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3.esempi di interventi.mdi - Università del Sannio

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10. ESEMPI DI APPLICAZIONE DI RINFORZI IN FRP<br />

Il campo <strong>del</strong>l’ingegneria che per primo si è avvalso con successo <strong>del</strong>l’impiego degli elementi in plastica<br />

fibrorinforzata per uso strutturale è quello <strong>del</strong>la costruzione dei ponti. Infatti, il loro rapido deteriorasi<br />

soprattutto a causa <strong>del</strong>la corrosione <strong>del</strong>le armature e degli elementi metallici dovuta all’esposizione ad un<br />

ambiente fortemente aggressivo (umi<strong>di</strong>tà, piogge acide, bruschi sbalzi <strong>di</strong> temperatura, uso <strong>di</strong> cloruri e <strong>di</strong><br />

altri prodotti chimici contro la formazione <strong>di</strong> ghiaccio sulle strade …) ed i relativi costi <strong>di</strong> manutenzione<br />

necessari per ripristinare la loro efficienza statica sono <strong>di</strong>ventati uno dei problemi <strong>di</strong> maggiore importanza<br />

<strong>del</strong> settore. E’ evidente, pertanto, come le possibilità <strong>di</strong> impiego <strong>del</strong>le FRP, grazie soprattutto alle loro<br />

caratteristiche <strong>di</strong> leggerezza, resistenza e inerzia all’aggressione ossidativa, non dovessero passare<br />

inosservate. Per tali motivi, a partire dalla seconda metà degli anni ’70 sono iniziate le prime applicazioni<br />

sperimentali che hanno visto impegnati elementi in FRP come rinforzo per le strutture da ponte.<br />

Tra le prime applicazioni vanno senz’altro citati il ponte pedonale <strong>del</strong>la cattedrale <strong>di</strong> Westminster, a<br />

Londra, a due campate, con una lunghezza complessiva <strong>di</strong> 24.4 m, realizzato grazie ad elementi in<br />

poliestere rinforzato da fibre <strong>di</strong> vetro, e il ponte pedonale Virginia, negli U.S.A., che è stato realizzato nel<br />

1978 con una travatura reticolare sempre in plastica rinforzata da fibre <strong>di</strong> vetro (fig 10.1).<br />

Fig. 10.1: Struttura reticolare <strong>del</strong> ponte pedonale Virginia (U.S.A.)<br />

Il primo esempio in Europa <strong>di</strong> struttura completamente realizzata in FRP è rappresentato dal ponte<br />

pedonale <strong>del</strong> Golf Club <strong>di</strong> Aberfeldy, in Scozia (fig.10.2).<br />

La struttura è strallata ed è lunga 113 m con una campata principale <strong>di</strong> 63 m. I due piloni a forma <strong>di</strong> A e<br />

l’impalcato sono tutti realizzati con elementi pultrusi in fibra <strong>di</strong> vetro, mentre gli stralli sono costituiti da<br />

cavi a base <strong>di</strong> fibre arami<strong>di</strong>che.<br />

Le uniche parti non in composito sono costituite dalle fondazioni che sono in cemento armato or<strong>di</strong>nario e<br />

dai raccor<strong>di</strong> metallici che collegano gli stralli alla passerella pedonale.<br />

Il ponte lungo l’Ulenbergstrasse, a Dˇsseldorf è, invece, il primo ponte stradale costruito in Germania che<br />

ha visto impegnate barre in composito. Per la sua realizzazione è stata, infatti, utilizzata un’armatura da


precompressione in plastica rinforzata da fibre <strong>di</strong> vetro. Il ponte, completato nel 1986, è <strong>di</strong>viso in due<br />

campate, entrambe armate longitu<strong>di</strong>nalmente da 59 tiranti in composito. Ciascuno <strong>di</strong> questi tiranti è<br />

formato da 19 cavi <strong>del</strong> <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 7.5 mm e trasmette una forza <strong>di</strong> post-tensione pari a 600 kN. Sono<br />

presenti nel ponte anche <strong>del</strong>le armature or<strong>di</strong>narie d’acciaio, nonché dei sensori a fibra ottica, integrati<br />

all’interno <strong>del</strong>le armature in FRP, che consentono <strong>di</strong> misurare lo stato tensionale cui è soggetta la<br />

struttura.<br />

Fig. 10.2 : Struttura <strong>del</strong> ponte pedonale <strong>del</strong> Golf Club <strong>di</strong> Aberfeldy<br />

Sempre in Germania, a Dormagen, nel 1987 è stato realizzato un sovrappasso stradale in cemento armato<br />

precompresso con tiranti rinforzati da fibre <strong>di</strong> vetro. Esso è costituito da una soletta continua che poggia<br />

su due luci, ciascuna <strong>di</strong> 10 m. La struttura, oltre a dover sopportare un traffico veicolare piuttosto intenso,<br />

funge da copertura per un serbatoio <strong>di</strong> acque reflue provenienti dall’a<strong>di</strong>acente stabilimento industriale<br />

Bayer. Il cloro, usato in elevato concentrazioni per la <strong>di</strong>sinfezione <strong>di</strong> tali acque, ha imposto l’impiego <strong>di</strong><br />

armatura in FRP, dal momento che la struttura <strong>di</strong> ricoprimento preesistente si è rapidamente deteriorata a<br />

causa <strong>del</strong>la corrosione indotta nelle barre d’acciaio.<br />

Altro campo dove le FRP trovano notevole applicazione è quello <strong>del</strong>le costruzioni marittime. L’acqua<br />

marina è, infatti, particolarmente aggressiva a causa <strong>del</strong>la presenza in soluzione <strong>di</strong> sali (principalmente<br />

cloruri e solfuri <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> magnesio) che facilitano i processi elettrolitici responsabili <strong>del</strong>la corrosione<br />

dei metalli.<br />

Tale fenomeno è reso ancora più sensibile all’interno dei bacini portuali dove le <strong>di</strong>verse masse metalliche<br />

presenti (scafi, eliche, strutture d’ormeggio, ancore …) fanno nascere, a causa <strong>del</strong> <strong>di</strong>verso potenziale<br />

elettrolitico posseduto, correnti galvaniche che rendono notevolmente più veloce e nocivo il processo.<br />

Questo ha portato a prescrivere particolari specifiche per la composizione dei materiali strutturali esposti<br />

all’ambiente marino. Infatti lo stesso calcestruzzo che dovrebbe proteggere le armature dalla corrosione<br />

III - 56


può andare soggetto, se non confezionato opportunamente, a temibili fenomeni <strong>di</strong> decomposizione causati<br />

dalla salse<strong>di</strong>ne.<br />

Sono pertanto più che evidenti i vantaggi che potrebbero derivare dall’impiego dei nuovi compositi<br />

fibrorinforzati nella realizzazione <strong>del</strong>le strutture off-shore nonché <strong>del</strong>le opere portuali e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong>la<br />

costa.<br />

Uno dei primi esempi d’impiego <strong>del</strong>le armature in FRP nel campo <strong>del</strong>le costruzioni marittime è<br />

rappresentato dal pontile <strong>di</strong> attracco per cargo costruito nel porto commerciale <strong>di</strong> Niihama, in Giappone, e<br />

che ne ha sostituito uno analogo in acciaio che dopo soli 30 anni <strong>di</strong> vita era stato completamente<br />

deteriorato dalla ruggine.<br />

La sovrastruttura <strong>del</strong> pontile,<strong>del</strong>la lunghezza complessiva <strong>di</strong> 61 m, si sud<strong>di</strong>vide in cinque campate,<br />

ciascuna <strong>del</strong>le quali porta una soletta precompressa composta da una griglia multicellulare cava. Quattro<br />

<strong>del</strong>le campate sono state armate con trefoli d’acciaio armonico, mentre quella d’estremità, con luce <strong>di</strong> 9<br />

m, ha visto impegnata come armatura da precompressione cavi in FRP a base <strong>di</strong> fibre arami<strong>di</strong>che.<br />

Altra struttura marittima realizzata in Giappone utilizzando cavi da precompressione in FRP, è la struttura<br />

poligonale fluttuante (Hexagonal Maritime Structure o HMS).<br />

L’armatura da precompressione è rappresentata da nove cavi multipli, ciascuno dei quali è composto da<br />

sei barre a base <strong>di</strong> fibre <strong>di</strong> carbonio e resina <strong>del</strong> <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 8 mm. La forza massima <strong>di</strong> trazione cui ogni<br />

multicavo può essere sottoposto è <strong>di</strong> 709 kN, anche se il tiro cui sono stati sottoposti all’atto <strong>del</strong>la<br />

realizzazione <strong>del</strong>la struttura è <strong>di</strong> 294 kN.<br />

In questi anni si sta anche prendendo in considerazione l’idea <strong>di</strong> impiegare le FRP per la realizzazione <strong>di</strong><br />

stazioni Radar, impianti per telecomunicazioni, infrastrutture ferroviarie ed e<strong>di</strong>fici ospedalieri, ove cioè<br />

siano presenti apparecchiature a risonanza magnetica e quin<strong>di</strong> per tutte le strutture che possono<br />

beneficiare <strong>del</strong>le buone caratteristiche <strong>di</strong> neutralità elettromagnetica possedute da questo materiale. Le<br />

FRP si sono, infatti, rivelate particolarmente competitive in questo campo, rispetto all’acciaio, dal<br />

momento che non necessitano <strong>del</strong>l’isolamento elettrico e <strong>del</strong>la messa a terra, consentendo così <strong>di</strong> evitare<br />

l’impiego dei costosissimi acciai speciali non magnetici attualmente impiegati per applicazioni <strong>di</strong> tipo<br />

particolare.<br />

Un altro esempio è costituito da un capannone industriale realizzato a Weston, negli U.S.A., come<br />

progetto <strong>di</strong> ricerca e sviluppo congiunto tra l’U.S. National Science Foundation, il Dipartimento dei<br />

trasporti <strong>del</strong>lo Stato <strong>del</strong>la West Virginia, e il Constructed Facilities Center <strong>del</strong>la West Virginia University.<br />

Tale struttura vede coesistere elementi in materiali tra<strong>di</strong>zionali e profili e pannelli in plastica rinforzata da<br />

fibre <strong>di</strong> vetro.<br />

III - 57


In particolare questi ultimi elementi sono stati impiegati per la realizzazione <strong>del</strong> tetto e <strong>del</strong>le pareti esterne<br />

ed interne <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio, con un peso complessivo <strong>del</strong> materiale composito impiegato, nonostante<br />

l’estensione <strong>del</strong>le superfici che sono andati a coprire, <strong>di</strong> sole 4.2 ton.<br />

La realizzazione <strong>del</strong> capannone ha consentito <strong>di</strong> valutare concretamente vantaggi e svantaggi <strong>del</strong>l’uso<br />

<strong>del</strong>le FRP nel campo <strong>del</strong>le costruzioni.<br />

Si è notato che l’estrema leggerezza degli elementi in composito ha facilitato a tal punto la messa in opera<br />

<strong>del</strong>la struttura da non richiedere alcun tipo <strong>di</strong> apparecchiatura meccanica per il loro sollevamento. E’ stata<br />

anche rilevata una considerevole accelerazione dei tempi <strong>di</strong> costruzione dovuta alla notevole possibilità <strong>di</strong><br />

prefabbricazione degli elementi in FRP. Non<strong>di</strong>meno il costo complessivo <strong>di</strong> costruzione è stato<br />

ugualmente considerevole, se paragonato con quello <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici analoghi realizzati con materiali<br />

tra<strong>di</strong>zionali, proprio per il maggior costo degli elementi in FRP. E’ anche emerso che la polvere che<br />

deriva dal taglio degli elementi è irritante per la pelle, per cui è stato necessario prendere gli opportuni<br />

accorgimenti per superare l’inconveniente.<br />

III - 58


10.1 Interventi su strutture realizzati in Italia<br />

10.1.1 RINFORZO DI PORTALI A GRANDE LUCE IN CLS ARMATO IN MILANO<br />

• PROBLEMA: necessità <strong>di</strong> rinforzare i portali in CLS armato in seguito a cambio <strong>di</strong> destinazione d'uso<br />

<strong>del</strong> solaio soprastante.<br />

• SOLUZIONE: applicazione <strong>di</strong> lamine in composito CFRP all'intradosso <strong>del</strong>le travi e placcaggio laterale<br />

me<strong>di</strong>ante piatti in acciaio Fe 360 per rinforzo a taglio.<br />

Fig.10.3 Fig.10.4<br />

Fig.10.5<br />

III - 59<br />

Fig. 10.6


Fig.10.7<br />

III - 60<br />

Fig.10.7


10.1.2 RINFORZO DI UN SOLAIO DI COPERTURA IN TEGOLONI<br />

PREFABBRICATI PRESSO UN EDIFICIO INDUSTRIALE SITO IN<br />

MARCIANISE (CE)<br />

Committente: Soc. CALLIPO Achille - Via S. Donato - SALA (CE)<br />

Progettazione e Dir. Lavori: Ing. Fer<strong>di</strong>nando MATERAZZO - Via Tescione (P.co S. Antonio) - Caserta<br />

Fornitura e posa in opera: CLAREM s.r.l. - Agenzia Sika per la Campania- Via Cinthia (P.co S. Paolo,<br />

is. 4) - Napoli<br />

La struttura in esame (tegoloni in c.a. prefabbricati) presentava un evidente problema <strong>di</strong> inflessione, che<br />

in mezzeria raggiungeva ad<strong>di</strong>rittura frecce <strong>di</strong> 16 cm. (fig. 10.8). Tale "imbarcamento" <strong>di</strong>pendeva da un<br />

collasso <strong>del</strong>le armature metalliche presenti nei tegoloni, generato da cause termiche. La prima operazione<br />

è consistita nella puntellatura <strong>di</strong> tutti i tegoloni inflessi (ca. n. 10 con una luce <strong>di</strong> 14,50 mt. ognuno) e nel<br />

successivo sollevamento degli stessi (me<strong>di</strong>ante idonei martinetti idraulici) al fine <strong>di</strong> ridurre quanto più<br />

possibile la freccia <strong>di</strong> mezzeria<br />

Su alcune travi che presentavano microlesioni "passanti", segno <strong>di</strong> una non continuità strutturale, si<br />

è provveduto ad eseguire una serie <strong>di</strong> iniezioni <strong>di</strong> resina epossi<strong>di</strong>ca fluida SIKADUR 50 (fig. 10.9) in<br />

appositi tubetti preventivamente fissati lungo il perimetro <strong>del</strong>le fessure.<br />

Fig. 10.8<br />

III - 61<br />

Fig. 10.9


Fig.10.10 Fig.10.11<br />

Una volta ripristinata la monoliticità dei tegoloni lesionati, il problema da affrontare era quello<br />

<strong>del</strong>l'integrazione metallica degli stessi. Il sistema che poteva dare le migliori garanzie (per quanto<br />

concerne l'incremento <strong>del</strong>la resistenza a flessione) e che poteva essere realizzato in tempi rapi<strong>di</strong> (cosa non<br />

trascurabile, trattandosi <strong>di</strong> un contesto industriale) era rappresentato dal placcaggio con lamine in fibra <strong>di</strong><br />

carbonio SIKA CARBODUR <strong>di</strong> larghezza 80 mm., spessore 1,2 mm. e modulo <strong>di</strong> elasticità >165.000<br />

N/mmq.<br />

Dopo aver preparato opportunamente il fondo dei tegoloni, me<strong>di</strong>ante accurata spazzolatura meccanica, si<br />

è proceduto alla stesura (sul fondo degli stessi) <strong>di</strong> uno strato <strong>di</strong> adesivo epossi<strong>di</strong>co SIKADUR 30 (figura<br />

10.10); la stessa quantità <strong>di</strong> SIKADUR 30 è stata applicata anche sulle lamine in fibra <strong>di</strong> carbonio SIKA<br />

CARBODUR (figura 10.11) preventivamente pulite con apposito detergente.<br />

Subito dopo, la lamina è stata accostata al fondo <strong>del</strong>le travi avendo la capacità imme<strong>di</strong>ata <strong>di</strong> sostenersi<br />

senza ricadere (vista la sua leggerezza) mentre, con la pressione <strong>di</strong> un semplice rullino <strong>di</strong> gomma veniva<br />

fatta aderire meglio al fondo <strong>di</strong> cls.<br />

Dalla foto 10.12 si ha una visione chiara <strong>del</strong>l'intervento completo riferito a due tegoloni (che pur non<br />

avendo più puntelli, non presentavano più problemi <strong>di</strong> inflessione) e nel dettaglio si evince una <strong>del</strong>le zone<br />

ricavate sui laterali <strong>del</strong>le travi ove è stato incollato un tessuto in fibra <strong>di</strong> carbonio SIKA WRAP,<br />

facendolo passare al <strong>di</strong> sopra <strong>del</strong>la lamina, onde migliorare il fissaggio <strong>del</strong>la stessa ed incrementare le<br />

armature in alcuni punti <strong>di</strong> maggiore concentrazione degli sforzi <strong>di</strong> taglio.<br />

III - 62


III - 63<br />

Fig.10.12<br />

10.1.3 RINFORZO SOLAIO IN LATERO-CEMENTO A VIAREGGIO (LU)<br />

Il solaio in latero-cemento, sfon<strong>del</strong>lato, è risultato in avanzato stato <strong>di</strong> degrado. Dopo aver provveduto<br />

alla ricostruzione <strong>del</strong> solaio con le malte cementizie <strong>del</strong> ciclo MonoTop, si è provveduto al suo rinforzo<br />

con il sistema SIKA CARBODUR utilizzando il mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> lamine S512, ovvero <strong>del</strong>le lamine<br />

caratterizzate da un modulo elastico inferiore a quello <strong>del</strong>l’acciaio, aventi una larghezza <strong>di</strong> 5 cm ed uno<br />

spessore <strong>di</strong> 1.2 mm.<br />

Fig. 10.13 Fig. 10.14


10.1.4 REALIZZAZIONE DI BALCONCINI A SBALZO SU FACCIATA ESISTENTE<br />

DI PALAZZINA<br />

• PROBLEMA: sostegno <strong>del</strong> balcone<br />

• SOLUZIONE: all'estradosso <strong>del</strong>la soletta, quale armatura tesa è stato impiegato <strong>del</strong> lamierino CFRP<br />

ancorato alla caldana <strong>del</strong> solaio interno attraverso dei varchi appositamente creati.<br />

Figure 10.15 – 10.16<br />

III - 64


10.1.5 RINFORZO DI PILASTRI IN MILANO - C/O BANCO DI SARDEGNA - VIA<br />

GIULINI<br />

• PROBLEMA: presenza <strong>di</strong> CLS <strong>di</strong>sgregato, <strong>di</strong> notevoli fessurazioni e <strong>di</strong> tagli effettuati per consentire<br />

il passaggio <strong>di</strong> impianti elettrici.<br />

SOLUZIONE: passivazione <strong>del</strong>le armature metalliche, ricostruzione <strong>del</strong>le parti <strong>di</strong>sgregate <strong>di</strong> CLS,<br />

applicazione <strong>di</strong> tessuti in fibra <strong>di</strong> carbonio (wrapping<br />

Figure 10.17 –<br />

10.21<br />

III - 65


10.1.6 ELIMINAZIONE DI PILASTRI<br />

• PROBLEMA: eliminazione <strong>del</strong> pilastro centrale per travi a tre appoggi.<br />

• SOLUZIONE: ricostruzione <strong>del</strong>l'intradosso me<strong>di</strong>ante speciali malte cementizie e successiva<br />

applicazione <strong>di</strong> lamine in composito CFRP all'intradosso per rinforzo a flessione. Impiego <strong>di</strong> tessuto in<br />

fibra <strong>di</strong> carbonio per il rinforzo a taglio e per l'annullamento <strong>del</strong>l'effetto "splitting<br />

Fig. 10.22 Fig. 10.23<br />

Fig. 10.24 Fig. 10.25<br />

Fig. 10.26 Fig. 10.27<br />

III - 66


10.1.7 RINFORZO DI UN SOLAIO IN MILANO VIA MASSENA<br />

• PROBLEMA: necessità <strong>di</strong> rinforzare il solaio a causa dei maggiori carichi gravanti sul soprastante<br />

lastrico solare.<br />

• SOLUZIONE: rinforzo <strong>del</strong> solaio me<strong>di</strong>ante l'applicazione <strong>di</strong> lamierini in fibra <strong>di</strong> carbonio.<br />

Fig. 10.29<br />

III - 67<br />

Fig. 10.28<br />

Fig. 10.30


10.1.8 CONFINAMENTO A COMPRESSIONE (WRAPPING) DELLE PILE DI UN<br />

VIADOTTO<br />

Fig. 10.31 Fig. 10.32 Fig. 10.33<br />

Fig. 10.34 Fig. 10.35<br />

III - 68


10.1.9 RINFORZO DI TRAVI IN CLS ARMATO IN CHIVASSO (TO) - C/O CASA<br />

AUTOMOBILISTICA<br />

• PROBLEMA: necessità <strong>di</strong> rinforzo <strong>di</strong> 4 portali a grande luce fessurati in seguito a carico concentrato<br />

determinato da nuovo sopralzo.<br />

• SOLUZIONE: applicazione <strong>di</strong> lamine in composito CFRP all'intradosso per rinforzo a flessione e<br />

placcaggio laterale me<strong>di</strong>ante piatti in acciaio.<br />

Fig. 10.36 Fig. 10.37<br />

Fig, 10.38 Fig, 10.39<br />

III - 69


Fig, 10.42<br />

Fig, 10.41<br />

III - 70<br />

Fig, 10.40


10.2 Applicazioni <strong>di</strong> materiali fibrorinforzati in vari paesi europei.<br />

10.2.1 GERMANIA:CHEMNITZ<br />

Rinforzo strutturale dei balconi <strong>di</strong> un grande e<strong>di</strong>ficio ( fig. 10.43 ) che presentavano forti problemi <strong>di</strong><br />

deformazioni con frecce rilevanti in mezzeria.<br />

L’adeguamento strutturale è stato ottenuto tramite l’applicazione <strong>di</strong> lamine in fibra <strong>di</strong> carbonio Sika<br />

Carbodur incollate sull’estradosso <strong>del</strong>le solette dei singoli balconi con Sikadur 30. in totale sono state<br />

applicate 13,5 km <strong>di</strong> lamine.<br />

Fig.10.43<br />

III - 71<br />

Fig .10.44<br />

Fig.10.45


10.2.2 SVIZZERA: WALTISWILER SPORT& IMMOBIEN FREIZEIT AG, BAAR<br />

La costruzione <strong>di</strong> un altro piano sull’e<strong>di</strong>ficio preesistente ha richiesto un rinforzo <strong>del</strong> solaio <strong>di</strong> copertura<br />

affinché potese essere a<strong>di</strong>bito a pavimento <strong>del</strong> nuovo volume.<br />

L’adeguamento è stato realizzato me<strong>di</strong>ante l’applicazione <strong>di</strong> lamine Sika CarboDur Tipo S512 incollate<br />

con Sikadur 30. Il vantaggio nell’utilizzazione <strong>di</strong> tali materiali ha permesso <strong>di</strong> superare le inevitabili<br />

complicazioni tecnologiche nella sovrapposizione dei rinforzi (figg10.47/48).<br />

Fig.10.46<br />

Fig.10.47<br />

III - 72<br />

Fig 10.48


10.2.3 SVIZZERA: MUHLEBACHSTR<br />

Trasformazione <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> appartamenti in un centro uffici con la mo<strong>di</strong>fica <strong>del</strong>lo schema strutturale<br />

me<strong>di</strong>ante l’abbattimento <strong>di</strong> alcuni muri portanti e la ri<strong>di</strong>stribuzione <strong>del</strong>le sollecitazioni sismiche e <strong>del</strong>le<br />

azioni <strong>del</strong> vento.<br />

Anche in questo caso il rinforzo strutturale è stato effettuato tramite un irrigi<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>la struttura con<br />

lamine Sika CarboDur tipo S1012 applicate ai muri <strong>di</strong> mattoni con la resina Sikadur 30.<br />

Fig 10.50<br />

Fig.10.51<br />

III - 73<br />

Fig 10.49


10.2.4 SVIZZERA: PONTE OBERRIET-MEININGEN<br />

Adeguamento strutturale <strong>del</strong> ponte ai nuovi limiti <strong>di</strong> carico. La struttura è stata rinforzata in <strong>di</strong>rezione<br />

trasversale (Figg 10.53/54) me<strong>di</strong>ante l’incollaggio <strong>di</strong> lamine Sika CarboDur tipo S812 all’estradosso <strong>del</strong>la<br />

soletta <strong>del</strong> ponte.<br />

Fig.10.53<br />

Fig 10.52<br />

III - 74<br />

Fig 10.54


10.2.5 INGHILTERRA: KINGS COLLEGE HOSPITAL<br />

Rinforzo strutturale <strong>del</strong> solaio <strong>di</strong> copertura per la realizzazione <strong>di</strong> un nuovo piano per e<strong>di</strong>fici.In un primo<br />

momento si era pensato ad un classico beton plaquè in acciaio incompatibile però sia con la lunghezza<br />

<strong>del</strong>le travi sia con il rapporto tra larghezza e spessore <strong>del</strong> piatto.<br />

L’adeguamento è stato realizzato con lamine Sika Carbodur Tipo S512 <strong>di</strong> larghezza pari a 80mm (figg2-<br />

3).La lunghezza totale <strong>del</strong>le lamine utilizzate è stato <strong>di</strong> circa 1,3 km.<br />

Fig. 10.56<br />

III - 75<br />

Fig. 10.55


10.2.6 INGHILTERRA: LINCOLN YARBOROUGH SCHOOL<br />

Le pedate <strong>del</strong>la scala realizzate in cemento prefabbricato erano state installate al contrario. Per evitare<br />

l’interruzione <strong>del</strong>le attività scolastiche si è pensato all’adeguamento strutturale me<strong>di</strong>amte l’incollaggio <strong>di</strong><br />

lamine Sika CarboDur tipo S512 nella mezzeria <strong>del</strong>l’estradosso <strong>di</strong> ogni pedata (figg 10.57/58). Tale<br />

lavoro non ha richiesto nessuna chiusura <strong>del</strong>la scuola. In totale sono stati incollati 80 metri <strong>di</strong> lamina e<br />

successivamente tutte le fessure <strong>del</strong> calcestruzzo sono state sarcite con Sikadur-52.<br />

Fig.10.59<br />

Fig. 10.57<br />

III - 76<br />

Fig.10.58


10.2.7 INGHILTERRA: ALLDERS DEPARTMENTAL STORES, CROYDON &<br />

PORTSMOUTH<br />

L’installazione <strong>di</strong> due nuove scale mobili ha richiesto la realizzazione <strong>di</strong> una nuova tromba <strong>di</strong> scale<br />

realizzabile solo me<strong>di</strong>ante taglio nel solaio preesistente. A tal uopo intorno a tale vano scala sono state<br />

realizzati dei rinforzi strutturali con l’applicazione <strong>di</strong> lamine Sika CarboDur tipo S1012 per una<br />

lunghezza complessiva <strong>di</strong> 250m.<br />

Fig.10.61<br />

Fig.10.60<br />

III - 77<br />

Fig.10.62


10.2.8 INGHILTERRA: DUDLEY PORT BRIDGE, SANDWELL<br />

Adeguamento <strong>del</strong>la capacità portante <strong>del</strong> ponte da 17 a 40 tonnellate come richiesto dal <strong>di</strong>partimento dei<br />

trasporti.<br />

Il rinforzo è stato realizzato me<strong>di</strong>ante incollaggio <strong>di</strong> lamine in fibra <strong>di</strong> carbonio Sika Carbodur tipo<br />

S1012 all’estradosso <strong>del</strong> la soletta <strong>del</strong> ponte.Dopo l’applicazione <strong>del</strong>le lamine si è provveduto al loro<br />

ricoprimento me<strong>di</strong>ante spruzzo <strong>di</strong> malta cementizia Sika top 612. In totale sono state utilizzate circa<br />

600metri <strong>di</strong> lamina.<br />

Fig.10.63<br />

Fig.10.64<br />

III - 78<br />

Fig.10.65


10.2.9 INGHILTERRA: A 413 FARM UNDERPASS, GREAT MISSENDEN, BUCKS<br />

Il ponte richiede un adeguamento a 40 tonnellate <strong>di</strong> carico come prescritto dal <strong>di</strong>partimento dei<br />

trasporti.L’intervento ha tenuto conto <strong>del</strong>lo stato conservativo <strong>del</strong>l’opera e <strong>del</strong>le originarie ipotesi<br />

progettuali. A tal fine si è provveduto alla preparazione <strong>del</strong> supporto me<strong>di</strong>ante sarcitura <strong>del</strong> calcestruzzo<br />

fessurato con le malte Sikatop 122 e iniezioni <strong>di</strong> Sikadur 52 nelle fessure. Il rinforzo è stato realizzato con<br />

lamine Sika CarboDur tipo S1012 per una lunghezza totale <strong>di</strong> 180m.<br />

Fig.10.68<br />

III - 79<br />

Fig.10.66<br />

Fig.10.67


BIBLIOGRAFIA<br />

[1] Schede tecniche Sika : Applicazioni dei prodotti Sikadur;<br />

[2] Cd Materiali compositi Sika Italia<br />

[3] www. Sika.it<br />

III - 80

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