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Le gallerie naturali della Catania-Siracusa - PRO ITER

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64<br />

Grandi Opere<br />

<strong>Le</strong> <strong>gallerie</strong> <strong>naturali</strong><br />

<strong>della</strong> <strong>Catania</strong>-<strong>Siracusa</strong><br />

Sergio Bandieri<br />

ingegnere Pizzarotti & C SpA<br />

Enrico Maria Pizzarotti<br />

ingegnere Pro Iter Srl<br />

NELL’AMBITO DELLA REALIZZAZIONE DELL’ASSE AUTOSTRADALE MES-<br />

SINA-SIRACUSA-GELA È IN CORSO DI COMPLETAMENTO IL TRATTO CA-<br />

TANIA-SIRACUSA. PARTE TECNICAMENTE PIÙ SIGNIFICATIVA DELL’OPE-<br />

RA È COSTITUITA DA CINQUE GALLERIE NATURALI A DOPPIO FORNICE<br />

AUTOSTRADALE PER UNA LUNGHEZZA COMPLESSIVA DI QUASI SEI KM.<br />

L’ORGANIZZAZIONE DEI CANTIERI E LE SOLUZIONI <strong>PRO</strong>GETTUALI ADOT-<br />

TATE HANNO CONSENTITO DI COMPLETARE I TUNNEL IN TEMPI DI EC-<br />

CELLENZA.<br />

Autostrade<br />

9/2008 LE STRADE


1a<br />

1a. L’autostrada <strong>Catania</strong>-<strong>Siracusa</strong><br />

in costruzione<br />

1b<br />

<strong>Catania</strong><br />

65<br />

1b. Autostrada<br />

<strong>Catania</strong>-<strong>Siracusa</strong>,<br />

tratto in costruzione.<br />

Fonte Anas<br />

Augusta<br />

La nuova infrastruttura viaria denominata “<strong>Catania</strong>-<br />

<strong>Siracusa</strong>” costituisce la variante autostradale alla<br />

SS 114 “Orientale Sicula”. L’asse stradale ha una<br />

lunghezza complessiva di circa 25 km, svincoli esclusi,<br />

ed è composto percentualmente dalle seguenti categorie<br />

di opere:<br />

• viadotti 17%,<br />

• <strong>gallerie</strong> <strong>naturali</strong> 24%,<br />

• <strong>gallerie</strong> artificiali 11%,<br />

• tratti in rilevato/trincea 48%.<br />

L’importo complessivo dei soli lavori ammonta a 518<br />

milioni di euro, di cui 151 milioni, corrispondenti al 29%<br />

dell’importo per le <strong>gallerie</strong> <strong>naturali</strong>, il cui scavo, iniziato<br />

nei primi mesi del 2005, è stato completato nel<br />

maggio 2007. In tab. 1 si riportano le lunghezze delle<br />

<strong>gallerie</strong> <strong>naturali</strong> (riferite alle singole canne, comprensive<br />

dei tratti realizzati in artificiale).<br />

TAB. 1 LUNGHEZZA DELLE GALLERIE NATURALI<br />

Galleria Asse CT-SR Asse SR-CT<br />

San Demetrio 2895,25 m 2948,51 m<br />

Filippella 1335,00 m 1297,35 m<br />

Agnone I 290,00 m 290,34 m<br />

Agnone II 220,5 m 217,29 m<br />

Serena 1190,00 m 1181,76 m<br />

9/2008 LE STRADE<br />

Autostrade


66<br />

QUADRO GEOLOGICO<br />

E GEOMECCANICO<br />

L’area interessata dal progetto è ubicata nella Sicilia<br />

orientale e si estende tra le province di <strong>Catania</strong> e<br />

<strong>Siracusa</strong>. In questo settore gli elementi fisiografici principali<br />

sono la Piana di <strong>Catania</strong> a Nord ed il Plateau Ibleo<br />

a Sud; entrambi gli elementi sono delimitati a Est, in<br />

mare, dalla Scarpata di Malta. La piana di <strong>Catania</strong> è<br />

una depressione ampia e articolata impostata sull’estremo<br />

lembo settentrionale <strong>della</strong> zolla crostale africana,<br />

su cui sovrascorrono le strutture complesse costituenti<br />

la Falda di Gela. Questo lineamento crostale,<br />

orientato NE SW, costituisce il fronte di avanzamento<br />

<strong>della</strong> catena appenninica sul Plateau Ibleo. La depressione<br />

isostatica in corrispondenza del fronte orogenetico<br />

ha generato una fossa in subsidenza, con svincolo<br />

verso il Plateau Ibleo tramite un sistema di faglie<br />

normali a gradonata. La struttura che ne deriva, la<br />

Fossa Gela-<strong>Catania</strong>, è stata quindi suturata da sedimenti<br />

più recenti, inizialmente marini fino ai termini<br />

Pliocenici e successivamente continentali. La successione<br />

del Plateau Ibleo è prevalentemente carbonatica<br />

di acque basse per quanto riguarda le unità pre-<br />

Messiniane. Sul margine NW, subsidente, si instaurano<br />

condizioni bacinali che permangono fino a parte del<br />

Pleistocene, espresse da sedimenti marnosi ed argillosi,<br />

mentre sul plateau condizioni di mare basso sono<br />

testimoniate da unità biocalcarenitiche come il membro<br />

di Melilli <strong>della</strong> Formazione dei Monti Climiti; si tratta<br />

in generale di formazioni calcaree ben stratificate,<br />

massicce, con livelli marnosi subordinati, cui suben-<br />

Autostrade<br />

trano unità silicoclastiche deposte in ambiente continentale<br />

e transizionale dovute soprattutto allo smantellamento<br />

dei depositi vulcanici. Nell’area nordorientale<br />

sono infatti evidenziate sequenze vulcanitiche<br />

riferibili al Tortoniano (Formazione di Carlentini) e al<br />

Pliocene terminale, rappresentate da colate basaltiche,<br />

orizzonti vulcanoclastici grossolani e fini e da sedimenti<br />

intercalati. Al fine di desumere i dati necessari per la<br />

caratterizzazione geologica, geotecnica e geomeccanica,<br />

sono state eseguite, dalla fase di progettazione<br />

preliminare (1998) fino alla fase di progetto esecutivo<br />

di dettaglio, diverse campagne di indagini in sito consistenti<br />

in sondaggi geognostici a carotaggio continuo<br />

con esecuzione di prove SPT, prelievo di campioni<br />

per prove di laboratorio e installazione di piezometri<br />

a tubo aperto (circa 12.000 m), prove penetrometriche<br />

statiche (circa 4.000 m), prospezioni sismiche down<br />

hole e indagini sismiche a rifrazione (2.000 m e 4.000<br />

m). In particolare i sondaggi geognostici <strong>della</strong> campagna<br />

integrativa sono stati realizzati con apparecchiature<br />

idonee a recare il minor disturbo possibile alla roccia,<br />

ottenendo così risultati attendibili e chiarificatori<br />

dell’effettivo stato degli ammassi rocciosi in profondità.<br />

Per quanto riguarda le <strong>gallerie</strong> <strong>naturali</strong>, le indagini<br />

hanno condotto alla determinazione dei principali parametri<br />

significativi dei litotipi interessati dallo scavo, evidenziati<br />

in tab. 2.<br />

Come è desumibile dalla tab. 2, lo scavo delle <strong>gallerie</strong><br />

ha interessato formazioni sia sedimentarie di origine<br />

marina che vulcaniche, con intercalati livelli di piroclastici<br />

a testimonianza dell’intensa attività eruttiva<br />

TAB. 2 PARAMETRI GEOMECCANICI DEI LITOTIPI<br />

Litotipo GSI γ (kN/m 3 ) σ ci (MPa) m i E d (GPa)<br />

Calcareniti Pleistoceniche 65-70 22 11-14 15 7.9-11.8<br />

Membro basale delle Calcareniti Pleistoceniche<br />

(conglomerati, marne, marne calcaree)<br />

<strong>Le</strong>nti di marne argillose-argille marnose con livelli<br />

55-60 22 2-4 7-20 1.9-3.6<br />

di sabbie fini all'interno di Membro basale<br />

delle Calcareniti Pleistoceniche.<br />

30 19 1-2 5 0.3-0.45<br />

Vulcaniti plio-pleistoceniche (basalti) 50-55 24 45-60 25 6.7-10.3<br />

Formazione di Monte Carrubba (calcareniti) 50-55 22 30-40 12 5.4-8.4<br />

Formazione di Carlentini (vulcanoclastiti) 35-40 23 12-20 13-14 1.4-2.5<br />

Formazione di Carlentini (basalti) 50-55 24 30-70 25 5.4-11.1<br />

GSI: Geological Strength Index (Hoek 1994, Hoek, Kaiser and Bawden 1995, Hoek and Brown 1997, Hoek,<br />

Marinos and Benissi, 1998, Marinos and Hoek, 2000)<br />

σ ci : resistenza a compressione monoassiale <strong>della</strong> roccia intatta<br />

mi : costante di Hoek-Brown relativa alla roccia intatta<br />

Ed : Modulo di deformabilità dell’ammasso roccioso<br />

γ: peso dell’unità di volume dell’ammasso roccioso<br />

9/2008 LE STRADE


2. Sezione architettonica<br />

galleria<br />

2<br />

che ha caratterizzato questo settore dell’isola. I litotipi<br />

sedimentari (fatta eccezione per le calcareniti <strong>della</strong><br />

formazione di Monte Carrubba) e le vulcanoclastiti possono<br />

essere classificate come rocce tenere. Inoltre, fatta<br />

eccezione per le Calcareniti e le Vulcaniti Plio-pleisticeniche,<br />

tutte le formazioni presenti alle quote di<br />

scavo sono caratterizzate da una elevata eterogeneità<br />

litologica e meccanica dovuta sia ai frequenti passaggi<br />

eteropici, per ciclica trasgressione e regressione<br />

del mare, che alla presenza di ripetuti livelli vulcanoclastici<br />

debolmente cementati (formazioni complesse)<br />

(fig. 9a, 9b, 10, 11).<br />

LAY-OUT, IMPIANTI<br />

E DOTAZIONI DI SICUREZZA<br />

<strong>Le</strong> <strong>gallerie</strong> sono state progettate in osservanza delle<br />

“Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle<br />

strade” (DM 5/11/2001, n. 6792 e DM 22/04/2004, n.<br />

67/S), dei “Requisiti minimi di sicurezza per le <strong>gallerie</strong><br />

<strong>della</strong> Rete stradale transeuropea” (Direttiva 2004/54/CE,<br />

attuata con D.Lgs. 5/10/2006, n. 264) e delle “Linee<br />

guida per la progettazione <strong>della</strong> sicurezza nelle <strong>gallerie</strong><br />

stradali” dell’ANAS (novembre 2006). La carreggiata<br />

autostradale è composta da due corsie di marcia<br />

da 3.75 m, da una corsia d’emergenza da 3 m e da una<br />

banchina in sinistra di larghezza pari a 0.7m (fig. 2).<br />

La pendenza trasversale massima è del 4.12%. La sagoma<br />

utile è stata mantenuta di altezza (misurata in<br />

verticale) pari a 5 m nelle corsie di marcia da 3.75 m<br />

e pari a 4.8 m nella banchina laterale e corsia d’emergenza.<br />

Su entrambi i lati <strong>della</strong> pavimentazione a sal-<br />

67<br />

vaguardia dello svio degli automezzi sono stati ubicati<br />

profili ridirettivi a tergo dei quali sono state alloggiate<br />

le canalizzazioni impiantistiche. Inoltre è stata prevista<br />

l’esecuzione di piazzole di sosta di larghezza di<br />

3 m poste ad interasse minore di 600 m, nonché la realizzazione<br />

di by pass pedonali (BP-p) e carrabili (BP-c).<br />

I by-pass collegano le canne Nord e Sud e sono stati disposti<br />

ad interasse inferiore a 300 m (mantenendo comunque<br />

900 m tra due BP-c successivi), in linea con il<br />

criterio di raggiungibilità delle vie di fuga in caso d’incendio<br />

ogni 150 m. I by-pass saranno mantenuti in sovrapressione<br />

rispetto alla galleria da appositi ventilatori<br />

e dotati di porte pedonali e carrabili REI 120 alle estremità.<br />

All’interno del BP c è stato ubicato un percorso pedonale<br />

in sede separata e protetta. Lungo la galleria sono<br />

state inoltre previste nicchie dotate di apposita attrezzatura<br />

di emergenza, disposte ad interasse inferiore a 200<br />

m. <strong>Le</strong> piazzole di sosta in galleria hanno lunghezza netta<br />

pavimentata pari a circa 50 m. <strong>Le</strong> dimensioni dei bypass<br />

carrabili e pedonali e delle nicchie SOS sono tali da<br />

rendere agevole la loro fruizione e da garantirne la funzionalità<br />

anche nelle condizioni di impiego più gravose.<br />

Per quanto riguarda gli impianti a servizio delle <strong>gallerie</strong>,<br />

il D.Lgs. 264 ha introdotto sostanziali integrazioni,<br />

con particolare riguardo a illuminazione, vie di fuga,<br />

ventilazione e rilevazione incendi, gruppi elettrogeni,<br />

impianti radio e video, centro di controllo, armadi SOS,<br />

impianti antincendio e sistemi di segnalazione. I sistemi<br />

impiantistici sono stati previsti nel progetto delle diverse<br />

<strong>gallerie</strong> congruentemente con la loro lunghezza:<br />

nelle <strong>gallerie</strong> aventi lunghezza maggiore a 500 m (San<br />

Demetrio, Filippella e Serena) sono<br />

state contemplate tutte le dotazioni<br />

di sicurezza, mentre nelle <strong>gallerie</strong> più<br />

brevi (Agnone I e II) solo le dotazioni<br />

minime necessarie (illuminazione,<br />

centro di controllo, armadi SOS e sistemi<br />

di segnalazione). Inoltre il<br />

D.Lgs 264 ha reso necessari interventi<br />

di adeguamento dell’esistente<br />

Centro di Controllo ANAS, le cui dimensioni<br />

hanno dovuto essere significativamente<br />

incrementate in relazione<br />

alle aumentate esigenze<br />

legate alla nuova configurazione impiantistica,<br />

oltre ad ulteriori interventi<br />

minori, sempre connessi alle esigenze<br />

impiantistiche (nicchie integrative nei<br />

by pass, cavidotti integrativi in galleria<br />

eccetera).<br />

9/2008 LE STRADE<br />

Autostrade


68<br />

<strong>PRO</strong>GETTO E REALIZZAZIONE<br />

Sezioni tipo<br />

Il dimensionamento delle <strong>gallerie</strong> è stato affrontato se-<br />

guendo l’iter delle fasi necessarie per la definizione del<br />

progetto (inteso come complesso di interventi di stabilizzazione,<br />

di rivestimento e di consolidamento, di<br />

modalità e fasi di esecuzione, di specifiche tecniche dei<br />

materiali e dei mezzi e degli strumenti da impiegare<br />

per la realizzazione) descritto nel seguito. A valle dello<br />

studio geologico e <strong>della</strong> caratterizzazione geomeccanica<br />

dei litotipi, è stato formulata, per ogni litotipo,<br />

un’attendibile ipotesi di modello di comportamento allo<br />

scavo in funzione delle proprie caratteristiche geotecniche,<br />

dello stato tensionale originario e delle condizioni<br />

locali e al contorno (coperture, corticalità, morfologia,<br />

idrogeologia, ecc.). La scelta di modelli costitutivi<br />

coerenti con il modello di comportamento del terreno<br />

ha permesso di passare a una successiva fase di simulazione<br />

<strong>della</strong> realizzazione dello scavo, attraverso<br />

mo<strong>della</strong>zioni numeriche (FDM). Queste analisi, ripetute<br />

per ogni tratta a comportamento e con condizioni<br />

omogenee in cui può essere suddiviso il tracciato, sono<br />

risultate indispensabili per definire la necessità degli<br />

interventi di consolidamento, stabilizzazione e rivestimento<br />

e le tempistiche di messa in opera. Esse hanno<br />

fornito l’andamento in funzione <strong>della</strong> distanza dal<br />

fronte di scavo delle convergenze, degli spostamenti<br />

assiali del fronte, delle plasticizzazioni, dei tassi di<br />

deconfinamento. La valutazione dei risultati di queste<br />

simulazioni ha consentito di delineare la strategia di<br />

costruzione in termini di modalità e fasi costruttive e<br />

di interventi da applicare per il miglioramento delle caratteristiche<br />

del terreno, per fornire le necessarie pressioni<br />

di confinamento e per evitare l’innesco di processi<br />

di instabilità o di eccessive deformazioni. Definiti gli interventi<br />

e le modalità di scavo e di applicazione, ne è<br />

3<br />

Autostrade<br />

stata verificata l’adeguatezza con un’ulteriore fase di<br />

mo<strong>della</strong>zione delle fasi costruttive, ripetuta iterativamente<br />

fino all’ottimizzazione degli interventi.<br />

L’individuazione <strong>della</strong> soluzione ottimale ha comportato,<br />

oltre che la validazione <strong>della</strong> strategia di costruzione<br />

in termini di effetti sul terreno e sulle strutture<br />

eventualmente presenti sul contorno <strong>della</strong> cavità,<br />

anche la verifica strutturale degli interventi di sostegno,<br />

consolidamento e rivestimento. La fase conclusiva<br />

dell’iter di progettazione ha condotto alla traduzione<br />

in termini di specifiche tecniche <strong>della</strong> strategia<br />

di costruzione definita e verificata nonché alla redazione<br />

del programma di prove e di controlli in corso<br />

d’opera per la verifica delle ipotesi di progetto, per il<br />

controllo del reale comportamento del terreno e per<br />

l’eventuale ottimizzazione del progetto. Dato il valore<br />

relativamente contenuto delle coperture rocciose<br />

lungo il tracciato delle <strong>gallerie</strong> (copertura massima<br />

circa 60 m) in rapporto alle caratteristiche<br />

geomeccaniche delle formazioni interessate, l’applicazione<br />

delle varie sezioni tipo (fig. 3), in funzione<br />

del comportamento <strong>della</strong> cavità allo scavo, è avvenuta<br />

principalmente in ragione <strong>della</strong> variabilità <strong>della</strong><br />

qualità geomeccanica dei litotipi attraversati, qualificata<br />

attraverso la classificazione tecnica che fa<br />

riferimento al parametro RMR (Rock Mass Rating,<br />

Bieniawski 1989). In particolare:<br />

• nelle zone di imbocco, in probabile presenza di roccia<br />

alterata, per le ridotte coperture e la presenza di<br />

materiali allentati, è stata progettata una sezione tipo<br />

con centine e betoncino proiettato fibrorinforzato, dotata<br />

di infilaggi metallici e consolidamento del fronte<br />

in avanzamento (GA-Ci), al fine di assicurare la stabilità<br />

del fronte e di scongiurare il possibile verificarsi di<br />

camini;<br />

• nelle zone di roccia tettonizzata, dove le analisi han-<br />

3. Sezioni tipo <strong>gallerie</strong><br />

<strong>naturali</strong><br />

9/2008 LE STRADE


4<br />

4. Imbocco San<br />

Demetrio Sud (scavi)<br />

no evidenziato possibili fenomeni di instabilità del<br />

fronte, è stata prevista l’adozione di due sezioni tipo<br />

distinte in funzione <strong>della</strong> lunghezza <strong>della</strong> tratta di applicazione:<br />

per brevi passaggi in faglia, una sezione<br />

di scavo cilindrica con centine e betoncino proiettato<br />

fibrorinforzato ed elementi strutturali in VTR sul<br />

fronte e sul contorno (sezione tipo GA-B2p). In alternativa,<br />

in condizioni geomeccaniche particolarmente<br />

sfavorevoli previste per tratte di lunghezza significativa,<br />

è stata predisposta una sezione di scavo<br />

tronco-conica, con infilaggi metallici sul contorno e<br />

tubi in VTR sul fronte (GA-C1);<br />

• dove la scadente qualità geomeccanica (classe V)<br />

era determinata dalla presenza di litotipi con matrice<br />

particolarmente poco resistente, è stata prevista<br />

una sezione con centine e betoncino proiettato<br />

fibrorinforzato, consolidamento del fronte in VTR e<br />

chiodature radiali in corrispondenza dei piedritti aventi<br />

lo scopo di costituire un vincolo immediato per il<br />

rivestimento di prima fase prima <strong>della</strong> fase di getto<br />

dell’arco rovescio (GA-B2);<br />

• nelle zone di classe IV, l’avanzamento ha previsto una<br />

69<br />

sezione (GA-B1) con centine e betoncino proiettato fibrorinforzato,<br />

chiodature radiali in corrispondenza<br />

dei piedritti, con eventuali interventi di consolidamento<br />

sul fronte qualora le condizioni locali dell’ammasso<br />

lo rendessero necessario e comunque in caso di soste<br />

prolungate;<br />

• la sezione tipo adottata in classe III ha comportato<br />

la messa in opera di betoncino proiettato fibrorinforzato<br />

e chiodature in calotta, dove erano possibili rilasci<br />

di blocchi (GA-A1). In alternativa è stata prevista<br />

la sezione tipo GA-A1L priva di arco rovescio, da applicare<br />

esclusivamente nelle tratte caratterizzate da<br />

condizioni geomeccaniche particolarmente favorevoli<br />

(resistenza a compressione monoassiale di matrice superiore<br />

a 30MPa), con intensità <strong>della</strong> fatturazione e dell’alterazione<br />

modeste e in assenza di venute d’acqua;<br />

• per le piazzole di sosta, sia in classe III che in classe<br />

IV, in relazione alle maggiori dimensioni <strong>della</strong> cavità<br />

è stato previsto un rivestimento di prima fase costituito<br />

da centine, betoncino proiettato fibrorinforzato<br />

e chiodatura radiale a protezione dei piedritti (PS-B1 e<br />

PS-B2).<br />

9/2008 LE STRADE<br />

Autostrade


70<br />

IMBOCCHI<br />

Galleria San Demetrio<br />

L’area di imbocco Nord ha interessato i litotipi<br />

di origine sedimentaria appartenenti alle<br />

Formazioni delle Calcareniti Pleistoceniche; in<br />

questo tratto i piani di strato presentavano<br />

blanda inclinazione verso NW, con angoli compresi<br />

tra 10° e 20° circa, mentre le sequenze<br />

sedimentarie si presentavano con spessori superiori<br />

ai 60 m. L’attacco degli scavi in sotterraneo<br />

di entrambe le canne è stato ubicato<br />

in corrispondenza di una parete rocciosa affiorante,<br />

fortemente inclinata e immergente<br />

con direzione che diverge di pochi gradi rispetto<br />

all’asse del tracciato stradale.<br />

L’area d’imbocco Sud è stata impostata nei<br />

termini basaltici <strong>della</strong> Formazione di Carlentini<br />

che si presentavano in bancate massive intercalate<br />

da orizzonti stratoidi di brecce vulcanoclastiche<br />

con spessore di pochi decimetri.<br />

L’attacco degli scavi è stato ubicato in<br />

corrispondenza di una parete rocciosa subaffiorante<br />

inclinata di circa 30° rispetto all’orizzontale<br />

e con immersione sostanzialmente<br />

parallela al tracciato.<br />

Per entrambi gli imbocchi, sono stati previsti<br />

scavi di approccio con pendenza 5/1 nell’ammasso<br />

roccioso e 1/1 nello strato più superficiale<br />

di coltre di riporto o di alterazione, stabilizzati<br />

tramite chiodature e betoncino<br />

proiettato armato (fig. 4).<br />

Galleria Filippella<br />

L’imbocco Nord ha interessato un rilievo rimo<strong>della</strong>to<br />

a terrazzamenti a uso agricolo. Dal<br />

punto di vista litologico lungo tale versante<br />

la situazione si presentava piuttosto complessa<br />

in quanto affioravano sia rocce ignee sia vulcanoclastiti<br />

con sottili livelli sedimentari di natura<br />

carbonatica. Tra i livelli basaltici e le sottostanti<br />

vulcanoclastiti era osservabile un livello<br />

di spessore metrico di alterazione dell’ammasso<br />

roccioso, verosimilmente connesso a<br />

circolazione idrica in corrispondenza di una<br />

locale variazione di permeabilità.<br />

Gli scavi <strong>della</strong> canna Sud attaccavano in modo<br />

pressochè frontale, guadagnando dopo uno<br />

sbancamento di lunghezza ridotta la copertura<br />

necessaria allo scavo a foro cieco. La can-<br />

Autostrade<br />

na Nord, invece, incideva per un tratto lungo<br />

quasi 230 m il versante laterale del dosso, con<br />

coperture sopra la calotta <strong>della</strong> galleria molto<br />

basse o addirittura, in certi tratti, assenti.<br />

Nella configurazione sopra delineata, piuttosto<br />

che procedere con un doppio ordine di<br />

paratie berlinesi con connessi problemi di prossimità<br />

tra le zone interessate dai tiranti e quelle<br />

interessate dallo scavo <strong>della</strong> canna Sud, si<br />

è optato per la realizzazione di una paratia in<br />

pannelli in c.a., in grado di fornire maggiore rigidezza<br />

rispetto alla precedente e con la necessità<br />

di un solo ordine di tiranti. Viste le caratteristiche<br />

geomeccaniche dei materiali in<br />

sito, con orizzonti rocciosi basaltici caratterizzati<br />

da medio-alta resistenza a compressione,<br />

per la realizzazione di tali pannelli non<br />

è stato possibile prevedere l’utilizzo di una comune<br />

benna mordente, ma è stato necessario<br />

ricorrere allo scavo con idrofresa.<br />

L’area d’imbocco Sud ha interessato la quota<br />

di passaggio tra le sovrastanti calcareniti<br />

<strong>della</strong> formazione di Monte Carrubba e la formazione<br />

di origine vulcanica di Carlentini. Il<br />

passaggio tra le due formazioni era localmente<br />

caratterizzato dalla presenza di strati argillificati<br />

di potenza variabile. Nella zona in oggetto,<br />

a una quota prossima al fondo scavo, si<br />

è rinvenuto uno strato argilloso avente spessore<br />

di 5 m e giacitura suborizzontale, tendente<br />

a digradare verso Sud, salvo presentare irregolarità<br />

dovute a locali dislocazioni tettoniche.<br />

Il substrato roccioso di natura calcarenitica,<br />

che risultava subaffiorante al di sotto di una<br />

coltre di copertura localmente assente o di<br />

spessore modesto, ha permesso la scelta progettuale<br />

di realizzare la trincea di approccio<br />

agli scavi in sotterraneo mediante sbancamenti<br />

stabilizzati con interventi di chiodatura sistematici.<br />

Galleria Agnone I<br />

Anche in questo caso sono stati realizzati scavi<br />

di approccio, in un ammasso roccioso costituito<br />

da vulcaniti basiche, con pendenza 5/1<br />

nell’ammasso roccioso e 1/1 nello strato più<br />

superficiale di coltre di riporto o di alterazione,<br />

stabilizzati tramite chiodatura, previa messa<br />

in opera di uno strato di betoncino proiettato<br />

armato con rete elettrosaldata (fig 5).<br />

5a<br />

5b<br />

6a<br />

6b<br />

Galleria Agnone II<br />

L’area di imbocco Nord ha interessato un versante<br />

costituito da vulcaniti basiche appartenenti<br />

al complesso delle Vulcaniti Plio<br />

Pleistoceniche (basalti fratturati). L’attacco degli<br />

scavi in sotterraneo di entrambe le canne è<br />

stato ubicato in corrispondenza di un versante<br />

naturale con inclinazione indicativamente di<br />

13°÷17°. Il substrato roccioso di natura vulcanica,<br />

che risultava subaffiorante al di sotto di una<br />

coltre di copertura localmente assente o comunque<br />

di spessore modesto, nonostante il suo<br />

stato di fratturazione, non presentava particolari<br />

problemi di stabilità. Sono stati quindi previsti<br />

scavi con pendenza 5/1 nell’ammasso roccioso<br />

e 1/1 nello strato più superficiale di coltre<br />

di riporto o di alterazione, stabilizzati tramite<br />

chiodatura realizzata previa messa in opera di<br />

9/2008 LE STRADE


7a<br />

7b<br />

5. Imbocco Agnone I Sud<br />

(scavi e sistemazione definitiva)<br />

6. Imbocco Agnone II Nord<br />

(scavi e sistemazione definitiva)<br />

7. Imbocco Agnone II Sud<br />

(scavi e sistemazione definitiva)<br />

8. Imbocco Serena Sud (scavi)<br />

uno strato di betoncino proiettato armato con<br />

rete elettrosaldata. L’imbocco Sud e l’attacco degli<br />

scavi in sotterraneo hanno interessato il contatto<br />

tra il tetto delle Vulcaniti Plio Pleistocenice<br />

e il Membro basale delle Calcareniti<br />

Pleistoceniche (prevalenti conglomerati cementati).<br />

Lungo tale contatto erano previsti fenomeni<br />

di instabilità dovuti al crollo di voluminosi<br />

blocchi di calcareniti (Calcareniti<br />

Pleistoceniche) a causa dell’erosione differenziale<br />

agente al letto <strong>della</strong> formazione sedimentaria,<br />

in corrispondenza del livello conglomeratico<br />

(Membro Basale). Per la realizzazione <strong>della</strong><br />

trincea d’approccio all’imbocco naturale, la morfologia<br />

del versante (interessata da fenomeni di<br />

crollo) ha reso necessaria l’esecuzione di una<br />

paratia tipo berlinese (figg. 6 e 7).<br />

8<br />

Galleria Serena<br />

Il versante in corrispondenza dei due fronti di attacco<br />

a Nord presentava inclinazione pari a circa<br />

20°-30°; l’imbocco in sotterraneo ha attaccato<br />

il versante lateralmente (inclinazione di circa<br />

30° rispetto all’asse del tracciato), comportando<br />

uno sfalsamento dei due fronti di scavo di<br />

una decina di metri. L’imbocco e l’attacco degli<br />

scavi in sotterraneo hanno interessato il contatto<br />

tra il tetto delle Vulcaniti Plio Pleistoceniche e<br />

il Membro basale delle Calcareniti Pleistoceniche<br />

(prevalenti conglomerati cementati), ubicato in<br />

corrispondenza <strong>della</strong> quota di calotta <strong>della</strong> futura<br />

galleria. La morfologia del versante ha reso<br />

pertanto necessaria, per la realizzazione <strong>della</strong><br />

trincea d’approccio all’imbocco naturale, al fine<br />

di minimizzare l’estensione verso monte degli<br />

sbancamenti, la realizzazione di una paratia tipo<br />

berlinese, contrastata da più ordini di ancoraggi<br />

passivi, costituiti da barre d’acciaio tipo<br />

Dywidag.<br />

L’area d’imbocco Sud presentava una stratigrafia<br />

abbastanza complessa per l’alternanza<br />

delle formazioni che si presentavano nella fascia<br />

interessata dal passaggio delle <strong>gallerie</strong>.<br />

Infatti, al di sotto dei depositi eluvio colluviali<br />

di versante, costituiti da limi e limi sabbiosi con<br />

ghiaia e ciottoli di varia natura, trovava sede la<br />

formazione delle Vulcaniti Plio-Pleistoceniche,<br />

intercalata da una spessa lente di marne e marne<br />

calcaree appartenenti al Membro basale delle<br />

Calcareniti Pleistoceniche. Quest’ultima, man<br />

mano che si procedeva verso monte, aumentava<br />

di potenza presentando nella parte superiore<br />

una lente di materiale costituito da marne<br />

argillose <strong>della</strong> stessa formazione, il cui limite<br />

inferiore si trovava circa alla quota del piano<br />

dei centri <strong>della</strong> sezione di galleria, in canna sinistra,<br />

e di calotta in canna destra.<br />

La superficie di contatto tra i depositi eluvio<br />

colluviali di versante e la sottostante formazione<br />

delle Vulcaniti Plio-Pleistoceniche si<br />

estendeva per circa 80 m oltre la progressiva<br />

d’imbocco prevista inizialmente. Lo strato superficiale<br />

presentava potenza variabile, (spessore<br />

massimo circa 15 m), mantenendosi, per<br />

tutto il tratto, inferiormente alla quota di calotta<br />

<strong>della</strong> futura galleria, fino a scomparire<br />

in prossimità <strong>della</strong> sommità del versante, e ad<br />

essere sostituita dalla sovrastante lente di mar-<br />

71<br />

ne argillose. Quest’ultima, dello spessore massimo<br />

di circa 15 m, si estendeva verso monte,<br />

all’interno <strong>della</strong> formazione del Membro basale,<br />

per circa 250 m lungo la canna SR-CT, e<br />

per circa 100 m lungo la canna CT SR adiacente,<br />

interessando come precedentemente<br />

detto, la parte superiore <strong>della</strong> sezione di galleria.<br />

In tale contesto, al fine di evitare, per i primi 100<br />

m circa di galleria (tratto in cui le coperture risultano<br />

inferiori ai 10 m), l’applicazione di una<br />

sezione tipo di scavo in sotterraneo caratterizzata<br />

da pesanti e sistematici interventi di sostegno<br />

e consolidamento in avanzamento, sono<br />

state operate alcune ottimizzazioni:<br />

arretramento <strong>della</strong> parete di imbocco di circa<br />

80 m, in corrispondenza del tratto a basse<br />

coperture, allo scopo di limitare il più possibile<br />

lo scavo in naturale che in tale contesto sarebbe<br />

risultato problematico per la stabilità<br />

<strong>della</strong> cavità e del fronte;<br />

dove le coperture hanno assunto altezze modeste,<br />

dell’ordine di circa 10 15 m, realizzazione<br />

di un’opera di sostegno sulle pareti di attacco<br />

<strong>della</strong> galleria, limitata al solo tratto di trincea<br />

interessato dalla presenza <strong>della</strong> lente di marne<br />

argillose, e riprofilatura del versante con pendenza<br />

1/2 senza interventi di stabilizzazione fino<br />

alla quota di imposta <strong>della</strong> paratia;<br />

prosecuzione <strong>della</strong> trincea di approccio con<br />

rimo<strong>della</strong>mento delle pareti di scavo laterali<br />

con pendenza 1/2 senza interventi di stabilizzazione<br />

nella coltre superficiale e, dove lo scavo<br />

ha interessato le rocce vulcaniche, pendenza<br />

5/1, stabilizzata con barre tipo Dywidag<br />

e betoncino proiettato armato con rete elettrosaldata.<br />

In particolare, in corrispondenza dell’imbocco<br />

(fig. 8), per il sostegno <strong>della</strong> parete frontale<br />

di attacco <strong>della</strong> galleria naturale e di quelle<br />

laterali limitrofe, è stata prevista la realizzazione<br />

di paratie in pali in c.a. di grande diametro,<br />

contrastati in testa da un solettone gettato<br />

in opera, sotto il quale è stato impostato<br />

l’attacco <strong>della</strong> galleria naturale. Tale soluzione,<br />

oltre a fornire notevole rigidezza con conseguente<br />

limitazione di possibili movimenti<br />

dell’ammasso a monte dell’imbocco, non ha<br />

reso necessario alcun ordine di tiranti a sostegno<br />

dei pali durante le fasi di scavo.<br />

9/2008 LE STRADE


72<br />

GALLERIE NATURALI<br />

L’esecuzione delle <strong>gallerie</strong> è stata effettuata con le se-<br />

guenti progressioni:<br />

• da entrambi i fronti per la galleria San Demetrio;<br />

• principalmente dal fronte Sud per la galleria Filippella;<br />

• rispettivamente dai fronti Sud e Nord per le <strong>gallerie</strong><br />

Agnone I e Agnone II, i cui imbocchi si affacciano sulla<br />

stessa valle;<br />

• principalmente dal fronte Nord per la galleria Serena,<br />

a seguito del completamento delle <strong>gallerie</strong> Agnone I e II.<br />

Per la canna Nord <strong>della</strong> galleria San Demetrio è inoltre<br />

stato approntato un ulteriore cantiere nell’area a basse<br />

coperture, ubicato a circa 500 m dall’imbocco Nord, realizzata<br />

con una porzione di galleria a cielo aperto, che ha<br />

permesso di attaccare gli scavi da Sud ancor prima di ultimare<br />

il tratto precedente. L’abbattimento è avvenuto<br />

pressoché esclusivamente con mezzi meccanici in tutte<br />

le <strong>gallerie</strong>. Durante l’avanzamento è stato effettuato un<br />

costante rilievo delle caratteristiche geomeccaniche dei<br />

fronti di scavo che ha permesso di modulare con continuità<br />

l’applicazione delle sezioni tipo in funzione delle reali<br />

e locali caratteristiche dell’ammasso roccioso. <strong>Le</strong> misure<br />

di convergenza effettuate su sezioni aventi interasse<br />

pari all’avanzamento settimanale hanno fornito valori<br />

di spostamento delle pareti di scavo al più centimetrici,<br />

fatta eccezione per la tratta <strong>della</strong> galleria San Demetrio<br />

sopra evidenziata.<br />

In tab. 3 sono riportate, per ogni galleria, le percentuali<br />

sulla lunghezza delle classi geomeccaniche e delle principali<br />

sezioni tipo previste in progetto e di quelle effettivamente<br />

rinvenute e applicate durante lo scavo.<br />

Dai dati sopra riportati si può evincere un sostanziale miglioramento<br />

delle condizioni effettivamente riscontrate<br />

durante l’avanzamento rispetto alle previsioni progettuali<br />

per le <strong>gallerie</strong> San Demetrio e, in minor misura, per le<br />

<strong>gallerie</strong> Filippella e Serena; viceversa, un evidente peggioramento<br />

rispetto alle previsioni iniziali è stato riscontrato<br />

per le <strong>gallerie</strong> Agnone I e Agnone II. Ciò può essere<br />

spiegato, da un lato, con una valutazione ottimistica<br />

a livello progettuale delle Vulcaniti Plio-Pleistoceniche (in<br />

cui sono interamente scavate le <strong>gallerie</strong> Agnone I e Agnone<br />

II), e, dall’altro, con una stima pessimistica delle proprietà<br />

delle formazioni sedimentarie (Calcareniti<br />

Pleistoceniche, Formazione di Monte Carrubba), rinvenute<br />

diffusamente durante lo scavo <strong>della</strong> galleria San<br />

Demetrio.<br />

Per quanto riguarda le sezioni tipo, rispetto alle indicazioni<br />

progettuali, nel corso dello scavo sono state adottate<br />

alcune modifiche per meglio aderire all’effettivo comportamento<br />

allo scavo rilevato in sito. In particolare:<br />

• l’ottima qualità dell’ammasso roccioso <strong>della</strong> formazione<br />

di Monte Carrubba ha consentito un alleggerimento<br />

degli interventi di chiodatura originariamente previsti;<br />

• data la continua variabilità <strong>della</strong> qualità geomeccanica<br />

TAB. 3 PERCENTUALI DELLE CLASSI GEOMECCANICHE E DELLE TRATTE<br />

DI APPLICAZIONE DELLE PRINCIPALI SEZIONI TIPO, PREVISTE IN <strong>PRO</strong>GETTO<br />

E A CONSUNTIVO, SULLA LUNGHEZZA DELLE GALLERIE<br />

GALLERIA<br />

classe<br />

Progetto<br />

% classe sezione tipo GA<br />

Consuntivo<br />

% classe sezione tipo GA<br />

San Demetrio II 5% A1a'<br />

III 53% A1 81% A1/B1<br />

IV 45% B1 (PS-B2) 16% B1 (PS-B2)<br />

V 5% B2, B2p/C1, Ci 1% Ci<br />

Filippella III 21% A1 27% A1/B1<br />

IV 54% B1 (PS-B2) 71% B1 (PS-B2)<br />

V 24% B2, B2p/C1, Ci 2% Ci<br />

Agnone I III 59% A1 9% B1b<br />

IV 32% B1 82% B1<br />

V 9% Ci 9% Ci<br />

Agnone II III 42% A1 4% B1b<br />

IV 19% B1 83% B1<br />

V 39% Ci 13% Ci<br />

Serena III 10% A1 31% A1/B1<br />

IV 69% B1 (PS-B2) 52% B1 (PS-B2)<br />

V 21% B2, B2p/C1, Ci 18% B2<br />

Autostrade<br />

9/2008 LE STRADE


Gli autori desiderano ringraziare per la collaborazione<br />

nell’esecuzione del lavoro e nella redazione<br />

del presente articolo tecnico i colleghi:<br />

Ing. Giovanni Pinna, Ing. Pietro Mazzoli, Ing.<br />

Isa Venturini, Ing. Denise Po, Ing. Domenico<br />

Cometti, Geol. Monica Boni, Geol. Maria Devita,<br />

Ing. Alessio Traini, Ing. Claudio Fiumara<br />

(Pizzarotti & C SpA, Parma, General<br />

Contractor); Ing. Maura Rivoltini, Ing. Elisabetta<br />

Scattolini, Geol. Lorenzo Verzani, Ing.<br />

Pierfrancesco Redaelli, Ing. Valentina Cioci,<br />

Ing. Roberto Ghirardi, Ing. Ilaria Fornasiero<br />

(Pro Iter Srl, Milano, Consulenza geologicogeotecnica,<br />

Progettazione e Direzione Operativa<br />

geotecnica di tutta l’opera, Progetto Esecutivo<br />

di Dettaglio delle <strong>gallerie</strong> <strong>naturali</strong>).<br />

nella Formazione di Carlentini e nelle Vulcaniti<br />

Pleistoceniche, anche in classe III è stato frequentemente<br />

applicato un rivestimento di prima fase con centine,<br />

con passo variabile in funzione delle condizioni locali;<br />

• l’assenza di convergenze apprezzabili ha consentito di<br />

ridurre o, in alcuni casi, annullare le chiodature previste,<br />

in abbinamento alla messa in opera di centine metalliche,<br />

nelle tratte di classe IV.<br />

Galleria San Demetrio<br />

L’ammasso roccioso appartiene sostanzialmente alla formazione<br />

delle Calcareniti Pleistoceniche (contenenti sabbie<br />

cementate), alla Formazione di Monte Carrubba<br />

(Calcareniti a elevato grado di cementazione) e alla<br />

Formazione di Carlentini (Vulcanoclastiti alternate a livelli<br />

basaltici). <strong>Le</strong> coperture massime si aggirano intorno ai<br />

60 m per entrambi i fornici ad eccezione del tratto a basse<br />

coperture ubicato a circa 500 m dall’imbocco Nord, caratterizzato<br />

da un’ampia depressione parzialmente colmata<br />

da depositi alluvionali e colluviali che sottende un<br />

bacino idrografico convogliante le acque sul punto di minima<br />

copertura. In questo tratto è stato rilevato, all’interno<br />

del Membro Basale delle Calcareniti Pleistoceniche,<br />

un livello di litareniti il cui letto interessava lo scavo in chiave<br />

di calotta per circa 50 m lungo la canna Sud e per circa<br />

100 m lungo la canna Nord. Non era prevista una superficie<br />

di saturazione piezometrica continua intercettata<br />

dallo scavo; tuttavia, considerando l’elevata permeabilità<br />

sia primaria per porosità che secondaria per fratturazione,<br />

e l’alternanza di orizzonti a diversa permeabilità, si<br />

ritenevano possibili modesti apporti idrici connessi alla<br />

presenza di locali falde sospese. Il primo tratto di galleria<br />

interessante le formazioni calcarenitiche, presentava<br />

caratteristiche geomeccaniche riconducibili prevalentemente<br />

alla classe III, con classe IV nella zona a basse coperture.<br />

La tratta successiva nella Formazione di Carlentini,<br />

complessa per la sua conformazione a strati degli orizzonti<br />

basaltici e vulcanoclastici sviluppati lungo superfici<br />

suborizzontali, veniva ricondotta prevalentemente alle<br />

classi III e IV, con tratti di classe V in corrispondenza<br />

<strong>della</strong> faglia normale di contatto tra la Formazione di Monte<br />

Carrubba e la Formazione di Carlentini.<br />

Nella tratta a basse coperture (circa 500 m dall’imbocco<br />

Nord), in canna Nord, dove le coperture toccavano un<br />

minimo di 6 m, la particolare condizione geotecnica e<br />

morfologica ha condotto alla realizzazione di una porzione<br />

di galleria a cielo aperto, preferibile alla soluzione in<br />

sotterraneo sia per le condizioni particolarmente favorevoli<br />

per tale tipo di lavorazione in relazione all’accessibilità<br />

dell’area (limitrofa a un sito di cava esistente e quin-<br />

73<br />

di scarsa o nulla vulnerabilità ambientale), sia perchè<br />

consentiva l’apertura di un fronte di attacco intermedio<br />

per lo scavo <strong>della</strong> galleria, che con i suoi quasi 3 km di<br />

lunghezza risultava la più impegnativa dal punto di vista<br />

del rispetto delle scadenze temporali previste per la realizzazione<br />

dell’autostrada. Per questa tratta gli scavi <strong>della</strong><br />

trincea sono stati eseguiti con pendenza 5/1 nell’ammasso<br />

roccioso e 1/1 nello strato più superficiale di coltre<br />

di riporto o di alterazione e stabilizzati tramite chiodature<br />

e betoncino proiettato armato. In fase definitiva è<br />

stato previsto l’inserimento di un tratto di galleria artificiale<br />

e il completo ritombamento <strong>della</strong> trincea.<br />

Come anticipato, nel corso dello scavo la qualità <strong>della</strong> roccia<br />

è risultata in alcuni casi migliore di quella prevista.<br />

Sono state comunque riscontrate anche alcune difficoltà,<br />

come ad esempio in corrispondenza <strong>della</strong> progr. km<br />

6+730 in canna Sud. Si è infatti manifestato un cedimento<br />

del rivestimento di prima fase sul piedritto (spostamento<br />

di oltre 20 cm del piede centina verso la cavità)<br />

per un tratto di circa 25 m, a causa <strong>della</strong> presenza<br />

di una lente di materiale argilloso disposto lateralmente<br />

a franappoggio e non riscontrato sul fronte di scavo. La<br />

risoluzione dell’imprevisto ha comportato l’immediato<br />

getto del rivestimento definitivo armato nei tratti di circa<br />

35 m di galleria a cavallo dell’area deformata, previa<br />

esecuzione di interventi di chiodatura integrativa nella<br />

zona che aveva subito le deformazioni, dopo riprofilatura<br />

dello scavo con taglio e ripristino delle centine deformate.<br />

Sono state riscontrate anche sporadiche ma abbondanti<br />

venute d’acqua (fino a 30 litri/secondo di portata<br />

di picco) che hanno richiesto localmente la messa in opera<br />

di un sistema di drenaggio integrativo.<br />

Galleria Filippella<br />

Lungo i primi 750 m circa a partire da Nord gli scavi in<br />

sotterraneo hanno interessato i litotipi appartenenti alla<br />

Formazione di Carlentini (alternanze di basalti e vulcanoclastiti).<br />

Nella rimanente tratta, lo scavo ha attraversato<br />

per oltre 300 m il piano di contatto suborizzontale<br />

tra le Calcareniti Pleistoceniche e la sottostante Formazione<br />

di Carlentini, poi, in prossimità dell’imbocco Sud, quest’ultima<br />

è risultata invece a letto <strong>della</strong> Formazione di<br />

Monte Carrubba (Calcareniti a elevato grado di cementazione).<br />

<strong>Le</strong> coperture massime sulla calotta delle <strong>gallerie</strong><br />

sono state circa pari a 50 m sulla canna Sud e 40 m<br />

sulla più parietale canna Nord.<br />

Il primo tratto di galleria (circa 500 m) interessante la<br />

Formazione di Carlentini, complessa per la sua conformazione<br />

a strati degli orizzonti basaltici e vulcanoclastici<br />

sviluppati lungo superfici suborizzontali, era<br />

9/2008 LE STRADE<br />

Autostrade

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