15.06.2013 Views

La diaspora della collezione numismatica di Alfonso II d'Este1

La diaspora della collezione numismatica di Alfonso II d'Este1

La diaspora della collezione numismatica di Alfonso II d'Este1

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

CARLO POGGI<br />

1. Nella <strong>collezione</strong> <strong>di</strong> Cristina <strong>di</strong> Svezia, che<br />

Gottifre<strong>di</strong> rior<strong>di</strong>na nel 1661, vi sono alcuni pezzi<br />

recanti l’aquiletta estense<br />

2. Che tali monete sono già comunemente note con<br />

il nome <strong>di</strong> “medaglie dell’asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Mantova”<br />

3. Che monete con questa contromarca sono già ben<br />

conosciute al Gottifre<strong>di</strong> e al suo corrispondente.<br />

Deve essere appartenuto a questo nucleo il medaglione<br />

<strong>di</strong> Adriano, oggi al Cabinet des Médailles, già nella <strong>collezione</strong><br />

del Gottifre<strong>di</strong> poi nella <strong>collezione</strong> <strong>di</strong> Cristina <strong>di</strong><br />

Svezia e quin<strong>di</strong> a Parigi dal 1799. <strong>La</strong> presenza <strong>di</strong> questa<br />

ed altre monete con aquiletta nella <strong>collezione</strong> <strong>di</strong> Cristina<br />

è stata messa in rapporto con il saccheggio, operato<br />

dagli Svedesi nel 1648, <strong>della</strong> città <strong>di</strong> Praga dove era<br />

giunta parte delle collezioni gonzaga dal sacco mantovano<br />

43 . È effettivamente possibile che alcune <strong>di</strong> queste<br />

monete siano giunte nella <strong>collezione</strong> gonzaga attraverso<br />

la famiglia Canossa nel 1604 e poi, trasportate a Praga<br />

nel 1630, in seguito ai saccheggi svedesi siano confluite<br />

nella <strong>collezione</strong> <strong>di</strong> Cristina per poi giungere a Roma. Ma<br />

questo non è l’unico percorso possibile.<br />

In realtà sappiamo molto poco delle collezioni numismatiche<br />

dei Gonzaga e <strong>della</strong> loro <strong>di</strong>spersione; <strong>di</strong> certo<br />

monete sicuramente provenienti dal sacco <strong>di</strong> Mantova<br />

erano presenti a Trento presso la <strong>collezione</strong> Galasso il<br />

5 novembre 1663 e alcune <strong>di</strong> queste furono cedute a<br />

Lodovico Moscardo che nel 1668 le <strong>di</strong>ceva presenti<br />

nella sua <strong>collezione</strong> 44 . Altre monete potrebbero essere<br />

quelle segnalate nel XV<strong>II</strong>I secolo in una <strong>collezione</strong><br />

privata, forse italiana, da Felice Caronni 45 .<br />

Non è quin<strong>di</strong> detto che queste poche monete siano<br />

giunte alla regina Cristina attraversando il sacco mantovano<br />

e poi quello praghese; più facilmente possono<br />

essere comparse sul mercato veneto nella prima metà<br />

del ’600 (provenendo da cessioni degli ambasciatori<br />

estensi) o da quella parte <strong>di</strong> collezioni trafugate da<br />

Mantova che non avevano lasciato l’Italia dopo il<br />

1630. Ancora, potrebbero provenire da una già documentata<br />

spe<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> doni del duca Cesare d’Este alla<br />

corte praghese dell’imperatore Rodolfo <strong>II</strong> d’Asburgo 46 .<br />

Si deve alla vasta circolazione dei pezzi usciti da<br />

Modena nel 1599 (e forse in parte confluiti nelle<br />

collezioni gonzaga) l’origine del mito antiquario delle<br />

“medaglie del sacco”, che è ancora vivo introno al 1720<br />

come ci testimonia Scipione Maffei 47 .<br />

100<br />

Un’ulteriore causa dell’equivoco può essere in<strong>di</strong>viduata<br />

nel fatto che a Firenze, negli stessi anni, erano contemporaneamente<br />

depositate presso lo stesso Monte <strong>di</strong><br />

Pietà grosse quantità <strong>di</strong> gioielli <strong>di</strong> proprietà gonzaga, e<br />

può esservi stata confusione nell’addebitare ad essi il<br />

pegno delle monete d’oro che rimasero sigillate nei forzieri<br />

per oltre un trentennio, anche se gli antiquari me<strong>di</strong>cei<br />

del ‘700 ne conoscevano bene l’origine modenese 48 .<br />

Alla presenza <strong>di</strong> monete estensi nella <strong>collezione</strong> <strong>di</strong><br />

Cristina è forse da collegarsi un’analogo segno <strong>di</strong> appartenenza<br />

del tutto simile all’aquiletta, per forma (ovale),<br />

<strong>di</strong>mensioni, posizione nella moneta (<strong>di</strong>etro la nuca<br />

dell’imperatore) e modalità <strong>di</strong> apposizione dell’intarsio<br />

argenteo che questa volta è punzonato con una C coronata,<br />

tra<strong>di</strong>zionalmente attribuita alla <strong>collezione</strong> <strong>della</strong><br />

regina <strong>di</strong> Svezia (fig. 3). Tre sono le ipotesi percorribili<br />

per spiegarne l’origine:<br />

• un fenomeno imitativo <strong>della</strong> contromarca estense<br />

• un restauro <strong>di</strong> monete estensi dalle quali era stato<br />

rimosso il precedente inserto<br />

• una mo<strong>di</strong>fica del marchio <strong>di</strong> appartenenza per rilevarne<br />

l’avvenuto passaggio <strong>di</strong> proprietà 49 .<br />

43. Molinari M. C.: Nota sull’antiquaria <strong>numismatica</strong> a Roma ai tempi<br />

del Bellori, in L’idea del bello. Viaggio per Roma nel Seicento con Giovan Pietro<br />

Bellori, a cura <strong>di</strong> Borea E. e Gasparri C., Roma, 2000 p. 569 n. 14.<br />

44. Moscardo L.: Historia <strong>di</strong> Verona, Verona 1668, X<strong>II</strong>, 486. Morselli R.: Le<br />

collezioni gonzaga. L’elenco dei beni del 1626-1627, Milano, 2000 p.169.<br />

45. “E” cosa notabile che tuttora si veggano <strong>di</strong>spersi degli avanzi d’allora, essendo<br />

caduta nelle mie stesse mani un’e<strong>di</strong>zione elzeviriana <strong>di</strong> Tito Livio col nome e<br />

stemma de’Duchi Gonzaghi, ed avendo io scoperto in mani oscure un ricco<br />

Medagliere, che il proprietario asserisce provenire dalla nota rivoluzione”<br />

Caronni F.: Lezione accademica <strong>di</strong> un preciso Istorico <strong>della</strong> presa e saccheggio<br />

<strong>di</strong> Mantova del MDCXXX, Mantova, 1788, p. 38 n. 1. <strong>La</strong> notizia<br />

potrebbe, però, essere una duplicazione <strong>di</strong> quella riportata dal<br />

Moscardo nella sua Historia.<br />

46. Il pittore Hans von Aachen, in una lettera del 5 gennaio 1604, ringrazia<br />

delle spe<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> monete antiche inviate in dono da Cesare<br />

all’imperatore Rodolfo <strong>II</strong> assieme ad una scultura del Giambologna<br />

e invita il duca Cesare a inviare alla corte imperiale “altre simili<br />

medaglie” cfr. Corra<strong>di</strong>ni E.: <strong>La</strong> galleria sacra e la galleria profana: la<br />

propaganda <strong>di</strong>nastica tra Sei e Settecento, in Il Palazzo Ducale <strong>di</strong><br />

Modena, Modena 1999 p. 253-254. Non sappiamo quantificare quale<br />

parte <strong>della</strong> <strong>collezione</strong> estense raggiunse le raccolte imperiali, certo è<br />

che gli esemplari destinati ad essere inviati a Praga dovettero essere<br />

<strong>di</strong> grande qualità, a giu<strong>di</strong>care dalla sod<strong>di</strong>sfazione esternata dal von<br />

Aachen e dalla rinnovata richiesta <strong>di</strong> nuovi doni per l’imperatore, che<br />

Cesare d’Este non poteva non assecondare <strong>di</strong> fronte alla debole contingenza<br />

politica del ducato <strong>di</strong> Modena e Reggio in quegli anni.<br />

47. Poggi C.: (1998) op. cit. p. 215.<br />

48. Vi sono <strong>di</strong>versi documenti relativi a pegni Gonzaga <strong>della</strong> prima metà<br />

del ‘600: Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Firenze, Monte <strong>di</strong> Pietà nel Bigallo, n. 683.<br />

49. Geibler H.: Die Münzsammlung der Königin Christina von<br />

Schweden, in Corolla Numismatica: Numismatic Essays in honour of B. V.<br />

Head, Oxford, 1906 p. 385 n. 5. Non mi è stato possibile sino ad<br />

ora esaminare <strong>di</strong>rettamente alcuno <strong>di</strong> questi esemplari.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!