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068<br />
ARMI LUNGHE
CARATTERE EREDITARIO<br />
Un gioiellino come il Raffaello calibro 28 non poteva restare solo e unicamente un<br />
esempio di tecnica: occorreva un ampliamento della gamma con un modello di studiata<br />
raffinatezza per coloro che giustamente desiderano sparare bene e con un bel fucile<br />
Non stiamo a ripetere quanto il calibro 28 sia<br />
un nostro vecchio pallino: questa cartuccia e<br />
diversi fucili così camerati si sono succeduti<br />
nel corso di più di cinquant’anni della nostra<br />
pratica venatoria quindi l’affezione deriva dalle rese verificate<br />
sul terreno e dalle tante esperienze raccolte nel<br />
tempo. La nascita del primo <strong>Benelli</strong> in questo calibro<br />
non ci aveva colti impreparati: a quell’epoca sentivamo<br />
oramai pronta una fascia consistente di cacciatori per<br />
compiere il salto in basso, la diminuzione drastica del<br />
calibro, e quindi la Casa di Urbino, sempre attentissima<br />
ai segnali evolutivi, doveva per forza essere in prima fila<br />
per offrire il suo 28. Non ci sbagliammo, era pur facile<br />
indovinare conoscendo le menti dell’azienda, e il piccolo<br />
calibro venne alla luce. Era il 20…<br />
Approfittando di fiere, mostre e in primis della cortesia<br />
della Casa, abbiamo avuto modo di effettuare, nel<br />
recente passato, diverse prove di tiro al piattello con<br />
ampia soddisfazione. Partiamo di qui, da una pratica<br />
sportiva per osservare il cammino di questo calibro e<br />
le conseguenti realizzazioni armiere fra cui il semiauto<br />
della <strong>Benelli</strong> ha un posto di spicco per la tecnologia applicata.<br />
La discesa dei calibri da impiegare si manifesta<br />
soprattutto nella caccia e già occorre una prima separazione<br />
fra quel che è successo e succede da noi, abbastanza<br />
differente da quel che avviene negli Stati Uniti<br />
di Emanuele Tabasso<br />
<strong>Benelli</strong> Legacy calibro 28<br />
d’America. La prima importante dirimente è il numero<br />
di praticanti, di coloro che usano un fucile per lo sport<br />
del tiro a volo o per l’arte della caccia: nel Nuovo Mondo<br />
(anche se è già un po’ usurato) i numeri sono fantastici<br />
ed è comprensibile come ogni branca del settore,<br />
fucili, cartucce, accessori, possa trovare ampio sviluppo<br />
confortata da ritorni economici che giustificano i costi<br />
di studi e prove. Da noi è tutto più limitato, parliamo<br />
in particolare della nostra nazione, e sovente si va a rimorchio<br />
ideale di quanto combinano gli altri. Torniamo<br />
ai calibri: il 12/70 rimane fisso e immutabile per il tiro<br />
di pedana con la forte variazione delle grammature di<br />
pallini che dai 36 originari sono scese alle odierne 28<br />
e 24, secondo la graduatoria dei tiratori. I fabbricanti<br />
hanno brillantemente risolto il controsenso balistico<br />
realizzando canne con rese prima inimmaginabili. L’abolizione<br />
dei calibri 10 e 8 ha portato ai 12 Magnum e<br />
Supermagnum con camere da 76 e 89 mm: stesso discorso<br />
per la balistica e la bravura dei fabbricanti. In<br />
questo ambito si è mosso parecchio il calibro 20 che da<br />
decenni occupa uno spazio discretamente ampio: non<br />
ci sembra che gli specifici campionati di pedana abbiano<br />
avuto la risonanza che, per contro, la bella cartuccia<br />
ha sul terreno venatorio. Anche qui 70 e 76 mm ampliano<br />
la scelta, ma la preponderanza indica la misura<br />
più corta e tradizionale dove si ha già un ventaglio di<br />
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ARMI LUNGHE<br />
Anche sul fianco sinistro del castello appaiono selvatici in volo e il disegno viene ravvivato dalla<br />
dosata presenza del piccolo medaglione dorato su cui appare il 28 riferito al calibro<br />
La feritoia per l’inserimento delle cartucce ospita<br />
la cucchiaia elevatrice in acciaio inox: da notare la<br />
perfetta finitura di ogni particolare. Il tappo spingitoio<br />
del caricatore tubolare è anodizzato in rosso per<br />
acclarare subito l’assenza di cartucce<br />
Linea personale per la guardia<br />
ricavata dallo stesso blocco in polimero<br />
del gruppo di scatto e grilletto<br />
dorato di comoda acquisizione;<br />
nel rebbio posteriore è inserito il<br />
pulsante rotondo della sicura. Davanti,<br />
nel fondo del castello, sporge<br />
il tastino a lamina per sbloccare la<br />
cucchiaia e togliere le cartucce dal<br />
serbatoio<br />
Compatta l’asta sotto canna con profonde scalfature longitudinali di presa: funzionale<br />
ed elegante lo zigrino e il nome del fabbricante realizzato a laser. Il tappo di<br />
fermo a clessidra presenta profondi incavi che facilitano la presa
Ben proporzionato anche il calcio in noce venato con dorso lineare, nasello evidenziato da bisellature<br />
arrotondate, pistola allargata verso la coccia<br />
Nella leggera bindella di carbonio<br />
è inserito il mirino intermedio<br />
a sferetta di ottone: allineare bene<br />
il fucile è importante per posizionare<br />
correttamente la rosata<br />
sul bersaglio<br />
Non manca ovviamente all’apice della bindella il mirino<br />
LPA in plastica traslucida rossa, funzionale su ogni sfondo<br />
e in ogni condizione di luce. Nel vivo di volata si nota lo<br />
strozzatore ***<br />
Le precise lavorazioni risaltano con le cromature antiossido: qui si nota il carrello<br />
otturatore con la manetta di armamento e il pulsante per lo svincolo dalla posizione<br />
arretrate<br />
<strong>Benelli</strong> Legacy calibro 28<br />
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ARMI LUNGHE<br />
grammature da soddisfare tutti, o quasi: e qui si chiude<br />
il capitolo dei calibri medi che riprenderemo nella<br />
nostra reiterata verbosità con il negletto calibro 24, ultimo<br />
della serie. La battaglia si è accesa da non molto<br />
tempo sui piccoli calibri: 28 e 36 Mg., questa la corretta<br />
dicitura europea perché .410 Mg. è di pretto uso americano,<br />
e anche qui chiniamo un attimo il capo in memoria<br />
del calibro 32, non proprio defunto, ma oramai<br />
di scarsissima diffusione. Vediamo allora che succede<br />
in questo piccolo e interessantissimo ambito.<br />
La cartuccia calibro 28/70<br />
Dodici anni, una passione montante per le armi, un<br />
interesse animalista spiccato e una tiepida tensione<br />
per la caccia, poi la disponibilità di quando in quando<br />
di un capanno da dividere con l’amico Guido già decisamente<br />
mordu pour la chasse come dicono i cugini<br />
d’oltralpe. Dava sicurezza la supervisione dell’anziano<br />
Nell’estensione di culatta della canna sono ricavate<br />
le due sedi per le alette di chiusura ed è incassato<br />
il piolo a molla dell’espulsore<br />
L’anello di giunzione saldato alla canna unisce la<br />
stessa alla restante parte della meccanica tramite il<br />
vitone riportato al vertice del serbatoio cartucce<br />
proprietario di cui avremmo compreso dopo parecchi<br />
anni l’intima e rattenuta soddisfazione nel vedere due<br />
ragazzini desiderosi di apprendere la sua arte; insieme<br />
la disponibilità di una garbatissima doppietta a cani<br />
esterni in quel calibro, 28 appunto, cui giurammo fedeltà<br />
a prima vista. Il resto è storia lunga, ma a quella<br />
cartuccia, incamerata nei minimali monocanna piuttosto<br />
che in gentili sovrapposti o raffinate doppiette, non<br />
abbiamo mai smesso di girare intorno. Capanno e qualche<br />
allodola alla borrita, cesene sovente al volo quando<br />
i secchi delle poste non erano graditi, questi erano<br />
gli esercizi di massima, ma con il cane non era proprio<br />
cosa. Le cartucce, ecco il primo problema: solo Remington<br />
aveva delle cariche adeguate, ma a prezzi inadatti<br />
alle nostre tasche, e poi proprio non era nella mentalità<br />
di allora impegnarsi in un gioco difficile per sbagliare di<br />
più. Il merito degli americani sta proprio lì, nel trovar<br />
piacere a cimentarsi con maggiori difficoltà per migliorarsi,<br />
sviluppando una sensibilità e una valutazione più<br />
Le scritte ben macchinate appaiono sui entrambi<br />
i fianchi della canna e ci ricordano un po' pignolamente<br />
di leggere il manuale prima di usare l'arma<br />
Le due fresature di alleggerimento praticate sull’esterno<br />
dell’estensione di culatta della canna. Si noti<br />
l'eccellente qualità della lavorazione
Nel castello si osservano il cane armato e la leva<br />
con molla per il comando del riarmo. Al corpo otturatore<br />
è imperniata la bielletta di recupero che agisce<br />
sulla molla posta nel calcio<br />
Corpo otturatore in cui è inserita la testina rotante<br />
con piolo e pista a camme visibili superiormente.<br />
Frontalmente si notano il foro del percussore, l’unghia<br />
dell’estrattore e le due alette arrotondate di<br />
chiusura. Sul fianco una delle guide per lo scorrimento<br />
nel castello e la manetta di armamento<br />
Smontaggio di campagna: tolto il tappo si sfilano<br />
l’astina e la canna mentre dal castello si prelevano<br />
il coperchio e l’otturatore<br />
<strong>Benelli</strong> Legacy calibro 28<br />
attente, dove la rinuncia al tiro non sia una sconfitta,<br />
ma un punto a favore dell’uomo cacciatore, cosciente<br />
e misurato nello sparare e nel prelievo della selvaggina.<br />
Questa determinazione ha sviluppato la cartuccia<br />
nuova, dotata di grammature di pallini, borre, velocità<br />
che, insieme alle nuove forature delle canne hanno<br />
reso possibile l’impiego nella splendida caccia col<br />
cane, svincolandola dal recinto costrittivo del capanno<br />
e consegnandole nuovi orizzonti.<br />
Mettiamo da parte per oggi il .410 Mg o 36/76 molto<br />
adatto ai garbati fucili a due canne pur se la loro sezione<br />
minimale le ha fatte paragonare da uno spirito<br />
caustico a due bocchini da pipa: è solo un differimento<br />
e non un’elisione perché anche questa cartuccia offre<br />
spunti di marcato interesse. Focalizziamoci quindi<br />
sul 28 che oggi vede le cartucce di due misure, 65 e<br />
70 mm con rendimenti che ci hanno stupito. Di certo<br />
la progressione degli studi di <strong>Benelli</strong> è andata di pari<br />
passo con quella dei fabbricanti nazionali di cartucce,<br />
ambito in cui si muovono firme di eccellente caratura:<br />
il motivo è racchiuso nel far sparare e riarmare un<br />
semiautomatico dotato del sistema inerziale, quindi<br />
bisognoso di energia alla volata pari a 140 kgm, come<br />
dire una carica di almeno 21 g di pallini davanti a una<br />
polvere progressiva. Come si può arguire è stata proprio<br />
la moda americana della caccia col cane da ferma<br />
ad aprire realmente la porta alla realizzazione di un<br />
semiauto in 28 e il Raffaello Crio è stato l’apripista: la<br />
nuova moda è contagiosa e rapidamente si sono fatti<br />
avanti coloro che vedono nel fucile un qualcosa di più<br />
del mezzo di caccia. Il Legacy è stato realizzato per dar<br />
corso a tali immaginazioni, al piacere del bello e della<br />
raffinatezza tecnico esecutiva congiunta a quella formale<br />
delle linee e dei decori. Non stiamo a ripercorrere<br />
Gli accessori forniti con l’arma comprendono l’olio<br />
lubrificante, i distanziali e i correttori di deviazione<br />
del calcio, lo strozzatore cilindrico e la chiave<br />
di montaggio, la placca rossa da inserire davanti<br />
all’otturatore per mostrare che l’arma è scarica<br />
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ARMI LUNGHE<br />
I tre tipi di cartucce impiegate nelle prove: due grammature,<br />
21 e 18 g, per la marca RC e 17 g per le GFL<br />
28 della Fiocchi - Tutte hanno pallini in Pb del n. 10<br />
le tappe di questo punto fermo di <strong>Benelli</strong> dalle linee<br />
giustamente avveniristiche alla nascita e oggi punto<br />
fermo nel panorama internazionale, esempio nella<br />
specifica tipologia industriale di come la classe possa<br />
coabitare con la meccanica; non disquisiamo sulla bontà<br />
di resa delle canne criogeniche, degli strozzatori consequenziali,<br />
della bindella in carbonio per alleggerire la<br />
parte anteriore dell’arma evitando parimenti i fastidiosi<br />
effetti miraggio dati dal calore; non puntualizziamo<br />
nulla del castello e del sistema a inerzia, troppo noti<br />
a tutti. Va evidenziato quello che all’appassionato non<br />
appare, quel rapporto magistrale di proporzioni generato<br />
non tanto dal pantografo, troppo comodo e poco<br />
risolutivo, quanto da una serie di calcoli dove le proporzioni<br />
delle masse, da cui si genera il funzionamento, si<br />
accordassero con quelle dei componenti, i contenitori<br />
per dirla in modo grezzo, che nell’occhio e nella mente<br />
umana hanno incasellamenti ben precisi, ma non solo<br />
numerici. Forse l’accostamento alla sezione d’una colonna<br />
d’un tempio greco può rappresentare una valida<br />
similitudine: l’impressione che si percepisce è diversa<br />
da quel che le misure rappresentano e le sensazioni<br />
entusiasmano di più. I legni si accordano alla classe del<br />
fucile e le venature scure sul fondo compatto e denso<br />
del noce danno un’impronta di accurato abbinamento<br />
con i decori sull’acciaio.<br />
La verità sul campo<br />
Avere a disposizione un simile fucile solletica il piacere<br />
di una prova e siamo riusciti a infilare nel programma<br />
un pomeriggio di tempo più che discreto in mezzo a<br />
tanta pioggia. La nostra Pinky è alla soglia dei tredici<br />
anni, ma non c’è voluto nulla per convincerla a un giretto<br />
alle quaglie: unica cosa che non le era nota il fodero<br />
tecnologico e parautomobilistico del fucile, annusato<br />
con insistenza. L’erba un po’ troppo alta ha richiesto un<br />
lavoro preciso e puntuale, ma il consumato mestiere<br />
risalta proprio in tali condizioni. Avendo cartucce da 17,<br />
Prova di rosata a 18 m con cartucce RC da 21<br />
grammi; 162 pallini nella corona esterna e 357 nel<br />
cerchio interno<br />
18 e 21 g ci siamo affidati alle ultime due conoscendone<br />
i buoni esiti ottenuti con un sovrapposto e rimandando<br />
ad un secondo tempo le prove su bersaglio.<br />
Così non ci saremmo fatti influenzare. Tutto preciso e<br />
regolare nel caricamento con la seconda cartuccia nel<br />
serbatoio e la prima direttamente in canna, il fucile si<br />
porta come un nulla e le magliette, pur previste, si fa a<br />
meno di montarle. Apprezziamo dal primo tiro la presenza<br />
del secondo riferimento sulla bindella, utile per<br />
ottimizzare la postura in mira, cosa che davvero serve<br />
come verifichiamo su un’imbracciata non giusta, primo<br />
colpo a vuoto, rimessa a punto e secondo colpo, già<br />
distante, ma risolutivo. La sensazione di rinculo è già<br />
leggera di per sé, ulteriormente limitata dal calciolo in<br />
gomma morbida: tutto a vantaggio del ritrovarsi subito<br />
in assetto per il secondo colpo. Si alternano situazioni,<br />
com’è normale, e l’impellenza di quella maggior precisione<br />
di puntamento è la dominante del gioco. Tra poco<br />
ne avremo contezza scritta dai pallini del 10 sulla carta<br />
dei bersagli. La cagnina è un poco contrariata che i lavori<br />
proseguano ora senza di lei: con l’aiuto di un amico<br />
compiacente montiamo il trespolo metallico, telemetriamo<br />
18 metri pinzando a uno a uno i bersagli per le<br />
tre cartucce. Nel ricercare la mira esatta agiamo sullo<br />
scatto con esasperata attenzione notando un leggero<br />
trascinamento che, sul selvatico, non era assolutamente<br />
avvertibile: pensiamo per un momento che non stiamo<br />
provando una carabina e ci vien da sorridere per<br />
questa nostra fisima mentale. Ripetiamo le operazioni<br />
dopo aver spostato il cavalletto a 26 metri. Manteniamo<br />
per tutta la prova di caccia e di tiro lo strozzatore *<br />
* * e queste sono le cartucce in ordine di sparo:<br />
1 – RC 28/65/08 - Pb n. 10 per 21 grammi<br />
2 – RC 28/65/08 - Pb n. 10 per 18 grammi<br />
3 – Fiocchi GFL 28 28/65/08 – Pb n. 10 per 17 grammi<br />
Le immagini dei bersagli mostrano chiaramente come<br />
la distanza di 18 m sia confacente al calibro e alle cariche,<br />
tenendo abbastanza bene anche a 26 m sul piccolo<br />
bersaglio della quaglia; pallini del n. 8 o 7, magari
Prova di rosata a 26 m con cartucce RC da 21<br />
grammi; 230 pallini nella corona esterna e 140 nel<br />
cerchio interno<br />
Il <strong>Benelli</strong> 28 in azione sulle quaglie con Pinky<br />
con qualche grammo in più, consentono senz’altro un<br />
buon risultato su animali della taglia della starna, della<br />
beccaccia e anche del fagiano comprimendo un poco<br />
la distanza. Come si nota abbiamo voluto provare subito<br />
quel che il costruttore ha messo fuori dai margini<br />
dell’efficienza del fucile: saggia politica in linea con lo<br />
stile della Casa, ma il fucile non lo sa e, almeno con noi,<br />
ha funzionato a perfezione anche con le 17 e 18 g, segno<br />
che i caricamenti dei due fabbricanti sono brillanti<br />
e redditizi. Certamente a 18 m la concentrazione dei<br />
pallini nel cerchio centrale è molto marcata, mentre a<br />
26 m si distribuisce in maniera più uniforme: questo<br />
Scheda tecnica<br />
Costruttore: <strong>Benelli</strong> Armi S.p.a. via della stazione 50, 61029<br />
Urbino (PU) - Tel. +39 0722 3071 - Fax +39 0722 307207 -<br />
www.benelli.it - info@benelli.it<br />
Modello: Raffello Legacy Crio 28<br />
Tipo: fucile semiautomatico a canna liscia<br />
Calibro: 28/70<br />
Funzionamento: inerziale<br />
Castello: blocco in ergal fresato<br />
Otturatore: a due alette rotanti anteriori<br />
Canna: lunga 65 cm - 2 strozzatori Criochoke *** e cyl con chiave<br />
Percussione: cane con molla elicoidale e percussore flottante interno<br />
all’otturatore<br />
Alimentazione: caricatore tubolare metallico sotto alla canna da 2<br />
cartucce<br />
Congegno di scatto: del tipo diretto con grilletto singolo montato su<br />
blocco in polimero<br />
Estrattore: a unghia con molla interna inserita nella testa dell’otturatore<br />
Espulsore: pistoncino a molla nel fodero di culatta<br />
Linea di mira: bindella ventilata in carbonio, mirino anteriore LPA in<br />
fibra ottica rossa e mirino intermedio in ottone<br />
Sicurezza: a due posizioni con tasto rigato nella guardia - blocca lo<br />
scatto<br />
Calciatura: in due pezzi di legno di noce di classe elevata - impugnatura<br />
a pistola e sottocanna sagomato - campi di presa con zigrino<br />
- calciolo AirCell<br />
Finiture: brunitura lucida della canna, anodizzazione lucida del<br />
fodero di culatta, castello con incisioni e riporti in metallo dorato -<br />
calciatura in noce con finitura “Elegance System”<br />
Lunghezza calcio dal grilletto: 360 mm - piega al tallone 55 mm<br />
e al nasello 35 mm<br />
Peso: 2.360 g con canna da 65 cm (variazioni in base alle tolleranze<br />
dei componenti)<br />
Prezzo: indicativo 2.423,00 € iva inclusa<br />
ambito è, a nostro avviso, il giusto per il binomio fucile<br />
cartuccia. Ovviamente aumentando pesantemente le<br />
dosi di pallini si ha un braccio di intervento maggiore<br />
perdendo, sempre a nostro sommesso parere, un po’<br />
dello stile che la scelta del 28 comporta.<br />
Al termine del gioco<br />
<strong>Benelli</strong> Legacy calibro 28<br />
Vogliamo considerare come tale questa magnifica prova<br />
dandole il valore che merita: un simile gioco è per<br />
gli adulti faccenda molto seria e lo si desume anche dal<br />
prezzo del giocattolo. La strada del calibro 28 battuta<br />
dalla <strong>Benelli</strong> ha prontamente invogliato dei concorrenti<br />
a seguire tali orme, fatto significativo della giustezza<br />
della scelta attuata a Urbino oramai da qualche tempo<br />
e con diritto di primogenitura per un semiautomatico<br />
moderno e tagliato sulla cartuccia. Questa è l’osservazione<br />
da rimarcare e sarebbe bello che gli acquirenti<br />
sentissero quasi l’obbligo morale di indossare per l’impiego<br />
di un tal fucile, un abito di eccelsa sartoria napoletana.<br />
Appunto tagliato su misura. n<br />
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