You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
CARATTERE EREDITARIO<br />
Un gioiellino come il Raffaello calibro 28 non poteva restare solo e unicamente un<br />
esempio di tecnica: occorreva un ampliamento della gamma con un modello di studiata<br />
raffinatezza per coloro che giustamente desiderano sparare bene e con un bel fucile<br />
Non stiamo a ripetere quanto il calibro 28 sia<br />
un nostro vecchio pallino: questa cartuccia e<br />
diversi fucili così camerati si sono succeduti<br />
nel corso di più di cinquant’anni della nostra<br />
pratica venatoria quindi l’affezione deriva dalle rese verificate<br />
sul terreno e dalle tante esperienze raccolte nel<br />
tempo. La nascita del primo <strong>Benelli</strong> in questo calibro<br />
non ci aveva colti impreparati: a quell’epoca sentivamo<br />
oramai pronta una fascia consistente di cacciatori per<br />
compiere il salto in basso, la diminuzione drastica del<br />
calibro, e quindi la Casa di Urbino, sempre attentissima<br />
ai segnali evolutivi, doveva per forza essere in prima fila<br />
per offrire il suo 28. Non ci sbagliammo, era pur facile<br />
indovinare conoscendo le menti dell’azienda, e il piccolo<br />
calibro venne alla luce. Era il 20…<br />
Approfittando di fiere, mostre e in primis della cortesia<br />
della Casa, abbiamo avuto modo di effettuare, nel<br />
recente passato, diverse prove di tiro al piattello con<br />
ampia soddisfazione. Partiamo di qui, da una pratica<br />
sportiva per osservare il cammino di questo calibro e<br />
le conseguenti realizzazioni armiere fra cui il semiauto<br />
della <strong>Benelli</strong> ha un posto di spicco per la tecnologia applicata.<br />
La discesa dei calibri da impiegare si manifesta<br />
soprattutto nella caccia e già occorre una prima separazione<br />
fra quel che è successo e succede da noi, abbastanza<br />
differente da quel che avviene negli Stati Uniti<br />
di Emanuele Tabasso<br />
<strong>Benelli</strong> Legacy calibro 28<br />
d’America. La prima importante dirimente è il numero<br />
di praticanti, di coloro che usano un fucile per lo sport<br />
del tiro a volo o per l’arte della caccia: nel Nuovo Mondo<br />
(anche se è già un po’ usurato) i numeri sono fantastici<br />
ed è comprensibile come ogni branca del settore,<br />
fucili, cartucce, accessori, possa trovare ampio sviluppo<br />
confortata da ritorni economici che giustificano i costi<br />
di studi e prove. Da noi è tutto più limitato, parliamo<br />
in particolare della nostra nazione, e sovente si va a rimorchio<br />
ideale di quanto combinano gli altri. Torniamo<br />
ai calibri: il 12/70 rimane fisso e immutabile per il tiro<br />
di pedana con la forte variazione delle grammature di<br />
pallini che dai 36 originari sono scese alle odierne 28<br />
e 24, secondo la graduatoria dei tiratori. I fabbricanti<br />
hanno brillantemente risolto il controsenso balistico<br />
realizzando canne con rese prima inimmaginabili. L’abolizione<br />
dei calibri 10 e 8 ha portato ai 12 Magnum e<br />
Supermagnum con camere da 76 e 89 mm: stesso discorso<br />
per la balistica e la bravura dei fabbricanti. In<br />
questo ambito si è mosso parecchio il calibro 20 che da<br />
decenni occupa uno spazio discretamente ampio: non<br />
ci sembra che gli specifici campionati di pedana abbiano<br />
avuto la risonanza che, per contro, la bella cartuccia<br />
ha sul terreno venatorio. Anche qui 70 e 76 mm ampliano<br />
la scelta, ma la preponderanza indica la misura<br />
più corta e tradizionale dove si ha già un ventaglio di<br />
069