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Le gallerie naturali della Catania-Siracusa - PRO ITER

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Gli autori desiderano ringraziare per la collaborazione<br />

nell’esecuzione del lavoro e nella redazione<br />

del presente articolo tecnico i colleghi:<br />

Ing. Giovanni Pinna, Ing. Pietro Mazzoli, Ing.<br />

Isa Venturini, Ing. Denise Po, Ing. Domenico<br />

Cometti, Geol. Monica Boni, Geol. Maria Devita,<br />

Ing. Alessio Traini, Ing. Claudio Fiumara<br />

(Pizzarotti & C SpA, Parma, General<br />

Contractor); Ing. Maura Rivoltini, Ing. Elisabetta<br />

Scattolini, Geol. Lorenzo Verzani, Ing.<br />

Pierfrancesco Redaelli, Ing. Valentina Cioci,<br />

Ing. Roberto Ghirardi, Ing. Ilaria Fornasiero<br />

(Pro Iter Srl, Milano, Consulenza geologicogeotecnica,<br />

Progettazione e Direzione Operativa<br />

geotecnica di tutta l’opera, Progetto Esecutivo<br />

di Dettaglio delle <strong>gallerie</strong> <strong>naturali</strong>).<br />

nella Formazione di Carlentini e nelle Vulcaniti<br />

Pleistoceniche, anche in classe III è stato frequentemente<br />

applicato un rivestimento di prima fase con centine,<br />

con passo variabile in funzione delle condizioni locali;<br />

• l’assenza di convergenze apprezzabili ha consentito di<br />

ridurre o, in alcuni casi, annullare le chiodature previste,<br />

in abbinamento alla messa in opera di centine metalliche,<br />

nelle tratte di classe IV.<br />

Galleria San Demetrio<br />

L’ammasso roccioso appartiene sostanzialmente alla formazione<br />

delle Calcareniti Pleistoceniche (contenenti sabbie<br />

cementate), alla Formazione di Monte Carrubba<br />

(Calcareniti a elevato grado di cementazione) e alla<br />

Formazione di Carlentini (Vulcanoclastiti alternate a livelli<br />

basaltici). <strong>Le</strong> coperture massime si aggirano intorno ai<br />

60 m per entrambi i fornici ad eccezione del tratto a basse<br />

coperture ubicato a circa 500 m dall’imbocco Nord, caratterizzato<br />

da un’ampia depressione parzialmente colmata<br />

da depositi alluvionali e colluviali che sottende un<br />

bacino idrografico convogliante le acque sul punto di minima<br />

copertura. In questo tratto è stato rilevato, all’interno<br />

del Membro Basale delle Calcareniti Pleistoceniche,<br />

un livello di litareniti il cui letto interessava lo scavo in chiave<br />

di calotta per circa 50 m lungo la canna Sud e per circa<br />

100 m lungo la canna Nord. Non era prevista una superficie<br />

di saturazione piezometrica continua intercettata<br />

dallo scavo; tuttavia, considerando l’elevata permeabilità<br />

sia primaria per porosità che secondaria per fratturazione,<br />

e l’alternanza di orizzonti a diversa permeabilità, si<br />

ritenevano possibili modesti apporti idrici connessi alla<br />

presenza di locali falde sospese. Il primo tratto di galleria<br />

interessante le formazioni calcarenitiche, presentava<br />

caratteristiche geomeccaniche riconducibili prevalentemente<br />

alla classe III, con classe IV nella zona a basse coperture.<br />

La tratta successiva nella Formazione di Carlentini,<br />

complessa per la sua conformazione a strati degli orizzonti<br />

basaltici e vulcanoclastici sviluppati lungo superfici<br />

suborizzontali, veniva ricondotta prevalentemente alle<br />

classi III e IV, con tratti di classe V in corrispondenza<br />

<strong>della</strong> faglia normale di contatto tra la Formazione di Monte<br />

Carrubba e la Formazione di Carlentini.<br />

Nella tratta a basse coperture (circa 500 m dall’imbocco<br />

Nord), in canna Nord, dove le coperture toccavano un<br />

minimo di 6 m, la particolare condizione geotecnica e<br />

morfologica ha condotto alla realizzazione di una porzione<br />

di galleria a cielo aperto, preferibile alla soluzione in<br />

sotterraneo sia per le condizioni particolarmente favorevoli<br />

per tale tipo di lavorazione in relazione all’accessibilità<br />

dell’area (limitrofa a un sito di cava esistente e quin-<br />

73<br />

di scarsa o nulla vulnerabilità ambientale), sia perchè<br />

consentiva l’apertura di un fronte di attacco intermedio<br />

per lo scavo <strong>della</strong> galleria, che con i suoi quasi 3 km di<br />

lunghezza risultava la più impegnativa dal punto di vista<br />

del rispetto delle scadenze temporali previste per la realizzazione<br />

dell’autostrada. Per questa tratta gli scavi <strong>della</strong><br />

trincea sono stati eseguiti con pendenza 5/1 nell’ammasso<br />

roccioso e 1/1 nello strato più superficiale di coltre<br />

di riporto o di alterazione e stabilizzati tramite chiodature<br />

e betoncino proiettato armato. In fase definitiva è<br />

stato previsto l’inserimento di un tratto di galleria artificiale<br />

e il completo ritombamento <strong>della</strong> trincea.<br />

Come anticipato, nel corso dello scavo la qualità <strong>della</strong> roccia<br />

è risultata in alcuni casi migliore di quella prevista.<br />

Sono state comunque riscontrate anche alcune difficoltà,<br />

come ad esempio in corrispondenza <strong>della</strong> progr. km<br />

6+730 in canna Sud. Si è infatti manifestato un cedimento<br />

del rivestimento di prima fase sul piedritto (spostamento<br />

di oltre 20 cm del piede centina verso la cavità)<br />

per un tratto di circa 25 m, a causa <strong>della</strong> presenza<br />

di una lente di materiale argilloso disposto lateralmente<br />

a franappoggio e non riscontrato sul fronte di scavo. La<br />

risoluzione dell’imprevisto ha comportato l’immediato<br />

getto del rivestimento definitivo armato nei tratti di circa<br />

35 m di galleria a cavallo dell’area deformata, previa<br />

esecuzione di interventi di chiodatura integrativa nella<br />

zona che aveva subito le deformazioni, dopo riprofilatura<br />

dello scavo con taglio e ripristino delle centine deformate.<br />

Sono state riscontrate anche sporadiche ma abbondanti<br />

venute d’acqua (fino a 30 litri/secondo di portata<br />

di picco) che hanno richiesto localmente la messa in opera<br />

di un sistema di drenaggio integrativo.<br />

Galleria Filippella<br />

Lungo i primi 750 m circa a partire da Nord gli scavi in<br />

sotterraneo hanno interessato i litotipi appartenenti alla<br />

Formazione di Carlentini (alternanze di basalti e vulcanoclastiti).<br />

Nella rimanente tratta, lo scavo ha attraversato<br />

per oltre 300 m il piano di contatto suborizzontale<br />

tra le Calcareniti Pleistoceniche e la sottostante Formazione<br />

di Carlentini, poi, in prossimità dell’imbocco Sud, quest’ultima<br />

è risultata invece a letto <strong>della</strong> Formazione di<br />

Monte Carrubba (Calcareniti a elevato grado di cementazione).<br />

<strong>Le</strong> coperture massime sulla calotta delle <strong>gallerie</strong><br />

sono state circa pari a 50 m sulla canna Sud e 40 m<br />

sulla più parietale canna Nord.<br />

Il primo tratto di galleria (circa 500 m) interessante la<br />

Formazione di Carlentini, complessa per la sua conformazione<br />

a strati degli orizzonti basaltici e vulcanoclastici<br />

sviluppati lungo superfici suborizzontali, era<br />

9/2008 LE STRADE<br />

Autostrade

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