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Sandra Puiatti, Perché amiamo l'innamoramento - Salusaccessibile.It

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2<br />

zione, del trauma, come un tempo, sequestrando i legami con inevitabile<br />

viltà, nell’impossibilità di cercare altrove, d’amare.<br />

L’antico senso di colpa del bambino che, in tal modo, ha ceduto<br />

all’inganno dell’Altro per non perderlo, è testimone di un investimento<br />

fissato sul legame fallito, ultimo baluardo del Soggetto per<br />

sopravvivere; ora l’esperienza si ripresenta ripetendo la stessa configurazione.<br />

Un tempo il bambino aveva così rinunciato al suo egoismo,<br />

alla sua ambizione, al sentimento avido di confidenza che si<br />

appoggia all’Altro aspettandosi l’Universo intero, per imparare a vivere<br />

nella mortificazione o nella rivolta.<br />

L’innamoramento si ripresenta come una tentazione irresistibile,<br />

dove il sacrificio del proprio giudizio, ma anche dei propri beni, dei<br />

propri legami, diventa la disperata lusinga di poter finalmente riavere<br />

e assicurarsi l’Altro, nell’illecito, nella clandestinità, per sempre.<br />

Si ricompone, come su un canovaccio ben noto, la stessa<br />

scena nel rigore dei posti per impedirsi qualsiasi movimento benefico.<br />

Eppure tutto ciò porta con sé, ingannevolmente, un anelito di<br />

purezza, di sollievo nel prendere i colpi e lasciarsi abbattere.<br />

Così l’innamoramento stordisce l’uomo e la donna, produce gesti<br />

e parole che divengono impedimenti, ostacoli alla trasformazione,<br />

al lavoro. Gesti e parole assoluti dove l’amore vi compare portato a<br />

forza tra le righe scritte, nelle carezze, nell’attesa di passi, mantenendo<br />

i due innamorati fermi e palpitanti, convinti di rimanere lì,<br />

per sempre. È il segno ingannevole che comprime il tempo del pensiero<br />

e che impedirà loro persino il ricordo di ciò che si sono dati.<br />

Domani, a storia conclusa, accadrà che, leggendo le lettere infuocate<br />

o tenendo tra le mani degli oggetti, si provi un disappunto<br />

amaro, per cose accadute inutilmente, estranee all’esperienza, alla<br />

memoria. In fondo ogni storia si apre a conclusioni diverse se gli<br />

amanti ci sanno fare, ma, nell’innamoramento, non si dà una conclusione.<br />

La profusione di grandi parole d’amore potrebbe ridursi a una<br />

ridicola operetta romantica, se non ci fossero le stragi a testimoniare<br />

il contrario.<br />

Anche Truffaut, autore di tanti films su questa tema, ne era<br />

rimasto abbagliato, confondendo l’amore con l’innamoramento,<br />

quello delle canzonette, come fa dire ai suoi personaggi: due films<br />

La donna della porta accanto e Jules e Jim hanno come epilogo ridicolo<br />

delle morti: si muore in nome dell’amore perduto o mai trovato,<br />

si muore banalmente. Ciò che è sovversivo nel legame<br />

d’amore è di accadere fuori dall’inibizione della clandestinità.<br />

In fondo, innamorarsi è l’alibi più vecchio del mondo<br />

nell’insoddisfazione e nella crisi, ci si affida ad un imperativo che ci<br />

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