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di Alfonsina Russo Introduzione L'Enotria è un vasto comparto ...

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CONSIGLIO REGIONALE<br />

DI BASILICATA<br />

SCHEDE DI<br />

DOCUMENTAZIONE<br />

UFFICIO DEL<br />

SISTEMA INFORMATIVO<br />

L’ENOTRIA<br />

<strong>di</strong> <strong>Alfonsina</strong> <strong>Russo</strong><br />

L’età arcaica<br />

<strong>Introduzione</strong><br />

L’Enotria <strong>è</strong> <strong>un</strong> <strong>vasto</strong> <strong>comparto</strong> territoriale compreso tra il Mare Ionio, con le colonie greche <strong>di</strong> Siris,<br />

Sibari e Metaponto, e il Mare Tirreno, con la città achea <strong>di</strong> Poseidonia. Si tratta infatti <strong>di</strong> <strong>un</strong> territorio<br />

delimitato, a nord-est, dalle valli del Cavone e della Salandrella; a sud-ovest, dal sistema appenninico<br />

meri<strong>di</strong>onale costituito dai monti Sirino, La Spina e Alpi, alle sorgenti dei Sinni; a sud, dal massiccio<br />

del Pollino; ad ovest, dal Vallo <strong>di</strong> Diano e, ad est, dalla fascia costiera pianeggiante ionica.<br />

Le fonti letterarie sono pro<strong>di</strong>ghe <strong>di</strong> notizie riguardo a tale regione dell’Italia meri<strong>di</strong>onale; in particolar<br />

modo Dionigi d’Alicarnasso (Antichità romane I, 11 -12) tramanda della mitica spe<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Enotro<br />

-da cui la regione avrebbe des<strong>un</strong>to il nome-, proveniente dall’Arca<strong>di</strong>a, regione dei Peloponneso,<br />

<strong>di</strong>ciassette generazioni prima della guerra <strong>di</strong> Troia. Aristotele aggi<strong>un</strong>ge inoltre che Italo, <strong>un</strong> successore<br />

<strong>di</strong> Enotro, trasformò gli Enotri da pastori noma<strong>di</strong> in agricoltori sedentari, dando loro leggi e<br />

istituzioni, tra cui i sissizi, pasti collettivi con valenza politica.<br />

Gli archeologi tendono a collocare l’arrivo <strong>di</strong> Enotro in Italia meri<strong>di</strong>onale nel XVI sec. a.C. (me<strong>di</strong>a<br />

età del bronzo), quando sull’intero territorio si sviluppano piccoli inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong> altura la cui eco-<br />

Fig. l. Disegno ricostruttivo del territorio dell’Enotria<br />

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Fig. 2. Chiaromonte. Fiume Serrapotamo<br />

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nomia si basa prevalentemente su attività pastorali. La figura <strong>di</strong> Italo viene, invece, riportata ad <strong>un</strong>a<br />

fase cronologica successiva, tra XIV e XIII sec. a.C., con la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> abitati stabili de<strong>di</strong>ti all’agricoltura<br />

praticata secondo tecniche più avanzate acquisite dalle popolazioni enotrie in seguito ai<br />

più frequenti contatti con il mondo miceneo, affermatosi in Grecia tra XVI e XII sec. a.C. Gli<br />

scambi, con la civiltà egea e con quella dell’altra sponda dell’Adriatico innescano, nel corso della<br />

prima età del ferro, <strong>un</strong> processo <strong>di</strong> trasformazione e <strong>di</strong> sviluppo delle com<strong>un</strong>ità dell’Enotria, con <strong>un</strong><br />

aumento notevole della ricchezza.<br />

Tra la fine del VII e il VI secolo a.C., dopo la fondazione delle colonie greche l<strong>un</strong>go la costa ionica<br />

e tirrenica e con la strutturazione dei centri etruschi della Campania, gli abitati enotri posti a controllo<br />

degli itinerari <strong>di</strong> collegamento tra Ionio e Tirreno intrattengono relazioni sempre più intense con<br />

Greci ed Etruschi. Tale fenomeno produce quale imme<strong>di</strong>ata<br />

conseguenza lo sviluppo economico dell’Enotria con <strong>un</strong>a<br />

maggiore articolazione sociale interna alle com<strong>un</strong>ità in<strong>di</strong>gene<br />

e l’affermazione <strong>di</strong> vere e proprie élites dominanti che<br />

acquisiscono beni <strong>di</strong> prestigio e modelli <strong>di</strong> comportamento<br />

des<strong>un</strong>ti soprattutto dal mondo greco e da quello etrusco.<br />

Nel corso della prima metà del VI sec. a.C., la presa della<br />

colonia greca <strong>di</strong> Siris, fondata da genti provenienti dall’Asia<br />

Minore, ad opera della coalizione <strong>di</strong> città greche achee, con<br />

a capo la potente Sibari, produce <strong>un</strong>’ulteriore fase <strong>di</strong> sviluppo<br />

nei territori enotri. Infatti la politica l<strong>un</strong>gimirante e organica<br />

<strong>di</strong> Sibari e il suo predominio sulle altre colonie greche<br />

<strong>è</strong> alla base <strong>di</strong> quello che le fonti letterarie chiamano l’impero<br />

sibarita “dei quattro ethne e delle venticinque città”<br />

Fig. 3. Chiaromonte. Elmo da tomba maschile, (1-XII<br />

sec. a.C.)


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Fig. 4. Chiaromonte. Schinieri e spallacci da tomba maschile <strong>di</strong> guerriero (VI sec. a.C.)<br />

(Strabone, Geografia VI 1, 3) e che comprende gran parte dell’Enotria interna. Questa nuova e<br />

complessa realtà territoriale <strong>è</strong> testimoniata dalla strutturazione dei centri ubicati l<strong>un</strong>go i fiumi Agri e<br />

Sinni cui sono da riferire alc<strong>un</strong>i dei toponimi riportati da Ecateo <strong>di</strong> Mileto, fondatore dell’etnografia<br />

greca vissuto intorno al 500 a.C., e pervenutici attraverso Stefano <strong>di</strong> Bisanzio (VI sec. d.C.) che<br />

elenca alc<strong>un</strong>e città “nell’interno” dell’Enotria (Arinthe, Artemision, Erimon, Ixias, Menekine, Kossa,<br />

Kyterion, Malanios, Ninaia). Tale periodo <strong>è</strong> caratterizzato da <strong>un</strong> profondo processo <strong>di</strong> interscambio<br />

culturale che si ripercuote anche sulla sfera religiosa, <strong>un</strong>o degli aspetti più tra<strong>di</strong>zionali e conservatori<br />

delle com<strong>un</strong>ità in<strong>di</strong>gene.<br />

Nell’ultimo quarto del VI sec. a.C. questo <strong>comparto</strong> territoriale <strong>è</strong> attraversato da <strong>un</strong>a netta crisi<br />

demografica forse da riconnettere ad <strong>un</strong> ampio processo <strong>di</strong> riorganizzazione territoriale,<br />

cronologicamente parallelo al crollo della città <strong>di</strong> Sibari che le fonti letterarie collocano nel 510 a.C.<br />

Accanto a questo, <strong>un</strong> altro evento che in qualche<br />

maniera può aver contribuito ad influenzare le vicende<br />

dei gruppi enotri <strong>è</strong> costituito dal lento venir<br />

meno del ruolo propulsivo ricoperto dai centri<br />

tirrenici, in <strong>un</strong> periodo <strong>di</strong> scontro tra Greci ed<br />

Etruschi (530 - 474 a.C.). Durante <strong>un</strong> periodo<br />

piuttosto breve, collocabile tra gli ultimi decenni<br />

del VI e la metà del V sec. a.C., Metaponto sembra<br />

sostituirsi a Sibari quale interlocutore privilegiato,<br />

sulla costa ionica, delle popolazioni in<strong>di</strong>gene<br />

del Sinni e dell’Agri, soprattutto nei primi<br />

decenni del V sec. a.C. in concomitanza con <strong>un</strong>o Fig. 5. Chiaromonte. Vaso in bronzo <strong>di</strong> provenienza greca (VI sec. a.C.)<br />

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dei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> maggiore floridezza della colonia achea e prima<br />

d<strong>un</strong>que delle mire espansionistiche <strong>di</strong> Taranto verso la<br />

fertile Siritide, con la fondazione <strong>di</strong> Herakleia. Tale periodo<br />

<strong>è</strong> caratterizzato dalla presenza nei corre<strong>di</strong> f<strong>un</strong>erari <strong>di</strong> ceramica<br />

a vernice nera <strong>di</strong> produzione coloniale metapontina e<br />

da numerosi vasi attici arrivati in Magna Grecia, forse tramite<br />

Metaponto.<br />

Alla fine del V sec. a.C. in Enotria, così come in altre aree<br />

in<strong>di</strong>gene della regione, si affacciano nuove realtà etniche,<br />

rappresentate da gruppi <strong>di</strong> stirpe osco-sannita e <strong>di</strong> provenienza<br />

centro italica, che porteranno all’emergere dell’ethnos<br />

(popolo) dei Lucani.<br />

Le ricerche sistematiche condotte dalla Soprintendenza<br />

Fig. 6. Chiaromonte. Vaso in bronzo <strong>di</strong> produzione etrusca<br />

(VI sec. a.C.)<br />

Archeologica della Basilicata nei principali inse<strong>di</strong>amenti<br />

enotri, quali Chiaromonte e Aliano ai quali si <strong>è</strong> ultimamente aggi<strong>un</strong>to quello <strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>a Perticara,<br />

hanno in parte chiarito le fasi <strong>di</strong> sviluppo e <strong>di</strong> trasformazione culturale dei centri enotri dell’interno.<br />

Si tratta <strong>di</strong> com<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> villaggio in cui il potere e la ricchezza vengono detenuti da <strong>un</strong> gruppo<br />

familiare “emergente”, interlocutore privilegiato dell’elemento greco e <strong>di</strong> quello etrusco.<br />

L’inse<strong>di</strong>amento enotrio <strong>di</strong> Chiaromonte<br />

L’antico centro <strong>di</strong> Chiaromonte sorgeva su <strong>un</strong>’altura <strong>di</strong> circa 800 m. sul livello dei mare, situata in<br />

posizione dominante la me<strong>di</strong>a valle del Sinni a sud e quella del suo affluente Serrapotamo a nord.<br />

Quest’ultimo, tramite i fossi <strong>di</strong> Roccanova e<br />

Castronuovo, permette la com<strong>un</strong>icazione tra<br />

Chiaromonte e la valle dell’Agri. Dell’antico<br />

abitato enotrio si sono in<strong>di</strong>viduate quattro aree<br />

<strong>di</strong> necropoli, <strong>di</strong>sposte a semicerchio l<strong>un</strong>go le<br />

pen<strong>di</strong>ci della collina, sul versante rivolto verso<br />

il fiume Sinni. Esse corrispondono molto<br />

probabilmente a quattro nuclei <strong>di</strong> abitato,<br />

ubicati forse sotto il centro moderno.<br />

Nel corso del VI sec. a.C. si può ipotizzare<br />

<strong>un</strong>a com<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> oltre <strong>un</strong> centinaio <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui,<br />

sepolti in prevalenza in località denominata<br />

Sotto La Croce. In base alla stratigrafia<br />

orizzontale della necropoli <strong>è</strong> possibile riconoscere<br />

quattro raggruppamenti <strong>di</strong> sepolture,<br />

riferibili ad altrettanti segmenti parentelari. Le<br />

tombe, inoltre, si <strong>di</strong>spongono a ventaglio in-<br />

Fig. 7. Carta <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione delle importazioni greche ed etrusche nelle valli<br />

dell’Agri e del Sinni


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torno alla tomba <strong>di</strong> <strong>un</strong> guerriero, probabilmente<br />

da considerare il capostipite. Un gruppo <strong>di</strong><br />

sepolture sembra prevalere sugli altri per ricchezza<br />

e complessità dei corre<strong>di</strong> f<strong>un</strong>erari.<br />

Gli in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> sesso maschile, presenti all’interno<br />

del gruppo elitario si connotano innanzitutto<br />

come guerrieri e, in particolare, come cavalieri.<br />

Oltre alle consuete armi offensive, quali la lancia<br />

e la spada, si registra in queste sepolture, l’introduzione<br />

<strong>di</strong> elementi della panoplia oplitica greca<br />

(schinieri, spallacci, elmo e scudo rotondo) e <strong>di</strong><br />

morsi equini. In associazione con tali oggetti,<br />

compaiono lame ricurve, simili a falci, assimilabili<br />

par forma e <strong>di</strong>mensioni ai drepana, falci dotate<br />

<strong>di</strong> <strong>un</strong> l<strong>un</strong>go manico in legno, <strong>di</strong> cui ci parla<br />

Erodoto (Storie V, 112; VII, 92-93) come armi<br />

proprie della cavalleria dei Cari e dei Lici, popolazioni<br />

dell’Asia Minore (attuale Turchia), usate<br />

Fig. 8. Chiaromonte. Parure ornamentale in ambra e argento da <strong>un</strong>a tomba<br />

nei combattimenti a cavallo per <strong>di</strong>sarcionare e femminile (VI sec.a.C.)<br />

atterrare il nemico. La presenza <strong>di</strong> tale arma nei corre<strong>di</strong> maschili <strong>di</strong> Chiaromonte non <strong>è</strong> la prova della<br />

formazione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a vera e propria cavalleria presso le compagini enotrie o, più in generale,<br />

dell’acquisizione <strong>di</strong> <strong>un</strong> nuovo tipo <strong>di</strong> tattica militare des<strong>un</strong>to, nello specifico, dal mondo grecoorientale.<br />

E’ questo infatti <strong>un</strong> oggetto verosimilmente utilizzato in scaramucce combattute a cavallo<br />

che precedono il duello a terra tra guerrieri dotati <strong>di</strong> <strong>un</strong> armamento pesante derivato da modelli<br />

greci. Un’immagine <strong>di</strong> tali guerrieri enotri <strong>è</strong> esemplificata dalla statuetta bronzea <strong>di</strong> oplita a cavallo,<br />

proveniente da Armento, meglio nota come “cavaliere <strong>di</strong> Grumento”.<br />

L’ instaurarsi <strong>di</strong> relazioni economiche con l’ambito greco ed etrusco-campano si manifesta visibilmenle<br />

anche a Chiaromonte tramite l’importazione <strong>di</strong> beni <strong>di</strong> prestigio, acquisiti dagli esponenti delle<br />

aristocrazie locali e successivamente deposti nelle sepolture. Si tratta <strong>di</strong> forme da vino e da mensa<br />

talvolta realizzate in metallo, oltre che <strong>di</strong> contenitori per aromi, <strong>un</strong>guenti e olii profumati, la cui<br />

presenza implica il <strong>di</strong>ffondersi <strong>di</strong> usi e costumi <strong>di</strong> matrice greca.<br />

Tra i beni <strong>di</strong> prestigio prelevati da ambiti culturale esterni e deposti nelle sepolture <strong>un</strong> ruolo <strong>di</strong> rilievo<br />

ricoprono i monili <strong>di</strong> ambra ritrovati in gran<strong>di</strong> quantità soprattutto nelle tombe appartenenti a donne<br />

<strong>di</strong> alto rango. Tale materiale prezioso, a cui gli antichi attribuivano poteri terapeutici e apotropaici,<br />

proveniva dal Baltico attraverso la via adriatica dell’ambra e poi smistato probabilmente attraverso<br />

i centri <strong>di</strong> Canosa sull’Adriatico e <strong>di</strong> Capua sul versante tirrenico. Collane in argento ageminato in<br />

oro, influenzate dai prodotti dell’Asia Minore, provenivano forse da officine orafe attive nella colonia<br />

<strong>di</strong> Sibari o nella Siritide.<br />

La presenza <strong>di</strong> alari e spie<strong>di</strong> nelle ricche tombe sia maschili che femminili testimonia l’adozione del<br />

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banchetto con le carni arrostite e bollite. E’ possibile che tale aspetto nelle sepolture <strong>di</strong> alto lignaggio<br />

sia allusivo non solo del banchetto f<strong>un</strong>ebre, importante momento <strong>di</strong> aggregazione della com<strong>un</strong>ità<br />

messa in crisi dalla morte <strong>di</strong> <strong>un</strong>o dei suoi componenti, ma anche dalla preminenza che la pratica della<br />

commensalità doveva rivestire nella realtà quoti<strong>di</strong>ana dei gruppo. A questo proposito, occorre ricordare<br />

la notizia <strong>di</strong> Aristotele (Politica 7, 1329b) circa l’istituzione presso gli Enotri dei sissitia,<br />

ri<strong>un</strong>ioni che prevedevano il consumo dei pasti in com<strong>un</strong>e all’interno <strong>di</strong> società guerriere.<br />

La presenza degli elementi del banchetto anche in ricche tombe femminili, oltre a sottolineare il<br />

rango delle def<strong>un</strong>te allude forse al focolare domestico e ai valori dell’Hestia (<strong>di</strong>vinità greca protettrice<br />

della casa), il cui culto assicura la prosperità e la continuità del nucleo familiare.<br />

Alla fine del VI secolo a.C. la necropoli <strong>di</strong> Chiaromonte si riduce notevolmente fino a costituire, nel<br />

corso dei primi due quarti del V sec. a.C., <strong>un</strong> solo gruppo <strong>di</strong> appena 11 in<strong>di</strong>vidui.<br />

La crisi demografica <strong>è</strong> stata messa in rapporto con la fine dell’impero sibarita e la <strong>di</strong>sfatta della<br />

colonia achea <strong>di</strong> Sibari sullo scorcio del VI sec. a.C. e d<strong>un</strong>que con la <strong>di</strong>sgregazione della precedente<br />

organizzazione territoriale voluta dalla città achea e il venir meno <strong>di</strong> quegli interessi economici che<br />

avevano in precedenza reso fiorenti i centri in<strong>di</strong>geni dell’Enotria.<br />

PER SAPERNE DI PIÙ:<br />

M. TAGLIENTE, Segni <strong>di</strong> trasformazione in <strong>un</strong>a realtà <strong>di</strong> confine della val d’Agri, in AA.VV;<br />

Stu<strong>di</strong> su Siris-Eraclea., Roma 1989, pp. 113 ss.<br />

S. BIANCO, Le necropoli enotrie della Basilicata meri<strong>di</strong>onale, in “Bollettino d’Archeologia” 1-2,<br />

1990, pp. 7 ss.<br />

A. RUSSO TAGLIENTE, Chiaromonte (Potenza). - La necropoli arcaica in località Sotto La<br />

Croce, scavi 1973, in “Notizie degli Scavi <strong>di</strong> Antichità”, 1992-1993, pp. 233 ss.<br />

A.L. PROSDOCIMI, L’iscrizione <strong>di</strong> Castelluccio (Nerulum), in AA.VV., “Archeologia Arte e Storia<br />

alle sorgenti dei Lao” (a cura <strong>di</strong> P. Bottini), Matera 1988, pp.461 ss.<br />

FONTI ICONOGRAFICHE:<br />

AA.VV., I Greci in Occidente. Greci, Enotri e Lucani nella Basilicata meri<strong>di</strong>onale, Napoli 1996.<br />

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