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Incisioni made in Matera a Oslo Piero Ragone

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M NDOBASILICATA“Cristo si è fermato ad Eboli” e di Carlo Levi. E dopo tantianni, è stata ancora l’antropologa Mia F<strong>in</strong>rud Di Tota, nel frattemposposata e residente <strong>in</strong> Italia, a dare un seguito all’amicizianata con i maestri Vittorio Manno e Angelo Rizzelli, iericome oggi, <strong>in</strong>stancabili pilastri del laboratorio-stamperia di viaSette Dolori. Una ricongiunzione, non f<strong>in</strong>e a se stessa e puntodi arrivo di altre attenzioni, nel frattempo cresciute anche<strong>in</strong> Norvegia, grazie alle Triennali <strong>in</strong>ternazionali del Grande formatoe alle Biennali del Piccolo formato di Fredrikstad, a cuigli stessi Manno e Rizzelli hanno più volte <strong>in</strong>viato loro opere.L’esperienza del “progetto <strong>Matera</strong>” ha co<strong>in</strong>volto l’associazionedegli <strong>in</strong>cisori norvegesi (più di trecento iscritti), l’Istituto Italianodi Cultura, l’Ambasciata e il Consolato italiani. Con alcunepresentazioni di ricerche condotte da Mia F<strong>in</strong>rud su: “I Sassi di<strong>Matera</strong> - da vergogna a orgoglio nazionale. Sulle tracce di CarloLevi” e la conferenza di Franco Palumbo del Circolo La Scaletta,dal titolo: “<strong>Matera</strong>: la storia, i segni, i suoni”, l’illustrazionedel contesto <strong>in</strong> cui nascono le <strong>in</strong>cisioni su metallo e le stampecalcografiche materane, (documentate anche <strong>in</strong> un video),ha reso ancora più <strong>in</strong>triganti le esposizioni selezionate da GuidoStrazza.Ma come si è arrivati a questi risultati? A maturare espressionie l<strong>in</strong>guaggi essenziali quanto profondi, riconosciuti e apprezzati<strong>in</strong> numerose rassegne dedicate, dal Giappone, al Bra-sile, dalla Corea a Cuba, dai paesi dell’Est alla California, all’Austria,all’Olanda? A Vittorio Manno e Angelo Rizzelli abbiamochiesto di aiutarci a comprenderlo. Ci hanno così fatto lastoria di questo lungo e accidentato percorso.I primi passi risalgono al 1976, quando una qu<strong>in</strong>dic<strong>in</strong>a disoci del Circolo La Scaletta fondano “La Scuola Libera di Grafica”.Come Manno e Rizzelli, erano quasi tutti <strong>in</strong>segnanti di disegno,ma nessuno conosceva l’arte di <strong>in</strong>cidere.La svolta avviene nel ’78, quando Giuseppe Appella portaa <strong>Matera</strong> il maestro Guido Strazza, coord<strong>in</strong>atore dei corsidi <strong>in</strong>cisione della Calcografia nazionale di Roma, coadiuvatoda Giulia Napoleone. Il gruppo si raccoglie <strong>in</strong>torno all’attivitàdi laboratorio e sul modello della “scuola-bottega”, attiva unaserie di momenti formativi condotti da riconosciuti maestri difama <strong>in</strong>ternazionale.Si <strong>in</strong>segnano e sperimentano le varie tecniche calcografiche.Quelle dirette: bul<strong>in</strong>i, puntesecche, maniere nere, mutuazionedel nome degli stessi utensili utilizzati per solcare le lastremetalliche, dist<strong>in</strong>te dal profilo del solco e dell’abrasione prodottae dalla capacità delle “barbe” di trattenere l’<strong>in</strong>chiostro,che viene poi ceduto alla carta sotto la pressione dei cil<strong>in</strong>dridel torchio, tra cui viene fatta passare la matrice. O le tecniche<strong>in</strong>dirette: acqueforti e acquet<strong>in</strong>te, dove sono gli acidi a “mordere”i segni dell’<strong>in</strong>cisione che hanno <strong>in</strong>taccato 8VITTORIO MANNO, 2004, ZINCO 50 X 195 MM, PUNTASECCA.109


le protezioni superficiali di vernice o res<strong>in</strong>e. Si chiamanoesperti di collografia (una sorta di collage per matrici dastampare al torchio), di foto<strong>in</strong>cisione, del metodo calcograficoHayter, per la stampa simultanea a colori. In dieci anni si alternanoPeter Willburger, Lorenzo Bruno, Roberto Mann<strong>in</strong>o,Akanè Kirimura, Hector Saunier, Assadour, Hong Hyun,Joo, lum<strong>in</strong>ari <strong>in</strong> Italia, <strong>in</strong> Giappone, Corea, Francia. Insieme aisoci della Grafica di via Sette Dolori - diventata associazione di<strong>in</strong>cisori - i corsi sono frequentati da artisti e studenti dell’arealucana e pugliese.Cresce l’esperienza e la rete di rapporti e amicizia. La didatticaofferta dal sodalizio avvic<strong>in</strong>a le Accademie di Bari eRoma, gli studenti delle scuole medie, gruppi provenienti daNorvegia, Germania e Università statunitensi con sede aRoma, artisti di passaggio da <strong>Matera</strong> e docenti della scuola dell’obbligo.Diversi grafici dell’associazione sono <strong>in</strong>vitati a parteciparea prestigiose rassegne nazionali e <strong>in</strong>ternazionali.Sono poi le <strong>in</strong>formazioni specialistiche, i cataloghi e le notizievia web, che accompagnano queste manifestazioni – cichiariscono Manno e Rizzelli – a fare da cassa di risonanza ea diffondere la conoscenza dei l<strong>in</strong>guaggi dei s<strong>in</strong>goli autori che,nonostante i secoli trascorsi, cont<strong>in</strong>uano a <strong>in</strong>novare i contenuti,non solo tecnici, delle preziose calcografie.Ora, forse, è più chiaro il perché di tanta strada percorsadagli autori materani, che <strong>in</strong> Manno e Rizzelli, di orig<strong>in</strong>i salent<strong>in</strong>e,hanno sempre trovato grande motivazione e saldi riferimenti.Ecco il background su cui si fonda il l<strong>in</strong>guaggio e la poetica,di questo speciale duo, <strong>in</strong>separabilmente votato ad un percorsodi simbiosi tra sensibilità e potenzialità espressiva dell’artedell’<strong>in</strong>cavo.In oltre cento stampe, selezionate per le mostre di <strong>Oslo</strong>,tra la produzione degli ultimi 15 anni, i due <strong>in</strong>segnanti <strong>in</strong> pensione,hanno raccolto il loro manifesto d’amore verso questaforma creativa di comunicazione. Per niente impensieriti daitempi di preparazione delle lastre, dalle silenziose meditazioniche le accompagnano, saggiamente <strong>in</strong>coraggiati dai risultati,cont<strong>in</strong>uano a tracciare i loro solchi, a sperimentare soluzioni,a comb<strong>in</strong>are specificità tecniche e a verificarne gli esiti. I lorosegni assecondano gesti, <strong>in</strong>terpretano emozioni, s<strong>in</strong>tetizzanocontesti, traslati e modificati nel loro farsi e compiersi, dopoprocessi comb<strong>in</strong>atori non sempre voluti, ma fortemente sollecitatie auspicati.Così Manno da corpo a imprevedibili volumi cartacei, alleggeriti,ritagliati o ruotati <strong>in</strong> morbide volute o s<strong>in</strong>uosi andamenti,quasi fossero una danza musicata dalla luce che giocacol buio. O si sp<strong>in</strong>ge tra acquari immag<strong>in</strong>ari e cieli m<strong>in</strong>acciosi,<strong>in</strong> ricognizioni di superfici screpolate, chiazzate di licheni e dimuschi, pronti a fare spazio a declivi e terrazze, spiragli e dirupi.Mentre Rizzelli apre buchi e passaggi, sottili fessure e lucernariper favorire il dialogo tra le tenebre e le tracce dell’uomo,VITTORIO MANNO E ANGELO RIZZELLI110


da argille e calanchi, nuvole gonfie di pioggia e fantastici fondalilunari o mar<strong>in</strong>i. Entrambi – sostiene ancora Nigro – “amanouna raffigurazione m<strong>in</strong>imalista e di campo ridotto, amano il dettaglio,come se la realtà la si possa godere soltanto con una lenteche <strong>in</strong>grandisce le pieghe, le m<strong>in</strong>uzie, i frammenti”.Dal colloquio con i diretti <strong>in</strong>teressati sono venuti fuori altriparticolari. L’<strong>in</strong>cisione, per tutti e due, è un’espressione <strong>in</strong>ti<strong>made</strong>ll’autore, il quale medita e si confronta con una matrice ancoraverg<strong>in</strong>e, da affrontare <strong>in</strong> silenzio, v<strong>in</strong>cendo ogni <strong>in</strong>dugio enella consapevolezza che ogni gesto che guida un segno è unavolontà espressa da cui non si può più presc<strong>in</strong>dere. Il segno, letracce, la forma testimoniano l’emotività, il dolore, l’amore, latensione di chi <strong>in</strong>cava, specie nelle tecniche dirette.L’uso e i tempi degli acidi nelle tecniche <strong>in</strong>dirette, produconoeffetti più omogenei e calcolabili. Per <strong>in</strong>cidere, Rizzelliparte generalmente da un’idea già abbozzata su un foglietto, laelabora e ne cura le modifiche sulla lastra. A Manno sono piùcongeniali i segni che nascono dalla gestualità e dalla casualità. Ilresto orbita attorno e <strong>in</strong>tegra questo primo impianto. Poi si lavoracon def<strong>in</strong>izioni e profondità successive alla prima stampa,arrivando f<strong>in</strong>o a diec<strong>in</strong>e di ritocchi e <strong>in</strong>terventi sulla matrice.A meno di non averla “esaurita” già nella fase di preparazione.La smentita è decisa <strong>in</strong> fatto di limitazioni nel raccontocalcografico che si affida solo al bianco e nero. I due maestriconoscono un’ampia scala di gradazioni, (che non sono solo igrigi), tra questi estremi. E parlano, non a caso, di colorazione.L’<strong>in</strong>trigo – ribadiscono - è il dosaggio tra presenza e assenza diluce, attraverso cui può e deve farsi spazio l’immag<strong>in</strong>e.Sulle doti del bravo e attento <strong>in</strong>cisore Manno e Rizzelli nonhanno esitazioni. “Non bisogna aver fretta, occorre molta pazienza,umiltà, passione e amore. Il processo di apprendimento è lentoe necessita di grandi motivazioni. C’è da v<strong>in</strong>cere la freddezzadel metallo, conoscere il valore del segno, esercitarsi nelle tecniche.Non si può improvvisare”. Manno non si considera un artista. Daperito d’arte, ha conosciuto il mestiere dell’<strong>in</strong>taglio e della lavorazionedel legno. Ora si sente un artigiano che conosce letecniche calcografiche, le dom<strong>in</strong>a e prova gioia ogni volta cheottiene un buon risultato di stampa. Rizzelli dice che non c’ècompiacimento nel suo modo di concepire l’<strong>in</strong>cisione. “Primaancora che si chiude un’esperienza, ci si prepara ad affrontare laprossima. Con le piccole lastre si gioca, con quelle più grandi, l’impegnoè maggiore; la preparazione può superare anche un mese.Il nemico da esorcizzare è l’<strong>in</strong>terruzione della pratica. Riprenderedopo l’estate è sempre faticoso”.L’entusiasmo dei due maestri cede il posto all’amarezza,quando chiediamo come è considerata questa forma d’artee quali prospettive abbia. “In Basilicata – dicono – la grafica èpoco considerata. Eppure <strong>in</strong> tanti paesi nel mondo si organizza-ANGELO RIZZELLI, SEGNI DI MATERA, 1994, ZINCO 250 X 200 MM, ACQUAFOR-TE E MANIERA NERA.112


M NDOBASILICATAno rassegne per amatori ed esperti. Noi veniamo <strong>in</strong>vitati sistematicamentee abbiamo portato a <strong>Matera</strong> conoscenze e momentiformativi di grande valenza. Purtroppo non c’è un vero mercato diopere calcografiche. Mercanti e galleristi avrebbero scarsi ritorni,nei confronti di collezionisti e acquirenti molto ben disposti verso ilcolore, la pittura, la scultura e gli elementi d’arredo. La grafica sucarta è altra cosa. Richiede tempi di realizzazione lunghissimi e siconcentra sulla forza del bianco e nero. Di <strong>in</strong>cisione non si può vivere”.La speranza è che nei prossimi anni, auspicabilmente trai giovani, si possano <strong>in</strong>dividuare le condizioni e le disponibilitàper lasciare l’eredità della stamperia a qualcuno. Qualcuno dibuona volontà che mantenga lo stesso spirito. Che apra e chiudail laboratorio, ma che si affianchi e sostituisca nell’opera diconoscenza e divulgazione e si occupi d trasmettere all’esternotutto ciò che si impara e si <strong>in</strong>segna <strong>in</strong> via Sette Dolori. Le rispostelucane, anche da licei e istituti d’arte, oltre che dalle istituzioni,non sono state <strong>in</strong>coraggianti.I progetti di aprire lo spazio della Grafica materana agli studentidella Accademie italiane, l’istituzione di un Gab<strong>in</strong>etto perla consultazione delle stampe agli esperti, l’idea di fabbricare <strong>in</strong>proprio la carta dest<strong>in</strong>ata alle stampe, come quella di organizzareuna biennale o una triennale <strong>in</strong>ternazionale <strong>in</strong> Basilicatasono rimaste, purtroppo, proposte <strong>in</strong>ascoltate.È di qualche mese fa il tentativo di alcuni parlamentari diistituire nella città una Accademia di Belle Arti lucana. Ma l’iternon si risolverà <strong>in</strong> tempi brevi. Intanto Manno e Rizzelli, comei soci dell’associazione di grafica, non si danno per v<strong>in</strong>ti. Cont<strong>in</strong>uano,da pionieri, a battersi perché le aspettative non rest<strong>in</strong>osolo sogni. Mentre prosegue, senza sosta, la loro avventura, fattadi utensili autocostruiti, attività autof<strong>in</strong>anziate, <strong>in</strong>chiostri dapulire, torchi da oliare, amicizie da mantenere e qualche pag<strong>in</strong>adi gloria <strong>in</strong>ternazionale come ricompensa. =The chalcographic production <strong>made</strong> by the “Grafica di viaSette Dolori” of <strong>Matera</strong> cont<strong>in</strong>ues to receive its <strong>in</strong>ternationalacknowledgment. After hav<strong>in</strong>g participated <strong>in</strong> exhibitions of thefield <strong>in</strong> Poland, Austria, Japan, California, Cuba, two exhibitions<strong>in</strong> <strong>Oslo</strong>, at the Galleri Norske Grafikere and the Istituto Italianodi Cultura, the Masters Vittorio Manno and Angelo Rizze lli, withmore than 100 of their pr<strong>in</strong>ts, consolidate their relationship withthe Norwegian engravers, thanks to a friendship which was born15 years ago. A project for gett<strong>in</strong>g to know the city of Sassiandits art, history and environment, has been <strong>in</strong>terpreted by the anthropologistMia F<strong>in</strong>rud from Tota, who is engaged <strong>in</strong> a study onCarlo Lev i’s conf<strong>in</strong>ement places and on his “Cristo siè fermatoad Ebo li”. Dur<strong>in</strong>g the celebrations for Norway’s <strong>in</strong>dependencecentenary, with the Italian embassy’s support, the two engraversfrom <strong>Matera</strong> have exhibited a collection of illustrations selectedby Gui do Strazza: a really articulated set based on the themesand experiments that Manno and Rizzelli have been develop<strong>in</strong>gs<strong>in</strong>ce 1990. The compositions on a matrix of copper and z<strong>in</strong>cwhich conta<strong>in</strong> the two authors’ expressive paths show recurrentelaborations with direct and <strong>in</strong>direct techniques - drypo<strong>in</strong>ts,bur<strong>in</strong>s, wheels, etch<strong>in</strong>gs and aquat<strong>in</strong>ts. Their symbiosis has gotthe predilection for the synthesis of sign elements <strong>in</strong> common,exalted by a remarkable skill for comb<strong>in</strong><strong>in</strong>g the different engrav-techniques. Aff<strong>in</strong>ities and reflections fed by a s<strong>in</strong>cere com-<strong>in</strong>gparison and dialogue result<strong>in</strong>g <strong>in</strong> show<strong>in</strong>g dist<strong>in</strong>guished poeticsand traits. A certa<strong>in</strong> geometrical rationality scrupulously carriedout by Rizzelli which is experienced with a greater romanticismand gestural expressiveness by Manno.The latter’s “Baroque-like” representation, his papery sculp-tural volumes, the references to the landscape of the clayey hilland of the Murgia, become, <strong>in</strong> Rizze lli, metaphysical architec-tural calls, cosmic and spiritual dimensions, mathematicalorders<strong>in</strong>spired by the night. S<strong>in</strong>ce, for both of them, the secrets andthe awesomeness which set darkness and light, white and black,aga<strong>in</strong>st each other are the space of matter <strong>in</strong>side which theymust give body to the image. The only expanded <strong>in</strong>tervalwherethey <strong>in</strong>sert the movements of objects and life, observed andideally recreated follow<strong>in</strong>g the tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g and experience heritagethat great masters known allover the world - such as Strazza,Willburger, Bruno, Mann<strong>in</strong>o, Kirimura, Saunier, Assadour, HyunJoo- were able to hand down to the school-workshop <strong>in</strong> via SetteDolori <strong>in</strong> <strong>Matera</strong>.ENGLISHANGELO RIZZELL I, SEGNI DI MATERA, 1988, ZINCO 330 X 250 MM, ACQUAFOR-TE E PUNTASECCA.113

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