Lezione per le vacanze classe IV B
Lezione per le vacanze classe IV B
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Italiano<br />
<strong>Lezione</strong> <strong>per</strong> <strong>le</strong> <strong>vacanze</strong> <strong>classe</strong> <strong>IV</strong> B<br />
Anno scolastico 2008-2009<br />
♦ Leggere i seguenti romanzi:<br />
Tutti:<br />
G. Verga I Malavoglia<br />
L. Pirandello Il fu Mattia Pascal<br />
I. Svevo La coscienza di Zeno<br />
F. Tozzi Con gli occhi chiusi<br />
Almeno uno a scelta:<br />
A. Moravia Gli indifferenti<br />
G. Tomasi di Lampedusa Il gattopardo<br />
G. Bassani Il giardino dei Finzi-Contini<br />
Latino<br />
♦ Dei romanzi sottolineati eseguire anche la schedatura del contenuto<br />
♦ Redigere col materia<strong>le</strong> fornito, eventualmente integrato da<br />
approfondimenti <strong>per</strong>sonali, tre saggi brevi. Per ognuno dovrà essere<br />
indicato il destinatario e l’utilizzazione.<br />
o Santagata, Carotti Il filo rosso.vol 2* Leggere con molta attenzione<br />
pag.740-744; 699(con focus)<br />
Latina <strong>le</strong>ctio vol.A:<br />
ripassare pag.122-125. Es. A,B pag. 125;Vers. N° 46 pag.127 (con es.); 47(con<br />
es.),48 pag.128; 49(con es.)pag.129; 52,53 (con es.)pag.131<br />
ripassare pag.133-135; vers, n° 54 (con es.)pag.138; 59 (con es.) pag.142<br />
ripassare pag.144-146;61 (con es.) pag.149; 67, pag.152<br />
12-06-2009<br />
Patrizia Cascinelli
Documenti <strong>per</strong> saggio breve<br />
1)<br />
Argomento: Nuovi panorami, cambiamenti socio-culturali,<br />
orientamenti e future prospettive nel mondo<br />
del lavoro<br />
Utilizzate la documentazione che vi viene fornita sul<br />
mondo del lavoro <strong>per</strong> scrivere un testo, a vostra<br />
scelta, sotto forma di saggio breve o di articolo di<br />
giorna<strong>le</strong>. Soffermatevi con particolare attenzione<br />
sui prob<strong>le</strong>mi connessi al<strong>le</strong> novità in campo<br />
lavorativo, al<strong>le</strong> prospettive e ai nuovi scenari.<br />
Assegnate un titolo al vostro elaborato ed indicate<br />
una sua possibi<strong>le</strong> collocazione (ad esempio, un<br />
dossier di ricerca scolastico, un quotidiano, un<br />
<strong>per</strong>iodico, una rivista specializzata, un sito Internet).<br />
C1<br />
ome adeguarsi al<strong>le</strong> nuove esigenze del mercato del<br />
lavoro? Oggi sin da giovani siamo ormai chiamati<br />
a diventare responsabili e autonomi nel gestire i<br />
nostri progetti professionali, capaci di<br />
programmarci e qualificarci, facendoci carico di<br />
tutto ciò che questo comporta. La cosa più<br />
importante evidentemente è impossessarsi di quel<strong>le</strong><br />
competenze di base utilizzabili in tutti i tipi di<br />
lavoro. Queste competenze in fondo sono sempre<br />
<strong>le</strong> solite: sa<strong>per</strong> <strong>le</strong>ggere, scrivere e «far di conto», a<br />
tutti i livelli. Oggi fa parte di questo bagaglio di<br />
base anche l'uso<br />
Nella redazione potrete riferirvi al<strong>le</strong> informazioni e ai<br />
dati forniti qui di seguito, secondo la quantità e la<br />
modalità che riterrete opportune, integrandoli con<br />
altri di cui siete a conoscenza. Adeguate il<br />
linguaggio alla tipologia testua<strong>le</strong> prescelta e alla<br />
destinazione indicata.<br />
Estensione dell'elaborato: non inferiore a 4 colonne,<br />
non su<strong>per</strong>iore a 6.<br />
del computer (posta e<strong>le</strong>ttronica, internet, ecc.). Ma<br />
occorre insistere anche di più sull'idea della<br />
formazione <strong>per</strong>manente. Ci sono dei giovani che –<br />
saggiamente – fanno corsi su corsi e accumulano<br />
diplomi in attesa di entrare nel mondo del lavoro.<br />
Ma non è tutto. Bisogna convincersi che nella vita si<br />
devono sempre prevedere <strong>per</strong>iodi di interruzione<br />
della vita professiona<strong>le</strong> <strong>per</strong> qualificarsi meglio e<br />
aggiornarsi. L'alternanza di <strong>per</strong>iodi di lavoro a<br />
momenti di formazione dovrà diventare norma<strong>le</strong>.<br />
(Da: «Dimensioni nuove», marzo 2004)<br />
Quali sono <strong>le</strong> cause dell'indebolimento del lavoro? «Innanzitutto dobbiamo dire che i "trent ' anni gloriosi1 si<br />
basavano su una situazione particolare: i mercati di molti prodotti hanno conosciuto un ampliamento<br />
ecceziona<strong>le</strong>, basti pensare all ' automobi<strong>le</strong> (dal<strong>le</strong> 100 mila vetture anteguerra ai due milioni annui), agli<br />
e<strong>le</strong>ttrodomestici, al<strong>le</strong> macchine <strong>per</strong> ufficio. Questa espansione consentiva al tempo stesso crescita<br />
degli utili, della produttività, dell'occupazione e dei salari. Oggi è tutt ' altra musica. La globalizzazione<br />
col<strong>le</strong>ga sistemi economici assai diversi, come fossero vasi comunicanti. Diviene quindi diffici<strong>le</strong><br />
conservare una situazione di enorme difformità nei livelli salariali: <strong>le</strong> retribuzioni dei Paesi in via di<br />
sviluppo tendono a salire, anche rapidamente in <strong>per</strong>centua<strong>le</strong> (ma sempre partendo da livelli assoluti<br />
assai bassi); viceversa quel<strong>le</strong> del mondo sviluppato. Dove e quando si troverà l ' equilibrio è diffici<strong>le</strong><br />
prevedere».<br />
Le nuove forme di f<strong>le</strong>ssibilità del lavoro possono contribuire a limitare i danni della globalizzazione?<br />
«La f<strong>le</strong>ssibilità è indubbiamente uno strumento <strong>per</strong> reggere l'impatto della globalizzazione, ma è un<br />
strumento sbagliato: anziché contribuire alla crescita dei non sviluppati si sceglie la strada di acce<strong>le</strong>ra-
e il declino del<strong>le</strong> condizioni di lavoro nel " nord" del mondo. Ciò provoca gravi costi umani e, oltretutto,<br />
complica assai la gestione del<strong>le</strong> imprese».<br />
Pensa alla <strong>le</strong>gge Biagi?<br />
Ebbene sì, queste nuove norme intorbidano l ' intero mercato del lavoro. Part time, lavoro interina<strong>le</strong><br />
individua<strong>le</strong> e co.co.co., che esistevano già, erano strumenti utili sia <strong>per</strong> i dipendenti che <strong>per</strong> <strong>le</strong><br />
imprese. Ora l'Istat stima che, dopo la <strong>le</strong>gge 30, vi sia-no ben 48 tipi diversi di contratto. Questo rende<br />
difficilmente governabili <strong>le</strong> organizzazioni aziendali. Si tenga conto, fra l'altro, che l ' esternalizzazione<br />
di interi reparti, in un'industria chimica ad esempio, fa sì che fianco a fianco lavorino <strong>per</strong>sone<br />
appartenenti a categorie diverse (chimici, informatici, trasporti, commercio, ecc.). Quindi i profili<br />
contrattuali individuali potrebbero essere addirittura più numerosi dei 48 individuati dall ' Istat».<br />
(Da: intervista al sociologo Luciano Gallino, «L'Espresso»,<br />
2 settembre 2004)<br />
1. "trent'anni gloriosi": anni fra il 1950 e il 1980, durante i quali vi furono significativi progressi nell'industrializzazione e<br />
nei salari in Occidente<br />
Venuta meno la possibilità di una tutela sul «posto di lavoro», il sindacato, e non solo in Italia, ha<br />
creduto che un ' alternativa valida potesse essere rappresentata da una tutela «nel mercato del lavoro».<br />
Ha cioè accettato la dottrina della f<strong>le</strong>ssibilità, propugnata dai governi (in verità senza troppe distinzioni<br />
di colore) affidando il sistema del<strong>le</strong> garanzie a un comp<strong>le</strong>sso di accorgimenti volti ad attuare<br />
la miglior combinazione tra domanda ed offerta (collocamento dinamico, formazione professiona<strong>le</strong>,<br />
sostegno <strong>per</strong> i <strong>per</strong>iodi di disoccupazione, ecc.). [...]<br />
Anche la dottrina della tutela del lavoro attraverso il mercato del lavoro si è rivelata insufficiente. Il<br />
fatto più preoccupante, dal punto di vista sindaca<strong>le</strong>, è che ormai il lavoro ha <strong>per</strong>duto la sua fisionomia<br />
unitaria. C'è ancora il lavoro subordinato tradiziona<strong>le</strong>. Ma sul mercato hanno fatto irruzione decine di<br />
nuove specie di prestazione d'o<strong>per</strong>a che, in mancanza di un nome che renda l'idea, vengono chiamate<br />
«atipiche».<br />
Dalla nuova fisionomia dell'apprendistato al lavoro in affitto, al<strong>le</strong> «co.co.co.» (collaborazioni coordinate<br />
continuative); <strong>per</strong> tacere dei contratti a termine, dei lavori a progetto, del lavoro interina<strong>le</strong> e del «lavoro<br />
on line»: è un catalogo del tutto a<strong>per</strong>to nel qua<strong>le</strong> i confini tra subordinazione e autonomia si fanno labili<br />
e, in ogni caso, <strong>per</strong> il sindacato resta arduo il compito di aggregare e «sindacalizzare» soggetti così<br />
disparati.<br />
(Da: «Dimensioni nuove», marzo 2003<br />
L'offerta di lavoro e la ricerca di lavoro sono troppo spesso su due piani diversi, e non si<br />
incontrano. L ' offerta di lavoro esiste, ed è massiccia, al Nord: e riguarda <strong>per</strong> lo più attività tecniche e<br />
manuali, quel<strong>le</strong> <strong>per</strong> intenderci di un o<strong>per</strong>aio specializzato che nel<strong>le</strong> sue specifiche mansioni abbia<br />
dimostrato di essere es<strong>per</strong>to. La domanda proviene da un Meridione povero di industrie e affascinato<br />
dal-la declinante prospettiva del posto pubblico fisso. Quel tipo di disoccupato non ha, ai livelli più<br />
bassi, alcuna specializzazione tecnica: e ai livelli più alti ha titoli di studio generici e poco apprezzati,<br />
a cominciare dalla classica laurea in Legge. Il sistema scolastico non soddisfa da questo punto di vista<br />
<strong>le</strong> esigenze della società. Ma non è colpa soltanto del sistema. La propensione a occupazioni<br />
tavolinesche fa sì che siano disertati i corsi dai quali escono buoni tecnici. Vi sono decine o centinaia<br />
di migliaia di<br />
candidati <strong>per</strong> alcuni posti statali, e quasi nessun candidato là dove vengono addestrati i saldatori o i<br />
tornitori.<br />
Un altro e<strong>le</strong>mento essenzia<strong>le</strong> è la riluttanza a lascia-re la propria regione. Nell'Italia povera di<br />
cent'anni or sono milioni di italiani mossero verso <strong>le</strong> remote Americhe. Adesso sembra lacerante il<br />
trasferimento dalla Calabria al Veneto. L ' orgoglio dei Paesi sviluppati, e l'Italia appartiene al club, è<br />
quel-lo di avere una disoccupazione se<strong>le</strong>ttiva. Non si accetta un lavoro purchessia e dove che sia, si<br />
accetta un lavoro che sia gradito. Questa è una realtà sulla qua<strong>le</strong> è inuti<strong>le</strong> mora<strong>le</strong>ggiare. Se il lavoro<br />
non viene accettato <strong>le</strong> ragioni devono essere solide, e lo sono. Molti disoccupati del Sud hanno in
ealtà, nella loro terra, occupazioni in nero. Piuttosto che trasferirsi al Nord preferiscono risultare<br />
disoccupati.<br />
(Da: «Gente», 8 febbraio 2001<br />
Da quando il ciclo di studi universitario si è trasformato in un 3 + 2, ovvero un triennio formativo<br />
ed un biennio di laurea specialistica, s ' è trasformata anche la modalità di ingresso nel mondo del<br />
lavoro. [...]<br />
Un aspetto interessante relativo al<strong>le</strong> strategie dei laureati triennali è quello della specializzazione; la<br />
scelta è tra la prosecuzione natura<strong>le</strong> nella stessa facoltà in cui ci si è già laureati, oppure indirizzarsi<br />
altrove. Ta<strong>le</strong> scelta è influenzata da diversi fattori, ma, in primo luogo dal<strong>le</strong> differenze in termini di<br />
offerta formativa del<strong>le</strong> singo<strong>le</strong> facoltà. [...]<br />
La maggior parte dei laureati triennali che si iscrivono al biennio specialistico lo fa proseguendo<br />
nella stessa facoltà. Dagli atenei piemontesi emerge un singolare dato che si muove in<br />
controtendenza; se facciamo riferimento ai laureati triennali, che decidono di terminare in quel tipo<br />
di <strong>per</strong>corso il loro ciclo di studi, la quantità di laureati che si iscrivono agli ordini professionali è<br />
nettamente inferiore al loro numero potenzia<strong>le</strong>: la maggior parte di questi intendono avviarsi subito<br />
alla libera professione. L'inserimento professiona<strong>le</strong> dei laureati è di solito monitorato dal consorzio<br />
Alma Laurea e i dati da essa raccolti a livello naziona<strong>le</strong> evidenziano come la maggioranza dei<br />
laureati triennali risulti in possesso di un ' occupazione; il 50% ha iniziato ta<strong>le</strong> attività dopo il<br />
conseguimento della laurea ed il 34% prosegue nell'attività che svolgeva prima del conseguimento<br />
di questa. Tra coloro che hanno scelto di proseguire iscrivendosi ad un corso di laurea specialistica,<br />
la maggior parte, oltre il 70%, ha compiuto ta<strong>le</strong> scelta <strong>per</strong> arricchimento cultura<strong>le</strong> <strong>per</strong>sona<strong>le</strong> e<br />
specifica passione, men-tre il 24% ha ritenuto indispensabi<strong>le</strong> proseguire <strong>per</strong> entrare nel mondo del<br />
lavoro.<br />
(Da: «Il So<strong>le</strong> 24 ore., 11 luglio 2007
2) Ambito socio-economico<br />
Argomento:Donna come oggetto?<br />
Noi donne,fra tutti gli esseri animati e dotati di senno,siamo certo <strong>le</strong> creature più misere. Da prima con<br />
un’enorme quantità di soldi è necessario acquistarsi un maerito , prendersi uno che si fa padrone del nostro<br />
corpo. Ma c'è assai di peggio (e proprio qui sta il punto più spinoso): prendersi un uomo tristo o un<br />
galantuomo. Ché non fa onore a una donna il divorzio né, d'un marito, è <strong>le</strong>cito il ripudio. Se poi la donna arriva<br />
in un paese nuovo con nuove <strong>le</strong>ggi e costumanze, dev'essere indovina ché da prima, a casa sua, nessuno gliel'ha<br />
detto con qua-<strong>le</strong> sposo avrà rapporto. Metti che l'ardua impresa ci riesca e che il marito sopporti di buon grado il<br />
giogo coniuga<strong>le</strong>: un'esistenza invidiabi<strong>le</strong>: ché, se non succede, meglio la morte. L'uomo, se si stanca di stare<br />
insieme alla gente di casa, esce e vince la noia. Ma <strong>per</strong> noi non c'è che fa-re: c'è un'anima sola a cui guardare.<br />
Dicono che noi viviamo un'esistenza senza rischi, dentro casa, e che loro invece vanno a combattere. Errore!<br />
Accetterei di stare in campo, là, sotto <strong>le</strong> armi, <strong>per</strong> tre volte, piuttosto che figliare solo una volta.<br />
(Euripide, Medea, trad. it., Einaudi, Torino 2002)<br />
2.<br />
Tutti i cittadini hanno pari dignità socia<strong>le</strong> e sono eguali davanti alla <strong>le</strong>gge, senza distinzione di sesso, di razza,<br />
di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni <strong>per</strong>sonali e sociali. [...]<br />
(Costituzione della Repubblica Italiana, art. 3)<br />
3.<br />
Se io voglio definirmi, sono obbligata anzitutto a dichiarare: — Sono una donna —; questa verità costituisce il<br />
fondo sul qua<strong>le</strong> si ancorerà ogni altra affermazione. Un uomo non comincia mai col classificarsi come<br />
individuo di un certo sesso; che sia uomo è sottinteso. E pura formalità che <strong>le</strong> rubriche MASCHILE e<br />
FEMMINILE appaiano simmetriche nei registri dei Municipi e negli attestati d'identità. Il rapporto tra i due<br />
sessi non è quello di due e<strong>le</strong>ttricità, di due poli: l'uomo rappresenta insieme il positivo e il negativo, al punto<br />
che diciamo "gli uomini" <strong>per</strong> indicare gli esseri umani.<br />
(S. de Beauvoir, Il secondo sesso, trad. it., Il Saggiatore, Milano 1965)<br />
4.<br />
I l F i n a n c i a l T i m e s di ieri in un articolo di quattro pagine denuncia severamente il tratta-mento riservato<br />
al<strong>le</strong> donne nel nostro paese: l'uso di val<strong>le</strong>tte seminude in ogni genere di programma te<strong>le</strong>visivo, gli spot<br />
pubblicitari dominati da allusioni sessuali, il preva<strong>le</strong>re della donna come oggetto, destinata a stuzzicare "i<br />
genitali dell'uomo, anziché il cervello". Non so-lo: secondo l'autore del servizio, Adrian Michaels,<br />
corrispondente da Milano dell'autorevo<strong>le</strong> quotidiano finanziario, potrebbe esserci un <strong>le</strong>game fra l'onnipresenza<br />
di maggiorate in abiti discinti sui nostri mezzi di comunicazione e la scarsità di donne ai vertici della politica,<br />
del business, del<strong>le</strong> professioni in Italia. [... ]<br />
Arrivato a Milano tre anni fa da New York insieme alla moglie, Michaels ammette di essere rimasto stupefatto<br />
dal modo in cui te<strong>le</strong>visione e pubblicità dipingono <strong>le</strong> donne; e ancora più sorpreso dal fatto che<br />
apparentemente nessuno protesta o ci trova qualcosa di ma<strong>le</strong>. [...l L'articolo considera quindi una serie di dati<br />
da cui risulta che <strong>le</strong> donne italiane sono fra <strong>le</strong> più sottorappresentate d'Europa nel<strong>le</strong> stanze dei bottoni: il<br />
numero del<strong>le</strong> parlamentari, 11 <strong>per</strong> cento, è lo stesso di trent'anni fa; nel<strong>le</strong> maggiori aziende italiane <strong>le</strong> donne<br />
rappresentano so-lo il 2 <strong>per</strong> cento dei consigli d'amministrazione (rispetto al 23 <strong>per</strong> cento nei paesi scandinavi<br />
e al 15 negli Stati Uniti); e un sondaggio internaziona<strong>le</strong> rivela che la presenza di donne in politica, nella<br />
pubbica amministrazione e ai vertici del business è più bassa che in Italia soltanto a Cipro, in Egitto e in Corea<br />
del Sud. «La mia sensazione è che il femminismo, dopo impor-tanti battaglie <strong>per</strong> il divorzio e l'aborto, da noi<br />
non esista più», gli dice il ministro Emma Bonino, interpellata sul tema.<br />
(E. Franceschini, L'Italia un paese di veline. Le donne sono solo oggetti, «la Repubblica», 15 luglio 2007)
6<br />
se rimettessimo un po' di buon vecchio maschilismo nel<strong>le</strong> relazioni? Se, insomma,<br />
ritor nassimo a una sana rigida divisione dei ruoli: i maschi a guadagnare la pagnotta<br />
e a diri . gere il mondo mentre <strong>le</strong> femmine restano a casa ad aspettare il ritorno dei guerrieri<br />
al<strong>le</strong>van• , do figli e prendendosi cura del proprio corpo? Perché diciamolo: va<strong>le</strong> davvero la<br />
pena di fare sforzi sovrumani <strong>per</strong> essere sempre <strong>le</strong> eterne seconde in azienda quando<br />
potremmo essere <strong>le</strong> <strong>le</strong>ader incontrastate della sfera domestica? E davvero gratificante fare<br />
settimane di settanta ore – quaranta in ufficio, trenta a casa – nel nome della parità e<br />
dell'indipendenza? E <strong>per</strong> cosa? Portare a casa uno stipendio i cui due terzi andranno alla<br />
baby-sitter? Dunque, schema . E<br />
tizzando: che senso ha dannarsi nello sforzo di imitare<br />
Wonderwoman quando potremmo vivere come del<strong>le</strong> Barbie?<br />
N. Aspesi, Non sfruttate <strong>le</strong> Velone<br />
(M.G. Meda, La strategia della Barbie, in «la Repubblica del<strong>le</strong> Donne», 24 maggio 2008)<br />
Come Velona non mi manca niente: ho l'età giusta e sono pazza <strong>per</strong> il ballo. Mi piacciono gli<br />
orecchini luccicanti, talvolta indulgo nel lamé. Eppure mi si è stretto il cuore, l'altra sera, quando ho<br />
visto <strong>le</strong> mie ardite più o meno coetanee vestite a festa, fare <strong>le</strong> simpaticone in quell'attimo di gloria<br />
te<strong>le</strong>visiva che concede loro lo sbrigativo e antipatico Mammucari, che viene sempre chiamato<br />
quando si ha bisogno di un guardiano del serraglio con camicia a<strong>per</strong>ta sul petto più ciondolo d'or.<br />
Così tiene a bada con frettoloso disprezzo <strong>le</strong> donne: <strong>le</strong> giovani che sognano un futuro, <strong>le</strong> vecchie che<br />
hanno dimenticato il passato. Antonio Ricci, che ha meritato l'importante premio giornalistico "È" <strong>per</strong><br />
il suo ce<strong>le</strong>bre Striscia la notizia e ha inventato anche queste gare estive di femmine ammaestrate, ha<br />
già sgridato preventiva-mente chiunque sia così bana<strong>le</strong> da non trovare di suo gusto l'attua<strong>le</strong> circo<br />
estivo del<strong>le</strong> Velone, come non gli era piaciuto l'anno scorso quello del<strong>le</strong> Veline. Guai a giudicare lo<br />
spettacolo patetico, o ridicolo, o horror, anche se quella massiccia parte dell'audience in trance<br />
te<strong>le</strong>visivo, ormai si raccatta soprattutto col ridi-colo, il patetico e l'horror: e infatti negli Stati Uniti<br />
stanno <strong>per</strong> andare in onda una ventina di nuovi reality show di massimo disdoro, tipo "Chi vuo<strong>le</strong><br />
sposare la mia mamma? " o " Ragazzo incontra ragazzo", in cui un gay può scegliere il suo preferito da<br />
un gruppo di non gay che sgomita <strong>per</strong> vincere la lieta gara. Certo il pubblico del<strong>le</strong> Velone a Caor<strong>le</strong><br />
sghignazzava o si copriva gli occhi turbato, davanti a uno spettacolo che il ridicolo, il patetico e<br />
l'horror l'aveva centrato in pieno.<br />
Data la mia contiguità velonista, s<strong>per</strong>o che Ricci mi consenta di non applaudire freneticamente come<br />
si fa sempre in tv, soprattutto a Scherzi a parte: e di dire, banalmente, <strong>le</strong> mie prime banali impressioni.<br />
Non è vero che chi critica <strong>le</strong> Velone (e <strong>per</strong> farlo deve ovviamente far parte dell'audience) "ha un'idea<br />
della vecchiaia che fa comodo, con l'anziana che sta a casa a fare la minestrina". Magari "l'anziana"<br />
non si fa strapazzare da Mammucari e sta a casa: ma ci sta a scrivere romanzi di successo come Gina<br />
Lagorio, a studiare <strong>le</strong> stel<strong>le</strong> come Margherita Hack, a ricevere giovani col<strong>le</strong>ghe <strong>per</strong> regalare loro la<br />
sua immensa e vivace memoria storica come Maria Pezzi, a <strong>le</strong>ggere gli spartiti d ' o<strong>per</strong>a come Franca<br />
Va<strong>le</strong>ri, a studiare i meccanismi cerebrali come Rita Levi Montalcini, a scegliere copioni teatrali come<br />
Alida Valli, a dirigere con pugno di ferro la sua azienda come Wanda Ferragamo: o, come me, più che<br />
la minestrina, sta in cucina a fare un ricco minestrone alla milanese.
1. A partire dall'antichità greca, il rapporto tra i sessi è sempre stato prob<strong>le</strong>matico. Ritieni<br />
che lo sia ancora oggi? Ritieni che la parità tra i sessi sancita dalla nostra Costituzione sia stata raggiunta o no?<br />
Che cosa si intende oggi <strong>per</strong> 'pari opportunità'?<br />
2. II documento più specifico — e quindi anche più importante — è il quarto, che<br />
denuncialo sfruttamento strumenta<strong>le</strong> dell'immagine femmini<strong>le</strong> <strong>per</strong> scopi pubblicitari. La dinamica pubblicitaria è<br />
evidente, in quanto, come dice l'articolista deI Financial Times, l'immagine femmini<strong>le</strong> stuzzica «i genitali dell'uomo,<br />
anziché il cervello». Ti sembra che questo 'uso' della donna sia ammissibi<strong>le</strong> o rappresenti una forma di<br />
mercificazione del corpo? E la proliferazione ossessiva di immagini provocanti non potrebbe anche avere qualche<br />
connessione con la giustificazione da parte di qualcuno degli atti di vio<strong>le</strong>nza sul<strong>le</strong> donne?<br />
3. Da un po' di tempo a questa parte capita di riscontrare che la stampa straniera sia molto<br />
più critica di quella naziona<strong>le</strong> di fronte a fatti di malcostume ordinario, politico, finanziario<br />
ecc. Per quali ragioni questo può accadere?<br />
4. Ora interpreta e confronta i documenti, estraendo da ciascuno quanto ti serve; richiama<br />
<strong>le</strong> tue conoscenze; delinea una sca<strong>le</strong>tta; inventa un titolo e fai la prima stesura<br />
3) Gli OGM<br />
Per il materia<strong>le</strong> vedi: Santagata Il filo rosso. Guida alla scrittura (al<strong>le</strong>agto al I vol.) pagg.49-53.<br />
1. Fare il saggio<br />
2. Fare gli esercizi pagg.55-56