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Catalogo 2010 - Matteo Boato

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PER MATTEO BOATO<br />

[testo originale in lingua tedesca]<br />

<strong>Matteo</strong> <strong>Boato</strong> è un artista fra i più versati e maggiormente emblematici nella nuova<br />

generazione della creatività trentina. L’eco culturale delle sue opere varca i<br />

confini della regione, per tracciare in modo ardimentoso un percorso di assoluta<br />

originalità, lontano da indulgenze verso inclinazioni effimere della moda.<br />

È un pittore sognante e visionario. I suoi dipinti prendono forma come racconti,<br />

nel fraseggio di squillanti tonalità cromatiche, da colpi di pennello decisi e dalla<br />

consapevolezza convinta di un mestiere che consente di tradurre le immagini dal<br />

campo reale al processo pittorico.<br />

Sotto questo punto di vista, la lettura delle sue opere è anzitutto quella di<br />

visioni oniriche, vissute con passione a prescindere dal pensiero, che si tratti di<br />

rielaborare figurazioni architettoniche, di luoghi a lui cari -come per esempio le<br />

sue “case danzanti”- oppure semplicemente delle sue bambine Matilda e Beatrice.<br />

<strong>Boato</strong> predilige lo sfruttare appieno il linguaggio della narrativa pittorica, ben<br />

consapevole, non tanto di una vaga imitazione dell’immagine reale, bensì della<br />

creazione inedita d’inesprimibili collegamenti tra gli oggetti.<br />

Il suo linguaggio descrittivo è stracolmo di oggettività, in esso ogni elemento<br />

diviene oggetto: cose, movimenti, sentimenti, atmosfere. La descrizione stessa di<br />

sensazioni è oggettivata, in quanto connessa strettamente agli oggetti.<br />

Il mondo oggettuale di <strong>Matteo</strong> <strong>Boato</strong> nasce da sensazioni primigenie, da proposte<br />

utopiche di miglioramento della qualità effettiva della vita, in una visione<br />

esistenziale attenta a tutti gli esseri animati e non, alle cose, agli oggetti. È la<br />

ragione a muovere le sue immagini, più che non la passione o il desiderio. Una<br />

tensione nel rapporto tra i particolari pittorici e quelli grafici governa i suoi<br />

lavori, dove le pennellate, dominanti sulla superficie, assumono una funzione<br />

decorativa.<br />

Le immagini risultano animate grazie al risalto dei contorni, che in <strong>Boato</strong> hanno<br />

un uso decisamente sovrano, come aggregato decorativo determinante nella<br />

composizione dello spazio, tra animato e immobile.<br />

Alla formulazione relativamente precisa dei singoli dettagli, risponde una forma<br />

espressiva più atmosferica e ampiamente astratta, che crea un nuovo rapporto tra<br />

artifizio e realtà. La parte più rilevante della sua produzione è rappresentata da<br />

creazioni cangianti, luminose e splendenti, spesso dominate da toni grigi e marroni,<br />

quando si tratta di architetture, o variopinte quando al centro ci sono i suoi<br />

bambini. Tutte vivono però di un’atmosfera trasparente e risultano materialmente<br />

compatte.<br />

In tal senso, <strong>Matteo</strong> <strong>Boato</strong> - come ad esempio Enzo Cucchi o Anselm Kiefer - è un<br />

pittore di paesaggi, dei legami del creato, come quelli noti dalle immagini cittadine<br />

di Kokoschka, oppure del viennese Friedensreich Hundertwasser con le sue immagini<br />

A R N O L D T R I B U S I T A L I A N O<br />

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