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Lasciamoci rapire dai sogni nel cassetto<br />

In un numero di “Onda d’urto” uscito negli ultimi anni<br />

il tema affrontato è stata l’utopia. Come detto <strong>al</strong>lora il<br />

termine deriva d<strong>al</strong> greco e uno dei possibili significati è<br />

“luogo bello”. L’utopia è quindi un luogo, diverso per<br />

ciascuno di noi, in cui ci sentiamo bene perché tutto è<br />

conforme ai nostri desideri e ai nostri sentimenti.<br />

Nella vita, molto spesso, ci troviamo immersi in una m<strong>al</strong>inconia<br />

che ci impedisce anche solo di sorridere. In queste<br />

situazioni la via d’uscita è solo il chiudere gli occhi e<br />

sp<strong>al</strong>ancare le porte del mondo perfetto che vive in ognuno<br />

di noi. C’è chi lo chiama utopia e chi sogno nel cassetto,<br />

chi lo vive solo come un mondo fantastico e iperuranico<br />

e chi invece come una passione re<strong>al</strong>e. C’è chi vola<br />

sulle <strong>al</strong>i della fantasia e chi sulle note di Tchaikowsky,<br />

chi imprime le sue emozioni su infiniti fogli, chi su note.<br />

Quando non sei più su questa terra, quando la m<strong>al</strong>inconia<br />

è dimenticata, <strong>al</strong>lora tutto va per il verso giusto, tutto è<br />

come vorremmo che fosse. Nulla può impedirci di sognare,<br />

di aprire il cassetto dell’anima in cui sono celati i nostri<br />

desideri e quindi nulla ci può dare lo stesso conforto.<br />

Trovo che il posto della nostra gioia sia interno a noi, nel<br />

nostro cuore; quando, dunque, il mondo sembra un quadro<br />

d<strong>al</strong>le tinte fosche e sopente, quando il cuore è gonfio<br />

di tristezza, di noia, di tutto ciò che vorremmo non dover<br />

provare, <strong>al</strong>lora bisogna aprire il magico cassetto e la-<br />

La ricchezza nella povertà<br />

Un bambino, la miseria<br />

attorno a lui, la<br />

semplicità di una vecchia casa, ma il c<strong>al</strong>ore nel suo cuore,<br />

la gioia di vivere testimoniata da quel sorriso che ha<br />

sulle labbra…<br />

Rievocando questa semplice, ma significativa immagine<br />

veniamo a trattare temi molto più profondi e ai nostri<br />

giorni sempre più eminenti: la povertà abbinata <strong>al</strong>la<br />

gioia, contrapposta a uno sviluppo<br />

caratterizzato da un senso di<br />

insoddisfazione e tristezza.<br />

Sembra un’utopia, sembra che<br />

queste descrizioni siano state<br />

scambiate, invece la re<strong>al</strong>tà è<br />

questa.<br />

La società occident<strong>al</strong>e, sempre<br />

più chiusa in se stessa, riceve<br />

con stupore immagini provenienti<br />

dai Paesi più poveri del<br />

mondo, in cui vediamo ritratte<br />

persone, famiglie, ma soprattutto<br />

bambini che, pur non avendo niente, hanno in re<strong>al</strong>tà<br />

molto: sono felici, amano la vita, gioiscono per le cose<br />

più semplici, conoscono il vero v<strong>al</strong>ore di ogni gesto e<br />

sono in grado di guardare oltre le apparenze. Proprio<br />

perché in queste società vi è la mancanza di beni materi<strong>al</strong>i,<br />

di oggetti inutili, di lusso sfrenato, le persone riescono<br />

ad apprezzare di più la semplicità e le cose più<br />

umili, che per il mondo occident<strong>al</strong>e sono ban<strong>al</strong>i e scontate;<br />

nei Paesi meno sviluppati non si dà niente per<br />

8<br />

sciarci rapire. Allora<br />

tutto ci apparirà di<br />

nuovo bello e gaio,<br />

come se una pioggia<br />

leggera cancellasse il<br />

grigio, la coltre di nubi<br />

e il sole tornasse a splendere<br />

su un mondo dai fulgidi<br />

colori.<br />

Il periodo in cui viviamo,<br />

l’adolescenza, è<br />

una trappola di stress e m<strong>al</strong>inconia. Il<br />

dolore diventa consueto e non<br />

si ha più il coraggio e la forza di a -<br />

prire il viso in un sorriso. È questo p e r ò<br />

il periodo delle più grandi gioie e dei più<br />

grandi sogni. Neanche quando tutto sarà nero e opaco<br />

dovremo smettere di sognare perché è ciò che ci rende<br />

vivi e che ci dà il coraggio di andare avanti e di non cedere<br />

davanti <strong>al</strong>la vita.<br />

Sogniamo, ognuno a modo suo, ognuno nel modo giusto<br />

di farlo e viviamo delle nostre emozioni e sensazioni, viviamo<br />

della voglia di trasformare la tristezza in gioia, la<br />

noia in riso e il sogno in re<strong>al</strong>tà.<br />

Gaia De Marchi II B classico<br />

scontato, neanche il significato<br />

della vita è scontato.<br />

La civiltà sviluppata invece si ferma <strong>al</strong>l’apparenza, ha<br />

ogni cosa, eppure non è niente. E’ possibile comunicare<br />

in tempo re<strong>al</strong>e con tutti in tutto il mondo, ma si rischia<br />

di perdere e dimenticare i gesti più semplici: un s<strong>al</strong>uto,<br />

un abbraccio, un sorriso… Si può addirittura cercare la<br />

propria anima gemella su internet, ma l’amore, il vero<br />

amore dov’è? Si possono comunicare<br />

i propri sentimenti online, ma<br />

<strong>al</strong>la fine ci si scorda di metterli in<br />

pratica e di viverli veramente. Ma<br />

perché si sta giungendo a questa<br />

situazione? Non ce ne rendiamo<br />

neanche conto, ma quello che abbiamo<br />

non ci basta mai, non sappiamo<br />

più accontentarci. Ecco <strong>al</strong>lora<br />

che si sviluppa un senso di<br />

tristezza, di vuoto o semplicemente<br />

di indifferenza verso la vita, verso<br />

ciò che ci circonda, rimaniamo<br />

quasi chiusi in noi stessi, nel nostro mondo. Abbiamo<br />

tutto, però vogliamo di più! E una volta che avremo<br />

raggiunto quel di più, saremo soddisfatti? O si ricomincerà<br />

da capo?<br />

Viene spontaneo <strong>al</strong>lora chiedersi cosa significhi davvero<br />

essere felici: gioire del poco che si ha o cercare di<br />

avere sempre di più?<br />

Chi ha dunque la vera ricchezza? Noi o quel bambino?<br />

Bea 4^B/L

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