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日本 NOTIZIE& ANALISISULMERCATOGIAPPONESE - Ice

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NOTIZIE & ANALISI<br />

DAIMARU APRE A SAPPORO<br />

Daimaru ha aperto il suo primo nuovo<br />

department store di grandi dimensioni<br />

in 20 anni. Il grande magazzino di<br />

45.000 mq a Sapporo è stato inaugurato<br />

i primi di marzo ed è il locatario<br />

più importante della JR Tower, un altro<br />

degli edifici sviluppati intorno alle<br />

stazioni della JR (Japan Railways). I<br />

magazzini di Daimaru sono un tipico<br />

department store, con marche di lusso<br />

e shop-in-shop dai generi alimentari<br />

all’abbigliamento. Il target di vendite<br />

per il primo anno è di 35 miliardi di<br />

yen. Il grande magazzino sarà gestito<br />

secondo lo stile tradizionale dei<br />

department store, provvedendo alla<br />

fornitura di gran parte dei prodotti<br />

direttamente e gestendo il lavoro<br />

amministrativo sul posto.<br />

Il nuovo grande magazzino dovrà<br />

affrontare l’aspra concorrenza del<br />

grande magazzino Marui Imai locale,<br />

la cui popolarità è in crescita, e quella<br />

di Mitsukoshi, più forte dopo la<br />

ristrutturazione. L’edificio vanta una<br />

superficie di vendita complessiva di<br />

75.000 mq.<br />

SAMANTHA THAVASA APRE DUE<br />

NUOVI PUNTI VENDITA<br />

Samantha Thavasa, marca di borse<br />

giapponese che riscuote grande successo,<br />

ha aperto due nuovi negozi<br />

a Tokyo entrambi a Daikanyama.<br />

Tuttavia, come succede spesso con<br />

Samantha Thavasa, i nomi dei negozi<br />

sono diversi per rispecchiare le varie<br />

sottomarche di questa celebre griffe.<br />

Il primo negozio si estende su una<br />

superficie di 33 mq sotto l’insegna<br />

Violet Hangar, mentre l’altro è un<br />

piccolo punto vendita di 20 mq per<br />

la popolare linea Samantha Vega. Il<br />

negozio Violet Hangar comprende una<br />

gamma limitata di capi estivi che va a<br />

completare la linea principale di borse<br />

e accessori.<br />

COACH OFFRE PRODOTTI ESCLU-<br />

SIVI A SHIBUYA<br />

In occasione dell’inaugurazione -<br />

avvenuta il 16 aprile - di un suo nuovo<br />

punto vendita di 670 mq, Coach ha<br />

offerto, in esclusiva per quel negozio,<br />

una serie di borse e accessori in<br />

edizione limitata. La linea presenta un<br />

motivo a margherita in colori brillanti,<br />

consoni all’umore e al grande fermento<br />

di consumatori che caratterizzano<br />

la zona di Shibuya.<br />

Italian Trade Commission Tokyo<br />

Kosugi Sangyo è il tipico esempio di<br />

produttore/grossista tradizionale di abbigliamento<br />

che stenta ad affermarsi nel nuovo<br />

mondo della distribuzione moderna della<br />

moda. Essendosi lasciata sfuggire l’occasione<br />

di allontanarsi dalla distribuzione basata<br />

sul conto deposito e dall’impatto della concorrenza<br />

delle catene SPA (Specialty Store<br />

Retailer of Private label Apparel) e dei marchi<br />

internazionali, la società si ritrova oberata<br />

da una serie di marche poco redditizie e da<br />

un eccesso di ancor più scadenti (e costosi)<br />

quadri medi. Ma il problema peggiore è<br />

quello che attanaglia, del resto, molti grossisti<br />

tradizionali: l’enorme cumulo di giacenze<br />

invendute e invendibili.<br />

Kosugi ha sperimentato non poche strategie<br />

per uscire da questo buco nero, fra<br />

cui anche la firma di accordi con marchi<br />

internazionali nella speranza di potersi trasformare<br />

in dettagliante. Nel 1999 ha siglato<br />

un accordo con il rivenditore britannico<br />

Warehouse, con la condizione che Warehouse<br />

gestisse tutto il merchandising dei negozi.<br />

Fortunatamente per Kosugi, subito dopo la<br />

firma del contratto, la Sears, la società madre<br />

di Warehouse, è stata venduta alla concorrente<br />

Arcadia. Nel tentativo di aumentare<br />

il corso delle sue azioni, Arcadia ha ridotto<br />

il personale Warehouse, compreso il team<br />

di merchandising. I due negozi Warehouse<br />

nipponici si sono barcamenati per un po’,<br />

ma infine hanno chiuso i battenti nell’estate<br />

del 2002. Kosugi ha anche siglato un accordo<br />

con US Federated Stores per il marchio Inc,<br />

ma anche questo espediente si è dimostrato<br />

fallimentare.<br />

La società ha persino provato a trasformarsi<br />

in dettagliante SPA ma senza successo,<br />

ritrovandosi con un numero di giacenze di cui<br />

liberarsi persino maggiore.<br />

Infine, Kosugi ha dovuto affrontare il<br />

problema senza mezzi termini e ha deciso<br />

di licenziare alcuni dei suoi dirigenti meno<br />

indispensabili. Il numero dei dipendenti sarà<br />

decurtato del 20% entro il prossimo anno,<br />

sebbene - altro esempio di pratica consolidata<br />

- molti saranno semplicemente trasferiti dal<br />

libro paga della società madre alle consociate<br />

e affiliate. Kosugi sostiene che questa misura<br />

ridurrà di 600 milioni di yen l’anno il costo<br />

dei salari.<br />

Allo stesso tempo, Kosugi comincerà a<br />

liquidare i suoi beni patrimoniali. Primo<br />

nell’elenco, un vecchio stabilimento di produzione<br />

a Tokyo, dalla cui vendita Kosugi spera<br />

di ridurre della metà il suo debito finanziario<br />

– un calcolo ottimistico dato l’attuale stato<br />

Pagina 10<br />

Kosugi Sangyo taglia marche e personale<br />

Kosugi Sangyo è uno dei tradizionali produttori/grossisti di abbigliamento in Giappone e<br />

un ottimo esempio di società sopravvissuta interamente grazie alla beneficenza delle sue<br />

banche. In qualunque altro mercato, la sua incapacità di adattamento e la sua montagna<br />

di giacenze l’avrebbero fatta affondare già da anni.<br />

del valore della proprietà in quella zona di<br />

Tokyo. Attualmente, il debito finanziario di<br />

Kosugi ammonta a quasi 10 miliardi di yen.<br />

La società, inoltre, prevede anche di tagliare i<br />

costi promozionali ed altre spese amministrative<br />

e sulle vendite di 1,5 miliardi di yen entro<br />

i prossimi tre anni.<br />

Ma la cosa più importante in assoluto<br />

è che Kosugi affronterà finalmente la sua<br />

paura di perdere la faccia e di eliminare<br />

alcune marche. Nell’ottobre dello scorso<br />

anno, Kosugi annoverava ben 36 marche nel<br />

mercato, più del 40% delle quali saranno eliminate,<br />

lasciando, comunque, la società con<br />

un ragguardevole portafoglio di 21 marche<br />

entro la fine dell’anno. Kosugi aveva già<br />

perso Givenchy Golf e Benetton underwear,<br />

e lo scorso mese hanno preso il volo anche<br />

Ashworth e Mr. Junko.<br />

Kosugi ha registrato un altro bilancio in<br />

rosso, per il sesto anno consecutivo. Nonostante<br />

speri di ritornare in attivo il prossimo<br />

anno - e lo abbia anche promesso alla Mizuho,<br />

la sua banca principale - è improbabile che<br />

ciò si verifichi data la scarsa performance dei<br />

marchi. Anche se la società vede migliorare le<br />

sue operazioni attuali, rimane il problema di<br />

che cosa fare di tutte le giacenze.<br />

Mizuho, in seguito ad un accordo analogo<br />

con Seibu, continuerà a fare affluire denaro<br />

all’interno dell’azienda. Siamo di fronte ad<br />

una situazione economica che farà sicuramente<br />

invidia a molti produttori esteri che<br />

leggeranno questo articolo. Per risollevare<br />

le sorti della società, Kosugi avrà a disposizione<br />

fondi da investire in quelle che definisce<br />

“marche strategiche” e riorganizzerà<br />

la società in unità di marche distinte, tralasciando<br />

di considerare come base i canali di<br />

vendita. Un marchio importante destinato a<br />

contribuire notevolmente alla crescita delle<br />

vendite e degli utili della società è la griffe<br />

britannica di abbigliamento maschile Austin<br />

Reed. Kosugi arruolerà un piccolo esercito<br />

di consulenti esterni per anticipare le attuali<br />

tendenze della moda, ponendo il problema di<br />

quale sarà il ruolo dei restanti 420 dipendenti<br />

di Kosugi.<br />

Per l’anno che si concluderà nel gennaio<br />

2006, data finale del piano triennale, Kosugi<br />

prevede vendite per 38 miliardi di yen e<br />

utili al lordo delle imposte per 1,5 miliardi.<br />

Per l’anno che si è concluso a fine gennaio<br />

2002, le vendite su base non consolidata, si<br />

sono attestate su 44,3 miliardi di yen, in calo<br />

rispetto ai 50 miliardi del 2000, generando<br />

una perdita netta di 3,1 miliardi di yen.

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