Conoscenza delle cure palliative. Indagine sul personale ... - SICP
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La Rivista Italiana<br />
di Cure Palliative<br />
Articoli<br />
<strong>Conoscenza</strong> <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>.<br />
<strong>Indagine</strong> <strong>sul</strong> <strong>personale</strong> medico<br />
e infermieristico in formazione<br />
Martina Battistioli 1 , Monica Maccari 2 , Giuseppe Realdi 1<br />
1 Clinica Medica 1 - Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Università degli Studi di Padova<br />
2 Istituto Oncologico Veneto (IOV)<br />
Gli Autori dichiarano la non sussistenza di eventuali conflitti di interesse.<br />
Corrispondenza a:<br />
Prof. Giuseppe Realdi<br />
giuseppe.realdi@unipd.it<br />
Riassunto<br />
La qualità di vita percepita dai pazienti è fortemente influenzata dal contesto sociale e familiare nel quale si trovano. Il <strong>personale</strong> sanitario<br />
ha un ruolo determinante nell’assolvere allo scopo <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> e l’obiettivo del nostro studio è stato quello di esplorare la conoscenza<br />
di tale problema nel <strong>personale</strong> medico e infermieristico in formazione. A tal fine è stato utilizzato un questionario, attinto dalla letteratura e<br />
parzialmente modificato e adattato allo scopo dello studio. I ri<strong>sul</strong>tati ottenuti hanno evidenziato come appena il 50% circa dei soggetti sia a<br />
conoscenza del problema “<strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>” e che tale conoscenza, acquisita solo in parte tramite la didattica frontale, sia ri<strong>sul</strong>tata frammentaria<br />
nel maggior numero di soggetti analizzati (65%). L’indagine ha comunque evidenziato, negli ultimi 5 anni, un trend di miglioramento<br />
dell’insegnamento della medicina palliativa, che verosimilmente è diventata argomento di studio affrontato più che in passato. Infine è emersa<br />
l’esigenza di acquisire competenze specifiche, adeguate a fronteggiare situazioni difficili. Il nostro studio conferma la necessità, ampiamente<br />
attuata in altri Paesi, di una formazione specifica <strong>sul</strong>le <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>, obiettivo didattico indispensabile al fine di fornire ai pazienti non solo<br />
un’adeguata professionalità, ma anche una competenza relazionale ed empatica diretta al continuo miglioramento della qualità di vita, anche<br />
nelle situazioni cliniche di maggiore gravità.<br />
Parole chiave: <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>, qualità di vita, formazione curricolare, corso di laurea in medicina, scuola di specializzazione in medicina<br />
interna, scuola di specializzazione in oncologia, corso di laurea in scienze infermieristiche.<br />
Summary<br />
Patients’ quality of life is highly influenced by the social and familiar context in which they live. Medical and nursing staff have a central<br />
role in practicing <strong>palliative</strong> medicine and in reaching its goals. The purpose of our study was to explore the knowledge on <strong>palliative</strong><br />
care among undergraduate medical students, residents and nurses. The study was held using one “ad hoc” questionnaire from the<br />
literature but adapted and modified for the purpose of this investigation. Re<strong>sul</strong>ts showed that only 50% of the interviewed sample<br />
know something about <strong>palliative</strong> care. The knowledge was revealed to be weak in most of them (65%), giving evidence of the lack<br />
of education about this topic in Italian medical schools. In spite of these re<strong>sul</strong>ts, our study showed a slight improvement in teaching<br />
and training in the last 5 years, providing evidence that <strong>palliative</strong> care has become a more recognized topic in Italian medical schools.<br />
Finally, the majority of people interviewed expressed their concerns in facing patients with life-threatening diseases, blaming the weak<br />
educational programs about <strong>palliative</strong> care inside medical schools for this lack of knowledge. Our study supports the very common<br />
idea that formal education about <strong>palliative</strong> care has to be enhanced to build up a relationship of empathy and trust with patients,<br />
especially with the most seriously ill and complicated ones.<br />
Key words: <strong>palliative</strong> care, medical education, relationship between patients and medical staff, medical school, internal medicine specialty<br />
school, oncology specialty school, nursing school.<br />
Numero 3/4 inverno 2009 - www.sicp.it<br />
29
30<br />
Articoli<br />
INTRODUZIONE<br />
L’educazione e la formazione del <strong>personale</strong> medico e sanitario<br />
durante il corso degli studi assumono un ruolo fondamentale<br />
per conseguire lo scopo prioritario della medicina<br />
palliativa e cioè il caring dei pazienti, ovvero il prendersi<br />
cura della persona in senso globale, per conservare e promuovere<br />
la qualità di vita della persona stessa (1) .<br />
La medicina palliativa è un campo nel quale è difficile muoversi,<br />
dal momento che non è facile approcciare pazienti<br />
con malattia inguaribile. Talvolta gli studenti acquisiscono<br />
conoscenze e metodi per “osmosi”, ovvero assorbono informazioni<br />
dall’ambiente nel quale lavorano e acquisiscono<br />
dei modelli mentali di comportamento. È questo il cosiddetto<br />
“hidden curriculum”, non sempre rispondente alle<br />
esigenze dei pazienti più deboli (2) .<br />
Molti libri di testo per medici e infermieri adattati in italiano<br />
contengono scarse o nulle informazioni <strong>sul</strong>le <strong>cure</strong> di fine vita,<br />
se si esclude ciò che riguarda la prognosi. Ciò può spiegare<br />
perché gli operatori sanitari dichiarino spesso di non sentirsi<br />
preparati nel comunicare cattive notizie, controllare i sintomi<br />
o aiutare i malati a prendere decisioni difficili (3,4) . Questa<br />
carenza può anche spiegare perché i malati vengano inviati<br />
troppo tardi alle <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> o non vi vengano indirizzati<br />
affatto. Tuttavia, esistono evidenze incoraggianti in base alle<br />
quali molte di queste capacità si possono acquisire durante i<br />
percorsi formativi pre- e post-laurea o successivamente. Ricerche<br />
su studenti in medicina hanno riscontrato che coloro<br />
che hanno avuto l’opportunità di seguire pazienti oncologici<br />
per maggiori periodi di tempo, o di apprendere durante tali<br />
periodi tecniche di comunicazione, sono più perspicaci e disposti<br />
all’ascolto, disponibili a trattare argomenti difficili e<br />
ad aiutare le persone a prendere decisioni (5) . Ci sono anche<br />
evidenze secondo cui infermieri e medici già pienamente qualificati<br />
possono acquisire ulteriori conoscenze <strong>sul</strong>le tecniche<br />
di comunicazione frequentando corsi intensivi più avanti nel<br />
loro percorso formativo e nella loro carriera (6,7) .<br />
La medicina palliativa è riconosciuta come scuola di specializzazione<br />
nei Paesi europei ed extracomunitari (Regno<br />
Unito, Irlanda, Australia, Nuova Zelanda, Hong Kong,<br />
Taiwan, Polonia e Romania) e in altri sono in corso importanti<br />
programmi di educazione medica (Stati Uniti, Canada<br />
e Singapore). (8) In Italia il DM 270/2004 stabilisce che fra<br />
gli obiettivi formativi del Corso di Laurea di Medicina e<br />
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La Rivista Italiana<br />
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Chirurgia ci sia quello di acquisire “la capacità di analizzare<br />
e risolvere i problemi clinici di ordine oncologico, affrontando<br />
l’iter diagnostico-terapeutico alla luce dei principi<br />
della medicina basata <strong>sul</strong>l’evidenza nonché la conoscenza<br />
della terapia del dolore e <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>”. Tuttavia,<br />
non sembra vengano attuati corsi specifici <strong>sul</strong>l’argomento e<br />
la sua trattazione è solo marginale nell’ambito della didattica<br />
(corsi di psicologia e di scienze umane). Non ci ri<strong>sul</strong>ta,<br />
poi, che il tema venga affrontato nelle scuole di specializzazione<br />
di area medica, siano esse appartenenti alla Medicina<br />
Interna o alle specialità mediche.<br />
In questo studio abbiamo effettuato un’indagine <strong>sul</strong> livello<br />
di conoscenza del problema “<strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>” da parte<br />
di <strong>personale</strong> medico e infermieristico in formazione e frequentante<br />
corsi di laurea e di specializzazione, utilizzando<br />
questionari in parte attinti dalla letteratura e in parte modificati<br />
e adattati agli scopi dello studio.<br />
MATERIALI E METODI<br />
PERSONALE SANITARIO<br />
La valutazione della conoscenza del problema relativo alle<br />
<strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> e la valutazione <strong>delle</strong> abilità gestionali e relazionali<br />
degli operatori sanitari al fine di migliorare la qualità<br />
di vita dei pazienti ospedalizzati sono state effettuate mediante<br />
un questionario specifico, che è stato somministrato<br />
a tre categorie di soggetti:<br />
a) studenti della facoltà di Medicina e Chirurgia, sesto<br />
anno di Corso di Laurea, tramite l’ausilio della piattaforma<br />
e-learning dell’Università degli Studi di Padova,<br />
alla quale sono iscritti tutti gli studenti del corso;<br />
b) <strong>personale</strong> infermieristico in formazione presso un reparto<br />
di medicina interna (Clinica Medica 1) e un reparto<br />
oncologico (Istituto Oncologico Veneto – IOV);<br />
c) specializzandi degli ultimi due anni della Scuola di Specializzazione<br />
di Medicina Interna e della Scuola di Specializzazione<br />
di Oncologia Medica, frequentanti i medesimi reparti.<br />
Le domande contenute nel questionario sono riportate<br />
nell’Allegato A.<br />
QUESTIONARIO DI VALUTAZIONE<br />
Il questionario è stato strutturato in 30 domande a risposta<br />
multipla, alcune tratte dalla letteratura (9-12) , altre formulate<br />
<strong>sul</strong>la base del modello di indagine svolta dalla FCP (Fede-
La Rivista Italiana<br />
di Cure Palliative<br />
razione Cure Palliative ONLUS) (13) . Lo studio è stato con-<br />
siderato di carattere esplorativo, vista la scarsità di ricerche<br />
analoghe in letteratura. Fra le risposte elaborate nel questionario,<br />
una sola era considerata la migliore.<br />
Il questionario progettato ha inteso valutare i seguenti<br />
aspetti: la conoscenza <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>; le fonti di tale<br />
conoscenza; la conoscenza del concetto di qualità di vita;<br />
la conoscenza di strutture sanitarie pubbliche o private<br />
(hospice) che forniscano questo tipo di <strong>cure</strong> nel territorio.<br />
A corollario di queste domande ne sono state formulate<br />
altre, volte ad indagare le opinioni del singolo in merito a:<br />
la somministrazione degli analgesici oppiacei; l’approccio<br />
con i pazienti terminali e la necessità di una formazione<br />
specifica, dedicata al tema <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>, al fine di un<br />
approccio migliore con questo tipo di pazienti; la necessità<br />
di supporto psicologico per i membri del <strong>personale</strong> sanitario<br />
che si relazionano con i pazienti terminali.<br />
RISULTATI<br />
Il campione di indagine contava un totale di 206 individui,<br />
costituito da 140 studenti di Medicina, 19 specializzandi di<br />
Medicina Interna e 12 di Oncologia Medica, per un totale di<br />
31 specializzandi e 35 membri del <strong>personale</strong> infermieristico in<br />
formazione, di cui 23 impiegati presso il reparto di Medicina<br />
Interna e 12 presso il reparto di Oncologia. Di 206 persone<br />
contattate, 109 hanno accettato di rispondere alle domande<br />
del questionario (53%); in particolare, hanno risposto 7/19<br />
specializzandi della Medicina Interna (37%), 7/12 specializzandi<br />
dell’Oncologia Medica (58%), per un totale di 14/31<br />
specializzandi (complessivamente 45%), e 17/35 infermieri<br />
professionali impiegati nelle due strutture sopracitate (49%).<br />
Il campione in studio è riportato in Tabella 1.<br />
Tabella 1. Composizione del campione Personale Sanitario.<br />
Totale Risposte Percentuale<br />
di risposta<br />
Totale Campione 206 109 53%<br />
Studenti CLS MC 140 78 56%<br />
Specializzandi 31 14 45%<br />
Infermieri 35 17 49%<br />
Le domande sono state analizzate singolarmente. Fra i ri<strong>sul</strong>tati<br />
ottenuti sono stati selezionati quelli più significativi<br />
ai fini dello studio.<br />
1) <strong>Conoscenza</strong> <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong><br />
La quota di persone che ha dichiarato di sapere con cer-<br />
tezza cosa siano le <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> si attesta intorno al 50%<br />
fra gli studenti, al 60% fra gli specializzandi e all’80% fra<br />
il <strong>personale</strong> infermieristico. Rispettivamente il 40% per le<br />
prime due categorie e il 20% dell’ultima hanno riferito di<br />
averne sentito parlare, ma hanno dichiarato di non sentirsi<br />
sicuri di aver compreso appieno il loro significato. Nessuno<br />
ha affermato di non sapere in che cosa consistano (Figura<br />
1). La definizione corretta di <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>, come “<strong>cure</strong> destinate<br />
ai pazienti con malattia attiva, progressiva o terminale<br />
con prognosi limitata, il cui obiettivo è la salvaguardia<br />
della qualità di vita”, è stata data in modo corretto dalla<br />
maggior parte degli esaminati, totalizzando uno score pari<br />
a 81% fra gli studenti, 93% fra gli specializzandi e 82% fra<br />
gli infermieri. Anche in questo caso, nessuno ha risposto di<br />
non sapere che cosa siano.<br />
Figura 1. Domanda 1: Sai che cosa sono le <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>?<br />
Base: Totale Campione; Dati in percentuale.<br />
100<br />
90<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
0<br />
Specializzandi Studenti CLS MC Infermieri<br />
57 51 76<br />
43 42 24<br />
0 0 0<br />
Sì, so perfettamente Ne ho sentito parlare Non so<br />
2) Fonti di conoscenza<br />
La figura 2 riporta le fonti di conoscenza del problema<br />
“<strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>”.<br />
Globalmente, dalla media aritmetica dei valori ottenuti in<br />
ciascuna <strong>delle</strong> popolazioni in esame si evince che il 50%<br />
del campione ha ottenuto informazioni durante il proprio<br />
corso di studio, mentre il restante 50% presso il luogo di lavoro<br />
e da fonti esterne. Il corso universitario nel quale viene<br />
trattata maggiormente la tematica <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> è<br />
ri<strong>sul</strong>tato essere all’unanimità quello di medicina interna; il<br />
36% degli specializzandi e il 59% degli infermieri si sono<br />
astenuti dal voto.<br />
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31
32<br />
Articoli<br />
Figura 2. Domanda 3: In che modo sei venuto a conoscenza<br />
dell’esistenza <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>?<br />
Base: Totale Campione; Dati in percentuale.<br />
100<br />
90<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
0<br />
29<br />
Specializzandi Studenti CLS MC Infermieri<br />
67 53<br />
Corso di studio Reparto Altre fonti<br />
La figura 3 illustra le diverse modalità di apprendimento<br />
dell’argomento “<strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>” e la percezione di specificità e<br />
puntualità <strong>delle</strong> informazioni fornite in ambito universitario.<br />
3) L’approccio concreto con i pazienti terminali<br />
Il campione è stato indagato al fine di conoscere le peculiarità<br />
della relazione con il paziente e individuare le eventuali<br />
difficoltà che essa può presentare (Figura 4).<br />
Più della metà dei soggetti analizzati, appartenenti a ciascuno<br />
dei tre gruppi indicati e con percentuale maggiore nella<br />
popolazione degli studenti (79%) ha dichiarato di cercare<br />
l’approccio empatico con il paziente terminale, pur avvertendo<br />
un’importante lacuna a livello curricolare nell’approccio<br />
di tali pazienti e di situazioni difficili. Il 13% dei soggetti in<br />
esame ha dichiarato di rispondere alle domande dei pazienti<br />
in modo sbrigativo, evitando di dire la verità in caso di<br />
aspettativa di vita limitata e preferendo, al colloquio diretto<br />
con il malato, la discussione con i familiari di quest’ultimo,<br />
rinunciando del tutto all’approccio basato <strong>sul</strong>l’empatia.<br />
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50<br />
5 24<br />
Figura 3. Domanda 6: A tua conoscenza, nei corsi di studio<br />
universitari viene affrontato il problema <strong>delle</strong> <strong>cure</strong><br />
<strong>palliative</strong>? Base: Totale Campione; Dati in percentuale.<br />
100<br />
90<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
0<br />
29<br />
No, mai Sono state date informazioni frammentarie<br />
Sì, specificatamente<br />
71<br />
0<br />
63<br />
Non so<br />
0 6 24 0<br />
Specializzandi Studenti CLS MC Infermieri<br />
21<br />
22<br />
59<br />
24<br />
24 6<br />
12<br />
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di Cure Palliative<br />
DISCUSSIONE<br />
Nello scenario italiano, il nostro studio ri<strong>sul</strong>ta essere uno<br />
fra i primi ad analizzare le competenze del <strong>personale</strong> medico<br />
in formazione in merito alla tematica <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>.<br />
Un’indagine analoga alla nostra, volta a valutare la notorietà<br />
della medicina palliativa e a verificare le variazioni di<br />
tale conoscenza, è stata realizzata dalla FCP (Federazione<br />
Cure Palliative) nel 2008 e condotta a mezzo di interviste<br />
telefoniche in un campione di 800 soggetti con oltre 25 anni<br />
di età (14) . Il target di tale studio non era costituito da <strong>personale</strong><br />
qualificato in formazione, ma le percentuali ottenute<br />
nella nostra indagine sono state comunque confrontate con<br />
queste ultime, dimostrandosi non discostanti.<br />
Il nostro studio ha innanzitutto rilevato una scarsa compliance<br />
nell’aderire all’iniziativa (media di adesione del<br />
50%), verosimilmente per un diffuso scarso interesse nei<br />
confronti <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> e della qualità di vita. Tale<br />
percentuale di adesione all’iniziativa contrasta con i dati<br />
raccolti da studi analoghi in altri Paesi, laddove l’interesse<br />
verso le <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> è maggiore, e si traduce in una più<br />
elevata compliance alle iniziative proposte, sfiorando percentuali<br />
di adesione dell’80% (15) .<br />
La maggior parte del <strong>personale</strong> sanitario esaminato ha dichiarato<br />
di aver sentito parlare di <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> e ha saputo<br />
darne una definizione corretta. La fonte di tale conoscenza<br />
si è rivelata essere alquanto eterogenea a seconda della categoria<br />
analizzata, dimostrando che il <strong>personale</strong> in formazione<br />
ha acquisito conoscenze <strong>sul</strong>la medicina palliativa non<br />
Figura 4. Domanda 19: Come ti comporti quando un paziente<br />
terminale ti rivolge domande <strong>sul</strong>la sua malattia?<br />
Base: Totale Campione; Dati in percentuale.<br />
100<br />
90<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
0<br />
0<br />
57 43<br />
Specializzandi Studenti CLS MC Infermieri<br />
Rispondo in modo sbrigativo<br />
1<br />
79<br />
Cerco l’approccio empatico anche se sento essermi mancata una<br />
preparazione adeguata ad affrontare situazioni difficili<br />
Mi approccio con naturalezza proprio perché mi è stato insegnato<br />
ad affrontare questi pazienti<br />
9<br />
59<br />
29<br />
12
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di Cure Palliative<br />
solo in ambito accademico, ma anche al di fuori di esso, e<br />
confermando la teoria secondo la quale ciascuno studente<br />
svilupperebbe il cosiddetto “hidden curriculum” <strong>sul</strong>la base<br />
dell’ambiente all’interno del quale vive e lavora (2) . A tale<br />
proposito è emerso un dato interessante: essendo gli studenti<br />
interpellati quelli dell’ultimo anno del Corso di Laurea di<br />
Medicina e Chirurgia ed essendo gli specializzandi interpellati<br />
quelli degli ultimi anni di Scuola di Specializzazione, e<br />
pertanto essendoci, fra le due categorie sopracitate, un gap<br />
di circa 5 anni, si può desumere, in base alle percentuali di<br />
risposta ottenute dalle singole domande, un certo miglioramento<br />
della didattica a proposito del problema <strong>delle</strong> <strong>cure</strong><br />
<strong>palliative</strong>, che verosimilmente vanno diventando argomento<br />
di studio sempre più affrontato. Ciononostante, tale didattica<br />
non può essere definita efficace al fine di garantire<br />
una conoscenza approfondita e puntuale in merito alle <strong>cure</strong><br />
<strong>palliative</strong>. Ciò evidenzia una differenza sostanziale con quello<br />
che è invece il programma curricolare a livello europeo,<br />
dove l’insegnamento della medicina palliativa è attualmente<br />
integrato all’interno <strong>delle</strong> scuole mediche (16,17) ed è coerente<br />
con l’ultima riforma dell’Ordinamento Didattico previsto<br />
dal DM 270/2004, nel contesto del quale il problema<br />
dell’insegnamento della medicina palliativa è peraltro solo<br />
accennato. Una maggiore trattazione del problema <strong>delle</strong><br />
<strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> e dell’assistenza alla fine della vita è stata riservata<br />
nella definizione degli obiettivi formativi propri del<br />
Tronco Comune per le Scuole di Specializzazione di Area<br />
Medica, proposti dal Collegio di Docenti di Medicina Interna<br />
(18) . La difficoltà di inserire, all’interno della formazione<br />
curricolare, uno specifico corso di insegnamento riguardante<br />
la medicina palliativa e di tradurre tale insegnamento nella<br />
pratica clinica è riconosciuta ed evidenziata non solo dal<br />
nostro studio, ma anche da altri lavori presenti in letteratura<br />
e svolti presso altri Paesi europei ed extracomunitari (19) . Diversi<br />
studi hanno dimostrato che la capacità di comunicare<br />
cattive notizie ai pazienti affetti da patologia in fase avanzata,<br />
così come l’abilità di riuscire a discutere con loro del<br />
<strong>personale</strong> stato di salute, è per la maggior parte acquisita,<br />
dai medici in formazione, in modo del tutto “informale” (20) ,<br />
anche in relazione a una carenza di modelli di educazione<br />
standardizzati volti a insegnare queste capacità (15) . Resta il<br />
fatto che l’insegnamento <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> è comunque<br />
presente nelle scuole mediche straniere, in particolare in In-<br />
ghilterra e negli Stati Uniti, laddove sono utilizzati metodi<br />
diversi al fine di far acquisire competenze nel modo più efficace<br />
possibile, attraverso strumenti quali letture magistrali,<br />
tirocini presso strutture specializzate (hospice), discussione<br />
di casi clinici e giochi di ruolo (21-23) . Wittenberg-Lyes et al.<br />
(2009) hanno messo in evidenza come la percentuale di<br />
scuole mediche americane impegnate a fornire una buona<br />
preparazione di base <strong>sul</strong>la tematica “<strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>” agli<br />
studenti del Corso di Laurea di Medicina e Chirurgia sia<br />
salita, fra il 2000 e il 2005, dall’87% al 94%, e il 92% <strong>delle</strong><br />
scuole afferma che tale educazione è mirata all’apprendimento<br />
del corretto modo di comunicare con i membri della<br />
famiglia dei pazienti terminali (24) . Il lavoro sopracitato ha<br />
sottolineato il fatto che l’aumento della didattica <strong>sul</strong>le <strong>cure</strong><br />
<strong>palliative</strong> ha coinciso con la decisione dell’American Association<br />
for Medical Colleges di istituire una prova di valutazione<br />
(Clinical Skills Exam) che comprenda anche la verifica<br />
di acquisizione di tali capacità. Ciò lascia intendere che la<br />
separazione pedagogica della conoscenza teorica dalla pratica<br />
clinica, soprattutto quando si parla di <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>, ha<br />
contribuito nel tempo a creare una netta disparità di attitudini<br />
all’interno del <strong>personale</strong> in formazione. Di conseguenza,<br />
è stato avvertito il bisogno, da parte <strong>delle</strong> scuole mediche, di<br />
implementare tali conoscenze tramite l’integrazione dell’insegnamento<br />
<strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> nel curriculum, per poi valutare,<br />
a mezzo di una prova, se le stesse informazioni fornite<br />
fossero state apprese correttamente (25) .<br />
In Italia tali programmi educativi non sono presenti né attuati<br />
all’interno <strong>delle</strong> Scuole Mediche e <strong>delle</strong> Scuole di Specializzazione<br />
di Area Medica. Di conseguenza, la nostra indagine<br />
ha evidenziato come la carenza di un’adeguata formazione<br />
curricolare si rifletta negativamente nel rapporto del <strong>personale</strong><br />
sanitario con i pazienti pre-terminali e terminali. Nel<br />
nostro studio infatti più della metà del <strong>personale</strong> sanitario,<br />
con prevalenza maggiore fra gli studenti, ha dichiarato una<br />
mancanza di preparazione teorica adeguata, volta all’insegnamento<br />
del metodo di approccio più corretto nei confronti<br />
dei malati più difficili. L’analisi <strong>delle</strong> risposte ha fatto<br />
emergere, coerentemente con tale mancanza, la difficoltà<br />
pratica di riuscire a comunicare adeguatamente con questo<br />
tipo di pazienti, proprio in ragione della mancanza di metodo<br />
e di conoscenze di cui la formazione pecca. A supporto<br />
dell’importanza di formazione in merito a tali conoscenze,<br />
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34<br />
Articoli<br />
Alexander et al. (2006) hanno dimostrato come l’efficacia<br />
della comunicazione con i pazienti, acquisita tramite un<br />
approccio teorico-pratico, si traduca in un miglioramento<br />
clinico di tali malati, in particolare in un miglior controllo<br />
della sintomatologia dolorosa, nel sollevamento dello stato<br />
emozionale e psicologico e nell’aderenza ai trattamenti<br />
prescritti (26) . Come affermato e dimostrato da Ferris et al.<br />
(2001), le conoscenze teoriche necessitano della loro stessa<br />
messa in pratica al fine di ri<strong>sul</strong>tare davvero efficaci. Per riuscire<br />
nell’obiettivo, lo studio sopracitato sostiene la necessità<br />
di un metodo di didattica basato su un approccio multivariato,<br />
che vada oltre il piano puramente teorico, e che<br />
piuttosto preveda l’insegnamento di abilità pratiche (27) . I ri<strong>sul</strong>tati<br />
ottenuti attraverso la nostra indagine fanno intendere<br />
che, se il problema <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> viene maggiormente,<br />
anche se non adeguatamente, affrontato come argomento<br />
specifico di didattica o di formazione, tuttavia esso è ancora<br />
lontano dal trovare una sua traduzione pratica nel rapporto<br />
con il malato, attraverso un’esperienza professionalizzante<br />
e qualificante. Da qui la conclusione che i progetti educativi,<br />
volti alla formazione <strong>sul</strong>le <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>, siano indispensabili<br />
al fine di realizzare ciò che Tamburini et al. (2003)<br />
ritengono essere fondamentale, ovvero riuscire a soddisfare<br />
al meglio i bisogni esistenziali dei pazienti e migliorare la<br />
loro percezione della qualità di vita (28) .<br />
In conclusione, dal nostro studio si evince la rilevanza della<br />
didattica relativa al tema <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> nell’ambito<br />
del curriculum di educazione del <strong>personale</strong> sanitario, sia nel<br />
Corso di Laurea di Medicina e Chirurgia sia in quello di<br />
scienze infermieristiche e nei corsi di specializzazione postlauream.<br />
La formazione specifica <strong>sul</strong> tema, attuabile attraverso<br />
un approccio multidisciplinare non solo empirico ma<br />
anche pratico, ri<strong>sul</strong>ta indispensabile per acquisire conoscenze<br />
e competenze nel rapporto con i pazienti affetti da malattie<br />
gravi e terminali. I modelli educativi, già presenti negli<br />
stati esteri in merito a tale tematica, dovrebbero essere presi<br />
come punto di riferimento, affinché i membri del <strong>personale</strong><br />
sanitario, sia medico che infermieristico, possano raggiungere<br />
un livello di preparazione, se non buono, quantomeno<br />
basilare e capace di tradursi in una migliore pratica clinica,<br />
soprattutto con i pazienti più difficili. Migliorare la qualità<br />
della vita significa dare valore alla dignità dell’essere umano<br />
e ricondurre l’opera del medico a presupposti che vanno ol-<br />
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La Rivista Italiana<br />
di Cure Palliative<br />
tre la scienza e la tecnologia e che chiamano in causa i valori<br />
primi dell’esistenza e della vita dell’uomo.<br />
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Hosp Palliat Care 2009; 1-12.<br />
Allegato A. Valutazione del livello di conoscenza <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> nel <strong>personale</strong> sanitario.<br />
1. Sai che cosa sono le <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>?<br />
a) Sì, so perfettamente che cosa sono e in cosa consistono<br />
b) Ne ho sentito parlare, ma non sono sicuro di aver compreso appieno il loro significato<br />
c) No, non so cosa sono<br />
RISPOSTA CORRETTA: a<br />
25. Braddock CH 3rd, Eckstrom E, Haidet P. The new revolution in<br />
medical education: fostering professionalism and patient-centered<br />
communication in the contemporary environment. J Gen Intern<br />
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28. Tamburini M, et al. Cancer patients’ needs during hospitalization: a<br />
quantitative and qualitative study. BMC Cancer 2003; 3: 12.<br />
2. Cosa si intende secondo te per <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>?<br />
a) Sono le <strong>cure</strong> destinate ai pazienti con malattia attiva, progressiva o in fase terminale con prognosi limitata, il cui obiettivo<br />
è la salvaguardia della qualità di vita<br />
b) Sono le <strong>cure</strong> destinate ai soli pazienti oncologici per i quali le terapie attive non sono più efficaci ed è necessario un approccio<br />
diverso da quello della Medicina Tradizionale<br />
c) Sono le <strong>cure</strong> destinate a tutti i pazienti terminali privi di mezzi, messe in pratica solo all’interno di strutture adeguate<br />
d) Non so cosa sono, pertanto non posso fornire una definizione che sia adeguata<br />
RISPOSTA CORRETTA: a<br />
3. In che modo sei venuto a conoscenza dell’esistenza <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>?<br />
a) Durante il mio corso di studio<br />
b) In reparto<br />
c) Da altre fonti esterne all’università e all’ambito ospedaliero<br />
ANSWER: a<br />
4. Chi, secondo te, dovrebbe mettere in pratica le <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>?<br />
a) Medici e) Personale religioso<br />
b) Infermieri f) a,b,c<br />
c) Familiari g) c,d<br />
d) Professionisti a questo preparati h) d,e<br />
RISPOSTA CORRETTA: f<br />
5. Le <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> sono destinate a:<br />
a) Pazienti oncologici<br />
b) Pazienti con malattie croniche degenerative<br />
c) Pazienti con malattia cronica e progressiva e alle loro famiglie<br />
RISPOSTA CORRETTA: c<br />
6. A tua conoscenza, nei corsi di studio universitari viene affrontato il problema <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>?<br />
a) No e nessuno ne ha mai discusso seriamente<br />
b) Informazioni frammentarie sono state fornite solo incidentalmente, in alcune occasioni<br />
c) Sì, con alcune ore specificatamente dedicate<br />
RISPOSTA CORRETTA: c<br />
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7. Se sì, in quali corsi universitari viene affrontata la tematica <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>?*<br />
a) Corso di Scienze Umane<br />
b) Corso di Medicina Interna<br />
c) Corso di Emergenze Medico-Chirurgiche<br />
d) Corso di Medicina Legale<br />
e) Corso di Chirurgia Generale<br />
* In questo caso NON esiste una risposta corretta: la domanda è un sondaggio, e vuole verificare in quali Corsi Integrati si parla <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>.<br />
8. Cosa si intende per Qualità di Vita?<br />
a) È un concetto che riassume in sé lo stato di benessere fisico, psichico e sociale di un individuo<br />
b) È la capacità di un paziente di riuscire a mantenere uno stile di vita identico a quello precedente l’esordio della malattia<br />
c) È la capacità di vivere in uno stato di benessere fisico, familiare, relazionale, economico, lavorativo o di svago, nonché psicologico e affettivo<br />
d) È un concetto impossibile da definire per la sua intrinseca complessità<br />
RISPOSTA CORRETTA: c<br />
9. È possibile valutare la Qualità di Vita?<br />
a) No, non è quantificabile<br />
b) Sì, attraverso la clinica, osservando i miglioramenti del paziente sia a livello di sintomatologia che a livello psicologico<br />
c) Sì, ma solo mediante l’impiego di appositi strumenti di valutazione (questionari, scale di valutazione…)<br />
RISPOSTA CORRETTA: c<br />
10. Secondo te, chi valuta la Qualità di Vita del paziente?<br />
a) I medici e gli infermieri<br />
b) Il malato stesso<br />
c) La famiglia<br />
RISPOSTA CORRETTA: b<br />
11. Sai che cos’è l’hospice?<br />
a) Un reparto dedicato a pazienti neoplastici e non, in fase terminale<br />
b) Una struttura per malati anziani non autosufficienti<br />
c) Una struttura per pazienti poveri e senza fissa dimora<br />
RISPOSTA CORRETTA: a<br />
12. Chi può avere accesso alla struttura dell’hospice?<br />
a) Tutti coloro che abbiano una spettanza di vita misurabile in mesi e non in anni<br />
b) Tutti coloro che hanno una malattia allo stadio terminale, con scarsa aspettativa di vita e che possono ricevere le <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong><br />
c) Coloro che non possono essere assistiti in casa e che necessitano di adeguata assistenza primaria<br />
RISPOSTA CORRETTA: b<br />
13. Ci sono hospice nella realtà territoriale in cui vivi?<br />
a) Sì, sono a conoscenza della loro esistenza<br />
b) Non lo so<br />
c) No, non credo<br />
RISPOSTA CORRETTA: a<br />
14. Credi che un tirocinio presso un hospice potrebbe essere utile al fine di una migliore preparazione a livello della tua formazione<br />
professionale?<br />
a) Sì, un periodo in un hospice sarebbe necessario al fine di imparare la relazione con i pazienti terminali<br />
b) Potrebbe essere utile, ma solo per chi ha uno specifico interesse<br />
c) È inutile: i pazienti pre-terminali o terminali si trovano in un qualsiasi reparto di medicina interna<br />
RISPOSTA CORRETTA: a
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15. Analgesici oppiacei<br />
a) Vanno somministrati con cautela e solo in casi gravi in conseguenza dei loro noti effetti collaterali<br />
b) Non andrebbero somministrati, perché tolgono lucidità al paziente e alla sua capacità di giudizio<br />
c) Devono sempre essere usati per alleviare il dolore cronico, non altrimenti controllabile<br />
RISPOSTA CORRETTA: c<br />
16. Quando il malato di malattia cronica o di patologia neoplastica lamenta dolore o malessere o sintomi sospetti, poco definiti,<br />
qual è di solito l’atteggiamento del medico?<br />
a) Cerca di capire la causa e, se è organica, dà una specifica terapia<br />
b) Cerca di capire la causa e comunque ascolta il racconto del paziente e, se necessario, provvede ad alleviare il disturbo<br />
c) Considera il sintomo come conseguenza della patologia cronica e non dà alcuna terapia<br />
RISPOSTA CORRETTA: b<br />
17. E quello dell’infermiere?<br />
a) Cerca di capire la causa e, se è organica, dà una specifica terapia<br />
b) Cerca di capire la causa e comunque ascolta il racconto del paziente e, se necessario, provvede ad alleviare il disturbo<br />
c) Considera il sintomo come conseguenza della patologia cronica e non dà alcuna terapia<br />
RISPOSTA CORRETTA: b<br />
18. Quali dei seguenti bisogni assistenziali della persona in fase pre-terminale o terminale dovrebbero essere affrontati?<br />
a) Controllo del dolore e dei sintomi di malattia<br />
b) Mantenimento di una situazione stazionaria<br />
c) Sostegno <strong>delle</strong> famiglie durante la malattia del proprio congiunto e anche dopo l’evento fatale<br />
d) a,c<br />
e) a,b<br />
RISPOSTA CORRETTA: d<br />
19. Come ti comporti quando un paziente terminale ti rivolge <strong>delle</strong> domande <strong>sul</strong>la sua malattia?<br />
a) Cerco di rispondere in modo sbrigativo: non voglio dire niente della sua malattia che possa turbarlo<br />
b) Cerco l’approccio empatico, anche se sento essermi mancata una preparazione adeguata per affrontare situazioni difficili<br />
c) Mi approccio con naturalezza, rispondendo con pertinenza alle domande rivoltemi, proprio perché mi è stato insegnato<br />
ad approcciare questi pazienti<br />
RISPOSTA CORRETTA: c<br />
20. Se il paziente terminale ti chiede che malattia ha e qual è la sua aspettativa di vita, cosa rispondi?<br />
a) Non dico la verità, perché ho paura di turbarlo, e preferisco dire tutto alla famiglia<br />
b) Spiego con parole semplici quello che il paziente può capire, ma comunque non mi sbilancio se prima non conosco bene il paziente<br />
stesso e non ho stabilito con lui un approccio di tipo empatico<br />
c) Credo che il paziente debba essere consapevole di ciò di cui è affetto, perciò gli spiego ogni cosa in modo chiaro e comprensibile<br />
RISPOSTA CORRETTA: c<br />
21. Sai come dare una brutta notizia al paziente e alla sua famiglia?<br />
a) Mi limito a dirlo usando le parole migliori che mi vengono in mente<br />
b) Seguo lo schema codificato che mi è stato spiegato<br />
c) Lo faccio dire a qualcun altro<br />
RISPOSTA CORRETTA: b<br />
22. Che tipo di atteggiamento hai di fronte alla morte?<br />
a) Cerco di non pensarci perché mi spaventa<br />
b) Penso che si debba accettare come evento ultimo, ma per farlo è necessario acquisire una preparazione<br />
c) Affronto il problema quando mi si presenta e, di volta in volta, cerco di elaborare l’esperienza in modo <strong>personale</strong><br />
RISPOSTA CORRETTA: b<br />
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23. Quando in reparto si verifica la morte di un paziente, qual è l’atteggiamento del <strong>personale</strong> medico nei confronti dei familiari?<br />
a) Di comprensione e di partecipazione empatica all’evento<br />
b) Distaccato e professionale, con poche spiegazioni di quanto è accaduto<br />
c) Di coinvolgimento psicologico eccessivo, con associato senso di colpa<br />
d) Cerca di non farsi coinvolgere<br />
RISPOSTA CORRETTA: a<br />
24. E quello del <strong>personale</strong> infermieristico?<br />
a) Di comprensione e di partecipazione empatica all’evento<br />
b) Distaccato e professionale, con poche spiegazioni di quanto è accaduto<br />
c) Di coinvolgimento psicologico eccessivo, con associato senso di colpa<br />
d) Cerca di non farsi coinvolgere<br />
RISPOSTA CORRETTA: a<br />
25. Come può essere sostenuta la famiglia del malato pre-terminale e terminale?<br />
a) Attraverso un sostegno continuativo a livello psicologico e spirituale, che prosegua anche dopo la morte del familiare<br />
nel processo di elaborazione del lutto<br />
b) Attraverso il sollevamento del carico assistenziale mediante ricovero del malato in una struttura dedicata<br />
c) Non è compito del medico sostenere la famiglia, mentre è necessario focalizzare l’attenzione <strong>sul</strong>la salute e sui bisogni del paziente<br />
RISPOSTA CORRETTA: a<br />
26. Ritieni che il <strong>personale</strong> ospedaliero e gli operatori che seguono il malato terminale debbano essere supportati?<br />
a) No, sono preparati e sanno come cavarsela da soli<br />
b) Sì, se chiedono aiuto devono essere sostenuti<br />
c) Vanno comunque sostenuti da un servizio di aiuto psicologico, perché affrontare realtà di sofferenza e di morte è sempre<br />
difficile e possibile causa di squilibrio<br />
RISPOSTA CORRETTA: c<br />
27. Esistono figure dedicate allo scopo di cui sopra nella realtà in cui lavori?<br />
a) No, non esistono<br />
b) Esistono su richiesta del medico<br />
c) Sono sempre presenti e disponibili<br />
d) Non lo so<br />
RISPOSTA CORRETTA: c<br />
28. Il dolore nel lutto<br />
a) È naturale e richiede un’elaborazione adeguata con riti e capacità di ascolto di chi è stato colpito<br />
b) Se dura più di 6 mesi è patologico<br />
c) Quando presente, richiede un supporto psicologico<br />
d) È frutto di misticismo e superstizione<br />
RISPOSTA CORRETTA: a<br />
29. Una sola di queste affermazioni è vera:<br />
a) Il medico ha il dovere assoluto di prolungare la vita ai suoi malati<br />
b) Solo il medico è autorizzato a rispondere alle domande del malato<br />
c) Le scelte del malato devono essere rispettate, anche se comportano il rischio di una riduzione della sua spettanza di vita<br />
RISPOSTA CORRETTA: c<br />
30. L’alleanza terapeutica consiste in<br />
a) Un accordo che i medici prendono con gli psicologi per aiutare il paziente sia dal punto di vista psicologico che fisico<br />
b) Un patto di fiducia fra équipe curante e paziente per un processo condiviso di cura e accompagnamento<br />
c) Una stretta integrazione fra l’équipe medica, infermieristica e i familiari per facilitare il processo di guarigione del malato<br />
d) Una stretta integrazione fra medici, infermieri, fisioterapisti affinché il malato sia assistito in modo olistico<br />
RISPOSTA CORRETTA: b