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Il complesso nuragico di Palmavera - Sardegna Cultura

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II <strong>complesso</strong> <strong>nuragico</strong> <strong>di</strong> <strong>Palmavera</strong><br />

Gli scavi e le ricerche<br />

Nel giungere in <strong>Sardegna</strong> ad assumere la <strong>di</strong>rezione del Museo e<br />

degli Scavi <strong>di</strong> Antichità, nel febbraio del 1903, A. Taramelli si trovò<br />

a dover affrontare i molteplici problemi nei quali si <strong>di</strong>batteva<br />

l’archeologia isolana. Sotto l’aspetto tecnico-amministrativo trovò<br />

carenza <strong>di</strong> strutture e <strong>di</strong> personale per la tutela <strong>di</strong> una regione vastissima<br />

e particolarmente ricca <strong>di</strong> emergenze archeologiche; l’urgenza<br />

<strong>di</strong> sistemare in una sede museale adeguata e definitiva le Collezioni<br />

che si erano andate sempre più arricchendo nel tempo; l’esiguità<br />

delle sovvenzioni statali; la piaga dei clandestini; etc. In quanto ai<br />

problemi <strong>di</strong> natura scientifica, occorreva dare una risposta a quello<br />

che pareva allora il tema dominante dell’archeologia sarda, vale a<br />

<strong>di</strong>re la funzione e destinazione dei nuraghi.<br />

Alle <strong>di</strong>verse e spesso curiose interpretazioni formulate nel passato<br />

– case <strong>di</strong> giganti (Vidal); tombe (Madao, Peyron, Mimaut, Manno,<br />

Inghirani e Lamarmora); e<strong>di</strong>fici destinati al culto del fuoco (Arri e<br />

Angius); abitazioni (Spano); funzione polivalente (Pais); fortezze<br />

(Nissar<strong>di</strong>) – si era ora aggiunta quella autorevole del Pinza, il quale,<br />

sulla base <strong>di</strong> confronti con le tholoi micenee aveva riba<strong>di</strong>to il carattere<br />

funerario delle torri nuragiche.<br />

Per il Taramelli, «la questione relativa alla destinazione dei nuraghi,<br />

alla loro cronologia ed a quella dei materiali ad essi riferiti, come<br />

quella dei rapporti tra la civiltà da essi rappresentata con quella delle<br />

grotte artificiali, o domus de janas, non possono essere chiarite se non<br />

me<strong>di</strong>ante l’opera degli scavi».<br />

Pertanto, compiuta una prima campagna <strong>di</strong> scavi nella necropoli <strong>di</strong><br />

Anghelu Ruiu, nel 1904, ed esplorato il vicino nuraghe Sa Lattara –<br />

un monotorre ridotto a pochi filari – il Taramelli decise <strong>di</strong> scavare<br />

uno dei tanti nuraghi che sorgevano nella Nurra <strong>di</strong> Alghero «e che<br />

trovandosi in prossimità del mare poteva offrire speranza <strong>di</strong> cogliere,<br />

coi materiali in<strong>di</strong>geni, anche gli elementi <strong>di</strong> antiche importazioni».<br />

La scelta cadde sul nuraghe <strong>Palmavera</strong> perché «la posizione dominante<br />

e nel tempo stesso riparata del nuraghe, non meno che la<br />

gran<strong>di</strong>osità dei suoi resti, e la relativa opportunità <strong>di</strong> accedervi dalla<br />

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