Morfologia e sintassi
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ICoN – Italian Culture on the Net Bonomi, Stefinlongo – <strong>Morfologia</strong> e <strong>sintassi</strong><br />
La grammaticografia (= tradizione grammaticale) italiana, costituitasi in un percorso autonomo<br />
rispetto a quella latina nel XV secolo, si è fondamentalmente basata sullo schema seguito dai Latini,<br />
con i seguenti cambiamenti: reintroduzione dell'articolo, che si era formato nel passaggio dal latino<br />
alle lingue romanze, separazione dell'aggettivo dal sostantivo ed eliminazione del participio come<br />
classe autonoma. Così, le parti del discorso individuate nella grammatica italiana sono nove: nome,<br />
articolo, aggettivo, pronome, verbo, avverbio, preposizione, congiunzione, interiezione.<br />
Ma su questo schema classificatorio è necessario svolgere alcune considerazioni. Come è stato<br />
messo in luce dai vari filoni della linguistica novecentesca, che ha sottoposto a radicali critiche<br />
l'impostazione della grammatica tradizionale di derivazione greco-latina, e in particolare lo schema<br />
classificatorio delle parti del discorso, l'individuazione di queste riposa su criteri non omogenei.<br />
1.5 - I criteri alla base delle parti del discorso<br />
Alla base della distinzione tra le diverse parti del discorso e dei termini che le definiscono possiamo<br />
individuare questi differenti criteri:<br />
- criterio logico-contenutistico o semantico-nozionale, che si basa sul contenuto di<br />
ciò che le stesse categorie indicano, cioè persone, animali, cose, concetti per il nome,<br />
azioni, stati, modi di essere per il verbo;<br />
- criterio funzionale, che si basa sulla funzione esercitata dalla parola, come quella di<br />
collegare o congiungere altri elementi, come avviene per la congiunzione;<br />
- criterio distribuzionale, che si basa sulla posizione che la parola occupa rispetto ad<br />
altre parole nella frase, per esempio l'avverbio che sta vicino al verbo e lo definisce<br />
meglio, la preposizione che sta prima di un'altra parola, e via dicendo.<br />
In relazione al primo dei criteri indicati, quello contenutistico, si possono distinguere nell'ambito<br />
delle parole di una lingua le "parole piene", cioè quelle che hanno un contenuto semantico<br />
significativo, dalle "parole vuote" o grammaticali, che hanno debole contenuto semantico e che<br />
hanno piuttosto un ruolo grammaticale di completamento, collegamento, supporto alle parole piene.<br />
Parole piene sono per esempio casa, uomo, piccolo, andare, mentre parole vuote sono e, con, la.<br />
È inoltre possibile classificare le parole secondo un ulteriore criterio, puramente formale, che<br />
distingue parole variabili, come verbi, nomi, aggettivi, pronomi, e parole invariabili come avverbio,<br />
preposizione, congiunzione, interiezione.<br />
La terminologia delle parti del discorso, o classi di parole come si preferisce oggi dire, proviene dal<br />
latino, ed è stata in parte sottoposta a revisione dalla linguistica novecentesca, nell'ambito di una<br />
riconsiderazione della classificazione di tali categorie grammaticali. Per esigenze di chiarezza e<br />
semplicità si adottano qui i termini tradizionali.<br />
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