Il 2 giugno nelle piazze italiane contro la barbarie della guerra - Arci
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www.arci.it/report<br />
report@arci.it<br />
arcireport<br />
settimanale a cura dell’<strong>Arci</strong><br />
Bush<br />
Le autorità Usa sono sdegnate: come potete<br />
pensare che bombardiamo i civili? Non<br />
abbiamo affatto colpito un matrimonio, erano<br />
terroristi. Ma sbucano le foto: 41 morti.<br />
Le autorità Usa erano sdegnate: come potete<br />
pensare che <strong>nelle</strong> nostre carceri si pratichino<br />
torture? È saltata fuori <strong>la</strong> verità (ancora<br />
una picco<strong>la</strong> parte; adesso per precauzione<br />
vengono proibite le macchine fotografiche<br />
ai soldati).<br />
Le autorità Usa furono sdegnate: come, non<br />
vedete le armi di distruzione di massa in<br />
Iraq? Non esistendo tali armi, non esistevano<br />
nemmeno le supposte motivazioni del<strong>la</strong><br />
<strong>guerra</strong>. Poco male, se ne sono trovate altre.<br />
Quanto cinismo in quello sdegno ipocrita.<br />
Bush sferzava con insopportabile insolenza<br />
l'Onu. Ora prega il suo privatizzato dio neoconservatore<br />
che si approvi un qualsiasi<br />
pezzo di carta che dimostri una qualsiasi<br />
copertura internazionale a una qualsiasi<br />
cosa lui voglia fare.<br />
La proposta Bush-B<strong>la</strong>ir all'Onu è arrogante e<br />
falsa.<br />
È arrogante perché pretende di auto-valorizzare<br />
il ruolo degli occupanti, chiamando altri<br />
a col<strong>la</strong>borare agli scopi che loro vogliono<br />
perseguire. La domanda è: troveranno chi<br />
cade in trappo<strong>la</strong>? Sarebbe pernicioso se ci<br />
cadesse dentro l'Onu.<br />
È falsa perché - propaganda a parte - non<br />
contiene alcuna svolta. Tutto resta in mano<br />
agli occupanti. Ci saranno certamente personalità<br />
irachene - scelte di fatto dagli occupanti<br />
- a tenere una parte di responsabilità.<br />
Ma attenzione: un sondaggio dice che 9 iracheni<br />
su 10 vogliono che gli occupanti<br />
comunque se ne vadano.<br />
Bush viene a Roma. Accogliamolo con le<br />
bandiere arcobaleno alle finestre, con una<br />
civile protesta, a Roma e in tutta Italia.<br />
Amiamo l'America del<strong>la</strong> pace, dicendo No a<br />
Bush. Nel 1944 i soldati Usa che morirono<br />
ad Anzio e in Normandia erano fratelli di<br />
quelli di Stalingrado e dei partigiani.<br />
Oggi i nostri fratelli e le nostre sorelle<br />
d'America ci chiedono un aiuto, per una<br />
svolta di democrazia e pace negli Stati uniti.<br />
Insieme, Usa e Ue potrebbero davvero<br />
costruire il pi<strong>la</strong>stro di un progetto politico di<br />
nome pace.<br />
★<br />
<strong>Il</strong> 2 <strong>giugno</strong> <strong>nelle</strong> <strong>piazze</strong> <strong>italiane</strong><br />
<strong>contro</strong> <strong>la</strong> <strong>barbarie</strong> del<strong>la</strong> <strong>guerra</strong><br />
<strong>Il</strong> 2 <strong>giugno</strong>, in occasione dell'anniversario del<strong>la</strong> Repubblica, il Comitato Fermiamo <strong>la</strong> Guerra<br />
invita al<strong>la</strong> mobilitazione in tutte le città d'Italia con iniziative <strong>nelle</strong> scuole, <strong>nelle</strong> <strong>piazze</strong>, veglie,<br />
raccolta di firme, manifestazioni <strong>contro</strong> <strong>la</strong> <strong>guerra</strong> e per il ritiro del contingente italiano. In<br />
vista del<strong>la</strong> ricorrenza, il Comitato ha anche inviato una lettera aperta al Presidente del<strong>la</strong><br />
Repubblica nel<strong>la</strong> quale fra l'altro si chiede che venga «riaffermato che <strong>la</strong> Repubblica italiana<br />
ha come suo precetto costituzionale il ripudio del<strong>la</strong> <strong>guerra</strong> 'come mezzo di risoluzione delle<br />
<strong>contro</strong>versie internazionali' secondo il dettato dell'articolo 11 del<strong>la</strong> Costituzione».<br />
Si prepara anche <strong>la</strong> mobilitazione per il 4 <strong>giugno</strong>, in occasione del<strong>la</strong> visita di Bush in Italia. <strong>Il</strong><br />
Movimento per <strong>la</strong> pace darà una risposta di civiltà al<strong>la</strong> logica del<strong>la</strong> <strong>barbarie</strong> in cui <strong>la</strong> <strong>guerra</strong> preventiva<br />
sta trascinando il mondo. A Roma si realizzeranno, organizzate da diverse reti e organizzazioni,<br />
iniziative diffuse per permettere ai cittadini di esprimere nel modo più ampio possibile<br />
l'opposizione a Bush e al<strong>la</strong> <strong>guerra</strong>. Nel pomeriggio si svolgerà un corteo pacifico e di<br />
massa, da Piazza del<strong>la</strong> Repubblica a Porta San Paolo, simbolo del<strong>la</strong> Resistenza romana.<br />
Dalle ore 19 e per tutta <strong>la</strong> serata, Porta San Paolo ospiterà un meeting popo<strong>la</strong>re che - con <strong>la</strong><br />
musica, teatro, interventi, iniziative simboliche - coniugherà l'opposizione al<strong>la</strong> <strong>guerra</strong>, il rifiuto<br />
del terrore, <strong>la</strong> richiesta del ritiro delle truppe, il sostegno all'altra America, <strong>la</strong> denuncia delle torture<br />
e delle vio<strong>la</strong>zioni dei diritti umani.<br />
Info: www.fermiamo<strong>la</strong><strong>guerra</strong>.it<br />
Buon compleanno <strong>Arci</strong>!<br />
47 anni di impegno associativo<br />
26 maggio, l'<strong>Arci</strong> compie 47 anni. Ma il tessuto<br />
associativo dell'<strong>Arci</strong>, circoli e case del<br />
popolo hanno una storia anche più antica<br />
che affonda le sue radici <strong>nelle</strong> lotte del movimento<br />
operaio.<br />
Con un milione e centomi<strong>la</strong> soci e più di<br />
5.000 circoli, quello dell'<strong>Arci</strong> è un movimento<br />
associativo profondamente radicato nel tessuto<br />
sociale italiano.<br />
Nel<strong>la</strong> consapevolezza del suo ruolo e delle<br />
sue nuove responsabilità l'<strong>Arci</strong> ha prodotto<br />
alcune riflessioni per le prossime scadenze<br />
elettorali.<br />
In un contesto internazionale così instabile e<br />
drammatico è estremamente positivo che il<br />
processo di unificazione europea prosegua il<br />
suo cammino. I popoli europei scelgono l'integrazione<br />
invece che il conflitto. <strong>Il</strong> nostro<br />
continente per secoli ha combattuto guerre<br />
sanguinose, ha causato due conflitti mondiali,<br />
è stato spaccato in due dal<strong>la</strong> <strong>guerra</strong><br />
anno II n. 20<br />
25 maggio 2004<br />
fredda. Mai più <strong>guerra</strong> fra i popoli europei:<br />
questo è il primo e più importante segnale<br />
che viene dal processo di unificazione che<br />
coinvolge il vecchio continente.<br />
Mai più <strong>guerra</strong> dell'Europa al mondo: questo<br />
bisogna aggiungere. E, per questo obiettivo,<br />
c'è ancora molta strada da fare.<br />
Negli anni in cui il mercato globale tende ad<br />
appiattire le diversità territoriali in un enorme<br />
spazio economico p<strong>la</strong>netario che mortifica le<br />
risorse locali al<strong>la</strong> stregua di beni da trasformare<br />
in prodotti, il ruolo delle città diviene<br />
fondamentale per immaginare un'idea diversa<br />
dello sviluppo: un futuro fondato sul<strong>la</strong> crescita<br />
delle società locali, sul<strong>la</strong> valorizzazione<br />
dei patrimoni ambientali, territoriali e culturali<br />
propri a ciascun luogo. <strong>Il</strong> governo delle città<br />
può essere il motore di un'altra globalizzazione:<br />
quel<strong>la</strong> che si costruisce dal basso,<br />
solidale, fondata sui diritti umani, <strong>la</strong> pace, il<br />
rispetto dell'ambiente e <strong>la</strong> giustizia sociale.<br />
ARRIGO DIODATI, PRESIDENTE ONORARIO DELL'ARCI HA RINNOVATO LA SUA TESSERA. IL NOSTRO AMATO<br />
COMPAGNO ARRIGO, CON LA SUA PARTECIPAZIONE ALLA LOTTA PARTIGIANA - È SOPRAVISSUTO ALL’ECCIDIO<br />
DI CRAVASCO - HA CONTRIBUITO ALLA FONDAZIONE DI UN’ITALIA BASATA SUI PRINCIPI DELL’UGUAGLIANZA,<br />
DELLA SOLIDARIETÀ E DELLA PACE. SIN DALLA NASCITA DELL’ARCI E PER OLTRE QUARANTACINQUE ANNI<br />
ARRIGO HA PORTATO AVANTI IL SUO IMPEGNO DEMOCRATICO ALL’INTERNO DELL’ASSOCIAZIONE DELLA QUALE<br />
ÈSTATOSEGRETARIO NAZIONALE, IL PRIMO, NEL 1957.
s o c i e t à<br />
I soci discutono il futuro di Banca etica<br />
Assemblea il 29 maggio a Padova<br />
Appuntamento sabato 29 maggio, a<br />
Padova presso il Centro Congressi<br />
Papa Luciani (in via Forcellini<br />
170/A), per l'Assemblea dei soci di Banca<br />
etica. Un momento fondamentale per una<br />
banca che fa del<strong>la</strong> partecipazione e del<strong>la</strong><br />
condivisione i propri principi cardine, tanto<br />
più importante in questa occasione per<br />
almeno due motivi: il rinnovo delle cariche<br />
sociali e il confronto con <strong>la</strong> base sociale in<br />
un momento di svolta e di crescita per l'istituto<br />
di credito etico.<br />
Partiamo infatti dai numeri del 2003: 252<br />
milioni di euro di risparmio raccolto, 150<br />
milioni di euro di finanziamenti deliberati,<br />
quasi 23.000 clienti e oltre 22.000 soci (per<br />
un capitale sociale che supera i 16 milioni<br />
di euro), ma anche un utile d'esercizio di<br />
soli 14.400 euro rispetto ai 150.000 dell'anno<br />
precedente. "Si è trattato di un vero<br />
e proprio anno di svolta per noi - sottolinea<br />
Mario Crosta, direttore generale - da un<br />
<strong>la</strong>to è proseguita una politica di investimenti<br />
(<strong>la</strong> ristrutturazione del<strong>la</strong> nuova sede<br />
del<strong>la</strong> banca, l'apertura del<strong>la</strong> filiale di<br />
Bologna, il rafforzamento e <strong>la</strong> riorganizzazione<br />
del<strong>la</strong> struttura centrale…) che ha<br />
determinato inevitabilmente una crescita<br />
arcireport<br />
delle spese; dall'altro, considerato che <strong>la</strong><br />
maggior parte dei nostri guadagni dipende<br />
dal margine di interesse, si è verificato nel<br />
2003 il restringimento massimo del<strong>la</strong> forbice<br />
fra tassi attivi e tassi passivi."<br />
Le circostanze hanno dunque imposto al<strong>la</strong><br />
Banca di attuare una serie di misure sia<br />
sotto il profilo dei ricavi (attraverso una<br />
vera e propria riorganizzazione delle politiche<br />
commerciali), che sotto quello del contenimento<br />
dei costi (attivando un sistema<br />
di <strong>contro</strong>llo di gestione molto rigoroso).<br />
Sotto il profilo dei ricavi, invece, si è spinto<br />
in modo partico<strong>la</strong>re sui fidi (passati l'anno<br />
scorso da 52 a 93 milioni di euro, per quanto<br />
riguarda l'importo accordato). Inoltre<br />
sono stati e<strong>la</strong>borati piani commerciali specifici:<br />
ad esempio è stata ripresa e rafforzata<br />
l'operatività con i soci fondatori (e tra<br />
questi l'<strong>Arci</strong>) ed è stato fatto un <strong>la</strong>voro<br />
capil<strong>la</strong>re sul territorio (grazie al<strong>la</strong> presenza<br />
delle filiali e di un numero sempre crescente<br />
di banchieri ambu<strong>la</strong>nti). Gli effetti di queste<br />
iniziative si stanno ripercuotendo positivamente<br />
già sui risultati dei primi mesi del<br />
2004: già a fine aprile è stato pienamente<br />
realizzato il budget annuale previsto per <strong>la</strong><br />
raccolta di risparmio (con 282 milioni di<br />
Al Circolo Zei di San Cesario di Lecce<br />
Festival Nazionale di cortometraggi<br />
Cortovisione è il primo Festival nazionale<br />
di cortometraggi del Circolo Zei di Lecce.<br />
Un circolo <strong>Arci</strong>, nato a novembre scorso<br />
per creare spazi di conflitto sociale in una<br />
città impoverita culturalmente e 'imborghesita'.<br />
Nel nome Zei ci sono le tracce del<br />
rapporto con l’altra sponda dell’Adriatico,<br />
<strong>la</strong> Grecia, e il film Z: l’orgia del potere che<br />
rappresentò in modo indimenticabile<br />
<strong>la</strong> tragedia e <strong>la</strong> farsa del<strong>la</strong> dittatura<br />
dei colonnelli negli anni ‘60.<br />
L'idea del Festival nasce dal<strong>la</strong> crescente<br />
diffusione nel salento del<br />
cortometraggio ma, soprattutto,<br />
dall'impegno a creare una rete di<br />
artisti singoli o associati. Nel corso<br />
dei primi due giorni saranno presentati<br />
film e documentari di partico<strong>la</strong>re valore.<br />
Nell'ultimo saranno presentati i corti<br />
dei cineasti salentini fra gli anni '60 e gli '80<br />
e vi sarà un in<strong>contro</strong> con Citto Maselli.<br />
<strong>Il</strong> Salento ha degli eccellenti registi come<br />
Winspeare (che ha partecipato con noi a<br />
Miracolo a sud-est realizzato a febbraio) o<br />
bravi come Del Prete (fuori concorso in<br />
questo festival). Tante sono le forme artistiche<br />
che nel nostro territorio rimangono<br />
inespresse perché non hanno una promo-<br />
zione, uno spazio espositivo. Pochi hanno<br />
capito quanto sia necessario creare una<br />
rete di sostegno sociale, istituzionale, di<br />
produzione. Poche sono le eccezioni: il<br />
Comune di Melpignano, in parte <strong>la</strong> Grecìa<br />
Salentina, <strong>la</strong> Provincia; anche l'Università<br />
degli Studi di Lecce, che senza un'espressa<br />
deliberazione, è diventata tra i maggiori<br />
promotori culturali e sociali e l'unico<br />
spazio sociale libero del<strong>la</strong><br />
città grazie al <strong>la</strong>voro di soggetti<br />
come Zei e l’Unione degli Universitari,<br />
guidati dall’idea che dal<br />
basso si costruiscono esperienze<br />
interessanti, oltre a sviluppare<br />
momenti di socialità o di conflitto.<br />
Come per i precedenti eventi organizzati<br />
da Zei anche questa volta si è stabilito<br />
che il nostro orizzonte doveva essere<br />
l'autogestione e <strong>la</strong> rete: autogestiamo i<br />
nostri progetti attraverso una ‘rete’ di soggetti<br />
che condividano il bisogno di essere<br />
parte attiva, soggetti sociali in movimento,<br />
liberi dal<strong>la</strong> repressione culturale a cui siamo<br />
costretti da anni, pensando più a quello<br />
che ci unisce e meno a quello potrebbe<br />
sembrare.<br />
Info: www.zei.le.it<br />
euro), mentre per quanto riguarda gli affidamenti,<br />
<strong>la</strong> quantità di posizioni deliberate<br />
è senz'altro notevole. Va inoltre sottolineato<br />
come siano stati potenziati i servizi offerti<br />
al<strong>la</strong> cliente<strong>la</strong> (tanto delle persone fisiche,<br />
quanto di quelle giuridiche), rendendo realmente<br />
possibile <strong>la</strong> scelta di Banca etica<br />
come proprio istituto di riferimento per l'operatività<br />
quotidiana<br />
Infine il 2003 è stato un anno di svolta e di<br />
espansione per l'intero sistema che ruota<br />
attorno a Banca etica. Pensiamo all'avvio<br />
dell'operatività di Etica sgr (società di<br />
gestione del risparmio che apre nuove prospettive<br />
d'intervento sul<strong>la</strong> responsabilità<br />
sociale d'impresa); al rafforzamento del<strong>la</strong><br />
partnership con il Consorzio di microcredito<br />
Etimos (attraverso il quale Banca etica<br />
interviene nel<strong>la</strong> cooperazione internazionale<br />
operando in oltre 20 paesi del Sud del<br />
mondo); all'impegno di diffusione del<strong>la</strong><br />
finanza etica in Europa (grazie a Sefea, <strong>la</strong><br />
Società europea finanza etica e alternatica,<br />
di cui Fabio Salviato è presidente); e,<br />
non da ultimo, al<strong>la</strong> nascita del<strong>la</strong> Fondazione<br />
responsabilità etica per promuovere <strong>la</strong><br />
ricerca e il dibattito su questi temi.<br />
Info: www.bancaetica.com<br />
★ post-it ★<br />
2 GIUGNO: NON SFILINO GLI OBIETTORI<br />
'L’Italia ripudia <strong>la</strong> <strong>guerra</strong>…' Per questo riteniamo che<br />
sia inopportuno festeggiare <strong>la</strong> Repubblica con una<br />
parata militare… In questo modo si tengono fuori<br />
tutti quegli uomini e donne <strong>italiane</strong> che rendono grande<br />
questa Repubblica senza imbracciare un fucile. <strong>Il</strong><br />
servizio civile… si pone come alternativo al<strong>la</strong> difesa di<br />
armi.<br />
Con queste parole l’Associazione obiettori nonviolenti<br />
si appel<strong>la</strong> al Presidente Ciampi <strong>contro</strong> <strong>la</strong> partecipazione<br />
al<strong>la</strong> parata militare del 2 <strong>giugno</strong> di una<br />
rappresentanza di volontari del servizio civile.<br />
L’inserimento dei volontari e delle volontarie tra<br />
i contingenti militari è un segnale di una pericolosissima<br />
omologazione, partico<strong>la</strong>rmente significativa<br />
per via del<strong>la</strong> <strong>guerra</strong> in Iraq e del<strong>la</strong> presenza<br />
militare italiana in quel paese.<br />
L’appello vuole dar voce ai tanti volontari del servizio<br />
civile che non si sentono rappresentati da<br />
coloro che hanno deciso che devono partecipare<br />
al<strong>la</strong> parata a fianco dei militari. Giovani che si<br />
identificano con i valori del movimento pacifista -<br />
<strong>la</strong> solidarietà e <strong>la</strong> giustizia.<br />
L’Associazione chiede ai volontari ed ai loro<br />
sostenitori di firmare l’appello affiché, nei prossimi<br />
giorni, questa richiesta arrivi forte e chiara al<br />
Presidente Ciampi.<br />
L’appello si trova sul sito www.obiezione.org.<br />
★ post-it ★<br />
2
s o c i e t à<br />
<strong>Il</strong> Meeting antirazzista di Cecina - quest’anno<br />
al<strong>la</strong> sua decima edizione - si<br />
svolgerà dal 17 al 24 luglio. Mancano<br />
quindi poche settimane all'apertura<br />
Meeting ed è utile cominciare a riflettere<br />
sui contenuti di questa edizione, del coinvolgimento<br />
dell'<strong>Arci</strong> e del ruolo che questo<br />
importante evento sta assumendo nel quadro<br />
delle iniziative dei movimenti<br />
italiani.<br />
Quest’anno vorremmo partire proprio<br />
dall'<strong>Arci</strong> per sviluppare un ragionamento<br />
ed una serie di iniziative<br />
politiche sul tema dei diritti di<br />
cittadinanza, del<strong>la</strong> partecipazione<br />
e del pluralismo culturale.<br />
La scelta di questi argomenti parte<br />
da una semplice constatazione.<br />
Negli anni scorsi il discorso politico<br />
sull'immigrazione, che incide<br />
pesantemente sul<strong>la</strong> vita degli stranieri<br />
e sul<strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione nazionale,<br />
si è sviluppato sostanzialmente<br />
su due assi. <strong>Il</strong> primo asse era rappresentato<br />
da sicurezza e solidarietà,<br />
che dava dell'immigrazione<br />
una descrizione tutta centrata sul<strong>la</strong> criminalizzazione<br />
dei migranti e sull'idea che,<br />
La mia città<br />
strumento di pace<br />
La mia città, strumento di Pace è il documento<br />
che il Coordinamento nazionale<br />
degli Enti locali per <strong>la</strong> Pace e i diritti umani<br />
e <strong>la</strong> Tavo<strong>la</strong> del<strong>la</strong> Pace propone perché<br />
venga sottoscritto dai candidati - a Sindaco,<br />
Presidente del<strong>la</strong> Provincia o consigliere<br />
- in vista delle elezioni amministrative del<br />
prossimo 12 e 13 <strong>giugno</strong>. <strong>Il</strong> documento è<br />
composto di sei punti sottoscrivendo i quali<br />
il candidato compie una chiara scelta e si<br />
impegna a portare avanti concrete iniziative<br />
per <strong>la</strong> pace nel suo territorio.<br />
<strong>Il</strong> candidato si impegna a «istituire - si<br />
legge per esempio al punto 2 del documento<br />
- un capitolo di bi<strong>la</strong>ncio denominato<br />
Interventi per <strong>la</strong> promozione del<strong>la</strong> cultura<br />
del<strong>la</strong> pace e dei diritti umani e un Ufficio<br />
per <strong>la</strong> Pace con il compito di promuovere <strong>la</strong><br />
cultura del<strong>la</strong> pace e dei diritti umani<br />
mediante iniziative culturali, di ricerca, di<br />
educazione e di informazione».<br />
È anche previsto un impegno specifico per<br />
<strong>la</strong> realizzazione degli Obiettivi del Millennio<br />
fissati solennemente dalle Nazioni unite e<br />
dai Capi di Stato di tutto il mondo per ridurre,<br />
entro il 2015, le condizioni di miseria di<br />
tanta parte dell'umanità.<br />
Info: www.tavo<strong>la</strong>del<strong>la</strong>pace.it<br />
arcireport<br />
Meeting Antirazzista di Cecina<br />
Un'opportunità per riaffermare i diritti dei migranti<br />
per i buoni tra gli immigrati, si dovessero<br />
prevedere interventi di assistenza e solidarietà;<br />
l'altro asse era centrato sull'idea dell'immigrato<br />
risorsa, che ha avuto nel<strong>la</strong><br />
Bossi-Fini <strong>la</strong> sua migliore forma di espressione.<br />
Si ritiene, per questo ultimo argomento,<br />
che i migranti siano utili all'economia<br />
e che quindi <strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione e il rapporto<br />
tra stato e stranieri lo si debba<br />
far coincidere - da qui il contratto di<br />
soggiorno - con quello tra datore di<br />
<strong>la</strong>voro e <strong>la</strong>voratore. Ma per gli<br />
immigrati lo stato è rappresentato<br />
dal datore di <strong>la</strong>voro, figura per<br />
niente neutrale e per niente al di<br />
sopra delle parti. Oggi a questi<br />
argomenti, mai scomparsi, se ne<br />
sta aggiungendo un terzo. <strong>Il</strong> tema<br />
del cosiddetto multi-culturalismo.<br />
<strong>Il</strong> tema nasce dall'idea che, allo<br />
s<strong>contro</strong> tra civiltà e a una irriducibilità<br />
delle differenze, tipica del<strong>la</strong><br />
destra, si possa contrapporre un’idea<br />
astratta di rispetto delle differenze<br />
e di convivenza tra culture<br />
diverse. Questo tema è importante<br />
ma rischia di diventare un alibi per evitare<br />
di affrontare i problemi veri degli immigrati<br />
Caravanserà. <strong>Il</strong> nome evoca quelle che un<br />
tempo erano chiamate le orientali mollezze:<br />
ma chi oggi, pensando all'oriente, torturato<br />
e pugna<strong>la</strong>to a morte dal<strong>la</strong> ferocia occidentale<br />
a guida yankee, può seriamente<br />
ancora abbinare quei luoghi a fantasie<br />
edonistiche e sensuali? <strong>Il</strong> termine persiano<br />
qayrawan significa ‘carovana’; mentre<br />
saray designa ‘abitazione’. Caravanserraglio<br />
è dunque un termine fondato sul movimento<br />
e sul<strong>la</strong> sosta, lo spostamento nello<br />
spazio e <strong>la</strong> stabilità del ricovero.<br />
A questa potente immagine fa riferimento il<br />
Progetto Caravanserà che, sperimentato<br />
nel<strong>la</strong> provincia di Frosinone nel 1999, è<br />
approdato quest’anno al<strong>la</strong> Regione Lazio.<br />
L'idea base fu quel<strong>la</strong> di aprire, sperimentare<br />
e consolidare una prospettiva inedita di<br />
valorizzazione delle misconosciute ‘carovane’<br />
di giovani musicisti emergenti del<strong>la</strong><br />
provincia, canalizzando il loro irrequieto<br />
nomadismo verso un meglio definito itinerario<br />
di tappe. Una scommessa giocata sul<br />
duplice versante del<strong>la</strong> valorizzazione artistica<br />
e dell'individuazione e consolidamento<br />
di un circuito di proposte e di esibizione<br />
non meramente occasionale.<br />
Nel 1999 il progetto, promosso dall'<strong>Arci</strong><br />
3<br />
e delle immigrate, quelli legati al<strong>la</strong> loro<br />
condizione di inferiorità giuridica e materiale,<br />
alle discriminazioni nel<strong>la</strong> società e nel<br />
mondo del <strong>la</strong>voro, all'assenza di percorsi<br />
reali di partecipazione e di cittadinanza.<br />
Per questo <strong>la</strong> decima edizione del Meeting<br />
internazionale antirazzista di Cecina può<br />
essere l'occasione per riportare il ‘discorso<br />
sull'immigrazione’ su un piano diverso e<br />
più avanzato di riflessione che parta dal<br />
riconoscimento dei diritti, primo fra tutti il<br />
diritto di voto, di individuazione di percorsi<br />
di partecipazione.<br />
Proprio <strong>la</strong> partecipazione, a partire dal<br />
ruolo dell'associazionismo e in primo luogo<br />
dell'<strong>Arci</strong> e dei suoi circoli, sarà uno dei<br />
nostri principali argomenti. È nostra convinzione<br />
infatti che <strong>la</strong> partecipazione è <strong>la</strong><br />
chiave per risolvere anche molti veri e presunti<br />
problemi legati al<strong>la</strong> convivenza <strong>nelle</strong><br />
nostre città.<br />
Solo favorendo <strong>la</strong> partecipazione e il protagonismo<br />
sociale e politico dei migranti si<br />
potranno affrontare e risolvere i loro problemi<br />
ed evitare che questi si trasformino<br />
in futuro in conflitti insolubili che graverebbero<br />
su tutta <strong>la</strong> comunità.<br />
Info: www.arcitoscana.org/meeting<br />
Caravanserà: un’esperienza adulta<br />
al<strong>la</strong> scoperta dei giovani musicisti del Lazio<br />
provinciale, fece segnare risultati di assoluto<br />
rispetto. Oltre 150 musicisti appartenenti<br />
a gruppi musicali giovanili furono impegnati<br />
in più di 50 concerti realizzati in realtà<br />
diverse del territorio, per un totale di<br />
circa 10.000 presenze.<br />
Un primo censimento dei gruppi mise in<br />
luce una domanda pressante riguardo al<strong>la</strong><br />
necessità di colmare in maniera rapida e<br />
convincente carenze di vario tipo, quali:<br />
sale prove, produttori, sale di registrazione,<br />
consulenze di immagine, contatti tra musicisti<br />
e gestori di locali.<br />
Con l'inizio del 2004 Caravanserà si è fatto<br />
adulto: un progetto itinerante di musica,<br />
cultura, censimento ed analisi del<strong>la</strong> realtà<br />
giovanile in ambito regionale. Puntando ad<br />
investire l'intero territorio <strong>la</strong>ziale, l’<strong>Arci</strong> ha<br />
fissato quattro fasi di intervento: raccolta<br />
dati, analisi dati, performance, produzione<br />
e contatto con il mercato.<br />
Al progetto possono partecipare, attraverso<br />
un bando, ragazze con meno di 26 anni<br />
di età e ragazzi riformati al<strong>la</strong> leva, come<br />
volontari del servizio civile nazionale. <strong>Il</strong> che<br />
è un bel procedere, sia sul piano sociale<br />
che su quello artistico-culturale.<br />
Info: www.arci<strong>la</strong>zio.it/caravansera.asp
4 7 a n n i d i a r c i<br />
Attenzione, nasce l'<strong>Arci</strong><br />
Cerchiamo materiali e testimonianze<br />
Siamo nel 1957, a Firenze. Domani,<br />
26 maggio, e dopodomani si tiene<br />
una assemblea di persone, Circoli,<br />
Case del popolo. <strong>Il</strong> luogo dell'in<strong>contro</strong> è<br />
uno di quelli che ricordano<br />
le radici del municipalismo<br />
democratico:<br />
è il Pa<strong>la</strong>gio di Parte<br />
Guelfa.<br />
Vengono da una decina<br />
di città. Ci sono anche<br />
intellettuali, deputati,<br />
senatori, sindaci, sindacalisti. Saranno i<br />
protagonisti di un vero evento civile e<br />
sociale: <strong>la</strong> nascita dell'<strong>Arci</strong>.<br />
Sono tempi in cui vengono colpiti duramente<br />
i diritti dell'associazionismo di sinistra.<br />
Vengono chiusi, sgomberati, vietati<br />
molti Circoli. Per difendere questi diritti, per<br />
dare voce e forza a questo mondo associativo<br />
che rischiava di venire sradicato,<br />
ecco l'<strong>Arci</strong>.<br />
È un nome nuovo per mettere insieme<br />
radici profondissime.<br />
<strong>Il</strong> dipinto del Quarto Stato rappresenta una<br />
fiumana in cammino per affermare - questo<br />
trasmettono gesti e volti - diritti fondamentali.<br />
<strong>Il</strong> segretario del<strong>la</strong> Cgil, Giuseppe Di<br />
<strong>Il</strong> logo dell’<strong>Arci</strong> negli anni ‘70...<br />
Noi siamo un’associazione<br />
di promozione sociale<br />
47 anni dopo <strong>la</strong> sua fondazione - il 26 maggio<br />
del 1957 a Firenze - ci si continua a<br />
chiedere cos'è l'<strong>Arci</strong>. Segno del<strong>la</strong> sua vitalità<br />
del suo 'aderire' al<strong>la</strong> società. A ogni congresso<br />
<strong>la</strong> sua 'definizione' si di<strong>la</strong>ta e insieme<br />
se ne rilegge <strong>la</strong> sua storia, sempre più ricca.<br />
Riportiamo qui l'ultima, quel<strong>la</strong> contenuta<br />
nel<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione introduttiva al Congresso del<br />
2002.<br />
Noi siamo un’associazione di promozione<br />
sociale. Abbiamo scelto di essere parte del<br />
campo di forze più vitalmente interessate al<br />
cambiamento. Sul terreno del<strong>la</strong> socialità,<br />
del<strong>la</strong> cultura, del<strong>la</strong> solidarietà, dell'inclusione.<br />
Non surroghiamo i partiti, non tappiamo<br />
i buchi dello Stato sociale, non siamo a servizio<br />
di chi vuole servirsi - pro domo sua -<br />
delle istituzioni.<br />
Molti non lo sanno: l'atto di nascita dell'<strong>Arci</strong>,<br />
nel 1957, viene da una vigorosa spinta di<br />
autonomia. Erano tempi in cui le Case del<br />
popolo, i circoli dei <strong>la</strong>voratori, dei giovani,<br />
delle donne, le sedi dei movimenti popo<strong>la</strong>ri<br />
erano sottoposte a restrizioni pesanti, a<br />
repressioni, in quell'Italia spezzata dal<strong>la</strong><br />
Guerra fredda. L'<strong>Arci</strong> nasce come coordinamento<br />
deciso a difendere il patrimonio<br />
associativo e come luogo di sviluppo del<br />
arcireport<br />
Vittorio, osservando il dipinto di Pellizza da<br />
Volpedo, disse una volta: "Venivano certamente<br />
da una Casa del Popolo". Fa bene<br />
immaginare quel luogo come punto di partenza<br />
di una vicenda<br />
storica e sociale così<br />
grande. L'<strong>Arci</strong> con il<br />
tempo è diventata una<br />
Casa sempre più grande.<br />
Ha assunto via via<br />
nuove responsabilità,<br />
passando anche attraverso<br />
intemperie, siccità e alluvioni, per<br />
così dire.<br />
È radicalmente mutato il contesto storico,<br />
che richiede una nuova lettura<br />
nel profondo delle dinamiche<br />
sociali e civili. Quei<br />
giorni lontani di Firenze, il<br />
coraggio e <strong>la</strong> spinta di autonomia<br />
che emerse allora,<br />
sono nel nostro dna.<br />
Tutti dicono che l'<strong>Arci</strong> è figlia<br />
naturale del mondo progressista<br />
e di sinistra. È vero, anche se non<br />
tutti salutarono con felicità quel<strong>la</strong> nascita,<br />
troppo anoma<strong>la</strong> e libera, troppo poco conforme<br />
ai canoni dirigisti e gerarchici di<br />
... e quello degli anni ‘90<br />
libero associazionismo. Ad assistere quel<strong>la</strong><br />
nascita non c'erano i Grandi del<strong>la</strong> sinistra.<br />
La loro linea era quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> cosiddetta<br />
democratizzazione dell'Enal, un ente dopo<strong>la</strong>voristico<br />
erede di una omologa struttura<br />
fascista. Altra era l'idea dei nostri indisciplinati<br />
fondatori, che non accettavano quel<strong>la</strong><br />
forma autoritaria, burocratica, chiusa, di<br />
espressione associativa. Così nacque l'<strong>Arci</strong>,<br />
figlia naturale (si può dire anche illegittima)<br />
del<strong>la</strong> sinistra, poco amata dal<strong>la</strong><br />
Nomenk<strong>la</strong>tura che aveva in testa una rigida<br />
gerarchia. Una gerarchia che noi all'<strong>Arci</strong><br />
abbiamo, in un tempo lontano, dovuto subire,<br />
ma che non abbiamo mai accettato.<br />
L'impresa è stata lunga e difficile. Quasi<br />
sempre abbiamo contato sulle nostre sole<br />
forze. Ci sono stati momenti in cui l'<strong>Arci</strong> era<br />
in una situazione disperata. Qualche insigne<br />
capo del<strong>la</strong> sinistra disse freddamente:<br />
se non ce <strong>la</strong> fate, sciogliete<strong>la</strong>. Altri, per merito<br />
e fortuna, diedero il loro appoggio. Rare<br />
api. A unghie e denti ci siamo aperti <strong>la</strong> strada.<br />
Abbiamo riorganizzato il sistema <strong>Arci</strong>.<br />
Abbiamo ri<strong>la</strong>nciato l'iniziativa. Abbiamo<br />
<strong>la</strong>vorato sul risanamento. Abbiamo fatto<br />
politica associativa. E siamo qui, vivi.<br />
Dentro a ciò che c'é di vivo socialmente.<br />
qualche Papavero Rosso.<br />
Ma <strong>la</strong> storia di quel<strong>la</strong> nascita va raccontata<br />
bene. E a questo stanno <strong>la</strong>vorando Luigi<br />
Martini, operatore culturale e archivista<br />
sopraffino, insieme al presidente dell'<strong>Arci</strong><br />
Tom Benetollo.<br />
<strong>Il</strong> <strong>la</strong>voro è a buon punto, ma sarebbe<br />
importante e bello se in molti mettessero<br />
mano ai materiali degli anni Cinquanta, e<br />
alle testimonianze dei nostri vecchi e amati<br />
testimoni dell'epoca. L'obiettivo è semplice:<br />
costruire un quadro documentato, a<br />
forte profondità di campo, sul<strong>la</strong> nascita<br />
dell'<strong>Arci</strong>. E quindi su ciò che l'ha introdotta<br />
e ciò che l'ha seguita, nell'arco che va dal<strong>la</strong><br />
fine del<strong>la</strong> Seconda <strong>guerra</strong><br />
mondiale, con <strong>la</strong> riconquista<br />
degli spazi di libertà associativa,<br />
fino alle Giornate di<br />
Genova del Luglio 1960<br />
(spartiacque di un ciclo di<br />
storia dei movimenti popo<strong>la</strong>ri).<br />
Chi avesse materiali e testimonianze<br />
sull'epoca, è pregato di inviarli<br />
presso <strong>la</strong> Presidenza <strong>Arci</strong> nazionale, Via<br />
Monti di Pietra<strong>la</strong>ta 16, 00157 Roma.<br />
Info: presidenza@arci.it<br />
1.100.000 associati<br />
ed oltre<br />
Fino ad oggi l'andamento del tesseramento<br />
2004 sta mostrando dati che possiamo ritenere<br />
più che positivi: i dati a confronto con<br />
quelli del 2003 mostrano una crescita. <strong>Il</strong> tesseramento<br />
2003 con un aumento di oltre<br />
50.000 tessere ha riportato <strong>la</strong> nostra associazione<br />
ad avere 1.100.000 associati.<br />
I dati del tesseramento 2004 che ci stanno<br />
pervenendo, perciò, devono a maggior<br />
ragione essere letti con entusiasmo e devono<br />
caricarci positivamente nel nostro impegno<br />
quotidiano.<br />
Possiamo affermare sicuramente che <strong>la</strong><br />
nostra base associativa cresce: si consolidano<br />
punti di aggregazione e discussione nonostante<br />
le mille difficoltà. Tutto questo significa<br />
indubbiamente che il nostro modello<br />
associativo, le scelte operate sono valide ed<br />
esprimono le reali esigenze del<strong>la</strong> società<br />
civile. Vuole però soprattutto dire che i nostri<br />
circoli e comitati hanno saputo rispondere<br />
positivamente alle difficoltà del quotidiano<br />
nel confronto con istituzioni sorde, spesso<br />
contrapponendosi a progetti poco associativi<br />
ma a buon mercato. Dobbiamo radicare<br />
maggiormente <strong>la</strong> nostra associazione al sud,<br />
dove oggi abbia gruppi dirigenti all'altezza.<br />
Info: www.arci.it/associarsi<br />
4
<strong>la</strong>verastoriadelsimbolodel<strong>la</strong><br />
pace<br />
Correva l’anno 1950...<br />
Ecco da dove viene il simbolo pacifista<br />
è una variante del<br />
marchio del<strong>la</strong> Merce-<br />
NO.Non<br />
des… anche se succede<br />
che qualche pacifista maldestro usi proprio<br />
il segno di quelle automobili, al posto del<br />
meraviglioso simbolo del Fate l'Amore,<br />
Non Fate <strong>la</strong> Guerra. È capitato a un gruppo<br />
pacifista romano, a un circolo del<strong>la</strong><br />
Sinistra giovanile, ai Disubbidienti durante<br />
una manifestazione a Venezia, al quotidiano<br />
il Riformista e in una vignetta di<br />
Liberazione. Sbadataggini.<br />
Molti chiedono: ma da dove salta fuori quel<br />
benedetto simbolo? Ringraziate Gerald<br />
Holtom. Un importante artista inglese.<br />
Erano i tempi<br />
del riarmo nu-<br />
La linea verticale<br />
stretta tra due linee<br />
inclinate venne in<br />
mente a Holtom,<br />
artista inglese,<br />
pacifista di ferro<br />
cleare e tanta<br />
gente era seriamentepreoccupata<br />
per<br />
una possibile<br />
<strong>guerra</strong> atomica<br />
(dovrebbe esserlo<br />
pure ora,<br />
visto che ci<br />
sono in giro 50<br />
mi<strong>la</strong> armi nucleari, pochissime volte in<br />
mano a gente con <strong>la</strong> testa sulle spalle).<br />
Insomma, era nato il mitico CND (Campaign<br />
for Nuclear Disarmament) e stava<br />
per tenere <strong>la</strong> prima grande marcia <strong>contro</strong><br />
le armi atomiche. Correva l'anno 1958 e <strong>la</strong><br />
marcia fu fatta da Londra a Aldermaston,<br />
sede di una grande base militare nuke. <strong>Il</strong><br />
CND aveva bisogno di un simbolo da mettere<br />
sugli stendardi e sui cartelli e Gerald<br />
Holtom ci <strong>la</strong>vorò sopra.<br />
Holtom era un pacifista di ferro. Durante <strong>la</strong><br />
Seconda <strong>guerra</strong> mondiale si dichiarò<br />
obiettore di coscienza, correndo il rischio<br />
di venire giudicato come disertore dal<br />
Tribunale militare (sapete che anche<br />
Keynes aveva rifiutato le armi nel<strong>la</strong> Prima<br />
Guerra?). Holtom era un amico di Bertrand<br />
Russell (che ancora a 96 anni faceva i Sit-<br />
In pacifisti) e animatore del movimento.<br />
<strong>Il</strong> nostro uomo pensò a un logo in cui<br />
apparissero <strong>la</strong> lettera N (che sta per<br />
Nuclear) e <strong>la</strong> lettera D (che sta per<br />
Disarmament). Volle riprodurre le linee<br />
del<strong>la</strong> posizione delle bandierine dei marinai,<br />
quelle usate per passare i messaggi<br />
visivi.<br />
La linea verticale stretta alle due linee inclinate,<br />
venne in mente a Holtom per amore<br />
di un quadro di Goya. È <strong>la</strong> drammatica e<br />
scioccante Fuci<strong>la</strong>zione del 3 maggio 1808.<br />
Un gruppo di disperati popo<strong>la</strong>ni spagnoli<br />
barbaramente assassinati dai soldati<br />
napoleonici. Ciò che colpiva Holtom erano<br />
arcireport<br />
le braccia rivolte in alto di uno che stava<br />
per essere fuci<strong>la</strong>to, e quelle in basso di<br />
uno già morto.<br />
Rimane da spiegare il cerchio entro cui<br />
quelle linee si rinserravano: il cerchio del<br />
mondo. E il cerchio inoltre evoca armonia,<br />
talvolta perfezione, comunque cose positive.<br />
Questo simbolo sarebbe stato probabilmente<br />
usato localmente, se non fosse<br />
stato ‘esportato’ con <strong>la</strong> travolgente avanzata<br />
del<strong>la</strong> musica beat e pacifista in quegli<br />
anni. Approdò subito in O<strong>la</strong>nda con i<br />
Provos e in Germania nei movimenti antimilitaristi.<br />
<strong>Il</strong> salto oltreoceano il simbolo lo<br />
fece grazie a un col<strong>la</strong>boratore di Martin<br />
Luther King. <strong>Il</strong> suo nome era Bayard<br />
Rustin, che partecipando a manifestazioni<br />
in Inghilterra fu colpito dal<strong>la</strong> forza del simbolo<br />
e lo portò negli States.<br />
Qui nei primi anni Sessanta già era di casa<br />
<strong>nelle</strong> manifestazioni <strong>contro</strong> <strong>la</strong> <strong>guerra</strong> del<br />
Vietnam, anche dipinto direttamente sulle<br />
bandiere a stelle e strisce. Come documentato<br />
ampiamente, e come ricordano<br />
molti film, quel simbolo venne usato, con<br />
senso di sfida e di risentimento, dagli stessi<br />
soldati Usa in Indocina. Ebbe molte<br />
varianti, spesso ispirate a sensualità e a<br />
pose amatorie.<br />
In Grecia, aver marciato con quel simbolo<br />
... e <strong>la</strong> bandiera arcobaleno<br />
Se pure sono tante le tracce del<strong>la</strong> bandiera<br />
del<strong>la</strong> Pace risalenti all'inizio del secolo<br />
scorso - e ad essa si richiama anche<br />
Bertrand Russel grande figura pacifista,<br />
fondatore del Tribunale Russel - spetta ad<br />
Aldo Capitini una sorta di primogenitura<br />
del vessillo così simile alle versioni attuali.<br />
Capitini, inventore del<strong>la</strong> Marcia Perugia-<br />
Assisi, adottò <strong>la</strong> bandiera multicolore,<br />
cucita dalle suore di un convento umbro, in<br />
occasione del<strong>la</strong> prima marcia, il 2 settembre<br />
1961. Capitini pensò a quel<strong>la</strong> camminata<br />
perché in un paese di contadini era <strong>la</strong><br />
cosa più semplice da organizzare. Quel<br />
giorno, tra le colline inondate dal sole, sfi<strong>la</strong>rono<br />
circa 25mi<strong>la</strong> persone, precedute<br />
dal<strong>la</strong> bandiera arcobaleno.<br />
La gente camminava serena e determinata,<br />
innalzando cartelli tanto semplici (francescanamente)<br />
quanto efficaci: Libri e<br />
case, non cannoni, La pace è un diritto dei<br />
popoli, La <strong>guerra</strong> non risolve i problemi, li<br />
crea. Fausto Amodei cantava i testi di Italo<br />
Calvino o improvvisava sui versi suggeriti<br />
da Franco Fortini che era al suo fianco.<br />
Tutto si svolse nel massimo ordine, sotto<br />
gli occhi dei moltissimi poliziotti presenti.<br />
Nel<strong>la</strong> storia artico<strong>la</strong>ta e complessa del<strong>la</strong><br />
in mano da Maratona a Atene costò <strong>la</strong> vita<br />
a Lambrakis, intellettuale pacifista greco<br />
(culturalmente aveva qualcosa in comune<br />
con Pasolini) massacrato da uno squadrone<br />
di fascisti.<br />
<strong>Il</strong> simbolo è stato a lungo proibito nei paesi<br />
dell'Est ai tempi del vecchio regime: evocava<br />
<strong>la</strong> decadente viziosità occidentale, il<br />
dissenso, l'antipatriottismo. Molti sono finiti<br />
in carcere per averlo usato. Però lo vedevi<br />
<strong>nelle</strong> case, nei Samiszdat, per qualche<br />
minuto <strong>nelle</strong> metropolitane prima che venisse<br />
cancel<strong>la</strong>to. Soprattutto per i giovani<br />
era una espressione di libertà e di anticonformismo.<br />
Lo usava anche Havel, prima di<br />
aderire a varie guerre più o meno umanitarie.<br />
Holtom si è sempre rifiutato di brevettare<br />
quel logo, considerato bene comune. Un<br />
simbolo che ha avuto <strong>la</strong> soddisfazione (ah,<br />
lo snobismo britannico) di fare <strong>la</strong> sua<br />
entrata nell'Imperial War Museum di<br />
Londra in una versione di ceramica (si<br />
pensava che <strong>la</strong> ceramica avrebbe resistito<br />
anche a un bombardamento nucleare). <strong>Il</strong><br />
simbolo si è ormai globalizzato, arrivando<br />
ovunque.<br />
Utilmente, perché di questi tempi fare l'amore<br />
e non <strong>la</strong> <strong>guerra</strong> appare sempre più<br />
bello e necessario. Datevi da fare.<br />
bandiera iridata si possono riferire aneddoti<br />
che spesso hanno dato luogo a versioni<br />
più o meno diverse rispetto a quelle<br />
che conosciamo e usiamo oggi. D’altra<br />
parte anche oggi non esiste un unico<br />
modello, visto che "produttori" diversi<br />
offrono vessilli che possono differenziarsi<br />
in alcuni partico<strong>la</strong>ri: <strong>la</strong> scritta PACE in lingue<br />
diverse, diverse tonalità dei colori o<br />
delle stoffe, sovrapposizioni grafiche, simboli,<br />
quali colombe, e, in alcuni casi, scritte<br />
e nomi delle organizzazioni.<br />
Del drappo arcobaleno si occupa, nei primi<br />
anni '80, il designer Bruno Munari e un suo<br />
allievo, il pittore Tonino Milite che nel 1981<br />
deposita <strong>la</strong> sequenza cromatica del vessillo<br />
iridato: i due artisti ne e<strong>la</strong>borano soprattutto<br />
<strong>la</strong> forma, pensando a un trapezio rettangolo<br />
"per dare l'idea del movimento,<br />
del<strong>la</strong> marcia". Di questa idea viene realizzata,<br />
nel 1982, una ‘imitazione’ a cura<br />
del<strong>la</strong> Federazione del Pci di Mi<strong>la</strong>no in<br />
occasione di una manifestazione con<br />
Enrico Berlinguer. Sulle bande colorate<br />
viene sovrapposta <strong>la</strong> scritta PACE per<br />
ragioni... televisive (erano ancora gli anni<br />
del<strong>la</strong> Tv in bianco e nero).<br />
(Testo tratto dal sito: www.arcivarese.it)<br />
5<br />
speciale<br />
<strong>la</strong>verastoriadel<strong>la</strong>bandieraarcobaleno
i n t e r n a z i o n a l i<br />
Sono molti i comitati locali <strong>Arci</strong> attivi da<br />
più di 15 anni per il sostegno politico<br />
e umanitario ai Sahrawi. Un popolo<br />
che vive sotto <strong>la</strong> repressione nei territori illegalmente<br />
occupati dall'esercito marocchino<br />
o rifugiato nei campi profughi nel deserto<br />
algerino, l'Hammada di Tindouf, grazie<br />
all'assistenza alimentare e sanitaria delle<br />
organizzazioni internazionali ed europee.<br />
Dal 1991 i Sahrawi, che ripudiano ogni<br />
forma di terrorismo, attendono <strong>la</strong> celebrazione<br />
di un referendum per affermare il<br />
diritto all’autodeterminazione, sul<strong>la</strong> base di<br />
un piano di pace attivato dall’Onu.<br />
A Siena, nel corso del seminario nazionale<br />
dell’<strong>Arci</strong> Un nuovo movimento per <strong>la</strong> pace i<br />
comitati impegnati <strong>nelle</strong> attività di solidarietà<br />
con il popolo Sahrawi si sono riuniti e,<br />
al<strong>la</strong> presenza di Tom Benetollo, hanno<br />
dato vita ad un gruppo di <strong>la</strong>voro permanente<br />
e aperto al contributo di tutti coloro<br />
che nell’associazione sono interessati a<br />
realizzare campagne di informazione sul<strong>la</strong><br />
storia e sulle ragioni del popolo Sahrawi e<br />
alle iniziative di denuncia delle vio<strong>la</strong>zioni<br />
dei diritti umani nei territori sotto il <strong>contro</strong>l-<br />
arcireport<br />
L’indipendenza e <strong>la</strong> libertà del popolo Sahrawi<br />
sta a cuore all’<strong>Arci</strong><br />
lo marocchino, dove di recente si è addirittura<br />
assistito all'aumento delle carcerazioni<br />
ingiustificate, delle torture e delle sparizioni<br />
dei Sahrawi.<br />
Infine il gruppo promuoverà progetti culturali<br />
(proiezioni cinematografiche, realizzazione<br />
di eventi musicali) e di occupazione<br />
(artigianato turismo solidale) sopratutto per<br />
i giovani sahrawi che più di altri soffrono l'iso<strong>la</strong>mento<br />
nei campi.<br />
L'<strong>Arci</strong> di Catania, a seguito dell'esperienza<br />
effettuata presso il campo di El Ayoun nel<br />
febbraio scorso, sta realizzando un cd per<br />
diffondere informazioni sui Sahrawi, sul<strong>la</strong><br />
loro cultura e sul<strong>la</strong> loro identità.<br />
Nel cd, dal titolo Goccia a goccia si forma<br />
il fiume, oltre ad essere riprodotti alcuni<br />
momenti salienti del <strong>la</strong>boratorio, sono stati<br />
inseriti brani tradizionali cantati da donne<br />
del campo e da un cantautore sahrawi,<br />
Yaya. Al cd verrà accluso un libretto contenente<br />
una descrizione del<strong>la</strong> storia del<br />
popolo Sahrawi, <strong>la</strong> traduzione dei testi<br />
delle canzoni comprese nel cd in col<strong>la</strong>borazione<br />
con Souadou Lagdaf, ragazza<br />
Saharawi che vive e studia a Catania.<br />
L'<strong>Arci</strong> di Terni oltre all'ormai consolidata<br />
esperienza di accoglienza di un gruppo di<br />
bambini sahrawi nel periodo estivo, sta<br />
realizzando un progetto sportivo presso <strong>la</strong><br />
provincia di Auserd, per <strong>la</strong> formazione di<br />
figure professionali quali: arbitro, giocatore<br />
di calcio e giocatore di pal<strong>la</strong>volo.<br />
Per tutte queste figure è prevista anche<br />
una formazione teorico-pratica sia per i<br />
ragazzi che per le ragazze in età compresa<br />
tra i tredici e i diciotto anni, una delle<br />
fasce più a rischio di questa popo<strong>la</strong>zione<br />
data l'impossibilità di realizzarsi nel mondo<br />
del <strong>la</strong>voro una volta terminati gli studi obbligatori.<br />
A questo scopo l'<strong>Arci</strong> sta interessando una<br />
rete di istituzioni sensibili e attive sul territorio<br />
umbro, che permettano di sviluppare<br />
tale percorso. Altri progetti sono stati realizzati<br />
in questi anni dai comitati del<strong>la</strong><br />
Toscana, di Ferrara e di Lecco.<br />
La recente formazione del gruppo di <strong>la</strong>voro<br />
sui sahrawi darà modo a tutte queste<br />
realtà ed altre ancora di far conoscere il<br />
proprio operato.<br />
Info: roversi@arci.it<br />
Jam session a Saluzzo, occasioni per sostenere Attivarci<br />
Nei mesi di maggio e <strong>giugno</strong> il Circolo culturale<br />
Ratatoj di Saluzzo (Cn) diventa una<br />
accogliente e suggestiva jazz hall, infatti il<br />
venerdì sera si terranno delle entusiasmanti<br />
jam session, introdotte ed accompagnate<br />
dai JazzBeaters Saluzzo Live<br />
Session Band. Le jam session sono nate<br />
grazie ai jazzisti americani degli anni ‘30 e<br />
‘40 che al<strong>la</strong> fine dei loro concerti si ritrovavano<br />
in qualche locale o cantina per suonare<br />
e improvvisare liberamente. In questa<br />
vivace libertà i musicisti trovavano le condizioni<br />
migliori per esprimersi improvvisando<br />
brani strumentali che per <strong>la</strong> loro intramontabile<br />
bellezza sono diventati parte<br />
importante del repertorio di ogni musicista<br />
jazz. Le Jam Session che si tengono presso<br />
il Ratatoj ricreeranno fedelmente questo<br />
contesto.<br />
<strong>Il</strong> palco sarà aperto a tutti i musicisti, professionisti<br />
e non, amatori, appassionati e<br />
studenti: cantanti, sassofonisti, contrabbassisti,<br />
batteristi, pianisti, chitarristi, trombettisti,<br />
c<strong>la</strong>rinettisti, f<strong>la</strong>utisti, violinisti ecc.<br />
che vorranno intervenire per il piacere di<br />
suonare e condividere emozioni.<br />
L'iniziativa del Ratatoj di Saluzzo intende<br />
creare una rete per promuovere <strong>la</strong> musica<br />
jazz e tutte le altre forme d'espressione<br />
artistica e culturale attraverso l'allestimento<br />
di concerti, jam session, dibattiti, conferenze,<br />
happening, performance, filmati di<br />
video-arte, diapositive, documentari... tutto<br />
all'insegna del<strong>la</strong> Jazz-situation!<br />
Durante le serate sarà allestito un punto<br />
informativo del<strong>la</strong> Campagna Attivarci, iniziativa<br />
di sensibilizzazione e raccolta fondi<br />
a favore dell'infanzia disagiata vittima dei<br />
conflitti e dell'esclusione sociale promossa<br />
dall'<strong>Arci</strong> in Paesi quali Mozambico,<br />
Balcani, Brasile, Colombia, Filippine, Perù,<br />
Palestina.<br />
Questi progetti sono accomunati da un<br />
unico grande intento: cambiare le condizioni<br />
di vita di migliaia di bambini ridonando<br />
loro speranza e fiducia nel proprio futuro<br />
e in quello del<strong>la</strong> comunità in cui vivono,<br />
sottraendoli ad un destino incerto fatto<br />
spesso di miseria e deso<strong>la</strong>zione.<br />
Info: www.ratatoj.it<br />
in redazione<br />
Andreina Albano, Silvia Baraldini,<br />
Tom Benetollo, Maurizio Mumolo,<br />
Enzo Piperno, Carlo Testini<br />
hanno col<strong>la</strong>borato a questo numero<br />
Alfonso Cardamone, Pino Di Francesco,<br />
Massimiliano Flora, Sergio Giovagnoli,<br />
Daniele Lorenzi, Roberta Magni,<br />
Filippo Miraglia, Giuseppe Musolino,<br />
Fausto Pizzo<strong>la</strong>nte, Valentina Roversi,<br />
Andrea Serra<br />
impaginazione<br />
Nico<strong>la</strong> Bruno, C<strong>la</strong>udia Ranzani<br />
progetto grafico<br />
Sectio - Roma<br />
editore<br />
<strong>Arci</strong> Nuova Associazione<br />
via dei Monti di Pietra<strong>la</strong>ta, 16<br />
00157 Roma<br />
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