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scarica il PDF del percorso di Paolo Francesconi (37,1 MB) - Matithyah

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LIBRO 3-03-2006 9:26 Pagina 36<br />

<strong>Francesconi</strong><br />

<strong>Paolo</strong> <strong>Francesconi</strong> dal 1974 a oggi ha partecipato a numerose mostre personali e collettive. Dal 1997 è in permanenza<br />

presso la Galleria Giral<strong>di</strong> a Livorno. Dal 1986 dà vita ad azioni, installazioni, performance con Cantini,<br />

Faleni e Pasquinelli, con cui fonda <strong>il</strong> collettivo “Il Dado”.<br />

Nel 1984 apre un laboratorio <strong>di</strong> pittura nella struttura psichiatrica <strong>di</strong> V<strong>il</strong>la Graziani a Livorno. Continua a lavorare<br />

con <strong>il</strong> Servizio Psichiatrico fino al 2002. Nello stesso anno presenta a Palazzo Marini e nel 2003 al Circolo Ensamble<br />

<strong>il</strong> <strong>percorso</strong> teatrale Come panni al sole.<br />

Nel 2003, contro la guerra in Iraq, realizza l’installazione Come panni al sole davanti Camp Derby. Dal 2003 collabora<br />

con la Cooperativa Quattro Mori e <strong>il</strong> CEIS <strong>di</strong> Livorno, all’interno <strong>del</strong> laboratorio artigianale per tossico<strong>di</strong>pendenti.<br />

Ha realizzato numerose scenografie teatrali tra cui quelle con <strong>il</strong> Teatro <strong>del</strong>le Comme<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Livorno e <strong>il</strong> Teatro<br />

<strong>di</strong> Cascina.<br />

Le sue opere si trovano in strutture pubbliche: Provincia <strong>di</strong> Lucca, Pinacoteca Comunale Lewis <strong>di</strong> Chiomonte (Torino),<br />

Archivio <strong>del</strong> Museo Pecci <strong>di</strong> Prato.<br />

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L’artista <strong>Francesconi</strong> ha esplorato una <strong>di</strong>fferente<br />

possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> raccontarsi, attraverso oggetti<br />

che scan<strong>di</strong>scono e sottolineano <strong>il</strong> <strong>percorso</strong> in<strong>di</strong>viduale<br />

<strong>di</strong> ciascuno. Il segno nasce da un gesto, è traccia<br />

visib<strong>il</strong>e <strong>del</strong> nostro passaggio.<br />

A partire dallo scarabocchio, con la sperimentazione<br />

<strong>di</strong> tecniche e strumenti <strong>di</strong>versi, si acquisisce<br />

la consapevolezza <strong>del</strong> valore espressivo <strong>del</strong> segno<br />

in<strong>di</strong>viduando e isolando <strong>il</strong> proprio simbolo personale.<br />

Questo metodo gli ha permesso <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogare<br />

e spaziare su molti argomenti storico-artistici, sociali,<br />

religiosi, politici, collocando nei vari momenti storici<br />

le contaminazioni e <strong>il</strong> rapporto che esiste tra un modo<br />

<strong>di</strong> esprimersi e la realtà che lo circonda.<br />

Ha dato informazioni cercando <strong>di</strong> far riflettere<br />

i ragazzi.<br />

Il lavoro con i bambini e i ragazzi è stato eseguito in<br />

base a un’idea già stab<strong>il</strong>ita dall’artista.<br />

Io sono un vagabondo, un alchimista, un viaggiatore <strong>del</strong><br />

tempo e <strong>del</strong>lo spazio, uno scienziato, un folle, un saggio,<br />

una foglia nel vento, un uomo triste e vecchio, una<br />

fiaba ancora da scrivere, un trovarobe, un inquinatore,<br />

un ecologista, un paralitico e un centometrista, e, molto<br />

probab<strong>il</strong>mente, un sacco <strong>di</strong> altre cose, come un figlio, un<br />

padre, un nonno, ma sono qui con voi perché con le<br />

mani racconto le storie che sento nella mia testa e nel<br />

mio cuore. Le mani sono la nostra prima possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong><br />

comunicare: esse sono al servizio completo <strong>del</strong>la nostra<br />

testa ma anche <strong>del</strong> nostro cuore quando le adoperiamo<br />

senza pensare, istintivamente.<br />

Quando adoperiamo le mani facciamo un GESTO.<br />

Ci chiniamo a raccogliere un oggetto, uno qualsiasi, e<br />

facciamo un gesto <strong>di</strong> APPROPRIAZIONE ma questo è<br />

solo l’inizio <strong>di</strong> una storia poiché abbiamo anche fatto<br />

una SCELTA, preso proprio quello e non un altro poiché<br />

è lui che ha colpito la nostra FANTASIA.<br />

GESTO, APPROPRIAZIONE, SCELTA, FANTASIA: questo<br />

insieme <strong>di</strong> cose nasce dalla nostra volontà, quin<strong>di</strong> quell’oggetto<br />

è parte <strong>di</strong> una EMOZIONE. La storia potrebbe<br />

finire qui ma se noi desideriamo far sapere a qualcuno<br />

quello che stiamo provando dobbiamo capire come fare<br />

per <strong>di</strong>rlo, potremmo adoperare le parole oppure scriver-<br />

lo o <strong>di</strong>segnarlo o mostrarglielo. Abbiamo detto che l’oggetto<br />

è stato scelto perché ha colpito la nostra, la mia<br />

fantasia, e ha prodotto un’emozione, ma come posso<br />

raccontare un’emozione? La storia si complica. Ecco,<br />

potrei adoperare i colori, ma quali? Qui la testa lascia<br />

<strong>il</strong> posto al cuore perché solamente esso è in grado <strong>di</strong><br />

SENTIRE e aiutare la mano a fare la scelta: quello <strong>di</strong> ciascuno<br />

<strong>di</strong> noi può essere <strong>di</strong>verso da ciò che un altro sente<br />

per sé. Quale è <strong>il</strong> colore <strong>del</strong>l’amore o quello <strong>del</strong>la pietà,<br />

<strong>del</strong>la sofferenza, <strong>del</strong>la gioia, <strong>del</strong>la tristezza: i sentimenti<br />

rispondono a colori che non sono stab<strong>il</strong>iti da nessuno<br />

se non dalla sensib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> ognuno.<br />

Per un artista contemporaneo le regole che valevano per<br />

i pittori antichi non sono più le stesse: egli cerca <strong>di</strong> sentire<br />

dentro <strong>di</strong> sé quale colore racconti meglio <strong>il</strong> suo<br />

oggetto e l’emozione che prova. Quell’oggetto <strong>di</strong>venta<br />

soggetto <strong>del</strong> proprio sentire e quin<strong>di</strong> un SEGNO capace<br />

<strong>di</strong> sostituire una parola, una riga, un <strong>di</strong>segno e<br />

potrebbe persino stare su un supporto senza nessun<br />

colore, da solo, e riuscirebbe a <strong>di</strong>ventare un’OPERA.<br />

Ho scritto queste righe per capire ciò che un gruppo <strong>di</strong><br />

persone avrebbe fatto percorrendo la strada che non<br />

andava in nessun posto: esse avrebbero senza dubbio<br />

parlato, lasciato un segno <strong>del</strong> proprio passaggio, si<br />

sarebbero aiutate durante <strong>il</strong> <strong>percorso</strong>.<br />

Durante i sette incontri che avremo produrrete cose che,<br />

insieme con la mia, formeranno una sola opera ma essa<br />

sarà <strong>il</strong> frutto <strong>di</strong> ciò che riusciremo a <strong>di</strong>rci. Credo che in<br />

questo modo potrò aiutarvi meglio a capire come sv<strong>il</strong>uppo<br />

<strong>il</strong> mio lavoro ma anche a capire quello che voi avrete<br />

voglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>re, <strong>di</strong> raccontare. <strong>Paolo</strong> <strong>Francesconi</strong><br />

Progetto<br />

3 opere <strong>di</strong> cm 60x80 (compresa quella <strong>del</strong>l’autore) realizzata<br />

con tessere in cellulosa <strong>di</strong> cm 10x10, e un’opera<br />

<strong>di</strong> 120x80 realizzata con tessere <strong>di</strong> cellulosa <strong>di</strong> cm<br />

10x10. Ogni tessera sarà realizzata da un alunno<br />

secondo <strong>il</strong> metodo in<strong>di</strong>cato ma nella piena libertà <strong>di</strong><br />

scelta <strong>del</strong>l’oggetto contenuto.<br />

Tecnica: assemblaggio, combustione.<br />

Materiali e strumenti: cellulosa, colle vin<strong>il</strong>iche, acr<strong>il</strong>ici,<br />

terre colorate, matite e pennarelli.


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L’artista ha condotto tre laboratori<br />

Primo laboratorio:<br />

Scuola Me<strong>di</strong>a Pacinotti classe 1 B<br />

Lucia Morelli, insegnante<br />

Antonietta Deroma Naitana, osservatrice<br />

Dalla storia <strong>di</strong> Rodari alla ricerca<br />

<strong>del</strong>le proprie emozioni<br />

L’artista invita i ragazzi a portare un oggetto liberamente<br />

scelto, <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni. L’oggetto sarà incollato<br />

su una “tessera”, un cartoncino <strong>di</strong> cellulosa <strong>di</strong> cm<br />

10x10. Tutte le tessere verranno unite per formare un<br />

unico pannello che sarà <strong>il</strong> risultato <strong>del</strong> lavoro collettivo.<br />

Attraverso gli oggetti un mondo intero si anima <strong>di</strong> storia<br />

e <strong>di</strong> cultura. Per ogni oggetto portato <strong>il</strong> pittore <strong>di</strong>aloga e<br />

spazia, dalla storia <strong>del</strong>l’arte (pittografia dei cavernicoli,<br />

storia dei segni, movimenti tra<strong>di</strong>zionali e contemporanei,<br />

figurativi, astrattisti, concettuali, ecc.), ad argomenti<br />

<strong>di</strong> natura sociale, religiosa, politica, traducendo e collocando<br />

nei vari momenti storici le contaminazioni e <strong>il</strong><br />

rapporto che esiste tra un modo <strong>di</strong> esprimersi e la realtà<br />

che lo circonda<br />

Artista Non esiste <strong>il</strong> caso nella scelta.<br />

Quando la si effettua spesso si risponde<br />

a un’immagine impressa nella nostra memoria<br />

psichica, remota, in un periodo non consapevole<br />

<strong>del</strong>la nostra infanzia. Quando si vede quel dato<br />

oggetto, qualcosa parla dentro <strong>di</strong> noi,<br />

e raccogliendolo, si risponde a quel bisogno profondo.<br />

Ragazzi … ho scelto un lapis piccolo e consumato<br />

perché per me rappresenta la vita… come <strong>il</strong> lapis<br />

quando una persona nasce ha tanta forza <strong>di</strong> vitalità,<br />

come la mina che è lunga e poco a poco<br />

si esaurisce e <strong>di</strong>venta vecchia…<br />

Artista … una forza vitale perché permette<br />

<strong>di</strong> tracciare dei segni.<br />

Ragazzi … ho scelto un pezzetto <strong>di</strong> canna<br />

<strong>di</strong> fiume. Nella parte interna aveva un colore<br />

più scuro, in quella esterna era più chiara…<br />

la parte più chiara rappresenta <strong>il</strong> Para<strong>di</strong>so<br />

e la parte più scura l’Inferno…<br />

Artista … due anime, una interna e una esterna.<br />

Una concava e una convessa.<br />

È l’espressione <strong>di</strong> due contrari.<br />

L’artista ha messo la canna sul foglio <strong>di</strong> cellulosa spezzando<br />

la canna in due parti così da vedere la parte più<br />

chiara nel mezzo.<br />

Artista Per noi è un pezzo <strong>di</strong> canna,<br />

per altri può essere molto <strong>di</strong> più, può avere<br />

una precisa funzione.<br />

Ci sono paesi in cui le canne si usano<br />

per fare le case, le zattere, le armi…<br />

Tenete sempre conto <strong>del</strong> concetto <strong>di</strong> tempo<br />

e <strong>di</strong> spazio.<br />

Ragazzi … ho scelto una busta <strong>di</strong> plastica vuota<br />

per fazzoletti <strong>di</strong> carta.<br />

L’artista brucia la plastica. Come altre volte in cui interviene<br />

con <strong>il</strong> fuoco sugli oggetti, i ragazzi si alzano e si<br />

muovono velocemente.<br />

Artista Il fuoco mo<strong>del</strong>la quasi tutto…<br />

Secondo gli alchimisti era l’elemento che<br />

permetteva la trasmutazione.<br />

Ragazzi … ho scelto un chiodo, una cosa semplice<br />

perché è piccolo, ma anche con <strong>il</strong> significato<br />

<strong>di</strong> una cosa forte perché, pur così piccolo,<br />

può attaccare cose enormi.<br />

L’artista con <strong>il</strong> chiodo incide dei segni sulla tessera <strong>di</strong><br />

carta che poi ripassa con la matita.<br />

Artista Incidere è stato uno dei primi segni magici<br />

che l’uomo ha fatto nelle grotte… L’arte, la storia,<br />

la geografia si raccontano sempre insieme.<br />

Ad ogni tessera è <strong>il</strong> pittore che dà <strong>il</strong> tocco finale con <strong>il</strong><br />

colore, la colla, <strong>il</strong> fuoco, <strong>il</strong> segno, cercando <strong>di</strong> interpretare<br />

ciò che i ragazzi hanno detto.<br />

La partecipazione è data dal cercare e pensare elementi<br />

<strong>di</strong> significato, quin<strong>di</strong>, considerazioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne etico<br />

ma anche estetico.


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Ragazzi Ma non si <strong>di</strong>segna?<br />

Artista Il <strong>di</strong>segno collettivo è <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e, ha tempi<br />

<strong>di</strong>versi, ora siamo alla scelta oggettuale, poi si metterà<br />

<strong>del</strong> colore, ma state attenti a non soffocare l’oggetto<br />

che avete scelto. Qualcuno vuole fare dei segni?<br />

L’opera si va definendo, le tessere sono quasi ultimate.<br />

Si apre un’ulteriore fase progettuale. Ogni ‘oggetto’ è<br />

stato commentato, narrato, rivisitato, reinterpretato.<br />

L’artista invita i ragazzi a <strong>di</strong>sporsi in cerchio, l’in<strong>di</strong>vidualità<br />

cede <strong>il</strong> passo a qualcosa <strong>di</strong> collettivo. Prende le tessere<br />

e le ‘butta’ in terra sul pavimento. Le tessere si<br />

<strong>di</strong>spongono casualmente.<br />

Artista Abbiamo trovato <strong>del</strong>le cose per terra<br />

e abbiamo cercato <strong>di</strong> farle <strong>di</strong>ventare qualche altra<br />

cosa, ma ancora non ci siamo riusciti. Ora sono<br />

tornate a terra. Se fossi nel mio stu<strong>di</strong>o rimarrebbero<br />

lì, lasciando che la polvere si depositi sopra,<br />

che lasci <strong>il</strong> suo ‘segno’… Sono lavori concettuali che<br />

<strong>di</strong>mostrano quanto ognuno <strong>di</strong> voi sia un essere<br />

unico e irripetib<strong>il</strong>e. Abbiamo fatto molto<br />

per cominciare a esplorare quella strada nuova…<br />

vi ricordate cosa abbiamo letto <strong>il</strong> primo giorno?<br />

Restituiamo <strong>di</strong>gnità a quello che abbiamo fatto.<br />

Non saranno più soltanto degli oggetti buttati<br />

a terra, ma ognuno <strong>di</strong>venterà parte <strong>di</strong> un lavoro.<br />

L’artista inizia a <strong>di</strong>sporre le tessere una accanto all’altra.<br />

Il lavoro <strong>di</strong> composizione si svolge tra i commenti dei<br />

ragazzi, fino a quando uno <strong>di</strong> loro suggerisce:<br />

Ragazzi Si potrebbero <strong>di</strong>sporre le tessere in modo da<br />

comporre una frase.<br />

L’intuizione - a maggioranza - <strong>di</strong>venta una soluzione. Le<br />

tessere sono ri<strong>di</strong>stribuite sul supporto secondo questa<br />

nuova logica. Ma le <strong>di</strong>scussioni non mancano, infatti qualcun<br />

altro in risposta al compagno che ha avuto l’idea.<br />

Ragazzi Era fac<strong>il</strong>e! / … Certo, ora che<br />

l’ho detto è fac<strong>il</strong>e! Ora è fac<strong>il</strong>e perché è fatto,<br />

prima non si vedeva.<br />

Artista Tu davi per scontato che la strada<br />

non portasse in nessun posto!<br />

È in questo modo che <strong>il</strong> ‘viaggio’ <strong>di</strong> Martino ritorna<br />

come vissuto all’interno <strong>del</strong>la classe. È un lavoro concreto.<br />

Fatto <strong>di</strong> cose concrete. Concreto nel costruire un <strong>percorso</strong><br />

con <strong>del</strong>le cose trovate, anche se le lettere che compongono<br />

la frase che dà <strong>il</strong> titolo all’opera sono solo<br />

nella nostra testa.<br />

Le Ragazze e i Ragazzi<br />

Io ho deciso <strong>di</strong> portare un accen<strong>di</strong>no perché<br />

<strong>il</strong> fuoco può mo<strong>del</strong>lare tutto anche se io ho paura<br />

<strong>del</strong> fuoco. / Il mio oggetto è un fermacampioni <strong>di</strong><br />

colore oro, è servito per fare <strong>il</strong> punto <strong>del</strong>la frase<br />

“ti amo”. / Ho scelto una pietra particolare perché<br />

br<strong>il</strong>la come se fosse un <strong>di</strong>amante. / Non mi ricordo<br />

per f<strong>il</strong>o e per segno tutti gli incontri ma mi ricordo che<br />

si è parlato <strong>del</strong>la Cappella Sistina, <strong>del</strong>la droga nel<br />

mondo, dei bambini in Bras<strong>il</strong>e che muoiono <strong>di</strong> fame<br />

e sono costretti a rubare. / Io ho portato<br />

un bottone rosso… l’ho trovato in casa mentre giocavo<br />

con mio fratello, quando l’ho preso in mano, mi è<br />

venuto in mente l’incontro. / Ho trovato una vite per<br />

terra e l’ho raccolta. / La p<strong>il</strong>a mi sembrava un<br />

occhio… ho <strong>di</strong>segnato sopra <strong>il</strong> cartoncino un occhio<br />

con <strong>il</strong> lapis. / Ho portato una clips perché ci ho visto


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una piccola coccinella. / La sp<strong>il</strong>la è <strong>di</strong> colore giallo<br />

come l’oro e quin<strong>di</strong> rappresenta la vita che può<br />

essere dorata e allo stesso tempo è pungente…<br />

chiusa tra due estremi: la felicità e la tristezza.<br />

/ Una catena, l’avevo presa per attaccarla<br />

alla porta <strong>di</strong> camera mia ma poi ho deciso <strong>di</strong> portala<br />

qui. / Il mio oggetto è un pacchetto <strong>di</strong> fazzoletti vuoto<br />

tutto celeste, l’ho portato perché sono curioso<br />

<strong>di</strong> scoprire <strong>il</strong> suo significato. / … non abbiamo<br />

quasi mai <strong>di</strong>segnato ma molto parlato. / È una lettera<br />

<strong>del</strong>l’alfabeto, una ‘E’ perché è considerata la nostra<br />

comunicazione umana. / Comunicare è la cosa più<br />

importante per trasmettere sentimenti, rabbia, felicità.<br />

/ Ho portato un pezzettino <strong>di</strong> straccio con attaccati<br />

due bottoni che avevo fatto quando ero piccola<br />

e doveva essere un vestitino… / Secondo me sono stati<br />

incontri importanti perché, da piccoli oggetti <strong>di</strong> poco<br />

significato trovati per terra, è nato un capolavoro…<br />

/ Ci furono molte idee stravaganti ma quella che mise<br />

d’accordo tutti fu la mia: io ho detto, siccome era<br />

San Valentino, <strong>di</strong> trasformare con la nostra<br />

immaginazione i nostri lavori in lettere per formare<br />

la frase “ti amo”. <strong>Paolo</strong> <strong>di</strong>sse che andava bene però<br />

<strong>di</strong> aggiungere anche <strong>il</strong> contrario cioè “ti o<strong>di</strong>o”,<br />

perché se c’è amore c’è anche o<strong>di</strong>o. Così li abbiamo<br />

collegati con la lettera che avevano in comune la ‘T’<br />

scrivendo “ti amo” in verticale e “ti o<strong>di</strong>o”<br />

in orizzontale.<br />

Impostare percorsi che trasformino la convinzione non<br />

so <strong>di</strong>segnare, non sono portato. Conoscere regole e<br />

co<strong>di</strong>ci dei linguaggi che fanno sbloccare la situazione e<br />

acquisire consapevolezza <strong>del</strong>le proprie capacità.<br />

L’artista, con <strong>il</strong> suo affascinante e travolgente ESSERE,<br />

ha condotti i ragazzi, ut<strong>il</strong>izzando regole e co<strong>di</strong>ci, attraverso<br />

i labirinti creati dall’età e dal bisogno <strong>di</strong> protagonismo<br />

che da alcuni anni sono quasi una costante <strong>del</strong><br />

loro comportamento. Alla fine, tutti convinti <strong>del</strong>la valenza<br />

etica, alcuni perplessi <strong>del</strong>la valenza estetica.<br />

Lucia Morelli<br />

Secondo laboratorio:<br />

Scuola Primaria Oltrera classe 3 B<br />

Michela Bernini, insegnante<br />

L’artista propone ai bambini <strong>di</strong> scegliere e portare dei<br />

piccoli oggetti-ricordo per formare un’opera collettiva.<br />

L’artista, per far comprendere ai bambini quanto sia<br />

importante lasciare dei segni, racconta come nei secoli<br />

passati gli uomini si siano espressi attraverso <strong>di</strong> essi.<br />

Ogni bambino, in pie<strong>di</strong> su <strong>di</strong> un banco, presenta ai<br />

compagni l’oggetto che ha portato spiegando quali<br />

ricor<strong>di</strong> ed emozioni lo legano ad esso.<br />

Francesca porta una foto che la ritrae con la sua<br />

famiglia e con amici a Parigi, ricordo <strong>di</strong> un bel<br />

viaggio. / Marco, una scarpina da neonato, ricordo<br />

<strong>del</strong>la sua nascita. / Luca, una pistolina, un giocattolo<br />

che gli piace molto. / Loredana, un sasso raccolto<br />

per strada quando era insieme alla sua migliore<br />

amica. / Anna, una sp<strong>il</strong>la trovata nell’uovo<br />

<strong>di</strong> Pasqua. / Virginia, un gran nastro rosa che era<br />

attaccato alla sua carrozzina, ricordo <strong>di</strong> quando<br />

era molto piccola. / Chiara, una cartolina<br />

raffigurante <strong>il</strong> Duomo <strong>di</strong> Pontedera, ricordo <strong>di</strong> quando<br />

c’è entrata da piccina con la nonna.<br />

/ Fabrizio, un sasso che sembra marmo, ricordo <strong>del</strong><br />

pavimento <strong>del</strong>la sua vecchia sala.


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/ Irene, un pezzetto <strong>del</strong>la copertina <strong>di</strong> un quaderno<br />

sul quale faceva gli scarabocchi quando<br />

era piccola e non sapeva <strong>di</strong>segnare.<br />

/ Interviene Elena: da piccoli si faceva<br />

gli scarabocchi ma per noi erano <strong>di</strong>segni<br />

<strong>di</strong> qualcosa… / Francesca,<br />

un paio <strong>di</strong> forbicine regalatole dalla mamma<br />

e con le quali si era tagliata, ricordo per <strong>il</strong> piacere<br />

<strong>del</strong> regalo e <strong>del</strong> dolore per <strong>il</strong> taglio.<br />

/ Gabriele, una matita rossa perché gli piace <strong>il</strong> rosso.<br />

Dopo la prima fase <strong>di</strong> lavoro <strong>Francesconi</strong> parla ai bambini<br />

<strong>di</strong> spazio, <strong>di</strong> linee, <strong>di</strong> colori e <strong>del</strong>la capacità <strong>di</strong><br />

comunicare attraverso questi elementi per consentire<br />

loro <strong>di</strong> intervenire liberamente sulla tessera con segni e<br />

colori. La conversazione prosegue sui rifiuti e sul concetto<br />

<strong>di</strong> consumismo; i bambini intervengono con le loro<br />

esperienze a proposito <strong>di</strong> oggetti ancora in buono stato<br />

che vengono gettati via e che invece possono essere<br />

convenientemente riut<strong>il</strong>izzati. Dunque riut<strong>il</strong>izzo e conservazione,<br />

oggetti che verrebbero buttati via e che<br />

invece così rimarranno legati alla memoria: formeranno<br />

un’opera, bella o brutta non ha importanza, è<br />

importante <strong>il</strong> <strong>percorso</strong> fatto per realizzarla. Viene deciso<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre le tessere a righe sfalsate, in modo da<br />

creare <strong>di</strong>namicità.<br />

Una volta sistemati tutti i cartoncini, l’artista invita i<br />

bambini a trovare un titolo da dare all’opera. Si sceglie<br />

“Ricor<strong>di</strong> col freno a mano”, perché i ricor<strong>di</strong> belli<br />

non sono sempre così belli e i ricor<strong>di</strong> brutti non sono<br />

mai così brutti.<br />

Le Bambine e i Bambini<br />

<strong>Paolo</strong> <strong>Francesconi</strong> è una persona molto estroversa<br />

che si sa esprimere molto bene / …e dà effetto<br />

a quello che <strong>di</strong>ce / anche se qualche volta parla<br />

<strong>di</strong> cose <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>i per noi e non capiamo<br />

/ <strong>di</strong>ce cose da gran<strong>di</strong> / ma parla in modo molto<br />

espressivo / mimando quello che <strong>di</strong>ce<br />

/ per spiegare meglio le parole <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>i ci <strong>di</strong>ceva<br />

cosa volevano <strong>di</strong>re / è un piacere imparare cose<br />

nuove / è <strong>di</strong>vertente stare con lui che<br />

vorrei rimanesse tutto <strong>il</strong> giorno / credevo che<br />

si facessero <strong>di</strong>segni a pittura <strong>del</strong>le sequenze<br />

<strong>del</strong> racconto <strong>di</strong> Rodari / invece abbiamo parlato<br />

<strong>di</strong> noi e dei nostri ricor<strong>di</strong> / anche <strong>di</strong> quando<br />

eravamo piccoli e <strong>del</strong>la nostra vita <strong>di</strong> ora<br />

/ quello che abbiamo fatto era <strong>di</strong>verso<br />

da quello che ci aspettavamo però<br />

ci è piaciuto <strong>di</strong> più / abbiamo imparato<br />

ad esprimere in un altro modo i nostri sentimenti.<br />

Terzo laboratorio:<br />

Scuola Primaria Oltrera classe 4 A<br />

Giuseppina Calvetti, insegnante<br />

Artista Tutti noi possiamo lasciare dei segni<br />

che testimoniano le nostre emozioni: con le parole,<br />

con la scrittura, con <strong>il</strong> <strong>di</strong>segno. La realizzazione<br />

<strong>di</strong> un’opera può essere fatta con <strong>il</strong> colore, con <strong>il</strong> gesso,<br />

con gli acquarelli, con le tempere a olio ma anche…<br />

con degli oggetti. Con gli oggetti che porteremo,<br />

lasceremo un segno <strong>del</strong> nostro passaggio.<br />

L’oggetto deve essere, per noi, importante: legato<br />

ad un evento, ad un ricordo lieto o triste,<br />

ad un attimo <strong>del</strong>la nostra vita.<br />

L’artista rende i bambini protagonisti facendoli parlare<br />

uno alla volta, coinvolgendoli nel gioco-racconto.


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Gli oggetti trovati:<br />

Pietra - ricordo doloroso (<strong>il</strong> fratello gliel’ha tirata<br />

in testa)<br />

Ruota - ricordo <strong>del</strong>la macchinina preferita<br />

Conchiglia - ricordo <strong>del</strong> mare (che ha attraversato<br />

per raggiungere, dall’Etiopia, l’Italia)<br />

Matita - ricordo <strong>del</strong>l’inizio <strong>del</strong>la scuola<br />

Nastro rosso - legato all’amicizia e al ballo<br />

Figurina - ricordo <strong>di</strong> un gesto affettuoso <strong>del</strong> padre<br />

Fotografia <strong>di</strong> Napoli - <strong>il</strong> paese da poco lasciato<br />

ma sempre nel cuore<br />

Farfalla - <strong>il</strong> volo, la libertà<br />

Conchiglia - ricordo <strong>del</strong>la nonna con la quale<br />

l’ha raccolta in spiaggia<br />

Scotch - come la zia che è stata sempre affettuosa<br />

con lui e ora non c’è più<br />

Pezzetto <strong>di</strong> gioco - <strong>il</strong> tempo trascorso con gli amici<br />

Gli oggetti vengono incollati sulle tessere. L’artista stesso<br />

realizza la sua inserendoci un pezzetto <strong>di</strong> legno che ha<br />

raccolto sulla spiaggia, oggetto legato ad un sentimento<br />

<strong>di</strong> pace, tranqu<strong>il</strong>lità ma anche <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne. Si stab<strong>il</strong>isce<br />

<strong>di</strong> attaccare le tessere sul pannello, orizzontalmente, ma<br />

in modo non troppo simmetrico perché, secondo i ragazzi,<br />

i ricor<strong>di</strong> spesso sono confusi.<br />

<strong>Francesconi</strong> trae spunto da alcune osservazioni dei<br />

ragazzi per <strong>di</strong>re che l’artista cerca <strong>di</strong> trasmettere nella<br />

propria opera sentimenti e emozioni, ma chi la osserva<br />

può anche provare sensazioni <strong>di</strong>verse: un colore, una<br />

forma, un segno, un elemento attivano la sfera dei ricor<strong>di</strong><br />

e dei sentimenti personali, che cambiano da persona<br />

a persona. Ecco perché un’opera non può essere brutta<br />

o bella ma può solo coinvolgere o meno chi la osserva.<br />

L’artista spiega che i ricor<strong>di</strong> trasferiti nella composizione<br />

sono parte <strong>di</strong> noi, resteranno sempre in un angolo <strong>del</strong>la<br />

nostra mente, spesso sopiti ma pronti ad emergere non<br />

appena un atto, un colore, una linea, un oggetto ce li<br />

ricorderà.<br />

Artista Per questo intendo sig<strong>il</strong>larli con<br />

la combustione, bloccarli, bruciarli.<br />

Al termine <strong>del</strong>la combustione tutti gli alunni e l’artista<br />

appongono sull’opera la loro firma, cospargono <strong>il</strong> lavoro<br />

con una vernice trasparente che fissa e uniforma i<br />

colori dando un effetto <strong>di</strong> invecchiamento, per esprimere<br />

<strong>il</strong> trascorrere <strong>del</strong> tempo.<br />

Si chiede ai ragazzi <strong>di</strong> pensare un titolo da dare all’opera<br />

realizzata collettivamente. Propongono:<br />

I nostri ricor<strong>di</strong> bruciati<br />

La violenza invade i nostri ricor<strong>di</strong><br />

Ricor<strong>di</strong> sig<strong>il</strong>lati<br />

I bei ricor<strong>di</strong><br />

I ricor<strong>di</strong> vanno a 30<br />

I ricor<strong>di</strong> impazziti<br />

La violenza <strong>di</strong>strugge i sogni<br />

La tenacia dei sogni.<br />

Alla fine tutti gli alunni sono concor<strong>di</strong> nella scelta: “I<br />

ricor<strong>di</strong> sig<strong>il</strong>lati vanno a 30” perché in ogni in<strong>di</strong>viduo i<br />

ricor<strong>di</strong> col passare <strong>del</strong> tempo, lentamente si cancellano,<br />

ma possono riaffiorare nel vedere un colore, un<br />

segno, un elemento, un’immagine.

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