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Olmo 78.pdf - Comune di Diamante

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n.78- Febbraio 2009 l ’ O l m o pag.5<br />

sDIAMANTE HA UN NUOVO CENTENARIO!<br />

don Francesco Maria barone Brancati<br />

<strong>di</strong> Ciro R.Cosenza<br />

al centro seduto il centenario Francesco Brancati, da sinistra a destra: il<br />

figlio Fernando Brancati ,la moglie <strong>di</strong> Fernando, Fiorella;Francesco<br />

Brancati il figlio e nipote omonimo del nonno;Fedora Riggi la cognata;Simona<br />

Brancati figlia <strong>di</strong> Fernando;<br />

Sabato 17 gennaio, dell’anno appena iniziato, il nostro concitta<strong>di</strong>no Don<br />

Francesco Maria Brancati, della casata baronale che ebbe in feudo<br />

Abatemarco, Grisolia, Rione e Urso Marzo, nella sua casa <strong>di</strong> via Carlo del<br />

Greco, a Firenze, ha compiuto cento anni! Alla festa <strong>di</strong> compleanno ha partecipato,<br />

inviando un fascio <strong>di</strong> fiori, anche Leonardo Domenici, sindaco della<br />

Città. Anzitutto felicitazioni e voti augurali a lui e alla sua famiglia dalle<br />

colonne del foglio citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> <strong>Diamante</strong>. Ma vorrei esternare, anzitutto, una<br />

considerazione personale: io ho conosciuto nella mia vita, anche altri centenari,<br />

e mi sono convinto che, oltre alle eccellenti con<strong>di</strong>zioni fisiche della<br />

persona, per tagliare questo traguardo è in<strong>di</strong>spensabile che si sia in possesso<br />

<strong>di</strong> una grande serenità <strong>di</strong> spirito. Chi si macera dentro, chi cova risentimenti<br />

e rancori, chi o<strong>di</strong>a il prossimo suo, non può aspirare ad un simile traguardo.<br />

Solo chi è buono dentro potrà un giorno raggiungerlo!<br />

Negli anni settanta, io ebbi modo <strong>di</strong> frequentare il barone Francesco Maria<br />

Brancati, perché avevo deciso <strong>di</strong> presentare al Congresso, indetto dalla<br />

Società <strong>di</strong> Storia Patria per la Calabria, che si tenne a Catanzaro e a<br />

Filadelfia nell’ottobre del 1977, sul tema “Le riforme del XVIII secolo in<br />

Calabria”, una relazione sulla fine del feudo dei Brancati, che, scomparve <strong>di</strong><br />

fatto, proprio in quel periodo, a seguito <strong>di</strong> calamità naturali e liti giu<strong>di</strong>ziarie<br />

fra gli ere<strong>di</strong>. Di fatto non esisteva più già prima dell’eversione della feudalità,<br />

decretata dal Re <strong>di</strong> Napoli, Giuseppe Bonaparte. Quella relazione fu poi<br />

inserita in un volumetto, da me pubblicato più tar<strong>di</strong> nel 1979, con la Tipolito<br />

Dino Ricca <strong>di</strong> <strong>Diamante</strong> (Ciro Cosenza, “LA FEUDALITA’ SUL TIRRENO<br />

COSENTINO”). In quella occasione don Francesco nei miei confronti fu<br />

veramente squisito. Mi ricevette per un lungo periodo in <strong>di</strong>verse ore del giorno.<br />

Mi aprì l’archivio <strong>di</strong> famiglia e mi consentì <strong>di</strong> familiarizzare con le vecchie<br />

carte. Mi permise <strong>di</strong> portarle a casa, una per volta però, per poterle<br />

ricopiare e poi stu<strong>di</strong>are. Non era possibile ancora, infatti, fotocopiarle.<br />

Uscirono così alla luce <strong>di</strong>sposizioni testamentarie, cedolari provenienti<br />

dall’Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Napoli, epistole e atti giu<strong>di</strong>ziari. Per ultimo mi affidò<br />

lo stemma originale, in cartapecora, che io feci fotografare e subito restituìi.<br />

Quello stemma, a colori, appare oggi sulla controcopertina del mio ultimo<br />

libro “IL GRIDO DEI GABBIANI” uscito lo scorso anno, a cura dell’<br />

Assessorato alla Cultura del nostro comune. I Brancati arrivarono in<br />

Calabria nel 1668 da Napoli, dopo aver acquistato il feudo calabrese ad un<br />

pubblico incanto, a danno <strong>di</strong> un tal Giovan Pietro Greco. L’origine partenopea<br />

<strong>di</strong> questa famiglia, ha indotto all’ipotesi che essa possa riallacciarsi ad<br />

uno dei trentadue rami dell’antichissima e importantissima famiglia dei<br />

Brancaccio, che dal I secolo dopo la nascita <strong>di</strong> Cristo è giunta sino a noi.<br />

Nessun documento <strong>di</strong> quelli da me visitati, in verità sembra avvalorare questa<br />

ipotesi, ma nell’affascinante lettura della lunga storia <strong>di</strong> quella famiglia,<br />

io ho incontrato i nomi <strong>di</strong> Andrea, Nicolò e persino un Francesco Maria<br />

Brancaccio, nomi tutti presenti nell’albero genealogico dei baroni Brancati.<br />

Ma torniamo al nostro centenario. Sento <strong>di</strong> dover <strong>di</strong>re che, frequentandolo,<br />

ne ho potuto cogliere un modo <strong>di</strong> vivere semplice, una garbata modestia nel<br />

tratto. Ho conosciuto invece anche persone che, solo perché vantavano<br />

qualche ettaro <strong>di</strong> terra, ostentavano in modo immodesto una antica, quanto<br />

fasulla, nobiltà. Don Francesco non ha mai ostentato, al contrario, un titolo<br />

antico ed autentico. Se non la corona baronale sul suo biglietto da visita;<br />

ma questo è comprensibile: è la sintesi dell’appartenenza alla sua stirpe.<br />

Dopo aver prestato servizio <strong>di</strong> leva in Marina, fu, durante la seconda guerra<br />

mon<strong>di</strong>ale, richiamato e prestò servizio alla postazione segnaletica del<br />

Semaforo, alle <strong>di</strong>pendenze del maresciallo Bacigalupo. Un nome che a<br />

<strong>Diamante</strong> in molti ricordano, forse perché è lo stesso del famoso portiere<br />

del “Grande Torino”, perito a Superga. Ebbe così la fortuna <strong>di</strong> “far la guerra”<br />

nel suo paese, ma assolse il servizio con grande scrupolo, come era suo<br />

costume, tanto da essere decorato con medaglia <strong>di</strong> bronzo al merito. E’<br />

stato poi a lungo, unitamente alla moglie, maestro elementare, quando il<br />

grado primario era l’unico insegnamento, e quin<strong>di</strong> l’unica fonte <strong>di</strong> cultura nel<br />

nostro paese. Oggi trascorre le giornate a Firenze, in compagnia della sua<br />

grande passione, la musica lirica, che lui ha sempre coltivato, frequentando<br />

teatri celebri, come il “San Carlo” <strong>di</strong> Napoli, il “Bellini” <strong>di</strong> Catania, “l’Arena”<br />

<strong>di</strong> Verona e, naturalmente, il “Comunale” <strong>di</strong> Firenze, ricordando magari con<br />

dolce nostalgia il tempo, quando ospite del dottor Francesco Cauteruccio,<br />

saliva a Buonvicino, in occasione della festa a San Ciriaco, per ascoltare i<br />

rinomati complessi ban<strong>di</strong>stici, che colà si esibivano. Io, nel buttar giù queste<br />

note, credo <strong>di</strong> aver reso cosa gra<strong>di</strong>ta al figlio Fernando e alla nipote<br />

Maruzzella, che me ne hanno dato notizia, partecipando questa bella novella,<br />

tramite il nostro “<strong>Olmo</strong>” ad amici e conoscenti del paese natio, che don<br />

Francesco Brancati ha sempre nel suo cuore.<br />

Il Teatro dei Ruderi <strong>di</strong> Cirella<br />

Un patrimonio che non può rimanere sottoutilizzato.<br />

Di Franco Maiolino Assessore Turismo e Spettacolo<br />

Il 30 Gennaio scorso,nel primo consiglio comunale del<br />

nuovo anno, con la delibera consiliare n° 2/09 sono<br />

state approvate le linee <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo e la bozza <strong>di</strong> convenzione<br />

che prevedono l'affidamento in concessione a<br />

terzi della struttura " Teatro dei Ruderi <strong>di</strong> Cirella ".<br />

In particolare, muovendo dalla presa d'atto della <strong>di</strong>fficoltà/impossibilità<br />

<strong>di</strong> gestire <strong>di</strong>rettamente il Teatro dei<br />

Ruderi , anche alla luce delle ultime stagioni estive ,<br />

che hanno maggiormente risentito della crisi del settore<br />

spettacoli, e con la consapevolezza che una importante<br />

ed esclusiva struttura <strong>di</strong> tale tipo non può rimanere<br />

cronicamente sottoutilizzata, si è voluta tentare la strada<br />

dell'affidamento in concessione a terzi attuando un<br />

nuovo modello <strong>di</strong> gestione che ne consenta l'utilizzo<br />

ottimale. Chiaramente, sia nell'atto <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo che nell'articolato<br />

della convenzione, l'Ente ha cercato <strong>di</strong> tutelare<br />

al massimo l'interesse collettivo e <strong>di</strong> garantirsi che<br />

l'affidatario, da in<strong>di</strong>viduare con un bando <strong>di</strong> selezione<br />

ad evidenza pubblica non persegua obiettivi esclusivamente<br />

<strong>di</strong> lucro.<br />

Difatti, fra i requisiti richiesti per la partecipazione al<br />

bando, sono stati in<strong>di</strong>viduati quelli previsti dal D.M. (<br />

Ministero per i Beni Culturali e le Attività Produttive)<br />

29.11.07, ossia che il soggetto concessionario faccia<br />

parte della categoria delle imprese <strong>di</strong> produzione teatrale<br />

o sia un organismo <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione, fruizione e formazione<br />

del pubblico che in altre parole significa che al<br />

bando possono concorrere solo soggetti accre<strong>di</strong>tati<br />

nella gestione <strong>di</strong> circuiti e <strong>di</strong> attività teatrali in possesso<br />

<strong>di</strong> un consistente bagaglio <strong>di</strong> esperienza e professionalità.<br />

L'ente ha voluto anche garantirsi, prevedendolo come<br />

criterio <strong>di</strong> valutazione, che la struttura teatrale abbia una<br />

programmazione <strong>di</strong> qualità con estensione delle attività<br />

a tutto il corso dell'anno con iniziative collaterali quali i<br />

laboratori <strong>di</strong> teatro, il teatro per ragazzi, e spettacoli <strong>di</strong><br />

prosa, musica e cabaret da tenersi durante l'inverno.<br />

All'Ente comunale sono riservate inoltre 10 giornate<br />

intere all'anno per lo svolgimento <strong>di</strong> manifestazioni proprie<br />

come il Circuito Magna Grecia o i consolidati<br />

appuntamenti del Peperoncino Jazz Festival o il<br />

"Concerto per Lilly".<br />

Siamo certi che il bando susciterà l'interesse <strong>di</strong> qualificate<br />

professionalità del settore con le quali avremo sicuramente<br />

la possibilità <strong>di</strong> dare al Teatro dei Ruderi la giusta<br />

valenza, così come siamo rammaricati che alcuni<br />

amici della minoranza consiliare, che fra l'altro conoscono<br />

bene le <strong>di</strong>fficoltà in cui versa la struttura non<br />

abbiano supportato con il loro voto tale deliberazione.<br />

Il complesso artistico-monumentale che comprende<br />

oltre al Teatro il Monastero Francescano ed i Ruderi<br />

dell'antica Cirella rappresentano un potenziale turisticoculturale<br />

<strong>di</strong> grande rilievo e che dovremmo avere la<br />

capacità <strong>di</strong> utilizzare pienamente.<br />

In questi giorni, tale complesso ha costituito la location<br />

per il Film L'ultimo Re <strong>di</strong> Aurelio Grimal<strong>di</strong> che nessun<br />

impianto scenico ha dovuto realizzare per la ricostruzione<br />

<strong>di</strong> Troia fumante dopo la sconfitta.<br />

E ripensando alle suggestioni colte nelle sere d'estate,<br />

quando i ruderi illuminati dalla luna hanno fatto da scenario<br />

agli in<strong>di</strong>menticabili concerti <strong>di</strong> Baglioni, <strong>di</strong> Paolo<br />

Conte, <strong>di</strong> Ven<strong>di</strong>tti, alla struggente vocalità <strong>di</strong> Lina Sastri,<br />

alle delicate sinfonie <strong>di</strong> Allevi, alla <strong>di</strong>rompente ritmicità <strong>di</strong><br />

Ranieri, che è nata la consapevolezza che il Teatro dei<br />

Ruderi non può rimanere così, utilizzato due o tre volte<br />

all'anno, ma che va sfruttato pienamente con una serie<br />

<strong>di</strong>versificata <strong>di</strong> spettacoli ed attività che vanno dalla<br />

prosa alla musica leggera, dalla danza alla lirica, dalla<br />

sperimentazione al cinema.<br />

Un nuovo modello <strong>di</strong> gestione può contribuire a questo<br />

ma non è sufficiente.<br />

Anche nell'ipotesi <strong>di</strong> affidamento rimane all'Ente la possibilità<br />

<strong>di</strong> effettuare interventi straor<strong>di</strong>nari sulla struttura<br />

e sul complesso circostante per cui è necessario<br />

pensare ad una politica <strong>di</strong> investimenti che ricercando<br />

tutte le opportunità dei finanziamenti comunitari legati ai<br />

beni culturali, al turismo e alle OOPP consentino in<br />

maniera prioritaria la completa valorizzazione <strong>di</strong> un<br />

patrimonio che tutti ci invi<strong>di</strong>ano.<br />

Sul set dell’Ultimo Re<br />

L’erba bagnata dalla pioggia incessante <strong>di</strong> questi<br />

giorni, anfore <strong>di</strong> antica memoria, bracieri primitivi,<br />

mura dalle quali riecheggiano le voci ormai perdute<br />

degli abitanti della vecchia Cirella.<br />

In questi giorni, i Ruderi, fanno da tragico e reale set<br />

al film “L’ultimo Re”, una riduzione contemporanea<br />

della trage<strong>di</strong>a de “Le Troiane” <strong>di</strong> Seneca.<br />

I protagonisti della pellicola, per la regia <strong>di</strong> Aurelio<br />

Grimal<strong>di</strong>, sono Isabel Russinova, (anche in veste <strong>di</strong><br />

sceneggiatrice e produttrice) nel ruolo <strong>di</strong> Andromaca,<br />

Edoardo Siravo, nei panni <strong>di</strong> Ulisse, Maria Monti, nel<br />

ruolo <strong>di</strong> Ecuba, Moni Ovada, in quello <strong>di</strong><br />

Agamennone e la giovane attrice crotonese, Simona<br />

Corigliano. Nel preparare le scene, nulla è lasciato al<br />

caso: mani pazienti hanno ripulito i muri deturpati da<br />

mani meno nobili che vi avevano tracciato scritte<br />

vandaliche.<br />

<strong>di</strong> Mariella Perrone<br />

Anfore, suppellettili dell’epoca, antichi seggi, tutti<br />

fedelmente riprodotti, fanno rivivere alla “Cirella vecchia”,<br />

quella vita passata, quando la “polis” era centro<br />

<strong>di</strong> riferimento per la Magna Grecia e per Roma.<br />

Un’atmosfera dal sapore antico che si coniuga con la<br />

frenesia del set e con la sua modernità: ben settanta<br />

persone, a vario titolo, lavorano per ricreare quelle<br />

atmosfere.<br />

Sul set nella giornata <strong>di</strong> ieri, era presente anche<br />

Francesco Zinnato, presidente della “Film<br />

Commision Calabria” che ha finanziato la realizzazione<br />

della pellicola : “Riteniamo – ha spiegato<br />

Zinnato – che questo film rappresenti il patrimonio<br />

della Calabria. Qui ai Ruderi, c’è un pezzo <strong>di</strong> storia<br />

del me<strong>di</strong>terraneo e mi auguro si possa incentivare<br />

questo tipo <strong>di</strong> attività visto che i luoghi ne hanno le<br />

potenzialità”.<br />

Sod<strong>di</strong>sfatto, anche Ernesto Caselli, tra i promotori<br />

dell’iniziativa, che ha sempre creduto nelle potenzialità<br />

<strong>di</strong> <strong>Diamante</strong> come città del cinema : “Il cinema è<br />

un ottimo veicolo <strong>di</strong> turismo e la Regione Calabria<br />

dovrebbe puntare <strong>di</strong> più su questo ramo che tende a<br />

rilanciare il turismo calabrese”.<br />

Le riprese sono iniziate lo scorso 12 gennaio e continueranno<br />

fino alla fine del mese: alcune scene<br />

saranno girate anche in notturna, e il set sarà illuminato<br />

dai fuochi delle sole torce e dei braceri che contribuiranno<br />

così a regalare un’atmosfera magica alla<br />

collina dove i Ruderi sembrano riposare nell’attesa <strong>di</strong><br />

tornare agli antichi splendori.

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