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BIOGRAFIE IMPRESSIONISTI EDOUARD MANET ... - Istituto Canossa

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include
lo
spazio
del
reale
e
quello
del
pensiero.
Un
accordo
tra
conoscenza
razionale
e
lirismo,
<br />

minerale
e
vegetale,
eternità
e
vita
si
afferma
nelle
tele
di
Bibemus
e
del
Château
Noir,
per
<br />

culminare
nel
gioco
di

macchie

e

di
sfaccettature
degli
ultimi
Sainte‐Victoire,
che
sembrano
<br />

trarre
ispirazione
da
un
vero
e
proprio
sentimento
cosmico.
«Sono
il
primitivo
di
un'arte
nuova»
<br />

diceva
Cézanne
durante
gli
ultimi
anni
della
sua
vita.
E
sicuramente
egli
è
al
primo
posto
tra
gli
<br />

iniziatori
di
questa
«pittura
pura»,
liberata
dal
concetto
di
imitazione,
di

cui
pertanto
occorre
non
<br />

dimenticare
che,
lungi
dall'essere
chiusa
nel
suo
formalismo,
si
apre
in
lui
su
un
mondo
di
<br />

implicazioni
psichiche,
di
prolungamenti
immaginari.

Se,
a
fianco
di
un
Matisse,
o
di
un
Kandinskij,
<br />

i
suoi
più
ferventi
ammiratori
(Emile
Bernard,
Maurice
Denis,
Henri
Lhote)
non
furono
i
più
grandi,
<br />

il

suo

messaggio

si

è
rivelato
abbastanza
multiforme
per
irrigare,
in
un
flusso
vastissimo,
la
<br />

maggior
parte
dei
campi
indagati
dopo
di
lui.

Attraverso
Gauguin,
al
quale
rimproverò
di
aver
<br />

fatto
solo
«quadri
cinesi»
(!),
egli
influenzò
il
movimento
dei
nabis
e
il
fauvisme;
il

suo

precetto

<br />

sul
trattamento
della
natura
mediante
«il
cilindro,
la
sfera
e
il
cono»
si
ripercuote
sul
cubismo
che
<br />

egli
senza
dubbio
non
avrebbe
approvato;
il
suo
modo
di
trattare
il
colore
è
stato
usato
con
<br />

profitto
da
Delaunay
e
dal
Blaue
Reiter;
l'espressionismo
stesso
gli
deve
molto

e,

certo,
anche
<br />

l'astrattismo
nelle
sue
diverse
manifestazioni.
Complessivamente,
benché
la
lenta
maturazione
<br />

della
sua
opera
contrasti
con
le
mode
del
nostro
tempo,

è

forse

la

sua

concezione
dell'arte
<br />

come
ricerca
incessante
sui
mezzi
e
i
contenuti
che
le
sono
propri
che
ha
dato
a
Cézanne
il
posto
<br />

preminente
che
egli
occupa
nella
sensibilità
del
XX
secolo.
<br />


<br />

VINCENT
VAN
GOGH
<br />

Vincent
Willem
Van
Gogh
nasce
il
30
marzo
1853
a
Groot
Zundert
(Olanda)
ed
ebbe,
a
causa
della
<br />

sua
estrema
sensibilità
di
artista,
una
vita
molto
tormentata.

<br />

Figlio
di
un
pastore
protestante,
mentre
ancora
vive
a
Zundert,
Vincent
esegue
i
suoi
primi
disegni.
<br />

Inizia
invece
le
scuole
a
Zevenbergen.
Impara
il
Francese,
l'Inglese,
il
Tedesco
e
per
la
prima
volta
<br />

inizia
a
dipingere.

<br />

Terminati
gli
studi,
va
a
lavorare
come
impiegato
nella
succursale
della
casa
d'arte
parigina
Goupil
<br />

e
Cie,
successivamente
nelle
sedi
dell'Aja
(dove
compie
frequenti
visite
ai
musei
locali),
di
Londra
e
<br />

di
Parigi.
Nel
maggio
del
1875
viene
definitivamente
trasferito
a
Parigi.

<br />

Il
 trasferimento
 nella
 città
 francese,
 dove
 già
 risiede
 il
 fratello
 Theo,
 segna
 l'inizio
 del
 periodo
<br />

appunto
francese,
interrotto
solo
da
un
breve
viaggio
ad
Anversa
alla
fine
dello
stesso
anno.
Molto
<br />

del
 suo
 tempo
 lo
 spende
 assieme
 al
 fratello
 e
 i
 due,
 da
 quel
 momento,
 iniziano
 una
<br />

corrispondenza
 che
 durerà
 tutta
 la
 vita
 e
 che
 rappresenta
 ancora
 oggi
 il
 mezzo
 migliore
 per
<br />

studiare
le
opinioni,
i
sentimenti
e
lo
stato
d'animo
di
Vincent.

<br />

Durante
il
soggiorno
parigino
l'artista
scopre
la
pittura
impressionista
e
approfondisce
l'interesse
<br />

per
l'arte
e
le
stampe
giapponesi.
Conosce
molti
pittori
tra
cui
Toulouse
Lautrec
e
Paul
Gauguin
<br />

che
 apprezza
 particolarmente.
 La
 loro
 sarà
 una
 relazione
 assi
 turbolenta,
 con
 esiti
 anche


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