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l’<strong>in</strong>fezione diffondendo<strong>la</strong> nell’ambiente<br />

naturale. Non ultimo, anche il trasporto a<br />

livello globale di avannotti da dest<strong>in</strong>are<br />

all’allevamento può contribuire a diffondere<br />

il virus <strong>in</strong> aree del mondo <strong>in</strong> cui questo non<br />

era presente.<br />

Gli effetti delle morie massive sono ovviamente<br />

catastrofici a livello zootecnico <strong>in</strong><br />

quanto determ<strong>in</strong>ano <strong>la</strong> <strong>per</strong>dita del pesce<br />

allevato. In popo<strong>la</strong>zioni selvatiche tali effetti<br />

sono altrettanto preoccupanti da un punto di<br />

vista ecologico <strong>per</strong>ché un evento di mortalità<br />

di massa a carico di un grosso predatore,<br />

può portare non solo al<strong>la</strong> scomparsa del<strong>la</strong><br />

specie a livello locale, ma si può ri<strong>per</strong>cuotere<br />

lungo tutta <strong>la</strong> catena alimentare, andando<br />

a <strong>in</strong>fluenzare anche le specie che occupano<br />

livelli trofici <strong>in</strong>feriori.<br />

Le Aree Mar<strong>in</strong>e Protette non sono immuni<br />

da questo tipo di rischio. È quanto confermano<br />

i ri<strong>sul</strong>tati di uno studio prelim<strong>in</strong>are<br />

condotto dal professor Antonio Terlizzi e<br />

dal<strong>la</strong> dottoressa Per<strong>la</strong> Tedesco<br />

dell’Università del Salento e dal dottor<br />

Pierpaolo Patarnello, Veter<strong>in</strong>ario Ittiopatologo,<br />

<strong>in</strong> col<strong>la</strong>borazione con l’Istituto Zooprofi<strong>la</strong>ttico<br />

S<strong>per</strong>imentale delle Venezie, centro di<br />

referenza <strong>in</strong> Italia <strong>per</strong> le ma<strong>la</strong>ttie dei pesci.<br />

Lo studio è stato condotto presso 2 AMP<br />

salent<strong>in</strong>e: l’AMP di Porto Cesareo (Mar<br />

Jonio) e l’AMP di Torre Guaceto (Mar Adriatico).<br />

In queste due aree sono stati campionati<br />

una serie di esemp<strong>la</strong>ri appartenenti a diverse<br />

specie di pesci, focalizzandosi <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re<br />

su quelle specie considerate maggiormente<br />

sensibili al virus, tra cui <strong>la</strong> spigo<strong>la</strong><br />

(Dicentrarchus <strong>la</strong>brax).<br />

P<br />

a cura del<strong>la</strong> redazione FIPSAS<br />

Fig. 2. Esemp<strong>la</strong>re di Cernia bruna con <strong>la</strong> tipica lesione traumatica conseguente<br />

l’<strong>in</strong>fezione ERV (Foto: P. Patarnello)<br />

Agli esemp<strong>la</strong>ri sono stati prelevati campioni<br />

di encefalo e tessuto gonadico che rappresentano<br />

i pr<strong>in</strong>cipali bersagli del virus. I<br />

campioni sono stati analizzati seguendo i<br />

più avanzati protocolli di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e biomoleco<strong>la</strong>re.<br />

I ri<strong>sul</strong>tati hanno rive<strong>la</strong>to una <strong>per</strong>centuale<br />

di positività nei pesci <strong>in</strong>dagati pari al<br />

30% con un’elevata prevalenza soprattutto<br />

nel<strong>la</strong> spigo<strong>la</strong>, il che conferma <strong>la</strong> partico<strong>la</strong>re<br />

vulnerabilità di questa specie, di rilevante<br />

<strong>in</strong>teresse sportivo e commerciale, nei<br />

confronti del virus.<br />

La diffusione del virus può <strong>in</strong>teragire con<br />

altre forme di impatto, tra cui il cambiamento<br />

climatico. Sembra, <strong>in</strong>fatti, che il virus mostri<br />

una maggiore patogenicità quando <strong>la</strong><br />

tem<strong>per</strong>atura dell’acqua viene mantenuta<br />

<strong>per</strong> <strong>per</strong>iodi prolungati al di sopra di 24/25°,<br />

provocando qu<strong>in</strong>di molte più vittime.<br />

Il rischio derivante da tutto ciò è quello di un<br />

depau<strong>per</strong>amento di specie ittiche pregiate,<br />

tra cui spigo<strong>la</strong> e cernia, con pesanti ricadute<br />

a livello economico ed ambientale.<br />

Per evitare tutto questo è necessario implementare<br />

programmi di monitoraggio<br />

ambientale sia all’<strong>in</strong>terno delle Aree Mar<strong>in</strong>e<br />

Protette sia <strong>in</strong> aree <strong>in</strong>teressate dal<strong>la</strong> presenza<br />

di impianti di acquacoltura, al f<strong>in</strong>e di<br />

comprendere meglio i meccanismi di<br />

diffusione epidemiologica di questa ed altre<br />

patologie <strong>in</strong>fettive ed essere qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong> grado<br />

di prevenire o comunque affrontare nel<br />

miglior modo possibile eventuali foco<strong>la</strong>i.<br />

Queste <strong>in</strong>formazioni saranno determ<strong>in</strong>anti<br />

<strong>per</strong> sviluppare delle adeguate politiche di<br />

conservazione e gestione delle risorse<br />

mar<strong>in</strong>e, che dovranno essere affidate a<br />

specialisti del settore al f<strong>in</strong>e di salvaguardare<br />

lo stato di salute del nostro mare.<br />

Pianeta Acaua - web magaz<strong>in</strong>e

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