15.06.2013 Views

Scarica il PDF - Museo Nazionale del Cinema

Scarica il PDF - Museo Nazionale del Cinema

Scarica il PDF - Museo Nazionale del Cinema

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA<br />

anno ii1 - numero 33 - gennaio 2006 - poste italiane. spedizione in a.p. 70% d.c. / d.c.i. torino - tassa pagata / taxe perçue / ordinario<br />

DIRETTORE ALBERTO BARBERA<br />

Il vento e la città<br />

Il cinema di Amir Naderi<br />

I segreti <strong>del</strong> cuore<br />

Retrospettiva Eric Rohmer<br />

The Storyteller - II parte<br />

Retrospettiva Stephen Frears<br />

Crossroads<br />

Seattle e <strong>il</strong> fenomeno grunge<br />

Bullshit Walks, Money Talks<br />

Attraversando Las Vegas<br />

Il vento e la città.<br />

Il cinema di Amir Naderi<br />

di Dave Kehr *<br />

N U M E R O<br />

33<br />

GENNAIO 2006<br />

Amir Naderi ha lavorato in due paesi,l’Iran,dove è nato (nel 1946 nella città portuale<br />

di Abadan) e negli Stati Uniti, suo paese d’adozione (dove vive dal 1986).<br />

Ha realizzato f<strong>il</strong>m dichiaratamente commerciali (come, pare, siano i suoi primi<br />

due lungometraggi iraniani, i gangster movie Goodbye My Friend! e Tangna, ora<br />

diffic<strong>il</strong>i da vedere) e f<strong>il</strong>m così personali e così astratti da essere stati in larga misura<br />

limitati al circuito dei festival. I f<strong>il</strong>m di Naderi seguono due st<strong>il</strong>i distinti, quello<br />

naturalista per la maggior parte <strong>del</strong>le opere iraniane (compreso The Runner,<br />

quasi un’autobiografia realizzata nel 1985 e forse <strong>il</strong> suo f<strong>il</strong>m più bello), e quello<br />

formalista per la totalità <strong>del</strong>l’opera americana.Tra i registi che lo hanno maggiormente<br />

influenzato, lui cita Jean Renoir, <strong>il</strong> più appassionato umanista <strong>del</strong> cinema,<br />

e Michelangelo Antonioni, l’imprescindib<strong>il</strong>e freddo modernista.<br />

La duplice sensib<strong>il</strong>ità di Naderi emerge dal suo lavoro non come una contraddizione,<br />

bensì come la sorgente <strong>del</strong>la sua energia creativa e <strong>il</strong> centro dei suoi interessi<br />

tematici. I suoi personaggi sono spesso emotivamente feriti, individui isolati<br />

in cerca di consolazione e di soluzioni da trovare all’interno <strong>del</strong>le strutture formali.<br />

Ma <strong>il</strong> formalismo non rappresenta una caratteristica fredda e astratta nei f<strong>il</strong>m<br />

di Naderi, piuttosto un approdo caldo e sicuro in un mondo caotico.<br />

Rimasto orfano da bambino, ha lasciato la scuola all’età di 12 anni e si è mantenuto<br />

lucidando scarpe e facendo commissioni. Non è diffic<strong>il</strong>e ritrovare tracce<br />

<strong>del</strong>la sua infanzia in personaggi come George Murphy (John Wojda), <strong>il</strong> protagonista<br />

di Manhattan by Numbers, giornalista senza lavoro che percorre Manhattan<br />

attraversando le sue strade numerate, dalla 168ª West a Washington Heights, fino<br />

alla 4ª East, nel Lower East Side, in cerca di qualcuno che possa prestargli poche<br />

centinaia di dollari che gli servono per pagare l’affitto. La ricerca è al tempo stesso<br />

un’indagine emotiva - come quella di George, che tenta disperatamente di<br />

trovare qualcuno che lo ami e che abbia sufficiente fiducia in lui per prestargli<br />

dei contanti - e una sorta di gioco da tavola – come la corsa irregolare di George<br />

attraverso la città, <strong>il</strong> suo percorso, <strong>il</strong> suo destino deciso da segni astratti.<br />

Il gioco è anche al centro di Marathon, in cui si osserva una giovane donna,<br />

Gretchen (Sara Paul), mentre compie ogni anno uno strano rituale: si sforza di<br />

completare quanti più cruciverba possib<strong>il</strong>i in ventiquattr’ore, attraversando<br />

New York in metropolitana. Naderi non fornisce nessuna spiegazione psicologica<br />

per <strong>il</strong> comportamento compulsivo di Gretchen, limitandosi a suggerire che<br />

la ragazza stia portando avanti una tradizione iniziata da sua madre. L’acuto frastuono<br />

<strong>del</strong>la metropolitana (portato all’eccesso dall’asprezza <strong>del</strong> missaggio)<br />

l’aiuta davvero a concentrarsi: strappa parole dal rumore insensato, afferrando<br />

frammenti di parole e di significati dal caos che la circonda.<br />

Anche <strong>il</strong> più recente f<strong>il</strong>m di Naderi, Sound Barrier, si concentra sulla ricerca di<br />

(segue a pag. 2)<br />

“Il corridore” (1985)


2<br />

MENSILE DEL MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA<br />

ANNO IV - NUMERO 33 – GENNAIO 2006<br />

REG.TRIB.TORINO N. 5560 DEL 17/12/2001<br />

Direttore Responsab<strong>il</strong>e<br />

ALBERTO BARBERA<br />

Resp. Programmazione e Coord. Redazionale<br />

STEFANO BONI<br />

Schede F<strong>il</strong>mografiche<br />

STEFANO BONI, GRAZIA PAGANELLI<br />

Hanno collaborato a questo numero<br />

SILVIO ALOVISIO, FLORENT FOURCART<br />

PAOLA INFELISE, DAVE KEHR,AMIR NADERI<br />

MICAELA VERONESI<br />

Ricerche Iconografiche<br />

SILVIO ALOVISIO,ANTONELLA ANGELINI,<br />

SONIA DEL SECCO<br />

(BIBLIOTECA INTERNAZIONALE DI CINEMA<br />

E FOTOGRAFIA “MARIO GROMO”)<br />

Comunicazione e Promozione<br />

MARIA GRAZIA GIROTTO<br />

Ufficio Stampa<br />

VERONICA GERACI<br />

Progetto grafico<br />

ATELIER ABC<br />

Stampa<br />

STIGE<br />

Redazione<br />

VIA MONTEBELLO 15 - 10124 TORINO<br />

TEL. 011.813.85.19 - FAX 011.813.85.30<br />

programmazione@museocinema.it<br />

MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA<br />

FONDAZIONE MARIA ADRIANA PROLO<br />

ARCHIVI DI CINEMA, FOTOGRAFIA ED IMMAGINE<br />

VIA MONTEBELLO 15 - 10124 TORINO<br />

TEL. 011.813.85.11 - FAX 011.839.47.47<br />

www.museocinema.it<br />

Presidente<br />

ALESSANDRO CASAZZA<br />

Direttore<br />

ALBERTO BARBERA<br />

MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA<br />

Le Rassegne <strong>del</strong> Massimo3 programmagennaio<br />

Il vento e la città.<br />

Il cinema di Amir Naderi<br />

(da pag.1)<br />

un significato dentro suoni indecifrab<strong>il</strong>i. A cercare, questa volta, è un ragazzo di<br />

undici anni, Jesse (Charlie W<strong>il</strong>son), che mette sottosopra un magazzino di audiocassette<br />

per trovare un particolare nastro, l’ultimo registrato da sua madre durante<br />

<strong>il</strong> suo talk show radiofonico. Quando trova <strong>il</strong> nastro che cerca, però, Jesse non può<br />

ascoltarlo: <strong>il</strong> ragazzo è sordomuto e deve correre fuori, su strade rumorose, pregan-<br />

cinema <strong>del</strong> presente / 17-24 gennaio<br />

Il vento e la città.<br />

Il cinema di Amir Naderi<br />

Amir Naderi<br />

Harmonica / Saz-e Dahani<br />

Iran 1973, 75’, col., v.o. sott.it.<br />

Copia cortesemente concessa da Kanoon.<br />

Girato nell’assolata costa meridionale <strong>del</strong>l’Iran, regione<br />

d’origine di Naderi, Harmonica inizia quando un ragazzino,<br />

Abdullah, appartenente alla famiglia più ricca <strong>del</strong> v<strong>il</strong>laggio,<br />

riceve in regalo un’armonica. Gli altri coetanei, affascinati dallo<br />

strumento, ne fanno <strong>il</strong> leader <strong>del</strong> gruppo e fanno a gara per<br />

poter ascoltare qualche nota o suonare l’armonica per pochi<br />

istanti. In cambio gli offrono doni e priv<strong>il</strong>egi di ogni tipo e lui<br />

non perde occasione per esercitare <strong>il</strong> piccolo potere di cui è<br />

detentore. Il più ossessionato dall’armonica è Amiro, che si<br />

sottopone a qualsiasi richiesta da parte di Abdullah, portandolo<br />

a spalle in giro per <strong>il</strong> mercato, regalandogli frutti e<br />

difendendolo da ogni accusa. Presto, però, si stancherà <strong>del</strong><br />

piccolo tiranno e smetterà di assecondarlo.<br />

Sc.: A. Naderi; Fot.: Ali Reza Zarrindast;<br />

Int.: Mas’ud Gudarzi.<br />

MER 17, H. 21.00 (INGRESSO LIBERO), LUN 23, H. 17.00<br />

Martedì 17 <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m sarà presentato da Amir Naderi e da Hamid<br />

Dabashi (Columbia University), che ne discuteranno al termine<br />

<strong>del</strong>la proiezione. Moderano Massimo Causo e Grazia Paganelli.<br />

Amir Naderi<br />

Waiting - L’attesa / Entezar<br />

Iran 1974, 46’, col., v.o. sott.it.<br />

Copia cortesemente concessa da Kanoon.<br />

Il piccolo Amiro viene mandato dalla madre a prendere<br />

<strong>del</strong> ghiaccio. Con la sua coppa di cristallo in mano,<br />

<strong>il</strong> ragazzino giunge a destinazione. Bussa al portone<br />

e dallo spiraglio che si apre esce la mano elegante e bella<br />

di una giovane donna che prende la coppa e gliela restituisce<br />

piena di cubetti di ghiaccio. Amiro resta affascinato da quella<br />

mano e ogni giorno passa <strong>il</strong> suo tempo ad aspettare che arrivi<br />

l’ora di tornare a bussare a quella porta. Un giorno, al mercato,<br />

gli sembra di riconoscere la donna, la segue e la vede<br />

allontanarsi con altre su una barca. Preso dallo sconforto<br />

torna in quella casa, riesce ad entrare ma ne esce disorientato.<br />

Il giorno seguente è di nuovo davanti a quel portone.<br />

A rispondergli è la solita mano che ha stregato Amiro.<br />

Felice corre a casa e riprende <strong>il</strong> suo quotidiano rituale,<br />

fino a quando, ad aprirgli sarà la mano rugosa di una vecchia.<br />

“A partire da questo f<strong>il</strong>m ho eliminato la musica dai miei f<strong>il</strong>m.<br />

Mi sembra che la musica renda le immagini melodrammatiche.<br />

E questo è ciò che voglio evitare. Con la musica non farei che<br />

imporre agli spettatori un sentimento che non sono riuscito<br />

ad esprimere nelle immagini” (A. Naderi).<br />

Sc.: A. Naderi; Fot.: Firooz Malekzadeh; Int.: Hassan Haydari,<br />

Zohreh Ghahremani, Farzaneh Youssefi.<br />

MAR 17, H. 23.00 (INGRESSO LIBERO), LUN 23, H. 16.15<br />

Amir Naderi<br />

Search One - La ricerca 1<br />

Josteju Yek<br />

Iran 1980, 85’, col., v.o. sott.it.<br />

L’8 settembre 1978 la polizia <strong>del</strong>lo scià caricò con le armi<br />

i manifestanti che si erano radunati in piazza Jaleh, a Tehran.<br />

Le dichiarazioni ufficiali parlarono di 200 morti e <strong>il</strong> giorno<br />

successivo alla strage, la gente di Tehran fu testimone <strong>del</strong> fatto<br />

che centinaia di corpi vennero portati al cimitero di Behast<br />

Zahra.Tuttavia si iniziò a supporre che fosse ben più alto<br />

<strong>il</strong> numero <strong>del</strong>le vittime. Più tardi, infatti, si scoprì che la<br />

gran parte dei cadaveri erano stati nascosti nelle discariche<br />

che stavano fuori Tehran. Questo documentario<br />

segue la ricerca <strong>del</strong>le persone<br />

La pubblicazione è realizzata con <strong>il</strong> contributo <strong>del</strong> Ministero per i Beni e le Attività Culturali<br />

Direzione Generale per <strong>il</strong> <strong>Cinema</strong> (Promozione per la Cultura <strong>Cinema</strong>tografica)<br />

Si ringrazia REAR per <strong>il</strong> contributo alle attività <strong>del</strong> <strong>Museo</strong><br />

Ringraziamenti 2001 Distribuzione, Torino * A.I.A.C.E. Torino * Archivio <strong>Nazionale</strong> <strong>Cinema</strong>tografico <strong>del</strong>la<br />

Resistenza, Torino * Arco F<strong>il</strong>m, Torino * Bruno Boschetto, Torino * Amerigo Cadeddu, Torino *<br />

Massimo Causo,Taranto * Centre Culturel Français de Turin * Cineteca <strong>del</strong> Comune di Bologna * Citroën Italia, Roma<br />

* CMI, Tehran * Hamid Dabashi, New York * Golriz Dade<strong>del</strong>, New York * Editrice Il Castoro, M<strong>il</strong>ano * Ente Mostra<br />

Internazionale <strong>del</strong> <strong>Cinema</strong> Libero, Bologna * France Cinéma, Firenze * Donatello Fumarola, Roma * Gan Assicurazioni,<br />

Roma * Enrico Ghezzi, Roma * Goethe Institut Turin * Roberto Goffi,Torino * Kanoon,Tehran * Alberto Momo,Torino<br />

* Mostra Internazionale <strong>del</strong> Nuovo <strong>Cinema</strong>, Pesaro * Amir Naderi, New York * National F<strong>il</strong>m Archive of Iran,Tehran *<br />

Neon Subber, Borgo d’Ale (VC) * N.I.P.,Torino * Grazia Paganelli, Biella * Mauro Regis,Torino * Aldo Tassone, Firenze<br />

* Hamid Ziarati,Torino * Cineteca <strong>del</strong> <strong>Museo</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>del</strong> <strong>Cinema</strong> - Personale <strong>del</strong>la Multisala Massimo<br />

Un ringraziamento particolare a La Stampa – Torino Sette per <strong>il</strong> contributo alla diffusione <strong>del</strong>la rivista.<br />

do sconosciuti di ascoltare la registrazione e ripetere le parole che sentono in<br />

modo che lui possa leggere sulle loro labbra e capire <strong>il</strong> messaggio <strong>del</strong>la madre.<br />

Nel recente lavoro di Naderi molto sembra <strong>del</strong>iberatamente scoraggiare lo spettatore:<br />

lo stridore, la colonna sonora graffiante, <strong>il</strong> comportamento follemente ripetitivo<br />

<strong>del</strong> suo protagonista, l’ambientazione chiusa e claustrofobica come quella<br />

<strong>del</strong>la metropolitana o di un magazzino chiuso. E, tuttavia, i f<strong>il</strong>m lasciano un’impressione<br />

di gent<strong>il</strong>ezza e apprensione. I suoi personaggi sono tutti orfani alla deriva<br />

in un ambiente caotico. Se Naderi non può dar loro <strong>il</strong> calore di una famiglia,<br />

può però fornire loro ciò che ad essa più si avvicina: la stab<strong>il</strong>ità di un sistema, gli<br />

strumenti per trovare un senso ad un mondo insensato.<br />

Il vento e la città. Il cinema di Amir Naderi è un progetto <strong>del</strong> <strong>Museo</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Cinema</strong> (a cura di Massimo Causo e Grazia Paganelli) realizzato in collaborazione<br />

con la Cineteca <strong>del</strong> Comune di Bologna, <strong>il</strong> National F<strong>il</strong>m Archive of Iran e<br />

Kanoon. Si ringraziano inoltre Cima Media International (CMI), RaiTre – Fuori<br />

Orario, Donatello Fumarola, Alberto Momo e Mar<strong>il</strong>ee Reina.<br />

In occasione <strong>del</strong>la retrospettiva, <strong>il</strong> <strong>Museo</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>del</strong> <strong>Cinema</strong> alla Mole<br />

Antonelliana (via Montebello 20, Torino), ospita in prima mondiale la mostra<br />

fotografica Bullshit Walks Money Talks.Attraversando Las Vegas (17-29 gennaio), composta<br />

da quaranta fotografie di grande formato scattate da Amir Naderi a Las Vegas<br />

e nel deserto <strong>del</strong> Nevada.<br />

* Dave Kehr è critico cinematografico <strong>del</strong> New York Times. La sua introduzione al cinema<br />

di Naderi compare nel volume Il vento e la città. Il cinema di Amir Naderi di<br />

Massimo Causo e Grazia Paganelli (ed. Il Castoro), pubblicato dal <strong>Museo</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Cinema</strong> in occasione <strong>del</strong>la retrospettiva omonima.<br />

scomparse e la ricostruzione lenta e graduale <strong>del</strong>la terrib<strong>il</strong>e<br />

verità.“Ho iniziato <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m circa sei mesi dopo la caduta<br />

<strong>del</strong>lo scià. In quei giorni i giornali erano pieni di foto<br />

di persone scomparse e <strong>il</strong> risultato fu lo sconcerto generale<br />

in tutto <strong>il</strong> paese. Non volevo che <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m fosse solo un’indagine<br />

giornalistica.Volevo realizzare una sintesi di realtà ed<br />

elaborazione formale. Mi ci sono voluti tre mesi per trovare<br />

<strong>il</strong> ritmo appropriato durante <strong>il</strong> montaggio e, alla fine,<br />

credo che <strong>il</strong> ritmo che ho ottenuto sia abbastanza adeguato<br />

a presentare <strong>il</strong> dolore e l’orrore di quei fatti” (A. Naderi)<br />

Sc.: A. Naderi; Fot.: Bahram Molai.<br />

MER 18, H. 16.30, LUN 23, H. 20.30<br />

Amir Naderi<br />

Tangsir<br />

Iran 1973, 112’, col., v.o. sott.it.<br />

Copia conservata da National F<strong>il</strong>m Archive of Iran<br />

Il f<strong>il</strong>m prende spunto da una pratica in uso nelle cittadine<br />

iraniane, dove i contadini affidavano i loro risparmi a<br />

d un consorzio di uomini appartenenti alla classe dominante<br />

locale, perché li investissero in un fondo mutualistico.<br />

Nella città portuale di Bushehr, Zar Mammad ha investito<br />

in questo modo i risparmi di una vita di lavoro ma quando<br />

vorrebbe riprenderseli <strong>il</strong> sindaco, <strong>il</strong> giudice, <strong>il</strong> capo<br />

<strong>del</strong>la polizia e <strong>il</strong> più grande commerciante gli dicono che<br />

i suoi soldi sono andati perduti in un investimento sbagliato.<br />

L’unica possib<strong>il</strong>ità per non vedere calpestato <strong>il</strong> suo orgoglio<br />

è quello di vendicarsi con le sue mani ribellandosi a coloro<br />

che rappresentano la legge e l’ordine. Il suo gesto troverà<br />

l’appoggio di tutti gli abitanti <strong>del</strong>la cittadina e farà di Zar<br />

Mammad un eroe soprannominato «<strong>il</strong> leone». Premio per <strong>il</strong><br />

miglior attore protagonista al Festival di New Delhi nel 1974.<br />

“Tangsir era una grande produzione, basata su un best-seller<br />

e interpretato dall’attore più importante <strong>del</strong> cinema iraniano.<br />

Dovevo preoccuparmi degli investimenti <strong>del</strong>la produzione<br />

e degli incassi”. (A. Naderi).<br />

Sc.: A. Naderi, tratta da un racconto di Rasul Parzivi<br />

e dal romanzo di Sadeq Chubak; Fot.: Nemat Haghighi;<br />

Int.: Enayat Bakhshi, Parviz Fanni Fanizadeh, Jafar Valli.<br />

MER 18, H. 18.15, SAB 21, H. 20.30<br />

Amir Naderi<br />

The Runner - Il corridore<br />

Davandeh<br />

Iran 1985, 95’, col., v.o. sott.it.<br />

Copia cortesemente concessa da Kanoon.<br />

Amiro è un ragazzino orfano che vive solo nella carcassa<br />

di un battello abbandonato sulla spiaggia di una cittadina<br />

sul Golfo Persico. Per guadagnarsi da vivere Amiro si


Le Rassegne <strong>del</strong> Massimo3 programmagennaio<br />

impegna in m<strong>il</strong>le lavori: insieme all’amico Musa nuota al largo<br />

per raccogliere le bottiglie che le navi da crociera scaricano in<br />

mare, allestisce un baracchino per pulire le scarpe dei passanti e<br />

vende acqua fresca. La cosa che più di tutte piace ad Amiro è<br />

correre, talvolta per sottrarsi ai soprusi degli adulti o dei suoi<br />

stessi coetanei, spesso senza alcuna ragione né destinazione,<br />

semplicemente per la sensazione di libertà che <strong>il</strong> correre gli<br />

regala. Quando Musa se ne va, Amiro decide di andare a scuola<br />

per imparare a leggere e a scrivere. Naderi ritorna sulla costa<br />

meridionale <strong>del</strong>l’Iran, dove aveva già realizzato Entezar e Saz-e<br />

Dahani, per raccontare una storia in gran parte autobiografica.<br />

Il montaggio è di Bahram Beyza’i.<br />

Sc.: A. Naderi, Behruz Gharibpur; Fot.: Firuz Malekzadeh;<br />

Int.: Majid Niroumand, Musa Torkiradeh, Reza Ramezani.<br />

MER 18, H. 20.30, SAB 21, H. 22.30, MAR 24, H. 18.30<br />

Mercoledì 18, al termine <strong>del</strong>la proiezione di Il corridore, Mar<strong>il</strong>ee<br />

Reina presenta la sua videointervista ad Amir Naderi, realizzata<br />

nell’appartamento newyorchese <strong>del</strong> regista.<br />

Amir Naderi<br />

Impasse - Vicolo cieco / Tangna<br />

Iran 1973, 88’, b/n, v.o. sott.it.<br />

Copia conservata da National F<strong>il</strong>m Archive of Iran<br />

Il secondo f<strong>il</strong>m di Naderi è ambientato nei bassifondi<br />

di Tehran recuperando uno dei personaggi <strong>del</strong> f<strong>il</strong>m precedente,<br />

Goodbye, My Friend. In una sala da b<strong>il</strong>iardo, Ali Khoshdast viene<br />

coinvolto in una rissa con tre fratelli; nella colluttazione uccide<br />

accidentalmente uno di loro e poi fugge inseguito dagli altri<br />

due che da questo momento iniziano una spietata caccia<br />

all’uomo. Ferito ad una gamba, Ali scappa e, dopo una lunga<br />

e disperata corsa, trova rifugio nella casa di una giovane donna.<br />

I fratelli <strong>del</strong>la vittima continuano la ricerca, lo isolano dai suoi<br />

amici e famigliari ai quali non può rivolgersi per ottenere<br />

i soldi che potrebbero permettergli di lasciare definitivamente<br />

Tehran con la sua famiglia. Ali non ha più punti di riferimento<br />

perché le strade e le case che era solito frequentare sono<br />

diventate per lui pericolose ed ost<strong>il</strong>i. Alla fine fa un passo<br />

falso e l’ultimo confronto con i suoi nemici gli sarà fatale.<br />

Il f<strong>il</strong>m è noto anche con <strong>il</strong> titolo Deadlock.<br />

Sc.: A. Naderi; Fot.: Jamshid Alvandi; Int.: Enayat Bakhshi,<br />

Saeed Rad.<br />

GIO 19, H. 16.30, DOM 22, H. 22.00<br />

Giovedì 19, al termine <strong>del</strong>la proiezione di Vicolo cieco<br />

e sabato 21, al termine <strong>del</strong>la proiezione di Elegia, verrà presentato<br />

L’esperienza (Tajrobe, Iran 1973, 53’, b/n, v.o. sott.it.)<br />

di Abbas Kiarostami, co-sceneggiato da Amir Naderi. Si tratta <strong>del</strong>la<br />

storia di un ragazzo che vive e lavora nella bottega di un fotografo.<br />

Innamoratosi segretamente di una ragazza di buona famiglia,<br />

un giorno si licenzia e tenta di farsi assumere dai genitori di lei.<br />

Amir Naderi<br />

Manhattan by Numbers<br />

Usa 1993, 88’, col., v.o. sott.it.<br />

George Murphy è un giornalista senza lavoro che ha solo<br />

24 ore di tempo per trovare i soldi degli affitti arretrati<br />

che deve al padrone di casa. Se non riuscirà a trovare l’intera<br />

somma dovrà lasciare l’appartamento dove vive con la moglie<br />

e la figlioletta. Cerca disperatamente di ottenere un prestito<br />

tra le persone che conosce, ma senza fortuna. Poi si ricorda<br />

di un vecchio amico che non vede da molto tempo e che<br />

potrebbe aiutarlo, ma scopre che l’uomo è sparito. La ricerca<br />

di George inizia lentamente a cambiare faccia. In un giorno<br />

solo attraversa tutta la città per recuperare i soldi che gli<br />

servono, ma ancora di più per trovare l’amico. Primo f<strong>il</strong>m <strong>del</strong>la<br />

tr<strong>il</strong>ogia su Manhattan di cui fanno parte A, B, C… Manhattan<br />

e Marathon. Le musiche sono di Gato Barbieri.“Sono arrivato<br />

a New York nel 1976, e da quel momento ho saputo che<br />

volevo girare dei f<strong>il</strong>m, ma sapevo anche che avevo bisogno<br />

di fare esperienza. Mi sono ritrovato nudo in una folla<br />

immensa, e ho capito che volevo vivere là, nel Lower East Side<br />

e che volevo fare una tr<strong>il</strong>ogia su Manhattan vista da qualcuno<br />

che, come me, proviene dal Medioriente” (A. Naderi).<br />

Sc.: A. Naderi; Fot.: James Callahan; Int.: John Wijda,<br />

Branislav Tomich, Mary Chang Faulk, Matt Friedson,<br />

Frank Irwing.<br />

GIO 19, H. 20.30, DOM 22, H. 16.30<br />

Amir Naderi<br />

A, B, C… Manhattan<br />

Usa 1997, 90’, col., v.o. sott.it.<br />

Tre donne stanno per prendere una decisione vitale<br />

per <strong>il</strong> loro futuro.Tutte vivono e si incrociano attraverso<br />

le strade <strong>del</strong> quartiere chiamato Alphabet City di New York.<br />

Colleen è una fotografa che lotta per imporre la sua arte<br />

e per crescere da sola sua figlia Stella. Casey ha perso<br />

sia <strong>il</strong> fidanzato che la sua amante, ma le sue attenzioni<br />

si concentrano nella ricerca <strong>del</strong> suo cane. Kate, infine,<br />

sa che è tempo di rompere la sua relazione con Stevie,<br />

ma sta aspettando di trovare <strong>il</strong> momento giusto per parlargli.<br />

Tutte insieme, queste tre vite, rappresentano <strong>il</strong> ritratto<br />

di una generazione che vive in un quartiere di New York,<br />

<strong>il</strong> Lower East Side.“Colleen è assim<strong>il</strong>ab<strong>il</strong>e per me a qualcuno<br />

che viene da “ieri”, nel senso che conosce praticamente<br />

tutto di questo posto; Kacey, che cerca di ritrovare <strong>il</strong> suo<br />

cane e di riconquistare la sua ragazza, rappresenta per<br />

me l’“oggi”; mentre Kate, la terza ragazza, rappresenta<br />

per me <strong>il</strong> “domani”; in un certo senso è come la chiusura<br />

di un cerchio” (A. Naderi)<br />

Sc.: A. Naderi, Maryam Dalan, Ben Edlund, Jessica Gohlke,<br />

Tracy McM<strong>il</strong>lan; Fot.:W<strong>il</strong>liam Rexer; Int.: Lucy Knight,<br />

Erin Norris, Sara Paul, Maisy Hughes, Nikolai Voloshuk.<br />

GIO 19, H. 22.15, DOM 22, H. 18.15<br />

Amir Naderi<br />

Marathon - Enigma a Manhattan<br />

Usa 2002, 75’, b/n, v.o. sott.it.<br />

Gretchen sta cercando di battere <strong>il</strong> suo record personale:<br />

risolvere 77 cruciverba in 24 ore. All’inizio la ragazza prende la<br />

metropolitana e percorre tutta New York convinta che <strong>il</strong> forte<br />

rumore dei treni la aiuterà nella concentrazione. Alla fine torna<br />

a casa e continua senza sosta a risolvere i giochi enigmistici.<br />

Registra i suoi progressi con un sistema che può piacere solo<br />

ad una ossessiva-compulsiva come lei. La madre, intanto, la<br />

cerca e le lascia ripetuti messaggi sulla sua segreteria telefonica.<br />

“Il f<strong>il</strong>m è composto da tre cose fondamentali, dal suono, dalla<br />

città e da un’ossessione. Questo triangolo è già folle di per sé.<br />

La città potrebbe essere impazzita, <strong>il</strong> suono è assolutamente<br />

folle, e ogni ossessione, in ogni caso, nasce dalla follia.<br />

Dall’unione di queste tre cose si ricava un contesto ancora più<br />

folle, e la follia porta sempre verso <strong>il</strong> lato oscuro <strong>del</strong>l’essere<br />

umano” (A. Naderi).<br />

Sc.: A. Naderi; Fot.: Michael Simmonds; Int.: Sara Paul,<br />

Trevor Moore, Rebecca Nelson.<br />

VEN 20, H. 16.30, DOM 22, H. 20.30<br />

Amir Naderi<br />

Sound Barrier<br />

Usa 2005, 110’, b/n, v.o. sott.it.<br />

Jesse è un bambino di 11 anni sordomuto che attraversa<br />

tutta la città di New York con una lettera e la chiave di un<br />

magazzino <strong>del</strong> Queens. Il suo obiettivo è quello di recuperare<br />

un’audiocassetta registrata da sua madre poco prima di morire,<br />

che Jesse è determinato a trovare ad ogni costo. Il ragazzo spera<br />

di ottenere <strong>del</strong>le indicazioni su di sé e sul loro passato. Anche<br />

se riuscirà a trovare ciò che cerca, però, Jesse dovrà affrontare<br />

un altro ostacolo, perché non potrà sentire ciò che è stato<br />

registrato sul nastro. Sound Barrier è la prima parte di una<br />

tr<strong>il</strong>ogia sul suono, che intende esplorare l’uso <strong>del</strong> suono<br />

come personaggio. “Per me <strong>il</strong> movimento e <strong>il</strong> suono sono<br />

fondamentali, questo è <strong>il</strong> cinema, movimento e suono, e s<strong>il</strong>enzio.<br />

Io ci aggiungo una storia, la faccio a pezzi, ma la condenso anche<br />

al massimo, e ho fatto Sound Barrier con <strong>il</strong> minimo dei dialoghi<br />

possib<strong>il</strong>i per costruire uno stato d’animo, l’atmosfera in cui la storia<br />

potesse prendere vita, senza passare attraverso i dialoghi” (A. Naderi).<br />

Sc.: A. Naderi, Abou Farman, Heather Murphy; Fot.:<br />

Michael Simmonds; Int.: Charlie W<strong>il</strong>son, Frank Glacken.<br />

VEN 20, H. 18.00, MAR 24, H. 16.30<br />

Amir Naderi<br />

Water,Wind, Dust – Acqua, vento, sabbia<br />

Ab, Bad, Khak<br />

Iran 1988, 94’, col., v.o. sott.it.<br />

Una regione <strong>del</strong> sud <strong>del</strong>l’Iran, ai confini con l’Afghanistan,<br />

è stata duramente colpita da un’improvvisa e prolungata<br />

siccità, trasformando in deserto zone che poco prima<br />

erano popolate e si affacciavano sulle rive di un lago<br />

ora completamente prosciugato. La situazione peggiora<br />

di giorno in giorno e gran parte degli abitanti decide<br />

di emigrare in zone più fortunate. Un ragazzo, che tempo<br />

prima aveva lasciato la famiglia in cerca di lavoro, torna<br />

alla casa paterna ma scopre che anche la sua famiglia<br />

è partita. Decide di incamminarsi alla ricerca dei genitori<br />

e si ritrova solo in mezzo ad un’incessante tempesta di sabbia,<br />

tra incontri occasionali e la disperata ricerca <strong>del</strong>l’acqua.<br />

“È <strong>il</strong> mio f<strong>il</strong>m preferito perché è un po’ come un piccolo<br />

quartetto; non è una cosa che si possa spiegare, lo si può<br />

soltanto mostrare. Durante le riprese vivo con i personaggi<br />

e ogni giorno scopro esattamente che cosa voglio che facciano.<br />

È molto dura. All’inizio leggo la sceneggiatura insieme a tutti<br />

loro, e alla fine <strong>del</strong> f<strong>il</strong>m pressoché tutto è stato modificato”<br />

(A. Naderi).<br />

Sc.: A. Naderi; Fot.: Reza Pakzad; Int.: Majid Niroumand.<br />

VEN 20, H. 20.30, LUN 23, H. 18.30<br />

Venerdì 20, al termine <strong>del</strong>la proiezione di Acqua, vento, sabbia,<br />

Donatello Fumarola e Alberto Momo presentano Cut People:<br />

Amir Naderi (I 2005, 70’ c.ca), un eccezionale collage di interviste<br />

al regista.<br />

Amir Naderi<br />

Requiem/Elegy - Elegia<br />

Marsiyeh<br />

Iran 1974, 106’, b/n, v.o. sott.it.<br />

Copia conservata da National F<strong>il</strong>m Archive of Iran<br />

Nasrollah esce di prigione dopo quasi dieci anni. Cerca<br />

la madre nei quartieri poveri di Tehran ma scopre che è morta<br />

durante la sua assenza e che gli ha lasciato un fuc<strong>il</strong>e e una<br />

tavola per <strong>il</strong> tiro al bersaglio. Senza darsi per vinto, Nasrollah<br />

va alla ricerca di un lavoro ma nessuno lo assume e così cerca<br />

di fare qualche soldo con <strong>il</strong> tiro al bersaglio. Incontra altri<br />

vagabondi come lui, tra cui Luti che si guadagna da vivere<br />

esibendosi con la sua scimmia. L’uomo, però, presto, muore<br />

di stenti e lascia all’amico la scimmia che Nasrollah accudisce<br />

per alcuni giorni. Infine, senza più forze né speranze, libera<br />

la scimmia, vende <strong>il</strong> fuc<strong>il</strong>e e con i pochi soldi guadagnati<br />

si ubriaca. È <strong>il</strong> primo passo di un destino di vagabondo<br />

e mendicante.“In Marsiyeh un uomo che è stato in prigione<br />

viene liberato. Con curiosità l’uomo cammina di nuovo<br />

liberamente per le strade. Dovunque guardi, trova una società<br />

in decadenza e più materialistica di prima. Ma non ci si aspetta<br />

che impari qualcosa. È solamente un osservatore e si rende<br />

conto che niente di positivo è successo durante la sua assenza”<br />

(A. Naderi).<br />

Sc.: A. Naderi; Fot.: Resa Mojavar; Int.: Manoucher Ahmadi,<br />

Mahmoud Basiri, Reza Shad.<br />

SAB 21, H. 16.30, LUN 23, H. 22.00<br />

3


4<br />

Le Rassegne <strong>del</strong> Massimo3 programmagennaio<br />

I segreti <strong>del</strong> cuore.<br />

Retrospettiva Eric Rohmer<br />

di Paola Infelise<br />

Dal 1959, anno <strong>del</strong> suo esordio alla regia di un lungometraggio con Il segno <strong>del</strong> leone,<br />

Eric Rohmer mette in gioco la propria “morale cinematografica”, dimostrando di<br />

essere eccezionalmente coerente. Dal primo al suo ultimo f<strong>il</strong>m, Triple agent, Rohmer<br />

rimane fe<strong>del</strong>e alla stessa idea di cinema, tanto da essere considerato dall’amico<br />

François Truffaut “<strong>il</strong> regista più originale degli ultimi anni di storia <strong>del</strong> cinema, uno<br />

che continua a girare sempre lo stesso f<strong>il</strong>m”. Fermo su quelli che potrebbero sembrare<br />

partiti presi, <strong>il</strong> suo st<strong>il</strong>e, misto di trasparenza e opacità, calcolo e azzardo (si pensi<br />

alla matrice letteraria di molti suoi f<strong>il</strong>m, ma anche all’ut<strong>il</strong>izzo di tecniche sorprendentemente<br />

innovative, come quella digitale ne La nob<strong>il</strong>donna e <strong>il</strong> duca), è in funzione di<br />

un’idea di cinema come analisi <strong>del</strong>la realtà e <strong>del</strong>le sue contraddizioni. La ripetizione<br />

di un identico movimento, <strong>il</strong> minimo scarto apparente tra f<strong>il</strong>m e f<strong>il</strong>m sembrano essere<br />

i segni distintivi di un’opera quasi interamente composta da cicli conclusi: I racconti<br />

morali negli anni Sessanta e Settanta, Commedie e proverbi negli anni Ottanta, I racconti<br />

<strong>del</strong>le quattro stagioni negli anni Novanta.<br />

L’insistenza, la coerenza e la ripetizione sono i mezzi attraverso i quali <strong>il</strong> regista tenta<br />

di rispondere alla domanda che spesso anche lo spettatore si pone al termine dei suoi<br />

primo piano / 9-29 gennaio<br />

I segreti <strong>del</strong> cuore.<br />

Retrospettiva Eric Rohmer<br />

Eric Rohmer<br />

Place de l’Eto<strong>il</strong>e<br />

Francia 1965, 15’, col., v.o. sott.it.<br />

Dopo una lunga presentazione <strong>del</strong>le caratteristiche<br />

architettoniche e storiche di Place de l’Eto<strong>il</strong>e, entra in scena<br />

<strong>il</strong> personaggio di Jean-Marc che, ogni mattina, esce dal metrò<br />

e si reca a piedi nel negozio dove lavora. Deve attraversare<br />

tutta la piazza e nel tragitto si scontra con un barbone che,<br />

improvvisamente, cade a terra esanime.Terrorizzato Jean-Marc<br />

si rifugia nel suo negozio cercando invano, nei giorni<br />

successivi, notizia <strong>del</strong>l’incidente. Passa molto tempo e un<br />

giorno <strong>il</strong> giovane rivede quel barbone aggressivo sulla<br />

metropolitana. Finalmente può tirare un sospiro di sollievo.<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Alain Levent, Nestor Almendros;<br />

Int.: Jean-Michel Rouziére, Marcel Gallon, Jean Douchet.<br />

LUN 9, H. 20.30, MER 11, H. 16.30<br />

Eric Rohmer<br />

Il segno <strong>del</strong> leone / Le signe du lion<br />

Francia 1959, 100’, b/n, v.o. sott.it.<br />

Nella Parigi <strong>del</strong>la fine degli anni Cinquanta, Pierre, un<br />

compositore quarantenne, conduce una vita da bohémien<br />

affidandosi alla sorte, più che al suo talento, ed è conosciuto<br />

da tutti nel suo quartiere, benché non abbia altri veri amici<br />

oltre Jean-François, giornalista <strong>del</strong> “Paris Match”. Una mattina<br />

di giugno, mentre sta ancora dormendo, Pierre viene svegliato<br />

da un postino che gli porta una meravigliosa notizia: una sua<br />

ricca zia è morta lasciandogli tutto <strong>il</strong> suo patrimonio. Sconvolto,<br />

Pierre corre da Jean-François per farsi prestare <strong>il</strong> denaro<br />

sufficiente ad allestire un rinfresco nel suo piccolo appartamento.<br />

Dopo qualche tempo nessuno riesce più a trovare Pierre. In giro<br />

si mormora che la notizia <strong>del</strong>l’eredità non fosse vera e che la zia<br />

avesse cambiato <strong>il</strong> testamento in punto di morte. Pierre, infatti,<br />

non più un soldo e vaga per la città.<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Nicolas Hayer; Int.: Jean Hahn,<br />

Van Doude, Michéle Girardon.<br />

LUN 9, H. 20.45, MER 11, H. 16.45<br />

Eric Rohmer<br />

La fornaia di Monceau<br />

La boulangère de Monceau<br />

Francia 1962, 26’, b/n, v.o. sott.it.<br />

Uno studente parigino che abita in rue de Rome, ogni sera<br />

va a mangiare alla mensa studentesca al parc Monceau e spesso<br />

incontra per la strada una ragazza bionda, Sylvie, che lavora in<br />

una galleria d’arte. La conosce solo di vista, ma crede che abiti<br />

nel quartiere e gli piace, ma non le ha mai rivolto la parola.<br />

Il suo amico Schmidt lo spinge a provare ad abbordarla,<br />

ma lui preferisce aspettare: un giorno si presenterà l’occasione<br />

e inizierà a seguirla fino a scoprire dove abita. Una sera,<br />

mentre cerca di pedinarla, i due si scontrano e lo studente<br />

non riesce a formulare una frase sensata di scuse: comincia<br />

a dire banalità e solo alla fine propone alla bionda Sylvie<br />

di prendere un caffè insieme. Lei rifiuta, ma è sicura che<br />

ci sarà un’altra occasione. Passa <strong>il</strong> tempo e i due non si<br />

incontrano più. Si ritrovano per caso mentre lui sta aspettando<br />

un’altra ragazza. Primo episodio dei Racconti Morali.<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Jean-Michel Meurice, Bruno Barbey;<br />

Int.: Barbet Schroeder, Fred Junk, Michéle Girardon.<br />

LUN 9, H. 22.45, MER 11, H. 18.45<br />

f<strong>il</strong>m: qual è la verità? Questo <strong>il</strong> compito che Rohmer si assume come regista, la scoperta<br />

<strong>del</strong>la verità, raggiungere e mostrare “l’ordine segreto <strong>del</strong>le cose” attraverso l’indagine<br />

sull’uomo nelle sue relazioni amorose e sociali. Molti hanno tentato di ritrarre<br />

Rohmer come un “eroe rohmeriano”, personaggio in cammino, mai appagato, <strong>il</strong><br />

Pierre Wesserlin de Il segno <strong>del</strong> Leone o la Delphine de Il raggio verde. Affidandoci ai<br />

pochi dati biografici conosciuti sul professore di lettere Maurice Scherer, le somiglianze<br />

saltano agli occhi: la maniacale difesa <strong>del</strong>la vita privata, la loquacità, l’irrequietezza,<br />

la logica ferrea sono tratti <strong>del</strong>la personalità <strong>del</strong> regista che ritroviamo soprattutto nei<br />

narratori de I racconti morali o nelle eroine sfortunate di Commedie e proverbi. Forse<br />

anche per questa vicinanza riconosciuta ai personaggi dei quali ci racconta la storia,<br />

Rohmer fa rivelare a uno di loro, la romanziera Aurora (omaggio all’Aurora <strong>del</strong> – suo<br />

- maestro Murnau) di Il ginocchio di Claire, <strong>il</strong> proprio atteggiamento nei confronti <strong>del</strong>la<br />

materia narrativa e <strong>del</strong>la sua rappresentazione cinematografica.Aurora diviene portavoce<br />

<strong>del</strong> regista quando dice: “io mi limito ad osservare. Non invento mai, scopro”.<br />

“Le cose sono ciò che sono e ignorano i nostri sguardi”, scriveva Rohmer critico, ma<br />

quando <strong>il</strong> nostro sguardo, guidato dal Rohmer cineasta, si posa sulla loro manifestazione<br />

f<strong>il</strong>mica, riesce a cogliere, al di là <strong>del</strong>l’evidenza, l’anima <strong>del</strong> reale, la verità, forse. Nel<br />

tentativo di rendere conto <strong>del</strong>la profondità <strong>del</strong> reale, Rohmer ci restituisce un’immagine<br />

complessa e strutturata, un “piano rohmeriano” fatto di spazi percorsi, sguardi e<br />

parole, adeguando la propria tecnica di ripresa alle caratteristiche percettive di un possib<strong>il</strong>e<br />

sguardo umano.Vocazione confermata da Nestor Almendros,direttore <strong>del</strong>la fotografia<br />

di molti f<strong>il</strong>m <strong>del</strong> regista:“in Rohmer gli angoli e i movimenti di camera devono<br />

essere giustificati e gli obiettivi che si allontanano dalla visione umana impietosamente<br />

eliminati”. Mostrandoci la realtà, Rohmer la mette in discussione, allo sguardo<br />

segue l’indagine, affidata alla costante pratica <strong>del</strong> dubbio. I temi <strong>del</strong> sospetto, <strong>il</strong> cambiamento,<br />

<strong>il</strong> segreto, <strong>il</strong> doppio (tutti rintracciab<strong>il</strong>i in Triple agent) lo avvicinano inaspettatamente<br />

a un regista come Hitchcock,<strong>del</strong> quale ripete (in La Marchesa von O,nei panni<br />

di un alto ufficiale) <strong>il</strong> vezzo <strong>del</strong>la comparsa fugace nei propri f<strong>il</strong>m. Qual è la verità, ma<br />

anche di chi è la colpa, chi mente, sembrano chiedersi e chiederci i suoi f<strong>il</strong>m.<br />

Le immagini da sole non mentono, la parola crea una distanza dall’evidenza, componendo<br />

un’immagine nuova, profonda e perciò più aderente ai numerosi piani<br />

<strong>del</strong> reale. Quello di Rohmer è un “cinema parlante”, in cui l’espressione verbale<br />

è messa in scena con la sua infinita capacità di significare, quasi fosse un elemento<br />

visivo <strong>del</strong> racconto f<strong>il</strong>mico, affidata ad un personaggio itinerante, alla ricerca <strong>del</strong><br />

sacro Graal, come Perceval le gallois, o <strong>del</strong>la verità, come <strong>il</strong> suo autore.<br />

La retrospettiva dedicata a Eric Rohmer, curata da Françoise Pieri, è stata organizzata<br />

dall’Associazione François Truffaut in occasione di France Cinéma 2005 (Firenze, 31 ottobre -<br />

6 novembre) e viene ospitata dal <strong>Museo</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>del</strong> <strong>Cinema</strong> dal 9 al 29 gennaio. Si ringraziano<br />

per <strong>il</strong> sostegno Citroën Italia e Gan Assicurazioni.<br />

Eric Rohmer<br />

La carriera di Susanna<br />

La carrière de Suzanne<br />

Francia 1963, 52’, b/n, v.o. sott.it.<br />

Bertrand ha diciotto anni, viene dalla provincia ed è a Parigi<br />

per studiare. Al contrario <strong>del</strong> suo migliore amico, Gu<strong>il</strong>laume,<br />

che ha vent’anni ed è un incontenib<strong>il</strong>e seduttore, Bertrand<br />

è timido e non sa mai come conquistare una ragazza.<br />

Un giorno, in un caffé, Bertrand conosce Suzanne, una ragazza<br />

appassionata di letteratura italiana che lavora in un centro<br />

per la difesa contro la tubercolosi, e se ne invaghisce,<br />

ma subito dopo è Gu<strong>il</strong>laume ad invitarla a cena a casa di sua<br />

madre. Bertrand è seccato dal fatto di dover rinunciare ad ogni<br />

conquista in favore <strong>del</strong>l’amico, ma accetta anche lui l’invito.<br />

Quando però durante la cena Gu<strong>il</strong>laume comincia a<br />

corteggiare Sophie, un’altra <strong>del</strong>le invitate, Bertrand rimane<br />

stupito <strong>del</strong> fatto che Suzanne non se ne vada seccata.<br />

La relazione tra lei e Gu<strong>il</strong>laume inizia così quella notte<br />

e va avanti tra alti e bassi, con <strong>il</strong> ragazzo che continua a fare <strong>il</strong><br />

seduttore e con Bertrand che si trova nel mezzo, poco disposto<br />

a mediare tra i due. Secondo episodio dei Racconti Morali.<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Daniel Lacambre; Int.: Catherine See,<br />

Christian Charriére, Ph<strong>il</strong>ippe Beuzen, Diane W<strong>il</strong>kinson,<br />

Jean-Claude Biette.<br />

LUN 9, H. 23.10, MER 11, H. 19.10


Le Rassegne <strong>del</strong> Massimo3 programmagennaio<br />

Eric Rohmer<br />

La mia notte con Maud<br />

Ma nuit chez Maud<br />

Francia 1969, 110’, b/n, v.o. sott.it.<br />

Michel, un giovane ingegnere, dopo esser vissuto dieci anni<br />

in America, trascorre ora la sua serena esistenza a Clermont<br />

Ferrand. Una sola persona lo interessa, Françoise, una ragazza<br />

di cui è certo d’essere innamorato anche se gli riesce diffic<strong>il</strong>e<br />

fare la sua conoscenza perché percorre la città su di una<br />

motocicletta e riesce a vederla solo durante la messa festiva.<br />

Frattanto egli ritrova un vecchio compagno di scuola,Vidal,<br />

ora professore di f<strong>il</strong>osofia, <strong>il</strong> quale lo conduce una sera<br />

da un’amica, Maud. Lei, giovane, divorziata e affascinante,<br />

partecipa vivacemente alla discussione che Vidal ha provocato<br />

sull’amore e sui rapporti tra uomini e donne. Una volta andato<br />

via Vidal, lo scambio di idee continua e, alle confessioni <strong>del</strong><br />

giovane, Maud risponde rivelando le ragioni <strong>del</strong> suo divorzio:<br />

la passione <strong>del</strong> marito per una studentessa e la morte tragica<br />

<strong>del</strong> suo amante. Il giorno dopo Michel rivede Françoise<br />

e riesce a fermarla ottenendo un appuntamento. La ragazza,<br />

pur innamorata di lui, sembra r<strong>il</strong>uttante ad accettare <strong>il</strong> suo<br />

amore.Terzo episodio dei Racconti Morali.<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Nestor Almendros; Int.: Jean-Louis<br />

Trintignant, Françoise Fabian, Marie-Christine Barrault,<br />

Antoine Vitez.<br />

MAR 10, H. 16.30, MER 11, H. 20.30<br />

Eric Rohmer<br />

La collezionista / La collectionneuse<br />

Francia 1966, 90’, col., v.o. sott.it.<br />

Haydée è una ragazza molto bella che passa per principio ogni<br />

notte con un uomo diverso. Daniel è un pittore specializzato in<br />

nature morte che cerca un modo diverso per fare arte e Adrien<br />

è un gallerista, appena lasciato dalla sua fidanzata. Daniel e Adrien<br />

sono amici e non conoscono la bella Haydée, che <strong>il</strong> solo Adrien<br />

ha intravisto a letto con uno sconosciuto, ma le loro esistenze<br />

sono destinate ad incrociarsi. I due amici passano un periodo<br />

di vacanza nella v<strong>il</strong>la di un amico a St.Tropez ma arriva Haydée<br />

a turbare <strong>il</strong> loro equ<strong>il</strong>ibrio, perché nonostante siano disturbati<br />

dal suo collezionare uomini diversi, ne sono inconsapevolmente<br />

attratti. Quando una mattina, rientrando all’alba,Adrien trova<br />

Haydée nel letto di Daniel, si indispettisce, un po’ per <strong>il</strong> rigore<br />

morale che pensava l’amico possedesse, un po’ perché sente<br />

aperta con lui una partita nella quale Daniel ha già collezionato<br />

molti più punti.A sua volta Daniel, sentendosi a disagio, parte per<br />

un viaggio, ma arriva Sam, un collezionista, e Adrien ut<strong>il</strong>izza<br />

la ragazza come esca. Solo quando la lascia sola con <strong>il</strong> suo cliente,<br />

si accorge di quanto vorrebbe essere lui al suo posto.<br />

Quarto episodio dei Racconti Morali.<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Nestor Almendros; Int.: Patrick Bauchau,<br />

Haydèe Politoff, Danielle Pommereulle, Alain Jouffroy.<br />

MAR 10, H. 18.30, MER 11, H. 22.30<br />

Eric Rohmer<br />

Il ginocchio di Claire / Le genou de Claire<br />

Francia 1970, 105’, col., v.o. sott.it.<br />

Jérôme, un diplomatico trentacinquenne, sta per sposarsi<br />

con Lucinda, la ragazza con cui è fidanzato da qualche anno.<br />

Benché lei fisicamente non sia <strong>il</strong> suo ideale di donna,<br />

Jérôme ha deciso di sposarla perché tra loro si è instaurato<br />

un rapporto di cui lui non si è mai stancato. Mentre trascorre<br />

le vacanze nella sua casa sulla riva <strong>del</strong> lago di Annecy, Jérôme<br />

incontra Aurora, una scrittrice rumena che ha conosciuto<br />

a Bucarest anni prima. Aurora ha affittato una stanza nella<br />

pensione di Madame Walter, una vedova con la quale Jérôme<br />

ha trascorso l’infanzia e che ha due figlie, nate da diversi<br />

matrimoni: Laura e Claire.Vedendo l’interessamento con cui<br />

la piccola Laura si rivolge a Jérôme, Aurora stuzzica l’amico<br />

e lo spinge a corteggiarla, volendo sperimentare quanto<br />

la vicinanza a un’adolescente possa sconvolgere la vita di<br />

un uomo. Jérôme inizia ad interessarsi a Laura e la ragazza<br />

lo lascia fare. L’arrivo <strong>del</strong>la seconda figlia di Madame Walter,<br />

Claire, lo sconvolge ancora di più. Es<strong>il</strong>e e minuta, Claire<br />

è <strong>il</strong> suo tipo di donna. Davanti ad Aurora decide che anche<br />

lui toccherà quel ginocchio scultoreo, nello stesso modo.<br />

Quinto episodio dei Racconti Morali.<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Nestor Almendros, Jean-Claude<br />

Rivière, Ph<strong>il</strong>ippe Rousselot, Bernard Prim;<br />

Int.: Jean-Claude Brialy, Aurora Cornu, Béatrice Romand,<br />

Laurence de Monagham.<br />

MAR 10, H. 20.30, GIO 12, H. 16.30<br />

Eric Rohmer<br />

L’amore <strong>il</strong> pomeriggio<br />

L’amour l’après-midi<br />

Francia 1972, 98’, col., v.o. sott.it.<br />

Frédèric, trentenne di successo, è sposato con Hélène,<br />

una professoressa. I due hanno un bambino e ne aspettano un<br />

altro.Vivono in un bel appartamento nella periferia parigina<br />

e Frédèric trascorre le sue giornate tra la famiglia e l’ufficio.<br />

È un uomo a cui piace guardare le belle donne: di solito<br />

fa la pausa pranzo piuttosto tardi, nel primo pomeriggio,<br />

e ne approfitta per sedersi a un tavolino di un caffé e osservare<br />

le donne che passano immaginando di riuscire a parlare con<br />

loro, conquistarle, possederle. Un giorno nel suo studio arriva<br />

Chloé, una vecchia conoscenza, ragazza istintiva e volub<strong>il</strong>e, <strong>il</strong><br />

cui fascino deriva dal suo essere sfuggente e saper conquistare<br />

un uomo per poi lasciarlo. Poiché lavora in un bar a Saint-<br />

Germain, Chloè ha <strong>il</strong> pomeriggio libero e prende l’abitudine<br />

di presentarsi nello studio di Frédèric, uscire con lui,<br />

confidarsi. All’inizio Frédèric si sente a disagio, ma poi pian<br />

piano accetta la sua compagnia. Però un giorno Chloé diserta<br />

un appuntamento e scompare per settimane. Al suo posto<br />

arriva una cartolina da Sorrento, dove è fuggita per seguire<br />

un italiano. Sesto e ultimo episodio dei Racconti Morali.<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Nestor Almendros, Jean-Claude<br />

Rivière, Ph<strong>il</strong>ippe Rousselot, Bernard Prim; Int.:<br />

Bernard Verley, Zouzou, Françoise Verley, Daniel Ceccaldi,<br />

Malvina Penne.<br />

MAR 10, H. 22.30, GIO 12, H. 18.30<br />

Eric Rohmer<br />

Pauline alla spiaggia / Pauline à la plage<br />

Francia 1983, 94’, col., v.o. sott.it.<br />

Pauline è una graziosa tredicenne, che passa gli ultimi giorni<br />

di vacanza, a settembre, con la seducente cugina trentenne<br />

Marion, in una v<strong>il</strong>letta sulla spiaggia <strong>del</strong>la Normandia. Mentre<br />

incontra un coetaneo, Sylvain, con cui fa presto a stab<strong>il</strong>ire un<br />

rapporto di simpatia e amicizia, assiste a tutto <strong>il</strong> complesso<br />

gioco dei sentimenti e <strong>del</strong>le attrazioni degli adulti. C’è Pierre<br />

che, un tempo innamorato pazzo di Marion, l’ama ancora<br />

e ne è geloso; c’è Henri, un playboy vacuo ma interessante,<br />

che f<strong>il</strong>osofeggia con Marion sull’amore dicendo di non volersi<br />

legare perché <strong>il</strong> vero amore è solo <strong>il</strong>lusione. Marion vorrebbe<br />

addirittura gettare Pauline nelle braccia di Pierre, che tuttavia<br />

rifiuta. Non mancano gli equivoci, mossi dai sospetti di Pierre,<br />

che ha visto qualcuno nella camera di Henri. Henri approfitta<br />

di un’assenza di Marion per partire per una crociera con una<br />

sua amica, lasciando alla ragazza solo un biglietto. Marion<br />

rimane sola e <strong>del</strong>usa. Pierre termina la sua stagione di surf<br />

mentre Pauline si lascia sedurre da Sylvain. Finite le vacanze,<br />

le due cugine rientrano a Parigi.<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Nestor Almendros; Int.:<br />

Amanda Langlet, Arielle Dombasle, Pascal Greggory.<br />

GIO 12, H. 21.00 (INGRESSO EURO 2,50), LUN 16, H. 16.30<br />

La proiezione di giovedì 12 sarà introdotta da Aldo Tassone<br />

(direttore <strong>del</strong> festival France Cinéma)<br />

Eric Rohmer<br />

La marchesa von… / La Marquise d’O<br />

Francia/Germania 1976, 107’, col., v.o. sott.it.<br />

Nel 1799 i cosacchi assaltano una citta<strong>del</strong>la <strong>del</strong>l’Italia cisalpina,<br />

conquistando <strong>il</strong> castello comandato dal marchese Von O.<br />

Sua figlia Giulietta, vedova e madre di due figlie, è aggredita<br />

da alcuni soldati, che tentano di violentarla. La salva <strong>il</strong><br />

provvidenziale intervento di un tenente colonnello russo,<br />

<strong>il</strong> conte di F., che la riconsegna ai genitori. Qualche tempo<br />

dopo, l’uomo, che la famiglia di Giulietta credeva morto,<br />

si presenta al castello chiedendo la mano <strong>del</strong>la giovane<br />

marchesa, ma ottiene un fermo rifiuto. Passano i giorni,<br />

e Giulietta scopre di essere incinta, provocando uno scandalo<br />

che spinge i suoi genitori a cacciarla di casa. Noncurante <strong>del</strong>lo<br />

scandalo, e pur di dare un padre al nascituro, Giulietta pubblica<br />

un annuncio su un giornale, invitando l’ignoto responsab<strong>il</strong>e<br />

<strong>del</strong>la sua gravidanza a presentarsi, promettendogli di sposarlo.<br />

Con sua enorme e sgradita sorpresa chi risponde all’annuncio<br />

è <strong>il</strong> conte, <strong>il</strong> quale confessa d’avere approfittato di lei, svenuta,<br />

la notte stessa in cui l’aveva strappata alla soldataglia. Malgrado<br />

la sua profonda indignazione, e purché <strong>il</strong> conte rinunci ai suoi<br />

diritti, Giulietta lo sposa. La nascita <strong>del</strong> bambino, però, e le<br />

sincere prove di devozione <strong>del</strong> conte indurranno la marchesa,<br />

un anno dopo, a ricambiare finalmente <strong>il</strong> suo amore.<br />

Sc.: E. Rohmer, dal racconto di Heinrich von Kleist;<br />

Fot.: Nestor Almendros; Int.: Bruno Ganz, Edith Clever,<br />

Peter Luhr, Edda Seippel.<br />

VEN 13, H. 16.00, LUN 16, H. 20.30<br />

Eric Rohmer<br />

Perceval le Gallois<br />

Francia 1978, 138’, col., v.o. sott.it.<br />

Perceval incontra in una foresta un gruppo di cavalieri armati<br />

e ne resta affascinato. Orfano di un cavaliere celtico, è stato<br />

allevato dalla madre lontano da ogni idea di imprese<br />

cavalleresche. Ma desidera recarsi alla corte <strong>del</strong> leggendario<br />

Re Artù, volendogli chiedere l’investitura. Sua madre lo lascia<br />

partire con dolore, dopo avergli vivamente raccomandato di<br />

proteggere vedove e fanciulli, di non reclamare dalle donne<br />

nulla più che un bacio e un anello, di ascoltare sempre i<br />

consigli di uomini saggi e di chiedere agli altri solo <strong>il</strong> minimo<br />

necessario. Perceval parte e la madre sviene davanti alle porte<br />

<strong>del</strong>la città. Comincia così la serie <strong>del</strong>le avventure <strong>del</strong> “fanciullo<br />

selvaggio”, che pare assistito da singolare fortuna. Dopo cinque<br />

anni di continuo errare e di perdita <strong>del</strong>la memoria, Perceval<br />

scopre che la madre è morta e che <strong>il</strong> Re Pescatore e l’eremita<br />

che gli parla sono ambedue suoi zii che non ha saputo<br />

riconoscere. Perceval ora parte per la sua più ardua ed<br />

affascinante impresa, questa volta non più cavalleresca, ma<br />

spirituale: <strong>il</strong> ritrovamento e l’adorazione <strong>del</strong> Graal, di cui<br />

la leggenda vuole che egli sia diventato <strong>il</strong> custode supremo.<br />

Sc.: E. Rohmer, dal poema di Chrétien de Troyes; Fot.:<br />

Nestor Almendros; Int.: Fabrice Luchini, André Dussolier,<br />

Pascale de Boysson, Clémentine Amouroux.<br />

VEN 13, H. 18.00, GIO 26, H. 21.30<br />

Eric Rohmer<br />

La moglie <strong>del</strong>l’aviatore<br />

La femme de l’aviateur<br />

Francia 1980, 104, col., v.o. sott.it.<br />

François è un giovane di vent’anni che fa <strong>il</strong> turno di notte alle<br />

poste di Parigi. È innamorato di Anne, una ragazza più grande<br />

di lui che ha avuto una relazione con un aviatore. Un giorno,<br />

mentre François si reca a casa di Anne di primo mattino, vede<br />

uscire dal portone la ragazza accompagnata da un uomo.<br />

In realtà è Christian, l’aviatore, che proprio quel giorno<br />

è andato da Anne per darle un addio definitivo. Ma François<br />

si rode dalla gelosia anche perché Anne si rifiuta di dargli<br />

spiegazioni. François, pieno di dubbi, girovaga per le strade<br />

di Parigi e, per caso, incontra di nuovo Christian in compagnia<br />

di un’altra donna. Spinto dalla curiosità, segue <strong>il</strong> presunto<br />

rivale, accompagnato nel suo pedinamento da una spiritosa<br />

e petulante quindicenne. La sera François si reca da Anne<br />

che gli svela la sua rottura con l’aviatore ma nello stesso tempo<br />

si dimostra insofferente <strong>del</strong> suo affetto e di ogni serio legame.<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Bernard Lutic, Romain Winding;<br />

Int.: Ph<strong>il</strong>ippe Marlaud, Marie Rivière, Anne-Laure Meury,<br />

Mathieu Carrière.<br />

VEN 13, H. 20.30, DOM 15, H. 16.30<br />

Eric Rohmer<br />

Il bel matrimonio / Le beau mariage<br />

Francia 1982, 97’, col., v.o. sott.it.<br />

Sabine lavora come commessa nel negozio di un’antiquaria<br />

in una cittadina non troppo distante da Parigi, dove infatti si<br />

reca spesso per proseguire gli studi. È l’amante di un uomo<br />

sposato, ma questo rapporto, che si trascina stancamente,<br />

non la soddisfa più. Dentro di sé comincia a pensare con<br />

sempre maggiore insistenza a un matrimonio regolare e<br />

duraturo; ci pensa con tanta forza e convinzione che un<br />

giorno annuncia ad amici e conoscenti che ben presto si<br />

sposerà. A dire <strong>il</strong> vero, <strong>il</strong> marito non l’ha ancora trovato,<br />

ma <strong>il</strong> problema appare secondario, essendo ormai in lei<br />

fortemente matura l’idea <strong>del</strong>le nozze. La scelta cade infine su<br />

un giovane e distinto avvocato, appena conosciuto, che, però,<br />

non vuole saperne. La ragazza lo cerca, gli telefona, lo insegue,<br />

ma alla fine deve rassegnarsi. Sul treno che da Parigi la riporta<br />

a Le Mans, lo sguardo di Sabine incontra quello di un altro<br />

studente, pendolare come lei; forse <strong>il</strong> bel matrimonio è più<br />

vicino di quanto sembri.<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Bernard Lutic, Romain Winding,<br />

Nicolas Brunet; Int.: Béatrice Romand, Andrè Dussolier,<br />

Féodor Atkine, Huguette Faget.<br />

VEN 13, H. 22.30, DOM 15, H. 18.30<br />

Eric Rohmer<br />

Le notti <strong>del</strong>la luna piena<br />

Les nuits de la pleine lune<br />

Francia 1984, 102’, col., v.o. sott.it.<br />

Rémi e Louise convivono in un appartamento alla periferia<br />

5


6<br />

Le Rassegne <strong>del</strong> Massimo3 programmagennaio<br />

di Parigi. Lui lavora come tecnico, lei nello studio di un<br />

architetto. I due si amano molto, ma i loro gusti sono<br />

differenti: Rémi gioca a tennis, gli piace andare a dormire<br />

presto e svegliarsi di buon’ora, mentre Louise detesta caricare<br />

la sveglia e vivere lontana dalla capitale ed è felice quando la<br />

sera può uscire a ballare e conoscere gente nuova. Un giorno,<br />

essendosi liberato a Parigi un pied-à-terre di sua proprietà,<br />

Louise ha un’idea: lo restaura e lo arreda, ma non lo affitta,<br />

ripromettendosi di rifugiarsi lì almeno una volta alla settimana,<br />

per trovarvi un po’ di libertà e di solitudine e dormire da sola.<br />

Rémi cede alle sue insistenze pur avendo paura che lei prima<br />

o poi si troverà un amante. Una sera di luna piena, ad una<br />

festa, Louise incontra Bastien, un ragazzo più giovane di lei:<br />

i due ballano, poi fanno un rapido giro per locali vari, per<br />

finire nel “nido”. Dalla breve avventura Louise non trae<br />

granché: è stata nulla più che una sbiadita parentesi. Rémi,<br />

però, le confessa di avere un’amante e di volerla lasciare. La<br />

loro convivenza è finita e Louise resta ora veramente sola.<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Renato Berta; Int.: Pascale Ogier,<br />

Tcheky Karyo, Fabrice Luchini,Virginie Thévenet,<br />

Christian Vadim, Laszlo Szabo.<br />

SAB 14, H. 16.30, DOM 15, H. 20.30<br />

Eric Rohmer<br />

Il raggio verde / Le rayon vert<br />

Francia 1986, 90’, col., v.o. sott.it.<br />

Delphine, una ragazza parigina, vorrebbe organizzare bene<br />

le sue vacanze dopo un anno di lavoro. Il rapporto con <strong>il</strong> suo<br />

compagno, ora lontano, si è spento. Un’amica le offre di andare<br />

presso una famiglia di Cherbourg, ma Delphine non si trova<br />

a suo agio, <strong>il</strong> soggiorno si rivela tedioso e lei se ne torna<br />

a casa.Tenta allora la montagna ma, irrequieta e scontrosa<br />

com’è, si fa prendere dalla malinconia e fa subito le valigie.<br />

Una compagna la induce allora ad andarsene a Biarritz, ma<br />

Delphine si sente isolata su quella spiaggia di gente allegra.<br />

Sempre più insoddisfatta, proprio mentre sta per prendere <strong>il</strong><br />

treno per Parigi, la donna incontra alla stazione uno<br />

sconosciuto, un giovane simpatico e discreto che le sorride<br />

e le parla amichevolmente. Delphine risponde e viene<br />

sollecitata a passare i pochi giorni che le restano in un paesino<br />

di pescatori. La giovane improvvisamente sorride e si apre<br />

al dialogo. Da alcuni anziani v<strong>il</strong>leggianti sente parlare <strong>del</strong><br />

fenomeno solare <strong>del</strong> raggio verde, rarissimo e splendido:<br />

si racconta che colui che ha la fortuna di vederlo, leggerà<br />

anche nel cuore e nei reali sentimenti di chi gli è vicino.<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Sophie Maintigneux; Int.: Marie<br />

Rivière Amira Chémakhi, Sylvie Richez, Lisa Hérédia.<br />

SAB 14, H. 18.30, DOM 15, H. 22.30<br />

Eric Rohmer<br />

L’amico <strong>del</strong>la mia amica<br />

L’amie de mon amie<br />

Francia 1987, 102’, col., v.o. sott.it.<br />

Blanche e Léa si incontrano alla mensa comunale e diventano<br />

amiche: la prima è un’impiegata graziosa, sensib<strong>il</strong>e, molto<br />

timida soprattutto con i ragazzi; la seconda è una studentessa<br />

bella, disinvolta e sicura di sé, dice di avere un fidanzato,<br />

Fabien, col quale però ha qualche problema. Lei lo considera<br />

eccessivamente dedito al lavoro, egoista, poco premuroso,<br />

troppo giovane. Blanche, che ormai si vede regolarmente con<br />

Léa, conosce Alexandre, un giovane ingegnere amante <strong>del</strong>lo<br />

sport, raffinato e ammirato dalle donne; ne rimane affascinata,<br />

ma l’uomo non sembra accorgersi di lei. Léa, sempre più in<br />

crisi con Fabien, decide di partire per una vacanza con amici<br />

e, durante la sua assenza, Fabien incontra Blanche con cui<br />

scopre di avere molte cose in comune. Iniziano a provare<br />

attrazione l’uno per l’altra. Blanche non vorrebbe cedere ai<br />

sentimenti, ma alla fine asseconda l’uomo. Al suo ritorno<br />

Léa torna a vivere a casa di Fabien, mentre Blanche non vuole<br />

più vederlo. Léa incontra di nuovo Alexandre e i due giovani<br />

capiscono di essere fatti l’uno per l’altra.<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Bernard Lutic, Sabine Ancelin;<br />

Int.: Emmanuelle Chaulet, Sophie Renoir, Anne-Leure<br />

Meury, Eric Viellard.<br />

SAB 14, H. 20.30, MAR 17, H. 16.30<br />

Eric Rohmer<br />

Reinette e Mirabelle<br />

Quatre aventures de Reinette et Mirabelle<br />

Francia 1986, 95’, col., v.o. sott.it.<br />

Quattro storie che vedono protagoniste due donne, Reinette<br />

e Mirabelle. Nella prima Mirabelle, lasciata a piedi dalla<br />

bicicletta, trova aiuto nella coetanea Reinette che sta<br />

trascorrendo l’estate in un grande cascinale di famiglia. Le due<br />

ragazze fanno amicizia e Reinette invita Mirabelle a passare<br />

la notte con lei soprattutto per assistere, al levar <strong>del</strong>l’alba, all’ora<br />

blu, zona magica intermedia tra la notte e <strong>il</strong> giorno in cui <strong>il</strong><br />

s<strong>il</strong>enzio regna assoluto. Nella seconda storia Reinette, mentre<br />

aspetta l’amica, si concede una consumazione <strong>del</strong> costo<br />

di 4 franchi e 20, paga con 200 franchi ma si trova di fronte un<br />

cameriere irascib<strong>il</strong>e e nevrotico che pretende moneta spicciola.<br />

La discussione va avanti fino all’arrivo di Mirabelle che,<br />

per tagliar corto, si trascina via l’amica fuggendo nel traffico.<br />

Camminando per le strade di Parigi, le due ragazze incontrano<br />

molti mendicanti e si chiedono se sia giusto fare loro la carità.<br />

Nell’ultimo episodio, Reinette si rende conto che se vuol<br />

continuare a vivere a Parigi deve guadagnare dei soldi.<br />

Non vedendo altre soluzioni, decide di vendere un quadro.<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Sophie Maintigneux; Int.: Joëlle<br />

Miquel, Jessica Forde, Ph<strong>il</strong>ippe Laudenbach,Yasmine Haury,<br />

Fabrice Luchini.<br />

SAB 14, H. 22.30, LUN 16, H. 18.30<br />

Eric Rohmer<br />

Incontri a Parigi / Les rendez-vous de Paris<br />

Francia 1995, 99’, col., v.o. sott.it.<br />

Primo episodio: Il rendez-vous <strong>del</strong>le 7. Esther è fidanzata con<br />

Horace, un dongiovanni che la ragazza crede di aver cambiato,<br />

ma l’amico Felix insinua che invece si incontri con una<br />

ragazza al Dame Tartine. Secondo episodio: Le panchine di Parigi.<br />

Un professore è innamorato di una giovane insegnante<br />

di matematica, ma lei vive con un uomo che è spesso assente<br />

e che non trova <strong>il</strong> coraggio di lasciare, mentre lui non è ancora<br />

pronto a vivere una relazione seria e duratura. Come due<br />

turisti si danno appuntamento nei parchi, si siedono sulle<br />

panchine e parlano.Terzo Episodio: Madre con bambino, 1907.<br />

Un pittore riceve la visita di una ragazza svedese indirizzata<br />

nel suo studio da un’amica per mostrarle Parigi. I due non<br />

legano e <strong>il</strong> pittore, invece di visitare con lei <strong>il</strong> museo Picasso,<br />

ve la conduce e la lascia lì da sola perché quei quadri così<br />

impegnativi lo distrarrebbero dalla sua ispirazione.<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Diane Baratier; Int.: Clara Bellar,<br />

Antoine Basler, Aurore Rauscher, Michaël Kraft,<br />

Bénédicte Loven.<br />

LUN 16, H. 22.30, MAR 17, H. 18.30<br />

Eric Rohmer<br />

Racconto di primavera<br />

Conte de printemps<br />

Francia 1990, 112’, col., v.o. sott.it.<br />

Jeanne, una giovane insegnante di f<strong>il</strong>osofia, fidanzata con <strong>il</strong><br />

matematico Mathieu, attualmente lontano per motivi di studio,<br />

dopo aver conosciuto ad una festa Natacha, una diciottenne<br />

pianista, simpatizza subito con questa e accetta l’invito di<br />

trasferirsi per alcuni giorni nel suo appartamento. Le due<br />

ragazze diventano amiche e si confidano i propri problemi:<br />

Jeanne è preoccupata <strong>del</strong> suo rapporto con Mathieu; Natacha,<br />

che si sente trascurata da W<strong>il</strong>liam, un giornalista, detesta sia sua<br />

madre, divorziata, sia Eve, la saccente amante di suo padre Igor,<br />

perché è convinta che abbia rubato una collana, <strong>il</strong> gioiello di<br />

famiglia a lei destinato. Quando suo padre Igor incontra<br />

casualmente Jeanne, si sente attratto dalla donna e Natacha<br />

pensa che le piacerebbe che la fidanzata di suo padre fosse una<br />

br<strong>il</strong>lante insegnante di f<strong>il</strong>osofia. Durante un weekend nella casa<br />

di campagna con <strong>il</strong> padre, Natacha litiga con Eve e riesce a<br />

farla allontanare. Jeanne, irritata per questo intrigo di Natacha,<br />

decide di andarsene. Nel preparare i bagagli viene casualmente<br />

ritrovata la collana: era finita nelle tasche di un paio di<br />

pantaloni. I sospetti di Natacha contro Eve cadono e Jeanne<br />

si riconc<strong>il</strong>ia con lei.<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Luc Pagès; Int.: Anne Teyssèdre, Hugues<br />

Quester, Florence Darel, Eloïse Bennett, Sophie Robin.<br />

MER 25, H. 20.30, SAB 28, H. 16.00<br />

Eric Rohmer<br />

Racconto d’inverno / Conte d’Hiver<br />

Francia 1991, 114’, col., v.o. sott.it.<br />

La giovane Félicie, che lavora in un salone di bellezza a Parigi,<br />

di proprietà <strong>del</strong> parrucchiere Maxence, trascorre talvolta la<br />

notte dal suo innamorato Loic, un bibliotecario che abita nella<br />

periferia ovest <strong>del</strong>la città, e talvolta nella periferia sud, dalla<br />

madre a cui ha affidato Elise, la figlia che ha avuto quattro anni<br />

prima dal giovane Charles. Lui è un cuoco incontrato in<br />

Bretagna durante l’estate e <strong>del</strong> quale ha perso le tracce poiché,<br />

al momento di separarsi, ha sbagliato a scrivere <strong>il</strong> suo indirizzo.<br />

Non sopportando più Loic, Félicie accetta la proposta di<br />

Maxence, che si è innamorato di lei, di trasferirsi a Nevers con<br />

lui. In realtà la donna non è innamorata di nessuno dei due,<br />

mentre è ossessionata dal ricordo di Charles. Ha perduto la<br />

speranza di ritrovarlo, eppure immagina di vederlo ovunque.<br />

Dopo quattro giorni a Nevers, Félicie torna da sua madre<br />

a Parigi. Un giorno mentre si trova sulla metropolitana con<br />

Elise, incontra per caso Charles con <strong>il</strong> quale finalmente può<br />

ricongiungersi.<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Luc Pagès, Ph<strong>il</strong>ippe Renaud, Maurice<br />

Giraud; Int.: Charlotte Véry, Frédéric van den Driessche,<br />

Michel Voletti, Hervé Furic.<br />

MER 25, H. 22.30, SAB 28, H. 18.00<br />

Eric Rohmer<br />

Un ragazzo, tre ragazze (Racconto d’estate)<br />

Conte d’Été<br />

Francia 1996, 107’, col., v.o. sott.it.<br />

Durante l’estate, <strong>il</strong> giovane Gaspard, che ha appena conseguito<br />

la laurea in matematica, si reca col traghetto a Dinard, sulla<br />

costa bretone, nella casa prestatagli da amici, con la sua chitarra<br />

a tracolla e l’immancab<strong>il</strong>e zainetto. Sembra incline alla musica<br />

e intende trascorrere una vacanza su quella spiaggia con la sua<br />

ragazza, Lena, che dovrebbe raggiungerlo da un momento<br />

all’altro: ma Lena non arriva, non telefona, non si fa viva.<br />

Gaspard, intanto, ha incontrato Margot, un’etnologa legata<br />

ad un giovane, che si occupa di cooperazione in Polinesia: si<br />

raccontano le loro reciproche storie e le analoghe condizioni<br />

di attesa di un assente. Diventano amici, escono spesso insieme,<br />

si confidano i rispettivi progetti. Gaspard fa vedere a Margot<br />

le foto di Lena, che lei non ritiene <strong>il</strong> tipo adatto a lui, e nota <strong>il</strong><br />

fuggevole interesse <strong>del</strong> giovane per Solène, che considera una<br />

ragazza più consigliab<strong>il</strong>e. Avviene così un incontro fra Gaspard<br />

e Solène, avvenente, disinibita e estroversa, che però deve<br />

presto andarsene per un precedente impegno. E finalmente<br />

sopraggiunge Lena e ogni cosa cambia.<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Diane Barratier; Int.: Melv<strong>il</strong> Poupaud,<br />

Amanda Langlet, Aurélie Nolin, Gwenaëlle Simon,<br />

Aimé Lefèvre.<br />

VEN 27, H. 16.30, DOM 29, H. 20.30<br />

Eric Rohmer<br />

Racconto d’autunno / Conte d’automne<br />

Francia 1998, 110’, col., v.o. sott.it.<br />

Arrivata a 45 anni, Magali, vedova, ha scelto di vivere<br />

in campagna dove fa la viticultrice. Conduce una vita solitaria<br />

da quando i figli se ne sono andati. La sua migliore amica,<br />

Isabelle, felicemente sposata, non sopporta questa situazione,<br />

pensa che Magali possa ancora rifarsi una vita e, a sua insaputa,<br />

le cerca un marito mettendo un annuncio sul giornale. Allo<br />

stesso tempo anche Rosine, la ragazza <strong>del</strong> figlio, vuol fare<br />

sposare di nuovo Magali e si dà da fare per presentarla a<br />

Etienne, <strong>il</strong> suo professore di f<strong>il</strong>osofia, con cui ha avuto una<br />

relazione, e che viene invitato alla festa per le nozze <strong>del</strong>la figlia<br />

di Isabelle. Quest’ultima, intanto, incontra Gerald, un uomo<br />

che ha risposto all’annuncio e, dopo qualche equivoco, invita<br />

anche lui alla festa. Arriva <strong>il</strong> giorno, si fanno le presentazioni,<br />

Etienne non piace a Magali la quale, ancora ignara <strong>del</strong>le<br />

manovre <strong>del</strong>l’amica, è invece attratta dallo sconosciuto Gerald<br />

e, quando lui la accompagna alla macchina, Magali scopre<br />

<strong>del</strong>l’annuncio, si arrabbia e se ne va. Alcune coincidenze però<br />

fanno in modo che Magali e Gerald si rivedano, lasciando<br />

intravedere per loro la possib<strong>il</strong>ità di un futuro insieme...<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Diane Baratier; Int.: Marie Rivière,<br />

Béatrice Romand, Alain Libolt, Didier Sandre, Alexia Portal,<br />

Stephane Darmon.<br />

VEN 27, H. 18.30, DOM 29, H. 22.30<br />

Eric Rohmer<br />

L’albero, <strong>il</strong> sindaco e la mediateca<br />

L’arbre, le maire et la médiathèque<br />

Francia 1993, 105’, col., v.o. sott.it.<br />

Il sindaco socialsta di Saint-Juire-en-Vendée, Julien<br />

Dechaumes, ha un progetto grandioso: dotare <strong>il</strong> v<strong>il</strong>laggio<br />

di un centro culturale e sportivo che comprenda, oltre a una<br />

piscina e a un teatro, una biblioteca, una videoteca e una sala<br />

per esposizioni, <strong>il</strong> tutto raggruppato in una mediateca. I suoi<br />

rapporti con Parigi gli hanno permesso di trovare i soldi<br />

necessari e tutto andrebbe per <strong>il</strong> meglio se, poco prima<br />

<strong>del</strong>le elezioni cantonali <strong>del</strong> 1992, la maggioranza non si fosse<br />

trasformata in minoranza; se, dopo la sua sconfitta alle<br />

cantonali, Julien non si fosse improvvisamente innamorato<br />

di una scrittrice, Bérénice Beaurivage, convinta sostenitrice<br />

<strong>del</strong>la vita in città; se <strong>il</strong> maestro Marc Rossignol non si fosse


Le Rassegne <strong>del</strong> Massimo3 programmagennaio<br />

invaghito di un salice centenario, piantato nel bel mezzo<br />

<strong>del</strong> terreno da costruire; se Blandine Lenoir, una giornalista,<br />

volendo fare una trasmissione sulla r<strong>il</strong>evanza <strong>del</strong> caso nella<br />

storia, non avesse inavvertitamente disinserito la sua segreteria<br />

telefonica e non si fosse trovata nell’ufficio <strong>del</strong> direttore nel<br />

medesimo momento di Julien Dechaumes e non le fosse<br />

venuta così l’idea di fare un servizio sul sindaco, <strong>il</strong> suo<br />

v<strong>il</strong>laggio e la sua mediateca.<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Diane Baratier; Int.: Pascal Greggory,<br />

Arielle Dombasle, Fabrice Luchini, Clémentine Amouroux.<br />

VEN 27, H. 20.30, DOM 29, H. 16.15<br />

Eric Rohmer<br />

La nob<strong>il</strong>donna e <strong>il</strong> duca<br />

L’Anglaise et le Duc<br />

Francia 2001, 125’, col.<br />

Nob<strong>il</strong>donna di antica famiglia scozzese, Lady Grace Elliott<br />

è a Parigi negli anni bui <strong>del</strong>la rivoluzione. Arrivata in Francia<br />

nel 1786 come amante <strong>del</strong> principe F<strong>il</strong>ippo, duca d’Orléans,<br />

all’inizio <strong>del</strong>le sommosse Grace ha ormai chiuso questa<br />

relazione ma, nonostante divergenti opinioni politiche, i due<br />

primo piano / 9, 25-26, 30-31 gennaio<br />

The Storyteller.<br />

Retrospettiva Stephen Frears<br />

Stephen Frears<br />

Gumshoe<br />

Gran Bretagna 1971, 85’, col., v.o. sott.it.<br />

Ginley lavora come presentatore in una sala di bingo<br />

a Liverpool ma vorrebbe cambiare vita. Il giorno <strong>del</strong> suo<br />

trentunesimo compleanno mette un annuncio sul giornale<br />

proponendosi come investigatore privato. Indossa un<br />

impermeab<strong>il</strong>e e finge di essere Humphrey Bogart nei noir<br />

degli anni Quaranta. Un giorno riceve la telefonata<br />

di un uomo. I due si incontrano in albergo e <strong>il</strong> cliente gli<br />

consegna la foto di una ragazza, <strong>del</strong> denaro e una pistola.<br />

Ginley si caccia in una storia di armi e droga, facendo<br />

preoccupare <strong>il</strong> fratello W<strong>il</strong>liam, che gli offre dei soldi purché<br />

lasci l’incarico. La realtà è però diversa.W<strong>il</strong>liam, infatti,<br />

è coinvolto nell’inchiesta e sta cercando di uscirne pulito.<br />

Sc.: Nev<strong>il</strong>le Smith; Fot.: Chris Menges; Int.: Albert Finney,<br />

B<strong>il</strong>lie Whitelaw, Frank Finlay, Janice Rule, Carolyn Seymour.<br />

LUN 9, H. 16.30<br />

Stephen Frears<br />

The Hi-Lo Country<br />

USA/Gran Bretagna/Germania 1998, 114’, col., v.o. sott.it.<br />

A Hi-Lo, cittadina <strong>del</strong> Nex Mexico, subito dopo la Seconda<br />

Guerra Mondiale, Pete e Big Boy, grandi amici da prima <strong>del</strong><br />

conflitto, si ritrovano e fanno progetti. Le cose, sia pure tra<br />

molte difficoltà, sembrano partire bene, ma un giorno Pete<br />

viene a sapere che Mona, la donna che ha sempre amato,<br />

si è sposata con un altro uomo. Pete riprende allora i contatti<br />

con la sua ragazza di una volta, Josepha, che è ancora<br />

innamorata di lui. La situazione si aggrava quando Pete scopre<br />

che Mona ha una relazione con Big Boy, che fa di tutto per<br />

convincere Mona a lasciare <strong>il</strong> marito. Il legame che unisce<br />

i due amici viene messo a dura prova. Sul lavoro cresce anche<br />

la tensione verso Jim Ed Love, l’uomo che possiede gran parte<br />

<strong>del</strong>la terra di Hi-Lo. Una sera Pete non riesce a controllarsi<br />

e ha un rapporto violento con Mona. Lacerato dai sensi di<br />

colpa, Pete pensa di suicidarsi ma rimane coinvolto in una<br />

tempesta nel deserto. Sopravvive e viene a sapere che Mona<br />

ha lasciato <strong>il</strong> marito ed è incinta di Big Boy. Quest’ultimo,<br />

sono rimasti legati da amicizia. Nell’agosto 1792, <strong>il</strong> giorno<br />

<strong>del</strong>l’assalto alle Tu<strong>il</strong>eries, Grace riesce a lasciare la città e a<br />

raggiungere la casa di campagna a Meudon. Nel settembre,<br />

dietro l’insistenza di un’amica, Grace torna a Parigi per aiutare<br />

un fuggitivo. Si tratta di Champcenetz, governatore proprio<br />

<strong>del</strong>le Tu<strong>il</strong>eries. Questi è acerrimo nemico <strong>del</strong> duca d’Orléans,<br />

Grace stessa non lo stima, eppure insiste nel nasconderlo a casa<br />

sua, anche a rischio <strong>del</strong>la vita. Nel gennaio 1793 Grace non<br />

riesce ad impedire che <strong>il</strong> duca d’Orléans voti a favore <strong>del</strong>la<br />

morte <strong>del</strong> Re. Lo scontro tra i due sembra consumato. Una<br />

riconc<strong>il</strong>iazione arriva solo nel mese seguente, quando F<strong>il</strong>ippo<br />

cerca invano di procurare un passaporto di uscita per Grace.<br />

Nell’apr<strong>il</strong>e 1793, in seguito al tradimento <strong>del</strong> generale<br />

Dumouriez, la famiglia d’Orléans viene bandita. Ricevuta<br />

a casa la visita <strong>del</strong>la guardia nazionale, Grace viene arrestata.<br />

La sua permanenza in prigione dura poco, fin quando una<br />

lettera e un intervento di Robespierre arrivano a scagionarla.<br />

Le teste continuano a cadere, ma lei sopravvive.<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Diane Baratier; Int.: Lucy Russel,<br />

Jean-Claude Dreyfus, Alain Libolt, Léonard Cobiant.<br />

VEN 27, H. 22.30, SAB 28, H. 20.15<br />

a casa <strong>del</strong>la madre, litiga furiosamente con <strong>il</strong> fratello Little Boy,<br />

che alla fine lo uccide. Al funerale Mona dice a Pete che Big<br />

Boy sapeva di loro due. Pete lascia <strong>il</strong> paese e si dirige verso la<br />

California. Leone d’argento al Festival di Berlino 1999.<br />

Sc.:Walon Green, dal romanzo di Max Evans; Fot.:<br />

Oliver Stapleton; Int.: B<strong>il</strong>ly Crudup,Woody Harrelson,<br />

Cole Hauser, Enrique Cast<strong>il</strong>lo.<br />

MER 25, H. 16.30, LUN 30, H. 18.30<br />

Stephen Frears<br />

A prova di errore / Fa<strong>il</strong> Safe<br />

USA 2000, 86’, col., v.o. sott.it.<br />

Remake <strong>del</strong>l’omonimo f<strong>il</strong>m di Sidney Lumet, trasmetto<br />

in diretta dalla CBS nell’apr<strong>il</strong>e 2000 e successivamente<br />

distribuito, anche in Italia, per <strong>il</strong> circuito home-video. A causa<br />

<strong>del</strong>l’errore di un computer <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>la Difesa, una<br />

squadra di bombardieri statunitensi riceve l’ordine di sferrare<br />

un attacco a Mosca. Il presidente degli Stati Uniti e <strong>il</strong> suo staff<br />

devono evitare la catastrofe nucleare. Premio Emmy 2000<br />

per la migliore fotografia e la migliore direzione tecnica.<br />

Sc.:Walter Bernstein, dal romanzo di Eugene Burdick<br />

e Harvey Wheeler; Fot.: John A. Alonzo; Int.: Richard<br />

Dreyfuss, George Clooney, Harvey Keitel, Sam Elliott,<br />

James Cromwell, John Diehl.<br />

MER 25, H. 18.30, GIO 26, H. 16.15<br />

Stephen Frears<br />

The Snapper<br />

Gran Bretagna/Irlanda 1993, 88’, col.<br />

Dublino. Sharon Curley ha vent’anni, lavora come cassiera<br />

in un supermercato ed è incinta di tre mesi. Nonostante<br />

i genitori insistano, lei non vuole dire che <strong>il</strong> padre è George<br />

Burgess, un cinquantenne sposato. Questi, invece, fiero <strong>del</strong>la<br />

paternità, ne parla liberamente in giro, facendo infuriare la<br />

ragazza. L’uomo è pronto a vivere con lei abbandonando la<br />

famiglia ma Sharon non ne vuole sapere e racconta alle amiche<br />

che <strong>il</strong> bambino è frutto di un’avventura con un marinaio<br />

spagnolo. A soffrire per questa situazione è soprattutto Dessie<br />

Curley, suo padre, che non riesce ad accettare la situazione.<br />

Eric Rohmer<br />

Triple agent – Agente speciale<br />

Francia 2005, 115’, col.<br />

Fjodor è un vecchio generale <strong>del</strong>l’esercito <strong>del</strong>lo zar che vive<br />

a Parigi dopo essere fuggito dal comunismo. Siamo a maggio<br />

<strong>del</strong> 1936 e lui, insieme a una ristretta cerchia di rifugiati,<br />

è favorevole a un ritorno <strong>del</strong>la monarchia. Sua moglie Arsinoè,<br />

una giovane pittrice greca, frequenta invece senza problemi<br />

i suoi vicini di casa di idee comuniste. Sta per scoppiare la<br />

guerra in Spagna mentre in Francia assistiamo alla vig<strong>il</strong>ia <strong>del</strong>le<br />

elezioni che vedranno la vittoria <strong>del</strong> Fronte Popolare.<br />

In questi frangenti lo stesso Fjodor annuncia di essere una<br />

spia professionista. Ma per chi? Per i Russi anticomunisti,<br />

per i sovietici o per i nazisti? E nel suo gioco pericoloso<br />

fino a che punto è disposto a sacrificare la moglie?<br />

Sc.: E. Rohmer; Fot.: Diane Baratier; Int.: Katerina<br />

Didaskalu, Serge Renko, Cyrielle Claire, Grigori Manukov.<br />

SAB 28, H. 22.30, DOM 29, H. 22.15<br />

Alla fine però <strong>il</strong> nipotino nasce e la famiglia si stringe intorno<br />

a lui. Premio <strong>del</strong> pubblico al Festival di Toronto 1993.<br />

Sc.: Roddy Doyle, dal suo romanzo; Fot.: Oliver Stapleton;<br />

Int.:Tina Kellegher, Colm Meaney, Ruth McCabe, Colm<br />

O’Byrne.<br />

GIO 26, H. 18.00<br />

Stephen Frears<br />

Due sulla strada – The Van<br />

Gran Bretagna/Irlanda 1996, 100’, col.<br />

Nel novembre <strong>del</strong> 1989, a Barrytown, un sobborgo<br />

di Dublino, <strong>il</strong> fornaio Brendan ‘Bimbo’ Reeves, con moglie<br />

e tre figli, viene licenziato. Dopo vane ricerche ha l’idea<br />

di acquistare, con i soldi <strong>del</strong>la liquidazione, un furgoncino<br />

per vendere pesce e patatine e coinvolge nell’idea l’amico<br />

disoccupato Larry. Nell’estate <strong>del</strong> 1990, quando l’Irlanda<br />

disputa i mondiali di calcio in Italia, gli affari sembrano andare<br />

a gonfie vele. Ma di fronte all’aumentare degli affari<br />

aumentano anche le incomprensioni fra i due soci<br />

Sc.: Roddy Doyle, dal suo romanzo; Fot.: Oliver Stapleton;<br />

Int.: Colm Meaney, Donal O’Kelly, Ger Ryan,<br />

Caroline Rothwell.<br />

GIO 26, H. 19.45<br />

Stephen Frears<br />

Liam<br />

Gran Bretagna/Francia/Germania/Italia 2000, 90’, col.<br />

Negli anni Trenta a Birkenhead, quartiere di Liverpool, Liam è<br />

un bambino di sette anni che cresce in una comunità irlandese<br />

prevalentemente cattolica. Dopo un periodo di tranqu<strong>il</strong>lità, la<br />

situazione si è fatta all’improvviso diffic<strong>il</strong>e. La crisi economica<br />

incombe. Il padre resta disoccupato, prova a cercare un nuovo<br />

lavoro ma passa molto tempo al pub a bere, discutendo di<br />

politica con gli amici.Teresa, la sorella più grande di Liam,<br />

entra a servizio dagli Abernathy, ricca famiglia borghese ebrea,<br />

e in quella casa è bene accolta. Liam intanto, nonostante soffra<br />

di dislessia, comincia a frequentare la scuola elementare. I ritmi<br />

di studio sono scanditi dalla presenza di padre Ryan, sacerdote<br />

dai modi rigidi e severi che vig<strong>il</strong>a anche sui comportamenti<br />

<strong>del</strong>le famiglie <strong>del</strong> quartiere. Passano i giorni e, di fronte al<br />

peggiorare <strong>del</strong>la situazione, <strong>il</strong> padre di Liam si lascia convincere<br />

a seguire i movimenti più estremisti che odiano gli stranieri e<br />

7


8<br />

Le Rassegne <strong>del</strong> Massimo3 programmagennaio<br />

le persone non gradite. Anche gli Abernathy cominciano ad<br />

essere guardati con sospetto. La rivolta prende <strong>il</strong> sopravvento,<br />

con i manifestanti c’è anche <strong>il</strong> padre di Liam e getta in casa<br />

degli Abernathy una bomba carta e Teresa rimane ustionata.<br />

Premio OCIC a Stephen Frears e Premio “Marcello<br />

Mastroianni” a Megan Burns alla Mostra <strong>del</strong> <strong>Cinema</strong><br />

di Venezia 2000.<br />

Sc.: Jimmy McGovern; Fot.: Andrew Dunn; Int.: Ian Hart,<br />

Claire Hackett, Anthony Borrows, David Hart,<br />

Megan Burns.<br />

LUN 30, H. 16.30, MAR 31, H. 19.30<br />

Stephen Frears<br />

Alta fe<strong>del</strong>tà / High Fi<strong>del</strong>ity<br />

Gran Bretagna/USA 2000, 113’, col.<br />

A Chicago, Rob Gordon è proprietario di un piccolo negozio<br />

di dischi poco frequentato. I suoi clienti sono solo appassionati<br />

e collezionisti, che tuttavia spesso non sono nemmeno bene<br />

Gli eventi <strong>del</strong> mese<br />

Il F<strong>il</strong>m Olimpico: da Riefenstahl<br />

a Ichikawa. Lo sguardo libero<br />

La rassegna organizzata da Centre Culturel Français di<br />

Torino, in collaborazione con <strong>il</strong> <strong>Museo</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Cinema</strong> ed <strong>il</strong> Goethe Institut si avvicina alla sua conclusione<br />

a gennaio con la proiezione di Cool Runnings.<br />

Quattro sotto zero di John Turteltaub.<br />

Prodotto dalla Disney, <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m è stato concepito anzitutto in<br />

senso popolare e come una commedia capace di sedurre piccoli<br />

e grandi. Il f<strong>il</strong>m, in realtà, è molto più interessante di<br />

quanto sembra. Ispirato <strong>del</strong>la storia vera <strong>del</strong>la squadra giamaicana<br />

di bob, vittoriosa ai giochi olimpici di Calgary nel<br />

1985, l’intreccio sottolinea l’incontro improbab<strong>il</strong>e fra una<br />

cultura tropicale e gli imperativi di uno sport invernale.<br />

Questo confronto paradossale esprime con comicità la lezione<br />

di ambizione e di coraggio che ci danno questi atleti<br />

rasta venuti alla prese con i pregiudizi di un mondo sportivo<br />

spietato e incredulo.Autentico omaggio alle squadre di<br />

paesi spesso considerati a torto come minori o secondari nel<br />

seno di competizioni spesso dominate dalle grandi potenze<br />

mondiali, Cool Runnings è dunque un esempio interessante<br />

<strong>del</strong>la ricchezza aneddotica che ci consegna l’avventura<br />

olimpica, un’avventura dove tutto è possib<strong>il</strong>e e dove i<br />

vincitori sono protagonisti degli episodi più curiosi e imprevedib<strong>il</strong>i.<br />

(Florent Fourcart)<br />

John Turteltaub<br />

Cool Runnings - Quattro sotto zero<br />

Usa 1993, 98’, col.<br />

Quattro atleti giamaicani sfidano la sorte partecipando alla gara<br />

di bob in occasione <strong>del</strong>le Olimpiadi di Calgary. Con risorse<br />

esigue e nessuna esperienza, compiere l’impresa per questo<br />

gruppo di “ragazzi dei tropici” si prospetta faticoso.<br />

Nonostante tutto, Derice Bannock, Sanka Coffie,Yul Brenner<br />

e Junior Bev<strong>il</strong> si recano nella fredda Calgary per competere<br />

sul ghiaccio. I quattro giamaicani si assicurano la cooperazione<br />

di un ex-campione americano di nome Irv che cede alla<br />

tentazione di allenare un team di semi-disperati. Il suo<br />

compito non è fac<strong>il</strong>e: Irv prende l’incarico seriamente ed<br />

è determinato a trasformare <strong>il</strong> quartetto in un team di<br />

campioni. Il percorso è pieno di imprevisti, ma i sogni dei<br />

ragazzi finiscono con <strong>il</strong> realizzarsi grazie all’orgoglio, alla<br />

determinazione e alla dignità di cui sono ricchi.<br />

Sc.: Michael Goldberg, Lynn Siefert,Tommy Swerdlow;<br />

Fot.: Phedon Papamichael; Int.: John Candy, Malik Yoba,<br />

Rawled D. Lewis, Leon Derice.<br />

LUN 9, H. 18.30 – INGRESSO EURO 2,50<br />

accolti. Al negozio lavorano anche Dick e Berry, che<br />

condividono la stessa passione musicale e con i quali Rob<br />

si diverte a st<strong>il</strong>are personali classifiche “dei migliori cinque”<br />

su qualunque tema. Laura, la ragazza con cui vive, decide<br />

di lasciarlo e Rob, nel tentativo di capirne i motivi, comincia<br />

a riesaminare <strong>il</strong> proprio passato. Mette insieme i nomi di<br />

cinque ragazze che a vario titolo hanno segnato per lui<br />

momenti importanti e, ricordandole una per una, ricostruisce<br />

la propria vita a partire dall’adolescenza. Con tutte Rob<br />

capisce di aver fatto qualcosa di sbagliato, provocando equivoci<br />

e spingendo le ragazze ad allontanarsi. Laura intanto è andata<br />

a vivere con Ian, ma Rob non si rassegna, parla con lui<br />

e lo caccia quando si presenta al negozio. Il padre di Laura<br />

muore e Rob si presenta al funerale. I due si ritrovano<br />

e lei dice di voler tornare a casa con lui.<br />

Sc.: D.V. DeVincentis, Steve Pink, John Cusack,<br />

Scott Rosenberg, dal romanzo di Nick Hornby; Fot.:<br />

Seamus McGarvey; Int.: John Cusack, Iben Hjejle,<br />

Todd Louiso, Jack Black, Lisa Bonet, Catherine Zeta-Jones,<br />

Joan Cusack,Tim Robbins, L<strong>il</strong>i Taylor.<br />

LUN 30, H. 20.30, MAR 31, H. 15.30<br />

Stephen Frears<br />

Piccoli affari sporchi<br />

Dirty Pretty Things<br />

Gran Bretagna 2002, 97’, col.<br />

Londra. Okwe, un immigrato nigeriano, fa <strong>il</strong> portiere di notte<br />

in un albergo. Pur essendo clandestino, cerca in ogni modo<br />

di lavorare allo scopo di poter tornare un giorno dalla figlia.<br />

Senay, invece, è turca, anche lei senza passaporto. Conosce<br />

cinema e sport / 9 gennaio <strong>il</strong> cinema degli altri / 31 gennaio<br />

Serata in ricordo di Fernando Cerchio<br />

Associazione <strong>Museo</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>del</strong> <strong>Cinema</strong> e Archivio<br />

<strong>Nazionale</strong> <strong>Cinema</strong>tografico <strong>del</strong>la Resistenza presentano<br />

una serata in ricordo di Fernando Cerchio.<br />

Nato a Luserna San Giovanni (Torino) nel 1914.Allievo <strong>del</strong><br />

Centro sperimentale di cinematografia, documentarista e montatore,<br />

Cerchio esordì nella regia di f<strong>il</strong>m a soggetto nel 1944<br />

con la Buona Fortuna, girato a Venezia ai tempi <strong>del</strong>la<br />

Repubblica di Salò. Stava preparando a Torino nei primi mesi<br />

<strong>del</strong> 1945 con Carlo Borghesio <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m Porte Chiuse, la cui<br />

realizzazione venne interrotta e abbandonata per la fine <strong>del</strong>la<br />

guerra. Proprio alla vig<strong>il</strong>ia <strong>del</strong>l’insurrezione di Torino, prese<br />

contatto con ambienti socialisti per la realizzazione di Aldo<br />

dice 26 x 1. Dopo la guerra diresse numerosi f<strong>il</strong>m dei generi<br />

più diversi, tra i quali Il bandolero stanco (1953), I misteri<br />

di Parigi (1958), Giuditta e Oloferne (1959), Totò<br />

contro Maciste (1962),Totò e Cleopatra (1963), Per un<br />

dollaro di gloria (1966). Cerchio è un regista che ha saputo<br />

passare dal cinema amatoriale al cinema popolare passando<br />

per quello di documentazione storica.<br />

Da anni a Torino si sta compiendo un lavoro di recupero dei<br />

suoi f<strong>il</strong>m e,nel corso <strong>del</strong>la serata,verranno presentati due esempi<br />

di straordinario interesse. Aldo dice 26 x 1 (1946, 38’)<br />

e Ritorno a se stesso (1934, 37’), quest’ultimo appena<br />

restaurato dal <strong>Museo</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>del</strong> <strong>Cinema</strong>.<br />

La serata, a ingresso libero, avrà luogo martedì 31 gennaio<br />

alle ore 21.15. Partecipano Timothy Cerchio, Stefano<br />

Della Casa e Lorenzo Ventavoli.<br />

Fernando Cerchio<br />

Ritorno a se stesso<br />

Italia 1934, 37’, b/n<br />

Copia restaurata da <strong>Museo</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>del</strong> <strong>Cinema</strong><br />

Un povero ciabattino di Porta Palazzo sopravvive a stento<br />

con la sua bottega di scarpe usate. Improvvisamente, però, <strong>il</strong><br />

successo lo travolge. Apre un vero negozio e poi una piccola<br />

azienda ma, all’apice <strong>del</strong>la ricchezza, si ritrova imbrogliato da<br />

due truffatori e assalito dalla nostalgia per la vita di un tempo.<br />

Fernando Cerchio<br />

Aldo dice 26 x 1<br />

Italia 1946, 38’, b/n<br />

Copia proveniente da Archivio <strong>Nazionale</strong> <strong>Cinema</strong>tografico<br />

<strong>del</strong>la Resistenza<br />

Prodotto nel 1945-1946, <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m è <strong>il</strong> risultato di una complessa<br />

Okwe perché lavora come cameriera nello stesso albergo.<br />

Sta cercando di mettere da parte una somma sufficiente<br />

per andare a vivere a New York. Cliente fissa <strong>del</strong>l’albergo<br />

è Guo Yi, una prostituta cinese, che finisce per fare amicizia<br />

con i due extracomunitari. Un giorno Okwe scopre un<br />

traffico di organi legato alla falsificazione di documenti<br />

per l’espatrio e viene a sapere che Senay è perseguitata dai<br />

controlli <strong>del</strong>l’ufficio immigrazione. Quando, disperata, la donna<br />

decide di donare un rene in cambio di un passaporto falso,<br />

l’amico cerca di fermarla e di porre rimedio ai molti soprusi<br />

subiti da entrambi. Premio “Sergio Trasatti” alla Mostra<br />

<strong>del</strong> <strong>Cinema</strong> di Venezia 2002; Nomination agli Oscar 2004<br />

per la migliore sceneggiatura originale.<br />

Sc.: Steven Knight; Fot.: Chris Menges; Int.: Chiwetel Ejiofor,<br />

Audrey Tautou, Sophie Okonedo, Benedict Wong, Adrian<br />

Scarborough, Sergi Lopez, Zlatko Buric.<br />

LUN 30, H. 22.30, MAR 31, H. 17.30<br />

operazione messa in cantiere nei giorni <strong>del</strong>la liberazione a<br />

Torino. In città si trovava allora una troupe che lavorava agli<br />

stab<strong>il</strong>imenti Fert di Corso Lombardia, per girare un f<strong>il</strong>m che<br />

doveva venir diretto da Fernando Cerchio e Carlo Borghesio.<br />

L’imminente insurrezione li indusse a rinvigorire una fresca<br />

fede antifascista e a impegnarsi a documentare <strong>il</strong> drammatico<br />

momento storico che stavano per vivere.<br />

crossroads / 24 gennaio<br />

Seattle e <strong>il</strong> fenomeno grunge<br />

Doug Pray<br />

Hype!<br />

USA 1996, 87’, col., v.o. sott.it.<br />

Il documentario più bello e articolato mai realizzato<br />

sulla scena grunge e su come Seattle ne sia diventato<br />

<strong>il</strong> centro nevralgico. Il fenomeno, nato indipendentemente,<br />

si è presto ampliato con <strong>il</strong> successo di band come i Nirvana,<br />

i Soundgarden e i Pearl Jam, che hanno imposto <strong>il</strong> grunge<br />

all’attenzione di tutto <strong>il</strong> mondo. Girato in oltre tre anni<br />

di lavoro, Hype! indaga <strong>il</strong> fenomeno in relazione ai suoi<br />

rapporti con l’industria musicale e le altre culture, presentando<br />

documenti eccezionali come la prima performance<br />

di Smells Like Teen Spirit dei Nirvana, un’intervista a Eddie<br />

Vedder, frontman dei Pearl Jam, e inedite immagini live<br />

dei Soundgarden, dei Melvins e dei Mudhoney.<br />

Fot.: Robert Bennett; Mont.: D. Pray, Joan Zapata.<br />

MAR 24, H. 20.30<br />

Cameron Crowe<br />

Singles - L’amore è un gioco<br />

Le vicende sentimentali di sei giovani di Seattle che vivono<br />

nello stesso condominio. La ventitreenne cameriera Janet<br />

Livermore si è innamorata di Cliff Poncier (membro di una<br />

band di scarso successo), mentre prima era stata la ragazza<br />

di Steve, al quale la lega un rapporto di sincera amicizia.<br />

Altri, come un impiegato d’albergo e la rossa Debbie Hunt,<br />

si affidano al caso per trovare la compagnia che gli occorre.<br />

Con una colonna sonora scritta dal mitico Paul Westerberg<br />

e una manciata di canzoni oggi leggendarie (fra le band che<br />

hanno contribuito troviamo gli Smashing Pumpkins, i<br />

Soundgarden, gli Screaming Trees, i Pearl Jam), l’ex-critico<br />

musicale Cameron Crowe realizza la sua opera seconda,<br />

diventata subito un cult movie.<br />

Sc.: C. Crowe; Fot.: Ueli Steiger; Int.: Bridget Fonda,<br />

Campbell Scott, Kyra Sedgwick, She<strong>il</strong>a Kelley,<br />

Debbie Hunt, B<strong>il</strong>l Pullman, Matt D<strong>il</strong>lon.<br />

MAR 24, H. 22.00<br />

INGRESSO ALLA SERATA EURO 2,50


Le Rassegne <strong>del</strong> Massimo3 programmagennaio<br />

Bullshit Walks Money Talks.<br />

Attraversando Las Vegas<br />

di Grazia Paganelli<br />

seconda visione / 1-8 gennaio<br />

Come ogni anno, nel periodo <strong>del</strong>le festività natalizie, <strong>il</strong> <strong>Museo</strong><br />

<strong>Nazionale</strong> <strong>del</strong> <strong>Cinema</strong> ripropone i f<strong>il</strong>m <strong>del</strong>la stagione che la<br />

distribuzione nazionale ha più pesantemente penalizzato.<br />

Un’occasione per scoprire opere straordinarie, cult movies<br />

e piccoli f<strong>il</strong>m di grande bellezza.<br />

Zach Braff<br />

La mia vita a Garden State<br />

Garden State<br />

Usa 2004, 109’, col.<br />

Dopo aver ricevuto la notizia <strong>del</strong>la morte di sua madre,<br />

Andrew Largeman decide di tornare nella sua città natale<br />

in New Jersey da cui era partito nove anni prima a causa dei<br />

continui conflitti con <strong>il</strong> padre. Giunto a casa, si rende subito<br />

conto che le miglia di distanza e la carriera di attore televisivo<br />

a Los Angeles non sono stati sufficienti per guarire le ferite<br />

<strong>del</strong> passato. Uno spiraglio di speranza potrebbe essere aperto<br />

dall’incontro con Sam, una ragazza allegra e solare. Esordio<br />

‘indipendente’ nel lungometraggio <strong>del</strong>l’attore Zach Braff,<br />

Garden State è una <strong>del</strong>le commedie più belle degli ultimi anni,<br />

scritta con i tempi giusti e una perfetta dose di malinconia<br />

che sta tutta nei volti <strong>del</strong>la meravigliosa Natalie Portman,<br />

di Zach Braff e <strong>del</strong> grande Peter Sarsgaard. Un oggetto<br />

di culto, non foss’altro per la colonna sonora che raccoglie<br />

<strong>il</strong> meglio <strong>del</strong> pop di questi anni, dai Coldplay agli Shins,<br />

band in ascesa sulla West Coast.<br />

Sc.: Z. Braff; Fot.: Lawrence Sher; Int.: Z. Braff, Natalie<br />

Portman, Peter Sarsgaard.<br />

VEN 30 DICEMBRE E DOM 1 GENNAIO, H. 16.30/18.30/20.30/22.30,<br />

SAB 31 DICEMBRE, H. 16.30/18.30/20.30<br />

Jacques Audiard<br />

Tutti i battiti <strong>del</strong> mio cuore<br />

De battre mon coeur s’est arretè<br />

Francia 2005, 107’, col.<br />

Il cinema di Amir Naderi porta dentro la sua pelle la forma <strong>del</strong> viaggio. Non un<br />

viaggio che si compie nel racconto e nelle avventure dei suoi personaggi, bensì<br />

una corsa in crescendo completamente proiettata dentro una dimensione altra, che<br />

si astrae dalla forma <strong>del</strong>le cose e cerca in esse le ragioni <strong>del</strong> proprio sentire. Rigore<br />

e utopia di uno sguardo che ritroviamo nella ricerca che questo straordinario regista<br />

persegue anche nel suo lavoro di fotografo, nel suo studiare i luoghi, che spesso<br />

stanno per diventare <strong>il</strong> set <strong>del</strong> suo prossimo f<strong>il</strong>m, e che si offrono all’obiettivo<br />

come se fossero stati appena riscoperti.<br />

Così ci appare la sequenza <strong>del</strong>le sue ultime fotografie, Bullshit Walks Money Talks,<br />

percorso trasversale dentro Las Vegas per mostrare le contraddizioni e <strong>il</strong> doppio<br />

volto di una città unica e <strong>il</strong>lusoria,“precipitata” nel paesaggio lunare <strong>del</strong> deserto,<br />

che accoglie con distacco i suoi visitatori, forse li seduce, in ogni caso li inganna.<br />

Quello che troveranno oltre le porte ideali <strong>del</strong> suo ingresso sarà, infatti, un microcosmo<br />

capovolto, città fatta di pura finzione e di apparenza, che Naderi descrive<br />

nel suo saper essere sfoggio sontuoso di una realtà fittizia. Basta andare poco sotto<br />

la superficie, però, oltre <strong>il</strong> bagliore <strong>del</strong>le luci sempre accese, per scoprire <strong>il</strong> suo<br />

volto più frag<strong>il</strong>e e inaspettato.<br />

La mostra fotografica Bullshit Walks Money Talks. Attraversando Las Vegas, composta<br />

da quaranta fotografie di grande formato scattate da Amir Naderi a Las Vegas e nel deserto<br />

<strong>del</strong> Nevada, sarà esposta dal 17 al 29 gennaio sulla rampa elicoidale <strong>del</strong> <strong>Museo</strong><br />

<strong>Nazionale</strong> <strong>del</strong> <strong>Cinema</strong> alla Mole Antonelliana (via Montebello 20,Torino).<br />

Fotogrammi<br />

Le tessere abbonamento al <strong>Cinema</strong> Massimo<br />

A partire dal 1 gennaio 2006 saranno finalmente<br />

disponib<strong>il</strong>i, grazie all’introduzione di un nuovo<br />

software di gestione <strong>del</strong>le casse automatiche, le<br />

tessere di abbonamento per la Multisala<br />

Massimo. Gli abbonamenti, validi tutti i giorni e in<br />

tutte le fasce orarie, consentiranno al pubblico di<br />

seguire la programmazione <strong>del</strong> cinema Massimo<br />

ad una tariffa ancor più vantaggiosa rispetto a<br />

quella dei biglietti ridotti. Le tessere, inoltre, costituiscono<br />

un’ottima idea regalo per i vostri amici<br />

e parenti cinef<strong>il</strong>i. Le tipologie sono le seguenti:<br />

Tom ha 28 anni e ormai sembra essere avviato a seguire la<br />

carriera di suo padre nelle compravendite immob<strong>il</strong>iari. Il suo<br />

sogno, però, è sempre stato quello di diventare un pianista<br />

come sua madre. Grazie ad un incontro casuale <strong>il</strong> suo desiderio<br />

potrebbe avverarsi...“Tutti i battiti <strong>del</strong> mio cuore conferma Jacques<br />

Audiard fra i migliori registi francesi d’oggi. Si tratta di un<br />

libero rifacimento di un f<strong>il</strong>m americano <strong>del</strong> 1978, Rapsodia per<br />

un k<strong>il</strong>ler di James Toback, dove Harvey Keitel era incerto fra la<br />

carriera <strong>del</strong> gangster e quella <strong>del</strong> pianista. Il personaggio viene<br />

rielaborato con dolente vitalismo da Romain Duris in una<br />

Parigi notturna, fra spedizioni punitive ed estasi improvvise,<br />

un padre canaglia e martire (Niels Arestrup) e l’incantevole<br />

Lin Dan Pham che dà lezioni di pianoforte parlando solo <strong>il</strong><br />

cinese”. (Tullio Kezich)<br />

Sc.: J. Audiard,Tonino Benacquista, ispirato a un f<strong>il</strong>m di<br />

James Toback; Fot.: Stephane Fontaine; Int.: Romain Duris,<br />

Aure Atika, Emmanuelle Devos, Niels Arestrup.<br />

LUN 2 E MAR 3, H. 16.30/18.30/20.30/22.30<br />

Giacomo Campiotti<br />

Mai + come prima<br />

Italia 2005, 106’, col.<br />

Finiti gli esami di maturità, Giulia, Martina, Fava, Lorenzo,<br />

Enrico, e Max - un ragazzo disab<strong>il</strong>e estremamente sensib<strong>il</strong>e<br />

ed autoironico - partono per un’avventurosa vacanza in<br />

montagna. A stretto contatto con la natura e con le sue<br />

“imprevedib<strong>il</strong>i” manifestazioni, tutti loro impareranno a badare<br />

a se stessi e a prendere decisioni importanti per sè e per gli<br />

altri. Al momento di ritornare in città si saranno trasformati<br />

in persone molto diverse.“F<strong>il</strong>m per ragazzi, pedagogico:<br />

Abbonamento sale Uno e Due (5 spettacoli)<br />

euro 20<br />

Abbonamento sala Tre (10 spettacoli)<br />

euro 30<br />

Per informazioni:<br />

<strong>Cinema</strong> Massimo, via Verdi 18, Torino<br />

Tel. 011/81.38.574,<br />

programmazione@museocinema.it.<br />

insegna come stare con gli altri (a esempio, portando con sé<br />

durante una gita sulle Dolomiti per trekking e ascensioni, un<br />

ragazzo spastico che non può camminare e neppure parlare);<br />

insegna come apprezzare la bellezza <strong>del</strong>la natura (nell’ascesa,<br />

arrivano in cima al monte Cristallo); insegna come affrontare<br />

la sofferenza per la morte accidentale di un amico,<br />

come ritrovarsi dopo un periodo in cui ciascuno è rimasto<br />

isolato, come non avv<strong>il</strong>irsi se i genitori non capiscono<br />

e si alterano. Il regista Campiotti, 48 anni, qui anche<br />

soggettista e co-sceneggiatore, per qualche motivo personale<br />

(l’episodio rispecchia una sua esperienza da adolescente),<br />

oppure per motivi religiosi o spirituali, mostra una grande<br />

cambiamento rispetto ai f<strong>il</strong>m precedenti (Corsa di primavera,<br />

Come due coccodr<strong>il</strong>li), con l’acquisizione di una speciale<br />

semplicità e ingenuità”. (Lietta Tornabuoni)<br />

Sc.: G. Campiotti, Alexander Adabachian; Fot.: Duccio<br />

Cimatti; Int.: Laura Chiatti, Natalia Piatti, Federico<br />

Batt<strong>il</strong>occhio, Nicola Cipolla, Marco Velluti.<br />

MER 4 E GIO 5, H. 16.30/18.30/20.30/22.30<br />

Tsai Ming-liang<br />

Il gusto <strong>del</strong>l’anguria<br />

Tian bian yi duo yun<br />

Taiwan/Francia 2005, 109’, col.<br />

Una ragazza, Shiang-Chyi, torna da Parigi e nota che la sua<br />

Taipei non è più come quando l’ha lasciata. La strada davanti<br />

alla stazione, piena di negozi, è stata rasa al suolo. Così non<br />

le è possib<strong>il</strong>e incontrare di nuovo Hsiao-Kang, l’orologiaio<br />

<strong>del</strong>la strada. Molte cose sono cambiate e la città ha inoltre<br />

una grossa carenza di acqua potab<strong>il</strong>e. Shiang-Chyi, per bere,<br />

è costretta a rubare un po’ d’acqua nel luogo dove lavora o ad<br />

accontentarsi di succhi di frutta. Ma sembra l’unica a cercare<br />

soluzioni, <strong>il</strong> resto <strong>del</strong>la città pare non curarsene neppure.<br />

Un giorno, durante una passeggiata nel parco, si imbatte in<br />

Hsiao-Kang, che la riconosce. I due iniziano a incontrarsi a<br />

casa di lei. Ma anche l’uomo che ama non è quello che<br />

sembra: Hsiao-Kang ora è un attore di f<strong>il</strong>m porno che gira in<br />

uno degli appartamenti <strong>del</strong>lo stab<strong>il</strong>e in cui abita Shiang-Chyi.<br />

Straordinario seguito di Che ora è laggiù?, presentato quest’anno<br />

al Torino F<strong>il</strong>m Festival, <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m conferma Tsai Ming-liang come<br />

uno degli autori più importanti e originali <strong>del</strong> nostro tempo.<br />

Sc.:Tsai Ming-liang; Fot.: Liao Pen-jung;<br />

Int.: Lee Kang-sheng, Chen Shiang-chyi.<br />

VEN 6, SAB 7 E DOM 8, H. 16.00/18.10/20.20/22.30<br />

9


MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA<br />

10<br />

Parole & Immagini a cura di S<strong>il</strong>vio Alovisio e Micaela Veronesi libri, riviste&dvdgennaio<br />

I LIBRI DEL MESE<br />

Parole & Immagini libri, riviste&dvdgennaio<br />

Alberto Friedemann (a cura di)<br />

I brevetti <strong>del</strong><br />

cinema muto torinese<br />

Torino, Biblioteca Fert, 2005, 2 vol., 40 euro.<br />

Per far decollare su basi solide una storia<br />

tecnologica <strong>del</strong> cinema italiano ancora in<br />

parte da scrivere occorre prima di tutto<br />

lavorare sulle fonti, recuperare i documenti<br />

sopravvissuti, schedarli e “farli parlare”.<br />

Con questa convinzione tanto semplice<br />

quanto rigorosa, Friedemann sta studiando<br />

da alcuni anni le strutture economiche<br />

e gli apparati tecnici <strong>del</strong> cinema muto<br />

torinese. Dopo i volumi sugli stab<strong>il</strong>imenti<br />

di produzione e le società chimiche<br />

e meccaniche, esce ora un’imponente<br />

opera in due tomi dedicata ai brevetti<br />

cinematografici torinesi depositati tra<br />

<strong>il</strong> 1897 e <strong>il</strong> 1928, frutto di un diffic<strong>il</strong>e<br />

e paziente lavoro di individuazione e<br />

reperimento di fonti archivistiche sino<br />

a oggi pressoché sconosciute. La pubblicazione<br />

integrale <strong>del</strong> testo dei brevetti (ma sarebbe più<br />

corretto, come suggerisce <strong>il</strong> curatore, parlare<br />

di “privative industriali”) è preceduta da<br />

alcuni contributi che aiutano a comprendere<br />

meglio <strong>il</strong> contesto e l’eterogeneità dei dati<br />

raccolti. Pier Luigi Bassignana traccia un<br />

quadro sintetico ma efficace <strong>del</strong> contesto<br />

industriale torinese negli anni <strong>del</strong> muto,<br />

Chiara Caranti <strong>il</strong>lustra le problematiche<br />

<strong>del</strong>la ricerca e ragiona sui brevetti in chiave<br />

nazionale, Friedemann ricostruisce l’identità<br />

<strong>del</strong>le società torinesi e dei singoli che<br />

depositarono brevetti cinematografici<br />

nella nostra città. Il lavoro, nel suo complesso,<br />

sottopone a una severa revisione storiografica,<br />

con dati, documenti e cifre, la mitologia <strong>del</strong>la<br />

“Hollywood sul Po”: la temporanea egemonia<br />

produttiva <strong>del</strong>le case torinesi dei primi anni<br />

Dieci non è infatti supportata da un’adeguata<br />

solidità industriale né da una proporzionata<br />

maturazione tecnologica. I titolari dei brevetti<br />

non sono grandi aziende, ma imprese più<br />

artigianali che industriali (come l’Itala F<strong>il</strong>m,<br />

la Savoia o la stessa Ambrosio), tecnici<br />

o singoli privati, <strong>il</strong> cui interesse verso<br />

<strong>il</strong> cinema è quasi sempre contingente. Alcune<br />

invenzioni sono improbab<strong>il</strong>i o inut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i,<br />

altre sono solo perfezionamenti di macchinari<br />

già esistenti, altre ancora, come osserva<br />

la Caranti, sono “in netto ritardo rispetto<br />

al progresso internazionale <strong>del</strong>le tecnologie”.<br />

Mancarono in sostanza i capitali adeguati<br />

e gli investimenti a lungo termine.<br />

Il cinema torinese, di conseguenza fu costretto<br />

a dipendere, come tutto <strong>il</strong> cinema italiano,<br />

dall’estero, sia per la pellicola vergine (carenza<br />

dovuta alla debolezza <strong>del</strong>l’industria chimica<br />

italiana) che per la strumentazione tecnica<br />

(per es. gli obiettivi erano importati dalla<br />

Germania). Questa condizione di dipendenza<br />

segnò <strong>il</strong> collasso irreversib<strong>il</strong>e <strong>del</strong> cinema<br />

torinese, travolto dalla sfavorevole congiuntura<br />

economica prodotta dalla guerra.<br />

Raymond Bellour<br />

L’analisi <strong>del</strong> f<strong>il</strong>m<br />

Torino, Kaplan, 311 p., 28,50 euro<br />

“L’esercizio <strong>del</strong>l’analisi <strong>del</strong> f<strong>il</strong>m – scrive<br />

Paolo Bertetto – implica una sensib<strong>il</strong>ità<br />

<strong>del</strong>lo sguardo che è una prerogativa <strong>del</strong> tutto<br />

particolare e che si realizza attraverso un<br />

intreccio di disponib<strong>il</strong>ità e di intuizione,<br />

di ossessività e di rapidità”. Quando uscì<br />

nel 1979, L’analyse du f<strong>il</strong>m di Raymond<br />

Bellour rappresentava l’apice di un fermento<br />

che da qualche anno coinvolgeva tutti<br />

coloro che studiavano <strong>il</strong> cinema. Si andavano<br />

definendo e sperimentando nuovi meto<br />

di di interpretazione <strong>del</strong> f<strong>il</strong>m, attraverso<br />

la mediazione <strong>del</strong>la semiologia e <strong>del</strong>la<br />

psicanalisi. La prima traduzione italiana<br />

di questo libro arriva dunque con molto<br />

ritardo, ma grazie agli sforzi <strong>del</strong>la casa editrice<br />

Kaplan che ne ha promosso la pubblicazione,<br />

colma finalmente una <strong>del</strong>le non poche lacune<br />

<strong>del</strong>la nostra editoria di settore. La lettura<br />

“a posteriori” di questo importante volume<br />

è ancora molto efficace e produttiva:<br />

leggendo tra le righe, sfogliando i saggi<br />

che compongono <strong>il</strong> testo, si ha la possib<strong>il</strong>ità<br />

di capire come sono cambiati gli studi<br />

di cinema negli ultimi quaranta anni,<br />

consentendo così quasi un b<strong>il</strong>ancio (una sorta<br />

di autoanalisi) sulla condizione ormai postuma<br />

in cui versa l’analisi <strong>del</strong> f<strong>il</strong>m. C’è infatti nei<br />

saggi di Bellour la risposta a chi si chiede<br />

se ha ancora senso oggi fare analisi <strong>del</strong> f<strong>il</strong>m,<br />

risposta che viene anticipata da Bertetto<br />

nella prefazione alla presente edizione:<br />

“chi fa analisi <strong>del</strong> f<strong>il</strong>m sa vedere quello<br />

che altri percepiscono soltanto, sa prestare<br />

attenzione ad elementi che la critica<br />

tradizionale considerava – e considera<br />

ancora oggi – <strong>del</strong> tutto superflui. Come ne<br />

La lettera rubata di Poe bisogna vedere quello<br />

che è davanti agli occhi ma generalmente<br />

non si vede”. L’edizione italiana esce in una<br />

veste riveduta e corretta dallo stesso autore<br />

che ha operato scelte di campo precise,<br />

da lui stesso argomentate nell’introduzione<br />

appositamente scritta per Kaplan, intitolata<br />

programmaticamente “C’era una volta”,<br />

in cui spiega la scelta di inserire qui due saggi<br />

che non c’erano nell’edizione <strong>del</strong> ’79, tra cui<br />

uno studio dedicato al primo cortometraggio<br />

di Griffith, The Lonedale Operator. Gli editori<br />

hanno inoltre pubblicato a colori i numerosi<br />

fotogrammi dei f<strong>il</strong>m analizzati (di Hitchcock):<br />

un valore aggiunto, che non si trova<br />

nell’edizione originale.<br />

Livio Frittella<br />

Le parole <strong>del</strong>lo spettacolo<br />

Torino, Lindau, 2005, 477 p., 29 euro.<br />

Dopo <strong>il</strong> recente Parole di cinema (edizione<br />

riveduta e aggiornata <strong>del</strong> classico lemmariob<strong>il</strong>ingue<br />

dei termini cinematografici<br />

pubblicato dall’Ente <strong>del</strong>lo Spettacolo),<br />

ecco un ulteriore dizionario specialistico,<br />

realizzato dal giornalista Livio Frittella:<br />

quest’ultimo progetto editoriale in realtà ha<br />

ambizioni più ampie perché comprende non<br />

solo <strong>il</strong> cinema, come sottolinea lo stesso<br />

Frittella nella sua breve introduzione, ma tutta<br />

l’“arte <strong>del</strong>l’intrattenimento nell’ambito <strong>del</strong>le<br />

sue quattro forme più seguite, cioè cinema,<br />

teatro, televisione e radio”.“Ogni arte nuova<br />

abbisogna di parole nuove”, scriveva Egisto<br />

Roggero nel 1914 a proposito <strong>del</strong> cinema.<br />

A quasi un secolo di distanza, <strong>il</strong> frutto<br />

di quel bisogno così precocemente avvertito<br />

si è tradotto in migliaia di vocaboli tecnici,<br />

organizzativi, estetici, o completamente nuovi<br />

oppure investiti di un significato diverso<br />

da quello tradizionale. Alcune imprecisioni<br />

(<strong>il</strong> carrello di Cabiria, per esempio, non<br />

è stato brevettato nel 1914 ma nel 1912)<br />

non compromettono la grande ut<strong>il</strong>ità<br />

di questo ag<strong>il</strong>e ma approfondito strumento<br />

di consultazione, destinato non solo agli<br />

addetti ai lavori ma anche agli appassionati.<br />

L’attuale e inevitab<strong>il</strong>e egemonia dei termini<br />

inglesi giustifica in appendice la pubblicazione<br />

di un essenziale lemmario b<strong>il</strong>ingue. I lettori<br />

che volessero segnalare parole eventualmente<br />

assenti dal dizionario possono scrivere<br />

direttamente all’autore<br />

(livio.frittella@virg<strong>il</strong>io.it).<br />

L’INTROVABILE DEL MESE.<br />

RARITÀ DALLA BIBLIOTECA DEL MUSEO<br />

Vittorio Emanuele Bravetta<br />

La fabbrica dei sogni.<br />

La cinematografia studiata<br />

da un poeta<br />

Torino, Fiorini F<strong>il</strong>m, 1920, 8 p.<br />

“Il belletto, <strong>il</strong> minio, <strong>il</strong> bistro, d<strong>il</strong>uiti dal sudore<br />

implacab<strong>il</strong>e, scorrevano sordidamente sulle faccie<br />

oblique di quelle baccanti sfatte ed una<br />

ripugnanza atroce, intollerab<strong>il</strong>e, che vinceva la<br />

commiserazione per le disgraziate, mi costrinse a<br />

cercare sollecitamente l’aria pura <strong>del</strong> giardino<br />

circostante, nel quale sorgeva alto, scint<strong>il</strong>lante,<br />

inestetico, costruito di vetro e di cemento come<br />

una rimessa di palloni dirigib<strong>il</strong>i, <strong>il</strong> falso teatro, la<br />

mostruosa, barbarica fabbrica dei sogni”. Per <strong>il</strong><br />

giovane Bravetta <strong>il</strong> primo ingresso in un teatro di<br />

posa, negli anni d’oro <strong>del</strong> cinema muto a Torino,<br />

si presenta come un viaggio nella perdizione e<br />

nella bruttura.Al poeta basteranno tuttavia pochi<br />

anni di intenso lavoro come soggettista<br />

all’Ambrosio per rivedere un giudizio così<br />

severo, per altro comune a tanti intellettuali<br />

<strong>del</strong>l’epoca. Dopo le parole appena citate, infatti, <strong>il</strong><br />

testo di questo discorso pronunciato dall’autore<br />

nell’aula Magna <strong>del</strong> liceo Beccaria di M<strong>il</strong>ano,<br />

coglie con una certa enfasi ma anche con una<br />

certa intelligenza la potenza visiva (e visionaria)<br />

<strong>del</strong> nuovo medium, sottolineando la profonda<br />

distanza che divide quest’ultimo dalla letteratura.<br />

Il cinema, scrive Bravetta, è “ideografia<br />

movimentata”, una “magia rivelata” che<br />

“tramanda la vibrazione effimera di un raggio, <strong>il</strong><br />

sorriso <strong>del</strong>izioso di una fanciulla, l’ombra pensosa<br />

di una nuvola, <strong>il</strong> guizzo d’un’ala, <strong>il</strong> tremito di una<br />

foglia, lo sforzo di un braccio erculeo e la lacrima<br />

caduta da un occhio innocente”. Bravetta è<br />

sedotto dalla capacità <strong>del</strong>la cinepresa<br />

(“meravigliosa macchina”,“specchio magico<br />

<strong>del</strong>l’incantatore”), di catturare l’energia e la<br />

fuggevole bellezza <strong>del</strong>le “cose vedute”. Purtroppo<br />

<strong>il</strong> cinema italiano alle porte degli anni Venti<br />

sembra <strong>del</strong> tutto indifferente a questa idea di un<br />

cinema possib<strong>il</strong>e, più attenta alla poesia visiva <strong>del</strong><br />

fenomenico che ai meccanismi <strong>del</strong> racconto. Di<br />

lì a poco lo stesso Bravetta lascerà <strong>il</strong> cinema e<br />

ritornerà a tempo pieno uno scrittore di romanzi<br />

storici e popolari, nonché autore di inni m<strong>il</strong>itari<br />

e fascisti tristemente celebri.<br />

LA RIVISTA DEL MESE<br />

Close Up<br />

Torino, Kaplan, quadrimestrale, 12.50 euro<br />

La rivista diretta da Giovanni Spagnoletti<br />

riprende le pubblicazioni dopo un anno di<br />

pausa forzata, con un nuovo editore (Kaplan) e<br />

una rinnovata veste grafica (forse meno<br />

originale <strong>del</strong>la precedente ma più elegante e<br />

leggib<strong>il</strong>e). La formula messa a punto nel 1997<br />

resta essenzialmente invariata: una corposa<br />

sezione monografica (F<strong>il</strong>orosso), i materiali sparsi<br />

e gli approfondimenti (Controcampi, con<br />

un’intervista parzialmente inedita, a Carmelo<br />

Bene, e un saggio di Valentina Valentini sui<br />

rapporti tra video e narrazione), la consueta<br />

rubrica dei libri (quasi trenta pagine di<br />

recensioni, per quanto interessanti, ci sembrano<br />

un po’ troppe) e i reportage dai festival. Il tema<br />

<strong>del</strong> dossier monografico, come indica<br />

efficacemente <strong>il</strong> suo titolo, è “l’attore nell’epoca<br />

<strong>del</strong>la guerra santa planetaria”, una scelta non<br />

semplice, come sottolinea Spagnoletti<br />

nell’editoriale, perché si deve indagare “su un<br />

campo scivoloso e sconfinato in cui sono<br />

fac<strong>il</strong>mente rintracciab<strong>il</strong>i infinite e molteplici<br />

ramificazioni <strong>del</strong> tema”. Questa pluralità di<br />

approcci e di percorsi è garantita nel dossier<br />

grazie a un originale equ<strong>il</strong>ibrio tra brevi saggi e<br />

alcune interviste a giovani “attori in cerca di<br />

personaggio” (tra cui Sonia Bergamasco e Maya<br />

Sansa). La presenza <strong>del</strong>la guerra nel titolo <strong>del</strong><br />

dossier non è un vezzo giornalistico ma un<br />

segnale di attenzione, confermato nei testi, verso<br />

la “contemporaneità” <strong>del</strong>l’attore e dei suoi<br />

rapporti con le modificazioni tecnologiche<br />

(Michela Greco, Francesco Pitassio, l’intervista<br />

all’antropologo Massimo Canovacci), la politica<br />

(Marcello Walter Bruno), i mass media (Giulio<br />

Latini e Ninì Candalino, che propone un ardito<br />

confronto tra Fantomas e Bin Laden).<br />

IL DVD DEL MESE<br />

Walerian Borowczyck<br />

Il cinema di<br />

Walerian Borowczyck<br />

RHV, 3 dvd, 1959-1984, b/n e col.<br />

Il cofanetto dedicato a Borowczyk non solo<br />

contiene tre lungometraggi particolarmente<br />

rappresentativi (Goto, l’isola <strong>del</strong>l’amore, 1968,<br />

Racconti immorali, 1974, e La bestia, 1975),<br />

ma propone anche altri cinque titoli realizzati<br />

tra <strong>il</strong> 1959 e <strong>il</strong> 1984 e selezionati all’interno<br />

<strong>del</strong>la multiforme (e oggi purtroppo invisib<strong>il</strong>e)<br />

produzione di cortometraggi <strong>del</strong> regista<br />

polacco. I tre dvd sono accompagnati anche<br />

da un booklet curato da Pezzotta, con un<br />

ricca scelta di dichiarazioni di Boro (come<br />

viene chiamato dai suoi ammiratori) tratte<br />

da interviste già pubblicate. Nel testo<br />

introduttivo (forse un po’ troppo sintetico)<br />

Pezzotta sottolinea come l’erotismo<br />

“settecentesco” e vagamente retrò di Boro,<br />

si lega non solo al voyeurismo, ma anche<br />

al collezionismo, alla meccanica, al corpo<br />

come congegno, persino (si pensi all’episodio<br />

Erzébet Bàthory dei Racconti immorali) al teatro<br />

<strong>del</strong>la cru<strong>del</strong>tà. La risorsa espressiva, sottolinea<br />

ancora Pezzotta, che lega i cortometraggi<br />

degli esordi ai f<strong>il</strong>m “hard-soft” degli anni<br />

Settanta è sicuramente <strong>il</strong> montaggio,<br />

ut<strong>il</strong>izzato nella forma creativa e caleidoscopica<br />

<strong>del</strong> collage, pronta ad aprirsi al “dettaglio<br />

fulminante” e inatteso. L’edizione DVD<br />

consente peraltro di vedere un’opera-chiave<br />

come Racconti immorali nella sua versione<br />

integrale: <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m, infatti, fu pesantemente<br />

tagliato in Italia, penalizzando quel complesso<br />

equ<strong>il</strong>ibrio ritmico tra piani d’insieme e<br />

dettagli che caratterizza l’inconfondib<strong>il</strong>e<br />

raffinatezza estetica <strong>del</strong> cinema di Boro.


Il Calendario dei F<strong>il</strong>m appuntamentigennaio<br />

DOMENICA 1 GENNAIO<br />

DOMENICA 15 GENNAIO<br />

MARTEDÌ 24 GENNAIO<br />

h. 16.30/18.30/20.30/22.30 La mia vita a Garden State di Z. Braff h. 16.30 La moglie <strong>del</strong>l’aviatore di E. Rohmer (F 1980, 104’, v.o. sott.it.) h. 16.30 Sound Barrier di A. Naderi (Usa 2005, 110’, v.o. sott.it.)<br />

(Usa 2004, 109’)<br />

h. 18.30 Il bel matrimonio di E. Rohmer (F 1982, 97’, v.o. sott.it.) h. 18.30 Il corridore di A. Naderi (Iran 1985, 94’, v.o. sott.it.)<br />

h. 20.30 Le notti <strong>del</strong>la luna piena di E. Rohmer (F 1984, 102’, v.o. h. 20.30 Hype! di D. Pray (Usa 1996, 87’, v.o. sott.it.) *<br />

LUNEDÌ 2 E MARTEDÌ 3 GENNAIO<br />

sott.it.)<br />

segue Singles - L’amore è un gioco di C. Crowe (Usa 1992, 100’)<br />

h. 16.30/18.30/20.30/22.30 Tutti i battiti <strong>del</strong> mio cuore di J. Audiard h. 22.30 Il raggio verde di E. Rohmer (F 1986, 90’, v.o. sott.it.)<br />

(F 2005, 107’)<br />

MERCOLEDÌ 25 GENNAIO<br />

LUNEDÌ 16 GENNAIO<br />

h. 16.30 The Hi-Lo Country di S. Frears (Usa 1998, 114’, v.o. sott.it.)<br />

MERCOLEDÌ 4 E GIOVEDÌ 5 GENNAIO<br />

h. 16.30 Pauline alla spiaggia di E. Rohmer (F 1983, 94’, v.o. sott.it.) h. 18.30 Fa<strong>il</strong> Safe di S. Frears (Usa 2000, 85’, v.o. sott.it.)<br />

h. 16.30/18.30/20.30/22.30 Mai + come prima di G. Campiotti h. 18.30 Reinette e Mirabelle di E. Rohmer (F 1986, 95’, v.o. sott.it.) h. 20.30 Racconto di primavera di E. Rohmer (F 1990, 112’, v.o. sott.it.)<br />

(I 2005, 106’)<br />

h. 20.30 La marchesa von... di E. Rohmer (F/G 1976, 107’, v.o. sott.it.)<br />

h. 22.30 Incontri a Parigi di E. Rohmer (F 1995, 99’, v.o. sott.it.)<br />

h. 22.30 Racconto d’inverno di E. Rohmer (F 1991, 114’, v.o. sott.it.)<br />

DA VENERDÌ 6 A DOMENICA 8 GENNAIO<br />

GIOVEDÌ 26 GENNAIO<br />

h. 16.00/18.10/20.20/22.30 Il gusto <strong>del</strong>l’anguria di Tsai Ming-liang MARTEDÌ 17 GENNAIO<br />

h. 16.15 Fa<strong>il</strong> Safe di S. Frears (Usa 2000, 85’, v.o. sott.it.)<br />

(Taiwan/F 2005, 109’)<br />

h. 16.30 L’amico <strong>del</strong>la mia amica di E. Rohmer (F 1987, 102’, v.o. h. 18.00 The Snapper di S. Frears (Gb 1993, 94’)<br />

sott.it.)<br />

h. 19.45 Due sulla strada - The Van di S. Frears (Gb 1996, 98’)<br />

LUNEDÌ 9 GENNAIO<br />

h. 18.30 Incontri a Parigi di E. Rohmer (F 1995, 99’, v.o. sott.it.) h. 21.30 Perceval di E. Rohmer (F 1978, 138’, v.o. sott.it.)<br />

h. 16.30 Gumshoe di S. Frears (Gb 1971, 88’, v.o. sott.it.)<br />

h. 21.00 Incontro con Amir Naderi °<br />

h. 18.30 Cool Runnings – Quattro sotto zero di J.Turteltaub (Usa segue L’armonica di A. Naderi (Iran 1973, 77’, v.o. sott.it.)<br />

VENERDÌ 27 GENNAIO<br />

1993, 98’) *<br />

segue L’attesa di A. Naderi (Iran 1974, 46’, v.o. sott.it.)<br />

h. 16.30 Un ragazzo, tre ragazze (Racconto d’estate) di E. Rohmer<br />

h. 20.30 Place de l’Eto<strong>il</strong>e di E. Rohmer (F 1965, 15’, v.o. sott.it.)<br />

(F 1996, 107’, v.o. sott.it.)<br />

segue Il segno <strong>del</strong> leone di E. Rohmer (F 1959, 100’, v.o. sott.it.) MERCOLEDÌ 18 GENNAIO<br />

h. 18.30 Racconto d’autunno di E. Rohmer (F 1998, 110’, v.o. sott.it.)<br />

h. 22.45 La fornaia di Monceau di E. Rohmer (F 1962, 26’, v.o. sott.it.) h. 16.30 La ricerca 1 di A. Naderi (Iran 1980, 85’, v.o. sott.it.)<br />

h. 20.30 L’albero, <strong>il</strong> sindaco e la mediateca di E. Rohmer (F 1993,<br />

segue La carriera di Suzanne di E. Rohmer (F 1963, 52’, v.o. sott.it.) h. 18.15 Tangsir di A. Naderi (Iran 1973, 116’, v.o. sott.it.)<br />

105’, v.o. sott.it.)<br />

h. 20.30 Il corridore di A. Naderi (Iran 1985, 94’, v.o. sott.it.)<br />

h. 22.30 La nob<strong>il</strong>donna e <strong>il</strong> duca di E. Rohmer (F 2001, 125’)<br />

MARTEDÌ 10 GENNAIO<br />

h. 22.15 Intervista ad Amir Naderi di M. Reina (I 2005, 41’, v.o. sott.it.)<br />

h. 16.30 La mia notte con Maud di E. Rohmer (F 1969, 110’, v.o. sott.it.)<br />

SABATO 28 GENNAIO<br />

h. 18.30 La collezionista di E. Rohmer (F 1966, 90’, v.o. sott.it.) GIOVEDÌ 19 GENNAIO<br />

h. 16.00 Racconto di primavera di E. Rohmer (F 1990, 112’, v.o. sott.it.)<br />

h. 20.30 Il ginocchio di Claire di E. Rohmer (F 1970, 105’, v.o. sott.it.) h. 16.30 Vicolo cieco di A. Naderi (Iran 1971, 98’, v.o. sott.it.)<br />

h. 18.00 Racconto d’inverno di E. Rohmer (F 1991, 114’, v.o. sott.it.)<br />

h. 22.30 L’amore, <strong>il</strong> pomeriggio di E. Rohmer (F 1972, 98’, v.o. sott.it.) segue L’esperienza di A. Kiarostami (Iran 1973, 53’, v.o. sott.it.) h. 20.15 La nob<strong>il</strong>donna e <strong>il</strong> duca di E. Rohmer (F 2001, 125’)<br />

h. 20.30 Manhattan by Numbers di A.Naderi (Usa 1993,88’,v.o.sott.it.) h. 22.30 Triple agent di E. Rohmer (F 2005, 115’)<br />

MERCOLEDÌ 11 GENNAIO<br />

h. 22.15 ABC... Manhattan di A. Naderi (Usa 1997, 90’, v.o. sott.it.)<br />

h. 16.30 Place de l’Eto<strong>il</strong>e di E. Rohmer (F 1965, 15’, v.o. sott.it.)<br />

DOMENICA 29 GENNAIO<br />

segue Il segno <strong>del</strong> leone di E. Rohmer (F 1959, 100’, v.o. sott.it.) VENERDÌ 20 GENNAIO<br />

h. 16.15 L’albero, <strong>il</strong> sindaco e la mediateca di E. Rohmer (F 1993,<br />

h. 18.45 La fornaia di Monceau di E. Rohmer (F 1962, 26’, v.o. sott.it.) h. 16.30 Marathon di A. Naderi (Usa 2002, 75’, v.o. sott.it.)<br />

105’, v.o. sott.it.)<br />

segue La carriera di Suzanne di E. Rohmer (F 1963, 52’, v.o. sott.it.) h. 18.00 Sound Barrier di A. Naderi (Usa 2005, 110’, v.o. sott.it.) h. 18.15 Triple agent di E. Rohmer (F 2005, 115’)<br />

h. 20.30 La mia notte con Maud di E. Rohmer (F 1969, 110’, v.o. sott.it.) h. 20.30 Acqua, vento, sabbia di A. Naderi (Iran 1989, 94’, v.o. sott.it.) h. 20.30 Un ragazzo, tre ragazze (Racconto d’estate) di E. Rohmer<br />

h. 22.30 La collezionista di E. Rohmer (F 1966, 90’, v.o. sott.it.) h. 22.15 Cut People: Amir Naderi di D. Fumarola/A. Momo (I 2005,<br />

(F 1996, 107’, v.o. sott.it.)<br />

GIOVEDÌ 12 GENNAIO<br />

70’, v.o. sott.it.)<br />

h. 22.30 Racconto d’autunno di E. Rohmer (F 1998, 110’, v.o. sott.it.)<br />

h. 16.30 Il ginocchio di Claire di E. Rohmer (F 1970, 105’, v.o. sott.it.) SABATO 21 GENNAIO<br />

LUNEDÌ 30 GENNAIO<br />

h. 18.30 L’amore, <strong>il</strong> pomeriggio di E. Rohmer (F 1972, 98’, v.o. sott.it.) h. 16.30 Elegia di A. Naderi (Iran 1975, 106’, v.o. sott.it.)<br />

h. 16.30 Liam di S. Frears (Gb 2000, 90’)<br />

h. 21.00 Incontro con Aldo Tassone *<br />

segue L’esperienza di A. Kiarostami (Iran 1973, 53’, v.o. sott.it.) h. 18.30 The Hi-Lo Country di S. Frears (Usa 1998, 114’, v.o. sott.it.)<br />

segue Pauline alla spiaggia di E. Rohmer (F 1983, 94’, v.o. sott.it.) h. 20.30 Tangsir di A. Naderi (Iran 1973, 116’, v.o. sott.it.)<br />

h. 20.30 Alta fe<strong>del</strong>tà di S. Frears (Usa/Gb 2000, 109’)<br />

h. 22.30 Il corridore di A. Naderi (Iran 1985, 94’, v.o. sott.it.)<br />

h. 22.30 Piccoli affari sporchi di S. Frears (Gb 2002, 107’)<br />

VENERDÌ 13 GENNAIO<br />

h. 16.00 La marchesa von... di E. Rohmer (F/G 1976, 107’, v.o. sott.it.) DOMENICA 22 GENNAIO<br />

h. 18.00 Perceval di E. Rohmer (F 1978, 138’, v.o. sott.it.)<br />

h. 16.30 Manhattan by Numbers di A. Naderi (Usa 1993, 88’, v.o.<br />

h. 20.30 La moglie <strong>del</strong>l’aviatore di E. Rohmer (F 1980, 104’, v.o. sott.it.)<br />

sott.it.)<br />

h. 22.30 Il bel matrimonio di E. Rohmer (F 1982, 97’, v.o. sott.it.) h. 18.15 ABC... Manhattan di A. Naderi (Usa 1997, 90’, v.o. sott.it.)<br />

h. 20.30 Marathon di A. Naderi (Usa 2002, 75’, v.o. sott.it.)<br />

SABATO 14 GENNAIO<br />

h. 22.00 Vicolo cieco di A. Naderi (Iran 1971, 98’, v.o. sott.it.)<br />

h. 16.30 Le notti <strong>del</strong>la luna piena di E. Rohmer (F 1984, 102’, v.o.<br />

sott.it.)<br />

h. 18.30 Il raggio verde di E. Rohmer (F 1986, 90’, v.o. sott.it.)<br />

h. 20.30 L’amico <strong>del</strong>la mia amica di E. Rohmer (F 1987, 102’, v.o.<br />

sott.it.)<br />

h. 22.30 Reinette e Mirabelle di E. Rohmer (F 1986, 95’, v.o. sott.it.)<br />

Gli Eventi <strong>del</strong> Mese<br />

INAUGURAZIONE<br />

RETROSPETTIVA ROHMER<br />

Giovedì 12 gennaio, h. 21.00<br />

Sala Tre – Ingresso euro 2,50<br />

INCONTRO CON AMIR NADERI<br />

Martedì 17 gennaio, h. 21.00<br />

Sala Tre – Ingresso libero<br />

SEATTLE E LA NASCITA<br />

DEL GRUNGE<br />

Martedì 24 gennaio, h. 20.30<br />

Sala Tre – Ingresso euro 2,50<br />

SERATA IN RICORDO<br />

DI FERNANDO CERCHIO<br />

Martedì 31 gennaio, h. 21.15<br />

Sala Tre – Ingresso libero<br />

LUNEDÌ 23 GENNAIO<br />

h. 16.15 L’attesa di A. Naderi (Iran 1974, 46’, v.o. sott.it.)<br />

segue L’armonica di A. Naderi (Iran 1973, 77’, v.o. sott.it.)<br />

h. 18.30 Acqua, vento, sabbia di A. Naderi (Iran 1989, 94’, v.o. sott.it.)<br />

h. 20.30 La ricerca 1 di A. Naderi (Iran 1980, 85’, v.o. sott.it.)<br />

h. 22.00 Elegia di A. Naderi (Iran 1975, 106’, v.o. sott.it.)<br />

Info<br />

MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA<br />

Mole Antonelliana<br />

Via Montebello 20,Torino - Tel 011.81.38.511<br />

mar.mer.gio.ven.dom. 9.00 - 20.00<br />

sab. 9.00 - 23.00, lun. chiuso<br />

intero euro 5,20 / ridotto euro 4,20<br />

gratuito per Abbonamento Musei, Torino<br />

Card 48/72 ore e bambini fino a 10 anni<br />

Week-end al <strong>Museo</strong>:<br />

visite guidate senza prenotazione<br />

Tutti i sabati, ore 15.00 (anche per bambini);<br />

ore 17.00 visita alle mostre temporanee.<br />

Tutte le domeniche, ore 15.00 e 17.00.<br />

euro 7,30 a persona, riduzione per bambini.<br />

Visite guidate su prenotazione<br />

Gruppi (max 25 pers.):<br />

Visita in italiano: euro 80,00<br />

+ biglietto di ingresso<br />

Visita guidata in inglese, francese, tedesco<br />

e spagnolo: euro 96,00<br />

+ biglietto di ingresso<br />

MARTEDÌ 31 GENNAIO<br />

h. 15.30 Alta fe<strong>del</strong>tà di S. Frears (Usa/Gb 2000, 109’)<br />

h. 17.30 Piccoli affari sporchi di S. Frears (Gb 2002, 107’)<br />

h. 19.30 Liam di S. Frears (Gb 2000, 90’)<br />

h. 21.15 Serata in ricordo di Fernando Cerchio °<br />

segue Ritorno a se stesso di F. Cerchio (I 1934, 37’)<br />

segue Aldo dice 26 x 1 di F. Cerchio (I 1946, 38’)<br />

* ingresso euro 2,50<br />

° ingresso libero<br />

Prenotazione: Tel. 011.8138564/565<br />

Orario: mar.-gio.: 9.00-16.30,<br />

lun. e ven.: 9.00-14.00<br />

<strong>Museo</strong> + Ascensore Panoramico<br />

intero euro 6,80 / ridotto euro 5,20<br />

gratuito per Torino Card 48/72 ore e<br />

bambini fino a 10 anni.<br />

CINEMA MASSIMO<br />

Via Verdi 18 - Torino - Tel. 011 81.38.574<br />

Sale 1 e 2<br />

Intero euro 6,50<br />

Ridotto Aiace, CineFreeCard, m<strong>il</strong>itari, under 18<br />

e studenti universitari euro 4,50<br />

Anziani over 60 euro 3,00<br />

Sala 3<br />

Intero euro 5,00<br />

Ridotto Aiace, CineFreeCard, m<strong>il</strong>itari, under 18<br />

e studenti universitari (spett. serali) euro 3,50<br />

Anziani over 60 e studenti universitari<br />

(spett. pomeridiani) euro 2,50<br />

BIBLIOTECA<br />

Via San Pietro in Vincoli 28 - Torino<br />

Tel. 011 81.38.590-591-592<br />

Fax 011 52.14.784<br />

TO0261@biblioteche.reteunitaria.piemonte.it<br />

Orari di apertura:<br />

lun./ven. 9.00 - 13.00<br />

mar./gio. 9.00 -.13.00, 13.30 - 17.30<br />

mer. chiuso<br />

MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA<br />

Fondazione Maria Adriana Prolo<br />

Archivi di cinema, fotografia ed immagine<br />

Via Montebello 15 - 10124 Torino<br />

Tel. 011 81.38.511 - Fax 011 83.94.747<br />

info@museocinema.it

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!