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identità e storie - Rete Civica dell'Alto Adige

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“Educarsi a raccontare di sé rafforza l’<strong>identità</strong> individuale<br />

e ci conferma protagonisti della nostra storia”.<br />

Duccio Demetrio<br />

sempre più rilevante, nella comunicazione, appare il ruolo dei media. Il rapido sviluppo tecnologico ha favorito la crescita di nuovi<br />

modi di comunicare, più rapidi, immediati e meno legati alla persona fisica. Ciò ha reso spesso difficile l’incontro tra vecchie e<br />

nuove generazioni, proprio in quanto queste ultime utilizzano linguaggi e modalità di apprendimento sempre più differenti rispetto<br />

a quelle precedenti.<br />

Un modo efficace per continuare a capirsi, è incontrarsi attraverso le “<strong>storie</strong>”, che possono sì essere raccontate con linguaggi diversi<br />

– letteratura, cinema, internet (SMS, chat line, blog, forum di discussione) – ma che, in ogni caso, devono mantenere la capacità<br />

di attivare processi identitari e produrre consapevolezza riflessiva. Esiste una relazione forte tra le forme che assume l’<strong>identità</strong><br />

e le forme narrative di cui dispone l’individuo per raccontare di sé, per narrarsi. Il mutamento della società, in cui lo sviluppo dei<br />

flussi comunicativi e di informazione ha accelerato il confronto tra culture e <strong>identità</strong> differenti e l’emergere di nuove forme narrative,<br />

hanno inciso anche sull’evoluzione del racconto di sé e sulla trasformazione dei modelli identitari, influenzando il nostro modo di<br />

rappresentarci, in modo più o meno consapevole.<br />

Secondo lo scrittore Milan Kundera, la nostra è l’epoca in cui l’ ”io” comincia dovunque a essere sfuggente, dove tutti i volti appaiono<br />

“penosamente simili”, è l’epoca in cui abbiamo imparato a capire che gli uomini agiscono imitandosi l’un l’altro, come in un<br />

gregge, per cui “i loro atteggiamenti sono statisticamente calcolabili, le loro opinioni manipolabili”. Infine è un’epoca dove il singolo<br />

è sempre meno un individuo e sempre più un neutro elemento di massa. L’ultra-individualismo pubblicitario ci propone modelli che<br />

puntano l’attenzione “alla materialità fisiologica dell’uomo” e ci fanno dimenticare la parte spirituale che ognuno di noi possiede,<br />

che ci contraddistingue e che costruisce la nostra storia personale.<br />

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