NEL THEATRUM URBIUM ITALICARUM Maria Paola MARABOTTO
NEL THEATRUM URBIUM ITALICARUM Maria Paola MARABOTTO
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IN VIAGGIO PER CONOSCERE, RAPPRESENTARE E CONSERVARE<br />
RITRATTI DI CITTA’ <strong>NEL</strong> <strong>THEATRUM</strong> <strong>URBIUM</strong> <strong>ITALICARUM</strong><br />
<strong>Maria</strong> <strong>Paola</strong> <strong>MARABOTTO</strong><br />
ASTRA, Facoltà di Architettura di Siracusa, Università di Catania, Italia<br />
Email mp.marabotto@isiline.it<br />
Abstract<br />
The images that were disseminated through the publication of Theatrum from the end of the sixteenth<br />
century until the seventeenth century, convey the reality of urban design which over time have been<br />
shaped by man and the various events have occurred.<br />
The overlap between the evidence of the past, memories and traditions, that identity are the places<br />
that a careful reading of the iconography and historical knowledge can lead us to deepen in the<br />
knowledge that the preservation of our cultural heritage, architectural and environmental changes also<br />
through its representation.<br />
The study investigated and analyzed the volume of Peter Bertello Theatrum Urbium Italicarum<br />
published in Venice in 1599, in which are collected fifty-engraved images of Italian cities preceded by<br />
a description written in the form of a brief report. The urban representations, made a bird's eye, in the<br />
category urban iconography which has as its purpose the "portrait of the city" and where the primary<br />
purpose is to "celebrate" the city itself. For this reason the city has seen in its entirety and fully<br />
extended, are chosen so privileged points of view that can make the forma urbis in all its dramatic<br />
potential.<br />
The urban iconography, as well as mapping, is intended to be a part of the territory in order to know<br />
the form, structure and organization man. This is an extraordinary tool for analyzing the existing useful<br />
in any field of human activity, from planning to architecture, which expresses how projects will also<br />
provide for modification of the real space at any scale.<br />
Parole chiave: iconografia, analisi, vedute urbane, rappresentazioni, fortificazioni.<br />
Le immagini di città diffuse attraverso la pubblicazione dei Theatrum a partire dalla fine del<br />
Cinquecento fino a tutto il Seicento, trasmettono il disegno di realtà urbane che nel tempo sono state<br />
plasmate dalla mano dell’uomo e dai diversi eventi succedutesi.<br />
Il sovrapporsi delle testimonianze del passato, di memorie e tradizioni, costituiscono quell’identità dei<br />
luoghi che l’attenta lettura dell’iconografia storica può condurci a conoscere e ad approfondire, nella<br />
consapevolezza che la salvaguardia del nostro patrimonio culturale, architettonico ed ambientale<br />
passa anche attraverso la sua rappresentazione.<br />
La ricerca ha studiato ed analizzato il volume di Pietro Bertello Theatrum Urbium Italicarum, edito a<br />
Venezia nel 1599, nel quale sono raccolte cinquantotto immagini incise di città italiane precedute da<br />
una descrizione scritta in forma di breve relazione. La pubblicazione può essere inserita fra le guide di<br />
viaggio che si diffusero ampiamente tra fine Cinquecento e inizio Seicento grazie alla loro ridotta<br />
dimensione ed al loro senso pratico esaltato dal susseguirsi di relazioni scritte ed illustrazioni. Qui la<br />
parola scritta non è a commento, ma a completamento dell’immagine visiva; mediante una serie di<br />
dettagliate notizie che spaziano dai dati geografici alle vicende storiche, da cenni sul paesaggio,<br />
clima, colture, prodotti, risorse, alle notizie su edifici, monumenti, chiese, conventi, si fornisce a chi<br />
legge un ampio panorama delle città rappresentate. Attraverso questo nuovo tipo di opera editoriale<br />
viene diffusa la visualizzazione del territorio abitato come ausilio ottimale alla comprensione e<br />
conoscenza di luoghi ancora sconosciuti. Il connubio fra dato visivo e testo scritto fornisce al lettore, o<br />
al viaggiatore, gli elementi sufficienti a condurlo ad una più concreta ed approfondita conoscenza del<br />
territorio e delle realtà urbane.<br />
Si preferiscono in questi volumi di piccolo formato soprattutto le vedute urbane; è questo il caso<br />
dell’opera oggetto di studio in cui le cinquantotto rappresentazioni sono tutti ritratti di città realizzati a<br />
1
volo d’uccello. Questi rientrano nella categoria dell’iconografia urbana la quale ha come scopo il<br />
“ritratto della città” ed in cui il fine prioritario è quello di “celebrare” la città stessa. Per questo motivo è<br />
necessario che la città sia colta nella sua massima estensione ed interezza, per cui vengono scelti<br />
punti di vista privilegiati capaci di rendere la forma urbis in tutte le sue spettacolari potenzialità. Mentre<br />
nella veduta prospettica si ritraeva, privilegiandola, la vista esterna della città più significativa ed<br />
emblematica, la veduta a volo d’uccello è realizzata con un punto di vista immaginario, posto in alto<br />
nel cielo, in modo da riprendere il sistema morfologico in cui si colloca la città. In questo caso l’autore<br />
si serve di una pianta che ruota per esigenze grafiche di impaginazione o per dare risalto a privilegiati<br />
topoi. Su di essa costruisce in assonometria ortogonale (isometrica, dimetrica o trimetrica) o in<br />
assonometria obliqua (alla “militare”, alla “cavaliera”) ogni edificio e, in forma pseudo-prospettica, la<br />
morfologia circostante. Spesso le emergenze architettoniche civili o religiose sono disegnate fuori<br />
scala. La veduta a volo d’uccello viene usualmente indicata come decriptio, prospectus, icnografia e<br />
analoghe varianti.<br />
Mentre la veduta prospettica è realizzabile con una osservazione ad vivum della città, spesso sorretta<br />
dall’uso di una adeguata strumentazione, la veduta a volo d’uccello non è l’esito di una esperienza<br />
visiva reale. Essa spesso si configura come un’alterazione della struttura urbana, ottenuta attraverso<br />
un procedura geometrica che si ottiene percettivamente attraverso la simulazione del volo che non<br />
aveva, a quel tempo, riscontro reale. Infatti, fino all’invenzione dei palloni aereostatici nel XIX secolo, i<br />
punti di osservazione più alti disponibili erano i campanili o le colline più alte che circondavano molte<br />
città e di cui si avvalevano disegnatori, pittori e topografi. La veduta a volo d’uccello era spesso<br />
realizzata come un’assonometria scorciata prospetticamente, una rappresentazione che esercitava<br />
grande fascino sull’osservatore e che per questo si impose come il genere di rappresentazione più in<br />
voga per le immagini urbane. L’espediente del punto di vista molto alto offre infatti la possibilità di<br />
ricreare lo spazio urbano in modo che risulti percorribile e riconoscibile in ogni sua parte. Ed era<br />
questa la caratteristica principale che doveva fornire una pubblicazione come quella analizzata in<br />
questa sede.<br />
Il volume oggetto di studio, consultato presso la Biblioteca Reale di Torino, è un libro inciso, stampato<br />
in bianco e nero, dal titolo Theatrum Urbium Italicarum di Pietro Bertello, la cui prima edizione,<br />
stampata a Venezia, risale al 1599 e che fu ripubblicato con l’aggiunta di nuove città nel 1616 e nel<br />
1629.<br />
Fig. 1: Copertina del volume di Pietro Bertello, Theatrum Urbium Italicarum, 1599. Torino, Biblioteca Reale<br />
[P.15.(29)].<br />
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Fig. 2: Frontespizio del Theatrum Urbium Italicarum, di Pietro Bertello, 1599. Torino, Biblioteca Reale [P.15.(29)].<br />
La prima edizione, in latino, illustra, con cinquantotto immagini, le città d’Italia; sono disegnate le mura<br />
con le varie porte ed, all’interno di queste, i vari isolati con il susseguirsi di edifici l’uno uguale all’altro,<br />
mentre si distinguono le emergenze architettoniche più rilevanti. Figurano poi gli elementi geografici<br />
del terreno – i fiumi, il mare, i colli o le montagne – mentre il paesaggio agreste è rappresentato con<br />
piccoli tratti a raffigurare le file di alberi e linee continue ad indicazione di percorsi e strade di<br />
collegamento. Nell’immagine della città di Roma qui rappresentata si distinguono, all’interno delle<br />
mura, il Colosseo, il Colle del Campidoglio, il Pantheon e alcuni obelischi nelle diverse piazze romane;<br />
fuori le mura, nella campagna, tracce di un antico acquedotto romano. Nella veduta di Napoli, ripresa<br />
dal mare, gli isolati disegnano la trama viaria del centro storico e sono rappresentati in assonometria<br />
“alla militare”. Si distinguono Castel Sant’Elmo, Castel Nuovo di fronte al porto e le fortificazioni della<br />
città che separano il centro abitato della campagna circostante qui illustrata con una ricca<br />
vegetazione. Altra rappresentazione presente nel volume è quella di Catania dove la maestosità<br />
dell’Etna si erge sulla città che si affaccia sul mare. In primo piano il porto con Porta della Marina e le<br />
fortificazioni con i rivellini. Sono riportate in questa raffigurazione, oltre a Porta della Marina, i nomi<br />
delle altre sei porte cittadine. Il volume raccoglie anche una veduta della città di Torino rappresentata<br />
con, in primo piano, il fiume Po ed il castello medievale, quindi vista da est. La città raffigurata è quella<br />
romana, pressoché quadra, cinta da mura e lottizzata a scacchiera; sono presenti le quattro porte ed<br />
in alto a sinistra, la Cittadella. Lo sviluppo delle mura e degli isolati, la trama viaria, i monumenti<br />
architettonici più importanti, rispettano quello che è il loro reale andamento che si riscontrerà nei<br />
disegni militari successivi e nella pianta della città di Torino presente nel Theatrum Sabaudiae<br />
ottant’anni più tardi. Il metodo di rappresentazione utilizzato è quello del disegno della pianta e del<br />
successivo innalzamento delle altezze dei fabbricati e dei vari isolati disegnando con le regole<br />
dell’assonometria militare i volumi schematici degli edifici.<br />
In queste rappresentazioni a volo d’uccello si contrappongono i vuoi ed i pieni della trama urbana, si<br />
leggono gli ambiti di relazione sui quali si affacciano gli edifici principali, di rappresentanza che<br />
godono di condizioni privilegiate. Il primo fattore che emerge è la sagoma urbana all’interno della<br />
quale ogni elemento presente contribuisce alla formazione di un paesaggio unico ed irripetibile.<br />
Il libro ha avuto due successive edizioni, stampate entrambe in italiano anziché in latino, con il titolo<br />
Theatro delle città d’Italia. La prima, edita a Vicenza nel 1616, contiene 67 incisioni in bianco e nero,<br />
nove in più della prima edizione e le rappresentazioni sono le stesse dell’edizione precedente.<br />
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Fig. 3: Rappresentazione della città di Napoli in assonometria “alla militare”. Theatrum Urbium Italicarum, Venezia<br />
1599. Torino, Biblioteca Reale.<br />
Fig. 4: Roma. Veduta assonometrica. Theatrum Urbium Italicarum, Venezia 1599. Torino, Biblioteca Reale.<br />
4
Fig. 5: Catania e l’Etna in una veduta assonometrica. Theatrum Urbium Italicarum, Venezia 1599. Torino,<br />
Biblioteca Reale.<br />
Il volume del 1629, stampato a Padova, contiene 75 illustrazioni e relazioni. Rispetto all’edizione<br />
precedente, al fondo, è aggiunta una parte dal titolo Aggiunta al Theatro delle città d’Italia che<br />
comprende dieci nuove vedute con il relativo testo di descrizione. Sono state aggiunte le seguenti<br />
città: Ravenna, Faenza, Cesena, Imola, Modena, Fossombrone, Ascoli, Cividal di Belluno, Asti,<br />
Vercelli. Le città piemontesi di Asti e Vercelli qui delineate raffigurano in entrambi i casi la cinta<br />
muraria fortificata, il castello, la Cittadella, le porte cittadine ed alcuni edifici religiosi importanti che<br />
emergono dalla trama urbana regolare degli isolati. Le rappresentazioni, anche in questo caso, sono<br />
di tipo militare: partendo da una pianta più o meno precisa degli isolati si è provveduto ad alzare le<br />
altezze di ogni singolo edificio.<br />
L’iconografia urbana, così come la cartografia, ha lo scopo di rappresentare una parte del territorio al<br />
fine di conoscerne forma, struttura e organizzazione antropica. E’ questo uno straordinario strumento<br />
di analisi dell’esistente utile in ogni campo dell’azione umana, dalla pianificazione all’architettura, che<br />
sa esprimere inoltre forme di progettualità come volontà di modificazione dello spazio reale ad ogni<br />
scala.<br />
Ogni immagine qui analizzata, anche se concepita con finalità diverse, esprime insieme il presente ed<br />
il passato: il presente con la sua estensione ordinata e l’inserimento nel paesaggio circostante, il<br />
passato con la leggibile presenza delle emergenze architettoniche. Riuscendo nello stesso tempo a<br />
rendere il senso tridimensionale della percezione. Inoltre nel caso di queste illustrazioni, non sempre<br />
di buona qualità, destinate ad un pubblico poco esigente ma diversificato, gli incisori del periodo<br />
sentono la necessità di coniugare la rigorosità topografica con la visione degli spazi, preferendo lo<br />
sguardo rispetto al dato scientifico. Il risultato sono rappresentazioni in cui gli elementi disegnati si<br />
avvicinano sufficientemente alla realtà, ma che assumono principalmente uno scopo evocativo e<br />
simbolico.<br />
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Fig.6: Rappresentazione in assonometria militare della città di Torino. Theatrum Urbium Italicarum, Venezia 1599.<br />
Torino, Biblioteca Reale.<br />
Fig.7: Relazione che accompagna la rappresentazione di Torino. Theatrum Urbium Italicarum, Venezia 1599.<br />
Torino, Biblioteca Reale.<br />
6
Fig.8: Tavola della città di Asti aggiunta nell’edizione del 1629.Theatro delle città d’Italia, Padova, 1629. Torino,<br />
Biblioteca Reale [P.15. (46)].<br />
Fig.9: Tavola della città di Vercelli aggiunta nell’edizione del 1629.Theatro delle città d’Italia, Padova, 1629.<br />
Torino, Biblioteca Reale.<br />
7
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Riferimenti bibliografici<br />
BERTELLI, Pietro, Theatrum Urbium Italicarum, Venezia, 1599.<br />
BERTELLI, Pietro, Theatro delle città d’Italia, Stamparia di Domenico Amadio Libraro all’Ancora,<br />
Vicenza, 1616.<br />
BERTELLI, Francesco, Theatro delle città d’Italia, Stamparia di Giosetto, & Fratelli Sardi, Padova,<br />
1629.<br />
TUNZI, Pasquale, Spazio reale, spazio immaginato. Il teatro urbano del Seicento italiano nelle stampe<br />
di piccolo formato, in Ikhnos Analisi grafica e storia della rappresentazione, Siracusa, Lombardi<br />
Editori, 2007, pp. 43-68.<br />
<strong>MARABOTTO</strong>, <strong>Maria</strong> <strong>Paola</strong>, L’arte del descrivere. Disegni ed incisioni nel Theatrum Statuum<br />
Sabaudiae Ducis, Tesi di Dottorato di Ricerca in Teoria e Storia della Rappresentazione, Università di<br />
Catania, Facoltà di Architettura di Siracusa, ciclo XXIII, dicembre 2010.