Ritorno a palazzo Giusti. Testimonianze dei ... - RadiAzione.info
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Taina Dogo<br />
mete un incarico poliziesco ufficiale e di servirsene con tanta<br />
insensata criminalità attraverso la banda di tortura da lui organizzata<br />
con i peggiori elementi di Firenze, servendo di esempio<br />
allo stesso Pietro Koch.<br />
Verso la metà di settembre del 1943 Ricci, tornato in Italia,<br />
con l'incarico di comandante della nuova milizia, da Rastenhurg<br />
dove si era incontrato con Mussolini, aveva aperto il reclutamento<br />
con risultati modesti, ma sufficienti per far nascere<br />
nelle varie regioni le sezioni di partito, ricostituite dai rclitti<br />
del vecchio regime. E, come Ricci e Pavolini, segretario<br />
del nuovo Partito Fascista Repubblicano, erano di origine toscana,<br />
cosi questa regione divenne automaticamente la base delle<br />
nuove organizzazioni fasciste.<br />
A Firenze si ricostituisce rapidamente la XCII legione della<br />
milizia, con gli ex fascisti che in Toscana erano rimasti fedeli<br />
al regime dopo la bufera del 25 luglio.<br />
I tedeschi, poco propensi a credere alle capacità organizzative,<br />
militari e politiche del nuovo governo fascista, ne prendono<br />
le redini, affidando n Rahn il comando politico dell'Italia,<br />
a Kesselring e· a Rommel quello militare, a Wolff il comando<br />
delle SS e della polizia. In virtti di questo potere, WolfI organizza<br />
la distruzione <strong>dei</strong> primi nuclei di resistenza degli antifascisti,<br />
attribuendo alla nuova milizia funzioni poliziesche<br />
piti che militari.<br />
A Firenze, appunto con un tale tipo di incarico, comincia a<br />
far parlare di sé Mario Carità. Già confidente politico della<br />
Questura, egli si era presentato subito dopo 1'8 settembre alle<br />
nuove autorità tedesche ed era entrato alloro servizio come ufficiale<br />
di collegamento con l'esercito nazista. Dopo qualche<br />
settimana, lascia tale incarico al ten. Giovanni Castaldelli,<br />
un ex prete, ed assume col grado di maggiore il comando del<br />
costituendo Reparto Servizi Speciali (RSS) dipendente dalla<br />
XCII legione.<br />
Per espletare le sue nuove funzioni, Carità stabilisce una<br />
prima sede in via Benedetto Varchi; si trasferisce in novembre<br />
nella Villa Malatesta in via Foscolo, e infine, nel gennaio del<br />
1944, in quella che sarà la Villa Triste di Firenze, in via Bolognese<br />
67. Contemporaneamente organizza altri uffici in diverse<br />
zone della città (Hotel Savoia, Hotel Excelsior), passando da<br />
una sede all'altra con itinerari e macchine diverse, accompa-<br />
La banda Carità 7<br />
gnato sempre dal suo autista personale, Antonio Corradeschi, e<br />
da due militi armati di mitra, e utilizzando spesso un'autoambulanza<br />
come copertura. La sua abitazione privata è un lussuoso<br />
appartamento in via <strong>Giusti</strong>, già proprietà di un ebreo.<br />
Attorno a sé raccoglie rapidamente 200 uomini, espressione<br />
di un'umanità viziosa e violenta. Divisi in gruppi, essi assolvono<br />
a servizi precisi: stato maggiore (del quale fa parte in<br />
un primo tempo anche Pietro Koch), guardie personali del<br />
maggiore Carità, amministratori, addetti ai corpi di reato, <strong>info</strong>rmatori,<br />
spie, addetti ai rastrellamenti e alle spedizioni punitive.<br />
Quest'ultimo gruppo si fraziona in squadre, che ben<br />
presto diventano famose: tra queste, la squadra Perotto, detta<br />
«squadra della labbrata », la squadra Manente o «degli assassini<br />
», e la « squadra <strong>dei</strong> quattro santi» (N. Cardini, A. Natali,<br />
V. Menichetti e L. Sestini).<br />
Cos( organizzata, la banda Carità prende l'appellativo di<br />
Ufficio di Polizia Investigativa (UPI) delia Guardia Nazionale<br />
Repubblicana di Firenze. Ne fanno parte fin dall'inizio,<br />
oltre Corradeschi e Castaldelli, parecchi di coloro che vedremo<br />
poi nell'autunno del 1944 nel Palazzo <strong>Giusti</strong> di Padova o in<br />
via Fratelli Albanese a Vicenza: V. Chiarotto (capo guardia personale<br />
di Carità), T. Piani e Massai (guardie personali di Carità),<br />
G. Faedda (amministratore), A. Sottili (addetto ai corpi<br />
di reato), A. Fogli (<strong>info</strong>rmatore), U. Cialdi (spia), F. Bacoccoli<br />
(rastrellamenti e spedizioni punitive), ecc.<br />
Affiancando, nelle sue funzioni investigative, le SS tedesche<br />
e pur dipendendo ufficialmente da esse, la banda Carità, come<br />
altri organi fascisti, conduce una specie di guerra privata contro<br />
le forze della Resistenza, esasperando la violenza della lotta<br />
con atti di dissennato sadismo.<br />
Nel corso <strong>dei</strong> processi celebratisi a Padova e, piu tardi, a<br />
Lucca, sono emersi raccapriccianti testimonianze sui mezzi di<br />
tortura usati per estorcere delle confessioni ai prigionieri. Ma di<br />
questo si parlerà piti avanti. Qui saranno elencati solo i fatti<br />
piti gravi emersi a carico di Carità e <strong>dei</strong> suoi sgherri relativamente<br />
al periodo toscano.<br />
"Alloro arrivo a Padova sorpresero la Resistenza veneta con<br />
l'esperienza acquisita dell'uso di metodi inquisitori di sapore<br />
medioevale. È probabile tuttavia che considerazioni di opportunità<br />
come l'imminente fine della guerra, l'inevitabilità della<br />
. sconfitta tedesca e la possibilità di utilizzare i prigionieri<br />
come moneta di scambio, abbiano contenuto l'elenco <strong>dei</strong> morti