Scarica la rivista - mondosalute
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Urne... deserte<br />
Nel febbraio del 2003 ero a Praga<br />
in occasione degli ultimi giorni<br />
del<strong>la</strong> presidenza di Havel che <strong>la</strong>sciava<br />
dopo 13 anni. E finiva un’era al<br />
Castello, celebrata con una gran festa,<br />
organizzata dal<strong>la</strong> moglie Dasa. Quel<br />
“piccolo, dolce paese” come lo chiamava<br />
il suo presidente-drammaturgo, dopo<br />
aver vissuto <strong>la</strong> primavera devastata dai<br />
carrarmati di Mosca e poi <strong>la</strong> rivoluzione<br />
di velluto, -sempre a Praga, dove aveva<br />
cominciato a sgreto<strong>la</strong>rsi il Muro- viveva<br />
con emozione il prossimo ingresso in<br />
Europa, atmosfera che il referendum di<br />
pochi mesi dopo avrebbe confermato.<br />
La capitale ceca, come sospesa tra passato<br />
e futuro, sembrava il <strong>la</strong>boratorio ideale<br />
per testare l’al<strong>la</strong>rgamento a 25, nelle<br />
varie tappe previste dal processo. A neanche<br />
un anno di distanza, invece, al primo<br />
appuntamento Europeo, percentuali<br />
basse alle urne anche qui e vittoria degli<br />
euroscettici, con Havel, ritratto sorridente<br />
al voto, che poi si sottrae a ogni<br />
commento.<br />
CONGIUNTURA<br />
Si è detto: <strong>la</strong> congiuntura economica negativa,<br />
omologata dall’Euro ha penalizzato<br />
i governi in carica (eccezion fatta<br />
per spagnoli, italiani e svedesi) dunque,<br />
le crisi interne che prevalgono e condizionano<br />
le scelte per il par<strong>la</strong>mento sovranazionale.<br />
Ma puo’ bastare, nel<strong>la</strong><br />
prospettiva di chi è appena entrato<br />
nell’Unione, benché ancora non nel<strong>la</strong><br />
pienezza dei diritti? La spinta verso il<br />
progetto-Europa, proprio da parte di<br />
quei paesi dell’Est, che a lungo l’hanno<br />
agognato a dispetto dei retaggi nostalgici<br />
di altro segno, si dimostra inferiore alle<br />
attese? Probabilmente è lo ‘spirito europeo’<br />
il grande assente, certo non favorito<br />
dagli eurocrati di Bruxelles, dagli interessi<br />
dei paesi grandi a danno dei piccoli,<br />
ma anche dall’occidentalizzazione<br />
VISITE A DOMICILIO ✳ DI CARMEN LASORELLA<br />
La spinta verso il progetto-Europa, proprio da<br />
parte di quei paesi dell’Est, che a lungo l’hanno<br />
agognato a dispetto dei retaggi nostalgici di altro<br />
segno, si dimostra inferiore alle attese<br />
accelerata di mondi culturalmente lontani, che<br />
nell’abbaglio del consumismo globalizzato, subiscono<br />
il fascino americano, più che europeo. E<br />
i modelli, legati al<strong>la</strong> competizione esasperata, all’eccesso,<br />
al<strong>la</strong> dittatura dell’immagine si riflettono<br />
nei dati dell’ultimo World Wealth Report,<br />
che segna<strong>la</strong> una crescita vistosa dei nuovi ricchi<br />
in milioni di dol<strong>la</strong>ri, in partico<strong>la</strong>re a oriente a<br />
danno del<strong>la</strong> condizione dei più –con <strong>la</strong> forbice<br />
che si al<strong>la</strong>rga- segnata dal disagio sociale e dall’indebitamento:<br />
si spende anche ciò che non si<br />
ha, nel<strong>la</strong> rincorsa di beni, che marchino l’apparenza.<br />
TELECRAZIA<br />
Crisi di contenuti, dunque, ben più pesante del<strong>la</strong><br />
crisi economica. E telecrazia che omologa,<br />
personalizza i contrasti, muove i<br />
consensi nel vuoto di politiche e<br />
programmi. E vale per i nuovi partner,<br />
come per i paesi fondatori<br />
dell’Unione.<br />
Un saggio lo si è avuto anche in<br />
Italia, dove, pur nel<strong>la</strong> alta partecipazione<br />
al voto –ben al di sopra<br />
del<strong>la</strong> media europea- i temi<br />
dell’Europa sono mancati. E i risultati<br />
hanno fotografato non tanto<br />
<strong>la</strong> scelta tra schieramenti alternativi<br />
– già che gli elettori hanno<br />
premiato alcune forze tanto all’interno<br />
del<strong>la</strong> maggioranza, quanto dell’opposizione<br />
– bensì <strong>la</strong> stessa anomalia italiana, espressa<br />
dal<strong>la</strong> figura del capo del governo, che ha favorito,<br />
nelle promesse disattese e con una va<strong>la</strong>nga<br />
di voti, chi, estraneo al<strong>la</strong> politica, semplicemente<br />
gli è stato contrapposto. Nel<strong>la</strong> po<strong>la</strong>rizzazione,<br />
il sostegno massiccio del<strong>la</strong> macchina mediatica<br />
mossa dagli apparati, che avevano provocato<br />
l’innamoramento per l’uno e a seguire nuovi<br />
amori. Ma, annotate le eccezioni che pure non<br />
sono mancate – penso ad alcune figure di spicco<br />
neoelette- per il sogno europeo <strong>la</strong> strada rimane<br />
incerta, né le difficoltà che accompagnano il varo<br />
del<strong>la</strong> nuova costituzione e <strong>la</strong> poltrona più alta<br />
di Bruxelles contribuiscono a al<strong>la</strong> chiarezza.<br />
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