Settembre - Atma-o-Jibon
Settembre - Atma-o-Jibon
Settembre - Atma-o-Jibon
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
News A cura di Lino Calcagno – Genova – cdlino@tin.it<br />
Newsletter N.18 <strong>Settembre</strong> 2012 (esce quando può! )<br />
Sommario: Per la riflessione…pag_1 – Tipologie di icone pag_2_3_4 – Link youtube pag_5<br />
Eventi ed Esperienze1 pag_6_7_8_9_10_11_12_13– Eventi_ Esperienze2 pag_14_15<br />
Help p_16 con questo numero la newsletter diventa “maggiorenne” !!!<br />
Il Tuo Volto Signore io cerco, Signore non nascondermi il Tuo Volto (Sal.26)<br />
SE NON PARLI<br />
Se non parli<br />
riempirò il mio cuore<br />
del tuo silenzio<br />
e lo custodirò in me.<br />
E con calma aspetterò,<br />
come la notte<br />
nella sua veglia stellata,<br />
il capo pazientemente<br />
abbandonato.<br />
Verrà senza dubbio il<br />
mattino<br />
e l'ombra svanirà.<br />
E la tua voce si diffonderà<br />
per tutto il cielo<br />
in rivoli d'oro<br />
E le tue parole voleranno<br />
cantando da ognuno dei<br />
miei nidi.<br />
E le tue melodie<br />
sbocceranno<br />
come fiori<br />
tra i miei cespugli<br />
Tagore<br />
Ricordando Carlo Maria Martini …<br />
Dall’introduzione a “ Le età della vita”:<br />
“ Un proverbio indiano parla di quattro stadi nella vita<br />
dell’uomo.<br />
Il primo è quello nel quale si impara, il secondo è quello nel<br />
quale si insegna e si servono gli altri, mettendo a punto ciò<br />
che si è imparato.<br />
Nel terzo stadio si va nel bosco, e questo è molto<br />
profondo, significa che il terzo stadio è quello del silenzio,<br />
della riflessione, del ripensamento.<br />
Credo che quando si aprirà per me questo terzo stadio,<br />
che è ormai imminente, ritirandomi nel bosco potrò<br />
ripensare e riordinare con gratitudine tutte le cose che ho<br />
ricevuto, le persone che ho incontrato, gli stimoli che mi<br />
sono stati dati in questi ventidue anni e che non hanno<br />
avuto l’opportunità di essere elaborati.<br />
E poi c’è il quarto tempo, che è molto significativo per la<br />
mistica e l’ascesi indù: si impara a mendicare; è il tempo<br />
in cui si impara la mendicità.<br />
L’andare a mendicare è il sommo della vita ascetica.<br />
E’ poi lo stadio di dipendere dagli altri, quello che non<br />
vorremmo mai, ma che viene, al quale dobbiamo<br />
prepararci”<br />
Questo proverbio indiano il Card.Carlo Maria Martini amava citarlo,<br />
soprattutto da quando si è trovato nell’ultima fase della sua esistenza,<br />
quella del ‘tempo in cui si impara la mendicità’. Su tale proverbio il<br />
cardinale aveva organizzato il libro in cui veniva affrontato il tema<br />
della ‘sapienza della vita ’nelle sue quattro fasi: la fanciullezza, la<br />
giovinezza, l’età adulta e l’anzianità (dalla Presentazione)<br />
Carlo Maria Martini – Le età della vita –<br />
Una guida dall’alba al tramonto dell’avventura umana<br />
Ed A. Mondadori 2010<br />
1<br />
1
TIPOLOGIE DI ICONE<br />
I Volti Santi (2)<br />
Il terzo Volto Santo-reliquia si trova a Roma in Vaticano. L'immagine di Roma fu esposta nella<br />
chiesa di San Silvestro nel 1870 ed è ora conservata nella Cappella di Matilda in Vaticano.<br />
Fu donata da suor Dionora Chiarucci nel 1623. La più antica notizia che la riguardi risale al<br />
1517. All'epoca ne sarebbe stata vietata l'esposizione per evitare incongrue competizioni con<br />
la cosiddetta Veronica.<br />
La Veronica di Roma<br />
Un’altra tradizione riferisce che “ questa icona, seconda per antichità, è quella papa<br />
Gregorio XI, regalò ad un vescovo, Nikolaus von Biedma,sommo pastore di Jaén in Andalusia,<br />
nell’anno 1376, come una veronica. Si parla di questa immagine del Signore, come di una copia<br />
del Mandylion, che è oggi conservata nella cappella di Matilde nel Vaticano. A questo punto si<br />
deve precisare che la barba un po’ larga, e non sottile e terminante a punta, nel ritratto andaluso<br />
di Cristo non riconduce all’esemplare romano del Mandylion, ma deve piuttosto, per quanto<br />
riguarda la barba essenzialmente più corta, essere messo in relazione con la veronica.”. cit. in Il<br />
Volto dei Volti – Guida al Catalogo della Mostra)<br />
Per doverosa informazione riportiamo l’annotazione di quanto ci dicono Dante e Petrarca a<br />
proposito del Volto Santo (cit. in Il Volto dei Volti …)<br />
Quale è colui che forse di Croazia<br />
viene a veder la veronica nostra<br />
che per l’antica fama non sen sazia,<br />
ma dice nel pensier, finché si mostra:<br />
“Segnor mio, Jesù Cristo, Dio verace,<br />
or fu sì fatta la sembianza Vostra?”<br />
(Dante, Paradiso XXXI, 103-108)<br />
2<br />
2
In quel tempo che molta gente va<br />
a vedere quell’immagine benedetta,<br />
la quale Jesù Cristo<br />
lasciò a noi per esempio<br />
de la sua bellissima figura.<br />
(Dante, Vita Nova XL,1)<br />
…“et viene a Roma, seguendo il desio<br />
per rimirar la sembianza di colui<br />
ch’ancor lassù nel ciel vedere spera”<br />
(Petrarca, Movesi il vecchierel…)<br />
Dante si riferiva al primo giubileo in assoluto nella storia della Chiesa, quello del 1300. La terzina<br />
del Petrarca si riferisce al giubileo del 1333. Sono entrambi illuminanti perché definiscono una<br />
delle mete del pellegrino romeo che a conclusione del suo lungo viaggio non solo venera le tombe<br />
degli apostoli ma in modo preminente fa esperienza del suo incontro con Cristo attraverso la<br />
contemplazione della veronica, cioè della sua vera immagine (eikón). E questa era sicuramente<br />
convinzione di Dante e Petrarca. “La pietosa sollecitudine con la quale una donna (a cui per<br />
trasposizione si diede poi il nome di Veronica) asciugò il viso affranto di Cristo sulla via del<br />
Calvario, produsse nella tradizione cristiana delle leggende fra le più dense di suggestione sul<br />
piano devozionale, culturale e artistico”. Mito, storia, leggenda? Abbiamo soprattutto leggende.<br />
Ma come si sa la leggenda è la maschera letteraria di un fatto reale, e per questo si differenzia dal<br />
mito, che è invece la trasposizione sul piano reale di una intuizione profonda atta a spiegare la<br />
realtà del proprio vissuto o delle proprie paure dell’incognito. Ecco le principali o inserite in libri<br />
apocrifi o esse stesse libro apocrifo: Atti di Pilato, Mors Pilati, Vindicta Salvatoris, Legenda<br />
Aurea … Ma c’è anche storia, come i testi di Georgios Kedrenos (580 ca.),Teofilatto di Simosatra<br />
(640 ca.), Teofane (810-815), Georgios Monachos (580 ca.). La veronica prototipo di tutte le<br />
veroniche, quella che (proveniente da Costantinopoli) fu prima in Laterano come acheropìta dal<br />
707 e poi dal 1292 in s. Pietro fino al 1606, sembra essere quella che ora si trova (perché trafugata)<br />
a Manoppello in provincia di Pescara dal 1608.<br />
Le tre icone - reliquie a confronto<br />
Genova Manoppello Vaticano<br />
3<br />
3
Legate ai Volti Santi troviamo le seguenti tipologie iconografiche:<br />
a) Il Santom Keramion b) Il Santo Volto di Laon c) Il Santo Volto di Jaroslavl<br />
a) Il Santo Keramion icona russa di Novgorod, sec. XII, cm 77x71, Mosca.<br />
Il keramion sarebbe una delle tre tegole sulle quali secondo leggende si sarebbe miracolosamente<br />
riprodotta l’immagine impressa nel mandylion di Edessa. In realtà la ciocca di capelli sulla<br />
spartitura e lo sguardo rivolto a destra fanno più pensare al Santo Volto di Manoppello, come per<br />
altre icone. La variante destra-sinistra dello sguardo è dovuta al fattoche quel volto è ugualmente<br />
visibile dai due lati (fronte e retro): ciò che varia è proprio la destra-sinistra. L’ufficiatura del 16<br />
agosto celebra anche il Keramion: “Un’argilla creata dall’uomo porta impressa la tua effigie<br />
increata, o mio Cristo, Creatore dell’universo”.<br />
b)Il Santo Volto di Laon icona paleoslava, 1200 ca., 44x40 cm, cattedrale di Laôn,Francia.<br />
Questa icona di piccolo formato e con la scritta in lingua bulgara media sarebbe opera di un artista<br />
slavo e sarebbe giunta a Laôn da Roma nel 1249 quale dono all’abbadessa del convento di<br />
Montreuil- les-Dames, ove rimase fino ai tempi della Rivoluzione quando fu trasferita nella<br />
cattedrale. Pietro il Grande in visita a Laon decifrò l’iscrizione: “Ritratto del Salvatore stampato<br />
sul Mandylion” (quel telo, cioè la Sindone, che da Edessa fu portato a Costantinopoli il 15 agosto<br />
944 e liturgicamente celebrato il 16, come si usa dalla liturgia bizantina di cui riportiamo il<br />
seguente testo:«… L’imperatore accoglie oggi sapientemente, o Salvatore, la tua santa Immagine,<br />
che abbandona la sua città di origine (Edessa) per prendere dimora nella nostra (Costantinopoli).<br />
È dolce (vedere) il sorgere del sole; è ancora più dolce la vista della tua Immagine,<br />
b) Il santo volto di Jaroslavl icona russa, inizio del XIII sec., cm 104x74, Mosca.<br />
Recentemente (1966) scoperta nella città a nord di Mosca, in ottimo stato di conservazione.<br />
È imparentato alle due precedenti che si ispirano al mandylion di Edessa-Costantinopoli, prima<br />
che sparisse in occasione del saccheggio da parte dei latini della IV crociata. Il volto di Cristo è<br />
inquadrato in una folta capigliatura, senza però scriminatura al centro ma con la piccola ciocca di<br />
capelli al centro e con la punta verso sinistra. I capelli nascondono in parte le orecchie e ricadono<br />
ai lati dividendosi in due ciuffi per lato. Anche gli altri lineamenti si ripetono quasi identici: gli<br />
occhi grandi ben aperti fissano l’osservatore; il naso lungo, i baffi spioventi, la bocca piccola e la<br />
barba biforcata sono resi più espressivi dai colori usati e conferiscono alla fisionomia una rara<br />
bellezza spirituale e sovrumana: “Egli è l’immagine visibile del Dio invisibile, generato prima di<br />
ogni creatura… Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in<br />
vista di lui. …Piacque a Dio per mezzo di lui riconciliare a sè tutte le cose, gli esseri della terra e<br />
quelli del cielo” (Cl 1,15-20). Gli occhi grandi, profondi, sono quelli del Dio misericordioso che<br />
scruta i reni e i cuori; sono la verità in cui il credente si specchia per scoprire la propria immagine.<br />
Il Santo Keramion Il Santo Volto di Laon Il Santo Volto di Jaroslavl<br />
Il Volto dei Volti Guida al Catalogo della Mostra vedi il link sottostante<br />
http://www.astori.it/nqcontent.cfm?a_id=9301<br />
4<br />
4
Preparazione della tavola<br />
LINK UTILI<br />
Preparazione della tavola - doratura (1)<br />
http://www.youtube.com/watch?v=_SrGfC9rlUc&feature=related<br />
telatura<br />
http://www.youtube.com/watch?v=7yhYXyygoJA&feature=related<br />
gessatura (busi)<br />
http://www.youtube.com/watch?v=F4nmqp1Xp0c&feature=relmfu<br />
Doratura<br />
http://www.youtube.com/watch?v=X5tJI6GokzI&feature=relmfu<br />
http://www.youtube.com/watch?v=kEKHIV9EJPY&feature=related<br />
http://www.youtube.com/watch?v=Y2f5xzpVkbk&feature=related<br />
http://www.youtube.com/watch?v=kEKHIV9EJPY&feature=related<br />
Doratura (da Busi)<br />
Fase 1 preparazione bolo armeno<br />
http://www.youtube.com/watch?v=zYJWpc57cZk&feature=related<br />
Fase 2 stesura del bolo armeno<br />
http://www.youtube.com/watch?v=Q_3UA-tdgDU&feature=player_embedded<br />
Fase3 applicazione foglia oro<br />
http://www.youtube.com/watch?v=DeUW0Ipqqls&feature=related<br />
Fase 4 brunitura<br />
http://www.youtube.com/watch?v=IaZ6GYv7c8M&feature=player_embedded<br />
fase 5 (opzionale) applicazione di una seconda foglia oro<br />
http://www.youtube.com/watch?v=758ZRElsBGI&feature=player_embedded<br />
5<br />
5
EVENTI ED ESPERIENZE – 1 -<br />
Da San Pietroburgo – Note di una viaggiatrice (di Maria Lavorato)<br />
Da cristiana occidentale entrando in un tempio ortodosso ho avuto la sensazione di trovarmi in un mondo<br />
sconosciuto, complesso, in cui non è facile orientarsi, ma da subito ho percepito che tutto ha un profondo<br />
significato teologico. Sono rimasta affascinata dallo splendore della liturgia orientale.<br />
Ho avuto la fortuna nel viaggio di avere una bravissima guida che ci ha “aperto la porta” di un tempio ortodosso<br />
spiegandocelo nei particolari. Mi fa piacere condividere con voi quanto ho appreso.<br />
La navata del tempio non ha la forma rettangolare a cui siamo abituati, bensì quella quadrata, totalmente vuota.<br />
Alla Divina Liturgia si partecipa in piedi. Il santuario si trova nella parte orientale del tempio, perché Cristo è la<br />
luce del mondo. La parte orientale simbolizza anche la Terra Santa, dove è nato, vissuto, morto e risorto Gesù.<br />
La forma dell’abside del santuario è semicircolare, questo fa ricordare una grotta, e la tradizione cristiana<br />
venera appunto due grotte, quella di Betlemme e il Santo Sepolcro.<br />
L’iconostasi è una parete più o meno senza interruzioni che separa il santuario dalla parte centrale del tempio<br />
ortodosso nella quale in un ordine stabilito si mettono le icone.<br />
Nell’iconostasi ci sono tre porte. Nella tradizione russa l’iconostasi mostra uno schema ripartito in quattro<br />
registri. Il primo, quello in basso, è composto da icone di grandi dimensioni ed è il più accessibile alla<br />
venerazione dei fedeli. Al centro si trova la “ porta regale”, simbolo della buona novella del Vangelo, che apre<br />
ai credenti il mistero del regno dei cieli: infatti dà accesso al Sancta Sanctorum,ed è proibito a tutti entrare<br />
attraverso di essa fuorché ai ministri. Le altre due porte laterali immettono negli ambienti minori del santuario.<br />
Nella parte superiore della porta regale è dipinta l'Annunciazione e nei pannelli delle ante i quattro evangelisti.<br />
Ai lati della porta, si trovano le grandi icone della Madre di Dio e di Cristo, l'icona del patrono del tempio e<br />
quelle dei santi venerati localmente .<br />
Nel secondo registro, quello delle Festività, sono raffigurate la serie delle dodici feste dell'anno liturgico<br />
ortodosso, scandite dai momenti principali della vita terrena di Cristo e di sua Madre. Si tratta di icone cui è<br />
attribuito un particolare valore liturgico, che gli deriva dal potere salvifico cui sono associate.<br />
Il terzo registro, quello della Deesis, è governato dalla figura centrale del Cristo Pantocratore, affiancato da san<br />
Giovanni Battista e dalla Vergine: seguono ai lati figure di angeli, apostoli e santi nell'atto di indirizzare verso<br />
Cristo le preghiere dei fedeli durante il Giudizio Universale.<br />
Nel quarto registro si trova la schiera dei Profeti dell'antico testamento, che preannunziarono l'incarnazione del<br />
Signore, e dei Patriarchi, con al centro l'icona della Madre di Dio, “l’Orante”, cioè colei che prega, che mostra<br />
la Vergine assisa in trono con le mani alzate verso il cielo in atteggiamento di preghiera e con il Bambino nel<br />
grembo. Verso di lei profeti e patriarchi intercedono in favore del genere umano.<br />
Durante la Divina Liturgia i fedeli stanno nella navata centrale girati verso l’iconostasi.<br />
I credenti vedono l’altare attraverso la porta regale quando si apre. L’officiante rivolto ai fedeli durante la<br />
Liturgia personifica il Signore, mentre gli altri preti accanto al celebrante rappresentano gli apostoli.<br />
L’illuminazione del tempio è data da numerosi lampadari, candele, turiboli, che rimandano come idea alla luce<br />
divina.<br />
“La bellezza della casa di Dio deve dare ai fedeli come un anticipo della bellezza del cielo” (S.Bulgakov).<br />
E di questa bellezza si è davvero avvolti in un tempio ortodosso, bellezza che è<br />
espressione della grazia divina in grado di superare la separazione tra il visibile e l’invisibile, la terra e il cielo.<br />
6<br />
6
NEL TEMPIO ORTODOSSO<br />
Una delle esperienze più belle durante il mio viaggio a San Pietroburgo è stata partecipare alla Divina Liturgia<br />
nella Cattedrale della S.Trinità del monastero di Alexandr Nevskij.<br />
Iconostasi- Chiesa Sant’Isacco<br />
Particolare chiesa della Resurrezione<br />
7<br />
7
8<br />
8
Icona della S.Trinità Monastero Nevskij<br />
Icona della S.Trinità - Monastero Nevskij<br />
Da cristiana occidentale entrando in un tempio ortodosso ho avuto la sensazione di trovarmi in un mondo<br />
sconosciuto, complesso, in cui non è facile orientarsi, ma da subito ho percepito che tutto ha un profondo<br />
significato teologico. Sono rimasta affascinata dallo splendore della liturgia orientale.<br />
Ho avuto la fortuna nel viaggio di avere una bravissima guida che ci ha “aperto la porta” di un tempio ortodosso<br />
spiegandocelo nei particolari. Mi fa piacere condividere con voi quanto ho appreso.<br />
La navata del tempio non ha la forma rettangolare a cui siamo abituati, bensì quella quadrata, totalmente vuota.<br />
Alla Divina Liturgia si partecipa in piedi. Il santuario si trova nella parte orientale del tempio, perché Cristo è la<br />
luce del mondo. La parte orientale simbolizza anche la Terra Santa, dove è nato, vissuto, morto e risorto Gesù.<br />
La forma dell’abside del santuario è semicircolare, questo fa ricordare una grotta, e la tradizione cristiana<br />
venera appunto due grotte, quella di Betlemme e il Santo Sepolcro.<br />
L’iconostasi è una parete più o meno senza interruzioni che separa il santuario dalla parte centrale del tempio<br />
ortodosso nella quale in un ordine stabilito si mettono le icone.<br />
Nell’iconostasi ci sono tre porte. Nella tradizione russa l’iconostasi mostra uno schema ripartito in quattro<br />
registri.<br />
Il primo, quello in basso, è composto da icone di grandi dimensioni ed è il più accessibile alla venerazione dei<br />
fedeli. Al centro si trova la “ porta regale”, simbolo della buona novella del Vangelo, che apre ai credenti il<br />
9<br />
9
10<br />
mistero del regno dei cieli: infatti dà accesso al Sancta Sanctorum,ed è proibito a tutti entrare attraverso di<br />
essa fuorché ai ministri. Le altre due porte laterali immettono negli ambienti minori del santuario.<br />
Nella parte superiore della porta regale è dipinta l'Annunciazione e nei pannelli delle ante i quattro evangelisti.<br />
Ai lati della porta, si trovano le grandi icone della Madre di Dio e di Cristo, l'icona del patrono del tempio e<br />
quelle dei santi venerati localmente .<br />
Nel secondo registro, quello delle Festività, sono raffigurate la serie delle dodici feste dell'anno liturgico<br />
ortodosso, scandite dai momenti principali della vita terrena di Cristo e di sua Madre. Si tratta di icone cui è<br />
attribuito un particolare valore liturgico, che gli deriva dal potere salvifico cui sono associate.<br />
Il terzo registro, quello della Deesis, è governato dalla figura centrale del Cristo Pantocratore, affiancato da san<br />
Giovanni Battista e dalla Vergine: seguono ai lati figure di angeli, apostoli e santi nell'atto di indirizzare verso<br />
Cristo le preghiere dei fedeli durante il Giudizio Universale.<br />
Nel quarto registro si trova la schiera dei Profeti dell'antico testamento, che preannunziarono l'incarnazione del<br />
Signore, e dei Patriarchi, con al centro l'icona della Madre di Dio, “l’Orante”, cioè colei che prega, che mostra<br />
la Vergine assisa in trono con le mani alzate verso il cielo in atteggiamento di preghiera e con il Bambino nel<br />
grembo. Verso di lei profeti e patriarchi intercedono in favore del genere umano.<br />
Durante la Divina Liturgia i fedeli stanno nella navata centrale girati verso l’iconostasi.<br />
I credenti vedono l’altare attraverso la porta regale quando si apre. L’officiante rivolto ai fedeli durante la<br />
Liturgia personifica il Signore, mentre gli altri preti accanto al celebrante rappresentano gli apostoli.<br />
L’illuminazione del tempio è data da numerosi lampadari, candele, turiboli, che rimandano come idea alla luce<br />
divina.<br />
“La bellezza della casa di Dio deve dare ai fedeli come un anticipo della bellezza del cielo” (S.Bulgakov).<br />
E di questa bellezza si è davvero avvolti in un tempio ortodosso, bellezza che è<br />
espressione della grazia divina in grado di superare la separazione tra il visibile e l’invisibile, la terra e il cielo.<br />
Chiesa di Vladimir- San Pietroburgo<br />
In questa chiesa di San Pietroburgo è conservata e venerata l’icona della Madre di Dio “Vladimirskaja”. Questa<br />
è tra l’altro la chiesa frequentata da Dostoevskij, la cui casa, ora trasformata in museo, si trova poco distante.<br />
La tavola è una delle copie della celebre icona taumaturgica bizantina portata a Kiev da Costantinopoli intorno<br />
al 1131 e trasferita successivamente, nel 1155, a Vladimir dal principe Andrej Bogoliubskij, che la collocò nella<br />
cattedrale della Dormizione. Secondo la leggenda l’originale dell’icona venne eseguito dall’evangelista Luca.<br />
La guida ci ha raccontato poi un fatto curioso riguardante l’ icona bizantina. Si narra che nel 1155 quando il<br />
principe Andrej lasciò la casa paterna a Kiev portò via con sé l’icona. Nel viaggio i cavalli del principe si<br />
fermarono in un punto e non si vollero più muovere. Il principe allora diede ordine di legare altri cavalli per<br />
continuare il viaggio, ma anche questi restarono fermi. Rendendosi conto di un segno divino il principe fece<br />
costruire in quel luogo una chiesa e poi un monastero col nome Bogoljubovo, cioè “il luogo amato da Dio”.<br />
E’ tra le icone più venerate in Russia.<br />
Lo schema iconografico è semplice, il gesto affettuoso del Bambino, che con un braccio si aggrappa al collo<br />
della Madre e con l’altro sembra accarezzarla, è speculare a quello della Vergine, che con una mano regge il<br />
figlio e con l’altra lo sfiora amorevolmente.<br />
Gli sguardi delle due figure, molto profondi, sembrano dialogare tra loro escludendo l’osservatore, ma a questo<br />
proposito sono illuminanti le parole dello scrittore Nouwen, che di seguito riporto come commento a questa<br />
icona.<br />
“ Pregando la vergine di Vladimir, impariamo che, anche se non ci sta guardando, in realtà ci vede. Ci vede con<br />
gli stessi occhi con cui vede Gesù. Sono gli occhi che hanno visto il suo Signore prima che ella lo concepisse<br />
(…). Il suo sguardo fisso non è quello di una madre orgogliosa di un figlio straordinario; ella lo vede con gli<br />
occhi pieni di fede della Madre di Dio. Prima di vederlo con gli occhi del corpo, ella l’ha visto con gli occhi<br />
della fede. Questo è il motivo per cui la Divina Liturgia glorifica Maria come colei che ha concepito Dio nel<br />
suo cuore prima di aver concepito Dio nel suo corpo.<br />
Allo stesso modo in cui Maria vede Gesù, così ella vede coloro che la pregano: non come esseri umani<br />
interessanti, degni della sua attenzione, ma come uomini e donne chiamati dalle tenebre del peccato nella luce<br />
della fede, chiamati a diventare figli e figlie di Dio. E’ difficile per noi rinunciare alla nostra identità mondana<br />
di donne e uomini degni di considerazione, ed accettare la nostra identità spirituale di figli di Dio. Desideriamo<br />
10
11<br />
a tal punto di essere guardati che non siamo preparati a essere visti realmente. Ma gli occhi della Vergine ci<br />
invitano ad abbandonare i nostri vecchi modi di essere nel mondo e ad accogliere la buona novella che in realtà<br />
apparteniamo a Dio.<br />
(…) La Vergine di Vladimir è l’espressione iconografica delle parole di Gesù a Nicodemo:<br />
“Dio infatti ha tanto amato il mondo<br />
da dare il suo Figlio unigenito,<br />
perché chiunque crede in lui,<br />
non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16).”<br />
-Henri J.M.Nouwen Contempla la bellezza del Signore. Pregare con le icone. Ed Queriniana.<br />
Con la speranza che ciascuno di noi si lasci raggiungere dallo sguardo della Vergine di Vladimir…<br />
MARIA<br />
Chiesa di Vladimir- San Pietroburgo Madre di Dio di Vladimir (part)<br />
Madre di Dio di Vladimir<br />
11
NON SOLO ICONE …<br />
San Pietroburgo (2) – Note di una viaggiatrice (di Maria Lavorato)<br />
San Pietroburgo è una bellissima città, passeggiando lungo la prospettiva Nevskij con i suoi splendidi<br />
palazzi, visitando le sale del Palazzo d’Inverno e l’Ermitage o percorrendo con il battello gli innumerevoli<br />
canali che la attraversano si ha come l’impressione di stare su un grande palcoscenico, tanto sfarzo, tanta<br />
bellezza che sicuramente colpisce il “turista”.<br />
Ma, se, come ci hanno invitato a fare, si ha uno sguardo più da “viaggiatore”, se si va oltre i palazzi, ci si<br />
inoltra nelle strade laterali, nei cortili, allora si vede un’altra San Pietroburgo, per niente turistica, con una<br />
realtà sociale molto difficile, grandi problemi di povertà materiale e non solo, che ovviamente stride con<br />
quanto ho detto sopra.<br />
Mi ha colpito, anche perché lo ignoravo visto che la stampa non ne fa parola, apprendere che il 60% della<br />
popolazione è alcolizzata e c’è una percentuale altissima di malati di AIDS soprattutto tra i giovani.<br />
Di tutto questo ci ha dato testimonianza fratel Stefano, un francescano, che abbiamo avuto occasione di<br />
incontrare durante il viaggio.<br />
Fratel Stefano lavora a San Pietroburgo da dieci anni in particolare con i bambini e i giovani, che a quanto<br />
pare sono quelli che stanno pagando il prezzo più alto di tanta ingiustizia sociale.<br />
Mi fa piacere condividere con voi anche questo. Abbiamo promesso a fratel Stefano che avremmo fatto<br />
conoscere in Italia la sua missione, questo centro di crisi per bambini a cui lavora ormai da diversi anni.<br />
C’è però un bel seme di speranza anche in questa situazione così difficile, il centro infatti nasce dalla<br />
collaborazione dei fratelli cattolici e di quelli ortodossi, a significare che di fronte al fratello che ha bisogno<br />
si possono mettere da parte profonde divisioni perché quello che ci unisce è Cristo e Cristo è uno.<br />
Maria<br />
CENTRO DI CRISI PER BAMBINI<br />
San Pietroburgo<br />
Assieme ai fratelli della Chiesa Ortodossa e’ stata costituita un’Associazione, "Il Centro di crisi per<br />
bambini", che ha in attività un "Telefono di fiducia", presso il quale si raccolgono i segnali di disagio delle<br />
famiglie, genitori e ragazzi, e dove si cerca di prevenire il peggioramento di situazioni a rischio; un "Centro<br />
diurno" presso il quale i bambini ed i ragazzi più grandi (fino ai diciotto) hanno la possibilità di trascorrere il<br />
pomeriggio (al caldo!) svolgendo attività di animazione e di formazione, nonché di recupero scolastico.<br />
Si cerca anche, là dove è possibile, di lavorare con i genitori per rimuovere quei problemi che hanno portato<br />
questi ragazzi a vivere abbandonati in strada o di trovarsi in situazioni comunque molto a rischio.<br />
Attiva è anche una "Mensa" dove i ragazzi si possono sfamare quotidianamente.<br />
Sui problemi dei ragazzi abbandonati è stato anche aperto il seguente “Sito Internet” http://deticenter.org<br />
Scuola mobile<br />
Nell’ottobre 2004 è partita una “Scuola mobile”, per offrire il recupero scolastico di anni persi sulla strada a<br />
quei ragazzi che desiderano riprendere lo studio o che comunque faticano a frequentare la scuola.<br />
Dal gennaio 2005 e’ stato aperto un “Albergo notturno” capace di ospitare ragazzi senza casa ed a rischio che<br />
intendono tornare a condurre, o iniziare, una vita normale, abbandonando la strada.<br />
Mentre dal settembre 2006 e’ stato avviato un “Centro della famiglia” per aiutare le famiglie in difficolta’ e<br />
prevenire il disagio nei minori.<br />
In questo “Centro della famiglia” e’ attivo una sorta di consultorio familiare nel quale, tra l’altro, si offrono<br />
consulenze anche a quei genitori russi che desiderano adottare o prendere in affido uno di quei 700.000 minori<br />
che vivono negli orfanotrofi.<br />
12<br />
12
13<br />
Inoltre, vi e’ una ‘Scuola genitori’ per coloro che hanno un figlio adolescente e si tenta anche di costruire una<br />
‘cultura della famiglia’ infondendone i valori nella societa’ attraverso l’organizzazione di convegni e<br />
conferenze.<br />
Un gruppo di genitori, invece, si ritrova per superare il grave lutto che li ha provati: la perdita di un figlio.<br />
Da qualche anno vi e’ un progetto, lo “Spazio della gioia” per l’animazione del tempo libero dei ragazzi<br />
autistici e delle loro famiglie e dal settembre 2008 e’ attivo un “Laboratorio” per offrire loro una attivita’<br />
lavorativa protetta.<br />
Nell’aprile dell’anno 2009 e’ stato avviato un progetto di servizio presso l’Ospedale pediatrico N. 5 di San<br />
Pietroburgo per stare accanto ai bambini che spesso sono costretti a passare in solitudine la loro degenza<br />
ospedaliera.<br />
Centro di crisi per bambini<br />
Al "Centro di crisi per bambini", si sta riorganizzando ora il servizio psicologico e sociale operante<br />
trasversalmente in tutti i settori (telefono e centri diurni).<br />
Si sta progettando anche l’apertura di una casa-famiglia per i ragazzi autistici e diversamente abili e si guardano<br />
con interesse anche altri campi sociali particolarmente bisognosi del nostro aiuto verso cui eventualmente<br />
dirigere l’attenzione: anziani, ammalati di AIDS e tossicodipendenti, in particolare.<br />
A tale proposito e’ stata aperta nel novembre del 2009 una casa di accoglienza per i bambini sieropositivi, dai<br />
zero ai cinque anni, e per bambini della stessa eta’ che hanno subito violenze o sono stati abbandonati dai<br />
genitori; questa casa e’ stata purtroppo chiusa nel febbraio del 2012 a causa del mutamento della legislazione in<br />
materia.<br />
Nell’aprile del 2011 e’ stata avviata una attivita’ di ‘Doposcuola’ per quei ragazzi che non hanno la possibilita’<br />
economica di avere un sostego scolastico e, comunque, per ragazzi che rischiano di cadere in devianze e<br />
dipendenze.<br />
Se vuoi aiutare i Frati Francescani di San Pietroburgo<br />
puoi inviare offerte a:<br />
• Provincia di Lombardia dei Frati Minori San Carlo Borromeo<br />
•<br />
BANCA PROSSIMA, AGENZIA 05000 MILANO,<br />
piazza Paolo Ferrari, 10 20121 Milano (MI)<br />
IBAN IT56C0335901600100000062449<br />
SWIFT BCITITMX<br />
• Curia Provinciale dei Frati Minori,<br />
Via Farini 10, 20154 Milano<br />
Frate Stefano Invernizzi, francescano<br />
(bratstefano@rambler.ru)<br />
13
EVENTI ED ESPERIENZE – 2 -<br />
CASA S.GIUSEPPE PIME Genova – Nervi<br />
Iconografi S. Franciscus Xavier<br />
via Aurelia 33 – Capolungo<br />
info: 3288731064 (Lino)<br />
... dalla Sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia (Giov.1,16)<br />
La casa S.Giuseppe – PIME – di Nervi Il nostro laboratorio<br />
Pantocratore<br />
Maria Lavorato (Torino)<br />
Le nostre icone<br />
Madre di Dio della Tenerezza<br />
Annamaria (Roma)<br />
14<br />
14
Beata Maria Assunta Pallotta<br />
Marta Morbiducci<br />
(Roma)<br />
Sacra Famiglia<br />
Livio Bottone<br />
(Roma)<br />
San Paolo ap.<br />
Lino C<br />
La Trinità<br />
Livio Bottone<br />
(Roma)<br />
Re della Gloria<br />
Enzo Aiello<br />
(Roma)<br />
Ultima Cena<br />
Livio Bottone<br />
(Roma)<br />
15<br />
15
Help<br />
1) D. Abbiamo chiesto ad Annamaria di descriverci la procedura seguita per<br />
realizzare la cornice “a rilievo” della sua icona.<br />
Ecco la sua risposta<br />
R. Ho usato un colore a rilievo per vetro, ad esempio quello della serie Idea Maimeri. Il<br />
tubetto ha un applicatore che consente di usarlo direttamente, senza necessità di pennelli o<br />
spatole. Il segreto è di lasciare colare un filo di colore poggiandolo letteralmente sul decoro<br />
da evidenziare, senza mai interrompere. Si lascia essiccare e poi si ricopre con il bolo.<br />
Pro memoria<br />
“ … sono ancora qui perché lo spirito col quale proseguirò il mio impegno è ben sintetizzato<br />
dal monaco Teofilo nel suo “De diversis artibus”. Nel prologo del libro primo, Teofilo ritiene<br />
importante sottolineare come l’attività artistica sia insieme un dono ed un’eredità di Dio, del<br />
suo spirito creatore.“… nessuno si glorifichi, come se l’avesse ricevuto per proprio merito e<br />
non da altri, ma chieda umilmente grazie a Dio dal Quale e attraverso il Quale tutte le cose<br />
esistono e senza il Quale nulla esiste. Né celi (cioè nasconda n.d.r.) ciò che è stato dato sotto il<br />
manto dell’invidia od occulti all’interno di un cuore avido, ma, respingendo tutta la vana<br />
gloria, dispensi con cuore gioioso a coloro che cercano con semplicità.”<br />
Questo pro memoria verrà riportato su tutti i prossimi numeri<br />
per ricordare agli smemorati le motivazioni del mio impegno<br />
Importante<br />
Eventuali contributi, segnalazioni e proposte vanno inviate a Lino Calcagno (curatore<br />
delle news) al seguente indirizzo mail: cdlino@tin.it<br />
Se non volete più ricevere le news inviate una mail all’indirizzo cdlino@tin.it<br />
scrivendo nell’oggetto no grazie e specificando nel testo della mail<br />
il nominativo da cancellare dalla mailing list<br />
16<br />
16