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Chiarimento su equazioni di chiusura.

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Note <strong>su</strong>ll’uso dell’equazione <strong>di</strong> chiu<strong>su</strong>ra<br />

Pierangelo Masarati<br />

29 ottobre 2011<br />

L’equazione <strong>di</strong> chiu<strong>su</strong>ra si usa per determinare relazioni algebriche che<br />

esprimono le variabili cinematiche <strong>di</strong>pendenti, y, in funzione <strong>di</strong> quelle in<strong>di</strong>pendenti,<br />

q,<br />

Il proce<strong>di</strong>mento si applica in cascata:<br />

y = y(q,t). (1)<br />

1. dall’equazione vera e propria si ricavano le relazioni che legano le<br />

variabili <strong>di</strong>pendenti a quelle in<strong>di</strong>pendenti, ovvero la (1);<br />

2. dalla derivata prima dell’equazione si ricavano le relazioni che legano<br />

le derivate prime delle variabili <strong>di</strong>pendenti alle derivate prime <strong>di</strong> quelle<br />

in<strong>di</strong>pendenti,<br />

˙y = ∂y<br />

∂q<br />

∂y<br />

˙q + ; (2)<br />

∂t<br />

3. dalla derivata seconda dell’equazione si ricavano le relazioni che legano<br />

le derivate seconde delle variabili <strong>di</strong>pendenti alle derivate seconde <strong>di</strong><br />

quelle in<strong>di</strong>pendenti,<br />

¨y = ∂y<br />

∂q ¨q +2 ∂2 y<br />

∂t∂q ˙q + ∂2 y<br />

∂t 2;<br />

4. il proce<strong>di</strong>mento potrebbe essere ripetuto all’infinito, se necessario; tuttavia,<br />

per la scrittura delle <strong>equazioni</strong> del modo raramente occorrono<br />

derivate delle variabili cinematiche <strong>su</strong>periori alla seconda;<br />

5. all’occorrenza, dalla perturbazione dell’equazione si ricava la relazione<br />

che lega la variazione virtuale delle variabili <strong>di</strong>pendenti alla variazione<br />

virtuale delle variabili in<strong>di</strong>pendenti,<br />

(3)<br />

δy = ∂y<br />

δq. (4)<br />

∂q<br />

1


Le relazioni che legano le variabili sono spesso implicite: la (1) in genere<br />

è scritta nella forma<br />

ϕ(y,q,t) = 0. (5)<br />

La loro esplicitazione può non essere banale e, in casi estremi, può non essere<br />

possibile per via analitica. Nel laboratorio #1 è stata affrontata la soluzione<br />

<strong>di</strong> un problema cinematico per via numerica. Nel Capitolo 4 delle <strong>di</strong>spense<br />

viene presentata l’analisi cinematica del manovellismo or<strong>di</strong>nario considerando<br />

sia l’angolo <strong>di</strong> manovella che alternativamente lo spostamento del pistone<br />

come variabili in<strong>di</strong>pendenti; in entrambi i casi era possibile determinare una<br />

soluzione analitica, ma mentre nel secondo caso questa era relativamente<br />

agevole, nel secondo si otteneva un’espressione trascendente non facilmente<br />

manipolabile.<br />

Tuttavia, questo non ha un impatto particolarmente gravoso <strong>su</strong>ll’analisi<br />

cinematica: la relazione tra le derivate prime delle variabili si ottiene come<br />

nelcasoprecedentedalladerivataprimadell’equazionealgebricachedescrive<br />

la cinematica,<br />

da cui, nell’ipotesi che ∂ϕ/∂y = 0, si ricava<br />

∂ϕ ∂ϕ ∂ϕ<br />

˙y + ˙q + = 0, (6)<br />

∂y ∂q ∂t<br />

−1 ∂ϕ ∂ϕ<br />

˙y = −<br />

∂y ∂q<br />

<br />

∂y<br />

∂q<br />

˙q −<br />

−1 ∂ϕ ∂ϕ<br />

, (7)<br />

∂y ∂t<br />

ovvero una espressione sostanzialmente analoga alla (2).<br />

Similmente, dalla derivata seconda dell’equazione algebrica che descrive<br />

la cinematica, si ottiene<br />

∂ϕ ∂ϕ<br />

¨y +<br />

∂y ∂q ¨q + ∂2ϕ ∂y2 ˙y2 + ∂2ϕ ∂q2 ˙q2 + ∂2ϕ ∂t2 +2 ∂2ϕ ∂y∂q ˙y˙q +2 ∂2ϕ ∂y∂t ˙y +2 ∂2ϕ ˙q = 0,<br />

∂q∂t<br />

(8)<br />

che può essere riscritta come<br />

−1 ∂ϕ ∂ϕ<br />

¨y = −<br />

∂y ∂q<br />

<br />

∂y<br />

∂q<br />

2<br />

¨q +β(˙q,t), (9)


con ovvio significato <strong>di</strong> β, ovvero un’espressione sostanzialmente analoga<br />

alla (3).<br />

Infine, me<strong>di</strong>ante perturbazione dell’equazione algebrica che descrive la<br />

cinematica si ricava<br />

da cui<br />

δϕ = ∂ϕ<br />

∂y<br />

∂ϕ<br />

δy + δq = 0, (10)<br />

∂q<br />

−1 ∂ϕ ∂ϕ<br />

δy = −<br />

∂y ∂q<br />

<br />

∂y<br />

∂q<br />

δq, (11)<br />

ovvero un’espressione sostanzialmente analoga alla (4).<br />

Per la scrittura delle <strong>equazioni</strong> del moto ciò che conta è essere in grado<br />

<strong>di</strong> scrivere le forze <strong>di</strong>pendenti dalla configurazione (ad esempio le forze elastiche,<br />

viscose e <strong>di</strong> inerzia) o le quantità necessarie alla determinazione delle<br />

<strong>equazioni</strong> del moto (ad esempio l’energia cinetica, <strong>di</strong>pendente al più dalla<br />

derivata prima delle variabili cinematiche, e l’energia potenziale, <strong>di</strong>pendente<br />

al più dalle variabili cinematiche stesse) in funzione delle sole coor<strong>di</strong>nate<br />

libere q ed eventualmente delle loro derivate.<br />

In questo senso, non è in<strong>di</strong>spensabile scrivere la cinematica nella forma<br />

espressa dalla (1), ovvero y = y(q,t), ma basta saper scrivere una relazione<br />

del tipo della (5), ovvero ϕ(y,q,t), eventualmente da risolvere per via numerica,<br />

seguita da relazioni <strong>di</strong>fferenziali quali la (2) e, solo se necessario,<br />

la (3) e la (4). Queste ultime, come visto, possono essere ricavate in<strong>di</strong>fferentemente<br />

sia a partire dalle derivate della (1) che dalle derivate della (5) al<br />

più me<strong>di</strong>ante la soluzione <strong>di</strong> un semplice problema lineare.<br />

In tutti i casi, è fondamentale calcolare il fattore <strong>di</strong> scala tra le variazioni<br />

delle variabili in<strong>di</strong>pendenti e <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong>pendenti, ∂y/∂q, <strong>di</strong>pendente al più<br />

da q e dal tempo, t.<br />

Nella soluzione <strong>di</strong> un esercizio, quin<strong>di</strong>, spesso non è in<strong>di</strong>spensabile esplicitare<br />

la <strong>di</strong>pendenza tra y e q (a meno che tale operazione non sia banale);<br />

una volta accertatisi <strong>di</strong> aver scritto correttamente le <strong>equazioni</strong> algebriche del<br />

tipo della (5) conviene concentrarsi <strong>su</strong>lla loro derivazione ed eventualmente<br />

<strong>su</strong>lla scrittura del fattore <strong>di</strong> scala ∂y/∂q.<br />

3


Esempio: manovellismo or<strong>di</strong>nario<br />

Si consideri, a titolo <strong>di</strong> esempio, la scrittura dell’equazione del moto del<br />

manovellismo or<strong>di</strong>nario centrato illustrata nel Capitolo 4 delle <strong>di</strong>spense,<br />

utilizzando il formalismo delle <strong>equazioni</strong> <strong>di</strong> Lagrange del II o tipo.<br />

L’energia cinetica è<br />

Il lavoro delle forze esterne è<br />

Ec = 1<br />

2 Jm ˙α 2 + 1<br />

2<br />

mc˙c 2<br />

(12)<br />

δL = δαC −δcf (13)<br />

La relazione tra lo spostamento del pistone c e l’angolo <strong>di</strong> manovella è noto<br />

dall’equazione <strong>di</strong> chiu<strong>su</strong>ra; in particolare, si ha<br />

Applicando il formalismo <strong>di</strong> Lagrange si ottiene<br />

Ne ri<strong>su</strong>lta l’equazione del moto<br />

˙c = ∂c<br />

˙α<br />

∂α<br />

(14a)<br />

δc = ∂c<br />

δα.<br />

∂α<br />

(14b)<br />

∂Ec<br />

∂ ˙α = Jm ˙α+mc˙c ∂c<br />

<br />

∂α<br />

d ∂Ec ∂c ∂˙c<br />

= Jm¨α+mc ¨c+mc˙c<br />

dt ∂ ˙α ∂α ∂α<br />

∂Ec ∂˙c<br />

= mc˙c<br />

∂α ∂α<br />

Qα = C −f ∂c<br />

∂α<br />

(15a)<br />

(15b)<br />

(15c)<br />

(15d)<br />

∂c ∂c<br />

Jm¨α+mc ¨c = C −f . (16)<br />

∂α ∂α<br />

Dalla descrizione della cinematica è possibile ricavare le espressioni <strong>di</strong> ∂c<br />

∂α e<br />

¨c (quest’ultima deve essere lineare in ¨α). Tuttavia, ai fini dello svolgimento<br />

dell’esercizio, questa sostituzione non è in<strong>di</strong>spensabile, purché si spieghi<br />

che le grandezze non esplicitate sono note, in<strong>di</strong>cando da quali <strong>equazioni</strong> si<br />

ricavano.<br />

4

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