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Lucilla Tonucci - Per gli altri

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Workshop per genitori<br />

<strong>Lucilla</strong> <strong>Tonucci</strong><br />

Psicologa, Grafologa<br />

Mio fi<strong>gli</strong>o scrive male: come aiutarlo?<br />

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Gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado affermano che molti ragazzi scrivono<br />

con grafia illeggibile o con grande fatica e lentezza, al punto che la scrittura costituisce<br />

causa di tensione e di nervosismo. Tale fenomeno desta preoccupazione, anche perché<br />

appare in graduale aumento nella popolazione scolastica. Solo in anni recenti si è<br />

compreso che la “brutta scrittura” spesso non deriva da pigrizia o scarso rispetto nei<br />

confronti della scuola, ma che è una vera e propria patologia, al punto che le persone che<br />

ne risultano colpite si liberano della sofferenza dello scrivere soltanto quando iniziano ad<br />

usare il computer. Ma, come esse stesse riferiscono, vivono con grande tensione <strong>gli</strong> anni<br />

della vita scolastica, proprio a partire da<strong>gli</strong> anni della scuola elementare, che dovrebbero<br />

essere ricchi di esperienze positive.<br />

Le patologie della scrittura vanno sotto il nome di disgrafie e, come la dislessia, la<br />

disortografia, la discalculia, sono disprassie dovute, secondo le ipotesi formulate da<strong>gli</strong><br />

psicolinguisti e dai neuropsichiatri infantili, a difettosi collegamenti fra i vari organi di<br />

senso e i centri cerebrali, i quali non riceverebbero informazioni corrette relative al mondo<br />

esterno e quindi non potrebbero elaborare risposte adeguate.<br />

Nei manuali di neuropsichiatria infantile vengono definiti “Disturbi specifici<br />

dell’apprendimento”; colpiscono, infatti, alcuni settori dell’apprendimento (la scrittura, la<br />

lettura, l’ortografia, il calcolo), in bambini che appaiono del tutto normali nelle altre<br />

prestazioni mentali. In particolare, le disgrafie sono definite “sindromi che impedicono o<br />

rallentano l’apprendimento e la successiva automatizzazione del gesto grafico”.<br />

Pur non implicando ritardi o difficoltà intellettive, possono determinare problemi a livello<br />

psicologico, in modo particolare sul piano della sicurezza personale: i soggetti che ne sono<br />

colpiti, infatti, si sentono facilmente inadeguati e, nel tempo, sviluppano difficoltà sempre<br />

più accentuate sul piano dell’apprendimento, fino alla perdita della motivazione<br />

all’apprendere.<br />

<strong>Per</strong>tanto è importante individuare precocemente, nei bambini, eventuali anomalie, al fine<br />

di prevenire tali disturbi. Il compito della prevenzione è affidato soprattutto alla scuola<br />

dell’infanzia che acco<strong>gli</strong>e i bambini per tre anni e che propone attività e giochi volti a far<br />

maturare armonicamente il sistema neurosensoriale e neuromotorio, basilari per la<br />

funzionalità della sfera intellettiva ed emotiva.<br />

Ma anche i genitori possono contribuire alla prevenzione di tali disturbi: per quanto<br />

riguarda la prevenzione della disgrafia, possono collaborare con la scuola dell’infanzia,<br />

comunicando alle insegnanti dubbi o difficoltà che ritengono di aver colto sul piano, ad<br />

esempio, della preferenza manuale, o dello schema corporeo, o della rappresentazione<br />

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spaziale; saranno poi le insegnanti che potranno verificare e monitorare l’evoluzione del<br />

possibile disturbo, proponendo attività psicomotorie adeguate.<br />

Inoltre possono agevolare lo sviluppo della motricità grafica mettendo a disposizione del<br />

bambino fo<strong>gli</strong> di carta, matite e colori, per invo<strong>gli</strong>are all’attività grafica spontanea<br />

precocemente, anche se i primi “disegni” sembrano scarabocchi senza senso. Si tratterà,<br />

quindi, di prendere nota della preferenza manuale, senza cercare di forzare l’uso della<br />

mano destra. Si tratterà, inoltre, di impostare correttamente le dita sullo strumento: troppi<br />

bambini impugnano la matita e la penna in modo disfunzionale, compromettendo la<br />

fluidità della scrittura.<br />

Infine si consi<strong>gli</strong>a l’uso della lavagna o dei fo<strong>gli</strong> bianchi verticali per aiutare i bambini ad<br />

appoggiare il braccio sulla superficie del fo<strong>gli</strong>o senza torcere il polso: questo movimento<br />

che costituisce un “gesto scivolato”, deve essere effettuato dall’alto in basso e in senso<br />

antiorario, sia dai bambini destri che dai mancini.<br />

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