Pasqua Giallo Verde - Frog Milano

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INTERVISTE a cura di Max Brianzoni Andrea Biasi - Allenatore Giovanissimi Regionali Mister Biasi, quando e in che modo è iniziata la sua carriera di Allenatore? Ho preso la decisione di allenare nel momento in cui i miei allenamenti da giocatore erano diventati più una lotta contro le ginocchia che un divertimento. Arrivando da una famiglia in cui il calcio è religione e con un Papà che nel mondo del pallone ci è nato, un giorno ho chiesto a Lui, di poter fare il Suo collaboratore nella Juniores regionale che allenava. A fine stagione 2007/2008 ero entusiasta del lavoro fatto, ma voglioso di partire io, con un mio lavoro e così, la Società in cui allenavo all’epoca, mi ha affidò la Giovanissimi B ‘95 per la stagione 2008/2009. Inizio della storia. Ci parli del suo arrivo in Frog e della sua prima esperienza regionale... Il mio arrivo in Frog nasce forse un anno prima di quanto effettivamente avvenuto. Conosco il Direttore Sportivo dai tempi in cui ci affrontavamo nella periferia sud di Milano. In un amichevole pre campionato della stagione 2011-2012 contro la Frog mi avvicina chiedendomi cosa avrei fatto la stagione dopo (non si può dire che lui non progetti prima il lavoro) ed io risposi che non lo sapevo e che costavo tanto (magari). Lui mi rispose: Noi siamo ricchi. Come prima esperienza regionale andrebbe valutata definitivamente nell’edizione del prossimo Giugno. Ad oggi non ho trovato differenze abissali con le precedenti gestioni. L’unica piccola differenza la denoto nella gestione del gruppo. Le viene in mente qualche episodio simpatico, legato alle sue esperienze passate? Gli unici episodi particolari sono legati a qualche esultanza (che ogni tanto fatico a trattenere). La prima, una corsa infinita sotto la tribuna dopo una vittoria nel primo anno di attività. La seconda sicuramente in una vittoria a Casorate, ove al terzo gol della mia squadra ho abbracciato un po’ energicamente il mio collaboratore Fileti, non avendo calcolato la fossetta nel terreno che ci divideva. L’allenatore, la squadra, gli allenamenti: il ruolo del tecnico nel calcio dilettantistico di oggi? Voglio dai miei ragazzi il 100% in ogni allenamento, però ogni tanto torno indietro con il pensiero e penso che questo era un momento di puro divertimento per me ed i miei vecchi compagni, quindi cerco di smussare un po’ la mia rigidità in alcuni frangenti. In base ai gruppi che alleni penso si debbano anche modificare alcune tue caratteristiche gestionali. Più che da tecnico parlo da persona e purtroppo nel calcio dilettantistico ho trovato poche persone con le quali ho stretto un legame di amicizia, in quanto pochi sono quelli veri e molti quelli con secondi fini. Come prepara la partita e dirige l’ultimo allenamento di rifinitura? Le partite le preparo dall’ultimo minuto della gara precedente. Ora ho molto meno tempo di qualche anno fa, quando se avevi un minuto volavi da un campo all’altro per studiare le squadre del girone ed i ragazzi che ne facevano parte. Non ho mai suddiviso gli allenamenti facendo dell’ultimo la rifinitura, ma ho sempre suddiviso tutto nell’arco della settimana, così come il lavoro fisico e tecnico. Stessa intensità su tutti gli argomenti per tutta la settimana. Secondo lei merita di essere lodato di più chi fa le prestazioni migliori o chi si allena più duramente? Credo che una cosa sia conseguenza dell’altra, anche se devi sempre fare il calcolo con i valori tecnici/fisici/ umani che hai. Si ritiene più soddisfatto quando un ragazzo mostra miglioramenti evidenti oppure quando si vince una partita? In tutti e due i casi. Quest’anno ho qualche ragazzo che non consideravo nemmeno facente parte della rosa ad inizio stagione ed oggi risulta quasi inamovibile. Questo mi gasa davvero. Vincere una partita con ragazzi che hanno fatto tutti questo percorso mi emoziona particolarmente. Non ho mai allenato una squadra partita per arrivare in alto. Se lo fai attraverso il percorso di miglioramento di ragazzi a cui non si davano “2 lire” (e magari arrivi al risultato più sognato) è uno spettacolo. Cosa ne pensa della frase di De Coubertin che l’importante non è vincere ma partecipare? Sono amico del buon Trap, un mourinhano convinto, un Capelliano d’infanzia e Zeman mi caccerebbe al primo stage. Basta come risposta?
INTERVISTE a cura di Max Brianzoni Andrea Pedrazzini - Capitano Prima Squadra Parlaci di te dei tuoi inizi e del tuo arrivo in Frog… Ho dato i miei primi calci nel settore giovanile del Milan, poi noi classe 1985 siamo passati in blocco all’Inter, l’anno in cui il Milan ha rinunciato ad alcune categorie di ragazzi , l’anno dei vari Kluivert, ecc.…Dopo 4 splendide stagioni all’Inter, ho vestito la maglia della Berretti del Calcio Monza per 2 anni, poi, nel 2003, ho esordito eattività in Prima l’ACCHIAPPASOGNI Squadra, in C2. Avevo 18 anni ed è stata un’esperienza meravigliosa. In totale quell’anno ho Jose Chilavert: il portiere goleador che ha distrutto il totalizzato una decina di presenze tra Coppa Italia e luogo comune sull’incapacità dei portieri di giocare la campionato e per un soffio non siamo entrati in zona palla con i piedi, un idolo! Nominato miglior portiere del playoff. Gli anni successivi sono stati un po’ travagliati mondo nel 1995/96/98 e segnati da tanti infortuni. Da Monza sono passato alla Pro Walter Sesto, Zenga: dove uno giocai dei davvero portieri poco, che ho poi amato a Seregno di più in da D, un’annata piccolo, grande da dimenticare Uomo Ragno! perché Nominato ho subito miglior un infortunio portiere al del ginocchio mondo nel che 1989/90/91 mi ha costretto a stare fuori dal campo per quasi un anno. Nel frattempo studiavo all’ università ed ho deciso di concentrare i miei sforzi maggiormente sullo studio . Nel 2006 sono passato al Rozzano Calcio in eccellenza e lì son rimasto 2 anni. Poi mi sono laureato ed ho accantonato il calcio per iniziare lavorare. Ma la passione per questo sport mi ha convinto a riprendere e, Tu sei il capitano... Com’è il rapporto con i tuoi compagni ? grazie ad una telefonata di un amico, sono approdato in Eccezionale, Il rapporto coi ragazzi è davvero meraviglioso. 4 Frog, 4 anni fa…ed è iniziata l’avventura… anni passati in Frog e posso affermare che la vera forza di una Il vostro campionato come sta procedendo? squadra è la coesione di un gruppo. C’è una gran voglia di metter- Devo dire che ogni categoria che si approccia nasconde si a disposizione dello staff tecnico e di imparare tanto. I giovani molte insidie. Siamo partiti così così, poi c’è stato un mo- hanno spirito di sacrificio e sono sempre aiutati dai “senatori”, mento di grossa difficoltà che è coinciso con i mesi di che danno loro il buon esempio. novembre e dicembre, in cui alcuni risultati poco felici Che rapporto hai con il mister ? ci hanno fatto perdere molti punti importanti. Ora è un Ho imparato a conoscerlo e apprezzo tantissimo la sua voglia e momento buono, abbiamo ritrovato compattezza e risul- determinazione. Ha tanta grinta, che trasmette alla squadra ed è tati… bisogna continuare a lavorare così. molto preparato. Possiamo fare bene con lui. In cosa siete cresciuti in questi mesi e in cosa, invece, Quali sono gli obiettivi stagionali, della squadra? dovete ancora migliorare ? L’obiettivo della squadra adesso è di scendere in campo, partita Abbiamo cercato di creare gruppo e compattezza tra dopo partita e mettere in pratica quanto si prova durante la set- compagni, cosa che un po’ è venuta meno nella prima timana. La classifica si guarda il meno possibile, perché ogni do- parte della stagione. Il mister sta lavorando molto tattimenica è determinante. E’ una fase cruciale del campionato in cui camente, imprimendo sempre più il suo marchio di fab- sappiamo che non possiamo sbagliare. Noi ci siamo. brica. I frutti si vedono, ora bisogna continuare su questa strada, convinti che possiamo chiudere la stagione alla grande.
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