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Catalogo 2010 - Matteo Boato

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M A T T E O B O A T O I T A L I A N O<br />

122<br />

TERRA E ACQUA<br />

La casa e la piazza come fondamento della socialità, ambiente intimo e allo stesso<br />

tempo aperto al dialogo e al confronto sono il fulcro concettuale di molti lavori<br />

che toccano vari centri urbani italiani come Venezia, Burano, Trento, Rovereto,<br />

Padova, Verona, Feltre, Bergamo, Milano, Riva del Garda, Bologna, Gubbio,<br />

Firenze, Siena, Lucca, Pitigliano, Sorano, Roma, Loreto, Mantova, Vigevano, Parma.<br />

La prima parte di questo volume raccoglie l’ultimo stadio di una ricerca iniziata nel<br />

1999 su nuclei antichi che ha dato vita a serie titolate “Le Case danzanti”, “Cielo<br />

di Tetti”, “La Piazza”. L’intento di questo percorso è di scoprire l’anima della<br />

città, indagando case, facciate, porte e finestre che si affacciano sul loro cuore<br />

medioevale. Impregnati degli umani umori, questi edifici conservano impresse nella<br />

loro materia costruttiva le storie delle persone che le hanno abitate e il senso<br />

del loro agire. Un richiamo verso le nostre radici, verso un mondo fragilissimo in<br />

continuo pericolo di scomparsa. L’aggettivo “danzanti” relativo a questa serie, non<br />

ha solo connotazione gioiosa, ma si può collegare al tema delle danze macabre,<br />

affascinanti affreschi gotici nei quali l’apparire della morte nei festini di donne e<br />

cavalieri richiama alla precarietà dell’umano. Ma sono soprattutto case in cammino,<br />

che vorrebbero volare, danzare la loro storia; aggrappate alla roccia e al tempo,<br />

come tessere di un raffinato mosaico.<br />

Questa serie di tele ancor oggi alimentata e viva è seguita da altri insiemi di lavori<br />

che escono dal nucleo urbano, incentrati sul territorio aperto, sul paesaggio<br />

rurale, su piccoli agglomerati urbani o casolari isolati, su borghi marini, dai titoli<br />

“Cielo di Campi”, “Plenilunio”, “Terra e Acqua”.<br />

Nel catalogo sono presenti anche olii appartenenti ad una serie dal titolo<br />

“Insogno” che, come fotogrammi, presentano l’intimità di una coppia, ai cui piedi,<br />

alludendo ad uno stile cartellonistico, ho posto estratti di poesie italiane e<br />

estere. Il tentativo-gioco è di sovrapporre razionalità e istintività, testa e cuore,<br />

nella stessa dimensione, nello stesso spazio visivo.<br />

Vivo il dipingere come fosse un diario, un continuo raccontare la mia vita. Dipingo<br />

prevalentemente su tela o legno e ultimamente su ceramica, quello che mi suggestiona,<br />

quello che vedo di accattivante dal mio vascello in volo sul mondo, quello che<br />

amo, come un’autobiografia. Per rincorrere sogni, per dare vita alle persone o agli<br />

ambienti che desidero toccare, con i quali voglio interagire. Una semplice e primaria<br />

necessità di espressione; un’esigenza di raccontarsi e di raccontare. La serie sui<br />

centri storici e sui paesaggi rurali presenta un’altra caratteristica: la presenzaassenza<br />

dell’uomo nelle varie tele; in parte dovuta al fatto che le umane storie<br />

sono espresse esclusivamente attraverso il colore; in parte dovuta alla speranza<br />

che nel futuro l’uomo si meriti davvero uno spazio sulla terra e si crei un mondo

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