Ritorno a palazzo Giusti. Testimonianze dei ... - RadiAzione.info
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Giordano Campagnolo<br />
mento prezioso. Inoltre, un po' rubacchiando e un po' chiedendo,<br />
riusciamo a portare supplementi di viveri alle nostre<br />
donne. Abbiamo anche raccolto della paglia e <strong>dei</strong> trucioli<br />
per i nostri giacigli.<br />
Un giorno ci viene ordinato di andare a prendere il carbone<br />
in cantina, ma questa è allagata e noi, pur mettendocela<br />
tutta, non riusciamo a far gran che. Stiamo lavorando, quando<br />
nel buio della cantina entrano due persone con un grosso<br />
tubo; si seme un motore in azione e vediamo l'acqua abbassarsi<br />
lentamente. I due si avvicinano e vediamo che la loro<br />
non è la divisa delle SS. Sono vigili del fuoco di Padova.<br />
chiamati per questa operazione. Metto di guardia Mariano sulla<br />
porta della cantina e <strong>info</strong>rmo minutamente i due vigili su<br />
quello che avviene a Palazzo <strong>Giusti</strong>, faccio loro un dettagliato<br />
elenco delle personalità padovane imprigionate e torturate<br />
e raccomando di mettere in azione la catena orale<br />
di S. 'Antonio, in modo che la cittadinanza ed il CLN siano<br />
messi al corrente della vicenda. Mi assicurano di farlo e se<br />
ne vanno molto commossi e consapevoli dell'importanza della<br />
loro missione.<br />
Mariano e io discutiamo il pro e il contro della questione<br />
e concludiamo che se il maggiore Carità viene a conoscenza<br />
della cosa, ci aspetta un'altra scarica di botte. Pazienza! Una<br />
scrollata di spalle e tutto finisce li.<br />
Circa otto o nove giorni dopo, Gino Cerchio è a colloquio<br />
{si fa per dire) col maggiore Carità e si accorge che sul<br />
tavolo c'è un manifestino del CLN. Carità infuriato fra una<br />
bestemmia e l'altra, glielo fa leggere: è una denuncia alla<br />
popolazione di tutto quello che avviene a Palazzo <strong>Giusti</strong>.<br />
Carità dice inoltre a Gino che il Vescovo di Padova ha chiesto<br />
di visitare i prigionieri proprio sulla base di quel manifestino<br />
e che la visita avverrà l'indomani.<br />
Ci vien dato l'avvertimento che guai a noi se dovessimo<br />
far parola di quello che abbiamo subito. Mi viene permesso<br />
di chiedere al Vescovo <strong>dei</strong> generi alimentari.<br />
Al mattino, poco prima dell'ora stabilita per la visita,<br />
tutte le porte delle celle vengono spalancate. Il Vescovo arriva,<br />
entra, parla con Randi, poi fa due passi avanti, si rende<br />
conto del genere di vita che conduciamo e istintivamente fa<br />
un passo indietro, come per far riserva di nato. Poi, deciso,<br />
rientra e cosi si presenta: « Sono il Vescovo di Padova e sono<br />
venuto a portarvi la mia benedizione ».<br />
La visita del Vescovo<br />
lo pronto: « Grazie, Signor Vescovo, ma veda, noi siamo<br />
di Vicenza ... ».<br />
« Si - mi interrompe - ma sono io che ho la giurisdizione<br />
su questo carcere ed è mia l'autorità di portare a tutti<br />
i carcerati il conforto della Fede ».<br />
«Ma, Signor Vescovo, io volevo dirle che, essendo noi<br />
di Vicenza, le nostre famiglie non ci possono portare da<br />
mangiare e qui noi ne abbiamo ben poco; perciò se Lei<br />
potesse mandarci qualcosa, noi tutti gliene saremmo riconoscenti<br />
».<br />
«Ecco - mi risponde il Vescovo - il mio segretario<br />
vi darà qualcosa ».<br />
Lo ringtazio commosso, Mariano addirittura si precipita<br />
a baciargli l'anello o la mano, non so bene. Esce il Vescovo<br />
ed entra il segretario che ci porge ... un santina per ciascuno.<br />
Non so di quale santo. Quel che è certo è che non avevamo<br />
fede abbastanza per renderlo commestibile.<br />
Due giorni dopo, però, il carceriere Gonelli mi chiama e<br />
mi consegna due pacchi di marmellata e formaggio. Mi faccio<br />
accompagnare in giro dai miei compagni di galera per avvertirli<br />
che il Vescovo si è ricordato di noi e tutti, dico tutti,<br />
mi rispondono che è roba mia perché io solo l'avevo chiesta.<br />
Inutile dire che, sotto la sorveglianza di Gonelli, tagliai<br />
quei tesori in parti eguali e li distribuil a tutti. Da quel<br />
giorno ci venne distribuito anche del pane in pi6, e questo<br />
lo dobbiamo pure al Vescovo, Monsignor AgostinL<br />
Devo aggiungere che, dopo la guerra, egli venne mandato<br />
a reggere il Patriarcato di Venezia. A una nostra richiesta di<br />
fargli visita per esprimergli personalmente la nostra riconoscenza,<br />
ci rispose tramite Ida D'Este; ci ringraziava del gentile<br />
pensiero ma le sue condizioni di salute non gli permettevano<br />
di riceverci. Di 11 a poco ci lasciò per sempre.<br />
Noi lo ricordiamo con tanta gratitudine.<br />
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