’assenza di speranza.<br />

Eppure Gesù, anche dinnanzi alla nostra disperazione, <strong>con</strong>serva una<br />

straordinaria pazienza: così come <strong>con</strong> i discepoli di Emmaus, anche <strong>con</strong> noi,<br />

15


ci ascolta e, a poco a poco, si svela. Anche nei momenti più oscuri: Lui sempre<br />

è <strong>con</strong> noi, cammina <strong>con</strong> noi. E alla fine ci fa vedere la sua presenza.<br />

Le lamentele, dunque, sono cattive, sempre sterili, perché ci tolgono la<br />

speranza. Quando arriva il momento della prova, non dobbiamo cadere<br />

quindi nel trabocchetto della lamentela, ma se qualcosa non va rifugiamoci<br />

nel Signore, <strong>con</strong>fidiamoci <strong>con</strong> Lui.<br />

Solo Lui è capace di farci uscire dalle mura in cui ci rinchiude la nostra<br />

amarezza. Abbiamo fiducia nel Signore. Lui sempre ci accompagna nel nostro<br />

cammino, anche nelle ore più oscure. Perciò non cerchiamo mai rifugio nelle<br />

lamentele: ci fanno male al cuore.<br />

In questa domenica che <strong>con</strong>clude l’Ottava di Pasqua, rinnovo a tutti l’augurio<br />

pasquale <strong>con</strong> le parole stesse di Gesù Risorto: «Pace a voi!» (Gv 20,19.21.26).<br />

Non è un saluto, e nemmeno un semplice augurio: è un dono, anzi, il dono<br />

prezioso che Cristo offre ai suoi discepoli dopo essere passato attraverso la<br />

morte e gli inferi. Dona la pace, come aveva promesso: «Vi lascio la pace, vi<br />

do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi» (Gv 14,27). Questa<br />

pace è il frutto della vittoria dell’amore di Dio sul male, è il frutto del<br />

perdono. Ed è proprio così: la vera pace, quella profonda, viene dal fare<br />

esperienza della misericordia di Dio. Oggi è la Domenica della Divina<br />

Misericordia, per volontà del beato Giovanni Paolo II, che chiuse gli occhi a<br />

questo mondo proprio alla vigilia di questa ricorrenza.<br />

<strong>Il</strong> Vangelo di Giovanni ci riferisce che Gesù apparve due volte agli Apostoli<br />

chiusi nel Cenacolo: la prima, la sera stessa della Risurrezione, e quella volta<br />

non c’era Tommaso, il quale disse: se io non vedo e non tocco, non credo. La<br />

se<strong>con</strong>da volta, otto giorni dopo, c’era anche Tommaso. E Gesù si rivolse<br />

proprio a lui, lo invitò a guardare le ferite, a toccarle; e Tommaso esclamò:<br />

«Mio Signore mio Dio!» (Gv 20,28). Gesù allora disse: «Perché mi hai veduto,<br />

tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!» (v. 29). E<br />

chi erano questi che avevano creduto senza vedere? Altri discepoli, altri<br />

uomini e donne di Gerusalemme che, pur non avendo in<strong>con</strong>trato Gesù<br />

risorto, credettero sulla testimonianza degli Apostoli e delle donne. Questa è<br />

una parola molto importante sulla fede, possiamo chiamarla la beatitudine<br />

della fede. Ed è proprio così: la vera pace, quella profonda, viene dal fare<br />

esperienza della misericordia di Dio. In ogni tempo e in ogni luogo sono beati<br />

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coloro che, attraverso la Parola di Dio, proclamata nella Chiesa e testimoniata<br />

dai cristiani, credono che Gesù Cristo è l’amore di Dio incarnato, la<br />

Misericordia incarnata. E questo vale per ciascuno di noi!<br />

Agli Apostoli Gesù donò, insieme <strong>con</strong> la sua pace, lo Spirito <strong>Santo</strong>, perché<br />

potessero diffondere nel mondo il perdono dei peccati, quel perdono che solo<br />

Dio può dare, e che è costato il Sangue del Figlio (cfr Gv20,21-23). La Chiesa è<br />

mandata da Cristo risorto a trasmettere agli uomini la remissione dei peccati,<br />

e così far crescere il Regno dell’amore, seminare la pace nei cuori, perché si<br />

affermi anche nelle relazioni, nelle società, nelle istituzioni. E lo Spirito di<br />

Cristo Risorto scaccia la paura dal cuore degli Apostoli e li spinge ad uscire<br />

dal Cenacolo per portare il Vangelo. Abbiamo anche noi più coraggio di<br />

testimoniare la fede nel Cristo Risorto! Non dobbiamo avere paura di essere<br />

cristiani e di vivere da cristiani! Noi dobbiamo avere questo coraggio di<br />

andare e annunziare Cristo Risorto perché Lui è la nostra pace. Lui ha fatto la<br />

pace <strong>con</strong> il suo amore, <strong>con</strong> il suo perdono, <strong>con</strong> il suo sangue e <strong>con</strong> la sua<br />

misericordia.<br />

Cari amici, oggi pomeriggio celebrerò l’Eucaristia nella Basilica di San<br />

Giovanni in Laterano, che è la Cattedrale del Vescovo di Roma. Preghiamo<br />

insieme la Vergine Maria, perché ci aiuti, Vescovo e Popolo, a camminare<br />

nella fede e nella carità.<br />

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