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La Chiesa di Parma nella travagliata gioia di un Anno ... - Saveriani

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2<br />

<strong>La</strong> <strong>Chiesa</strong> <strong>di</strong> <strong>Parma</strong><br />

<strong>nella</strong> <strong>travagliata</strong> <strong>gioia</strong> <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>Anno</strong> Santo<br />

Un vescovo fedele al mandato in cui crede<br />

- Pietro Bonar<strong>di</strong> -<br />

Equo e salutare è stendere subito <strong>un</strong> raggio <strong>di</strong> pacata chiarificazione sulle pretese <strong>di</strong> questo<br />

titolo: <strong>La</strong> <strong>Chiesa</strong> <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> <strong>nella</strong> <strong>travagliata</strong> <strong>gioia</strong> <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>Anno</strong> Santo “<strong>La</strong> <strong>Chiesa</strong> <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>”,<br />

perché non si intende trattare <strong>di</strong> quelle che pure albergano in provincia <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> (Fidenza<br />

ancora Borgo San Donnino -, Piacenza, Bobbio ora inglobata da Piacenza 1 ), ma solo <strong>di</strong> quella<br />

che pellegrinava in terra <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> sotto il vincastro pastorale <strong>di</strong> mons. Francesco Magani,<br />

per il quale, come per tutti gli ortodossi teologi del suo tempo, la <strong>Chiesa</strong> non era <strong>un</strong> corresponsabile<br />

“popolo <strong>di</strong> Dio”, ma <strong>un</strong> gregge, <strong>un</strong> esercito, <strong>un</strong>’“azienda” in grado <strong>di</strong> f<strong>un</strong>zionare<br />

umanamente (cioè controllabilmente) solo grazie al rispetto <strong>di</strong> regole ferree. “<strong>Anno</strong> Santo”:<br />

si tratta <strong>di</strong> quello del 1900, ed ogni <strong>Anno</strong> Santo è ufficialmente <strong>un</strong>a “<strong>gioia</strong>” per tutti i benefici<br />

spirituali (senza ignorare quelli materiali da esso “indotti” nelle tasche degli abili commercianti<br />

del sacro) che porta con sé e per quelli che sempre si sperano da <strong>un</strong>a irrorazione<br />

speciale della Grazia <strong>di</strong>vina.<br />

Ma per la <strong>Chiesa</strong> <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> è <strong>un</strong>a “<strong>gioia</strong> <strong>travagliata</strong>”, cioè non senza spine, per<br />

l’eccesso <strong>di</strong> generosità pastorale <strong>di</strong> quel grand’uomo che è stato mons. Magani 2 Egli, nei<br />

confronti della <strong>Chiesa</strong> che gli è affidata, si comporta come <strong>un</strong>a specie <strong>di</strong> genitore iperprotettivo,<br />

per il quale <strong>nella</strong> vita dei figli non ci deve essere foglia che si muova senza il suo preventivo<br />

consiglio o consenso, e tanto meno senza intonarsi all’antifona che lui stesso impartisce<br />

a tutto lo stuolo. E, quando qualc<strong>un</strong>o esce dal coro, il vescovo si macera <strong>nella</strong> delusione<br />

o <strong>nella</strong> rabbia, e <strong>di</strong> conseguenza semina manciate <strong>di</strong> amarezza sull’avvenire che i figli “avventurosi”sentono<br />

come proprio e pertanto da costruire a misura dell’orizzonte più vasto che<br />

si prospetta loro <strong>di</strong>nanzi, se non altro per il fatto <strong>di</strong> essere venuti al mondo sul cumulo <strong>di</strong> esperienze<br />

fallimentari (filotemporalismo, chiusura alla modernità, formazione inficiata <strong>di</strong> astrattismo<br />

dottrinale e ascetico, ecc.) vissute da nonni e padri. Anche <strong>nella</strong> <strong>Chiesa</strong> <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>,<br />

al tramonto del sec. XIX, si manifesta l’attiva presenza <strong>di</strong> <strong>un</strong>a schiera <strong>di</strong> figli giovani che<br />

N. B.:<br />

- Il p<strong>un</strong>to esclamativo posto tra parentesi (!), assicura che la stranezza o ortografica o sintattico-grammaticale che lo precede,<br />

è presente nel testo trascritto e non si tratta <strong>di</strong> <strong>un</strong> refuso attuale. Tra parentesi quadre sono in<strong>di</strong>cati o brani omessi o integrazioni<br />

esplicative.<br />

1 Giuseppe Br<strong>un</strong>etta (a cura <strong>di</strong>), Atlante delle Diocesi d’Italia Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1996, p. 20.<br />

2 Più per i riman<strong>di</strong> bibliografici che per il valore del saggio in sé, ve<strong>di</strong> Pietro Bonar<strong>di</strong>, Le domande della <strong>Chiesa</strong> <strong>di</strong> <strong>Parma</strong><br />

nel contesto civile e religioso tra ottocento e novecento Il governo <strong>di</strong> mons. Francesco Magani (1894-1907) in: <strong>Parma</strong> e<br />

don Carlo Maria Baratta salesiano Atti del Convegno <strong>di</strong> storia sociale e religiosa <strong>Parma</strong>, 9, 16, 23 aprile 1999, a cura <strong>di</strong><br />

Francesco Motto, Istituto Storico Salesiano Roma, Stu<strong>di</strong> 13, LAS, Roma, 2000, pp. 99-156.


sentono il bisogno <strong>di</strong> “res novae”, in modo formalmente ossequioso ma in pratica sordo ai<br />

richiami delle re<strong>di</strong>ni che il pilota della <strong>Chiesa</strong> locale non intende allentare, in coerente fedeltà<br />

al programma che ha ann<strong>un</strong>ciato gi<strong>un</strong>gendo da Pavia a <strong>Parma</strong> nel 1894: “Semplici sacerdoti<br />

e laici per quanto <strong>di</strong>stinti siano per ingegno, per ricchezze, per virtù, <strong>nella</strong> <strong>Chiesa</strong> <strong>di</strong><br />

Dio non occupano che <strong>un</strong> posto subor<strong>di</strong>nato; loro dovere non è quello <strong>di</strong> comandare, ma <strong>di</strong><br />

favorire i loro consigli se chiesti, e poi ubbi<strong>di</strong>re” 3 Un programma a cui mons. Magani non<br />

vien meno neppure (anzi!) durante l’<strong>Anno</strong> Santo 1900: come già si è accennato, nulla <strong>nella</strong><br />

<strong>Chiesa</strong> deve avvenire all’insaputa e fuori del controllo <strong>di</strong>retto del vescovo, e, quando questo<br />

accade, il vescovo ne soffre sinceramente e traduce la sua sofferenza in irose reazioni, ora<br />

aperte ora racchiuse in sfoghi verbali <strong>nella</strong> sua corrispondenza con altri vescovi o con prelati<br />

della Santa Sede.<br />

In or<strong>di</strong>ne compatto<br />

Nell’alveo della quoti<strong>di</strong>anità, il 1900 si è aperto con <strong>un</strong>’epidemia influenzale che ha indotto<br />

mons. Magani 4 a concedere la <strong>di</strong>spensa dalla legge del <strong>di</strong>gi<strong>un</strong>o e del magro, ma verso la fine<br />

<strong>di</strong> marzo il morbo sparisce ed allora si deve tornare all’antico rigore 5 : “L’insi<strong>di</strong>oso malore<br />

che f<strong>un</strong>estò tante vite e tante ne spense6 ha ormai cessato dalle sue molestie, e cessato è<br />

quin<strong>di</strong> il titolo pel quale avevamo per facoltà apostolica concessa7 la <strong>di</strong>spensa dalle astinenze<br />

canoniche. Le quali pertanto ritorneranno in vigore colla prossima domenica delle<br />

Palme, giorno otto Aprile”. E siccome sembra invalso il costume <strong>di</strong> moltiplicare le richieste<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>spensa dal magro, ecco la raccomandazione a stringere i freni, rivolta soprattutto ai parroci<br />

<strong>di</strong> campagna, cioè ad usare, nell’avanzarle, “<strong>un</strong>a certa circospezione e ponderatezza”.<br />

In tempi <strong>di</strong> pellegrinaggi dall’autentico sapore penitenziale per la precarietà dei mezzi<br />

<strong>di</strong> com<strong>un</strong>icazione, <strong>un</strong>a prova <strong>di</strong> vera pietà per qualificare l’<strong>Anno</strong> Santo può essere la partecipazione<br />

a quello <strong>di</strong>ocesano a Roma. Ma anche in questo campo ogni iniziativa deve muoversi<br />

sotto la sorveglianza della apposita Commissione <strong>di</strong>ocesana 8 , che ha già emanato il manifesto<br />

con tutte le informazioni utili, “sicchè, coraggio raccomanda il vescovo, risolutezza;<br />

da ogni parrocchia parta <strong>un</strong> piccolo drappello, <strong>un</strong> rappresentante almeno che s’<strong>un</strong>isca alla<br />

fraterna comitiva. Anche la stagione non potrebbe essere più propizia, chè il Maggio9 è il<br />

mese delle rose, dei profumi, del sorriso <strong>di</strong> tutto il creato, a tale che la natura stessa colle<br />

sue grazie e le bene<strong>di</strong>zioni sue sembra abbia ad accompagnare questi devoti romei alla tomba<br />

de’ Ss. Apostoli e al soglio del Vicario <strong>di</strong> Cristo, ove speriamo <strong>di</strong> trovarci con loro Noi<br />

3<br />

Paolo Trionfini, Vita ecclesiale e religiosa a <strong>Parma</strong> <strong>nella</strong> crisi <strong>di</strong> fine ’800 in: Amici del Cinquenovembre, <strong>Parma</strong> negli<br />

anni società civile e religiosa: Quaderno n. 3/1998: Fame <strong>di</strong> pane e <strong>di</strong> mon<strong>di</strong>alità a <strong>Parma</strong> nel 1898 Centro Stu<strong>di</strong> Confortiani<br />

<strong>Saveriani</strong> Fondazione Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> e Monte <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to su Pegno <strong>di</strong> Busseto, Graphital, <strong>Parma</strong>, 1999,<br />

p. 109.<br />

4<br />

GP, 22 gennaio 1900, p. 1: L’Italia influenzata E’ <strong>un</strong> articolo in cui si parla del numero <strong>di</strong> colpiti dalla malattia in varie<br />

città d’Italia e si conclude con questa qui già citata (p. 13 nota 5) autoironia consolatoria: “E dappoichè l’influenza è ‘<strong>un</strong><br />

male <strong>un</strong>iversale’ come canta la vecchia Angelica del Barbiere guar<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> sopportarla con angelica rassegnazione anche<br />

noi”. Ad ogni modo in farmacia si possono trovare le “Tavolette <strong>di</strong> Poligala del Dottor Galileo Guareschi, fuori Porta Garibal<strong>di</strong>,<br />

le quali hanno dato risultati i più sod<strong>di</strong>sfacenti anche alle passate epidemie” (ibid., 24 gennaio 1900, p. 2: A proposito<br />

d’‘influenza’).<br />

5<br />

Francesco Magani, Lettera pastorale del 26 marzo 1900, Ditta Tip. Vescovile Fiaccadori, <strong>Parma</strong>, 1900, pp. 6; sintesi in:<br />

GM, 7 aprile 1900, p. 4: Lettera Pastorale<br />

6<br />

Una delle vittime è la signora Antonia Adorni, madre <strong>di</strong> mons. Conforti: “1900, 4 febbraio Muore a <strong>Parma</strong> la mamma<br />

Antonia Adorni”(Pia Società S. Francesco Saverio per le Missioni Estere, Anagrafe saveriana 30 giugno 1961 Istituto Saveriano<br />

Missioni Estere, <strong>Parma</strong>, 1961, p. 18). Scrive infatti il Conforti a mons. Francesco Fogolla in Cina, in data 7 marzo<br />

1900: “A <strong>Parma</strong> ha infierito negli scorsi mesi <strong>di</strong> Gennaio e Febbraio il misterioso morbo che si chiama Influenza. Molti<br />

furono i morti e moltissimi gli infermi. Anche l’amatissima mia Mamma colpita dal crudo male è passata a vita migliore.<br />

<strong>La</strong> raccomando alle orazioni <strong>di</strong> V. E. e <strong>di</strong> codesti buoni Cristiani cinesi.”; FCT 10°, pp. 190-191. Per altri dati<br />

sull’epidemia, ve<strong>di</strong> FCT 9°, p. 480, nota 686.<br />

7<br />

7 Con <strong>un</strong>a circolare a stampa siglata dal vicario generale mons. Conforti; FCT 9°, p. 480.<br />

8<br />

8 Angelo Manfre<strong>di</strong>, Vescovi, clero e cura pastorale. Stu<strong>di</strong> sulla <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> alla fine dell’Ottocento Analecta Gregoriana,<br />

E<strong>di</strong>trice Pontificia Università Gregoriana, Roma, 1999, p. 616, nota 485.<br />

9<br />

9 <strong>La</strong> data prevista è il 13 maggio (F. Magani, Lettera pastorale del 26 marzo 1900, cit., p. 3).


pure, e con quanto piacere Dio solo lo sa” 10 . Si pone anche il problema <strong>di</strong> chi vorrebbe andare,<br />

ma non ha i sol<strong>di</strong>. Ed ecco allora la proposta <strong>di</strong> invitare le associazioni cattoliche a creare<br />

<strong>un</strong> fondo apposito, ed in che modo? “Chi<strong>un</strong>que intende concorrere al pellegrinaggio fa<br />

la sua offerta a persona all’uopo incaricata, offerta che non sarà minore <strong>di</strong> L. 1.00. Raccolte<br />

molte offerte si stabilisce quanti pellegrini possono essere spesati e si estraggono a sorte tra<br />

gli offerenti. Naturalmente ciasc<strong>un</strong> offerente concorre in proporzione delle offerte <strong>di</strong> modo<br />

che chi offrirà 5 lire vedrà il suo nome posto nell’urna cinque volte, chi offrirà <strong>un</strong>a lira lo<br />

vedrà posto <strong>un</strong>a sol volta [...]” 11 . Da <strong>Parma</strong> va anche mons. Magani e viene ricevuto in u<strong>di</strong>enza<br />

particolare dal papa “che lo trattenne a colloquio per circa mezz’ora” 12<br />

I triboli del “non expe<strong>di</strong>t”<br />

L’attivismo <strong>di</strong> <strong>un</strong>a parte dei cattolici per non rimanere estranei alle competizioni elettorali 13 ,<br />

torna a far parlare <strong>di</strong> sé nell’imminenza e subito dopo le elezioni politiche del 3 e 10 (per il<br />

ballottaggio) giugno 1900, dal cui esito nascerà, il 24 dello stesso mese, il governo del conservatore<br />

piemontese Giuseppe Saracco 14 . Lo strano è che gli interventi chiarificatori della<br />

gerarchia avvengono dopo la competizione, e sono determinati dal fatto che soprattutto in<br />

Lombar<strong>di</strong>a si sono avuti casi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>enza o <strong>di</strong> insofferenza. È infatti il card. Ferrari a<br />

scrivere al card. Rampolla il 12 giugno per chiedere <strong>un</strong>a conferma del non expe<strong>di</strong>t, perché i<br />

suoi appelli all’astensione non hanno ottenuto integrale successo: è ben vero che solo tre o<br />

quattro preti sono andati alle urne, “ma purtroppo alc<strong>un</strong>i altri, pur non andando in persona,<br />

in<strong>di</strong>rettamente, o, se non altro, troppo passivamente, cooperarono all’intervento alle urne, ai<br />

quali già feci e farò le opport<strong>un</strong>e osservazioni” 15 . Il papa gli dà retta e, con <strong>un</strong> Breve Pontificio<br />

retrodatato all’8 giugno, cioè due giorni prima del ballottaggio quasi per non dar a vedere<br />

<strong>di</strong> essere stato meno l<strong>un</strong>gimirante <strong>di</strong> <strong>un</strong> car<strong>di</strong>nale, riba<strong>di</strong>sce “non essere espe<strong>di</strong>ente il partecipare<br />

ai comizii per eleggere i deputati al parlamento” 16 . I parmigiani vengono a cono-<br />

10<br />

Ibid., pp. 1, 3 e 5. Ann<strong>un</strong>cio su GM, 24 marzo 1900, p. 4: Il pellegrinaggio a Roma Il pellegrinaggio riguarda tutte le<br />

Diocesi emiliane; per <strong>Parma</strong>, il referente è il can. Luigi Leoni. Successivamente (ibid., 3 marzo 1900, p. 3: Pellegrinaggio a<br />

Roma) si conferma che esso si svolgerà il 13 maggio e si specifica il prezzo del biglietto per il viaggio in treno: per esempio<br />

chi parte da <strong>Parma</strong>, per andata e ritorno spende lire 20,05 in terza classe, 35,30 in seconda e 62,30 in prima; montando in<br />

treno a Berceto (cioè alla stazione <strong>di</strong> Ghiare <strong>di</strong> Berceto), spende rispettivamente lire 17,55, 30,75 e 53,90. Per ogni pellegrino<br />

ci sono in più 5 centesimi “per tassa <strong>di</strong> bollo”. Dettagliate informazioni con orari dei treni e delle f<strong>un</strong>zioni a Roma<br />

compaiono nell’imminenza del viaggio (ibid., 5 maggio 1900, p. 1: Pellegrinaggio Emiliano a Roma).<br />

11<br />

Ibid., 21 aprile 1901, p. 1: <strong>Anno</strong> Santo.<br />

12<br />

Ibid., 19 maggio 1900, p. 4: Monsig. Vescovo dal Papa Cronaca delle giornate romane dei pellegrini: ibid., p. 1: I Pellegrini<br />

Romagnoli ed Emiliani a Roma<br />

13<br />

I cattolici cercano <strong>di</strong> essere presenti nelle amministrazioni locali: personaggio <strong>di</strong> p<strong>un</strong>ta è l’avv. Luigi De Giorgi che nel<br />

1895 era stato eletto consigliere provinciale sia nel Mandamento <strong>di</strong> Berceto che in quello <strong>di</strong> Calestano (GP, 27 luglio 1895,<br />

p. 2, e 29 luglio 1895, p. 2); per le elezioni del 4 marzo 1900 viene invece battuto a Berceto per 18 voti dal “ra<strong>di</strong>cale”dott.<br />

Giuseppe Caminati (ibid., 5 marzo 1900, p. 2: Corriere della Provincia Berceto) ed a nulla valgono i ricorsi per invalidare<br />

le elezioni a causa della neve (L’Idea 24 marzo 1900, p. 4: L’elezione <strong>di</strong> Berceto) che avrebbe tenuto lontano dalle urne<br />

molti elettori (ibid., 17 marzo 1900, e 8 aprile 1900, p. 2: Elezioni provinciali). <strong>La</strong> sconfitta è accolta con amarezza, ma anche<br />

come stimolo a fare meglio in seguito, dalla Giovane Montagna (10 marzo 1900, pp. 1-2: L’elezione <strong>di</strong> Berceto). Dal<br />

canto suo L’Idea (17 marzo 1900, p. 3) ironizza sui lamenti dei cattolici ed impartisce loro la sua lezione: “<strong>La</strong> Giovane<br />

Montagna ha lamenti isterici per veder rappresentate le nostre popolazioni, da amministratori dei partiti avanzati, pur<br />

credendo solo ed <strong>un</strong>ico padrone dei monti, il partito cattolico. Provino i cattolici a non fornicar con moderati o... ra<strong>di</strong>cali e<br />

gli elettori faran la storia della evoluzione dei nostri lavoratori”. Analogo ricorso, contro l’elezione del socialista Luigi<br />

Pacetti, con uguale esito negativo, avviene anche per Calestano (GP, 18 e 20 marzo 1900, p. 2: Elezioni provinciali; L’Idea,<br />

24 marzo 1900, p. 4: L’elezione <strong>di</strong> Calestano).<br />

14<br />

Alle elezioni “partecipano il 58,3% degli aventi <strong>di</strong>ritto” ed esse “vedono <strong>un</strong>a massiccia partecipazione dei cattolici nonostante<br />

il non expe<strong>di</strong>t del 1874, portano a <strong>un</strong>a notevole avanzata dell’estrema sinistra, che passa da 67 a 96 deputati (34<br />

ra<strong>di</strong>cali, 33 socialisti e 29 repubblicani). Anche la sinistra costituzionale ottiene <strong>un</strong>a buona affermazione, ottenendo 116<br />

seggi. I gruppi governativi perdono terreno, ma conservano la maggioranza. Presidente della Camera verrà eletto poco<br />

dopo Niccolò Gallo, can<strong>di</strong>dato governativo, con 242 voti contro i ben 214 del can<strong>di</strong>dato dell’opposizione Giuseppe Bianchieri”;<br />

il 18 si <strong>di</strong>mette il generale savoiardo Luigi Pelloux, capo del governo appena confermato per la seconda volta (la<br />

prima risaliva al 29 giugno 1898) il 14 maggio 1900, ed il 24 entra in carica il nuovo ministero Saracco (Diario d’Italia<br />

1815-1994 dal Congresso <strong>di</strong> Vienna alla II Repubblica Due secoli <strong>di</strong> storia giorno per giorno, Il Giornale Compact De Agostini,<br />

Novara, 1994, pp. 263, 265 e 269-270).<br />

15<br />

FCT 9°, p. 492.<br />

16<br />

Ibid., p. 493.


scenza <strong>di</strong> questo Breve grazie a <strong>La</strong> Giovane Montagna, il settimanale “Organo degli interessi<br />

delle vallate Parmensi e Pontremolesi” 17 , sulla scena della carta stampata dal 3 marzo<br />

1900 18 . Ma ancor prima del nuovo e “ritardato” pron<strong>un</strong>ciamento papale, il settimanale <strong>di</strong><br />

Micheli, già il 26 maggio, aveva ricordato che non era mutato il parere <strong>di</strong> Leone XIII sul<br />

“non expe<strong>di</strong>t”, e pertanto “stretto dovere strettissimo obbligo nostro è <strong>di</strong> non prender parte<br />

in modo ver<strong>un</strong>o alle votazioni del 3 e del 10 Giugno” 19 . Il giornale aveva inoltre tentato <strong>di</strong><br />

confutare le ragioni <strong>di</strong> chi, invece, avrebbe voluto vedere i cattolici alle urne: “Ma per causa<br />

vostra la Società rovina: no, state quieti, non è ancor gi<strong>un</strong>to, per grazia del Signore, il momento:<br />

<strong>un</strong> socialista od <strong>un</strong> ra<strong>di</strong>cale <strong>di</strong> più non faranno andare all’aria l’Italia; ben altro può<br />

arrecare maggior male al nostro paese, e ad evitar ciò ness<strong>un</strong> pensa, nemmeno coloro che<br />

oggi vengono a sollecitare il voto fe<strong>di</strong>frago dei nostri”. Per i cattolici è ancora il tempo<br />

dell’attesa: “verrà, o impazienti non temete, l’ora della pugna anche per noi assai prima forse<br />

<strong>di</strong> quello che non lo si aspetti!” 20 .<br />

Tuttavia anche tra i cattolici ci sono quelli che “ardono dal desiderio <strong>di</strong> rompere la<br />

<strong>di</strong>sciplina”; a costoro il giornale <strong>di</strong> Micheli (o lui stesso?) chiede: “noi vorremmo sapere<br />

quale dovrebbe essere la nostra con<strong>di</strong>zione se, nell’attuale putiferio noi pure dovessimo<br />

scendere in campo per prendere <strong>un</strong>a parte <strong>di</strong>retta nell’azione. Allearci con qualc<strong>un</strong>o dei<br />

partiti combattenti? I parrucconi del conservatorismo, che da tanto tempo ci fanno l’occhio<br />

<strong>di</strong> triglia, non mancherebbero <strong>di</strong> sciorinare tutto il loro bagaglio d’argomentazioni per fare<br />

entrare <strong>nella</strong> testa ciò che sappiamo prima <strong>di</strong> loro, e cioè che l’or<strong>di</strong>ne va conservato”, e<br />

“noi allora dovremmo passar sopra con <strong>di</strong>sinvoltura fenomenale a tutte le ingiustizie e le<br />

soperchierie che <strong>un</strong> governo infeudato alla setta ha sempre con noi [...]”. Allearsi coi socialisti?<br />

“Già, per far prendere consistenza all’accusa stupida che noi amoreggiamo cogli elementi<br />

sovversivi, e vederci poscia buttati in <strong>di</strong>sparte dalla scarlatta camarilla come si butta la<br />

buccia <strong>di</strong> <strong>un</strong> limone spremuto”. Se poi i cattolici facessero gruppo a sé, liberali, repubblicani,<br />

conservatori e socialisti <strong>di</strong>venterebbero “<strong>un</strong> corpo solo <strong>di</strong> anticlericali furibon<strong>di</strong> capaci <strong>di</strong><br />

ricorrere ad ogni genere <strong>di</strong> soprusi <strong>di</strong> angherie e <strong>di</strong> illegalità per soverchiarci”. In <strong>un</strong>a situazione<br />

del genere, non rimane che attendere, per gi<strong>un</strong>gere pronti, grazie ad “<strong>un</strong>a astensione<br />

cosciente, operosa, organizzatrice”, al momento in cui “potremo utilmente impiegare le<br />

nostre forze”, e quello sarà anche il momento <strong>di</strong> scegliere le alleanze 21 Ed è questo <strong>un</strong> argo-<br />

17 Celso Pelosi, Note ed app<strong>un</strong>ti sul Movimento cattolico a <strong>Parma</strong> (1859-1931) a c. della Gi<strong>un</strong>ta <strong>di</strong>ocesana <strong>di</strong> A. C., Quaderni<br />

<strong>di</strong> “Vita Nuova”, Benedettina, <strong>Parma</strong>, 1962, pp. 6667; Umberto Dardani, Repertorio parmense della stampa perio<strong>di</strong>ca<br />

dalle origini al 1925 Luigi Battei, <strong>Parma</strong>, 1979, pp. 72-73; Mario Belar<strong>di</strong>nelli, Giuseppe Micheli e “<strong>La</strong> Giovane Montagna”(1900-1918),<br />

in: <strong>La</strong> “Gioventù cattolica” dopo l’<strong>un</strong>ità 1868-1968 a c. <strong>di</strong> Luciano Osbat e Francesco Piva, Storia e<br />

Letteratura, Roma, 1972, pp. 325-357; Dall’intransigenza al governo Carteggi <strong>di</strong> Giuseppe Micheli (dal 1891 al 1926) a c.<br />

<strong>di</strong> Celso Pelosi e Mario Belar<strong>di</strong>nelli, Morcelliana, Brescia, 1978, pp. 20-21; Oscar Gaspari, “<strong>La</strong> Giovane Montagna”e<br />

l’azione <strong>di</strong> Giuseppe Micheli per i montanari (1900-1945), in Sociologia 1992, 1, pp. 71110; Franco Bertazza, Guido M.<br />

Conforti. Suo coinvolgimento politico-sociale <strong>nella</strong> storia e rapporti con il clero (1887-1906) Meroni, Albese (CO), 1999,<br />

pp. 205-208; Nicoletta Agazzi, Montium Iuventus sempiterna, in Giuseppe Micheli dalle sue carte Mostra documentario<br />

bibliografica e fotografica a c. <strong>di</strong> Leonardo Farinelli, Nicoletta Agazzi, Stefano Calzolari, Erminda Del Monaco, Ines Giuffrida,<br />

Biblioteca Palatina 8 maggio 30 settembre 1999, Silva, <strong>Parma</strong>, 1999, pp. 193-202; A. Manfre<strong>di</strong>, Vescovi, clero e cura<br />

pastorale cit., p. 601.<br />

18 Il Breve compare sul numero del 7 luglio 1900, accompagnato da <strong>un</strong> commento che, secondo p. Teodori, riflette il pensiero<br />

<strong>di</strong> mons. Magani, ma che sarebbe opera <strong>di</strong> Micheli il quale “sa attendere i tempi” (testo del documento pontificio e del<br />

commento in: FCT 9°, pp. 492-494). Egli, infatti, su GM il 26 maggio, aveva ricordato lo strettissimo obbligo<br />

dell’astensione, ma concludeva con <strong>un</strong>a parola d’or<strong>di</strong>ne: “preparazione nell’astensione, in attesa dell’”avanti!” (C. Pelosi,<br />

Note ed app<strong>un</strong>ti cit., p. 69, nota 126).<br />

19 Anche su L’Idea (2 giugno 1900, p. 2: Elettori Cattolici) si richiamano i cattolici all’obbe<strong>di</strong>enza al volere del papa ed a<br />

non dare ascolto alla Gazzetta “l’amica dei den<strong>un</strong>ciatori <strong>di</strong> Don Albertario”, la quale, consapevole <strong>di</strong> non potere vincere<br />

senza l’apporto dei cattolici, “si affretta a stampare che ‘Non expe<strong>di</strong>t vuol <strong>di</strong>re non conviene, ma non implica proibizione”;<br />

a conforto della raccomandazione, si cita <strong>un</strong> opuscolo <strong>di</strong> d. Murri che richiama vari pron<strong>un</strong>ciamenti papali, e si conclude:<br />

“E potete voi, cattolici, <strong>di</strong>subbi<strong>di</strong>re al Papa per eleggere coloro che vollero lo scioglimento delle vostre società e la condanna<br />

<strong>di</strong> Don Albertario?...”.<br />

20 20 GM, 26 maggio 1900, p. 1: Elezioni politiche<br />

21 Ibid.: E se andassimo! Con la data del 30 maggio 1900, esce <strong>un</strong> supplemento al n. 13 (cioè a quello del 26 maggio 1900)<br />

della GM, con il titolo a tutta pagina Astensione! e con <strong>un</strong>a lettera <strong>di</strong> Giambattista Paganuzzi a nome dell’Opera dei Congressi<br />

ed <strong>un</strong> articolo tolto dall’ Osservatore Cattolico Un trafiletto in seconda pagina <strong>di</strong> questo supplemento, informa: “I<br />

cattolici del mandamento <strong>di</strong> Bedonia trovandosi Domenica scorsa ri<strong>un</strong>iti numerosissimi a Casale <strong>di</strong> Tornolo, hanno con-


mento attorno al quale si rinfocolano le polemiche anche a <strong>Parma</strong>, quando, senza bisogno del<br />

ballottaggio, dai cinque collegi della provincia esce vittoriosa la “lega ra<strong>di</strong>co-socialista” con<br />

due socialisti (Agostino Berenini e Guido Albertelli), <strong>un</strong> repubblicano (Erminio Olivieri) e<br />

due ra<strong>di</strong>cali (Cornelio Guerci e Primo <strong>La</strong>gasi), e neanche <strong>un</strong> liberale. <strong>La</strong> Gazzetta <strong>di</strong> <strong>Parma</strong><br />

ha pronte le sue frecciate contro la politica dei cattolici: “Preve<strong>di</strong>amo che il partito cattolico<br />

intransigente gioirà <strong>di</strong> quanto succede attualmente e del crescente pericolo onde sono minacciate,<br />

colle istituzioni, la pace pubblica, e da siffatto pericolo trarrà argomento per lodare<br />

l’alta sapienza politica del Santo Padre, il quale, vuole risparmiare le forze dei cattolici,<br />

per intervenire al momento buono per salvare la società. Quel partito, in verità ci fa <strong>un</strong> po’<br />

l’effetto del pazzo che ride, vedendo bruciare la casa del vicino, senza pensare che il fuoco<br />

sta per com<strong>un</strong>icarsi alla sua” 22 . E <strong>La</strong> Giovane Montagna sembra, almeno in parte, mettersi<br />

in sintonia con le reazioni previste dalla Gazzetta: “È semplicemente ri<strong>di</strong>colo che la Gazzetta<br />

cui conce<strong>di</strong>amo le debite attenuanti per la specialità del caso cerchi <strong>di</strong> riversare la colpa<br />

addosso alla politica papale seguita concordemente e mai forse in modo così esplicito come<br />

ora dai cattolici nostri. Ri<strong>di</strong>colo <strong>di</strong>ciamo perchè se qui e fuori <strong>di</strong> qui vi furono uomini i quali<br />

anche quando i moderati erano immersi nel sonno il più profondo, hanno combattuto e lottato<br />

contro gli elementi sovvertitori sono stati i cattolici; se qua e là è sorta <strong>un</strong>a remora al <strong>di</strong>lagare<br />

delle teorie socialiste fu per opera <strong>di</strong> preti, e non <strong>di</strong> preti liberali se pur qualc<strong>un</strong>o fra<br />

noi ancora ne esiste ma <strong>di</strong> preti che hanno compresa la situazione del momento e che si sono<br />

de<strong>di</strong>cati interamente all’azione cattolica secondo i precisi dettami del Papa”. Ed allora, tutto<br />

bene nel campo cattolico <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>? Tutt’altro: contro il socialismo avanzante “Abbiamo<br />

continuato a scinderci ed a <strong>di</strong>viderci; abbiamo lasciato soli quei pochi che hanno tentato <strong>di</strong><br />

opporsi all’<strong>un</strong>iversale <strong>di</strong>sgregamento, per modo che anche quel poco che c’era è finito a rotoli.<br />

Così fuori, qualche festa, <strong>un</strong> po’ <strong>di</strong> chiasso e poi più nulla: la solita pieghevolezza verso<br />

l’errore, il solito fracasso per impiantare qualche associazione nata morta, pel resto zero”,<br />

invece “i socialisti hanno raccolto ieri quanto da anni vanno seminando” 23 .<br />

Troppi galli nel pollaio?<br />

All’interno della vita ecclesiale riprendono vigore le <strong>di</strong>atribe già avviatesi nel 1897 24 tra vescovo<br />

e Almo Collegio Teologico, <strong>di</strong> cui è priore p. Luigi Gilardoni (o, in religione, p. Luigi<br />

da Piacenza) dei Minori riformati: Magani non riesce ad imporre i cambiamenti che vorrebbe<br />

adottare per rendere il Collegio proficuo culturalmente soprattutto per il Seminario, ed allora<br />

sfodera <strong>un</strong>a furente inventiva <strong>di</strong> insulti contro p. Gilardoni a cui <strong>di</strong>ce, in <strong>un</strong>a lettera del 28<br />

giugno 1900 25 , <strong>di</strong> dover “molto perdonare alla <strong>di</strong> Lei età, agli acciacchi, all’indomato temperamento<br />

strabiliare [forse per “atrabiliare”] e violento”, e più tar<strong>di</strong>, il 13 luglio 26 , rincara<br />

la dose: “In quanto poi alle rinnovate e inasprite ingiurie contenute nel capzioso suo scritto<br />

cordemente affermato il loro fermo proposito <strong>di</strong> voler seguire la condotta comandata dal Santo Padre, in seguito a rigorose<br />

ed efficaci parole dell’amico Dott. Giuseppe Micheli <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>. Così si sarebbe dovuto fare in tutti i Mandamenti!”.<br />

22<br />

GP, 4 giugno 1900, p. 1:. Le elezioni <strong>di</strong> ieri in Italia. Dati e commenti sui risultati <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>: ibid., p. 2: Cronaca Le elezioni<br />

<strong>di</strong> ieri.<br />

23<br />

GM, 9 giugno 1900, p. 1: Ad elezioni finite. <strong>La</strong> Gazzetta continua <strong>nella</strong> sua polemica appellandosi a giornali a <strong>di</strong>ffusione<br />

nazionale o regionale come la Lega Lombarda sulla necessità e fattibilità <strong>di</strong> <strong>un</strong>a conciliazione tra Stato e <strong>Chiesa</strong> (9 giugno<br />

1900, p. 1: <strong>La</strong> situazione politica e la pace con la <strong>Chiesa</strong>), cui risponde negativamente l’ Avvenire <strong>di</strong> Bologna (13 giugno<br />

1900, p. 1: Se parlassero chiaro!); poi compare <strong>un</strong> Bravo prete! togliendo dalla Provincia <strong>di</strong> Cremona l’intervento <strong>di</strong> d. A.<br />

Boldori, arciprete <strong>di</strong> Robecco d’Oglio, che <strong>di</strong>fende la propria scelta <strong>di</strong> andare a votare: “Ci siamo accostati alle urne<br />

coll’<strong>un</strong>ico inten<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> porre <strong>un</strong> freno, per quanto è possibile, e <strong>di</strong>pende da noi, alla irreligione e alla immoralità che<br />

rendono <strong>di</strong>fficilissimo l’esercizio del nostro ministero in mezzo alla nostra cara e buona popolazione” (26 giugno 1900, p.<br />

1). L’elogio non sfugge a L’Idea che accusa la Gazzetta <strong>di</strong> proporre quel prete “all’ammirazione del mondo per condannare<br />

implicitamente i pochi cattolici <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> che rimasero fedeli al Papa”, ed ai cattolici chiede che cosa ne pensano <strong>di</strong> quel<br />

prete o, meglio, della Gazzetta che, “dopo il 3 giugno, non trascura occasione <strong>di</strong> p<strong>un</strong>gerli? E vedremo ancora a braccetto<br />

preti e moderati?” (L’Idea, 30 giugno 1900, p. 4: Bravo prete).<br />

24<br />

P. Bonar<strong>di</strong>, Le domande della <strong>Chiesa</strong> <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>, cit., pp. 120-139.<br />

25<br />

FCT 9°, pp. 499.<br />

26<br />

Ibid., p. 501.


[“<strong>un</strong> prospetto assai generico delle attività e passività del Collegio dei Teologi e dell’Opera<br />

Pia Bosi”, arrivato il 9 luglio], come alle ripetute menzogne, alle nuove fallacie, e ai consueti<br />

aggiramenti, la mia <strong>di</strong>gnità mi obbliga a non insistere più oltre, avendola fin troppo<br />

(?) 27 collo intrattenermi con <strong>un</strong> religioso estra<strong>di</strong>ocesano, il quale cosciente o incosciente serve<br />

d’agente e <strong>di</strong> sopracorda alle mene <strong>di</strong>rette a tendermi insi<strong>di</strong>e, crearmi imbarazzi ed impe<strong>di</strong>rmi<br />

l’esercizio della giuris<strong>di</strong>zione episcopale: con <strong>un</strong> religioso che s’impanca a correttore<br />

dei Vescovi facendo loro non sudar sangue, ma l’anima”.<br />

Nell’aspra controversia viene coinvolto anche il card. Ferrari contro il quale mons.<br />

Magani, pur con tutti i lenimenti suggeriti da <strong>un</strong>a ben navigata arte retorica, non esita a lanciare<br />

la sua rabbia con <strong>un</strong>a l<strong>un</strong>ghissima missiva del 17 luglio 1900 28 . In essa riven<strong>di</strong>ca per sé<br />

<strong>un</strong> comportamento corretto nei confronti del car<strong>di</strong>nale, perché nei sei anni del proprio governo<br />

della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>, mai si è permesso <strong>di</strong> aprir bocca “a lagnanze del modo <strong>di</strong> comportarsi<br />

dell’Emin. V., non verso <strong>di</strong> me personalmente, che in ciò fu sempre <strong>di</strong> squisita gentilezza,<br />

ma ne’ rapporti <strong>di</strong>ocesani”, e questo, “sebbene non passasse, non <strong>di</strong>rò quasi mese o settimana<br />

ma giorno, senza che mi arrivassero all’orecchio i giu<strong>di</strong>zi sfavorevoli dell’Emin. V.<br />

sul mio operato. Non <strong>un</strong> provve<strong>di</strong>mento da me preso sul quale non trovasse da eccepire”,<br />

però si è sempre trattato <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zi o comportamenti ristretti alla “cerchia degli atti privati e<br />

personali ed era conveniente l’abbassare il capo”. Non è, però, più stato conveniente “abbassare<br />

il capo” <strong>di</strong> fronte ad atti che “presero l’aspetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarazioni e d’intromissioni ufficiali<br />

sull’azienda <strong>di</strong>ocesana”, come quando recentemente il car<strong>di</strong>nale ha fatto, sostenendo<br />

<strong>un</strong>a petizione inviata alla Sacra Congregazione degli Stu<strong>di</strong> a nome del Collegio Teologico,<br />

ma senza che il vescovo e la “più sana parte” dello stesso Collegio ne fossero a conoscenza:<br />

<strong>un</strong> vero e proprio abuso <strong>di</strong> potere, perché al piede <strong>di</strong> quel documento doveva stare, caso mai,<br />

la “commendatizia” del vescovo <strong>di</strong>ocesano e non del capo <strong>di</strong> <strong>un</strong>’altra <strong>di</strong>ocesi: “Quin<strong>di</strong> a<br />

parte anche il come potesse l’Emin. V. assente da <strong>un</strong> decennio da <strong>Parma</strong>, testificare con tutta<br />

sicurezza e coscienza che qui i gra<strong>di</strong> accademici sono conferiti con tutta regolarità, sta<br />

sempre che incoscientemente <strong>di</strong> certo ha tenuto mano ad <strong>un</strong>o sfregio recato al Vescovo […]<br />

Certo non era nelle sue intenzioni, ma lo creda, Eminenza, con questo modo <strong>di</strong> procedere<br />

non si fa altro che fomentare l’insubor<strong>di</strong>nazione e l’in<strong>di</strong>sciplinatezza del Clero. Del che n’ho<br />

già <strong>un</strong>a prova nelle insolenze che seguita a scrivermi quel Santo uomo del Priore del Collegio<br />

e si prepara la via degli scismi. Se non fosse questo avrei in santa pazienza tollerata anche<br />

quest’onta, ma anche la pazienza ha i suoi limiti e li trova <strong>nella</strong> <strong>di</strong>gnità pastorale e <strong>nella</strong><br />

lesione de’ più sacri <strong>di</strong>ritti” 29 .<br />

Della risposta del car<strong>di</strong>nale si ha <strong>un</strong>’in<strong>di</strong>retta eco in <strong>un</strong>’altra missiva che mons. Magani<br />

gli in<strong>di</strong>rizza il 16 agosto, quando è alle prese con i problemi, anche pratici, causati<br />

dall’assassinio <strong>di</strong> Umberto I. Si <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong>spiaciuto <strong>di</strong> dovere rinviare <strong>un</strong>a già programmata<br />

“gita a Pavia per S. Agostino”, che gli avrebbe permesso <strong>di</strong> passare anche da Milano: “Me<br />

ne <strong>di</strong>spiace, perché veggomi prorogato il termine <strong>di</strong> aver il bene d’abboccarmi coll’Emin.<br />

V., abboccamento reso in<strong>di</strong>spensabile dopo la Sua preg.ma dell’andante mese, giacché dalla<br />

medesima purtroppo m’accorgo che non sono stato capace <strong>di</strong> esprimermi con bastevole<br />

chiarezza e precisione, e che vi sono de’ p<strong>un</strong>ti che assolutamente devo schiarire non tanto<br />

per la riverenza e la profonda stima sempre inconcussa verso la Em. V. quanto per il rispetto<br />

che devo a me stesso, che sonLe debitore, vorrei credere <strong>di</strong> <strong>un</strong>a giustificazione, certo d’<strong>un</strong>a<br />

spiegazione, giacché dev’essere ben persuasa, Eminenza, che conosco purtroppo la grande<br />

<strong>di</strong>stanza che corre tra me e Lei, e che a certe <strong>di</strong>chiarazioni vi fui tirato come suolsi <strong>di</strong>re coi<br />

capelli” 30 .<br />

L’assassinio del re Umberto I, a Monza il 29 luglio, da parte dell’anarchico Gaetano<br />

Bresci, mette alla prova l’equilibrio “politico” anche (anche, perché il problema ha toccato<br />

27 Il p<strong>un</strong>to interrogativo è nel testo trascritto da p. Teodori.<br />

28 Ibid., pp. 502-504; F. Bertazza, Guido M. Conforti. Suo coinvolgimento cit., pp. 213-215.<br />

29 <strong>La</strong> questione avrà <strong>un</strong> esito conforme ai desideri <strong>di</strong> mons. Magani, nel 1902.<br />

30 FCT 9°, p. 517.


tutti i vescovi d’Italia) <strong>di</strong> mons. Magani. A dar voce alla “lettura”cattolica del regici<strong>di</strong>o è <strong>La</strong><br />

Giovane Montagna 31 , che l’11 agosto fornisce la sua relazione su quanto è avvenuto a <strong>Parma</strong><br />

per i f<strong>un</strong>erali: è <strong>un</strong> articolo che riceve l’anticipata approvazione dello stesso Magani 32 ; in esso<br />

non si enfatizzano le <strong>di</strong>mostrazioni antiecclesiastiche messe in atto da “alc<strong>un</strong>i sconsigliati”,<br />

e si spiega che la mancata cerimonia f<strong>un</strong>ebre <strong>nella</strong> Steccata è <strong>di</strong>pesa dal fatto che né M<strong>un</strong>icipio<br />

né Provincia l’hanno richiesta 33 . Un solenne f<strong>un</strong>erale “a suffragio dell’anima<br />

dell’Augusto Re Umberto I”, con la partecipazione del vescovo <strong>nella</strong> sua qualità <strong>di</strong> “Gran<br />

Priore dell’Or<strong>di</strong>ne Costantiniano”, si svolgerà poi sabato 25 agosto 34 . Mons. Magani dal<br />

canto suo spiega minuziosamente il proprio comportamento al card. Ferrari <strong>nella</strong> già ricordata<br />

lettera del 16 agosto 35 .<br />

Momento sereno per il vescovo è il 26 novembre, quando può innalzare il suo inno <strong>di</strong><br />

ringraziamento a Dio per la felice conclusione della Visita pastorale, e ne dà ufficiale com<strong>un</strong>icazione<br />

alla <strong>di</strong>ocesi con <strong>un</strong>a breve lettera del 27 novembre 36 , <strong>nella</strong> quale non esprime particolareggiate<br />

valutazioni su quanto ha incontrato, ma solo ringraziamenti al clero ed alle popolazioni,<br />

“le rurali in ispecie, per la riverente insieme e affabilissima accoglienza<br />

ch’ebbero la bontà <strong>di</strong> farCi”, ed anche il rammarico “<strong>di</strong> essere stati a qualc<strong>un</strong>o <strong>di</strong> aggravio”.<br />

Manifesta anche la speranza che non ci sia bisogno <strong>di</strong> particolari “moniti”, perché vengano<br />

attuate tutte le prescrizioni emanate durante la Visita stessa; si propone, com<strong>un</strong>que, <strong>di</strong><br />

raccoglierle e <strong>di</strong> pubblicarle “in <strong>un</strong>a Sinodo <strong>di</strong>ocesana, ch’è <strong>di</strong> solito il complemento della<br />

Visita Pastorale”. Una <strong>di</strong>sposizione legata all’ingresso nel nuovo secolo è poi la “collocazione<br />

nelle chiese d’<strong>un</strong>a croce portante il motto Iesus Christus Deus Homo vivit regnat imperat.<br />

MCMI”: il papa ha concesso “100 giorni d’indulgenza a chi bacierà (!) tale croce recitando<br />

<strong>un</strong> Pater, e ciò per <strong>un</strong>a volta al giorno” 37 .<br />

Vanti e paure<br />

Il bilancio dell’anno è, però, nel complesso tutt’altro che consolante. Scrivendo al card. Mariano<br />

Rampolla Del Tindaro il 20 <strong>di</strong>cembre 38 , tra i dati positivi mons. Magani colloca le ben<br />

riuscite f<strong>un</strong>zioni in Cattedrale per la canonizzazione <strong>di</strong> Giovanni Battista de <strong>La</strong> Salle 39 , il<br />

proposito <strong>di</strong> pubblicare nel prossimo gennaio “<strong>un</strong> perio<strong>di</strong>co cattolico, che dovrebbe essere<br />

l’organo della mia Amministrazione Diocesana” 40 , ed il buon andamento del Seminario 41 ,<br />

31 Lo stesso Micheli, come presidente del Comitato <strong>di</strong>ocesano, aveva inviato <strong>un</strong> telegramma al prefetto in cui deplorava<br />

l’“orrendo misfatto” (Dall’intransigenza al governo cit., pp. 17-18, nota 30).<br />

32<br />

E’ il vicario mons. Conforti che scrive a Micheli la sod<strong>di</strong>sfazione del vescovo ed ad<strong>di</strong>rittura gli chiede la nota delle spese<br />

<strong>di</strong> stampa, il che fa supporre che autore o in gran parte suggeritore dell’articolo sia stato il vescovo stesso (FCT 9°, p. 509, e<br />

articolo: Pei f<strong>un</strong>erali del Re pp. 509-511, nota 800; altri articoli dalla GP: pp. 511-513, nota 801; Dall’intransigenza al governo<br />

cit., p. 159, nota 148).<br />

33<br />

<strong>La</strong> Santa Sede aveva, infatti, emanato <strong>un</strong>a circolare il 2 agosto in cui permetteva f<strong>un</strong>zioni <strong>di</strong> esequie “purchè richieste<br />

dalle autorità civili o dalle associazioni e siano corrette, giusta il rito ecclesiastico ed i recenti decreti, cioè senza iscrizioni,<br />

senza orazioni f<strong>un</strong>ebri, e senza le ban<strong>di</strong>ere delle società”(FCT 9°, p. 510).<br />

34<br />

Ibid., p. 515.<br />

35<br />

Ibid., pp. 515-517, nota 803. Per altre commemorazioni in parrocchie rurali, v. qui pp. 60-61.<br />

36<br />

Francesco Magani, Al Venerabile Clero e al <strong>di</strong>lettissimo Popolo della Città e Diocesi <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> Ditta Tip. Vescovile<br />

Fiaccadori, <strong>Parma</strong>, 1900, pp. 8.<br />

37<br />

Ibid., p. 5. Il tondo in bronzo con questa croce si trova ancora incastonato su <strong>un</strong> muro interno, per esempio, delle chiese<br />

<strong>di</strong> San Vitale Baganza, <strong>di</strong> Sant’Ilario Baganza, <strong>di</strong> Talignano e <strong>di</strong> Castellonchio; da qualche anno è stata rimossa dalla chiesa<br />

<strong>di</strong> Sala Baganza ed è conservata tra gli oggetti della sagrestia. Immagine, <strong>di</strong>mensioni e prezzi della croce in GM, 8 <strong>di</strong>cembre<br />

1900, p. 1: <strong>La</strong> Croce commemorativa da collocarsi nelle chiese.<br />

38<br />

FCT 9°, pp. 545-546; A. Manfre<strong>di</strong>, Vescovi, clero e cura pastorale cit., p. 603.<br />

39<br />

Cronaca in: FCT 9°, pp. 543-545; GM, 15 <strong>di</strong>cembre 1900, p. 1: S. Giovanni Battista De <strong>La</strong> Salle p. 1; Ermanno Ferro,<br />

Rapporti tra don Carlo Maria Baratta e gli altri Istituti religiosi operanti a <strong>Parma</strong> in: <strong>Parma</strong> e don Carlo Maria Baratta<br />

salesiano cit., pp. 270-271 nota 25.<br />

40<br />

Sarà Il Popolo sul quale v. nota 52.<br />

41<br />

Non certo positivo è l’andamento demografico del clero, perché il 1900 registra 16 decessi contro 12 or<strong>di</strong>nazioni (A.<br />

Manfre<strong>di</strong>, Vescovi, clero e cura pastorale, cit., p. 292) Tra i dati consolanti Magani non ricorda, per esempio, l’espansione<br />

del servizio educativo ed assistenziale delle Figlie della Croce che proprio nel 1900 aprono a Traversetolo <strong>un</strong>a scuola elementare<br />

femminile all’interno del proprio Collegio là impiantato già nel 1896 (Sonia Moroni, Umanità e fede Cento anni <strong>di</strong>


ma accanto a questo ci sono altre situazioni che lo rendono “per lo meno peritoso e inquieto”.<br />

In primo luogo c’è la spina <strong>di</strong> “quell’ecclesiastico che la Emin. V. ben conosce” 42 , però<br />

su tutto domina il dubbio “che l’azione cattolica laicale, qui emancipatasi quasi totalmente<br />

dalla sorveglianza episcopale, ben l<strong>un</strong>gi dal servire al bene della <strong>Chiesa</strong> e alla <strong>di</strong>fesa della<br />

S. Sede abbia per opera <strong>di</strong> tal<strong>un</strong>i amanti e <strong>di</strong>fensori d’<strong>un</strong> or<strong>di</strong>ne d’idee e <strong>di</strong> cose che non sono<br />

certo quelle volute dal S. Padre - tra i quali mi spiace il <strong>di</strong>rlo, ma ho buono in mano per<br />

crederlo, anche qualche Prelato - a riuscire ad <strong>un</strong> fine <strong>di</strong>ametralmente opposto a quello che<br />

nelle apparenze si vorrebbe far credere”. Il sintomo più recente è la trasformazione del<br />

“Gabinetto Leone XIII”, che il vescovo appoggiava pagandogli anche l’affitto dei locali:<br />

questo “Gabinetto” è stato “sbattezzato e tramutato in <strong>un</strong> “Circolo Francesco Petrarca” nel<br />

“bel dì dell’Immacolata”, ed a tenere il <strong>di</strong>scorso inaugurale è venuto il marchese Filippo<br />

Crispolti “che a tema prese “il femminismo”!!!” 43 . Di qui l’angosciante timore che “si cerchi<br />

d’introdurre in maschera <strong>di</strong> cattolicismo quello app<strong>un</strong>to che si vorrebbe evitare perché<br />

ne sarebbe l’estrema ruina”; <strong>un</strong> timore a cui dovrebbe dare consolazione la Santa Sede con<br />

gli opport<strong>un</strong>i provve<strong>di</strong>menti.<br />

E tra coloro che cercano “d’introdurre in maschera <strong>di</strong> cattolicismo quello app<strong>un</strong>to<br />

che si vorrebbe evitare perché ne sarebbe l’estrema ruina”, c’è indubbiamente il ventiseienne<br />

dott. Giuseppe Micheli che fa <strong>di</strong> tutto per costringere il movimento cattolico ad uscire <strong>di</strong><br />

sagrestia, ma che è già entrato nel mirino critico del vescovo, se non altro, perché attivo collaboratore<br />

<strong>di</strong> quel d. Carlo Maria Baratta, il <strong>di</strong>rettore del Collegio salesiano <strong>di</strong> San Benedetto,<br />

al quale Magani attribuisce pesanti responsabilità nell’infelice vicenda del quoti<strong>di</strong>ano, sua<br />

creatura, <strong>La</strong> Provincia; <strong>un</strong>a vicenda che ha visto naufragare il giornale il 19 giugno 1897,<br />

dopo il deleterio processo (conclusosi... zero a zero l’8 febbraio 1897 per intervenuta amnistia<br />

degli eventuali reati) intentato alla Gazzetta <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>, per cal<strong>un</strong>nia, da d. Luigi Comelli,<br />

la penna più rovente ed inquieta della stessa Provincia 44 . Micheli inoltre è <strong>di</strong>namico organizzatore<br />

<strong>di</strong> Società <strong>di</strong> Mutuo soccorso, <strong>di</strong> Cooperative, <strong>di</strong> Casse rurali, <strong>di</strong> gite in montagna 45 :<br />

tutte iniziative che, se da <strong>un</strong> lato danno visibilità all’impegno sociale dei cattolici, dall’altro<br />

li allontanano da <strong>un</strong>’intensa vita spirituale. E proprio grazie al <strong>di</strong>namismo organizzativo senza<br />

soste, Micheli nel corso del 1900 riesce nel campo in cui Magani era andato incontro al<br />

più clamoroso fallimento: quello della stampa. Come già si è visto, infatti, è questo l’anno in<br />

presenza delle Figlie della Croce in Traversetolo, Amministrazione com<strong>un</strong>ale <strong>di</strong> Traversetolo <strong>Parma</strong>, Publiprint Grafica,<br />

Traversetolo PR, 1996, pp. 26-27), e nemmeno la pace fatta con le Piccole Figlie alle quali nel 1898 aveva negato ad<strong>di</strong>rittura<br />

la Visita pastorale perché, secondo lui, avevano <strong>un</strong>a cattiva gestione economica della Congregazione, ma in realtà perché<br />

alle spalle delle loro iniziative sembrava fluttuare l’ombra manovriera <strong>di</strong> mons. Tonarelli; nel 1900, invece, va a far loro<br />

visita il 26 o 27 novembre, e nulla <strong>di</strong>ce del loro impegno per reggere, dal 9 ottobre 1900, l’Orfanotrofio femminile Melilupi<br />

<strong>di</strong> Soragna, del catechismo che impartiscono ai bambini delle parrocchie citta<strong>di</strong>ne della Trinità, <strong>di</strong> Sant’Alessandro e <strong>di</strong> San<br />

Vitale, e dell’oratorio festivo che tengono a Fontevivo (FCT 5°, pp. 90, 143-145 e 168).<br />

42 È mons. Tonarelli che si è conquistato anche le grazie dei Fratelli delle Scuole cristiane che così scrivono su GM del 22<br />

<strong>di</strong>cembre: “Per Monsig. Can. Tonarelli poi, vivissima sentiamo nel fondo del cuore la riconoscenza per la cospicua e rilevantissima<br />

sua offerta” (FCT 9°, p. 544).<br />

43 Celebratoria cronaca dell’avvenimento e testo della relazioni <strong>di</strong> Crispolti, in GM, 15 <strong>di</strong>cembre 1900, pp. 1-2:<br />

L’inaugurazione del Circolo Francesco Petrarca. Presentazione dell’oratore e invito all’inaugurazione del Circolo: ibid., 8<br />

<strong>di</strong>cembre 1900, p. 1: Filippo Crispolti<br />

44 P. Bonar<strong>di</strong>, Le domande della <strong>Chiesa</strong> <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> cit., pp. 128-139.<br />

45 Ubaldo Delsante, Le banche in canonica - <strong>La</strong> breve stagione delle Casse Rurali cattoliche nel Parmense, in Malacoda<br />

anno XVII, n. 94, gennaio-febbraio 2001, pp. 3-30; n. 95, marzo-aprile 2001, pp. 17-45; n. 96, maggio-giugno 2001, pp. 15-<br />

41; Id., <strong>La</strong> Casse rurali <strong>di</strong> Calestano, in Per la Val Baganza 2001 pp. 33-47. Nel corso del 1900 Micheli viene confermato,<br />

il 18 marzo, presidente del “Circolo Operaio D. M. Villa” presso il quale il 19 il rag. Galbiati intrattiene i soci ed il pubblico<br />

intervenuto sui “doveri che nelle con<strong>di</strong>zioni o<strong>di</strong>erne incombono all’operaio cattolico” (GM, 24 marzo 1900, p. 4: Circolo<br />

Operaio D. M. Villa); per le tre pomeri<strong>di</strong>ane del 1° aprile Micheli convoca, in Strada al Ponte Caprazucca n 1, la “Società<br />

Operaia Cattolica <strong>di</strong> Mutuo Soccorso” <strong>di</strong> cui è presidente (ibid., 31 marzo 1900, p. 4). È anche presidente del Circolo<br />

Cattolico Universitario; in questa veste invia gli auguri <strong>di</strong> buon compleanno al papa (Leone XIII è nato il 2 marzo 1810) e<br />

ne riceve i ringraziamenti tramite il card. Rampolla (ibid., 17 marzo 1900, p. 3: Circolo Universitario). In settembre viene<br />

nominato anche vicepresidente interinale, insieme ad altri due (prof. Angelo Mauri, presidente del Circolo Universitario <strong>di</strong><br />

Milano, e dott. Pasquale Bianca-Papa, presidente del Circolo Universitario <strong>di</strong> Catania), della Federazione Universitaria Cattolica<br />

Italiana o FUCI (Dall’intransigenza al governo cit., pp. 21 e 160-163); poi il Comitato permanente della federazione,<br />

<strong>nella</strong> ad<strong>un</strong>anza plenaria <strong>di</strong> Bologna del 28 aprile 1901, affiderà “la <strong>di</strong>rezione interinale della Federazione dei Circoli <strong>un</strong>iversitari<br />

italiani” al prof. Angelo Mauri (ibid., pp. 169-170).


cui vede la luce, sabato 3 marzo, <strong>La</strong> Giovane Montagna con questo progetto: “Rifiorimento<br />

dell’ideale cristiano, tanta parte del passato benessere dei nostri paesi; <strong>di</strong>ffusione del principio<br />

cooperativo; risorgimento dell’agricoltura sin quì fra i nostri monti tanto negletta; incremento<br />

dell’industria e del commercio; <strong>di</strong>fesa d’ogni legittimo interesse; aiuto ed appoggio<br />

ad ogni seria iniziativa da qualsiasi parte essa provenga saranno sempre i caposal<strong>di</strong> a<br />

cui tenderà l’opera nostra, nel giornale e fuori <strong>di</strong> esso” 46 . È <strong>un</strong> giornale che quin<strong>di</strong> si professa<br />

cattolico e, tanto per iniziare, sostiene il progetto, varato a Roma già il 20 luglio 1899,<br />

<strong>di</strong> siglare visibilmente i 19 secoli della Redenzione, erigendo su 19 dei principali monti<br />

d’Italia <strong>un</strong> omaggio al Salvatore; solo che ben presto i 19 monti da “consacrare” sono <strong>di</strong>ventati<br />

varie decine, perché ogni regione è andata a gara nell’in<strong>di</strong>viduare vette su cui far brillare<br />

il simbolo della salvezza, ed anche <strong>Parma</strong> non intende rimanere in<strong>di</strong>etro: “Nè ultime potevano<br />

rimanere le popolazioni delle nostre montagne così profondamente religiose; ed infatti<br />

quà e là sono sorti progetti, quà e là stanno formandosi comitati che metteranno capo al nostro<br />

giornale; Monte Penna e Monte Pelpi in Valle <strong>di</strong> Taro, l’Orsaro e Montagnana in Valle<br />

<strong>di</strong> <strong>Parma</strong>; Monte Dosso in Val <strong>di</strong> Ceno, Fuso in Val d’Enza, Canate in valle <strong>di</strong> Stirone ed altri<br />

ancora che vengono in<strong>di</strong>cati come quelli sui quali potrà facilmente attuarsi l’esposta iniziativa”<br />

47 . Il primo monumento eretto in <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> non è, però, tra quelli previsti in<br />

questo elenco: è il cippo che lo stesso mons. Magani, dopo averne avallata la realizzazione,<br />

bene<strong>di</strong>ce il 29 luglio 1900 (il giorno del regici<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Monza) a Cassio 48 . Tuttavia per il vescovo<br />

il monumento che meglio renderà gloria a Cristo Redentore ad opera dei parmigiani<br />

sarà <strong>un</strong> altro: l’Istituto Emiliano per le Missioni estere, <strong>di</strong> cui ha già scritto ai suoi <strong>di</strong>ocesani<br />

49<br />

<strong>nella</strong> Lettera pastorale del 23 novembre 1899<br />

46 GM, 3 marzo 1900, p. 1: Programma.<br />

47 Ibid.: Sui monti d’Italia. Successivamente si pubblica in più p<strong>un</strong>tate <strong>un</strong>a conferenza <strong>di</strong> Filippo Crispolti su L’Omaggio<br />

sui monti a Gesù Redentore (ibid., 28 luglio 1900, pp. 1-2; 11 agosto 1900, pp. 1-2).<br />

48 Pietro Bonar<strong>di</strong>, A Cassio, 29 luglio 1900: il monumento alla Madonna dell’Alpe, in Per la Val Baganza 2000 pp. 90-92;<br />

Id., Memorie del Giubileo <strong>di</strong> cent’anni fa in GP, 26 settembre 2000, p. 13. Per fine settembre 1900 è in progetto la bene<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> <strong>un</strong> cippo piramidale su Monte Fuso (m 1118) per Val d’Enza e Val <strong>Parma</strong> (ann<strong>un</strong>cio su due pagine <strong>di</strong> supplemento<br />

a GM del 29 settembre 1900), ma il maltempo impe<strong>di</strong>rà la cerimonia che verrà pertanto compiuta il 18 agosto 1901 con<br />

l’intervento del vicario generale <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>, mons. Conforti (ibid., 24 agosto 1901, p. 4: <strong>La</strong> Festa <strong>di</strong> Monte Fuso); nel corso<br />

del 1900 altri monumenti gi<strong>un</strong>gono a termine, invece, in altre <strong>di</strong>ocesi rientranti in tutto o in parte <strong>nella</strong> provincia <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>:<br />

il 19 agosto viene benedetta sul Monte Zuccone (m 1432) <strong>un</strong>a cappella (GP, 26 agosto 1900, p. 2: Su monte Zuccon), costruita<br />

per iniziativa dell’arciprete <strong>di</strong> Tarsogno, d. Giulio Razza; a bene<strong>di</strong>rla è il neovescovo (ha preso possesso della <strong>di</strong>ocesi<br />

il 30 giugno: GM, 7 luglio 1900, pp. 1-2: Echi della Magra - L’ingresso <strong>di</strong> Mons. Fiorini) <strong>di</strong> Pontremoli mons. Angelo<br />

Fiorini, ed in suo omaggio il monte viene ribattezzato (ma con durata effimera) Monte Fiorino. Il 10 settembre è il Monte<br />

Barigazzo (m 1464) ad animarsi per la inaugurazione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a nuova cappella, sorta sui ruderi <strong>di</strong> <strong>un</strong> antico oratorio, per opera<br />

della parrocchia <strong>di</strong> Tosca in Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Varsi, <strong>di</strong> cui è arciprete d. Michele Castagnoli. Per tre giorni (22, 23 e 24 settembre)<br />

si fa festa per la cappella-rifugio eretta al valico del Faggio Crociato (m 1367) fra Borgotaro e Zeri: “il più insigne dei<br />

monumenti costruiti: è capace <strong>di</strong> centoncinquanta persone ed è costata più <strong>di</strong> cinquemila lire. Il <strong>di</strong>segno è dell’ing. Delsante<br />

<strong>di</strong> Borgotaro”; partecipano più <strong>di</strong> <strong>di</strong>ecimila persone e ad officiare la cerimonia è ancora mons. Fiorini. Altre realizzazioni<br />

si susseguono nel corso del 1901: su Monte San Donnino, in Val Termina, il 28 luglio; sul Monte Dosso (m 1275) in Val<br />

<strong>di</strong> Ceno il 15 agosto; su Montagnana (m 1312) il 25 agosto per Val <strong>Parma</strong> e Val Baganza; sull’Orsaro (ma in realtà sul Marmagna,<br />

m. 1851) il 17 settembre (panoramica <strong>di</strong> tutte queste inaugurazioni in GM, 21 settembre 1901, pp. 2-3, ed anche su<br />

Il Popolo Giornale settimanale cattolico dello stesso giorno e con identici articoli)<br />

49 Francesco Magani, I. Pubblicazione del Giubileo Universale per l’<strong>Anno</strong> Santo. II. Omaggio a Gesù Redentore e alla sua<br />

SS. Madre. III. Azione e Associazioni Cattoliche <strong>nella</strong> Diocesi, Tipografia Vescovile Fiaccadori, <strong>Parma</strong>, 1899, pp. 12-15.<br />

Accanto all’omaggio a Cristo Redentore mons. Magani colloca anche quello alla sua santissima Madre e per questo invita a<br />

dare importanza all’oratorio della Madonna delle Spine, in parrocchia <strong>di</strong> Sissa, che lui ha recentemente eretto a Santuario<br />

(ibid., pp. 15-16); nulla <strong>di</strong> particolare, invece, pensa per il “celebre Santuario <strong>di</strong> Fonta<strong>nella</strong>to”, ed allora ci pensano i Domenicani<br />

che lo reggono e che sentono insi<strong>di</strong>ato il loro primato nel giro dei pellegrinaggi, dalla valorizzazione del neosantuario<br />

della Madonna delle Spine; progettano pertanto <strong>di</strong> riconquistare terreno lanciando l’idea <strong>di</strong> dotare il Santuario <strong>di</strong> Fonta<strong>nella</strong>to<br />

<strong>di</strong> <strong>un</strong> monumentale organo; è il vicario <strong>di</strong> detto Santuario, p. Vincenzo M. Costa, ad illustrare e motivare<br />

l’iniziativa: “Anche qui <strong>nella</strong> piccola borgata <strong>di</strong> Fonta<strong>nella</strong>to si è stabilito rendere solenne omaggio a Cristo Redentore<br />

<strong>nella</strong> sua madre Celeste che qui volle innalzare <strong>un</strong> trono <strong>di</strong> gloria e <strong>di</strong> beneficenza. Un Organo artistico fatto secondo le<br />

esigenze della scienza moderna in conformità delle prescrizioni liturgiche e tale che sia degno <strong>di</strong> <strong>un</strong>o dei più celebri e più<br />

antichi Santuari d’Italia sarà il monumento che offriremo alla Vergine ed al Figlio suo”; mons. Magani dà il suo assenso<br />

l’11 <strong>di</strong>cembre 1899 (GM, 21 luglio 1900, p. 1; Il Santuario <strong>di</strong> Fonta<strong>nella</strong>to, dove compare la lettera senza data <strong>di</strong> p. Costa<br />

“Ai Devoti della Madonna” e la raccomandazione <strong>di</strong> mons. Magani a sostenere l’iniziativa; lui stesso apre l’elenco degli<br />

offerenti con 50 lire), però si tratta <strong>di</strong> <strong>un</strong> assenso controvoglia come rivela scrivendo al card. Rampolla l’11 gennaio 1901<br />

sui contrasti in corso con gli stessi Domenicani: “pregato ad appoggiare l’erezione d’<strong>un</strong> nuovo organo, sebbene non ne


Quanto poi alla stampa del settimanale micheliano, il vescovo non può far nulla per<br />

impe<strong>di</strong>rne il cammino, anzi è costretto ad usarlo come strada più breve ed agevole per dare<br />

pubblicità agli atti ufficiali suoi e della Curia, priva com’è anche quest’ultima, <strong>di</strong> <strong>un</strong> suo organo<br />

<strong>di</strong> stampa. Tuttavia il giu<strong>di</strong>zio che Magani aveva <strong>di</strong> quel giornale può essere sintetizzato<br />

nelle parole che più tar<strong>di</strong>, il 25 settembre 1911, il mite e conciliante suo successore, mons.<br />

Conforti, esprimerà in <strong>un</strong>a relazione inviata al segretario della Sacra Congregazione Concistoriale,<br />

il card. Angelo De <strong>La</strong>i: “<strong>La</strong> Giovane Montagna vuol passare per cattolica, ma <strong>di</strong> fatto<br />

non è che l’organo personale dei sentimenti e delle aspirazioni politiche dell’On. [dal<br />

maggio 1908] Micheli” 50 .<br />

È <strong>un</strong>a situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffidenza e <strong>di</strong>sagio che mons. Magani den<strong>un</strong>cia implicitamente<br />

quando, per esempio, richiama al dovere <strong>di</strong> non mescolare insieme il movimento cattolico <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong>verse, come invece fa programmaticamente Micheli che scrive ed impianta associazioni<br />

per <strong>Parma</strong>, Pontremoli, Borgo San Donnino e magari anche per Guastalla. Per uscire<br />

dai ceppi delle <strong>di</strong>pendenza dalla stampa micheliana, mette in cantiere, per il gennaio 1901,<br />

quel “perio<strong>di</strong>co cattolico” <strong>di</strong> cui scrive al segretario <strong>di</strong> Stato card. Rampolla <strong>nella</strong> già citata<br />

lettera del 20 <strong>di</strong>cembre 1900, e che “dovrebbe essere l’organo della mia Amministrazione<br />

Diocesana, e che è <strong>un</strong>a vera necessità in ispecie per la campagna e soprattutto per le parrocchie<br />

della montagna, mancando affatto <strong>di</strong> stampa cattolica” 51 : il che equivale a <strong>di</strong>re che<br />

il giornale recante <strong>nella</strong> testata il riferimento proprio alla “montagna”, non offre garanzie <strong>di</strong><br />

ortodosso allineamento con le idee e le linee <strong>di</strong>sciplinari del capo della <strong>di</strong>ocesi. E così il 5<br />

gennaio 1901 vedrà la luce Il Popolo Giornale Settimanale Cattolico, che avrà vita stentata e<br />

corta, perché si esaurirà dopo 40 numeri, nell’arco dello stesso 1901, il 5 ottobre 52 , e che <strong>nella</strong><br />

cronaca dalla provincia sarà <strong>un</strong> esatto doppione de <strong>La</strong> Giovane Montagna. Non per nulla<br />

ad ann<strong>un</strong>ciarne l’imminente uscita, ma senza rivelare il nome delle testata, è proprio Giuseppe<br />

Micheli, <strong>nella</strong> sua qualità <strong>di</strong> presidente del Comitato <strong>di</strong>ocesano, a capo del quale lo ho<br />

messo in luglio mons. Magani 53 . È <strong>un</strong>a l<strong>un</strong>ga circolare, firmata da Micheli in qualità <strong>di</strong> presidente,<br />

e dal can. Luigi Leoni come assistente ecclesiastico, che vuole dare attuazione alle<br />

iniziative in<strong>di</strong>cate dal vescovo <strong>nella</strong> sua Lettera pastorale del 27 novembre: raccolta <strong>di</strong> piccole<br />

offerte per donare al papa <strong>un</strong> calice d’oro da usare il 1° gennaio 1901, collocazione nelle<br />

chiese a ricordo dell’inizio del XX secolo <strong>di</strong> <strong>un</strong> tondo con la croce della redenzione (la si può<br />

acquistare presso l’Unione Agricola Parmense in Piazza Duomo n. 15). Inoltre si com<strong>un</strong>ica<br />

che in Strada Francesco Petrarca n. 27, nei locali dell’ex teatro <strong>di</strong> varietà, è stato allestito “<strong>un</strong><br />

luogo <strong>di</strong> ritrovo per i soci delle associazioni citta<strong>di</strong>ne”, ma che è anche <strong>un</strong> “recapito per i<br />

laici e si sacerdoti della campagna, nei giorni in cui restano pei loro affari <strong>nella</strong> nostra città”.<br />

E poi il problema della stampa: “Un altro dei bisogni più sentiti era pur quello della<br />

pubblicazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> giornale cattolico che s’interessasse particolarmente delle cose della<br />

rilevassi affatto la necessità, pure l’ho raccomandato per le offerte alla Diocesi, e ho mandato a tale fine il mio obolo e il<br />

Vicario Generale a bene<strong>di</strong>rlo “ (FCT 9°, p. 553).<br />

50<br />

FCT 18°, p. 595.<br />

51<br />

FCT 9°, p. 545.<br />

52<br />

U. Dardani, Repertorio parmense della stampa, cit., p. 94. A Il Popolo succederà il 5 gennaio 1902 il trisettimanale, <strong>di</strong><br />

più l<strong>un</strong>ga durata, <strong>La</strong> Realtà (ibid., p. 100).<br />

53 E lo ha fatto “con grande sacrificio del mio amor proprio, e <strong>di</strong> soggettive suscettibilità”, perché si è trattato <strong>di</strong> venire a<br />

trattativa con il “partito da cui m’ebbi tanti <strong>di</strong>spiaceri”; quanto a Micheli, <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> averlo trovato “ben <strong>di</strong>sposto e pienamente<br />

convinto che se il vescovo poteva nulla condurre a buon termine senza l’aiuto del laicato, questi alla sua volta trovavasi<br />

paralizzato <strong>nella</strong> sua azione. Alle sue proposte ai Parroci, mi confessava il Micheli, questi domandavano subito: “E il Vescovo?”.<br />

E s’accorgeva <strong>di</strong> agire da “contrabban<strong>di</strong>ere” (lettera a Giambattista Paganuzzi del 13 luglio 1900, riportata in:<br />

Dall’intransigenza al governo, cit., p. 21 nota 42; v. anche: Paolo Trionfini, Una storia l<strong>un</strong>ga <strong>un</strong> secolo - L’Azione cattolica<br />

a <strong>Parma</strong> (1870-1982), Fiaccadori, Tipografia Supergrafica, <strong>Parma</strong>, 1998, pp. 52-53). Un’amichevole presa in giro per questa<br />

nuova carica gli arriva il 18 agosto da Brescia, da parte <strong>di</strong> Giovanni Maria Longinotti che lo invita ad andare a Roma ad<br />

<strong>un</strong> “congresso nostro”: se Micheli non andasse, “<strong>La</strong> cosa sarebbe grave tanto più adesso che finalmente t’è venuta addosso<br />

anche quell’<strong>un</strong>ica presidenza che ti mancava: quella del Comitato Diocesano” (Dall’intransigenza al governo, cit., p.<br />

160); in queste parole c’è forse anche <strong>un</strong> velato rimprovero per non essere andato al Congresso delle Casse rurali svoltosi a<br />

Parigi dal 16 al 20 luglio (ibid., p. 159 nota 146). L’ann<strong>un</strong>cio della nomina in GM, 4 agosto 1900, p. 4: Il Comitato Diocesano.


città e della Diocesi nostra, giacchè <strong>La</strong> Giovane Montagna, per l’indole sua speciale, non<br />

poteva a tale desiderio interamente sod<strong>di</strong>sfare. Anche <strong>di</strong> questo non mancò <strong>di</strong> occuparsi il<br />

Comitato nelle sue ad<strong>un</strong>anze, ed ora mi gode l’animo <strong>di</strong> poter ann<strong>un</strong>ciare che, con<br />

l’approvazione <strong>di</strong> Monsignor Vescovo, e redatto da persone prudenti e capaci, col primo<br />

Gennaio 1901 anche la nostra Diocesi potrà aver il suo giornale popolare settimanale, specialmente<br />

destinato alla <strong>di</strong>ffusione del movimento cattolico” 54 .<br />

Spigolature <strong>di</strong> cronaca clericale e anticlericale<br />

Accanto agli avvenimenti che qualificano su toni più o meno alti la vita <strong>di</strong> <strong>un</strong>a com<strong>un</strong>ità ufficialmente<br />

cristiana, scorrono, ed è <strong>di</strong> <strong>un</strong>a ovvietà sconfortante l’affermarlo, i fatti minuscoli<br />

che, pur avendo come protagoniste singole persone o marginali com<strong>un</strong>ità civili e religiose,<br />

tuttavia possono essere rivelatori della complessità delle situazioni e dei conflitti ideologici e<br />

sociali in atto anche nel Parmense. Così può essere non del tutto inutile segnalarne qualc<strong>un</strong>o,<br />

a mo’ <strong>di</strong> esemplificazione, attingendo dalla già più volte sfruttata <strong>La</strong> Giovane Montagna, dalla<br />

liberal-monarchica Gazzetta <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> e dal settimanale anticlerical-socialista L’Idea,<br />

anch’esso, come <strong>La</strong> Giovane Montagna, comparso nel 1900, il 17 marzo 55 .<br />

In mancanza <strong>di</strong> giornali cattolici, è la Gazzetta nei primi due mesi dell’anno a fornire<br />

qualche cronaca <strong>di</strong> avvenimenti religiosi, come della celebrazione il 31 <strong>di</strong>cembre dell’ad<strong>di</strong>o<br />

al 1899 e del benvenuto al 1900, con <strong>un</strong>a Messa a mezzanotte, presso l’Istituto salesiano <strong>di</strong><br />

San Benedetto: sono presenti circa 400 persone, tutte <strong>di</strong>etro biglietto d’invito. Protagonista<br />

della cerimonia è d. Carlo Maria Baratta: “Poveri e ricchi, nobili e popolani trovaronsi anche<br />

colà ri<strong>un</strong>iti in <strong>un</strong> solo pensiero d’amore dall’alta parola sapiente dell’illustre Direttore<br />

dell’Istituto, il Rev. Sac. D. Carlo M. Baratta, il quale, dopo l’esposizione del SS. Sacramento<br />

ed il ‘Pange Lingua’ pron<strong>un</strong>ciò <strong>un</strong> affettuoso sentitissimo <strong>di</strong>scorso a cui fece poi seguito il<br />

‘Te-Deum’ e l’‘adorazione’. Allo scoccare della mezzanotte <strong>un</strong> fremito d’intensa emozione<br />

percorse fra gli astanti e si <strong>di</strong>ede principio alla Messa solenne celebrata dallo stesso D. Baratta<br />

ed a cui fece seguito la bene<strong>di</strong>zione col S.S. Sacramento. <strong>La</strong> Messa solenne fu a 4 voci<br />

e tutto il resto in canto gregoriano con mirabile fusione fra coro e popolo”. Il tutto termina<br />

all’incirca all’<strong>un</strong>a e mezzo, lasciando l’impressione che quella sia stata “<strong>un</strong> modello ideale <strong>di</strong><br />

f<strong>un</strong>zione religiosa” 56 . È <strong>un</strong> d. Baratta che sa parlare al cuore dei giovani invitandoli ad essere<br />

se stessi: “Vorrei <strong>di</strong>rvi, per carità conservatevi giovani, sempre giovani; tremate al pensiero<br />

che la vostra mente, il vostro cuore abbiano ad invecchiare”; loro compito è quello <strong>di</strong> costruire<br />

“<strong>un</strong>a nuova civiltà tutta cristiana”, sicché “lo straniero che scenderà fra noi per<br />

ammirare le bellezze della nostra contrada dovrà constatare che l’Italia non è la terra dei<br />

morti” 57<br />

Un altro elogio la Gazzetta lo tributa alle abilità canore dei seminaristi che hanno dato<br />

prova <strong>di</strong> “affiatamento, sicurezze ed espressione” durante i riti per la festa <strong>di</strong> Sant’Ilario,<br />

ed il cronista, forse con <strong>un</strong>a p<strong>un</strong>ta <strong>di</strong> critica alle scelte compiute da chi deve curare i riti in<br />

Cattedrale, auspica che siano sempre (e non saltuariamente) i seminaristi a “sostenere il canto”<br />

nelle celebrazioni solenni che si svolgono in Cattedrale 58<br />

Ma oltre alla dolcezza del canto, in Duomo si incontra anche la voglia <strong>di</strong> gesti sacrileghi,<br />

come <strong>di</strong>mostra <strong>un</strong> certo Isauro Berti che prende la particola della Com<strong>un</strong>ione e<br />

54 GM, 15 <strong>di</strong>cembre 1900, p. 4: Comitato Diocesano. Inoltre per il 1901 si ann<strong>un</strong>ciano incontri “vicariali o mandamentali”<br />

nei quali “<strong>di</strong>scutere famigliarmente con alc<strong>un</strong>i rappresentanti <strong>di</strong> ogni parrocchia, i particolari mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> azioni confacenti ai<br />

bisogni locali”. Infine si ricorda che dal 15 al 31 <strong>di</strong>cembre è aperto “il periodo per le iscrizioni nelle liste elettorali”, ed il<br />

manuale per tali iscrizioni è in ven<strong>di</strong>ta a 25 centesimi presso l’e<strong>di</strong>tore Luigi Buffetti in Borgo Angelo Mazza n. 1.<br />

55 U. Dardani, Repertorio parmense della stampa, cit., pp. 75-76.<br />

56 GP, 3 gennaio 1900, p. 2: All’Istituto Salesiano S. Benedetto.<br />

57 Pietro Braido, Profilo biografico e spirituale <strong>di</strong> don Carlo Maria Baratta, in: <strong>Parma</strong> e don Carlo Maria Baratta salesiano,<br />

cit., p. 43. Il 1900 è anche l’anno in cui d. Baratta pubblica il volumetto “Credo spero amo”, nel quale compen<strong>di</strong>a gli<br />

insegnamenti <strong>di</strong> dottrina cristiana impartiti nel corso <strong>di</strong> <strong>un</strong><strong>di</strong>ci anni ai giovani della Scuola <strong>di</strong> Religione (ibid., pp. 45-46;<br />

Umberto Cocconi, L’azione educativa <strong>di</strong> don Carlo Maria Baratta - <strong>La</strong> scuola <strong>di</strong> religione a <strong>Parma</strong>, ibid., p. 203 nota 60).<br />

58 GP, 16 gennaio 1900, p. 2: Il Canto Ecclesiastico nel Seminario <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>. <strong>La</strong> stessa Gazzetta pubblica in più p<strong>un</strong>tate <strong>un</strong>a<br />

biografia <strong>di</strong> Sant’Ilario (ibid., p. 1).


l’incolla alla balaustra: qualc<strong>un</strong>o attribuisce la responsabilità alla mala educazione che si impartisce<br />

<strong>nella</strong> scuole pubbliche, ed allora “I maestri della Scuole com<strong>un</strong>ali” intervengono per<br />

precisare che il Berti non è mai stato loro al<strong>un</strong>no e che anzi ha sempre bazzicato in ambienti<br />

religiosi, per cui, se responsabilità c’è, non ricade <strong>di</strong> certo sulle scuole gestite dal Com<strong>un</strong>e 59<br />

Buone notizie arrivano il 18 gennaio a Giuseppe Micheli, al quale il procuratore <strong>di</strong><br />

Lo<strong>di</strong> fa com<strong>un</strong>icare, tramite la Procura <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>, l’ammissione all’amnistia del 31 <strong>di</strong>cembre<br />

1899, per la condanna subita il 10 maggio 1899 60 presso la Corte d’Assise <strong>di</strong> Milano, come<br />

pres<strong>un</strong>to autore dell’opuscolo Astensione e potere temporale. Pensieri <strong>di</strong> <strong>un</strong> cattolico 61 , poco<br />

dopo lo stesso Micheli accetta la carica <strong>di</strong> presidente del nuovo Banco <strong>di</strong> San Prospero <strong>di</strong><br />

Reggio Emilia, e riceve i ringraziamenti del vescovo mons. Vincenzo Manicar<strong>di</strong> 62 ; ottiene,<br />

invece, solo <strong>un</strong> cortese ma fermo rifiuto all’invito che il 20 marzo ha rivolto a Giuseppe Toniolo<br />

perché venga a <strong>Parma</strong> a tenere <strong>un</strong>a conferenza al Circolo <strong>un</strong>iversitario cattolico 63 .<br />

In prima pagina balza anche il problema della conciliazione tra <strong>Chiesa</strong> e Stato italiano,<br />

<strong>di</strong> cui sembra farsi interprete l’arcivescovo <strong>di</strong> Capua, card. Capecelatro, augurandosi che<br />

“pace sia il voto e il grido <strong>di</strong> noi cattolici; pace inten<strong>di</strong>amo tra lo Stato e la <strong>Chiesa</strong>”, anche<br />

se poi riserva solo al papa il compito <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare il modo e le con<strong>di</strong>zioni perché pace sia<br />

fatta 64 .<br />

Mentre sul lontano orizzonte della Cina si profilano eventi <strong>di</strong> sangue 65 , in campo locale<br />

fa notizia anche il restauro del coro <strong>di</strong> Sant’Uldarico, opera <strong>di</strong> Gian Giacomo Baruffi da<br />

Len<strong>di</strong>nara 66 : “Ora che venne restaurato, e ripulito dalla polvere secolare, la quale nascondeva<br />

tante bellezze squisite d’intaglio e <strong>di</strong> intarsio appare senza dubbio più bello, più splen<strong>di</strong>do,<br />

potendosene valutare i più minuti particolari condotti con arte magistrale” 67 . Si dà<br />

spazio anche ad “Un ammiratore” dell’“Oratorio festivo del Roseto” per fanciulle 68 ; <strong>un</strong> oratorio<br />

a cui danno pregio “quelle zitelle, perchè hanno grande tendenza ad educare l’animo e<br />

la mente”, poi le suore “che dal nascere dell’Istituto ad oggi, con singolare cura ed affetto<br />

lo tennero sempre sulla strada della virtù”, ed infine “Chi, con tenace e costante amore si<br />

accinse a crearlo e mantenerlo in vita 69 .<br />

Successi vengono conseguiti in campo finanziario con il buon andamento, per esempio,<br />

della Cassa rurale <strong>di</strong> Cassio che si è m<strong>un</strong>ita anche <strong>di</strong> <strong>un</strong> “magazzeno sociale” 70 , ed <strong>un</strong><br />

elogio tocca al parroco <strong>di</strong> Soragna 71 , perché ha costituito da tempo il Comitato parrocchiale<br />

72 , al quale si deve il recente successo cattolico nelle elezioni com<strong>un</strong>ali ed anche provinciali,<br />

ed ha da poco istituito <strong>un</strong>a Cassa rurale 73 ; a Noceto è d. Michele Galli ad essere tra i pro-<br />

59 Ibid., 24 gennaio 1900, p. 2: Per <strong>un</strong>o sfregio alla Religione.<br />

60 Giuseppe Micheli dalle sue carte, cit., p. 32.<br />

61 Ibid., p. 29.<br />

62 Dall’intransigenza al governo, cit., pp. 156-157.<br />

63 Ibid., p. 158.<br />

64 GP, 26 gennaio 1900, p. 1: Il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> <strong>un</strong> car<strong>di</strong>nale.<br />

65 Ibid., 29 gennaio 1900, p. 1: Gli avvenimenti in Cina.<br />

66 L’opera era stata commissionata nel 1805 dalla badessa Cabrina Carissimi (Pier Paolo Mendogni Leonardo Farinelli,<br />

Guida <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>, Silva E<strong>di</strong>tore, <strong>Parma</strong>, 2000, p. 92).<br />

67 GP, 29 gennaio 1900, p. 1: Il Coro <strong>di</strong> Sant’Uldarico.<br />

68 Il 7 giugno 1897, mons. Conforti “presiede la <strong>di</strong>stribuzione dei premi (non meno <strong>di</strong> 100) all’Oratorio Festivo ‘Roseto <strong>di</strong><br />

Maria’ <strong>di</strong> Via Nino Bixio, pron<strong>un</strong>ciando ‘ parole ispirate, ringraziando, animando” (FCT 9°, p. 116). Lo gestiscono le Maestre<br />

Luigine.<br />

69 GP, 23 febbraio 1900, p. 2: Oratorio festivo del Roseto.<br />

70 GM, 24 marzo 1900, p. 3: Lesignano Palmia.<br />

71 È d. Davide Vecchi, dal 22 settembre 1884 al 17 <strong>di</strong>cembre 1917 (Italo Dall’Aglio, <strong>La</strong> Diocesi <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>, Scuola Tipogra-<br />

fica Benedettina, <strong>Parma</strong>, 1966, p. 996).<br />

72 Un altro Comitato parrocchiale, <strong>di</strong> cui si dà notizia sulla stampa, è quello che si costituisce a Casaselvatica il 12 agosto,<br />

per iniziativa del parroco d. Terenzio Zambernar<strong>di</strong>, però ad illustrarne le finalità sono gli studenti <strong>un</strong>iversitari Annibale<br />

Squarcia e Antonio Bonati (GM, 18 agosto 1900, p. 3: Casaselvatica 15 agosto 1900).<br />

73 Contro <strong>di</strong> lui si scaglia il corrispondente <strong>di</strong> Fonta<strong>nella</strong>to de L’Idea (17 marzo 1900, p. 3: Fonta<strong>nella</strong>to), in quanto d. Vecchi<br />

ce l’ha proprio con Fonta<strong>nella</strong>to “perchè vi son socialisti. Ma, o buon reverendo, non vi facciam proprio nulla <strong>di</strong> male<br />

e, per questa volta, ci limitiamo a ricordarvi che ben altrimenti Cristo trattava i reprobi. Stu<strong>di</strong>atelo d<strong>un</strong>que, reverendo, il<br />

vangelo, prima <strong>di</strong> spiegarlo agli altri”. Più tar<strong>di</strong> muove i primi passi la società, costituita da Giuseppe Micheli il 25 aprile,<br />

per l’erezione <strong>di</strong> <strong>un</strong> caseificio sociale, e ad animare i futuri soci interviene il 13 maggio il prof. Antonio Bizzozero (GM, 26


motori del Comitato per l’erezione <strong>di</strong> <strong>un</strong> ospedale rurale che verrà presto realizzato su <strong>di</strong>segno<br />

dell’ing. Giovanni Mazzoni 74 .<br />

<strong>La</strong> Gazzetta torna ad esaltare la musica religiosa dopo aver assistito alla Messa ed ai<br />

Vespri cantati in San Giuseppe, presente il vescovo con i canonici della Collegiata 75 ; il merito<br />

del buon esito musicale dei riti va soprattutto al maestro Terenziano Marusi che ha “già<br />

da tempo, rialzato il prestigio della musica nelle chiese, con in<strong>di</strong>rizzo più razionale <strong>di</strong> quello<br />

che ebbe in passato” 76 . Ma, se le cose vanno bene in chiesa, fuori, nel trambusto della tra<strong>di</strong>zionale<br />

fiera <strong>di</strong> San Giuseppe, sembra, per il cronista del quoti<strong>di</strong>ano citta<strong>di</strong>no, <strong>di</strong> essere in <strong>un</strong><br />

mondo <strong>di</strong> barbari: “In quanto alla solita fiera quello che si può <strong>di</strong>re è che essa nel pomeriggio<br />

richiamò in quella strada tutta la bordaglia dell’oltretorrente che si <strong>di</strong>lettò a schiamazzare<br />

e a insultare le persone. Dei monelli e dei giovinastri assalivano le donne e le colpivano<br />

al viso con palle <strong>di</strong> cencio attaccate ad <strong>un</strong> elastico. Il brutto e villano scherzo provocò non<br />

pochi litigi” 77 .<br />

Odore <strong>di</strong> inciviltà l’organo socialista lo sente, invece, proprio in San Giuseppe, dove<br />

“Un pre<strong>di</strong>catore celebre l’altra sera [...] ha vomitato <strong>un</strong>a quantità d’insulti triviali ai socialisti<br />

ed ai liberali, prendendosela specialmente con Emilio Zola, che egli ha chiamato ‘miserabile<br />

scribacchino a <strong>un</strong> tanto la riga! Un po’ d’educazione, reverendo, e lasciate stare i libri<br />

<strong>di</strong> Zola che non son pane pei vostri denti. Contentatevi <strong>di</strong> Bertol<strong>di</strong>no e Cacasenno, che<br />

forse li capirete” 78 .<br />

L’avvicinarsi della Pasqua (15 aprile) porta mons. Magani allo “Stabilimento Penale”<br />

per l’assolvimento del precetto pasquale il 25 marzo: celebra la Messa assistito dal cappellano<br />

d. Luigi Costa 79 , dal segretario e dal cerimoniere can. Emi<strong>di</strong>o Salvini. I reclusi sono<br />

stati preparati dalla pre<strong>di</strong>cazione del can. Leandro Fornari; 360 <strong>di</strong> loro si accostano alla Com<strong>un</strong>ione<br />

e sette ricevono la Cresima, sotto gli occhi dei padrini conte Luigi Sanvitale Simonetta,<br />

conte Lodovico Boselli, dott. cav. Giovanni Silvestri e Giuseppe Paganuzzi 80 .<br />

Ed anche L’Idea celebra la Pasqua de<strong>di</strong>cando <strong>un</strong> panegirico al Cristo capopolo rivoluzionario,<br />

<strong>di</strong>etro cui sono andate, “inebbriate e vinte tutte le plebi” proprio quando “i ricchi<br />

lo condannavano per <strong>un</strong>a legge infame” e “Pilato sapeva lavarsi le mani, come fecero quei<br />

forcaioli che durante la reazione da essi voluta 81 , finsero <strong>di</strong> piangere poi sulla soglia dei reclusori,<br />

nei quali avevano cacciati gli apostoli della nostra idea. Proletari <strong>di</strong> tutti i paesi,<br />

<strong>un</strong>itevi!” 82 Ma vera Pasqua per i socialisti è il 1° maggio: “Si celebra la resurrezione <strong>di</strong> Cri-<br />

maggio 1900, p. 3: Dalla Bassa Soragna). Nell’ad<strong>un</strong>anza del 22 luglio si constata che “i soci azionisti da 24 sono saliti a<br />

135 e le azioni rappresentano <strong>un</strong> capitale <strong>di</strong> circa 55 mila lire, <strong>nella</strong> certezza <strong>di</strong> toccare <strong>nella</strong> settimana c. il numero <strong>di</strong> sessanta<br />

mila”; pronta è già la perizia <strong>di</strong> Alfredo Provinciali “per l’acquisto del terreno e per l’erezione del fabbricato”, e si<br />

procede alla nomina della cariche legali per la costituzione del Consiglio <strong>di</strong> amministrazione e del Comitato dei sindaci (ibid.,<br />

4 agosto 1900, p. 3: Dalla Bassa Soragna 31 Luglio).<br />

74<br />

Ibid., 10 marzo 1900, p. 4: Soragna e Noceto. Nella stessa pagina si ann<strong>un</strong>cia l’uscita del numero <strong>un</strong>ico Fede e Civiltà<br />

(sul quale ampia documentazione in: FCT 8°, pp. 496-502 e 510-517).<br />

75<br />

Sulla chiesa <strong>di</strong> San Giuseppe la Gazzetta pubblica <strong>un</strong> articolo storico <strong>di</strong> Paolo Emilio Ferrari (15 settembre 1900, pp. 1-2:<br />

San Giuseppe).<br />

76<br />

Durante il pontificale <strong>di</strong> Pasqua, celebrato da mons. Magani in Duomo, il maestro Marusi <strong>di</strong>rige la Messa “del maestro<br />

De Nar<strong>di</strong>s <strong>di</strong> Napoli, che venne giu<strong>di</strong>cata assai favorevolmente dagli intelligenti” (GM, 21 aprile 1900, p. 3: In Cattedrale).<br />

77<br />

GP, 20 marzo 1900, p. 2: Musica sacra.<br />

78<br />

L’Idea, 24 marzo 1900, p. 4: Un pre<strong>di</strong>catore celebre.<br />

79<br />

<strong>La</strong> Gazzetta del 26 maggio 1900 (p. 2: Padre Lino) ann<strong>un</strong>cerà: “Il popolarissimo frate dell’Ann<strong>un</strong>ciata Lino Maupas,<br />

venne nominato cappellano del nostro reclusorio in luogo del sacerdote Luigi Costa”.<br />

80<br />

Ibid., 26 marzo 1900, p. 2: Precetto pasquale nel nostro reclusorio - Il can. Leandro Fornari fa sentire la sua possente<br />

voce anche <strong>nella</strong> chiesa citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> San Bartolomeo il 26 aprile in <strong>un</strong>a “devota f<strong>un</strong>zione dell’associazione dell’adorazione<br />

perpetua e delle chiese povere” (GM, 21 aprile 1900, p. 3: Sacre f<strong>un</strong>zioni). Nella chiesa <strong>di</strong> Santo Stefano, invece, il 23, 24 e<br />

25 aprile si terrà, “<strong>un</strong>’ora avanti l’ave maria della sera”, il “Triduo Annuale [...] per implorare la misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio sopra<br />

<strong>di</strong> noi miseri peccatori, pel trionfo <strong>di</strong> S. Madre <strong>Chiesa</strong> e per i bisogni della campagna” (ibid.).<br />

81<br />

Il riferimento è alla reazione succeduta ai <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni del 1898 (su cui: Pietro Bonar<strong>di</strong>, <strong>Parma</strong> nel 1898 Tra vita normale e<br />

tumulti per il pane, in: Amici del Cinquenovembre, <strong>Parma</strong> negli anni, cit., pp. 72-107). <strong>La</strong> GP (16 aprile 1900, p. 1) enumera<br />

I danni dei tumulti del 1898: “In tutto L. 65,755,458,03”.<br />

82<br />

L’Idea, 14 aprile 1900, p. 1: <strong>La</strong> Pasqua (l’articolo è firmato Can<strong>di</strong>do).Il “compagno Fochi” va il l<strong>un</strong>edì <strong>di</strong> Pasqua a<br />

Mezzano Superiore ed anche lui celebra la Pasqua nel suo comizio, spiegando come la risurrezione “per noi debba significare<br />

che mai l’idea muore coll’in<strong>di</strong>viduo, e che il progresso infinito, non può essere arrestato nè da reazioni nè da perse-


sto, operatore <strong>di</strong> pro<strong>di</strong>gi, morto ad (!) <strong>un</strong>a croce sul Golgota pensando <strong>di</strong> re<strong>di</strong>mere con <strong>un</strong><br />

sacrificio l’umana famiglia: noi socialisti vogliamo festeggiare nel primo maggio la resurrezione<br />

non più lontana della santa uguaglianza <strong>di</strong> natura. Si celebra la liberazione degli Ebrei<br />

dai superbi e tiranni Faraoni d’Egitto; e noi festeggiamo la vaticinata liberazione <strong>di</strong><br />

tutti gli sfruttati da tutti gli sfruttatori, la redenzione economica e morale della grande massa<br />

degli uomini fatta schiava dalle malvagie pressioni <strong>di</strong> pochi. Ecco d<strong>un</strong>que la nostra Pasqua:<br />

Primo maggio! Pasqua <strong>di</strong> redenzione!” 83 .<br />

Tra i “forcaioli” ci sono, ovviamente, i preti ed i loro sostenitori, come il sindaco <strong>di</strong><br />

Mezzano Inferiore che non impe<strong>di</strong>sce, in base alle norme vigenti, agli “emissari <strong>di</strong> sacrestia”<br />

<strong>di</strong> andare in giro a fare la questua, lascia al cappellano del paese la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a<br />

scuola <strong>di</strong> grado superiore, benché non sia in possesso dei titoli necessari, e non impone la<br />

tassa <strong>di</strong> focatico alle suore che <strong>di</strong>rigono l’asilo infantile; a Sala Baganza, poi, la “Gi<strong>un</strong>ta forcaiola”<br />

<strong>di</strong>scute sull’assegnazione <strong>di</strong> 200 lire al cappellano, quando la parrocchia è in con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> non aver bisogno del m<strong>un</strong>icipio ed invece il paese attende invano l’acqua potabile e<br />

la scuola superiore 84 . E si insiste sulla spilorceria del prete, notando l’assenza del rettore <strong>di</strong><br />

Albareto <strong>di</strong> Fonta<strong>nella</strong>to dal corteo f<strong>un</strong>ebre che ha accompagnato al cimitero la salma <strong>di</strong><br />

“certo Luigi Spotti, buon cattolico, iscritto alla confraternita <strong>di</strong> Gesù ed al comitato parroc-<br />

cuzioni”; ha poi continuato “deplorando come i sacerdoti <strong>di</strong> Cristo abbiano svisato le dottrine sue, e <strong>di</strong>mostrando come gli<br />

<strong>un</strong>ici seguaci <strong>di</strong> lui siano i socialisti” (ibid., 21 aprile 1900, p. 3: Mezzano Superiore, firmato Lima). Un concetto che viene<br />

riba<strong>di</strong>to a 400 mezzanesi accorsi ad ascoltarlo, dal “compagno Cornacchia”, il quale spiega loro “come i socialisti siano i<br />

continuatori <strong>di</strong> quel Cristo che i preti hanno falsificato a tutto loro vantaggio” e poi si intrattiene (parla per due ore!) “sul<br />

dovere <strong>di</strong> liberare la donna dalla schiavitù attuale e farla partecipare alla vita sociale, poichè essa porterà alla buona causa<br />

<strong>un</strong>a enorme forza” (ibid., 12 maggio 1900, p. 3: Mezzano Superiore (Lima)). Ed ancora Lima den<strong>un</strong>cia “Un mafioso <strong>di</strong><br />

qui” che ha cambiato fronte: “Una volta sfogavasi pubblicamente sul prete, contro il quale vomitava i più sfacciati insulti;<br />

ora, che per legge com<strong>un</strong>e al bruco il mangia preti è <strong>di</strong>ventato uomo <strong>di</strong> sagrestia, è passata a noi l’ere<strong>di</strong>tà del prete”; per<br />

<strong>di</strong> più questo “mafioso” dovrebbe vergognarsi <strong>di</strong> “rimproverare pubblicamente a poveri vecchi impotenti <strong>di</strong> essere a peso<br />

della com<strong>un</strong>ità” (ibid., 23 giugno 1900, p. 3: Mezzano Superiore. (Lima)); l’anonimo accusato, si <strong>di</strong>fende sulla Gazzetta, ed<br />

allora Lima torna alla carica: “Senti: noi abbiam rispetto per tutti, anche pel prete, e pensiamo che dovere della com<strong>un</strong>ità è<br />

provvedere alla povertà in<strong>di</strong>gente. Di conseguenza, quando sappiamo che l’insultatore dei socialisti e dei preti induce <strong>un</strong>a<br />

giovinetta ad ingiuriare il prete, quando sappiamo che <strong>un</strong> farabutto offende <strong>un</strong>a ragazza onorata e laboriosa perchè il suo<br />

vecchio nonno costa qualche sussi<strong>di</strong>o al com<strong>un</strong>e, doman<strong>di</strong>amo agli onesti se non facciamo opera educatrice bollando questo<br />

genere <strong>di</strong> maffia (!) D ei fatti abbiamo le prove; il colpevole ci ringrazi d<strong>un</strong>que se abbiamo taciuto il suo nome. <strong>La</strong> Gazzetta<br />

ci fa sapere che ‘esso è provvisto <strong>di</strong> grande potenza pedestre’. Si sa: cui natura è avara nel cervello, compensa a mille<br />

doppi nei pie<strong>di</strong>!” (ibid., 14 luglio 1900, p. 3: Mezzani). Al cappellano <strong>di</strong> Baganzola che ha parlato contro il socialismo, si<br />

sciorinano malefatte compiute dalla <strong>Chiesa</strong> in nome del Vangelo e lo si invita a combattere il socialismo “non dalla graticola<br />

del confessionale, ma a viso aperto, in pubblica <strong>di</strong>scussione coi rappresentanti autentici del partito Socialista” (ibid.,<br />

21 aprile 1900, p. 3: Golese, firmato Un conta<strong>di</strong>no); <strong>un</strong>’altra scarica <strong>di</strong> accuse, in cambio <strong>di</strong> “<strong>un</strong> sacco <strong>di</strong> contumelie”, arriva<br />

al cappellano <strong>di</strong> Golese anche in maggio: “voi che lasciaste la vanga e l’aratro per vestire la toga e il tricorno, i quali<br />

assicuranvi la pagnotta senza tanti fasti<strong>di</strong> e dandovi modo <strong>di</strong> vivere alle spalle dei minchioni che lavorano per voi”; i preti<br />

“in 19 secoli <strong>di</strong> dominio hanno dato al mondo solamente miseria [...] Ricordate poi che i Giuda del Popolo sono i preti, i<br />

quali nel fargli sperare <strong>un</strong>a vita ultraterrena, lo spogliano fino all’ultimo centesimo tenendolo schiavo dell’ignoranza e<br />

della superstizione la più degradante” (ibid., 19 maggio 1900, p. 3: Golese (Conta<strong>di</strong>no).<br />

83 Ibid., 1 maggio 1900, p. 2: Pasqua <strong>di</strong>... redenzione, <strong>di</strong> Mario Silipran<strong>di</strong>. Anche il Natale riceve <strong>un</strong>a lettura socialista:<br />

“[...] Molti credono ancora che tu esista, che tu sia veramente risorto, o buono e grande Gesù. Oh fosse vero! Noi, combattenti<br />

per la fratellanza e la giustizia, avremmo senza dubbio il tuo potente aiuto nell’ardua lotta. Ma, purtroppo, tu non sei<br />

più. Noi socialisti ci siamo imposti <strong>di</strong> avverare il tuo ideale. Abbiamo contro noi anche i se<strong>di</strong>centi tuoi ministri, che aiutano<br />

il ricco a sfruttare il povero per averne compenso. Essi stanno coi potenti e coi forti, mentre tu stavi coi deboli e cogli umili.<br />

Essi <strong>di</strong>cono che le <strong>di</strong>suguaglianze sociali sono volute da Dio, mentre tu <strong>di</strong>cevi che Id<strong>di</strong>o ti aveva mandato in terra per<br />

portarvi l’uguaglianza. Tu <strong>di</strong>cevi che ogni buon cristiano deve pregare in silenzio <strong>nella</strong> propria cameretta; ma essi scom<strong>un</strong>icano<br />

quelli che non frequentano le chiese, i teatri da loro fatti costruire pel mercato della tua religione. Essi <strong>di</strong>cono e<br />

fanno, insomma, tutto il contrario <strong>di</strong> ciò che tu <strong>di</strong>cevi e facevi. Se tu fossi vivo ancora, ti pregheremmo <strong>di</strong> cacciarli dal tempio,<br />

come <strong>un</strong> dì da esso cacciasti i farisei, perchè lo profanavano. Ebbene... li caccieremo (!) noi. Mentre i novelli giudei<br />

festeggiano il giorno della tua nascita, incensandoti, noi socialisti ci proponiamo <strong>di</strong> raddoppiare l’attività e l’energia nostre<br />

per riformare la società in guisa che tutti gli uomini possano amarsi ed aiutarsi a vicenda, formando <strong>un</strong>a grande famiglia<br />

<strong>di</strong> liberi ed uguali adoprantisi pel bene com<strong>un</strong>e. I giudei camuffati da cristiani vogliono che tu dorma sempre, perchè<br />

tu non veda e non senta ciò ch’essi commettono e <strong>di</strong>cono in tuo nome. Noi vogliamo invece tener vivo il tuo ideale <strong>di</strong> amore<br />

e <strong>di</strong> giustizia, farlo penetrare <strong>nella</strong> mente <strong>di</strong> coloro che ancora ne sono ignari, perchè <strong>un</strong> giorno <strong>di</strong>venga <strong>un</strong> fatto concreto.<br />

Questo vogliamo noi, socialisti; questo deve volere ogni vero cristiano. Gloria a te, o grande martire della redenzione umana,<br />

e... viva il socialismo” (ibid., 22 <strong>di</strong>cembre 1900, p. 1: Natale, firmato Il Campagnolo). Su questa interpretazione della<br />

figura <strong>di</strong> Cristo: Arnaldo Nesti, “Gesù socialista”<strong>un</strong>a tra<strong>di</strong>zione popolare italiana, Clau<strong>di</strong>ana, Torino, 1974.<br />

84 L’Idea, 7 aprile 1900, p. 1: Mezzani I. e Sala.


chiale”; inoltre si sono visti solo due o tre confratelli e non è comparsa la ban<strong>di</strong>era del Comitato;<br />

il motivo del ritiro del parroco sarebbe stata <strong>un</strong>’in<strong>di</strong>sposizione, ma “se si fosse trattato<br />

<strong>di</strong> <strong>un</strong> signore, che avesse pagato lautamente il reverendo e <strong>di</strong>stribuito baiocchi ai confratelli,<br />

avreste ben veduto che gran<strong>di</strong>osi f<strong>un</strong>erali! Che fede hanno questi cattolici nel Dio...<br />

dell’oro!” 85 . Pronta è la risposta <strong>di</strong> <strong>un</strong> certo “Beppe” che, però, esor<strong>di</strong>sce tradendo in parte<br />

la “lettera”dell’articolo, perché, quella che là era la “confraternita <strong>di</strong> Gesù”, la fa <strong>di</strong>ventare<br />

la “Compagnia <strong>di</strong> Gesù” ed in tal modo si crea il pretesto per tacciare <strong>di</strong> crassa ignoranza<br />

l’autore della corrispondenza: “Assiduo cultore <strong>di</strong> osterie e <strong>di</strong> festival certo non puoi parlar<br />

bene <strong>di</strong> <strong>Chiesa</strong> alla quale sei troppo profano”. Ad Albareto non è mai esistita la “Compagnia<br />

<strong>di</strong> Gesù”, ma “da oltre <strong>un</strong> secolo la Confraternita del SS. Sacramento”. Quanto al parroco,<br />

è vero che “aveva avuto febbre la notte antecedente, che era febbricitante il giorno del<br />

trasporto, e che, nonostante i due grammi <strong>di</strong> chinino presi in quel giorno, non istette la febbre<br />

<strong>di</strong> fargli la seguente notte la sua visita poco gra<strong>di</strong>ta” 86 . Informazioni che lo stesso rettore<br />

<strong>di</strong> Albareto, d. Giuseppe Pezziga, affida ad <strong>un</strong>a lettera che invia a L’Idea, concludendo<br />

con la domanda retorica: “Si sentirebbe il noto corrispondente <strong>di</strong> uccidere sè stesso infermo<br />

per associare <strong>un</strong> morto? Credo <strong>di</strong> no” 87 .<br />

Febbrile è l’attesa della posa della prima pietra dell’e<strong>di</strong>ficio del Seminario emiliano<br />

per le Missioni “infedeli”, e ad animarla è anche il quaresimalista che pre<strong>di</strong>ca “con sod<strong>di</strong>sfazione<br />

e frutto” in Duomo, d. Antonio Colli, prevosto <strong>di</strong> Vigevano 88 . Questi, per muovere<br />

il cuore ed il portafoglio dei suoi u<strong>di</strong>tori, sfodera, con forbito realismo, <strong>un</strong> ampio repertorio<br />

<strong>di</strong> orripilanti costumi che qualificano i popoli senza fede in Cristo 89 .<br />

Una capatina sulla Gazzetta viene concessa anche al card. Ferrari, non perché sia venuto<br />

a <strong>Parma</strong>, ma per la bene<strong>di</strong>zione che ha impartito il 20 aprile, a Milano, alle nozze, celebrate<br />

“in forma privatissima”, del “marchese Camillo Meli Lupi <strong>di</strong> Soragna Tarasconi, tenente<br />

<strong>di</strong> vascello, colla gentile signorina Maria Borghi” 90 .<br />

A dare qualche turbamento ai socialisti è il programma sociale della Democrazia cristiana,<br />

che L’Idea riassume proprio in occasione del 1° maggio, per arrivare a concludere, tirando<br />

l’acqua al proprio mulino: “Bisogna togliere gli equivoci: o la democrazia cristiana è<br />

la continuazione del vecchio partito cattolico, e allora il suo programma è <strong>un</strong>a lustra e gli<br />

operai che vogliono sul serio <strong>un</strong>a agitazione economica liberale debbono uscirne. Oppure è<br />

<strong>un</strong> partito nuovo che si afferma in Italia come già nel Belgio, e allora deve imme<strong>di</strong>atamente<br />

staccarsi dalla reazione, e magari come nel Belgio scendere in lotta al nostro fianco per la<br />

<strong>di</strong>fesa delle libertà e la conquista delle graduali riforme economiche. All’infuori <strong>di</strong> queste<br />

due vie non c’è che la mistificazione. Finisco d<strong>un</strong>que con <strong>un</strong>’altra domanda agli operai<br />

parmigiani che sinceramente credono <strong>nella</strong> democrazia cristiana: I Micheli, i De Giorgi, i<br />

parroci che dal pergamo spropositano contro il socialismo, accettano il programma da voi<br />

pubblicato? E, se lo accettano, come, con quali mezzi, per quali vie, si propongono <strong>di</strong> attuarlo?”<br />

91 .<br />

Naturalmente dal giornale socialista continuano sia le den<strong>un</strong>ce <strong>di</strong> malefatte “pretine”sia<br />

le lezioni per insegnar loro come si deve pre<strong>di</strong>care e mettere in pratica in Vangelo. A<br />

Mezzano Superiore c’è “don Saturnino” 92 , indefesso nel “combattere i socialisti quali vaga-<br />

85 Ibid., 14 aprile 1900, p. 4: Fonta<strong>nella</strong>to.<br />

86 GM, 21 aprile 1900, p. 3: Dalla Bassa - Albareto <strong>di</strong> Fonta<strong>nella</strong>to<br />

87 L’Idea, 21 aprile 1900, p. 3: Fonta<strong>nella</strong>to. Il redattore che pubblica la breve lettera, le premette le sue considerazioni: “il<br />

nostro corrispondente non viene p<strong>un</strong>to smentito per quanto riguarda confraternita, comitato cattolico, e ban<strong>di</strong>era” e “non<br />

cre<strong>di</strong>amo proprio che il reverendo Pezziga avrebbe ‘ucciso sè infermo’ anche se avesse ‘associato il morto’”.<br />

88 GM, 21 aprile 1900, p. 3: Per l’Istituto delle Missioni. E subito dopo l’ann<strong>un</strong>cio della Posa della prima pietra del nuovo<br />

Istituto delle missioni, martedì 24 aprile.<br />

89 Per maggiori particolari sul <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> don A. Colli, ve<strong>di</strong> più avanti, in questo quaderno, nello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> O. Banzola (pp.<br />

126-127).<br />

90 GP, 22 aprile 1900, p. 2: Nozze<br />

91 L’Idea, 1 maggio 1900, p.: <strong>La</strong> Democrazia Cristiana, firmato Uno<br />

92 È d. Saturnino Avanzini, arciprete dal 22 <strong>di</strong>cembre 1871 al 2 marzo 1912 (I. Dall’Aglio, <strong>La</strong> Diocesi <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>, cit., p.<br />

658).


on<strong>di</strong> e sovvertitori <strong>di</strong> coscienze”, ed allora gli si ricorda che i vagabon<strong>di</strong> e sovvertitori <strong>di</strong><br />

coscienze vanno ricercati non tra i socialisti, ma tra “i galantuomini... del vostro partito, che<br />

hanno la coscienza nera come la vostra veste”; infine gli si dà <strong>un</strong> suggerimento... pastorale:<br />

“Persuadetevi pure che il vostro scorrazzare da <strong>un</strong>a parte all’altra per <strong>di</strong>ffondere l’o<strong>di</strong>o<br />

contro i socialisti, e imprimere nelle donne quella fede che voi non avete, non fa che allontanare<br />

i pochi che per l’interesse vi sono rimasti fedeli, e così non fate che della buona propaganda<br />

per noi” 93 .<br />

Nel mirino delle critica entra anche “il bravo campanaro” <strong>di</strong> Sant’Alessandro che<br />

rompe “i timpani al prossimo, procurando <strong>un</strong> grave <strong>di</strong>sturbo specialmente ai malati”, e si<br />

osserva che “i buoni fedeli non dovrebbero aver bisogno <strong>di</strong> tanti rumorosi inviti per recarsi<br />

alla chiesa” 94 .<br />

Feroce l’aneddoto <strong>di</strong> cui si mette come protagonista <strong>un</strong> anonimo prete in terra <strong>di</strong> San<br />

Secondo 95 : “Una povera vecchierella <strong>di</strong> Copezzato, superstiziosa al colmo, raccontò ad <strong>un</strong><br />

prete che si recava a visitare <strong>un</strong>a vicina ammalata che aveva degli scarafaggi in casa e che,<br />

dopo la morte <strong>di</strong> suo marito, aveva trovato delle macchie sanguigne <strong>nella</strong> polenta. Il furbo<br />

prete le <strong>di</strong>sse essere segno che l’anima del morto abbisognava <strong>di</strong> messe e bene<strong>di</strong>zioni. Ma la<br />

povera donna non possedeva danari per sostenere le spese che la santa bottega esige, non<br />

teneva che <strong>un</strong>a misera somma <strong>di</strong> 2.40 risparmiate con chissà quanti stenti sul magro salario<br />

del figlio suo. Ebbene l’inesorabile prete le strappò anche quei pochi centesimi che costavano<br />

sangue, per pagarsi <strong>di</strong> due messe, onde sollevare l’anima dell’estinto e scongiurare, come<br />

<strong>di</strong>sse, gli scarafaggi e le macchie sanguigne della polenta! Unico commento: Fin che ci<br />

saranno degli ignoranti, ci saranno dei preti” 96 .<br />

Altri insultosi lamenti si levano contro il parroco <strong>di</strong> Traversetolo 97 che, quando commenta<br />

il Vangelo, “si scaglia contro i socialisti con gl’insulti più volgari e luri<strong>di</strong>. Farabutti,<br />

falsi profeti, sbattezzati e chi più ne trova nel vocabolario della sconcezza ne metta pure. Vi<br />

<strong>di</strong>co che è <strong>un</strong> vero spettacolo l’u<strong>di</strong>re questo signore insolentire dal pulpito <strong>di</strong> <strong>un</strong>a chiesetta<br />

dove il raccoglimento e la purezza dovrebbero regnare”; <strong>di</strong> fronte ad <strong>un</strong> tal comportamento,<br />

i socialisti, che in fatto <strong>di</strong> religione vogliono “piena ed assoluta libertà <strong>di</strong> coscienza” e mai<br />

<strong>di</strong>cono insolenze contro la religione cristiana, si sentono in <strong>di</strong>ritto, senza recare offesa alc<strong>un</strong>a,<br />

<strong>di</strong> rimandare a “questo bel tipo <strong>di</strong> ossesso”, “tutte le gentili facezie che egli razzola e<br />

scaglia” contro <strong>di</strong> loro 98 .<br />

Ma ci sono anche preti che finiscono non solo davanti al trib<strong>un</strong>ale della carta stampata,<br />

ma anche <strong>di</strong> quello civile: è il caso <strong>di</strong> d. Vittorio <strong>La</strong>n<strong>di</strong>, parroco <strong>di</strong> Antesica <strong>di</strong> <strong>La</strong>nghirano<br />

99 , che in maggio viene arrestato “per favoreggiamento, avendo dato per tre giorni ricetto<br />

in sua casa al latitante Gonizzi Lorenzo, reo d’omici<strong>di</strong>o” 100 . M a dopo questo lapidario ann<strong>un</strong>cio,<br />

<strong>di</strong> lui non pare che più si parli sulla stampa, mentre tengono banco le vicende giu<strong>di</strong>ziarie<br />

<strong>di</strong> due sacerdoti della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Piacenza, ma parroci <strong>di</strong> parrocchie situate in Com<strong>un</strong>e<br />

<strong>di</strong> Bedonia e quin<strong>di</strong> in provincia <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>: d. Antonio Franchi, parroco <strong>di</strong> Tornolo, e d. Zeffirino<br />

Boglioli, parroco <strong>di</strong> Masanti (ma sui giornali compare per lo più come “Mazzanti”). Il<br />

primo è finito davanti al pretore <strong>di</strong> Bedonia “per reato d’ingiuria” contro <strong>un</strong>a sua parroc-<br />

93 L’Idea, 19 maggio 1900, p. 3: Mezzano Superiore (Lima) - Una lezione viene impartita anche dal pastore evangelico <strong>di</strong><br />

Mezzano Inferiore, sig. Rosa, il quale durante l’inverno avrebbe pre<strong>di</strong>cato contro i preti cattolici perché soggiogano le coscienze,<br />

poi quell’“apostolo della libertà la vigilia del 1° Maggio fece sapere agli scolari delle sue scuole che chi fosse<br />

mancato quel giorno sarebbe stato sospeso. Datevi la mano, o bottegai, e non sciupate il tempo a combattervi perchè tutti<br />

siete per la medesima via, e la <strong>di</strong>fferenza non esiste che <strong>nella</strong> veste” (ibid., 15 maggio 1900, p. 3: Mezzano Inferiore).<br />

94 Ibid., 12 maggio 1900, p. 4: Campane import<strong>un</strong>e.<br />

95 Non si <strong>di</strong>ce che si tratti del parroco del paese; com<strong>un</strong>que in questo periodo prevosto <strong>di</strong> San Secondo è d. Gioacchino<br />

Campanini, dal 19 agosto 1893 al 14 aprile 1921 (I. Dall’Aglio, <strong>La</strong> Diocesi <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>, cit., p. 930).<br />

96<br />

L’Idea, 14 luglio 1900, p. 3: S. Secondo Parmense- <strong>La</strong> santa bottega.<br />

97<br />

È d. Roberto Simonazzi, arciprete dal 21 luglio 1894 all’11 <strong>di</strong>cembre 1906 (I. Dall’Aglio, <strong>La</strong> Diocesi <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>, cit., p.<br />

1054).<br />

98<br />

L’Idea, 11 agosto 1900, p. 3: Traversetolo - Un parroco che somiglia a molti.<br />

99<br />

Dal 6 settembre 1892 al 21 agosto 1930 (I. Dall’Aglio, <strong>La</strong> Diocesi <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>, cit., p. 199).<br />

100<br />

GP, 20 maggio 1900, p. 2: Corriere della Provincia - L’arresto <strong>di</strong> <strong>un</strong> prete.


chiana, certa Maria Trombetta, per essersi rifiutato <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>re la sua casa ed averle rifiutato<br />

la Com<strong>un</strong>ione; il secondo incappa <strong>nella</strong> stessa accusa, perché lo si sente pron<strong>un</strong>ciare parole<br />

offensive contro il pretore bedoniese quando questi pron<strong>un</strong>cia la condanna <strong>di</strong> d. Franchi.<br />

A seguire p<strong>un</strong>to per p<strong>un</strong>to le due vicende è <strong>La</strong> Giovane Montagna, iniziando con il<br />

resoconto del <strong>di</strong>battito che ha portato alla condanna <strong>di</strong> d. Franchi, benché <strong>di</strong>feso dall’avv.<br />

Luigi De Giorgi “con <strong>un</strong>a <strong>di</strong> quelle arringhe, che rivelano il giurista eru<strong>di</strong>to e profondo”; i<br />

rifiuti opposti dal parroco <strong>di</strong> Tornolo alla Trombetta erano motivati dalla notoria vita immorale<br />

della donna, tanto che, quando si chiamano i testimoni per deporre sul <strong>di</strong> lei comportamento,<br />

la “sala vien fatta sgombrare, perchè la pubblica onestà e decenza non permette che<br />

i testi, che devono deporre sulla condotta morale della Trombetta, siano sentiti a porte aperte”.<br />

L’avv. De Giorgi sostiene che gli atti <strong>di</strong> d. Franchi non sono perseguibili secondo la legge<br />

vigente, perché essi sono è strettamente connessi con le peculiarità del ministero sacerdotale<br />

e riguardano solo la coscienza personale. Terminata l’arringa, il pubblico esce, convinto<br />

dell’assoluzione del sacerdote, ed invece il pretore assolve sì “il Prevosto da ogni reato per<br />

la mancata bene<strong>di</strong>zione della casa”, ma lo condanna “a L. 30.00 <strong>di</strong> ammenda ed alle spese<br />

del giu<strong>di</strong>zio e della sentenza per la negata Com<strong>un</strong>ione”. <strong>La</strong> mattina del 16 luglio “<strong>di</strong> buon<br />

ora” quattro carabinieri bussano alla canonica <strong>di</strong> Masanti, arrestano il parroco d. Zeffirino<br />

Boglioli e lo conducono a Bedonia, facendolo passare ammanettato per le vie del paese; poi<br />

viene condotto “in landeau chiuso” a Borgotaro e “consegnato a quelle carceri”: il motivo<br />

del severo provve<strong>di</strong>mento, per il quale non gli viene concessa nemmeno la libertà provvisoria<br />

nonostante la supplica dei suoi parrocchiani presentata al procuratore del re, sarebbero le<br />

parole offensive da lui pron<strong>un</strong>ciate contro il pretore <strong>di</strong> Bedonia appena emessa la sentenza <strong>di</strong><br />

condanna per d. Franchi, ma “Tanto l’imputato quanto varii laici e sacerdoti che<br />

l’attorniavano in quel momento smentiscono recisamente l’accusa” 101 . Intanto d. Franchi interpone<br />

appello che verrà <strong>di</strong>scusso il 3 agosto, e per d. Boglioli si profila il processo davanti<br />

al trib<strong>un</strong>ale <strong>di</strong> Borgotaro il 7 agosto 102 ; <strong>di</strong> mezzo, però, ci si mette l’assassinio <strong>di</strong> Umberto I e<br />

le due scadenze slittano rispettivamente al 14 ed al 16 agosto 103 . In appello d. Franchi vede<br />

confermata la sentenza <strong>di</strong> primo grado 104 ; allora ricorre anche in Cassazione (e, per aiutarlo a<br />

sostenere le non lievi spese, si apre <strong>un</strong>a sottoscrizione 105 ), e finalmente il 7 novembre arriva<br />

101 GM, 21 luglio 1900, p. 3: Bedonia - 13 luglio - Il processo <strong>di</strong> don Franchi, e L’arresto <strong>di</strong> don Zeffirino Boglioli - 17 luglio.<br />

Nel numero successivo (28 luglio 1900, p. 4: <strong>La</strong> Sentenza del Pretore <strong>di</strong> Bedonia) il settimanale raccoglie le reazioni<br />

negative della GP e della Libertà <strong>di</strong> Piacenza, e commenta: “È inutile aggi<strong>un</strong>gere che questi due giornali sono liberali e<br />

che tanto più volentieri li de<strong>di</strong>chiamo all’Ill.mo Signor Pretore <strong>di</strong> Bedonia, in quanto noi sappiamo che la lettura <strong>di</strong> essi<br />

non lo pone <strong>nella</strong> nojosa seccatura <strong>di</strong> doversi subito dopo <strong>di</strong>sinfettare coll’acido fenico”.<br />

102 Ibid., 28 luglio 1900, p. 4: L’appello <strong>di</strong> Don Franchi - Borgotaro 26 luglio, e Il Processo contro Don Boglioli<br />

103 Ibid., 11 agosto 1900, p. 3: Borgotaro - 1 Agosto. Il pretore <strong>di</strong> Bedonia non rimane insensibile ai commenti negativi della<br />

stampa e dà querela “all’ Unità Cattolica <strong>di</strong> Firenze per l’articolo col quale detto giornale commentava la sua sentenza<br />

<strong>nella</strong> causa contro Don Franchi” (ibid.: Bedonia. 1 Agosto).<br />

104 Ibid., 18 agosto 1900, p. 3: Borgotaro. 14 agosto - Il processo Franchi in appello (ampia relazione sul <strong>di</strong>battito, mentre<br />

la notizia della conferma della condanna è ann<strong>un</strong>ciata in <strong>un</strong>’aggi<strong>un</strong>ta dell’ultimo momento: “Giovedì, come ci si telegrafa<br />

ora da Borgotaro, il Trib<strong>un</strong>ale ha confermato la sentenza pretoria”). A questo p<strong>un</strong>to si interessa della vicenda anche<br />

L’Idea (18 agosto 1900, p. 2: Bedonia. (x)): “Dopo l<strong>un</strong>ga <strong>di</strong>scussione ed esilaranti incidenti, il Trib<strong>un</strong>ale <strong>di</strong> Borgotaro confermò<br />

la sentenza del Pretore <strong>di</strong> Bedonia, colla quale si condannava il parroco Don Franchi per ingiuria commessa col<br />

<strong>di</strong>niego della com<strong>un</strong>ione a tal Trombetta Maria, sentenza che <strong>di</strong>ede luogo ai velenosi commenti dei giornali clericali e clericaleggianti.<br />

Al prossimo numero <strong>un</strong> dettagliato resoconto del processo suddetto e della causa contro Don Boglioli, parroco<br />

<strong>di</strong> Masanti, per oltraggio al Pretore”. Ed il resoconto offre il destro per <strong>un</strong>a scarica <strong>di</strong> sberleffi verso i “fegatosi e<br />

ringhiosi botoli della stampa clericale che hanno detto corna <strong>di</strong> <strong>un</strong>a sentenza illuminata e ragionata, qualificandola ‘ brutale<br />

e mostruosa’” e verso i “molossi della moderateria clericaleggiante che hanno intonato il <strong>di</strong>es-ire alla giustizia e al<br />

buon senso” (ibid., 25 agosto 1900, p. 2). Anche <strong>La</strong> Battaglia - Giornale politico settimanale (è nato il 23 <strong>di</strong>cembre 1899 e<br />

cesserà il 15 <strong>di</strong>cembre 1900: U. Dardani, Repertorio parmense della stampa, cit., p. 43) si interessa dei due processi, in<br />

chiave fortemente anticlericale e riceve <strong>un</strong>a sdegnata replica da “Un clericale <strong>di</strong> Bedonia” (GM, 18 agosto 1900, p. 3).<br />

105 È Giuseppe Micheli che il 15 ottobre invita gli amici del <strong>La</strong> Giovane Montagna “a concorrere, ciasc<strong>un</strong>o nel limite delle<br />

proprie forze, ad alleviare il carico delle spese che il Don Franchi deve sostenere per la sua causa, che è causa d’interesse<br />

com<strong>un</strong>e” (ibid., 20 ottobre 1900, p. 1: Per Don Franchi). A novembre la raccolta ha fruttato L. 449,95 (ibid., 24 novembre<br />

1900, p. 2: Per Don Franchi).


l’assoluzione “per inesistenza <strong>di</strong> reato” 106 . <strong>La</strong> causa <strong>di</strong> d. Boglioli si <strong>di</strong>scute il 17 e 18 agosto,<br />

e l’imputato viene assolto sia dal Trib<strong>un</strong>ale <strong>di</strong> Borgotaro 107 sia in appello 108 .<br />

Interessante è come la Gazzetta presenta la prima assoluzione <strong>di</strong> d. Boglioli: alla ra<strong>di</strong>ce<br />

delle accuse contro <strong>di</strong> lui ci sarebbe ad<strong>di</strong>rittura lo zampino dell’on. <strong>La</strong>gasi che si è accorto<br />

<strong>di</strong> non avere più i preti della propria parte: “Questi ottimi sacerdoti sono stati buoni,<br />

liberali, sapientoni sino a quando hanno lasciato imperare certa gente. Quando s’accorsero<br />

che essi non potevano più stare fra i caudatari ed i turiferari dell’on. <strong>La</strong>gasi ed hanno pensato<br />

<strong>di</strong> organizzarsi per combatterlo è cascato il mondo, sono <strong>di</strong>ventati intriganti, intransigenti,<br />

incivili, anche quando colla loro opera vigorosa <strong>di</strong>ffondente casse rurali, latterie sociali<br />

e magazzeni <strong>di</strong> consumo, hanno iniziato vigorosamente il miglioramento economico<br />

della vallata”. Ma accanto a questo riconoscimento, la Gazzetta ne introduce <strong>un</strong> altro che,<br />

letto nel contesto dei problemi della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>, suona come <strong>un</strong> sottile rimprovero<br />

all’antimodernità del timoniere <strong>di</strong> questa <strong>Chiesa</strong>, e lo fa intessendo <strong>un</strong> panegirico <strong>di</strong> d. Boglioli<br />

che “Appartiene a quella numerosa schiera <strong>di</strong> clero piacentino, che anche in ciò che<br />

riguarda l’in<strong>di</strong>rizzo politico, seguono (!) mons. Scalabrini 109 , tipo esemplare <strong>di</strong> Vescovo”,<br />

anche perché molti <strong>di</strong> questi sacerdoti provengono “dal Collegio Alberoni <strong>di</strong> Piacenza, che<br />

fu <strong>un</strong>o degli ultimi Seminari d’Italia ove la filosofia rosminiana resistette” 110 .<br />

Se i liberali della Gazzetta guardano con ammirazione la vicina Diocesi <strong>di</strong> Piacenza, i<br />

socialisti de L’Idea ammirano con preoccupazione l’iniziativa dell’Istituto salesiano <strong>di</strong> aprire<br />

<strong>un</strong> “Corso Complementare con carattere agricolo pei giovinetti che ottenuta la licenza elementare<br />

non intendono <strong>di</strong> frequentare la Scuole secondarie. <strong>La</strong>sciando da parte il giu<strong>di</strong>zio<br />

sul come f<strong>un</strong>zionerà questo Corso e sugli intenti veri dei promotori, non si può a meno <strong>di</strong> ritenere<br />

ottima questa iniziativa, colla quale i preti insegnano molte cose alla democrazia più<br />

o meno massoneggiante. Che cosa abbiamo fatto noi <strong>di</strong> simile? Come abbiamo provveduto<br />

all’insegnamento veramente popolare?”; si riconosce quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> non avere avuto “spirito <strong>di</strong><br />

riforma”, per cui, “Invece <strong>di</strong> mangiare <strong>un</strong> prete a colazione ed <strong>un</strong>o a pranzo, non sarebbe<br />

meglio che non ci lasciassimo ‘prender la mano’ da essi?” 111<br />

106<br />

Ibid., 10 novembre 1900, pp. 1-2: Vittoria!; GP, 9 novembre 1900, p. 1: Corriere della Provincia - Il Parroco <strong>di</strong> Tornolo<br />

in Cassazione.<br />

107<br />

GM (25 agosto 1900, p. 1) dà l’ann<strong>un</strong>cio con <strong>un</strong> breve articolo <strong>di</strong> spalla: Il processo <strong>di</strong> Don Boglioli; poi pubblica <strong>nella</strong><br />

stessa data <strong>un</strong> supplemento in cui riporta il verbale del processo e <strong>di</strong> qui si ricava con precisione l’atto d’accusa: “Il 12 Luglio<br />

1900 dopo che il Pretore <strong>di</strong> Bedonia ebbe data lettura della sentenza contro Don Franchi Antonio, il sacerdote Don<br />

Zeffirino Boglioli con voce intelligibile <strong>di</strong>sse: oh che vigliaccheria ed oh che vigliacco, accompagnando la frase con atti<br />

indecorosi e ripetendo le parole, mentre scendeva le scale”. Lui assicura, invece, <strong>di</strong> essersi limitato a <strong>di</strong>re “oh, oh, an<strong>di</strong>amo”<br />

(ibid., Supplemento: Il Processo <strong>di</strong> Don Boglioli a Borgotaro, p. 1, con <strong>un</strong> Errata-corrige, ibid., 1 settembre 1900, p.<br />

4). Di fronte a questa assoluzione, il corrispondente de L’Idea (25 agosto 1900, p. 2: Corriere della Provincia - Bedonia)<br />

non ha visto <strong>di</strong> buon occhio le “molte pie donne con relativo contorno”, che alla sera del 18 agosto “andarono a ricevere<br />

in massa il Don Boglioli che si <strong>di</strong>mostrò commosso dell’eleruente (!) <strong>di</strong>mostrazione d’affetto; quin<strong>di</strong> <strong>nella</strong> nostra chiesa<br />

parrocchiale si cantò <strong>un</strong> Te Deum <strong>di</strong> ringraziamento”.<br />

108 GM, 20 ottobre 1900, p. 1: L’assoluzione <strong>di</strong> Don Boglioli - Corte d’Appello <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> - “Un clericale <strong>di</strong> Bedonia” torna<br />

polemizzare con <strong>La</strong> Battaglia che si è vantata <strong>di</strong> avere nuovi testi d’accusa da presentare contro d. Boglioli (ibid., 24 novembre<br />

1900, pp. 1-2: Dalla valle del Taro – Bedonia - 14 Novembre).<br />

109 Una recente p<strong>un</strong>tualizzazione sulla figura <strong>di</strong> mons. Scalabrini (1839-1905): Giancarlo Talamini, Mons. Giovanni Battista<br />

Scalabrini tra cattolici transigenti e intransigenti, in: Il ’48 a Piacenza - Il Vescovo Scalabrini, Atti del Convegno <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong> Salone Sede centrale “Banca <strong>di</strong> Piacenza” Piacenza 3 maggio 1998, Istituto per la Storia del Risorgimento italiano<br />

Comitato <strong>di</strong> Piacenza, TEP, Piacenza, 1999, pp. 81-88.<br />

110 GP, 17 agosto 1900, pp. 1-2: Corriere della Provincia - Un processo a Borgotar. A <strong>di</strong>r il vero, <strong>un</strong>o dei centri più attivi<br />

del neotomismo, e quin<strong>di</strong> dell’antirosminianesimo, è proprio Piacenza dove a partire dal 1880 si pubblica la rivista Divus<br />

Thomas (Giorgio Campanini, Andrea Ferrari e il Movimento neotomista a <strong>Parma</strong>, in: Id., <strong>Chiesa</strong> e Movimento cattolico a<br />

<strong>Parma</strong> fra Ottocento e Novecento - Stu<strong>di</strong> e ricerche, Il Borgo, Tecnografica, <strong>Parma</strong>, 1995, pp. 51-52, con ampia bibliografia<br />

alla nota 4, pp. 56-57). Un caso che la Gazzetta mette in prima pagina è quello del vescovo <strong>di</strong> Andria, mons. Staiti, al<br />

quale il ministro guardasigilli ha sospeso “le temporalità” per “manifestazioni antipatriottiche da questi fatte”, ed approfitta<br />

del fatto per den<strong>un</strong>ciare che “il passare, alternativamente, da <strong>un</strong>a in<strong>di</strong>fferenza sprezzante, ad <strong>un</strong>a ostilità a p<strong>un</strong>ture <strong>di</strong><br />

spillo, è la peggiore delle politiche ecclesiastiche che l’Italia possa effettuare. Anzi, questa non è p<strong>un</strong>to politica” (GP, 14<br />

settembre 1900, p. 1: <strong>La</strong> sospensione delle temporalità al vescovo <strong>di</strong> Andria).<br />

111 111 L’Idea, 29 settembre 1900, p. 4: I preti insegnano.


Ed è quell’Istituto salesiano che cura la Scuola <strong>di</strong> Religione e chiude l’anno <strong>di</strong> attività <strong>di</strong>dattica<br />

il 12 giugno alla presenza <strong>di</strong> mons. Conforti e con la consegna <strong>di</strong> premi agli al<strong>un</strong>ni meritevoli<br />

112 , e che riesce solennizzare le ricorrenze religiose rendendole attraenti senza banalizzarle,<br />

come, per esempio, la festa del Sacro Cuore, a cui i Salesiani hanno saputo dare <strong>un</strong>a<br />

“particolare impronta”, con “addobbi, musica in canto e in suono” tanto da renderla “qualcosa<br />

<strong>di</strong> simpaticamente nuovo ed originale” 113 . N on <strong>di</strong> meno sembrano saper fare la suore<br />

Chieppine: <strong>un</strong>a <strong>di</strong> loro, <strong>di</strong> cui non si fa il nome ma che è lecito supporre fosse Eugenia Picco<br />

114 , viene ad<strong>di</strong>tata all’ammirazione <strong>di</strong> tutti, perché, in San Rocco, il 10 giugno, “concertò e<br />

<strong>di</strong>resse i magnifici Mottetti eseguiti durante la Messa <strong>di</strong> com<strong>un</strong>ione” <strong>di</strong> “cinque Unioni delle<br />

Figlie <strong>di</strong> Maria appartenenti ad altrettanti collegi della nostra fort<strong>un</strong>ata città” 115 .<br />

Risonanti <strong>di</strong> elogi sono le conclusioni dell’anno scolastico anche presso le “RR. Dame<br />

Orsoline” e la Scuola “De <strong>La</strong> Salle” 116 e, ovviamente, presso i Salesiani il 28 luglio 117<br />

Non mancano simpatiche feste anche in campagna, come a Mezzano Inferiore, dove, il 30<br />

luglio, la “numerosa schiera dei bambini dell’Asilo Cattolico dava <strong>un</strong>o splen<strong>di</strong>do saggio finale<br />

con piena sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> quanti ebbero la bella avventura <strong>di</strong> assistervi” 118 .<br />

In agosto si susseguono le cronache relative ai riti f<strong>un</strong>ebri compiuti nelle varie parrocchie<br />

a suffragio del re assassinato, con qualche inevitabile polemica. Avvenuto il misfatto,<br />

mons. Magani (che ha ricevuto la notizia mentre era in Visita pastorale a Casola <strong>di</strong> Lesignano<br />

Palmia 119 ), non cancella gli impegni che ha in corso e la domenica 5 agosto è a Calestano,<br />

dove viene accolto “da cor<strong>di</strong>alissime manifestazioni <strong>di</strong> simpatia. L<strong>un</strong>go il tragitto la<br />

strada era pavesata <strong>di</strong> ban<strong>di</strong>ere, le varie confraternite con a capo la banda musicale resero<br />

omaggio al nostro Pastore”, che impartisce la Cresima “ad <strong>un</strong> buon numero considerevole<br />

<strong>di</strong> fanciulli” e incoraggia i fedeli “a tornare all’antico; alla fede sincera e semplice dei nostri<br />

avi, stigmatizzando l’azione deleteria e corruttrice dei moderni riformatori”. Alla sera<br />

“l’illuminazione organizzata non ebbe luogo per l’atroce misfatto che ha colpito ogni animo<br />

gentile; perciò si ideò <strong>un</strong>a fiacolata (!) <strong>di</strong> bengala. Ma questo <strong>di</strong>ede appiglio a certi tali <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sapprovazioni manifestate con frasi sconce e villane all’in<strong>di</strong>rizzo dei cattolici; per la qual<br />

cosa stimammo opport<strong>un</strong>o <strong>di</strong> tralasciare onde evitare <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni. Ma sia lecito esprimere la<br />

nostra convinzione e fare questa <strong>di</strong>chiarazione: Noi non avevamo la minima intenzione <strong>di</strong> offendere<br />

il sentimento <strong>un</strong>iversale, e noi per primi <strong>un</strong>endoci agli altri cattolici Italiani man<strong>di</strong>amo<br />

commossi <strong>un</strong> riverente saluto alla memoria <strong>di</strong> Umberto I, ed affermiamo a fronte alta,<br />

che i cattolici Re e Patria amiamo (!) più <strong>di</strong> quelli che ne profanano e ne strombazzano il<br />

nome, poichè l’amore <strong>di</strong> Dio ci ispira l’amore della patria” 120 .<br />

Riti f<strong>un</strong>ebri, celebrati con particolare solennità per iniziativa dei Com<strong>un</strong>i, vengono<br />

segnalati elogiativamente 121 a Borgotaro il 9 agosto, a Sorbolo il 10 e a San Secondo il 12 122 ;<br />

112 FCT 9°, p. 125; GP, 12 giugno 1900, p. 2: Scuola <strong>di</strong> Religione.<br />

113 GM, 30 giugno 1900, p. 4: All’Istituto Salesiano.<br />

114 “Suor Eugenia introdusse in congregazione il canto gregoriano, che imparò sotto l’esperta guida dell’abate <strong>di</strong> San Giovanni<br />

Evangelista don Paolo Ferretti” (Gerlando Lentini, Eugenia Picco -“Sarò come Tu mi vuoi”, Città Nuova, Roma,<br />

1988, p. 111).<br />

115 FCT 9°, p. 125; GP, 12 giugno 1900, p. 2: Nella <strong>Chiesa</strong> <strong>di</strong> S. Rocco.<br />

116 Presso le Orsoline la festa si tiene il 12 luglio, e tra i presenti c’è anche mons. Tonarelli, mentre il provve<strong>di</strong>tore agli stu<strong>di</strong><br />

improvvisa “<strong>un</strong> <strong>di</strong>scorsino tutto affetto”, ma a pro<strong>di</strong>garsi sia presso le Orsoline che presso i Fratelli delle Scuole Cristiane,<br />

per dare musicale solennità alla festa, è sempre il maestro Terenziano Marusi (GM, 21 luglio 1900, p. 4: Al Collegio <strong>di</strong><br />

Sant’Orsola e Premiazione agli al<strong>un</strong>ni della Scuola “De <strong>La</strong> Salle”).<br />

117 Ibid., 4 agosto 1900, p. 4: Al Collegio Salesiano; FCT 9°, p. 125.<br />

118 GM, 4 agosto 1900, p. 4: Mezzano Inferiore - L ’asilo è gestito dalle “zelanti Suore dei Sacri Cuori <strong>di</strong> Gesù e <strong>di</strong> Maria”,<br />

cioè dalle Chieppine, dal 1° ottobre 1895 (FCT 5°, p. 122 nota 1).<br />

119 Scrive lui stesso al card. Ferrari il 16 agosto 1900 (FCT 9°, p. 516): “Il R. Prefetto m’avea com<strong>un</strong>icato ufficialmente la<br />

spietata nuova. <strong>La</strong> ricevei per telegramma a Calda [<strong>un</strong> refuso o <strong>un</strong>a svista del trascrittore, per “Casola”]. Per <strong>un</strong> moto spontaneo<br />

dell’anima, <strong>di</strong>ssi agli astanti mentre visitava gli altari: Una sventura pari al delitto, Dio usi misericor<strong>di</strong>a al principe<br />

estinto”.<br />

120 GM, 11 agosto 1900, p. 3: Dalle valli d’Enza e del <strong>Parma</strong> – Calestano - 7 Agosto - Visita Pastorale. Mons. Magani, <strong>nella</strong><br />

già ricordata lettera al card. Ferrari del 16 agosto, scrive a proposito <strong>di</strong> queste manifestazioni: “alla domenica gi<strong>un</strong>geva a<br />

Calestano impe<strong>di</strong>i (!) la fiaccolata e il suono della banda con cui si volea onorare il Vescovo” (FCT 9°, p. 516).<br />

121 Per quello celebrato <strong>nella</strong> Steccata il 25 agosto si segnala che l’“addobbo invero era meschino e <strong>di</strong> ness<strong>un</strong> gusto il tumulo”;<br />

a salvare la cerimonia è l’“esecuzione musicale, affidata alla Scuola Salesiana <strong>di</strong> canto <strong>di</strong> Torino, coa<strong>di</strong>uvata da quel-


poi il 13 è la volta <strong>di</strong> Traversetolo 123 , quin<strong>di</strong> tocca a Noceto 124 , Colorno 125 , Sala Baganza 126 ,<br />

Roccabianca 127 , Collecchio 128 , Compiano 129 , Fornovo 130 , Lesignano Bagni 131 , Basilicagoiano<br />

132 , Fontevivo 133 , Torrile 134 , Felino 135 , Medesano (qui si nota che in chiesa “stava semi<br />

nascosta la ban<strong>di</strong>era Nazionale” e si esclama: “Oh!... santa ban<strong>di</strong>era!... ma non verrà mai<br />

d<strong>un</strong>que il giorno in cui potrai entrare <strong>nella</strong> casa <strong>di</strong> Dio collo sfolgore (!) <strong>di</strong> tutta la tua maestà?”)<br />

136 .<br />

Per concludere la spulciatura <strong>di</strong> cronache dell’anno 1900 in campo ecclesiastico con<br />

qualche nota lieta, vanno segnalate le lo<strong>di</strong> iperboliche che vengono tributate dalla stampa al<br />

pre<strong>di</strong>catore che si esibisce per l’ottavario dei morti in San Vitale: è il frate minore p. Teodosio,<br />

definito “il fulmine della parola”: “Non si capisce come possa pron<strong>un</strong>ziare tutta e chiaramente<br />

<strong>un</strong>a parola <strong>di</strong>etro l’altra colla stessa rapi<strong>di</strong>tà, <strong>di</strong>rei quasi, del pensiero. <strong>La</strong> parola<br />

l’ha appena formulata <strong>nella</strong> mente che l’ha già incarnata colla voce e come il pensiero corre<br />

così corre la parola, com’è concitato e incalzante il pensiero così è concitata incalzante (!)<br />

la parola, il gesto: è <strong>un</strong> crescendo <strong>di</strong> concetti, <strong>di</strong> parole, <strong>di</strong> gesti, che trascina che fa l’effetto<br />

<strong>di</strong> <strong>un</strong>’onda musicale cui non si può resistere cui si è costretti abbandonar l’animo per intero”<br />

137 .<br />

Il 3 novembre sulla scena citta<strong>di</strong>na compare anche l’“Opera dei rifiuti” che ha come<br />

primo promotore il cav. Luigi Battei e tra i membri del Comitato anche il neoavvocato Jacopo<br />

Bocchialini, l’avv. Luigi De Giorgi e l’onnipresente Giuseppe Micheli; l’Opera si propone<br />

<strong>di</strong> aiutare “L’Istituto del Buon Pastore, testè sorto fra noi”, non con la richiesta <strong>di</strong> sol<strong>di</strong><br />

ma con la raccolta <strong>di</strong> “cenci, ossi, ferravecchi, vetri rotti, carta, scarpe fuori uso, penne, e<br />

tutto ciò che si getta fra l’inutile ciarpame” 138 .<br />

Così, con i rifiuti, se ne va anche l’ultimo anno del secolo XIX con il suo esaltante<br />

progresso scientifico e tecnico e con i suoi non risolti (e quando mai lo saranno?) problemi <strong>di</strong><br />

ogni tipo.<br />

la dell’Istituto <strong>di</strong> S. Benedetto e dai migliori nostri coristi”; esecuzione che “fu davvero all’altezza del nome che meritatamente<br />

godono le dette scuole <strong>di</strong> canto” (GM, 1 settembre 1900, p. 4: <strong>Parma</strong> e Diocesi - F<strong>un</strong>ebri per Re Umberto I). E anche<br />

la Gazzetta annota che il catafalco non era “in armonia dell’imponenza del tempio e dell’antico splendore dell’Or<strong>di</strong>ne<br />

Costantiniano” (GP, 26 agosto 1900, p. 2: Commemorazione f<strong>un</strong>ebre <strong>di</strong> Umberto I°).<br />

122 122 GP, 13 agosto 1900, pp. 1-2. Da San Secondo arriva poi <strong>un</strong>a precisazione per sottolineare che “E’ stata <strong>un</strong>a bella<br />

giornata per tutti “(ibid., 15 agosto 1900, p. 2).<br />

123 123 Ibid., 14 agosto 1900, p. 2: Traversetolo<br />

124 124 Ibid., 15 agosto 19000, pp. 1-2.<br />

125 125 Ibid., 16 agosto 1900, p. 2<br />

126 126 Ibid., 22 agosto 1900, p. 2.<br />

127 127 Ibid., 24 agosto 1900, p. 1.<br />

128 128 Ibid., 27 agosto 1900, p. 2.<br />

129 129 Ibid., 30 agosto 1900, p. 2.<br />

130 130 Ibid., 1 settembre 1900, p. 2.<br />

131 131 Ibid., 2 settembre 1900, p. 1.<br />

132 132 Ibid., 4 settembre 1900, p. 2.<br />

133 Ibid., 5 settembre 1900, p. 2: F<strong>un</strong>zione f<strong>un</strong>ebre a Re Umberto.<br />

134 Ibid., 6 settembre 1900, p. 1.<br />

135 Ibid., 8 settembre 1900, p. 2.<br />

136 Ibid., 10 settembre 1900, pp. 1-2.<br />

137 GM, 10 novembre 1900, p. 1: Padre Teodosio. Qui si specifica che p. Teodosio è nato nel paesello <strong>di</strong> S. Detole, in provincia<br />

<strong>di</strong> Firenze, l’8 luglio 1864. Anche la Gazzetta (5 novembre 1900, p. 2: In San Vitale) lo celebra come <strong>un</strong> uomo “<strong>di</strong><br />

bell’aspetto, imponente e simpatico” e ne esalta la frase “bella, maestosa ed elegante”.<br />

138 GM, 17 luglio 1900, p. 4: <strong>Parma</strong> e Diocesi Opera dei rifiuti.

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