DON BOSCO
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Oggi la parola è una componente inflazionata<br />
del nostro esistere, diventa sempre<br />
più grigia e insignificante e si trasforma in<br />
quella sorta di melassa che è la chiacchiera.<br />
Consideriamola con attenzione partendo da<br />
due riferimenti:<br />
— Nel capitolo XVIII del Libro della Sapienza<br />
irrompe una parola, guerriero, che non consola,<br />
ma anzi addirittura fa paura e reca con sé un sapore<br />
di morte: è la parola del giudizio. All’interno<br />
della Bibbia spesso la parola non è dolce<br />
come il miele o come la pioggia che feconda<br />
la terra facendola sbocciare, ma – come dice<br />
Geremia – è simile a un martello che spacca la<br />
roccia, a un fuoco ardente che consuma le ossa<br />
(chi non ricorda l’urlo di Giobbe?!).<br />
— Paul Celan,<br />
un ebreo tedesco<br />
nato nel 1920 e<br />
morto suicida a<br />
cinquant’anni,<br />
vide tutta la sua<br />
famiglia trasformarsiinesorabilmente<br />
in fumo<br />
nei forni crematori<br />
di Hitler.<br />
Non fu capace di<br />
Paul Celan<br />
superare la grande<br />
crisi del sopravvissuto e ci ha lasciato delle<br />
poesie molto “forti”, i cui versi si collegano<br />
a quelli precedenti della Sapienza: “Scese,<br />
scese, scese una parola. Scese attraverso la<br />
notte. Volle risplendere. Volle risplendere. Fu<br />
spenta”.<br />
Editoriale<br />
Il logos<br />
forza della comunicazione<br />
Dunque, la luce scese fra le tenebre, ma esse<br />
non l’hanno accolta (però, è possibile un’altra<br />
traduzione, positiva, secondo cui le tenebre<br />
non sono state capaci di vincere la luce).<br />
All’interno di molte religioni – tra cui la nostra<br />
ebraico-cristiana – la parola è prima di<br />
tutto un evento ontologico, cioè che genera<br />
l’essere. Da questo punto di vista, la Bibbia è<br />
significativa, perché inizia proprio con la creazione<br />
che nella cultura orientale (ad esempio,<br />
nelle grandi mitologìe mesopotamiche)<br />
era rappresentata con una lotta incredibile<br />
tra il dio del bene contro il dio del male;<br />
quest’ultimo veniva soppresso dal dio del<br />
bene il quale – come diceva un mito babilonese<br />
– dall’occipite della divinità uccisa costruiva<br />
il mondo e dal sangue di uno degli dei<br />
nemici creava l’uomo, plasmato, impastato<br />
con la polvere della terra. Al proposito, la<br />
visione della Bibbia è molto diversa, perché<br />
in essa la creazione rappresenta la forza della<br />
parola divina: “Dio disse: sia la luce – e la<br />
luce fu”. In questo caso, nessuna lotta.