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Conoscenza delle cure palliative. Indagine sul personale ... - SICP

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La Rivista Italiana<br />

di Cure Palliative<br />

Articoli<br />

<strong>Conoscenza</strong> <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>.<br />

<strong>Indagine</strong> <strong>sul</strong> <strong>personale</strong> medico<br />

e infermieristico in formazione<br />

Martina Battistioli 1 , Monica Maccari 2 , Giuseppe Realdi 1<br />

1 Clinica Medica 1 - Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Università degli Studi di Padova<br />

2 Istituto Oncologico Veneto (IOV)<br />

Gli Autori dichiarano la non sussistenza di eventuali conflitti di interesse.<br />

Corrispondenza a:<br />

Prof. Giuseppe Realdi<br />

giuseppe.realdi@unipd.it<br />

Riassunto<br />

La qualità di vita percepita dai pazienti è fortemente influenzata dal contesto sociale e familiare nel quale si trovano. Il <strong>personale</strong> sanitario<br />

ha un ruolo determinante nell’assolvere allo scopo <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> e l’obiettivo del nostro studio è stato quello di esplorare la conoscenza<br />

di tale problema nel <strong>personale</strong> medico e infermieristico in formazione. A tal fine è stato utilizzato un questionario, attinto dalla letteratura e<br />

parzialmente modificato e adattato allo scopo dello studio. I ri<strong>sul</strong>tati ottenuti hanno evidenziato come appena il 50% circa dei soggetti sia a<br />

conoscenza del problema “<strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>” e che tale conoscenza, acquisita solo in parte tramite la didattica frontale, sia ri<strong>sul</strong>tata frammentaria<br />

nel maggior numero di soggetti analizzati (65%). L’indagine ha comunque evidenziato, negli ultimi 5 anni, un trend di miglioramento<br />

dell’insegnamento della medicina palliativa, che verosimilmente è diventata argomento di studio affrontato più che in passato. Infine è emersa<br />

l’esigenza di acquisire competenze specifiche, adeguate a fronteggiare situazioni difficili. Il nostro studio conferma la necessità, ampiamente<br />

attuata in altri Paesi, di una formazione specifica <strong>sul</strong>le <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>, obiettivo didattico indispensabile al fine di fornire ai pazienti non solo<br />

un’adeguata professionalità, ma anche una competenza relazionale ed empatica diretta al continuo miglioramento della qualità di vita, anche<br />

nelle situazioni cliniche di maggiore gravità.<br />

Parole chiave: <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>, qualità di vita, formazione curricolare, corso di laurea in medicina, scuola di specializzazione in medicina<br />

interna, scuola di specializzazione in oncologia, corso di laurea in scienze infermieristiche.<br />

Summary<br />

Patients’ quality of life is highly influenced by the social and familiar context in which they live. Medical and nursing staff have a central<br />

role in practicing <strong>palliative</strong> medicine and in reaching its goals. The purpose of our study was to explore the knowledge on <strong>palliative</strong><br />

care among undergraduate medical students, residents and nurses. The study was held using one “ad hoc” questionnaire from the<br />

literature but adapted and modified for the purpose of this investigation. Re<strong>sul</strong>ts showed that only 50% of the interviewed sample<br />

know something about <strong>palliative</strong> care. The knowledge was revealed to be weak in most of them (65%), giving evidence of the lack<br />

of education about this topic in Italian medical schools. In spite of these re<strong>sul</strong>ts, our study showed a slight improvement in teaching<br />

and training in the last 5 years, providing evidence that <strong>palliative</strong> care has become a more recognized topic in Italian medical schools.<br />

Finally, the majority of people interviewed expressed their concerns in facing patients with life-threatening diseases, blaming the weak<br />

educational programs about <strong>palliative</strong> care inside medical schools for this lack of knowledge. Our study supports the very common<br />

idea that formal education about <strong>palliative</strong> care has to be enhanced to build up a relationship of empathy and trust with patients,<br />

especially with the most seriously ill and complicated ones.<br />

Key words: <strong>palliative</strong> care, medical education, relationship between patients and medical staff, medical school, internal medicine specialty<br />

school, oncology specialty school, nursing school.<br />

Numero 3/4 inverno 2009 - www.sicp.it<br />

29


30<br />

Articoli<br />

INTRODUZIONE<br />

L’educazione e la formazione del <strong>personale</strong> medico e sanitario<br />

durante il corso degli studi assumono un ruolo fondamentale<br />

per conseguire lo scopo prioritario della medicina<br />

palliativa e cioè il caring dei pazienti, ovvero il prendersi<br />

cura della persona in senso globale, per conservare e promuovere<br />

la qualità di vita della persona stessa (1) .<br />

La medicina palliativa è un campo nel quale è difficile muoversi,<br />

dal momento che non è facile approcciare pazienti<br />

con malattia inguaribile. Talvolta gli studenti acquisiscono<br />

conoscenze e metodi per “osmosi”, ovvero assorbono informazioni<br />

dall’ambiente nel quale lavorano e acquisiscono<br />

dei modelli mentali di comportamento. È questo il cosiddetto<br />

“hidden curriculum”, non sempre rispondente alle<br />

esigenze dei pazienti più deboli (2) .<br />

Molti libri di testo per medici e infermieri adattati in italiano<br />

contengono scarse o nulle informazioni <strong>sul</strong>le <strong>cure</strong> di fine vita,<br />

se si esclude ciò che riguarda la prognosi. Ciò può spiegare<br />

perché gli operatori sanitari dichiarino spesso di non sentirsi<br />

preparati nel comunicare cattive notizie, controllare i sintomi<br />

o aiutare i malati a prendere decisioni difficili (3,4) . Questa<br />

carenza può anche spiegare perché i malati vengano inviati<br />

troppo tardi alle <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> o non vi vengano indirizzati<br />

affatto. Tuttavia, esistono evidenze incoraggianti in base alle<br />

quali molte di queste capacità si possono acquisire durante i<br />

percorsi formativi pre- e post-laurea o successivamente. Ricerche<br />

su studenti in medicina hanno riscontrato che coloro<br />

che hanno avuto l’opportunità di seguire pazienti oncologici<br />

per maggiori periodi di tempo, o di apprendere durante tali<br />

periodi tecniche di comunicazione, sono più perspicaci e disposti<br />

all’ascolto, disponibili a trattare argomenti difficili e<br />

ad aiutare le persone a prendere decisioni (5) . Ci sono anche<br />

evidenze secondo cui infermieri e medici già pienamente qualificati<br />

possono acquisire ulteriori conoscenze <strong>sul</strong>le tecniche<br />

di comunicazione frequentando corsi intensivi più avanti nel<br />

loro percorso formativo e nella loro carriera (6,7) .<br />

La medicina palliativa è riconosciuta come scuola di specializzazione<br />

nei Paesi europei ed extracomunitari (Regno<br />

Unito, Irlanda, Australia, Nuova Zelanda, Hong Kong,<br />

Taiwan, Polonia e Romania) e in altri sono in corso importanti<br />

programmi di educazione medica (Stati Uniti, Canada<br />

e Singapore). (8) In Italia il DM 270/2004 stabilisce che fra<br />

gli obiettivi formativi del Corso di Laurea di Medicina e<br />

Numero 3/4 inverno 2009 - www.sicp.it<br />

La Rivista Italiana<br />

di Cure Palliative<br />

Chirurgia ci sia quello di acquisire “la capacità di analizzare<br />

e risolvere i problemi clinici di ordine oncologico, affrontando<br />

l’iter diagnostico-terapeutico alla luce dei principi<br />

della medicina basata <strong>sul</strong>l’evidenza nonché la conoscenza<br />

della terapia del dolore e <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>”. Tuttavia,<br />

non sembra vengano attuati corsi specifici <strong>sul</strong>l’argomento e<br />

la sua trattazione è solo marginale nell’ambito della didattica<br />

(corsi di psicologia e di scienze umane). Non ci ri<strong>sul</strong>ta,<br />

poi, che il tema venga affrontato nelle scuole di specializzazione<br />

di area medica, siano esse appartenenti alla Medicina<br />

Interna o alle specialità mediche.<br />

In questo studio abbiamo effettuato un’indagine <strong>sul</strong> livello<br />

di conoscenza del problema “<strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>” da parte<br />

di <strong>personale</strong> medico e infermieristico in formazione e frequentante<br />

corsi di laurea e di specializzazione, utilizzando<br />

questionari in parte attinti dalla letteratura e in parte modificati<br />

e adattati agli scopi dello studio.<br />

MATERIALI E METODI<br />

PERSONALE SANITARIO<br />

La valutazione della conoscenza del problema relativo alle<br />

<strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> e la valutazione <strong>delle</strong> abilità gestionali e relazionali<br />

degli operatori sanitari al fine di migliorare la qualità<br />

di vita dei pazienti ospedalizzati sono state effettuate mediante<br />

un questionario specifico, che è stato somministrato<br />

a tre categorie di soggetti:<br />

a) studenti della facoltà di Medicina e Chirurgia, sesto<br />

anno di Corso di Laurea, tramite l’ausilio della piattaforma<br />

e-learning dell’Università degli Studi di Padova,<br />

alla quale sono iscritti tutti gli studenti del corso;<br />

b) <strong>personale</strong> infermieristico in formazione presso un reparto<br />

di medicina interna (Clinica Medica 1) e un reparto<br />

oncologico (Istituto Oncologico Veneto – IOV);<br />

c) specializzandi degli ultimi due anni della Scuola di Specializzazione<br />

di Medicina Interna e della Scuola di Specializzazione<br />

di Oncologia Medica, frequentanti i medesimi reparti.<br />

Le domande contenute nel questionario sono riportate<br />

nell’Allegato A.<br />

QUESTIONARIO DI VALUTAZIONE<br />

Il questionario è stato strutturato in 30 domande a risposta<br />

multipla, alcune tratte dalla letteratura (9-12) , altre formulate<br />

<strong>sul</strong>la base del modello di indagine svolta dalla FCP (Fede-


La Rivista Italiana<br />

di Cure Palliative<br />

razione Cure Palliative ONLUS) (13) . Lo studio è stato con-<br />

siderato di carattere esplorativo, vista la scarsità di ricerche<br />

analoghe in letteratura. Fra le risposte elaborate nel questionario,<br />

una sola era considerata la migliore.<br />

Il questionario progettato ha inteso valutare i seguenti<br />

aspetti: la conoscenza <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>; le fonti di tale<br />

conoscenza; la conoscenza del concetto di qualità di vita;<br />

la conoscenza di strutture sanitarie pubbliche o private<br />

(hospice) che forniscano questo tipo di <strong>cure</strong> nel territorio.<br />

A corollario di queste domande ne sono state formulate<br />

altre, volte ad indagare le opinioni del singolo in merito a:<br />

la somministrazione degli analgesici oppiacei; l’approccio<br />

con i pazienti terminali e la necessità di una formazione<br />

specifica, dedicata al tema <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>, al fine di un<br />

approccio migliore con questo tipo di pazienti; la necessità<br />

di supporto psicologico per i membri del <strong>personale</strong> sanitario<br />

che si relazionano con i pazienti terminali.<br />

RISULTATI<br />

Il campione di indagine contava un totale di 206 individui,<br />

costituito da 140 studenti di Medicina, 19 specializzandi di<br />

Medicina Interna e 12 di Oncologia Medica, per un totale di<br />

31 specializzandi e 35 membri del <strong>personale</strong> infermieristico in<br />

formazione, di cui 23 impiegati presso il reparto di Medicina<br />

Interna e 12 presso il reparto di Oncologia. Di 206 persone<br />

contattate, 109 hanno accettato di rispondere alle domande<br />

del questionario (53%); in particolare, hanno risposto 7/19<br />

specializzandi della Medicina Interna (37%), 7/12 specializzandi<br />

dell’Oncologia Medica (58%), per un totale di 14/31<br />

specializzandi (complessivamente 45%), e 17/35 infermieri<br />

professionali impiegati nelle due strutture sopracitate (49%).<br />

Il campione in studio è riportato in Tabella 1.<br />

Tabella 1. Composizione del campione Personale Sanitario.<br />

Totale Risposte Percentuale<br />

di risposta<br />

Totale Campione 206 109 53%<br />

Studenti CLS MC 140 78 56%<br />

Specializzandi 31 14 45%<br />

Infermieri 35 17 49%<br />

Le domande sono state analizzate singolarmente. Fra i ri<strong>sul</strong>tati<br />

ottenuti sono stati selezionati quelli più significativi<br />

ai fini dello studio.<br />

1) <strong>Conoscenza</strong> <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong><br />

La quota di persone che ha dichiarato di sapere con cer-<br />

tezza cosa siano le <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> si attesta intorno al 50%<br />

fra gli studenti, al 60% fra gli specializzandi e all’80% fra<br />

il <strong>personale</strong> infermieristico. Rispettivamente il 40% per le<br />

prime due categorie e il 20% dell’ultima hanno riferito di<br />

averne sentito parlare, ma hanno dichiarato di non sentirsi<br />

sicuri di aver compreso appieno il loro significato. Nessuno<br />

ha affermato di non sapere in che cosa consistano (Figura<br />

1). La definizione corretta di <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>, come “<strong>cure</strong> destinate<br />

ai pazienti con malattia attiva, progressiva o terminale<br />

con prognosi limitata, il cui obiettivo è la salvaguardia<br />

della qualità di vita”, è stata data in modo corretto dalla<br />

maggior parte degli esaminati, totalizzando uno score pari<br />

a 81% fra gli studenti, 93% fra gli specializzandi e 82% fra<br />

gli infermieri. Anche in questo caso, nessuno ha risposto di<br />

non sapere che cosa siano.<br />

Figura 1. Domanda 1: Sai che cosa sono le <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>?<br />

Base: Totale Campione; Dati in percentuale.<br />

100<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

Specializzandi Studenti CLS MC Infermieri<br />

57 51 76<br />

43 42 24<br />

0 0 0<br />

Sì, so perfettamente Ne ho sentito parlare Non so<br />

2) Fonti di conoscenza<br />

La figura 2 riporta le fonti di conoscenza del problema<br />

“<strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>”.<br />

Globalmente, dalla media aritmetica dei valori ottenuti in<br />

ciascuna <strong>delle</strong> popolazioni in esame si evince che il 50%<br />

del campione ha ottenuto informazioni durante il proprio<br />

corso di studio, mentre il restante 50% presso il luogo di lavoro<br />

e da fonti esterne. Il corso universitario nel quale viene<br />

trattata maggiormente la tematica <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> è<br />

ri<strong>sul</strong>tato essere all’unanimità quello di medicina interna; il<br />

36% degli specializzandi e il 59% degli infermieri si sono<br />

astenuti dal voto.<br />

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31


32<br />

Articoli<br />

Figura 2. Domanda 3: In che modo sei venuto a conoscenza<br />

dell’esistenza <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>?<br />

Base: Totale Campione; Dati in percentuale.<br />

100<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

29<br />

Specializzandi Studenti CLS MC Infermieri<br />

67 53<br />

Corso di studio Reparto Altre fonti<br />

La figura 3 illustra le diverse modalità di apprendimento<br />

dell’argomento “<strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>” e la percezione di specificità e<br />

puntualità <strong>delle</strong> informazioni fornite in ambito universitario.<br />

3) L’approccio concreto con i pazienti terminali<br />

Il campione è stato indagato al fine di conoscere le peculiarità<br />

della relazione con il paziente e individuare le eventuali<br />

difficoltà che essa può presentare (Figura 4).<br />

Più della metà dei soggetti analizzati, appartenenti a ciascuno<br />

dei tre gruppi indicati e con percentuale maggiore nella<br />

popolazione degli studenti (79%) ha dichiarato di cercare<br />

l’approccio empatico con il paziente terminale, pur avvertendo<br />

un’importante lacuna a livello curricolare nell’approccio<br />

di tali pazienti e di situazioni difficili. Il 13% dei soggetti in<br />

esame ha dichiarato di rispondere alle domande dei pazienti<br />

in modo sbrigativo, evitando di dire la verità in caso di<br />

aspettativa di vita limitata e preferendo, al colloquio diretto<br />

con il malato, la discussione con i familiari di quest’ultimo,<br />

rinunciando del tutto all’approccio basato <strong>sul</strong>l’empatia.<br />

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50<br />

5 24<br />

Figura 3. Domanda 6: A tua conoscenza, nei corsi di studio<br />

universitari viene affrontato il problema <strong>delle</strong> <strong>cure</strong><br />

<strong>palliative</strong>? Base: Totale Campione; Dati in percentuale.<br />

100<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

29<br />

No, mai Sono state date informazioni frammentarie<br />

Sì, specificatamente<br />

71<br />

0<br />

63<br />

Non so<br />

0 6 24 0<br />

Specializzandi Studenti CLS MC Infermieri<br />

21<br />

22<br />

59<br />

24<br />

24 6<br />

12<br />

La Rivista Italiana<br />

di Cure Palliative<br />

DISCUSSIONE<br />

Nello scenario italiano, il nostro studio ri<strong>sul</strong>ta essere uno<br />

fra i primi ad analizzare le competenze del <strong>personale</strong> medico<br />

in formazione in merito alla tematica <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>.<br />

Un’indagine analoga alla nostra, volta a valutare la notorietà<br />

della medicina palliativa e a verificare le variazioni di<br />

tale conoscenza, è stata realizzata dalla FCP (Federazione<br />

Cure Palliative) nel 2008 e condotta a mezzo di interviste<br />

telefoniche in un campione di 800 soggetti con oltre 25 anni<br />

di età (14) . Il target di tale studio non era costituito da <strong>personale</strong><br />

qualificato in formazione, ma le percentuali ottenute<br />

nella nostra indagine sono state comunque confrontate con<br />

queste ultime, dimostrandosi non discostanti.<br />

Il nostro studio ha innanzitutto rilevato una scarsa compliance<br />

nell’aderire all’iniziativa (media di adesione del<br />

50%), verosimilmente per un diffuso scarso interesse nei<br />

confronti <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> e della qualità di vita. Tale<br />

percentuale di adesione all’iniziativa contrasta con i dati<br />

raccolti da studi analoghi in altri Paesi, laddove l’interesse<br />

verso le <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> è maggiore, e si traduce in una più<br />

elevata compliance alle iniziative proposte, sfiorando percentuali<br />

di adesione dell’80% (15) .<br />

La maggior parte del <strong>personale</strong> sanitario esaminato ha dichiarato<br />

di aver sentito parlare di <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> e ha saputo<br />

darne una definizione corretta. La fonte di tale conoscenza<br />

si è rivelata essere alquanto eterogenea a seconda della categoria<br />

analizzata, dimostrando che il <strong>personale</strong> in formazione<br />

ha acquisito conoscenze <strong>sul</strong>la medicina palliativa non<br />

Figura 4. Domanda 19: Come ti comporti quando un paziente<br />

terminale ti rivolge domande <strong>sul</strong>la sua malattia?<br />

Base: Totale Campione; Dati in percentuale.<br />

100<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

0<br />

57 43<br />

Specializzandi Studenti CLS MC Infermieri<br />

Rispondo in modo sbrigativo<br />

1<br />

79<br />

Cerco l’approccio empatico anche se sento essermi mancata una<br />

preparazione adeguata ad affrontare situazioni difficili<br />

Mi approccio con naturalezza proprio perché mi è stato insegnato<br />

ad affrontare questi pazienti<br />

9<br />

59<br />

29<br />

12


La Rivista Italiana<br />

di Cure Palliative<br />

solo in ambito accademico, ma anche al di fuori di esso, e<br />

confermando la teoria secondo la quale ciascuno studente<br />

svilupperebbe il cosiddetto “hidden curriculum” <strong>sul</strong>la base<br />

dell’ambiente all’interno del quale vive e lavora (2) . A tale<br />

proposito è emerso un dato interessante: essendo gli studenti<br />

interpellati quelli dell’ultimo anno del Corso di Laurea di<br />

Medicina e Chirurgia ed essendo gli specializzandi interpellati<br />

quelli degli ultimi anni di Scuola di Specializzazione, e<br />

pertanto essendoci, fra le due categorie sopracitate, un gap<br />

di circa 5 anni, si può desumere, in base alle percentuali di<br />

risposta ottenute dalle singole domande, un certo miglioramento<br />

della didattica a proposito del problema <strong>delle</strong> <strong>cure</strong><br />

<strong>palliative</strong>, che verosimilmente vanno diventando argomento<br />

di studio sempre più affrontato. Ciononostante, tale didattica<br />

non può essere definita efficace al fine di garantire<br />

una conoscenza approfondita e puntuale in merito alle <strong>cure</strong><br />

<strong>palliative</strong>. Ciò evidenzia una differenza sostanziale con quello<br />

che è invece il programma curricolare a livello europeo,<br />

dove l’insegnamento della medicina palliativa è attualmente<br />

integrato all’interno <strong>delle</strong> scuole mediche (16,17) ed è coerente<br />

con l’ultima riforma dell’Ordinamento Didattico previsto<br />

dal DM 270/2004, nel contesto del quale il problema<br />

dell’insegnamento della medicina palliativa è peraltro solo<br />

accennato. Una maggiore trattazione del problema <strong>delle</strong><br />

<strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> e dell’assistenza alla fine della vita è stata riservata<br />

nella definizione degli obiettivi formativi propri del<br />

Tronco Comune per le Scuole di Specializzazione di Area<br />

Medica, proposti dal Collegio di Docenti di Medicina Interna<br />

(18) . La difficoltà di inserire, all’interno della formazione<br />

curricolare, uno specifico corso di insegnamento riguardante<br />

la medicina palliativa e di tradurre tale insegnamento nella<br />

pratica clinica è riconosciuta ed evidenziata non solo dal<br />

nostro studio, ma anche da altri lavori presenti in letteratura<br />

e svolti presso altri Paesi europei ed extracomunitari (19) . Diversi<br />

studi hanno dimostrato che la capacità di comunicare<br />

cattive notizie ai pazienti affetti da patologia in fase avanzata,<br />

così come l’abilità di riuscire a discutere con loro del<br />

<strong>personale</strong> stato di salute, è per la maggior parte acquisita,<br />

dai medici in formazione, in modo del tutto “informale” (20) ,<br />

anche in relazione a una carenza di modelli di educazione<br />

standardizzati volti a insegnare queste capacità (15) . Resta il<br />

fatto che l’insegnamento <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> è comunque<br />

presente nelle scuole mediche straniere, in particolare in In-<br />

ghilterra e negli Stati Uniti, laddove sono utilizzati metodi<br />

diversi al fine di far acquisire competenze nel modo più efficace<br />

possibile, attraverso strumenti quali letture magistrali,<br />

tirocini presso strutture specializzate (hospice), discussione<br />

di casi clinici e giochi di ruolo (21-23) . Wittenberg-Lyes et al.<br />

(2009) hanno messo in evidenza come la percentuale di<br />

scuole mediche americane impegnate a fornire una buona<br />

preparazione di base <strong>sul</strong>la tematica “<strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>” agli<br />

studenti del Corso di Laurea di Medicina e Chirurgia sia<br />

salita, fra il 2000 e il 2005, dall’87% al 94%, e il 92% <strong>delle</strong><br />

scuole afferma che tale educazione è mirata all’apprendimento<br />

del corretto modo di comunicare con i membri della<br />

famiglia dei pazienti terminali (24) . Il lavoro sopracitato ha<br />

sottolineato il fatto che l’aumento della didattica <strong>sul</strong>le <strong>cure</strong><br />

<strong>palliative</strong> ha coinciso con la decisione dell’American Association<br />

for Medical Colleges di istituire una prova di valutazione<br />

(Clinical Skills Exam) che comprenda anche la verifica<br />

di acquisizione di tali capacità. Ciò lascia intendere che la<br />

separazione pedagogica della conoscenza teorica dalla pratica<br />

clinica, soprattutto quando si parla di <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>, ha<br />

contribuito nel tempo a creare una netta disparità di attitudini<br />

all’interno del <strong>personale</strong> in formazione. Di conseguenza,<br />

è stato avvertito il bisogno, da parte <strong>delle</strong> scuole mediche, di<br />

implementare tali conoscenze tramite l’integrazione dell’insegnamento<br />

<strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> nel curriculum, per poi valutare,<br />

a mezzo di una prova, se le stesse informazioni fornite<br />

fossero state apprese correttamente (25) .<br />

In Italia tali programmi educativi non sono presenti né attuati<br />

all’interno <strong>delle</strong> Scuole Mediche e <strong>delle</strong> Scuole di Specializzazione<br />

di Area Medica. Di conseguenza, la nostra indagine<br />

ha evidenziato come la carenza di un’adeguata formazione<br />

curricolare si rifletta negativamente nel rapporto del <strong>personale</strong><br />

sanitario con i pazienti pre-terminali e terminali. Nel<br />

nostro studio infatti più della metà del <strong>personale</strong> sanitario,<br />

con prevalenza maggiore fra gli studenti, ha dichiarato una<br />

mancanza di preparazione teorica adeguata, volta all’insegnamento<br />

del metodo di approccio più corretto nei confronti<br />

dei malati più difficili. L’analisi <strong>delle</strong> risposte ha fatto<br />

emergere, coerentemente con tale mancanza, la difficoltà<br />

pratica di riuscire a comunicare adeguatamente con questo<br />

tipo di pazienti, proprio in ragione della mancanza di metodo<br />

e di conoscenze di cui la formazione pecca. A supporto<br />

dell’importanza di formazione in merito a tali conoscenze,<br />

Numero 3/4 inverno 2009 - www.sicp.it<br />

33


34<br />

Articoli<br />

Alexander et al. (2006) hanno dimostrato come l’efficacia<br />

della comunicazione con i pazienti, acquisita tramite un<br />

approccio teorico-pratico, si traduca in un miglioramento<br />

clinico di tali malati, in particolare in un miglior controllo<br />

della sintomatologia dolorosa, nel sollevamento dello stato<br />

emozionale e psicologico e nell’aderenza ai trattamenti<br />

prescritti (26) . Come affermato e dimostrato da Ferris et al.<br />

(2001), le conoscenze teoriche necessitano della loro stessa<br />

messa in pratica al fine di ri<strong>sul</strong>tare davvero efficaci. Per riuscire<br />

nell’obiettivo, lo studio sopracitato sostiene la necessità<br />

di un metodo di didattica basato su un approccio multivariato,<br />

che vada oltre il piano puramente teorico, e che<br />

piuttosto preveda l’insegnamento di abilità pratiche (27) . I ri<strong>sul</strong>tati<br />

ottenuti attraverso la nostra indagine fanno intendere<br />

che, se il problema <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> viene maggiormente,<br />

anche se non adeguatamente, affrontato come argomento<br />

specifico di didattica o di formazione, tuttavia esso è ancora<br />

lontano dal trovare una sua traduzione pratica nel rapporto<br />

con il malato, attraverso un’esperienza professionalizzante<br />

e qualificante. Da qui la conclusione che i progetti educativi,<br />

volti alla formazione <strong>sul</strong>le <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>, siano indispensabili<br />

al fine di realizzare ciò che Tamburini et al. (2003)<br />

ritengono essere fondamentale, ovvero riuscire a soddisfare<br />

al meglio i bisogni esistenziali dei pazienti e migliorare la<br />

loro percezione della qualità di vita (28) .<br />

In conclusione, dal nostro studio si evince la rilevanza della<br />

didattica relativa al tema <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> nell’ambito<br />

del curriculum di educazione del <strong>personale</strong> sanitario, sia nel<br />

Corso di Laurea di Medicina e Chirurgia sia in quello di<br />

scienze infermieristiche e nei corsi di specializzazione postlauream.<br />

La formazione specifica <strong>sul</strong> tema, attuabile attraverso<br />

un approccio multidisciplinare non solo empirico ma<br />

anche pratico, ri<strong>sul</strong>ta indispensabile per acquisire conoscenze<br />

e competenze nel rapporto con i pazienti affetti da malattie<br />

gravi e terminali. I modelli educativi, già presenti negli<br />

stati esteri in merito a tale tematica, dovrebbero essere presi<br />

come punto di riferimento, affinché i membri del <strong>personale</strong><br />

sanitario, sia medico che infermieristico, possano raggiungere<br />

un livello di preparazione, se non buono, quantomeno<br />

basilare e capace di tradursi in una migliore pratica clinica,<br />

soprattutto con i pazienti più difficili. Migliorare la qualità<br />

della vita significa dare valore alla dignità dell’essere umano<br />

e ricondurre l’opera del medico a presupposti che vanno ol-<br />

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La Rivista Italiana<br />

di Cure Palliative<br />

tre la scienza e la tecnologia e che chiamano in causa i valori<br />

primi dell’esistenza e della vita dell’uomo.<br />

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Hosp Palliat Care 2009; 1-12.<br />

Allegato A. Valutazione del livello di conoscenza <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> nel <strong>personale</strong> sanitario.<br />

1. Sai che cosa sono le <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>?<br />

a) Sì, so perfettamente che cosa sono e in cosa consistono<br />

b) Ne ho sentito parlare, ma non sono sicuro di aver compreso appieno il loro significato<br />

c) No, non so cosa sono<br />

RISPOSTA CORRETTA: a<br />

25. Braddock CH 3rd, Eckstrom E, Haidet P. The new revolution in<br />

medical education: fostering professionalism and patient-centered<br />

communication in the contemporary environment. J Gen Intern<br />

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28. Tamburini M, et al. Cancer patients’ needs during hospitalization: a<br />

quantitative and qualitative study. BMC Cancer 2003; 3: 12.<br />

2. Cosa si intende secondo te per <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>?<br />

a) Sono le <strong>cure</strong> destinate ai pazienti con malattia attiva, progressiva o in fase terminale con prognosi limitata, il cui obiettivo<br />

è la salvaguardia della qualità di vita<br />

b) Sono le <strong>cure</strong> destinate ai soli pazienti oncologici per i quali le terapie attive non sono più efficaci ed è necessario un approccio<br />

diverso da quello della Medicina Tradizionale<br />

c) Sono le <strong>cure</strong> destinate a tutti i pazienti terminali privi di mezzi, messe in pratica solo all’interno di strutture adeguate<br />

d) Non so cosa sono, pertanto non posso fornire una definizione che sia adeguata<br />

RISPOSTA CORRETTA: a<br />

3. In che modo sei venuto a conoscenza dell’esistenza <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>?<br />

a) Durante il mio corso di studio<br />

b) In reparto<br />

c) Da altre fonti esterne all’università e all’ambito ospedaliero<br />

ANSWER: a<br />

4. Chi, secondo te, dovrebbe mettere in pratica le <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>?<br />

a) Medici e) Personale religioso<br />

b) Infermieri f) a,b,c<br />

c) Familiari g) c,d<br />

d) Professionisti a questo preparati h) d,e<br />

RISPOSTA CORRETTA: f<br />

5. Le <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong> sono destinate a:<br />

a) Pazienti oncologici<br />

b) Pazienti con malattie croniche degenerative<br />

c) Pazienti con malattia cronica e progressiva e alle loro famiglie<br />

RISPOSTA CORRETTA: c<br />

6. A tua conoscenza, nei corsi di studio universitari viene affrontato il problema <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>?<br />

a) No e nessuno ne ha mai discusso seriamente<br />

b) Informazioni frammentarie sono state fornite solo incidentalmente, in alcune occasioni<br />

c) Sì, con alcune ore specificatamente dedicate<br />

RISPOSTA CORRETTA: c<br />

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7. Se sì, in quali corsi universitari viene affrontata la tematica <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>?*<br />

a) Corso di Scienze Umane<br />

b) Corso di Medicina Interna<br />

c) Corso di Emergenze Medico-Chirurgiche<br />

d) Corso di Medicina Legale<br />

e) Corso di Chirurgia Generale<br />

* In questo caso NON esiste una risposta corretta: la domanda è un sondaggio, e vuole verificare in quali Corsi Integrati si parla <strong>delle</strong> <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong>.<br />

8. Cosa si intende per Qualità di Vita?<br />

a) È un concetto che riassume in sé lo stato di benessere fisico, psichico e sociale di un individuo<br />

b) È la capacità di un paziente di riuscire a mantenere uno stile di vita identico a quello precedente l’esordio della malattia<br />

c) È la capacità di vivere in uno stato di benessere fisico, familiare, relazionale, economico, lavorativo o di svago, nonché psicologico e affettivo<br />

d) È un concetto impossibile da definire per la sua intrinseca complessità<br />

RISPOSTA CORRETTA: c<br />

9. È possibile valutare la Qualità di Vita?<br />

a) No, non è quantificabile<br />

b) Sì, attraverso la clinica, osservando i miglioramenti del paziente sia a livello di sintomatologia che a livello psicologico<br />

c) Sì, ma solo mediante l’impiego di appositi strumenti di valutazione (questionari, scale di valutazione…)<br />

RISPOSTA CORRETTA: c<br />

10. Secondo te, chi valuta la Qualità di Vita del paziente?<br />

a) I medici e gli infermieri<br />

b) Il malato stesso<br />

c) La famiglia<br />

RISPOSTA CORRETTA: b<br />

11. Sai che cos’è l’hospice?<br />

a) Un reparto dedicato a pazienti neoplastici e non, in fase terminale<br />

b) Una struttura per malati anziani non autosufficienti<br />

c) Una struttura per pazienti poveri e senza fissa dimora<br />

RISPOSTA CORRETTA: a<br />

12. Chi può avere accesso alla struttura dell’hospice?<br />

a) Tutti coloro che abbiano una spettanza di vita misurabile in mesi e non in anni<br />

b) Tutti coloro che hanno una malattia allo stadio terminale, con scarsa aspettativa di vita e che possono ricevere le <strong>cure</strong> <strong>palliative</strong><br />

c) Coloro che non possono essere assistiti in casa e che necessitano di adeguata assistenza primaria<br />

RISPOSTA CORRETTA: b<br />

13. Ci sono hospice nella realtà territoriale in cui vivi?<br />

a) Sì, sono a conoscenza della loro esistenza<br />

b) Non lo so<br />

c) No, non credo<br />

RISPOSTA CORRETTA: a<br />

14. Credi che un tirocinio presso un hospice potrebbe essere utile al fine di una migliore preparazione a livello della tua formazione<br />

professionale?<br />

a) Sì, un periodo in un hospice sarebbe necessario al fine di imparare la relazione con i pazienti terminali<br />

b) Potrebbe essere utile, ma solo per chi ha uno specifico interesse<br />

c) È inutile: i pazienti pre-terminali o terminali si trovano in un qualsiasi reparto di medicina interna<br />

RISPOSTA CORRETTA: a


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15. Analgesici oppiacei<br />

a) Vanno somministrati con cautela e solo in casi gravi in conseguenza dei loro noti effetti collaterali<br />

b) Non andrebbero somministrati, perché tolgono lucidità al paziente e alla sua capacità di giudizio<br />

c) Devono sempre essere usati per alleviare il dolore cronico, non altrimenti controllabile<br />

RISPOSTA CORRETTA: c<br />

16. Quando il malato di malattia cronica o di patologia neoplastica lamenta dolore o malessere o sintomi sospetti, poco definiti,<br />

qual è di solito l’atteggiamento del medico?<br />

a) Cerca di capire la causa e, se è organica, dà una specifica terapia<br />

b) Cerca di capire la causa e comunque ascolta il racconto del paziente e, se necessario, provvede ad alleviare il disturbo<br />

c) Considera il sintomo come conseguenza della patologia cronica e non dà alcuna terapia<br />

RISPOSTA CORRETTA: b<br />

17. E quello dell’infermiere?<br />

a) Cerca di capire la causa e, se è organica, dà una specifica terapia<br />

b) Cerca di capire la causa e comunque ascolta il racconto del paziente e, se necessario, provvede ad alleviare il disturbo<br />

c) Considera il sintomo come conseguenza della patologia cronica e non dà alcuna terapia<br />

RISPOSTA CORRETTA: b<br />

18. Quali dei seguenti bisogni assistenziali della persona in fase pre-terminale o terminale dovrebbero essere affrontati?<br />

a) Controllo del dolore e dei sintomi di malattia<br />

b) Mantenimento di una situazione stazionaria<br />

c) Sostegno <strong>delle</strong> famiglie durante la malattia del proprio congiunto e anche dopo l’evento fatale<br />

d) a,c<br />

e) a,b<br />

RISPOSTA CORRETTA: d<br />

19. Come ti comporti quando un paziente terminale ti rivolge <strong>delle</strong> domande <strong>sul</strong>la sua malattia?<br />

a) Cerco di rispondere in modo sbrigativo: non voglio dire niente della sua malattia che possa turbarlo<br />

b) Cerco l’approccio empatico, anche se sento essermi mancata una preparazione adeguata per affrontare situazioni difficili<br />

c) Mi approccio con naturalezza, rispondendo con pertinenza alle domande rivoltemi, proprio perché mi è stato insegnato<br />

ad approcciare questi pazienti<br />

RISPOSTA CORRETTA: c<br />

20. Se il paziente terminale ti chiede che malattia ha e qual è la sua aspettativa di vita, cosa rispondi?<br />

a) Non dico la verità, perché ho paura di turbarlo, e preferisco dire tutto alla famiglia<br />

b) Spiego con parole semplici quello che il paziente può capire, ma comunque non mi sbilancio se prima non conosco bene il paziente<br />

stesso e non ho stabilito con lui un approccio di tipo empatico<br />

c) Credo che il paziente debba essere consapevole di ciò di cui è affetto, perciò gli spiego ogni cosa in modo chiaro e comprensibile<br />

RISPOSTA CORRETTA: c<br />

21. Sai come dare una brutta notizia al paziente e alla sua famiglia?<br />

a) Mi limito a dirlo usando le parole migliori che mi vengono in mente<br />

b) Seguo lo schema codificato che mi è stato spiegato<br />

c) Lo faccio dire a qualcun altro<br />

RISPOSTA CORRETTA: b<br />

22. Che tipo di atteggiamento hai di fronte alla morte?<br />

a) Cerco di non pensarci perché mi spaventa<br />

b) Penso che si debba accettare come evento ultimo, ma per farlo è necessario acquisire una preparazione<br />

c) Affronto il problema quando mi si presenta e, di volta in volta, cerco di elaborare l’esperienza in modo <strong>personale</strong><br />

RISPOSTA CORRETTA: b<br />

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23. Quando in reparto si verifica la morte di un paziente, qual è l’atteggiamento del <strong>personale</strong> medico nei confronti dei familiari?<br />

a) Di comprensione e di partecipazione empatica all’evento<br />

b) Distaccato e professionale, con poche spiegazioni di quanto è accaduto<br />

c) Di coinvolgimento psicologico eccessivo, con associato senso di colpa<br />

d) Cerca di non farsi coinvolgere<br />

RISPOSTA CORRETTA: a<br />

24. E quello del <strong>personale</strong> infermieristico?<br />

a) Di comprensione e di partecipazione empatica all’evento<br />

b) Distaccato e professionale, con poche spiegazioni di quanto è accaduto<br />

c) Di coinvolgimento psicologico eccessivo, con associato senso di colpa<br />

d) Cerca di non farsi coinvolgere<br />

RISPOSTA CORRETTA: a<br />

25. Come può essere sostenuta la famiglia del malato pre-terminale e terminale?<br />

a) Attraverso un sostegno continuativo a livello psicologico e spirituale, che prosegua anche dopo la morte del familiare<br />

nel processo di elaborazione del lutto<br />

b) Attraverso il sollevamento del carico assistenziale mediante ricovero del malato in una struttura dedicata<br />

c) Non è compito del medico sostenere la famiglia, mentre è necessario focalizzare l’attenzione <strong>sul</strong>la salute e sui bisogni del paziente<br />

RISPOSTA CORRETTA: a<br />

26. Ritieni che il <strong>personale</strong> ospedaliero e gli operatori che seguono il malato terminale debbano essere supportati?<br />

a) No, sono preparati e sanno come cavarsela da soli<br />

b) Sì, se chiedono aiuto devono essere sostenuti<br />

c) Vanno comunque sostenuti da un servizio di aiuto psicologico, perché affrontare realtà di sofferenza e di morte è sempre<br />

difficile e possibile causa di squilibrio<br />

RISPOSTA CORRETTA: c<br />

27. Esistono figure dedicate allo scopo di cui sopra nella realtà in cui lavori?<br />

a) No, non esistono<br />

b) Esistono su richiesta del medico<br />

c) Sono sempre presenti e disponibili<br />

d) Non lo so<br />

RISPOSTA CORRETTA: c<br />

28. Il dolore nel lutto<br />

a) È naturale e richiede un’elaborazione adeguata con riti e capacità di ascolto di chi è stato colpito<br />

b) Se dura più di 6 mesi è patologico<br />

c) Quando presente, richiede un supporto psicologico<br />

d) È frutto di misticismo e superstizione<br />

RISPOSTA CORRETTA: a<br />

29. Una sola di queste affermazioni è vera:<br />

a) Il medico ha il dovere assoluto di prolungare la vita ai suoi malati<br />

b) Solo il medico è autorizzato a rispondere alle domande del malato<br />

c) Le scelte del malato devono essere rispettate, anche se comportano il rischio di una riduzione della sua spettanza di vita<br />

RISPOSTA CORRETTA: c<br />

30. L’alleanza terapeutica consiste in<br />

a) Un accordo che i medici prendono con gli psicologi per aiutare il paziente sia dal punto di vista psicologico che fisico<br />

b) Un patto di fiducia fra équipe curante e paziente per un processo condiviso di cura e accompagnamento<br />

c) Una stretta integrazione fra l’équipe medica, infermieristica e i familiari per facilitare il processo di guarigione del malato<br />

d) Una stretta integrazione fra medici, infermieri, fisioterapisti affinché il malato sia assistito in modo olistico<br />

RISPOSTA CORRETTA: b

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